CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 29 ottobre 2008
84.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale
ALLEGATO
Pag. 161

ALLEGATO 1

Esame bilanci consuntivi 2004-2005-2006, bilancio preventivo 2007 e bilancio tecnico attuariale dell'Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza a favore dei biologi (ENPAB)

RELAZIONE

Premessa.

L'Ente nazionale di previdenza e assistenza a favore dei biologi (Enpab) è stato istituito a seguito del decreto legislativo n.103 del 1996. L'Ente assicura i biologi iscritti all'Ordine che svolgano attività libero professionale in forma esclusiva o aggiuntiva a quella di lavoro subordinato.
L'Enpab eroga ai propri iscritti tutte le principali prestazioni previdenziali (pensioni di vecchiaia, inabilità, invalidità, reversibilità e maternità), oltre ad alcune prestazioni assistenziali (interventi economici per specifiche situazioni di bisogno, indennità di malattia, eccetera).

Contributi, requisiti e sistema di calcolo delle pensioni.

L'Enpab richiede ai propri iscritti un contributo soggettivo pari al 10 per cento del reddito professionale con facoltà opzionale di applicare un'aliquota superiore, compresa tra il 12 per cento e il 20 per cento, con opzione ripetibile annualmente. È comunque dovuto un contributo minimo che è pari, per l'anno 2008 a euro 971. Per coloro che svolgono contemporaneamente attività di lavoro dipendente il contributo è ridotto del 50 per cento; mentre per coloro i quali si trovino nella condizione di inattività professionale per almeno 6 mesi è ridotto a 1/3, così come per i neoiscritti sotto il 30o anno di età. I pensionati che continuino a versare dopo il pensionamento hanno diritto alla liquidazione di un supplemento di pensione. Gli iscritti sono tenuti, inoltre, a versare un contributo integrativo la cui percentuale di calcolo è pari al 2 per cento del volume di affari IVA.
Infine, il contributo di maternità è pari a un ammontare fisso annuo, a carico di tutti gli iscritti, nella misura stabilita ogni anno dal consiglio di amministrazione. Per l'anno 2008 esso ammonta a euro 103,30.
La pensione di vecchiaia spetta agli iscritti che abbiano compiuto 65 anni di età, in presenza di almeno 5 anni di contributi versati ovvero al compimento di 57 anni a condizione che l'importo della pensione sia pari a 1,2 volte l'importo della pensione sociale, sempre che il pensionato non abbia raggiunto i 65 anni di età.
L'importo della pensione è determinato sulla base del sistema di calcolo contributivo. Le pensioni sono rivalutate annualmente sulla base della variazione dell'indice dei prezzi ISTAT.

La gestione tipica: entrate contributive-spesa prestazioni.

Nel 2007 l'Enpab presenta un numero di iscritti pari a 9.167 di cui 6.291 femmine (tabella 1 e grafico 1). Negli anni tra il 2004 e il 2007, l'andamento del numero degli iscritti presenta tassi di variazione medi annui pari a circa il 3 per cento. L'età media degli iscritti è pari, nell'ultimo anno di osservazione, a 45 anni in media per i maschi e a circa 43 per le femmine, in linea con il dato medio rilevato per il complesso dei lavoratori autonomi. La componente femminile costituisce oltre il 68 per cento degli iscritti complessivi.

Pag. 162

L'andamento del monte contributivo presenta una dinamica ancora positiva, ma fortemente declinante. Infine, l'aliquota legale, con riferimento al solo contributo soggettivo, è pari a un valore del 10 per cento con possibilità di optare per una percentuale più alta, compresa tra il 12 per cento e il 20 per cento.
Nella tabella 2 è riportato il numero complessivo delle pensioni di vecchiaia, insieme al numero del totale dei trattamenti. Va però segnalato che per gli Enti di più recente costituzione (di cui al decreto legislativo n. 103 del 1996) il numero delle pensioni in essere è ancora estremamente limitato e pertanto non significativo; di conseguenza nell'analisi che segue ci si limiterà ad indicarne il numero complessivo e gli importi dell'insieme dello stock di pensioni, senza analizzarne le sottocategorie, né i flussi che movimentano le pensioni in essere. Il numero di trattamenti pensionistici complessivamente erogati dall'Enpab, pari, per il 2007, a 161, mostra una dinamica di crescita estremamente sostenuta (tasso annuo di crescita sempre superiore al 40 per cento) La quota del complesso dei trattamenti pensionistici erogati alle femmine è pari al 48 per cento.
La stessa età media di pensionamento e il numero medio di anni di contribuzione sono scarsamente significativi, dal momento che si tratta di pensionati che hanno raggiunto appena il requisito contributivo minimo richiesto per l'accesso al pensionamento (5 anni di contribuzione).
Nelle tabella 3 e 4 sono riportati gli importi medi relativi al complesso delle pensioni vigenti e alle nuove liquidate, insieme alla spesa complessiva per pensioni. Anche in tal caso, trattandosi di pensioni erogate in favore di neo contribuenti, i valori e i relativi indicatori di equilibrio, non sono significativi. Ci si limiterà pertanto a riportare solo alcuni principali valori aggregati. Gli importi medi del complesso delle pensioni sono pari nel 2007, per l'insieme della categoria, a poco più di 1.000 euro annui. Sulla base dell'esiguo numero delle pensioni fino ad oggi liquidate non è possibile valutarne, come già detto, né l'adeguatezza degli importi rispetto alle retribuzioni medie degli iscritti, né il livello dell'aliquota di equilibrio.
La spesa complessiva per pensioni ammonta nel 2006 a 210 mila euro. Il grado di copertura delle entrate complessive rispetto alla spesa totale, che rappresenta un indicatore dell'equilibrio finanziario dell'Ente, mostra come ci si trovi nella fase iniziale di accumulo dei contributi, cui non corrisponde ancora un adeguato flusso di prestazioni, caratteristica di un ente nei suoi primi anni di vita. Infine, l'indicatore che misura l'effetto sulla spesa dell'entrata di nuove pensioni, il cosiddetto effetto rimpiazzo, dato dal rapporto tra gli importi delle nuove pensioni liquidate e quelli dello stock di pensioni, sia pure nei limiti di significatività ricordati, si mostra sostanzialmente stabile indicando che ogni nuova pensione liquidata dalla Cassa è di importo pressoché uguale agli importi dei trattamenti già esistenti.

