CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 9 dicembre 2008
105.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Bilanci consuntivi 2004-2005-2006, bilancio preventivo 2007 e bilancio tecnico attuariale al 31 dicembre 2005 dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri (ENPAM).

RELAZIONE

Premessa.

L'Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici (Enpam) gestisce quattro diversi fondi di previdenza: il Fondo di previdenza generale (di cui la «Quota A » dedicata a tutti gli iscritti all'Albo e la «Quota B» dedicata alla libera professione), il Fondo medici di medicina generale (FMG), il Fondo degli specialisti ambulatoriali (FSA), il Fondo degli specialisti esterni (FSE). Questi Fondi sono soggetti ad iscrizione obbligatoria per tutti gli iscritti all'ordine nel primo caso (Fondo di medicina generale) e per gli iscritti che esercitino attività professionale negli altri casi (Fondi speciali).
L'Ente nell'esercizio 2006 ha realizzato alcuni interventi correttivi al proprio sistema di previdenza, differenziati per ciascuno dei Fondi gestiti, volti a realizzare un contenimento della spesa pensionistica attraverso la riduzione delle aliquote di rendimento applicate al reddito medio annuo, ai fini del calcolo della pensione e attraverso l'eliminazione delle previgenti maggiorazioni a favore di chi posticipava il pensionamento dopo i 65 anni.
L'Enpam eroga ai propri iscritti tutte le principali prestazioni previdenziali (pensioni di vecchiaia, inabilità, reversibilità, malattia e maternità), oltre alla restituzione dei contributi versati e ad alcune prestazioni assistenziali (prestazioni creditizie ed erogazioni straordinarie, per il pagamento di rette in istituti di lungodegenza, per borse di studio, eccetera). L'Ente di previdenza dei medici, inoltre, a partire dal 2007, in applicazione della legge di riforma del sistema pensionistico obbligatorio (legge n. 243 del 2004), ha previsto la costituzione di un Fondo di previdenza complementare a capitalizzazione.

Contributi, requisiti e sistema di calcolo delle pensioni.

Fondo generale.

L'Enpam richiede a tutti gli iscritti all'ordine dei Medici un contributo obbligatorio in quota capitaria (Quota A) per il 2006 pari a:
euro 172,42 fino al 30o anno di età;
euro 334,69 fino al 35o anno di età;
euro 628,07 fino al 40o anno di età;
euro 1.159,93 fino al 65o anno di età,
euro 628,07 per coloro che sono stati ammessi alla contribuzione ridotta.

Al contributo obbligatorio si aggiunge un contributo proporzionale, pari al 12,5 per cento del reddito professionale (Quota B), al netto di quanto già versato alla Quota A.
Le prestazioni pensionistiche erogate dal Fondo generale (vecchiaia, inabilità e superstiti) sono cumulabili con le prestazioni erogate dagli altri Fondi speciali Enpam. La pensione di vecchiaia è concessa a tutti gli iscritti che abbiano compiuto il 65o anno di età che abbiano almeno 5 anni di anzianità contributiva . La pensione ordinaria di vecchiaia è composta dalla somma delle due Quote (A e B) calcolate applicando al reddito medio annuo

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le specifiche aliquote di rendimento a seconda dell'anno cui si riferiscono (ridotta all'1,50 per la Quota A dal 1° agosto 2006). Agli iscritti che versano alla quota B oltre il 65o anno di età dopo il pensionamento spetta un supplemento di pensione.
Le pensioni erogate da tutti i Fondi Enpam vengono rivalutate annualmente, per fasce di importo, all'indice dei prezzi Istat.

Fondi Speciali.

I requisiti per il raggiungimento del diritto alla pensione sono uguali per tutti i Fondi speciali: la pensione di vecchiaia è concessa a tutti gli iscritti che abbiano compiuto il 65o anno di età e siano cessati dal rapporto professionale, oppure in caso di cessazione dall'attività prima di tale data, spetta al compimento dei 65 anni purché siano stati versati almeno 15 anni di contributi.

Fondo medici di medicina generale (FMG).

Il contributo per gli iscritti all'FMG è pari al 15 per cento del reddito professionale. Le prestazioni pensionistiche erogate dall'FMG sono cumulabili con le prestazioni erogate dagli altri Fondi speciali Enpam.
Il trattamento spettante viene calcolato rivalutando con l'indice dei prezzi Istat il reddito annuo e dividendo la somma di tali redditi per gli anni di contribuzione, per determinare la base retributiva cui applicare le specifiche aliquote di rendimento a seconda dell'anno cui si riferiscono.

Fondo specialisti esterni (FSE).

Il contributo per gli iscritti all'FSE è pari al 12 per cento del reddito professionale per gli specialisti della branca «a prestazione» (pari al 30 per cento degli iscritti) e al 22 per cento del reddito professionale per gli specialisti della branca «a visita» (pari al 70 per cento degli iscritti). Le prestazioni pensionistiche erogate dall'FSE sono cumulabili con le prestazioni erogate dagli altri Fondi Speciali Enpam.
Il trattamento spettante viene calcolato come per il Fondo precedente con l'unica differenza che la rivalutazione del reddito annuo all'indice dei prezzi è piena fino a 39 mila euro e al 75 per cento per l'importo eccedente.

