CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 10 luglio 2008
31.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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RISOLUZIONI

Giovedì 10 luglio 2008. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 9.10.

7-00021 Mecacci: Sulla situazione dei diritti umani in Tibet.
(Discussione e conclusione).

Stefano STEFANI, presidente, comunica che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, così rimane stabilito.
Avverte inoltre che, ai sensi dell'articolo 117 del regolamento, per la risoluzione in titolo si adottano in quanto applicabili le norme relative alla discussione e votazione delle mozioni e che, al termine della discussione, il Governo può, ai sensi del comma 3, chiedere che non si proceda alla votazione della risoluzione e che di questa sia investita l'Assemblea.

Matteo MECACCI (PD) illustra la risoluzione in titolo richiamando recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, rese a margine del vertice del G8 dei giorni scorsi, che davano conto di una disponibilità alla partecipazione alla cerimonia di apertura dei giochi olimpici a Pechino. Richiama altresì i contenuti della risoluzione approvata a larga maggioranza dal Parlamento europeo, nonché le richieste avanzate dall'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, volte a consentire l'accesso a osservatori indipendenti nella regione autonoma del Tibet. Al riguardo rileva che, a suo avviso, sussiste un margine per il Governo italiano per assumere iniziative politiche autonome, di cui purtroppo il Governo non ha inteso usufruire a differenza di quanto fatto da altri Paesi europei.

Marco ZACCHERA (PdL), anche in considerazione dell'imminente inizio delle votazioni in Aula, sottolinea la necessità di ancorare la discussione allo stretto merito della risoluzione senza chiamare in causa questioni di ordine generale connesse ai rapporti, peraltro amichevoli, tra il nostro Paese e la Cina, e a quanto avviene in tale Paese sul terreno dei diritti umani con particolare riferimento alla situazione in Tibet, regione che è da considerare a tutti gli effetti come parte integrante del territorio cinese. Ricorda di avere sempre sostenuto un'opinione contraria al boicottaggio di eventi sportivi per ragioni di ordine politico, ma anche di non essere

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favorevole ad una presenza dei grandi della terra alla cerimonia di inaugurazione a Pechino. Ritiene opportuno che un'eventuale presa di posizione in discontinuità da parte dell'Italia debba avere al suo fondamento dei segnali positivi rispetto alla questione oggetto della risoluzione, ovvero essere finalizzata al raggiungimento di specifici risultati. Fa presente che la posizione espressa dal Presidente del Consiglio dei ministri riflette il cambiamento di linea da parte dei leader dei maggiori partner euroatlantici, inizialmente contrari ad una partecipazione alla cerimonia. A suo avviso, si tratta a questo punto di ben discernere che cosa è più utile fare a vantaggio del popolo tibetano e di sottoporre il quesito al rappresentante del Governo. A tal fine sottopone all'attenzione della Commissione il possibile rinvio della seduta odierna nell'obiettivo di approfondire le conseguenze derivanti da una non partecipazione alla cerimonia. Conclude affermando che tra maggioranza e opposizione non vi è difformità di vedute circa le questioni di principio e che occorre evitare che l'Italia assuma posizioni isolate, non proficue per la situazione. Nell'esprimere piena apertura per eventuali proposte che possano migliorare il testo della risoluzione nella direzione indicata, chiede al sottosegretario Scotti di esprimere le proprie valutazioni sulle questioni poste.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI richiama le considerazioni già espresse dal Governo sulla questione in sede parlamentare. Sottolinea che l'Italia continua a svolgere sia in sede europea che nella sede del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, di cui è membro, un'azione volta ad ottenere dal governo cinese aperture sulla situazione in Tibet e sulle proprie responsabilità in questo Paese. Tali iniziative hanno consentito di pervenire ad un riavvio del dialogo, tenendo conto del pregnante significato connesso a tale risultato. Peraltro, fa presente che le iniziative di dialogo sono in corso e prevedono un ulteriore approfondimento in autunno. Sottolinea il fattivo contributo che l'Italia ha dato per la definizione della posizione espressa dalla presidenza di turno dell'Unione europea rispetto a tre questioni fondamentali: l'importanza di mantenere un negoziato diretto tra la Cina e il Tibet; l'auspicio circa l'accoglimento da parte di Pechino delle richieste avanzate dall'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e la preoccupazione per il destino, nonché il richiamo ad un trattamento conforme al diritto umanitario per i detenuti tibetani. Segnala altresì che sono in corso di valutazione con gli altri partner europei possibili forme di coordinamento per la partecipazione alla cerimonia di apertura dei Giochi, alla luce della valutazione di fondo per cui alla situazione si addice in ogni caso una posizione il più possibile concordata e assunta collettivamente in sede europea. Peraltro, potranno essere valutate in un momento successivo le determinazioni da assumere qualora l'Unione europea non riesca pervenire ad un simile risultato. Presenta una proposta di riformulazione della parte dispositiva della risoluzione nel senso di sostituire dalle parole: «a non partecipare con i massimi rappresentanti politici del Governo» fino alla fine con le seguenti: «a continuare ad adoprarsi in accordo con gli altri partner dell'Unione europea per favorire ulteriori aperture sul Tibet e affinché venga mantenuto l'accesso senza restrizioni a turisti e giornalisti nell'intera regione; prosegua il dialogo tra i rappresentanti del Dalai Lama e le autorità di Pechino; migliori la situazione dei diritti umani in Tibet ed in tutto il Paese; a continuare a valutare assieme ai partner europei le modalità e il livello di partecipazione del Governo dalla cerimonia di apertura delle Olimpiadi».