La situazione economico-patrimoniale e le riserve obbligatorie.

In relazione alla situazione economico patrimoniale vengono riportati i dati relativi al risultato economico di esercizio e alla consistenza del patrimonio, al cui interno, tra le passività, viene evidenziata la riserva legale, che costituisce la garanzia per il pagamento delle prestazioni ai propri iscritti (tabella 5). Ricordiamo che gli enti privati, ai sensi del decreto n. 103 del 1996, si basano sul sistema di calcolo contributivo in base a conti individuali e sono, pertanto, tenuti ad accantonare le somme necessarie per la copertura della capitalizzazione dei montanti contributivi. Per tali enti l'adeguatezza delle risorse fa riferimento alle rate di pensione correnti in pagamento, secondo quanto previsto anche dall'articolo 1, comma 763, della legge finanziaria per il 2007.
Negli anni considerati l'Enpab presenta un risultato economico di esercizio in avanzo, per 4,2 milioni di euro nel 2006 e un patrimonio netto conseguentemente in aumento, pari a 200,8 milioni di euro. La

Pag. 163

riserva legale risulta oltre 1.000 volte superiore se si fa riferimento alla spesa corrente per pensioni.

La gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare.

Il patrimonio immobiliare e mobiliare dell'Enpab ammonta complessivamente a quasi 200 milioni di euro nel 2007, mostrando un trend di forte crescita nel quadriennio esaminato, con incrementi medi annui prossimi al 20 per cento (tabella 6). La componente mobiliare risulta predominante risultando pari nel 2007 a 195 milioni di euro, mentre gli investimenti nel settore immobiliare risultano del tutto assenti in quanto il ridotto patrimonio immobiliare (poco meno di 5 milioni di euro nel 2006) è rappresentato dalla sola sede dell'Ente. Il rendimento netto del patrimonio complessivo nel periodo esaminato risulta decisamente stabile oscillando tra il 3,5 e il 4,2 per cento, riflettendo, ovviamente, le performance congiunturali della componente mobiliare (quasi 4 per cento nella media di periodo), e una strategia esplicita di limitazione della volatilità del portafoglio.
Coerentemente a tale assunto, la composizione degli investimenti mobiliari vede un ruolo rilevante dell'investimento in titoli, sia privati che pubblici, con una quota media superiore al 60 per cento e in tendenziale crescita nel periodo esaminato. Piuttosto contenuto e in diminuzione risulta il peso degli investimenti in Organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR); mentre sembra in forte dinamica ascendente l'investimento azionario diretto che, a fine 2007, assorbiva quasi il 20 per cento del portafoglio; piuttosto elevata, anche se in tendenziale riduzione, risulta la quota delle attività liquide, in media prossima al 20 per cento.
L'Enpab gestisce il proprio patrimonio mobiliare attraverso un piano di investimenti di volta in volta stabilito dal consiglio di amministrazione, che vede la quasi totalità degli investimenti dati in gestione a due società specializzate. Complessivamente la strategia di gestione mira a perseguire un contenuto livello di rischio anche a scapito dell'obiettivo di massimizzazione dei rendimenti.

I costi e l'efficienza della gestione.

I costi di gestione dell'Enpab (tabella 7) ammontano nel 2007 a 2,4 milioni di euro, di cui il 20 per cento per il personale in servizio, con una quota in diminuzione nel periodo osservato. Le spese per gli organi di gestione dell'ente ammontano a 520 mila euro, pari al 22 per cento dei costi complessivi. In termini relativi, le spese di gestione dell'Ente nel 2007, sono pari a 256 euro per ciascun assicurato e pensionato della stessa (52 euro se ci riferiamo al solo costo del personale). Più propriamente, se si adotta come riferimento il totale di spesa per prestazioni e contributi, allora le spese di gestione della Cassa incidono per l' 8,6 per cento (l' 1,7 per cento le sole spese per il personale), con una lieve tendenza all'aumento nel periodo di analisi delle spese di gestione complessive.
A fronte di questi costi risultano 12 unità di personale in servizio. Il costo unitario medio del lavoro si attesta intorno ai 40 milioni di euro. La presenza femminile sul personale complessivamente in servizio è pari al 33 per cento.
La Cassa vanta un ammontare di crediti contributivi, pari nel 2006 a oltre 13 milioni di euro, con una quota crescente nel periodo osservato di crediti per i quali è in corso un contenzioso.
I tempi medi di liquidazione delle prestazioni, sia pure poco significativi visto il limitato numero di liquidazioni annue erogate, si attestano sui 30 giorni per tutte le tipologie di trattamenti pensionistici.
Per quanto riguarda l'obbligo di comunicazione dei dati agli iscritti, l'Ente ha soddisfatto gli adempimenti normativi richiesti, con un primo invio dei dati anagrafici agli iscritti avvenuto nel 2006 e poi aggiornato l'anno successivo, mentre non risulta soddisfatto a tutto il 2007 l'obbligo

Pag. 164

relativo all'invio delle informazioni sulla propria posizione contributiva (estratto conto contributivo).

L'equilibrio della gestione nel lungo periodo.