Fondo specialisti ambulatoriali (FSA).

Il contributo per gli iscritti all'FSA è pari al 24 per cento del reddito professionale e al 32,35 per gli specialisti a rapporto dipendente. Le prestazioni pensionistiche erogate dall'FSA sono cumulabili con le prestazioni erogate dagli altri Fondi speciali Enpam.
Il trattamento spettante viene calcolato dividendo il compenso medio annuo degli ultimi 60 mesi per il numero medio di ore settimanali lavorate nello stesso periodo. Il risultato viene poi moltiplicato per l'aliquota di rendimento, per il numero medio di ore settimanali riferito a tutta la durata dell'attività e per gli anni di contribuzione effettiva.
Per tutti i Fondi speciali la misura della pensione è calcolata con un coefficiente di rendimento doppio rispetto a quello vigente nei casi di pensionamento a un'età superiore a 65 anni e fino a 70 anni. Infine il contributo di maternità è pari a un ammontare fisso annuo, a carico di tutti gli iscritti, nella misura stabilita ogni anno dal Consiglio di Amministrazione. Per l'anno 2006 il contributo era pari a 35 euro.

La gestione tipica entrate contributive-spesa prestazioni.

Con riferimento al totale degli iscritti all'Enpam (Fondo generale Quota A) nell'anno 2006 si registra un numero di iscrizioni pari a 332.834 di cui 121.453 femmine, pari al 36,5 per cento del totale (tabella 1 e grafico 1). Negli anni tra il 2004 e il 2006, l'andamento del numero degli iscritti presenta tassi di variazione abbastanza contenuti, che si attestano in media su valori di crescita annua di circa

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il 2 per cento con una dinamica decisamente più vivace per le femmine (tasso medio annuo superiore al 4 per cento). L'indicatore demografico rappresentato dal rapporto tra numero di cessati su numero di assicurati, risulta inferiore all'unità ma in aumento e indica un apporto abbastanza ridotto dei flussi in entrata di nuove posizioni contributive. L'età media degli iscritti è pari, nell'ultimo anno di osservazione, a una media di circa 47 anni (44 per le femmine) leggermente superiore rispetto al dato medio rilevato per il complesso dei lavoratori autonomi.
L'andamento del monte contributivo presenta una dinamica estremamente positiva, influenzata soprattutto dalla dinamica dei redditi, piuttosto che dalla crescita del numero degli iscritti.
Il «Fondo della libera professione», che comprende tutti gli iscritti che esercitino la libera professione, registra 128.683 iscritti, di cui il 30 per cento femmine e mostra andamenti abbastanza simili al Fondo Generale in termini di età media degli iscritti e di crescita del monte contributivo, mentre presenta una dinamica degli iscritti più vivace. L'aliquota legale, con riferimento al solo contributo soggettivo, pari al 12,5 per cento tende a collocarsi su un valore di molto superiore rispetto a quello dell'aliquota effettiva, che indica l'effettiva incidenza media del prelievo contributivo.
Il «Fondo dei medici di medicina generale» con i suoi 68.951 iscritti, di cui il 32 per cento femmine, mostra una età media degli iscritti pari a 50 anni per il totale e 48 per le femmine e una dinamica degli iscritti positiva solo per la componente femminile. Positiva risulta infine la dinamica di crescita del monte contributivo, così come quella delle retribuzioni (+6 per cento di media annua). L'aliquota legale, pari al 15 per cento si colloca su di un valore inferiore rispetto a quello dell'aliquota effettiva, che indica l'effettiva incidenza media del prelievo contributivo.
Il «Fondo degli specialisti ambulatoriali» registra per il 2006 16.601 iscritti, di cui il 41 per cento femmine e mostra una età media degli iscritti pari a 50 anni per il totale a 48 per le femmine insieme a e una dinamica di crescita del monte contributivo decisamente sostenuta (14 per cento circa in media annua) spinta sia dalla crescita degli iscritti (+9 per cento in media annua) che delle retribuzioni (+6,5 per cento in media annua). L'aliquota legale, con riferimento al solo contributo soggettivo, pari al 24,5 per cento (o al 32,35 per coloro i quali si trovino inquadrati nell'ambito di un rapporto di lavoro dipendente) si colloca su un valore vicino a quello dell'aliquota effettiva, che indica l'effettiva incidenza media del prelievo contributivo (31,3 per cento).
Il «Fondo degli specialisti esterni» registra, per il 2006, 954 iscritti, di cui appena il 17,5 per cento femmine. L'età media degli iscritti è pari in media a 54 anni. Il Fondo a causa del numero estremamente limitato degli iscritti mostra dinamiche di crescita delle principali grandezze scarsamente significative.
Nella tabella 2 è riportato il numero complessivo delle pensioni da lavoro (vecchiaia e anzianità al netto di quelle ai superstiti e di invalidità), con la evidenziazione specifica di quelle di anzianità, insieme al numero del complesso dei trattamenti.
Con riferimento al totale delle pensioni erogate dal «Fondo generale per la Quota A» si registra un numero complessivo di pensioni pari a 80.770 per il 2006 e a 43.959 di vecchiaia - non esistono le anzianità -, con un tasso di crescita per queste ultime pari al 2 per cento medio annuo.
I flussi annui che movimentano l'insieme delle pensioni vigenti (cessate e nuove liquidate) si mostrano per il 2006 decisamente positivi, con una crescita del 16 per cento. L'età media al pensionamento è pari a 66 anni (omogenea tra maschi e femmine) e il numero medio di anni di contribuzione, sempre per l'anno 2006, è pari a 36 anni per la totalità dei pensionati.
Per il «Fondo della libera professione» si osserva un numero complessivo di pensioni pari a 18.709 di cui 14.249 pensioni di vecchiaia, con un tasso di crescita per queste ultime pari al 6 per cento nell'ultimo