Ferdinando ADORNATO (UdC) ritiene inevitabile che la cerimonia vedrà presenti i maggiori capi di Stato del mondo, considerato che la Cina figura tra le grandi potenze della terra. In questo senso ritiene che non vi sia nulla da rimproverare al Governo italiano qualora decidesse di partecipare alla cerimonia. Osserva peraltro che le possibili decisioni assunte dall'Italia,

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lungi dall'influire sulla situazione, serviranno a definire la nostra identità e il ruolo che l'Italia aspira a svolgere sulla scena internazionale. Non ritiene proficua un'azione rivolta ai nostri interlocutori europei che consista in una mera valutazione comune della situazione e non in un'azione di convincimento a favore della non partecipazione. Nella consapevolezza che il Governo italiano - che difficilmente potrebbe spendersi per una posizione dell'Unione europea distinta da quella assunta dagli Stati Uniti - ha comunque espresso un orientamento favorevole alla partecipazione alla cerimonia e che si tratta di un finale previsto, ritiene opportuno che il Parlamento italiano eserciti il proprio ruolo e faccia uso degli strumenti di cui dispone per porre la fondata questione della situazione dei diritti umani in Tibet. Per quanto riguarda il testo della risoluzione in titolo, esprime una posizione a favore di possibili riformulazioni volte a creare il clima migliore per la prosecuzione delle iniziative di dialogo.

Gianpaolo DOZZO (LNP) concorda sulla prima parte del dispositivo della risoluzione, relativo all'apertura di un'indagine indipendente in Tibet, e richiama le posizioni del suo gruppo generalmente contrarie ad una politicizzazione degli eventi sportivi, ribadendo la maggiore efficacia di un boicottaggio di tipo commerciale nei confronti della Cina. Propone una riformulazione della risoluzione che limiti la parte dispositiva al solo impegno relativo all'indagine indipendente al fine di non pregiudicare l'esito dei negoziati in corso.

Fiamma NIRENSTEIN (PdL) osserva che non corrisponde all'interesse di nessuno enfatizzare contrapposizioni tra la maggioranza e l'opposizione su questioni cruciali e delicate, come i diritti umani. A suo avviso, peraltro, la discussione in corso è prematura considerato che il Presidente del Consiglio dei ministri non ha ancora espresso una posizione definitiva sulla questione.

I deputati Carmen MOTTA (PD) e Ferdinando ADORNATO (UdC) esprimono dissenso circa la portata della dichiarazione, a loro modo di vedere univoca e favorevole alla partecipazione alla cerimonia, espressa dal Presidente del Consiglio dei ministri.

Fiamma NIRENSTEIN (PdL), nel far presente il giudizio alquanto condiviso sui tratti totalitari del governo cinese, esprime l'auspicio circa una posizione dell'Unione europea contraria ad una presenza alla cerimonia ai massimi livelli istituzionali. Ritiene d'altra parte che una linea di intransigenza sui diritti umani, correttamente perseguita in questa circostanza, dovrebbe a suo avviso guidare i rapporti con tutti i Paesi problematici sotto questo punto di vista, come ad esempio nel caso dell'Iran o della Siria, e non essere invece invocata a senso unico in casi specifici.

Marco ZACCHERA (PdL) propone di riformulare la seconda parte del dispositivo della risoluzione nel senso di sostituire dalle parole: «a non partecipare con i massimi rappresentanti politici del Governo» fino alla fine con le seguenti: «a valutare di non partecipare con i massimi rappresentanti politici del governo alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi finché non vi siano progressi effettivi e verificabili, anche dal Parlamento, del rispetto dei diritti umani in Cina nella regione del Tibet e di fronte a dei passi avanti nella definizione di una soluzione politica tra il Governo cinese e il Governo tibetano in esilio». Sottolinea che in tal modo la Commissione esprimerebbe in modo pieno e compiuto un orientamento contrario alla partecipazione senza imporre obblighi rigidi al Governo in una situazione così delicata e in corso di evoluzione.