Nella tabella 8 e nel grafico 2 sono riportati i principali indicatori della gestione dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza a favore dei biologi (Enpab) secondo le risultanze dell'ultimo bilancio tecnico attuariale, redatto con i dati a tutto il 2003. I risultati sono chiaramente influenzati dalla giovane età della Cassa e dal sistema di calcolo contributivo delle pensioni. Il primo aspetto è ben visibile dalla dinamica del numero e della spesa per pensioni e, in particolar modo, dai valori pressoché nulli di inizio periodo che danno luogo a tassi di crescita decisamente elevati nei primi anni di simulazione; il ruolo del criterio di calcolo contributivo delle pensioni è ben visibile, invece, nella persistenza su valori elevati del saldo corrente della gestione che, in tutto il periodo, dovrebbe presentare valori superiori al flusso di contributi. Si consideri, tuttavia, che a partire dal 2035 e fino alla fine del periodo di previsione, il saldo previdenziale dovrebbe risultare negativo indicando la progressiva entrata della gestione in una fase di maturità.
Chiaramente tali andamenti determinano una crescita costante del patrimonio e del suo grado di copertura rispetto alla spesa pensionistica: in valori il patrimonio dovrebbe crescere dai 140 milioni di euro di inizio periodo a oltre 1,7 miliardi di euro di fine periodo, rappresentando a tale data oltre 34 volte la spesa per pensioni. Anche se tali risultati non possono essere considerati rappresentativi delle condizioni di equilibrio di lungo periodo della Cassa, tuttavia si può ragionevolmente anticipare che a regime la Cassa non dovrebbe presentare situazioni di difficoltà, confortati in ciò sia dalla presenza del sistema di calcolo contributivo, sia dalla presenza di un flusso di contributi integrativi che, secondo le risultanze del bilancio tecnico, dovrebbero risultare sempre eccedenti le spese di gestione della Cassa.
Conferme in tal senso vengono anche osservando la dinamica dell'aliquota contributiva di equilibrio e la sua posizione relativa rispetto all'aliquota contributiva effettiva (grafico 3): se, infatti, l'aliquota contributiva di equilibrio presenta una dinamica costantemente in crescita, va rilevato che, da un lato, essa rimarrebbe per gran parte del periodo di previsione al di sotto dell'aliquota effettiva, dall'altro lato che a fine periodo essa presenterebbe una tendenza alla stabilizzazione intorno al livello del 15 per cento, non molto distante dal valore dell'aliquota contributiva effettiva a tale data. Di nuovo in tali valori e andamenti sono ben caratterizzati la giovane età della Cassa e il criterio di calcolo contributivo della rendita pensionistica.
Indicazioni interessanti sulla dinamica dell'aliquota contributiva di equilibrio si ottengono se si considerano gli andamenti riportati nel grafico 4. Come è noto la crescita del rapporto tra pensioni e massa dei redditi degli iscritti può essere scomposta in due componenti economicamente significative: il rapporto tra importo medio delle pensioni in essere e l'importo medio del reddito da professione (una specie di tasso di sostituzione macro dello stock di pensione che dà una misura delle condizioni economiche relative dei pensionati) e il rapporto tra numero di pensioni e numero degli iscritti (rapporto che dà una descrizione degli effetti della demografia, sia per quanto attiene agli aspetti generali a specifici della cassa, sugli equilibri gestionali). Nel bilancio tecnico non sono presenti le previsioni relativamente al reddito medio degli iscritti, ragion per cui nel grafico è possibile riportare solo l'andamento del rapporto pensioni/iscritti. Come si può notare, il rapporto tra numero di pensioni e totale attivi (linea tratteggiata) ha sì una dinamica crescente, conformemente alla giovane età della Cassa, ma va notato come tale crescita risulti piuttosto contenuta nel confronto con le altre Casse: in particolare, da valori pressoché nulli

Pag. 165

iniziali, il rapporto in questione raggiungerebbe a fine periodo un valore di poco superiore alle 60 pensioni per 100 assicurati. Sul livello della pensione media per quanto detto in precedenza, non si è in grado di fornire un raffronto con il reddito medio degli iscritti, ma è possibile comunque affermare che il livello medio previsto dal bilancio tecnico risulta insufficiente a garantire una vita post-lavorativa adeguatamente tutelata. Secondo il bilancio tecnico a fine 2043, infatti, la pensione media dovrebbe risultare pari 8.600 euro annui per il totale dei trattamenti e a 9.400 euro annui per le pensioni dirette: in valori 2007 ciò corrisponderebbe ad una pensione annua di 4.800 euro nel primo caso e di 5.300 nel secondo.

Osservazioni conclusive.

L'Enpab si trova nella fase iniziale di evoluzione della propria gestione previdenziale caratterizzata da tassi di variazione degli iscritti ancora positivi, a fronte di un livello di prestazioni scarsamente significativo. Una fase di accumulazione, in cui il patrimonio si accresce costantemente e così i relativi impieghi. Tutte le grandezze osservate risentono di queste condizioni: tra queste il livello dei costi di gestione, che a fronte di un livello minimo funzionale, non sono ancora ammortizzati dalle economie di scala derivanti dall'ampliarsi del numero delle erogazioni. Anche la gestione del patrimonio è quella tipica di un Ente giovane, orientata quasi esclusivamente verso l'investimento mobiliare, che rappresenta la garanzia al pagamento delle prestazioni future.
L'analisi di lungo periodo mostra una situazione di mantenimento sostanziale degli attuali equilibri, su valori propri di una gestione più matura. Dal lato dell'adeguatezza delle prestazioni tutti gli indicatori, in primo luogo il metodo di calcolo contributivo, nonché l'attuale livello dell'aliquota legale (10 per cento e su base volontaria aumentabile per un ulteriore quota compresa tra il 12 e il 20 per cento) richiedono un attento monitoraggio dell'andamento del livello delle pensioni anche rispetto ai redditi professionali medi degli iscritti.

Pag. 166

Pag. 167

Pag. 168

Pag. 169

Pag. 170

Pag. 171

Pag. 172

Pag. 173

Pag. 174

Pag. 175

Pag. 176

Pag. 177

Pag. 178

ALLEGATO 2

Esame bilanci consuntivi 2004-2005-2006, preventivo 2007 e bilancio tecnico attuariale dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza a favore dei biologi (ENPAB)