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anno. I flussi delle nuove liquidate si mostrano per il 2006 decisamente negativi. L'età media al pensionamento è pari a 66 anni (omogenea tra maschi e femmine) mentre il numero medio di anni di contribuzione, sempre per l'anno 2006, è pari a 9 anni per la totalità dei pensionati.
Il «Fondo dei medici di medicina generale» registra un numero complessivo di pensioni pari a 24.839 di cui 11.126 per l'insieme delle pensioni da lavoro (vecchiaia e anzianità), con un tasso di crescita per queste ultime nullo per la totalità dei pensionati e positivo per le femmine. I flussi delle nuove liquidate si mostrano invece negativi per il 2006. L'età media al pensionamento è pari a 69 anni (omogenea tra maschi e femmine), mentre il numero medio di anni di contribuzione, sempre per l'anno 2006, è pari a 34 anni per la totalità dei pensionati.
Per il «Fondo degli specialisti ambulatoriali» si osserva un numero complessivo di pensioni pari a 11.000, di cui 5.339 per l'insieme delle pensioni da lavoro (vecchiaia e anzianità), con un tasso di crescita per queste ultime quasi nullo per la totalità dei pensionati e positivo per le femmine. I flussi delle nuove liquidate si mostrano anch'essi estremamente positivi per il 2006 (+13 per cento). L'età media al pensionamento è pari a 69 anni (omogenea tra maschi e femmine), mentre il numero medio di anni di contribuzione, sempre per l'anno 2006, è pari a circa 19 anni per la totalità dei pensionati.
Per il «Fondo degli specialisti esterni» si osserva un numero complessivo di pensioni pari a 6.067 di cui 2.939 per l'insieme delle pensioni da lavoro (vecchiaia e anzianità). I flussi delle nuove liquidate si mostrano anch'essi estremamente positivi per il 2006 (+13 per cento).
Nella tabella 3 sono riportati gli importi medi relativi all'insieme delle pensioni vigenti e la spesa complessiva per pensioni. Tali importi sono, inoltre, scorporati per le pensioni da lavoro, così come già definite, per quelle di anzianità e per il complesso. Per quanto riguarda il «Fondo generale», sia nel caso della Quota A che della Quota B, il commento si limita all'osservazione del livello della spesa complessiva per pensioni pari a 148 milioni di euro per la Quota A e a 23 milioni di euro per la Quota B con un grado di copertura delle entrate contributive rispetto alla spesa per prestazioni pari a circa 2 volte per la Quota A e a oltre 10 volte per la Quota B. Viceversa l'importo medio per pensioni non è significativo per entrambe le Quote, in quanto si limita all'erogazione o dei minimi, nel caso della Quota A, o di poco di più per la Quota B.
I dati sugli importi medi e sul grado di copertura delle pensioni rispetto ai redditi degli iscritti (tabella 3) hanno invece significato per i tre Fondi speciali. Per il «Fondo dei medici di medicina generale» gli importi medi del complesso delle pensioni da lavoro sono pari nel 2006, a poco più di 31 mila euro annui e a 18 mila 600 mila per le femmine, con tassi di crescita annui intorno all'1 per cento per il complesso dei pensionati e pari a poco più del 2 per cento per le femmine. Più ridotti risultano gli importi medi delle sole pensioni di anzianità (poco meno di 23 mila euro annui per il totale).
Per quanto riguarda i relativi coefficienti di copertura rispetto alle retribuzioni medie degli iscritti, essi risultano pari al 43 per cento per le pensioni da lavoro e al 30 per cento per l'aggregato pensioni complessivo, comprensivo anche dei trattamenti di invalidità e superstiti, indicando una ridotta capacità di difesa rispetto alle carriere degli attivi.
La spesa complessiva per le pensioni ammonta nel 2006 a 557 milioni di euro e presenta un tasso medio annuo di crescita pari nel 2006 al 2 per cento. Il grado di copertura delle entrate complessive rispetto alla spesa totale per pensioni indica come, nel periodo in esame, le entrate contributive correnti risultino pari a 1,5 volte la spesa per pensioni. Indicazioni interessanti provengono anche dall'esame dell'aliquota contributiva di equilibrio - data dal rapporto tra spesa per prestazioni e monte redditi - che indica, per ciascun anno, la quota dei redditi necessaria a coprire l'attuale spesa per prestazioni previdenziali. L'aliquota contributiva di equilibrio

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si colloca su di un valore prossimo all'11 per cento, inferiore cioè all'aliquota contributiva effettiva, mostrando, nel breve periodo di osservazione qui considerato, una sostanziale stabilità. Va detto che tale contenuto livello dell'aliquota di equilibrio dipende dalla fase di non ancora piena maturità della gestione, che determina un basso rapporto tra numero di pensioni e numero di iscritti(1): secondo i dati del 2006, infatti, la gestione paga 36 pensioni ogni 100 iscritto.

