CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 10 dicembre 2008
106.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Sulla Conferenza dei giovani italiani nel mondo (Roma 10-12 dicembre 2008).

RELAZIONE

I giovani italiani nel mondo rappresentano da sempre un tassello fondamentale della nostra emigrazione. Mediatori culturali ideali, a cavallo tra due realtà, rappresentano una insostituibile risorsa per la proiezione dell'Italia nel mondo. Il Comitato permanente sugli italiani nel mondo, organo istituzionale della Camera dei Deputati, all'interno della Commissione Affari Esteri, ritiene preziose queste caratteristiche e ritiene importante valorizzarne il ruolo, incitando i giovani italiani all'estero a rendersi promotori attivi della definizione delle politiche per gli italiani nel mondo.
Il fatto che per la prima volta non si parli di giovani ma siano loro stessi attori principali di un appuntamento così prestigioso è un passo significativo e rappresenta l'aspetto più rilevante di questa prima Conferenza mondiale dei giovani italiani nel mondo. È espressione della consapevolezza che il futuro del rapporto tra l'Italia e le nostre comunità nel mondo passa proprio dalla capacità di coinvolgere i giovani italiani all'estero. Dalla presenza a Roma di centinaia di giovani emerge con forza la volontà di partecipare e di mantenere vivo il legame con l'Italia.
La ricchezza delle molteplici ed eterogenee esperienze dei giovani residenti all'estero esprime bene come essi costituiscano un universo quanto mai composito. Esiste, però, una matrice comune, l'italianità, che unisce questi giovani così diversi tra loro. Dalle considerazioni e riflessioni contenute nei documenti continentali scaturiti dai giovani italiani è emerso chiaramente come l'italianità sia parte integrante della loro identità e per molti di loro motivo di orgoglio. Non va dunque sottovalutata la valenza dell'identità italiana, non soltanto nella memoria delle origini e dei processi di radicamento all'estero, ma anche nell'espressione di valori e convinzioni che spesso sopravvivono nei più diversi ambiti culturali, contribuendo alla crescita del nostro sistema Paese.
In questa ottica risulta doveroso da parte delle Istituzioni italiane rispondere alla richiesta di approfondimento della conoscenza della lingua, scambi linguistici e soggiorni in Italia. Questo proprio perché la lingua rappresenta un referente di identità e uno dei veicoli privilegiati per la trasmissione della cultura italiana all'estero.
Un'altra priorità deve essere la formazione accademica e professionale e del mercato del lavoro in un'ottica di reciprocità: la complessità dei problemi e degli interventi necessari in questo ambito richiede un impegno notevole. Se si vuole permettere ai giovani italiani nel mondo di conoscere veramente l'Italia, è fondamentale promuovere la mobilità giovanile e cioè promuovere la migrazione temporanea dei giovani: nell'ambito del volontariato, del servizio civile e della formazione in generale. Una condizione necessaria per l'agevolazione della mobilità professionale e scolastica è il riconoscimento dei titoli di studi. Risulta altresì essenziale facilitare la mobilità professionale e accademica con possibilità di stage e workshop nonché la messa a disposizione di borse di studio.
L'elenco dei temi da affrontare non finisce qui: si pensi solo alla questione,

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fondamentale, dell'informazione, a quella della cittadinanza o a quella dell'associazionismo.
Bisogna intervenire con maggiore incisività su queste problematiche. Il Comitato permanente sugli italiani all'estero si impegna proprio in questo senso, ponendosi l'obiettivo di affrontare più da vicino i problemi che riguardano gli italiani nel mondo. È nostro obiettivo fare sì che le preoccupazioni delle comunità all'estero restino all'attenzione del Parlamento, affinché anche il Governo possa tornare a guardare con l'attenzione che meritano alle nostre grandi comunità che vivono all'estero. In questo senso, pur nelle difficoltà economiche contingenti, si ritiene indispensabile valutare la necessità di investire somme adeguate per il raggiungimento di questi obiettivi.
Vogliamo che questa conferenza non sia un punto di arrivo, bensì un punto di partenza: l'inizio di una nuova tappa dell'emigrazione italiana che, con le motivazioni, il coinvolgimento e il costante impegno delle comunità italiane nel mondo e dell'Italia stessa, possa vedere nascere un nuovo autentico rapporto con l'Italia di oggi all'estero. E quindi questo Comitato attende dagli stessi giovani riuniti a Roma una continuità di segnalazioni e di dialogo su tematiche che possano avere una rilevanza per iniziative a livello parlamentare.