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE FORMULATE DAL RELATORE E APPROVATE DALLA COMMISSIONE

La Commissione parlamentare di controllo sulle attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, esaminati i bilanci consuntivi 2004-2006, il bilancio preventivo 2007 e il bilancio tecnico attuariale relativi all'Ente nazionale di previdenza e assistenza a favore dei biologi (ENPAB);
premesso che:
a) l'Enpab si trova nella fase iniziale di evoluzione della propria gestione previdenziale caratterizzata da tassi di variazione degli iscritti ancora positivi, a fronte di un livello di prestazioni ancora scarsamente significativo;
b) negli anni tra il 2004 e il 2007, l'andamento del numero degli iscritti presenta tassi di variazione medi annui pari a circa il 3 per cento;
c) la gestione del patrimonio è quella tipica di un ente giovane, orientata quasi esclusivamente verso l'investimento mobiliare, che rappresenta la garanzia per il pagamento delle prestazioni future;
d) l'analisi di lungo periodo mostra una situazione di mantenimento sostanziale degli attuali equilibri su valori propri di una gestione più matura. Dal lato dell'adeguatezza delle prestazioni tutti gli indicatori, in primo luogo il metodo di calcolo contributivo, nonché l'attuale livello dell'aliquota legale (10 per cento e su base volontaria aumentabile per un ulteriore quota compresa tra il 12 e il 20 per cento) richiedono un attento monitoraggio dell'andamento del livello delle pensioni anche rispetto ai redditi professionali medi degli iscritti;
esprime

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE FAVOREVOLI

con la seguente osservazione:
valuti l'Ente come l'andamento del monte contributivo presenta una dinamica al momento ancora positiva ma in prospettiva fortemente declinante.

Pag. 179

ALLEGATO 3

Esame bilanci consuntivi 2004-2005-2006, bilancio preventivo 2007 e bilancio tecnico attuariale dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza per i consulenti del lavoro (ENPACL)

RELAZIONE

Premessa.

L'Ente nazionale di previdenza e assistenza per i consulenti del lavoro (Enpacl) eroga prestazioni previdenziali ed assistenziali agli iscritti all'Albo dei consulenti del lavoro che non abbiano altra copertura previdenziale. L'Enpacl eroga ai propri iscritti tutte le principali prestazioni previdenziali (pensioni di vecchiaia, anzianità, inabilità, invalidità, reversibilità, malattia e maternità), oltre ad alcune prestazioni assistenziali (provvidenze straordinarie, prestazioni creditizie ecc.) che sono finanziate attraverso uno stanziamento non superiore al 3 per cento del contributo soggettivo. L'Ente ha allo studio una riforma del proprio regolamento di previdenza.

Contributi, requisiti e sistema di calcolo delle pensioni.

L'Ente Nazionale di previdenza e assistenza dei consulenti del lavoro richiede ai propri iscritti un contributo soggettivo in cifra fissa pari per il 2007 a euro 2.448. I neoiscritti sotto i 35 anni di età possono chiedere la riduzione al 50 per cento del contributo soggettivo, che può anche essere versato in misura ridotta alla metà per chi sia anche iscritto ad altra forma di previdenza obbligatoria. Gli iscritti sono tenuti inoltre a versare un contributo integrativo la cui percentuale di calcolo è pari al 2 per cento del volume di affari IVA. Sono esentati dal pagamento del contributo integrativo gli iscritti che abbiano altra copertura previdenziale. Infine, il contributo di maternità è pari a un ammontare fisso annuo, a carico di tutti gli iscritti, nella misura stabilita ogni anno dal consiglio di amministrazione. Per l'anno 2007 esso ammonta a euro 87,80. I contributi soggettivo e integrativo sono dovuti anche dai pensionati iscritti all'Ente che proseguano l'attività lavorativa.
La pensione di vecchiaia spetta agli iscritti che abbiano compiuto 65 anni di età dopo almeno 30 anni di iscrizione. In deroga ai normali requisiti contributivi e di iscrizione per l'accesso al pensionamento, è prevista per gli iscritti che compiono il 65o anno di età entro il 31.12.2003 una riduzione dell'anzianità contributiva minima richiesta che arriva a prevedere fino a 25 anni minimi di contribuzione, in base all'anno di nascita dell'iscritto. L'importo della pensione base di vecchiaia è pari, per il 2007, a euro 8.359. Tale importo è aumentato di un trentesimo per ogni contributo soggettivo eccedente le trenta annualità di iscrizione, nonché di una quota pari all'8 per cento dell'ammontare dei contributi integrativi.
I pensionati che dopo il conseguimento del trattamento di vecchiaia continuino a lavorare hanno diritto ad un supplemento della pensione stessa liquidato ogni tre anni. La pensione di anzianità spetta agli iscritti che abbiano versato almeno 35 anni di contribuzione all'Ente e abbiano maturato il requisito di età minima che è lo stesso vigente per il regime generale obbligatorio (AGO). La corresponsione della pensione di anzianità è compatibile con l'attività lavorativa per i professionisti che abbiano maturato un'anzianità contributiva

Pag. 180

superiore ai 40 anni. Gli importi di tutte le pensioni erogate sono adeguati all'indice del costo vita. I trattamenti pensionistici possono essere integrati al minimo Inps previsto per il Fondo lavoratori dipendenti qualora ne sussistano i limiti di reddito previsti per tale integrazione.

La gestione tipica entrate contributive-spesa prestazioni.