(1) Come è noto, infatti, tale aliquota può essere scomposta come prodotto tra due rapporti: quello tra il numero di pensioni e il numero di iscritti e quello tra l'importo medio delle pensioni in essere e il reddito medio degli iscritti.

Per il «Fondo degli specialisti ambulatoriali» gli importi medi del complesso delle pensioni da lavoro sono pari, nel 2006, a poco più di 17 mila euro annui e con tassi di crescita annui pressoché nulli per il complesso dei pensionati. Più elevati risultano gli importi medi delle sole pensioni di anzianità (poco meno di 24 mila euro annui per il totale).
Per quanto riguarda i relativi coefficienti di copertura rispetto alle retribuzioni medie degli iscritti, essi risultano pari al 40 per cento per le pensioni da lavoro e al 27 per cento per l'aggregato pensioni complessivo, comprensivo anche dei trattamenti di invalidità e superstiti, indicando una ridotta capacità di difesa rispetto alle carriere degli attivi.
La spesa complessiva per le pensioni ammonta nel 2006 a 133 milioni di euro e presenta un tasso medio annuo di crescita pari nel 2006 al 2,7 per cento. Il grado di copertura delle entrate complessive rispetto alla spesa totale per pensioni indica come, nel periodo in esame, le entrate contributive correnti risultino pari a 1,8 volte la spesa per pensioni. Indicazioni interessanti provengono anche dall'esame dell'aliquota contributiva di equilibrio - data dal rapporto tra spesa per prestazioni e monte redditi - che indica, per ciascun anno, la quota dei redditi necessaria a coprire l'attuale spesa per
prestazioni previdenziali. L'aliquota con tributiva di equilibrio si colloca su di un valore prossimo al 18 per cento, inferiore cioè all'aliquota contributiva effettiva e in riduzione nel breve periodo di osservazione qui considerato.
Per il «Fondo degli specialisti esterni» che presenta un numero di iscritti estremamente limitato, si osservano importi medi molto ridotti per tutti i tipi di pensione (eccetto per quelle di anzianità che sono un numero scarsamente significativo), coefficienti di copertura rispetto alle retribuzioni medie degli iscritti non significativi e un rapporto tra entrate contributive e spesa per prestazioni pensionistiche inferiore all'unità e pari per il 2006 a 0,7. Anche l'aliquota contributiva di equilibrio si colloca su di un valore molto elevato, pari al 28 per cento. La spesa complessiva per pensioni è pari a poco meno di 33 milioni di euro.
Infine qualche osservazione si può fare in riferimento agli importi medi delle nuove pensioni liquidate e all'effetto determinato dalle nuove liquidazioni sulla spesa complessiva per pensioni (effetto rimpiazzo). Nel caso del «Fondo dei medici di medicina generale», si osservano importi medi più elevati per le nuove pensioni liquidate (quasi 39 mila euro in media per le pensioni da lavoro) rispetto allo stock di pensioni in essere, con un valore delle nuove liquidate che è superiore a quello dello stock di 1,1.
Per il «Fondo degli specialisti ambulatoriali» la distanza tra gli importi medi delle nuove liquidazioni e quelli dello stock di pensioni in essere è leggermente più elevata, con un rapporto pari in media a 1,2 volte. Infine per il «Fondo degli specialisti esterni» si osserva un valore degli importi medi di nuova liquidazione pari a 1,7 volte quello degli importi in essere.

La situazione economico-patrimoniale e le riserve obbligatorie.

In relazione alla situazione economico patrimoniale vengono riportati i dati relativi al risultato economico di esercizio e alla consistenza del patrimonio, al cui

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interno, tra le passività, viene evidenziata la riserva legale, che costituisce la garanzia per il pagamento delle prestazioni ai propri iscritti (tabella 5). Tale riserva, secondo la normativa vigente, deve essere pari almeno a 5 annualità delle pensioni in pagamento al 1994. In prospettiva tale vincolo, secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 763, della legge finanziaria per il 2007, dovrebbe essere integrato con riferimento anche alle rate di pensione correnti in pagamento.
Negli anni considerati l'Enpam presenta un risultato economico di esercizio in avanzo, pari a 801 milioni di euro nel 2006, con un patrimonio netto conseguentemente in aumento e pari a 7.393 milioni di euro per l'anno 2006. La riserva legale supera notevolmente il vincolo delle 5 annualità di pensione in pagamento in riferimento al 1994 (con un valore 50 volte superiore) e risulta 7,4 volte superiore se si fa riferimento alla spesa corrente per pensioni.

La gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare.