Matteo MECACCI (PD), esprimendo perplessità sulla concreta possibilità di una posizione europea sulla questione e dunque del valore superfluo di una valutazione con i partner europei, il cui orientamento è palesemente non unanime,

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come conferma l'assenza di tale tema nell'agenda del più recente Consiglio europeo, non accoglie le proposte di riformulazione della risoluzione ritenendo che sia giunto il momento per il Governo italiano di assumersi le proprie responsabilità e di indicare al Parlamento la linea dell'Italia.

Gianpaolo DOZZO (LNP) ribadisce al proponente, onorevole Mecacci, la proposta di sopprimere la seconda parte del dispositivo della risoluzione al fine di consentire quanto meno il raggiungimento del risultato relativo all'istituzione di un'indagine indipendente.

Ferdinando ADORNATO (UdC) ritiene che la proposta formulata dal collega Zacchera sia meritevole di considerazione.

Marco ZACCHERA (PdL) ritira la propria firma dalla risoluzione in titolo e presenta un emendamento, riferito alla parte dispositiva della risoluzione, al fine di sostituire dalle parole: «a non partecipare con i massimi rappresentanti politici del Governo» fino alla fine con le seguenti: «a valutare di non partecipare con i massimi rappresentanti politici del Governo alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi finché non vi siano progressi effettivi e verificabili, anche dal Parlamento, del rispetto dei diritti umani in Cina nella regione del Tibet e di fronte a dei passi avanti nella definizione di una soluzione politica tra il Governo cinese e il Governo tibetano in esilio».

Matteo MECACCI (PD) propone una votazione per parti separate della risoluzione in modo da tenere distinti i due impegni delineati nella parte dispositiva della risoluzione, che conferma nel suo testo iniziale.

Stefano STEFANI, presidente, segnalata la delicatezza della questione e l'esiguità dei tempi disponibili per la discussione, prospetta l'opportunità di una riflessione maggiormente approfondita. Ricorda che il rappresentante del Governo, ove lo reputi opportuno, ha la possibilità di esprimere un parere contrario sul testo della risoluzione, che costituirà in questo caso oggetto di deliberazione da parte della Commissione, ovvero di chiedere la remissione in Assemblea ai sensi dell'articolo 117, comma 3, del regolamento.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI richiama l'attenzione della Commissione sul fatto che non sarebbe la prima volta che l'evento olimpico si carica di significati politici e determina visioni differenti tra i diversi Paesi. Osserva peraltro che nella storia proprio i giochi olimpici hanno a volte giocato un ruolo importante per l'avvio di processi di apertura in regimi autoritari. Sottolinea la necessità che in questo caso tutti gli strumenti siano valutati alla luce dei risultati che consentono di ottenere. Nell'esprimere un parere favorevole sulla prima parte della risoluzione, conferma la propria proposta di riformulazione relativa alla seconda parte del dispositivo, anche rispetto alla proposta emendativa presentata dal deputato Zacchera. Ribadisce la necessità di consentire al Governo di esperire il più possibile ogni tentativo utile alla situazione del Tibet.

Matteo MECACCI (PD) sottolinea l'opportunità che la Commissione proceda al voto per parti separate anche alla luce delle considerazioni svolte dal Governo.

Gianpaolo DOZZO (LNP) fa presente che l'Aula ha già avviato i propri lavori.

Alessandro MARAN (PD) ritiene che i tempi di lavoro dell'Aula non impediscono alla Commissione di procedere alle votazioni sulla risoluzione.

Stefano STEFANI (LNP) avverte che è stata richiesta la votazione della risoluzione per parti separate. La Commissione potrà procedere pertanto prima alla deliberazione sulla prima parte della risoluzione, che comprende la premessa e la parte dispositiva fino alle parole «a visitare il Tibet per monitorare il rispetto dei

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diritti umani;». Per quanto concerne la restante parte, avverte che la Commissione, in base a quanto previsto dal regolamento, delibererà dapprima sul mantenimento del testo, per procedere, in caso di voto contrario, alla votazione dell'emendamento del deputato Zacchera, che diversamente si intenderà decaduto.

Ferdinando ADORNATO (UdC) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla prima parte della risoluzione e il proprio voto di astensione sul testo restante.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva quindi, con votazioni per parti separate, la risoluzione 7-00021 Mecacci.

La seduta termina alle 9.50.