Nell'anno 2006 l'Enpacl presenta un numero di iscritti pari a 21.684 di cui 8.760 femmine (tabella 1 e grafico 1). Negli anni tra il 2004 e il 2006, l'andamento del numero degli iscritti presenta tassi di variazione medi annui di circa il 2,5 per cento, con una dinamica decisamente più vivace per le femmine (tasso medio annuo pari al 4 per cento). L'indicatore demografico rappresentato dal rapporto tra numero di cessati su numero di assicurati, di molto inferiore all'unità, indica un andamento positivo dei flussi in entrata di nuove posizioni contributive, tipico appunto di una gestione previdenziale ancora giovane. L'età media degli iscritti è pari, nell'ultimo anno di osservazione, a poco più di 47 anni in media e a circa 44 per le femmine, in linea con il dato medio rilevato per il complesso dei lavoratori autonomi.
L'andamento del monte contributivo presenta una dinamica positiva (+2,7 in media annua, influenzata dalla crescita del numero degli iscritti. Il contributo soggettivo, versato in cifra fissa è pari nel 2006 a 2.400 euro.
Nella tabella 2 è riportato il numero complessivo delle pensioni da lavoro (vecchiaia e anzianità al netto di quelle ai superstiti e di invalidità), con la evidenziazione specifica di quelle di anzianità, insieme al numero del complesso dei trattamenti. Il numero di trattamenti pensionistici complessivamente erogati dall'Enpacl è pari per il 2006 a 5.951. Oltre il 50 per cento di questi trattamenti sono costituiti da pensioni da lavoro, che mostrano una dinamica di crescita abbastanza sostenuta nel biennio 2005-2006 (tasso di crescita medio annuo pari all'8 per cento) molto simile tra maschi e femmine. Risulta invece fortemente accelerato, sia pure sulla base di numeri estremamente ridotti (il 6 per cento del totale delle pensioni da lavoro) l'andamento dei trattamenti di anzianità che mostrano tassi di crescita annui superiori al 30 per cento.
La quota dell'insieme di pensioni da lavoro che va alle femmine è pari al 23 per cento e al 30 per cento per le pensioni di anzianità. Per quanto riguarda il complesso dei trattamenti pensionistici, tale quota sale al 49 per cento del totale, grazie al peso delle pensioni di reversibilità, in quota maggioritaria a favore di donne.
I flussi annui che movimentano l'insieme delle pensioni vigenti (cessate e nuove liquidate) si muovono anch'essi su valori troppo piccoli per dare indicazioni univoche; comunque l'indicatore demografico dato dal rapporto tra cessate su nuove liquidate segna un valore inferiore allo 0,50.
L'età media di pensionamento della categoria si colloca su livelli non eccessivamente elevati rispetto alla media delle altre casse professionali e omogenei tra maschi e femmine (65 anni in media nel 2006). Il numero medio di anni di contribuzione, sempre per l'anno 2006, è pari a 32,8 per la totalità dei pensionati.
Nella tabella 3 sono riportati gli importi medi relativi all'insieme delle pensioni vigenti e la spesa complessiva per pensioni. Tali importi sono, inoltre, scorporati per le pensioni da lavoro, così come già definite, per quelle di anzianità e per il complesso. Gli importi medi del complesso delle pensioni da lavoro sono pari nel 2006, per l'insieme della categoria, a poco più di 9 mila euro annui sia per i maschi che per le femmine, con tassi di crescita medi annui intorno al 4 per cento per il complesso dei pensionati. Più elevati risultano gli importi medi delle sole pensioni di anzianità (poco meno di 13 mila euro annui per il totale). Molto più modesti appaiono gli importi del complesso delle pensioni (comprese invalidità e pensioni ai superstiti), pari a poco più di 7 mila euro annui.
Nella stessa tabella sono riportati gli importi relativi dei trattamenti pensionistici

Pag. 181

erogati alla componente femminile rispetto a quelli complessivamente erogati alla totalità dei pensionati. Detti importi sono pari o sono superiori alla media degli importi complessivamente erogati a maschi e femmine (102 per cento nel 2006) nel caso delle pensioni da lavoro e rimangono comunque superiori all'80 per cento per tutte le altre tipologie di pensioni (anzianità e totale dei trattamenti). Tali cifre indicano la presenza nella professione di una componente femminile, sia pur ancora poco numerosa (40 per cento degli iscritti), comunque caratterizzata da livelli retributivi e pensionistici molto vicini a quelli dei colleghi maschi.
Per quanto riguarda l'adeguatezza degli importi delle pensioni liquidate, va ricordato che l'Enpacl liquida una pensione diretta base, per coloro i quali abbiano versato la contribuzione ordinaria, pari a circa 8.359 euro nel 2007. Dall'osservazione degli importi medi liquidati si può notare come la media si attesti su importi appena leggermente inferiori, nel caso delle pensioni da lavoro, a quelli della pensione base.
La spesa complessiva per le pensioni ammonta nel 2006 a 44 milioni di euro e presenta un tasso medio annuo di crescita pari nel biennio 2005-2006 al 10 per cento circa. In riferimento agli indicatori di equilibrio finanziario della Cassa, è stato calcolato il grado di copertura delle entrate complessive rispetto alla spesa totale per pensioni che indica come, nel periodo in esame, le entrate contributive correnti risultino pari a 2 volte la spesa per pensioni (tabella 3). Il rapporto tra numero di pensioni su iscritti, è pari a 27 pensioni per ogni iscritto nel 2006.
Nella tabella 4 sono stati riportati gli importi delle nuove pensioni liquidate. Detti importi (10 mila euro per l'insieme delle pensioni da lavoro e poco meno di 9 mila euro per il complesso dei trattamenti) sono molto vicini a quelli dello stock delle pensioni vigenti osservati in precedenza, proprio in relazione al meccanismo di funzionamento del sistema previdenziale dell'Enpacl che eroga la pensione diretta base in cifra fissa, al netto degli adeguamenti al costo vita. Pertanto l'indicatore, che misura l'effetto sulla spesa dell'entrata di nuove pensioni, il così detto effetto rimpiazzo, dato dal rapporto tra gli importi delle nuove pensioni liquidate e quelli dello stock di pensioni, con riferimento al complesso dei trattamenti, nel breve periodo di tempo osservato, mostra una sostanziale stabilità indicando che ogni nuova pensione liquidata dall'Ente è di importo di poco superiore rispetto agli importi dei trattamenti già esistenti (1,19 volte).

La situazione economico-patrimoniale e le riserve obbligatorie.
In relazione alla situazione economico patrimoniale vengono riportati i dati relativi al risultato economico di esercizio e alla consistenza del patrimonio, al cui interno, tra le passività, viene evidenziata la riserva legale, che costituisce la garanzia al pagamento delle prestazioni per i propri iscritti (tabella 5). Tale riserva, secondo la normativa vigente, deve essere pari almeno a 5 annualità delle pensioni in pagamento al 1994. In prospettiva tale vincolo, secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 763, della legge finanziaria per il 2007, dovrebbe essere integrato con riferimento anche alle rate di pensione correnti in pagamento.
Negli anni considerati l'Enpacl presenta un risultato economico di esercizio in avanzo, pari a 40 milioni di euro nel 2006, con un patrimonio netto conseguentemente in aumento e pari a 470 milioni di euro per l'anno 2006. La riserva legale supera notevolmente il vincolo delle 5 annualità di pensione in pagamento in riferimento al 1994 (con un valore 29 volte superiore) e risulta anche 9 volte superiore se si fa riferimento alla spesa corrente per pensioni.

La gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare.
Il patrimonio dell'Enpacl (immobiliare e mobiliare insieme) ammonta complessivamente a 455 milioni di euro nel 2006 (493 per il preventivo 2007), in aumento per oltre 30 milioni di euro rispetto all'anno precedente (tabella 6). Il 27 per

Pag. 182

cento circa dell'intero patrimonio è costituito da immobili (123 milioni di euro nel 2006) di cui il 20 per cento adibiti ad usi diretti, mentre la restante parte costituita da investimenti mobiliari ammonta, sempre per il 2006, a 332 milioni di euro (369 milioni per il preventivo 2007). La quota del patrimonio mobiliare è in lieve aumento rispetto agli anni precedenti, arrivando a costituire nell'ultimo anno di osservazione oltre il 70 per cento dell'intero patrimonio. Il rendimento netto del patrimonio complessivo appare sostanzialmente stabile nel periodo osservato e pari a circa il 5 per cento. In leggero aumento risulta il rendimento della componente immobiliare, pari al 2 per cento nel 2007, mentre, dopo un consistente incremento registratosi tra il 2004 e il 2005 rimane stabile nel tempo e pari a circa il 6 per cento il rendimento netto della componente mobiliare.
La composizione degli investimenti mobiliari per il 2006 è data per circa il 6 per cento da attività liquide, per il 31 per cento da titoli, per il 14,6 per cento da azioni e per la restante parte, pari a circa il 48 per cento, è composta da partecipazioni in fondi comuni d'investimento di tipo azionario (per il 25 per cento circa) e investimenti affidati a gestori patrimoniali (per oltre il 70 per cento).
Il rendimento derivante dagli investimenti mobiliari nel complesso, al netto di imposte e tasse, calcolato come media aritmetica tra le consistenze trimestrali, tenendo conto anche delle plusvalenze maturate, mostra un andamento sostanzialmente stabile come già osservato. I rendimenti medi effettivi del periodo in esame per i tre sottogruppi di investimenti, rispettivamente attività liquide, titoli e azioni risultano differenziati rispetto a quelli di mercato osservati per lo stesso periodo; in particolare, risultano leggermente superiori per le attività liquide (2,6 per cento per la Cassa a fronte dell'1,5 per cento di mercato), perfettamente in linea per quanto riguarda il comparto obbligazionario (3,4 per cento a fronte del 3,5 per cento di mercato) e decisamente inferiori per l'azionario (8 per cento a fronte del 13 per cento di mercato).
L'Enpacl gestisce il proprio patrimonio mobiliare internamente, attraverso un piano di investimenti di volta in volta stabilito dal consiglio di amministrazione. Gli orientamenti più recenti (preventivo 2007) vanno nella direzione di un ulteriore ampliamento della gamma degli investimenti in portafoglio, al fine di aumentare ulteriormente la diversificazione del portafoglio impegnato. A tal fine, nell'ambito del preventivo 2007, è stata ipotizzata l'introduzione di due comparti aggiuntivi: uno individuabile nella classe obbligazionaria dei titoli ad alto rendimento (High Yield) generalmente più legati all'andamento del ciclo economico che alla variazione dei tassi di interesse; l'altro, invece, rappresentato dall'entrata nel comparto azionario dei mercati emergenti. Tale opzione è stata orientata dal presupposto che la guida alle scelte di portafoglio debba venire non solo dall'analisi delle singole rischiosità (presumibilmente maggiori nell'ambito dei mercati emergenti), quanto piuttosto dal livello di correlazione dell'insieme degli investimenti in portafoglio.

I costi di gestione.
I costi di gestione dell'Enpacl (tabella 7) ammontano nel 2006 a poco meno di 9 milioni di euro di cui il 51 per cento per il personale in servizio, con una quota in lieve aumento nel periodo osservato. Le spese per gli organi di gestione dell'ente ammontano a 1 milione di euro, pari a poco meno dell'11 per cento dei costi complessivi. In termini relativi, le spese di gestione della Cassa, nel 2006, sono pari a 304 euro per ciascun assicurato e pensionato della stessa (153 euro se ci si riferisce al solo costo del personale). Più propriamente, se si adotta come riferimento il totale di spesa per prestazioni e contributi, allora le spese di gestione dell'Ente incidono per il 6 per cento (il 3 per cento le sole spese per il personale), con dinamiche di sostanziale stabilità nel periodo di analisi.
A fronte di questi costi risultano 73 unità di personale in servizio, di cui 4

Pag. 183

dirigenti. Il costo unitario medio del lavoro si attesta sui 59 mila euro. La presenza femminile sul personale complessivamente in servizio è superiore alla metà (63 per cento) ma nessuno dei dirigenti in carica è di sesso femminile.
L'Enpacl vanta un ammontare di crediti contributivi crescente nel tempo e pari nel 2007 a 32 milioni di euro (il 37 per cento delle entrate contributive complessive). L'ente nei tre anni in esame è riuscito a recuperare, tramite azione diretta, una quota stabile nel tempo pari a circa il 18 per cento del complesso dei crediti posseduti, con costi fortemente decrescenti nel tempo che passano dal valore del 22 per cento del totale recuperato a quello del 7 per cento.
I tempi medi di liquidazione delle prestazioni, pari per le pensioni di vecchiaia e anzianità a 100 giorni in media, si mostrano in progressivo aumento nel periodo osservato, mentre rimangono stabili per le altre (invalidità e superstiti).
Per quanto riguarda l'obbligo di comunicazione dei dati agli iscritti (1), l'Enpacl ha soddisfatto completamente gli adempimenti normativi richiesti, con un primo invio dei dati anagrafici agli iscritti avvenuto nel primo semestre 2005, poi aggiornato nel semestre successivo e con un invio nel 2007 delle informazioni relative alla propria posizione contributiva (estratto conto contributivo).

(1) Ai sensi di quanto stabilito dalla legge n. 243 del 2004 e del successivo decreto attuativo del Ministero del Lavoro 4 febbraio 2004.