Il patrimonio dell'Ente di previdenza dei medici (immobiliare e mobiliare insieme) ammonta complessivamente a 7.547 milioni di euro nel 2006, ultimo anno per il quale sono disponibili i dati, in aumento di oltre 800 milioni di euro rispetto all'anno precedente (tabella 6). Il 37 per cento circa dell'intero patrimonio è costituito da immobili (2.796 milioni di euro nel 2006), mentre la restante parte costituita da investimenti mobiliari ammonta sempre per il 2006, a 4.752 milioni di euro. La quota del patrimonio mobiliare è in aumento rispetto agli anni precedenti, arrivando a costituire nell'ultimo anno di osservazione il 63 per cento dell'intero patrimonio (era il 49 per cento nel 2004). Il rendimento netto del patrimonio complessivo appare sostanzialmente stabile nel periodo osservato e pari a poco più del 3 per cento. Stabili rimangono anche i rispettivi rendimenti netti delle singole componenti patrimoniali nel 2006: 1,5 per cento per la componente immobiliare e 4,3 per cento per quella mobiliare.
La composizione degli investimenti mobiliari per il 2006 è data per il 23 per cento circa di attività liquide, per il 58,6 per cento da titoli, per il 4 per cento da azioni e per la restante parte, pari a circa il 14 per cento, da partecipazioni in fondi comuni d'investimento e fondi immobiliari. Il rendimento derivante dagli investimenti mobiliari nel complesso, al netto di imposte e tasse, calcolato come media aritmetica tra le consistenze trimestrali, tenendo conto anche delle plusvalenze maturate, come già osservato, mostra un andamento sostanzialmente stabile.
L'Ente effettua i propri investimenti sia in forma diretta che attraverso l'affidamento a gestori esterni per una quota pari al 24 per cento dell'intero patrimonio mobiliare. La composizione del patrimonio mobiliare viene stabilita dal Consiglio di Amministrazione che individua periodicamente l'allocazione strategica tra le varie classi di investimento in modo da garantire un buon rapporto tra rischio e rendimento. Il piano degli investimenti programmato dall'Ente per il prossimo futuro indica le seguenti linee di azione:
orientamento privilegiato verso titoli obbligazionari ad elevato rating;
livello massimo di titoli azionari al 35 per cento dell'intero patrimonio mobiliare;
livello massimo del 20 per cento dell'intero patrimonio mobiliare degli strumenti finanziari alternativi ai precedenti due (fondi comuni, fondi immobiliari eccetera);
massimo livello di diversificazione degli investimenti nel loro insieme al fine di raggiungere il massimo grado di protezione del portafoglio dalle oscillazioni dei mercati.

L'Ente giunge al conseguimento dei suddetti obiettivi attraverso un'attività di monitoraggio e misurazione del rischio specifico di ciascun investimento affidata a società di consulenza esterne.
Per il periodo osservato l'Ente non ha fornito i rendimenti specifici delle varie classi di investimento, ma solo quelli complessivi (4,3 per cento nel 2006). Comunque per lo stesso periodo si osserva la

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riduzione del peso della liquidità (dal 27 per cento del 2004 al 23 per cento del 2006) e del contemporaneo incremento della componente titoli (dal 55 per cento del 2004 al 59 per cento del 2006).

I costi di gestione.

I costi di gestione dell'Enpam (tabella 7) ammontano nel 2006 a poco meno di 116 milioni di euro di cui il 23,8 per cento per il personale in servizio, con una quota stabile nel periodo osservato. Le spese per gli organi di gestione dell'ente ammontano a poco meno di 4 milioni di euro, pari a circa il 3 per cento dei costi complessivi. In termini relativi, le spese di gestione della Cassa, nel 2006, sono pari a 244 euro per ciascun assicurato e pensionato della stessa (54 euro se ci riferiamo al solo costo del personale). Più propriamente, se si adotta come riferimento il totale di spesa per prestazioni e contributi, allora le spese di gestione della Cassa incidono per il 4 per cento (l'1 per cento le sole spese per il personale), con dinamiche di sostanziale stabilità nel periodo di analisi.
A fronte di questi costi risultano 502 unità di personale in servizio, di cui 26 dirigenti. Il costo unitario medio del lavoro si attesta sui 51 mila euro. La presenza femminile sul personale complessivamente in servizio è superiore alla metà (57 per cento) e il 23 per cento dei dirigenti in carica è di sesso femminile.
La Cassa vanta un ammontare di crediti contributivi, pari nel 2006 a 193 milioni di euro, pari all'11 per cento delle entrate contributive complessive e in calo nel periodo osservato.
I tempi medi di liquidazione delle prestazioni si attestano sui 90 giorni per tutte le prestazioni eccetto che per le reversibilità per la quale si scende a 75 per il Fondo generale, ai 60 giorni per i Fondi Speciali.
Per quanto riguarda l'obbligo di comunicazione dei dati agli iscritti(2) l'Enpam ha soddisfatto gli adempimenti normativi richiesti, con un primo invio dei dati anagrafici agli iscritti avvenuto nel 2005 e poi aggiornato nell'anno successivo. Nei primi mesi dell'anno 2008 l'Ente ha provveduto all'invio delle informazioni relative alla propria posizione contributiva (estratto conto contributivo).

(2) Ai sensi di quanto stabilito dalla legge 243/04 e del successivo decreto attuativo del ministero del Lavoro 4 febbraio 2004.

Nota integrativa sui dati del bilancio preventivo 2007.