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ALLEGATO 2

Istituzione del Giorno della memoria delle vittime di Nassiriya e di tutti i militari e civili italiani caduti in missioni internazionali (Testo unificato delle proposte di legge C. 139 e C. 549).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La III Commissione (Affari esteri e comunitari),
esaminato il testo unificato delle proposte di legge C. 139 e C. 549, recante Istituzione del «Giorno della memoria delle vittime di Nassiriya e di tutti i militari e civili italiani caduti in missioni internazionali», adottato dalla Commissione affari costituzionali come testo base per il seguito dell'esame in data 25 novembre 2008;
rievocando nel suo quinto anniversario il sacrificio dei connazionali periti a Nassiriya per la ricostruzione democratica dell'Iraq;
sottolineando il contributo che gli italiani assicurano nelle aree di crisi di tutto il mondo per l'affermazione della pace e per la protezione dei diritti dell'uomo, in conformità ai principi sanciti dalla Costituzione della Repubblica;
condividendo l'opportunità che l'esempio dei caduti, militari e civili, sia di monito alle nuove generazioni,
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente osservazione:
a) valuti la Commissione di merito l'opportunità di sostituire il titolo del provvedimento con il seguente: Istituzione del «Giorno della memoria delle vittime di Nassiriya e di tutti gli italiani militari e civili caduti in missioni internazionali».

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ALLEGATO 3

DL 180/08: Disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca (C. 1966 Governo, approvato dal Senato).

PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE

La III Commissione (Affari esteri e comunitari),
esaminato il disegno di legge n. 1966 recante la conversione in legge del decreto legge 10 novembre 2008, n. 180, recante Disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca, approvato dal Senato;
sottolineata con favore la crescita dall'apertura internazionale del sistema universitario, con particolare riguardo al reclutamento dei docenti e dei ricercatori;
evidenziata con preoccupazione l'ulteriore decurtazione della dotazione finanziaria delle missioni di spesa del Ministero degli affari esteri, alla luce degli obblighi internazionali dell'Italia,
esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 4

5-00671 Mecacci: Sulla iniziativa francese in sede ONU per la depenalizzazione universale dell'omosessualità.

TESTO DELLA RISPOSTA

La tematica dell'orientamento sessuale viene affrontata in numerosi strumenti e dichiarazioni dell'Unione Europea.
La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea e lo stesso Trattato di Lisbona impegnano la Comunità a combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale.
Il tema della non discriminazione ricorre inoltre in molte dichiarazioni e prese di posizione politiche da parte delle istituzione europee. Basti pensare alla risoluzione adottata nel 2007 dal Consiglio sui seguiti dell'«Anno europeo delle pari opportunità per tutti» in cui si ribadisce l'impegno degli Stati membri nel contrasto di tutte le forme di discriminazione, inclusa quella basata sull'orientamento sessuale.
Coerentemente con questi assunti, la UE ha deciso di promuovere, assieme ad un gruppo di Paesi provenienti da tutti i continenti, un'iniziativa per chiedere la depenalizzazione universale dell'orientamento sessuale, nell'anno in cui ricorre il 60o anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.
L'iniziativa consisterà in una dichiarazione che sarà pronunciata dalla Presidenza francese nelle prossime settimane alla 63a sessione dell'Assemblea Generale.
Tale dichiarazione s'iscrive sul solco di precedenti iniziative sulla medesima questione, come la dichiarazione presentata nel 2006 dalla Norvegia al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, firmata da 54 Stati, tra i quali l'Italia e gli altri Paesi dell'UE.
E soprattutto, la Dichiarazione si innesta nella strategia ad ampio respiro che l'Unione Europea porta avanti per promuovere la tutela dei diritti Umani nel mondo.
Con questa iniziativa trans-nazionale, la UE e gli altri Paesi like minded non intendono promuovere l'adozione di nuove norme internazionali né, tantomeno, entrare nel merito di tematiche strettamente nazionali come il diritto di famiglia e la definizione dell'istituto matrimoniale.
Essi intendono, piuttosto, sensibilizzare la Comunità internazionale sulle violenze subite dalle persone omosessuali, bisessuali e transessuali.
In questo spirito la Presidenza francese chiederà a nome della UE e degli altri Stati che aderiranno alla iniziativa la depenalizzazione dell'orientamento sessuale. Considerare l'omosessualità alla stregua di un reato - in alcuni casi addirittura punibile con la pena di morte - rappresenta, infatti, una chiara violazione dei diritti fondamentali così come riconosciuti dalle convenzioni delle Nazioni Unite, a cominciare dall'articolo 26 del Patto Internazionale relativo ai diritti civili e politici. È questa la conclusione cui sono giunti non solo gli Stati membri della UE ma anche gli organi delle Nazioni Unite incaricati di vigilare l'attuazione dei trattati, come il Comitato sui diritti economici, sociali e culturali e il Comitato sui Diritti del Fanciullo.

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L'Italia, in linea con il proprio tradizionale impegno a favore dei diritti umani e contro la pena di morte, si è unita agli altri Paesi europei per sostenere e promuovere questa iniziativa sin dal suo nascere. Nello stesso spirito, continueremo ad appoggiare gli sforzi dei Paesi dell'alleanza transregionale per raccogliere il maggior numero di adesioni attorno alla Dichiarazione e, più in generale, a sostenere l'UE nel suo impegno contro ogni forma di discriminazione.