L'equilibrio della gestione nel lungo periodo.

Nella tabella 8 e nel grafico 2 sono riportati i principali indicatori della gestione dell'ente nazionale di previdenza e assistenza per i consulenti del lavoro (Enpacl) secondo le risultanze dell'ultimo bilancio tecnico attuariale, redatto con i dati a tutto il 2006. Scorrendo i dati della tavola 8 e visionando gli andamenti presenti nel grafico 2, si può notare come il saldo previdenziale, dato dalla differenza tra contributi e prestazioni previdenziali, dovrebbe rimanere positivo sino al 2016; il saldo corrente, che tiene conto anche delle spese di gestione, delle prestazioni assistenziali e dei redditi da capitale, dovrebbe rinviare solo di poco tale momento divenendo negativo a partire dal 2019. Di conseguenza, il patrimonio netto della gestione dovrebbe crescere per poco più di un decennio e poi presentare un trend di riduzione piuttosto rapido: a tal riguardo va segnalato che il patrimonio dovrebbe annullarsi nel 2036, presentando a fine periodo di previsione un valore negativo per quasi 1,7 miliardi di euro. Tenendo conto del rapporto con la spesa per pensioni, il patrimonio parte da un livello di copertura superiore alle 10 annualità nel 2007; in seguito, tale capacità di copertura andrebbe declinando lungo tutto l'orizzonte previsivo: in particolare il 2021 sarebbe l'ultimo anno in cui il patrimonio dell'Ente sarebbe ancora in grado di rispettare il livello di garanzia pari a 5 annualità di spesa per pensioni. Per quanto visto e in linea con le indicazioni normative contenute nell'articolo 1, comma 763, della legge finanziaria per il 2007, le cifre della relazione sul bilancio tecnico indicano come sarà necessario nel medio periodo procedere all'introduzione di opportuni correttivi per garantire la stabilità di lungo periodo della gestione.
Sulla misura di tali correttivi si può avere un'idea confrontando gli andamenti dell'aliquota contributiva di equilibrio (2) e

(2) L'aliquota contributiva di equilibrio è definita come rapporto tra spese per prestazioni e massa dei redditi da lavoro e indica anno per anno il livello teorico dell'aliquota contributiva necessario a mantenere in equilibrio il saldo previdenziale. Nella relazione sul bilancio tecnico non si ha una indicazione del reddito professionale dei consulenti del lavoro, ma viene riportato lo sviluppo del volume di affari Iva, che è la base di determinazione del contributo integrativo; per determinare il reddito da professione abbiamo dunque considerato la dinamica di tale aggregato e la relazione esistente tra reddito e volume di affari Iva nel 2006.

Pag. 184

di quella effettiva (3) riportati nel grafico 3. La visione del grafico sembra introdurre qualche elemento di tranquillità sugli equilibri di lungo periodo della gestione. Se è vero che l'aliquota teorica mostra il tradizionale trend crescente e supera già nel 2020 la corrispondente aliquota contributiva effettiva è anche vero che in seguito la distanza tra le due misure di imposizione non si amplia in misura rilevante: secondo le cifre della relazione tecnica, a fine periodo l'aliquota contributiva di equilibrio si colloca poco al di sopra del 12 per cento, livello di per sé contenuto nel confronto con l'esperienza delle altre casse privatizzate, ma anche rispetto al pur contenuto livello di contribuzione effettiva dell'Enpacl. Dunque, un modesto incremento delle aliquote contributive, a parità di prestazioni previdenziali, consentirebbe di garantire la stabilità della gestione lungo tutto l'orizzonte previsivo considerato nella relazione sul bilancio tecnico.

(3) Determinata come rapporto tra contributi effettivamente riscossi e massa reddituale degli iscritti; su quest'ultima valgono le considerazioni svolte nella nota precedente.

Nel grafico 4 riportiamo una prima scomposizione delle dinamiche dell'aliquota contributiva di equilibrio, valutando i profili di crescita della spesa per pensioni e della massa reddituale degli iscritti. Come si può notare, il periodo di massima tensione e per la gestione si dovrebbe realizzare proprio nei primi dieci anni del periodo di previsione, in virtù di una crescita della spesa pensionistica prossima al 9 per cento medio annuo, mentre la crescita della massa reddituale tenderebbe ad avere il classico andamento decrescente imposto dalle ipotesi della simulazione di convergenza verso il tasso di inflazione (4). Nel decennio successivo la dinamica della spesa previdenziale sarebbe denotata da una accentuata flessione che la porterebbe a convergere al 3 per cento in linea con la crescita della massa reddituale; dopo il 2025 la crescita della spesa previdenziale mostrerebbe un lieve sussulto rialzista per poi tornare a convergere negli anni finali della previsione intorno a tassi di crescita del 3 per cento.

(4) Come già segnalato per i bilanci tecnici di altre casse, va rilevato come parte della criticità della gestione dipende dai valori estremamente prudenziali assunti per la crescita della massa dei redditi degli iscritti all'ENPACL. Ricordato che il numero degli iscritti risulta in crescita solo nel primo decennio, la crescita della massa dei redditi dipende quasi unicamente dalla crescita dei redditi unitari che, per ciascun grado di anzianità, vengono fatti evolvere del 2 per cento all'anno, pari cioè al tasso di inflazione previsto nella simulazione. In situazione di generazioni di iscritti stabili ciò equivale ad imporre una crescita del reddito unitario medio del 2 per cento e quindi nulla in termini reali. In termini economici ciò equivale a dire che la crescita della produttività dei consulenti del lavoro sarà nulla lungo tutto l'orizzonte di previsione. Per confronto si consideri che normalmente le previsioni di lungo periodo, elaborate sia dalla Ragioneria che dal Cer, prevedono per l'intera economia una crescita della produttività, e quindi dei redditi reali da lavoro, prossima all'1,5 per cento. È evidente che se la produttività degli iscritti all'ENPACL si uniformasse a tali valutazioni di consenso le condizioni di disequilibrio della Cassa risulterebbero decisamente più lievi.

