CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 19 maggio 2009
178.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VIII e X)
COMUNICATO
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RISOLUZIONI

Martedì 19 maggio 2009. - Presidenza del vicepresidente della VIII Commissione, Roberto TORTOLI. - Interviene il viceministro per le infrastrutture e i trasporti, Roberto Castelli.

La seduta comincia alle 13.05.

7-00153 Polidori e Ghiglia: Programma di ammodernamento delle reti idrica e fognaria.
(Discussione e rinvio).

Le Commissioni iniziano la discussione della risoluzione in oggetto.

Catia POLIDORI (PdL), illustrando la risoluzione di cui è prima firmataria, sottolinea che le reti idriche e fognarie del nostro Paese presentano le maggiori carenze infrastrutturali tra i principali Paesi europei con un tasso di perdita negli acquedotti di circa il 40 per cento, contro il 10 per cento circa della Germania ed il 15 per cento della Gran Bretagna, nonostante la densità per area geografica e pro capite di tali reti sia in Italia inferiore. Ricorda, inoltre, che, in base alla tariffa nazionale media per l'acqua potabile, il controvalore economico delle perdite annue della rete idrica italiana è di oltre quattro miliardi di euro, senza contare i danni ambientali generati in particolare dalle perdite della rete fognaria; i maggiori costi imputabili alle inefficienze della rete nazionale vengono ad oggi sostenuti direttamente dai cittadini attraverso il pagamento dei costi di fruizione dei servizi idrici e fognari, con evidente sottrazione di risorse alla capacità di spesa delle famiglie.
Osserva, altresì, che la ricerca e l'innovazione nelle infrastrutture idriche costituirebbe una modalità efficace per adeguare la rete nazionale agli standard europei, anche se il quadro normativo non agevola oggi gli operatori del settore. Aggiunge che, in base alle stime di durata massima delle tubature, circa il 50 per cento degli attuali acquedotti (almeno 125 mila chilometri di rete idrica) e oltre il 30 per cento delle attuali fognature (46 mila chilometri di rete fognaria) devono essere sostituite entro i prossimi decenni, tanto più che sussiste una consistente presenza di reti con presenza di amianto. Rileva, infine, che per le caratteristiche proprie della rete idrica, questo settore può essere considerato tra quelli potenzialmente più idonei a sostenere una ripresa economica di lungo periodo.

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In questo quadro, la risoluzione in esame è volta ad impegnare il Governo a verificare tutti i possibili benefici derivanti da un programma di adeguamento e ammodernamento delle reti idrica e fognaria; a definire strumenti capaci di migliorare nel breve, nel medio e nel lungo periodo lo stato della rete idrica nazionale al fine di adeguarla agli standard europei con gli obiettivi del risparmio di risorse e della tutela dell'ambiente e della salute ed infine ad incentivare iniziative per elevare da subito il livello qualitativo dell'infrastruttura di rete idrica nazionale, anche attraverso l'individuazione di modelli locali efficienti già esistenti cui ispirarsi per l'adeguamento dell'intera rete nazionale.

Salvatore MARGIOTTA (PD) ritiene che quanto prospettato nella risoluzione in esame sia particolarmente importante in quanto evidenzia la gravità della situazione della rete idrica italiana, peraltro, confermata dalle più recenti indagini svolte in materia, le quali non solo hanno confermato i dati riportati nella risoluzione, ma hanno evidenziato la drammatica realtà del settore nel Mezzogiorno. Rileva, al riguardo, che dopo una prima fase di applicazione della legge obiettivo, che aveva dedicato particolare attenzione al settore destinando cospicue risorse per l'ammodernamento della rete idrica, negli ultimi anni tale positiva tendenza si è invertita, avendo il Governo privilegiato il finanziamento delle opere stradali, tant'è vero che nella delibera CIPE del 6 marzo scorso, a fronte degli 8 miliardi complessivamente stanziati per la rete stradale, solo 150 milioni sono destinati all'ammodernamento della rete idrica. Al riguardo ricorda come sia rimasta inevasa una richiesta avanzata nel corso di un'audizione del Ministro Matteoli in ordine alla possibilità di conoscere l'esatto ammontare del finanziamento relativo a ciascuna opera.

Ludovico VICO (PD) sottolinea che la risoluzione in discussione affronta alcune tematiche di indubbio rilievo. Al riguardo, ritiene opportuno sottoporre alle presidenze l'opportunità di svolgere alcune audizioni dei rappresentanti delle società di gestione degli acquedotti più importanti presenti sul territorio nazionale al fine di acquisire ulteriori elementi informativi circa lo stato della rete idrica nazionale e le criticità presenti soprattutto in alcune regioni. Auspica pertanto che le presidenze vogliano accogliere tale richiesta.

Roberto TORTOLI, presidente, nel ritenere che la richiesta avanzata dal deputato Vico sia senz'altro pertinente, si riserva di svolgere gli approfondimenti necessari informando della richiesta i presidenti delle Commissioni.