Il risultato economico di esercizio, per l'anno 2007, dell'Enpam risulta positivo per un valore di 632 milioni di euro. Tale valore è di dimensioni comunque decisamente inferiori rispetto a quello del biennio precedente, nonostante la consistente riduzione delle spese amministrative realizzata dall'Ente. In particolare si osserva una crescita abbastanza sostenuta dell'aggregato della spesa per prestazioni, che aumenta di oltre 8 punti percentuali rispetto al 2006.
L'Ente integra inoltre il dato 2007 sulla consistenza del patrimonio immobiliare che rimane immutata, mentre si mostra in calo il rendimento netto di detto patrimonio che passa dall'1,5 ad un rendimento negativo del -0.42 per cento, principalmente a causa di una riduzione del valore dei canoni di locazione di competenza e di un contemporaneo aumento dei costi di manutenzione del suddetto patrimonio.
Infine i costi di gestione complessivi, che nel 2007 ammontano a 139 milioni di euro mostrano un sensibile aumento (+20 per cento) rispetto all'anno precedente. All'interno dell'insieme dei costi di gestione sono in particolare alcune voci a mostrare una più spiccata tendenza all'aumento: la spesa per l'informatizzazione degli uffici che è più che triplicata in un anno e quella generale per il funzionamento degli uffici (+38 per cento), così come quella per gli emolumenti agli organi dell'Ente (+32 per cento).

L'equilibrio della gestione nel lungo periodo.

Di seguito descriveremo le dinamiche di lungo periodo della gestione dei fondi

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previdenziali dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza medici e odontoiatri (Enpam); prima di descrivere i risultati va però ricordato che la fondazione Enpam opera attraverso la gestione di quattro fondi e precisamente:
un Fondo di previdenza generale, a sua volta diviso i due gestioni separate definite «Quota A», cui affluiscono i contributi obbligatori minimi a carico degli iscritti e i contributi relativi alla maternità, e «Quota B» cui affluiscono tutti gli altri contributi dovuti al Fondo. Tutti i medici e gli odontoiatri iscritti agli Albi professionali devono aderire almeno alla «Quota A»;
un Fondo di previdenza dei medici di medicina generale, continuità assistenziale e pediatri di libera scelta (FMG d'ora in poi);
un Fondo di previdenza degli specialisti ambulatoriali (FSA d'ora in poi);
un Fondo di previdenza degli specialisti esterni (FSE d'ora in poi).

Data la precedente articolazione della gestione Enpam saranno analizzati dapprima i principali risultati separatamente per ciascuna delle cinque gestioni precedenti e successivamente verranno messi a confronto alcuni indicatori gestionali delle cinque gestioni.
Nella serie di tabelle n. 8 e di grafici n. 2 sono riportati i principali indicatori della gestione dell'ENPAM, secondo le risultanze dell'ultimo bilancio tecnico attuariale, redatto con i dati a tutto il 2003. Seppur in un quadro di accentuata variabilità l'insieme dei risultati sembra indicare piuttosto chiaramente uno stato di difficoltà gestionale che comporta per tutti i fondi esaminati l'annullamento delle risorse patrimoniali all'interno dell'arco previsivo considerato; rispetto a tale esito la variabilità si esprime principalmente nel periodo più o meno lungo entro il quale si manifestano i segni di squilibrio. In particolare il saldo previdenziale, differenza tra entrate per contributi e spesa per pensioni, risulta negativo già nel primo anno di previsione per l'FSE, mentre la gestione della Quota A e quella dell'FMG presenta un valore negativo a partire dal 2018, quella dell'FSA al 2020, quella della Quota B l'anno dopo. Con ritardi variabili tra 1 e 4 anni diviene negativo il corrispondente saldo corrente della gestione che aggiunge al saldo previdenziale i redditi da capitale e sottrae le spese di gestione e di assistenza. Dati questi andamenti il patrimonio diviene negativo nei primi anni della previsione per l'FSE, tra il 2026 e il 2028 per l'FMG e la Quota A, nel 2031 per l'FSA e nel 2041 per la Quota B. Il timing, a volte piuttosto serrato, del verificarsi di questi eventi negativi sembra rendere necessari degli interventi correttivi per la quasi totalità dei fondi esaminati, sia per quanto riguarda l'ammontare dei contributi che per i criteri di erogazione delle prestazioni previdenziali. A tale riguardo sembra anche di poter dire che, in base alle proiezioni della relazione tecnica, solo per la gestione della Quota B sembra possibile intervenire con gradualità sia per quel che concerne i tempi dell'intervento che la misura degli stessi, mentre all'estremo opposto per il Fondo specialisti esterni(3) la gravità della situazione rende improcrastinabili interventi piuttosto radicali, in assenza dei quali la stessa relazione tecnica vede «necessario intervenire ponendo eventualmente allo studio ipotesi di liquidazione del Fondo o di confluenza in altro fondo». In effetti, come sappiamo, dal 2004 in poi l'Enpam, in riferimento al Fondo specialisti esterni, ha portato dei correttivi sui criteri di calcolo della pensione nei casi di pensionamento ad età Pag. 148
superiore ai 65 anni e sulla misura della perequazione automatica delle pensioni, interventi su cui, in assenza di elaborazioni specifiche, non siamo in grado di valutare né l'efficacia né l'adeguatezza rispetto alle esigenze di bilancio dei singoli fondi.