Indicazioni ancor più interessanti sulle cause della dinamica cautamente crescente dell'aliquota contributiva di equilibrio si ottengono se si considerano gli andamenti riportati nel grafico 5. Come noto la crescita del rapporto tra pensioni e massa dei redditi degli iscritti può essere scomposta in due componenti economicamente significative: il rapporto tra importo medio dello stock di pensioni e l'importo medio del reddito da professione (una specie di tasso di sostituzione macro dello stock di pensione che fornisce una misura delle condizioni economiche relative dei pensionati) e il rapporto tra numero di pensioni e numero degli iscritti (rapporto che ci da una descrizione degli effetti della demografia, sia per quanto attiene agli aspetti generali che a quelli specifici della cassa, sugli equilibri gestionali). Come si può notare dal punto di vista esplicativo alla dinamica ascendente dell'incidenza della spesa pensionistica è dovuta quasi interamente alla dinamica demografica, mentre il tasso di sostituzione macro presenta un andamento solo lievemente crescente. Va

Pag. 185

comunque notato come la crescita del rapporto tra numero di pensioni e numero di iscritti risulti decisamente contenuto nel confronto con l'esperienza delle altre casse privatizzate: in effetti partendo da valori prossimi alle 30 pensioni ogni 100 iscritti, la crescita demografica sarebbe in grado di produrre a fine periodo un rapporto di 55 pensioni ogni 100 iscritti. Nel contempo il rapporto tra importo medio delle pensioni in essere e reddito unitario degli iscritti dovrebbe passare dal 17 per cento di inizio periodo al 22 per cento di fine periodo, livello relativo sicuramente insufficiente a garantire da solo una vita tranquilla ma adeguato al basso livello di contribuzione degli iscritti all'Enpacl (5).

(5) Si consideri a tal riguardo che l'attuale meccanismo di calcolo delle pensioni risulta tutt'altro che penalizzante. Considerando i valori del 2007, nel caso standard di un iscritto che versa contributi, per una cifra annua di 2448 euro per 30 anni e va in pensione di vecchiaia a 65 anni, il criterio di calcolo attualmente in vigore per la Cassa, determinerebbe una misura iniziale della pensione di 8358.79 Euro annui. Considerando il montante contributivo dell'iscritto, rivalutato al tasso tecnico dell'1,5 per cento, tale misura della pensione equivarrebbe ad un coefficiente di trasformazione prossimo al 9,1 per cento che risulta superiore di quasi il 50 per cento all'attuale coefficiente di trasformazione previsto dalla legge Dini per i neo pensionati di 65 anni.

Osservazioni conclusive.

L'Ente Nazionale di Previdenza e assistenza dei consulenti del lavoro richiede ai propri iscritti una contribuzione di base fissa cui corrisponde una pensione anch'essa di importo predeterminato. L'Ente in prospettiva, secondo l'esame dei dati riportati nella relazione sul bilancio tecnico, mostra un peggioramento degli indicatori di equilibrio della gestione previdenziale, con un saldo previdenziale che diventa negativo a partire dal 2016 e un progressivo e rapido deterioramento del patrimonio netto, fino al suo annullamento nel 2036. Il peggioramento dei saldi di gestione è da attribuire sia alla negativa evoluzione demografica, sia al metodo di calcolo delle prestazioni, che comunque salvaguarda la tenuta nel tempo del tasso di sostituzione delle pensioni.
In riferimento all'adeguatezza delle prestazioni si ritiene che l'attuale importo base, sicuramente coerente con il livello di contribuzione attualmente previsto, non può in futuro risultare sufficiente al fine di mantenere il valore delle prestazioni pensionistiche coerente con i livelli retributivi raggiunti nel corso dell'attività professionale. Proprio per tale motivo, in attesa di conoscere le linee di riforma che l'Enpacl sta elaborando, è da condividere l'indirizzo espresso dagli organi di gestione dell'Ente di un aumento del livello del contributo soggettivo dovuto.

Pag. 186

Pag. 187

Pag. 188

Pag. 189

Pag. 190

Pag. 191

Pag. 192

Pag. 193

Pag. 194

Pag. 195

Pag. 196

Pag. 197

Pag. 198

ALLEGATO 4

Esame bilanci consuntivi 2004-2005-2006, preventivo 2007 e bilancio tecnico attuariale dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza per i consulenti del lavoro (ENPACL)

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE APPROVATE DALLA COMMISSIONE

La Commissione parlamentare di controllo sulle attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, esaminati i bilanci consuntivi 2004-2006, il bilancio preventivo 2007 e il bilancio tecnico attuariale al 31 dicembre 2006 relativi all'Ente nazionale di previdenza ed assistenza consulenti del lavoro (ENPACL);
premesso che:
a) l'Enpacl ha una gestione previdenziale di un ente ancora giovane, caratterizzata da un tasso di variazione degli iscritti positivo, a fronte di un livello di prestazioni ancora scarsamente significativo;
b) l'Ente richiede ai propri iscritti una contribuzione di base fissa cui corrisponde una pensione anch'essa di importo predeterminato;
c) in riferimento all'adeguatezza delle prestazioni pensionistiche, si ritiene che l'attuale importo base, sicuramente coerente con il livello di contribuzione attualmente previsto, non può in futuro risultare sufficiente per mantenere il valore delle prestazioni pensionistiche coerente con i livelli retributivi raggiunti nel corso dell'attività professionale;
d) per tale motivo, in attesa di conoscere le linee di riforma che l'Enpacl sta elaborando, è da condividere l'indirizzo espresso dagli organi di gestione dell'Ente di un aumento del livello del contributo soggettivo dovuto;
e) il peggioramento dei saldi di gestione è da attribuire sia alla negativa evoluzione demografica, sia al metodo di calcolo delle prestazioni, che comunque salvaguarda la tenuta nel tempo del tasso di sostituzione delle pensioni;
esprime

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE FAVOREVOLI

con la seguente osservazione:
valuti l'Ente, sulla base delle risultanze dell'ultimo bilancio tecnico, il peggioramento degli indicatori di equilibrio della gestione previdenziale, con un saldo negativo a partire dal 2016 e un progressivo e rapido deterioramento del patrimonio netto fino al suo annullamento nel 2036.