Il viceministro per le infrastrutture e i trasporti Roberto CASTELLI ritiene opportuno specificare, preliminarmente, quali sono, di fatto, le competenze che oggi fanno capo allo Stato e quelle che, invece, permangono nell'ambito delle competenza degli enti locali, Regioni, Province e Comuni. Al riguardo, riferisce che la vigente normativa per la gestione delle risorse idriche, prevista dal decreto legislativo n. 152 del 2006, individua tra gli obiettivi da perseguire la tutela della qualità e dell'equilibrio quantitativo del ciclo idrico, nonché la protezione dell'ambiente e degli ecosistemi connessi ai corpi idrici. Osserva, quindi, che a tale scopo, oltre alle Autorità di bacino, già previste dalla legge n. 183 del 1989, che hanno il compito di definire e aggiornare il bilancio idrico, sono stati istituiti gli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) per la gestione del servizio idrico integrato, ovvero l'insieme sia dei servizi pubblici di captazione e distribuzione, che di collettamento, depurazione e smaltimento delle acque reflue. Il citato decreto legislativo n. 152 del 2006, che ha sostanzialmente confermato l'impostazione della cosiddetta «legge Galli» (legge n. 36 del 1994) prevede l'elaborazione da parte degli ATO, i cui limiti geografici sono fissati dalle Regioni, del Piano d'Ambito, ed è proprio attraverso questo strumento che le Regioni possono e devono perseguire: gli obiettivi di miglioramento del servizio idrico per il raggiungimento di

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standard di qualità con livelli minimi del servizio; gli investimenti occorrenti al loro raggiungimento; l'ottimizzazione del sistema tariffario, con copertura dei costi e metodologie premianti l'efficienza e la qualità del servizio; le politiche di gestione relative al risparmio, al riuso e alla destinazione di risorse più pregiate per gli usi potabili.
Per queste ragioni, ritiene che in questo importante settore l'azione dell'Esecutivo potrà declinarsi in maniera integrata con le competenze regionali.
Peraltro, con specifico riferimento alle azioni del Governo nazionale, ricorda che le opere del settore idrico ritenute fondamentali per migliorare il livello qualitativo della rete idrica nazionale, sono state inserite dal CIPE, fin dal 2001, nel Programma delle opere strategiche, di cui alla cosiddetta «legge obiettivo». Osserva, inoltre, che tra le azioni avviate recentemente dal Governo per fronteggiare le problematiche legate ai servizi idrici e fognari del nostro Paese, sono da considerare gli atti integrativi alle Intese generali quadro, sottoscritti recentemente tra il Governo e alcune regioni, tra le quali Campania e Molise, e quelle che il Governo prevede di sottoscrivere nei prossimi mesi con le altre regioni, a partire dalla Puglia, dall'Abruzzo e dalla Calabria. Su tali problematiche il Governo ha assunto, in termini programmatici, impegni evidenti anche nell'ambito del DPEF 2009-2011. In particolare, si prevede una destinazione di una parte dei fondi FAS e dei fondi della cosiddetta «legge obiettivo» legati alla realizzazione delle infrastrutture strategiche ad interventi che avranno, come fine, quello di innovare l'infrastrutturazione idrica del nostro Paese, con un efficientamento della gestione della risorsa idrica e dei relativi costi di gestione. Conclude, affermando che, una volta che sia stato chiarito l'ambito di azione proprio dello Stato, si potrà serenamente fare riferimento agli specifici impegni richiesti al Governo con la risoluzione in esame.
In relazione a quanto prima specificato, con riferimento al testo della risoluzione, osserva che, per quanto riguarda le premesse, andrebbero meglio identificati e distinti i diversi ambiti di responsabilità facenti capo rispettivamente allo Stato e agli enti territoriali, in modo da poter identificare più agevolmente quali siano gli interventi richiesti al Governo e quali, invece, quelli propri delle amministrazioni locali.
Quanto, invece, alla parte relativa agli impegni, annuncia che il Governo accoglie il primo ed il terzo impegno, mentre chiede che il secondo impegno sia modificato con l'aggiunta, dopo le parole: «a definire», delle seguenti parole «, anche su richiesta delle amministrazioni locali».
Ritiene, infine, di poter rassicurare il deputato Margiotta in ordine alla richiesta, a suo dire rimasta inevasa, di conoscere l'esatto ammontare degli stanziamenti fissati dal CIPE per ciascuna singola opera presa in considerazione al momento dell'approvazione della delibera del 6 marzo scorso. In realtà, in tale importante delibera, che mette a disposizione del piano per l'infrastrutturazione del Paese ben 17 miliardi di euro, il CIPE ha scelto di suddividere gli stanziamenti per macroaggregati e non per singola opera, con l'obiettivo - che spera condiviso da tutti - di rendere efficace al massimo grado le risorse messe a disposizione, facendo in modo che esse possano essere impiegate subito, in via prioritaria, per la realizzazione delle opere che si dimostrino immediatamente cantierabili.

Roberto TORTOLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.20.