(3) Va ricordato che la gestione di tale fondo è stata caratterizzata negli ultimi anni da un costante calo del numero degli assicurati determinati da modifiche normative nel rapporto con le ASL. Fino al 2004, importante sembra sia risultato il ruolo delle società di capitale accreditate che non erano tenute al versamento contributivo. Con legge n. 243 del 2004 è stato imposto anche alle società di capitale di provvedere al versamento dei contributi, con evidenti effetti benefici sulla gestione in questione.

Con riferimento ad alcuni indicatori esplicativi delle condizioni di equilibrio generale, nel grafico 3 si può osservare il rapporto tra pensioni e iscritti per quattro dei cinque fondi(4) dell'Enpam. Dalla lettura dei dati si ricava che gli esiti di bilancio descritti in precedenza sono figli di situazioni demografiche piuttosto diverse come punto di partenza ma piuttosto coincidenti come punto di arrivo. Per quanto riguarda il punto di partenza si può notare come esista una particolarità dell'FSA che presenta da subito valori del rapporto in questione piuttosto elevati (60 pensioni ogni 100 attivi), al contrario della quota B (8 pensioni ogni 100 attivi), L'FMG e la Quota A presentano valori, invece, tra 23 e 32 pensioni ogni 100 attivi. Data questa variabilità di punti di partenza gli andamenti successivi sono piuttosto simili come direzione ma decisamente diversificati come intensità: tutte le gestioni presentano una fase di crescita, con durata variabile tra 20 e 25 anni, seguita da una fase finale di contrazione. Alla fine, però, i valori al 2043, ultimo anno di previsione, risultano piuttosto simili e compresi tra 60 e 80 pensioni ogni 100 iscritti: in particolare la Quota B che, ricordiamo, presentava il più basso valore di partenza, mostra ora il più alto valore di arrivo, mentre molto simili risultano i valori di fine periodo dei due Fondi speciali.

(4) Date le tendenze declinanti del numero degli iscritti, il bilancio tecnico della gestione degli specialisti esterni ha fatto un'ipotesi di progressiva liquidazione degli iscritti che, come si può vedere dalla tabella 8 (gestione specialisti esterni), si annullano intorno al 2040. Per tale motivo tale gestione non viene inclusa negli andamenti riportati nel grafico 3.

Per chiudere il cerchio nella tabella 9 riportiamo anche il valore di inizio e di fine periodo dell'importo medio di pensione, sia da lavoro che complessiva, espressa a prezzi di inizio periodo. Come si può notare anche in questo caso prevale una certa variabilità di dinamiche che tendono però a diminuire la variabilità degli esiti finali: in particolare a fine periodo il livello medio delle prestazioni previdenziali dovrebbe risultare piuttosto omogeneo, tra i 26 e i 30 mila euro annui a prezzi 2004, per i tre fondi speciali, così come omogeneo dovrebbe risultare l'importo medio di pensione delle quote A e B. Tuttavia per giungere a tale esito si nota una crescita reale decisamente superiore alla media per l'FSE e per la Quota B, mentre decisamente contenuta risulta la crescita reale l'FMG.

Osservazioni conclusive.

In base ai dati forniti dalla relazione tecnica allegata al bilancio, i diversi Fondi gestiti dall'Ente nazionale di assistenza e previdenza dei medici, all'inizio del periodo di previsione, presentano valori del rispettivo saldo previdenziale e dei principali indicatori demografici abbastanza differenziati, che tendono però a convergere a fine periodo. Il punto di convergenza per tutti i Fondi gestiti si concretizza in un disavanzo del saldo previdenziale, raggiunto in tempi diversi da ciascun Fondo, insieme all'annullamento generalizzato del patrimonio. L'Ente, nel corso dell'esercizio 2006, ha apportato alcune modifiche ai rispettivi regolamenti di previdenza, differenziate per ciascun Fondo. In particolare prevedendo la riduzione del coefficiente di rendimento per il calcolo della pensione dall'1,75 per cento all'1,50 per cento per la Quota A e riducendo le maggiorazioni a favore di coloro che rinviano il pensionamento sino a 70 anni, per tutti i Fondi gestiti. È stata ridotta, inoltre, per tutti i Fondi, la percentuale di indicizzazione

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dal 75 per cento al 50 per cento dell'indice Istat per le pensioni di importo annuo superiore a 4 volte il minimo.
È ancora troppo presto per valutare gli effetti complessivi di contenimento sulla spesa, ma, anche in considerazione della naturale fase di transizione demografica verso generazioni di pensionati sempre più numerose che attende l'Ente, si può ragionevolmente auspicare l'introduzione di ulteriori misure di intervento volte a salvaguardare la stabilità e la sostenibilità nel tempo di ciascuno dei Fondi amministrati.

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ALLEGATO 2

Bilanci consuntivi 2004-2006, preventivo 2007 e bilancio tecnico attuariale al 31 dicembre 2005 dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza dei farmacisti (ENPAF).

RELAZIONE

Premessa.

L'Ente nazionale di previdenza e assistenza farmacisti (Enpaf) è uno degli enti previdenziali a più recente privatizzazione, avvenuta nell'anno 2000. L'Ente assicura sia i farmacisti che godono di altra copertura previdenziale obbligatoria, sia quelli esenti. L'Enpaf eroga le prestazioni previdenziali in base al sistema di liquidazione a «prestazione definita», cioè in cifra fissa, adeguata ogni anno al costo della vita, a seconda del tipo di contribuzione prescelta dall'iscritto. Anche il contributo soggettivo obbligatorio è richiesto in cifra fissa.
L'Enpaf eroga ai propri iscritti tutte le principali prestazioni previdenziali (pensioni di vecchiaia, anzianità, invalidità, reversibilità, malattia e maternità), oltre a dei trattamenti assistenziali a favore degli iscritti che si trovino in particolari condizioni di bisogno.

Contributi, requisiti e sistema di calcolo delle pensioni.

Il contributo soggettivo Enpaf è corrisposto in misura fissa, non collegato al reddito professionale. Per l'anno 2006, il contributo soggettivo intero ammontava a euro 3.800, rivalutati annualmente sulla base dell'indice del costo della vita. Il contributo soggettivo ridotto nelle misure del 33, 50 e 85 per cento spetta agli iscritti che godono di altra copertura previdenziale obbligatoria e a coloro che si trovino nelle condizioni di disoccupazione involontaria. Per gli iscritti a partire dal 1° gennaio 2004 che siano coperti da altra previdenza obbligatoria è prevista la possibilità di versare il solo contributo di solidarietà (pari al 3 per cento del contributo intero), in luogo della contribuzione previdenziale intera o ridotta. Il suddetto contributo di solidarietà non è utile all'iscritto per maturare il diritto alla pensione. È prevista infine la possibilità di versare il contributo soggettivo in misura doppia o tripla ricevendo in cambio una prestazione aumentata oltre che dalla maggiore contribuzione, anche di un ulteriore 10 per cento (contribuzione doppia), o 15 per cento (contribuzione tripla), come incentivo al versamento di maggiori contributi previdenziali. Tra le entrate contributive va anche segnalato un ulteriore contributo pari allo 0,90 per cento imposto a carico delle Aziende USL a favore dell'Enpaf sulle prestazioni farmaceutiche erogate in regime di Servizio Sanitario Nazionale (ai sensi della legge 395 del 1977).
Agli iscritti compete infine un contributo per la maternità pari a 18 euro e un contributo per le prestazioni assistenziali pari a 26 euro.
L'ente eroga un trattamento base di importo fisso. Per le anzianità maturate dopo la data del 31 dicembre 2003 l'importo annuo della pensione base diretta è pari a 6.713.98 euro, rivalutati su base annua, in caso di contribuzione ordinaria e in presenza di 30 anni di anzianità. La pensione di vecchiaia spetta all'assicurato che abbia raggiunto il sessantacinquesimo anno di età e abbia:
a) almeno 30 anni di iscrizione all'Ente;
b) almeno 30 anni di contribuzione effettiva;

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c) almeno 20 anni di attività professionale.

Esiste poi un regime transitorio che riduce le anzianità previste fino al 2011.
La pensione di anzianità spetta all'assicurato che abbia raggiunto i seguenti requisiti:
a) almeno 40 anni di iscrizione all'Ente;
b) almeno 40 anni di contribuzione effettiva;
c) almeno 20 anni di attività professionale.

Il pensionato per vecchiaia che prosegua l'attività lavorativa ha diritto alla liquidazione di supplementi di pensione. A decorrere dal 1o febbraio 2004 l'iscritto che al momento della maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia richieda il posticipo della decorrenza della pensione da 1 a 10 anni ha diritto a maggiorazioni progressive reversibili della pensione stessa.

La gestione tipica entrate contributive-spesa prestazioni.

Nell'anno 2006 la Cassa presenta un numero di iscritti pari a 73.681 di cui oltre il 60 per cento femmine (tabella 1 e grafico 1). Negli anni tra il 2004 e il 2006, l'andamento del numero degli iscritti presenta tassi di variazione intorno al 2 per cento, più dinamici per le femmine (3 per cento medio) che per i maschi il cui numero rimane sostanzialmente invariato. L'indicatore demografico, rappresentato dal rapporto tra numero di cessati su numero di assicurati, risulta migliore per le femmine (pari allo 0,50 circa) che per la componente maschile che mostra valori in crescita e superiori all'unità, indicando l'esistenza di flussi in entrata di nuovi iscritti minori rispetto alle uscite. L'età media degli iscritti è pari, nell'ultimo anno di osservazione, a poco più di 44 anni, in linea con il dato medio rilevato per il complesso dei lavoratori autonomi.
L'andamento delle entrate contributive complessive mostra una dinamica positiva (+7 per cento nel 2006), principalmente influenzata dall'incremento delle quote contributive deliberato dal Consiglio Nazionale e dall'aumento degli iscritti che hanno scelto la contribuzione doppia e tripla. La quota di contribuzione base per il 2006 è pari a 3.800 euro annui.
Nella tabella 2 è riportato il numero complessivo delle pensioni da lavoro (vecchiaia e anzianità al netto di quelle ai superstiti e di invalidità), con la evidenziazione specifica di quelle di anzianità, insieme al numero del totale dei trattamenti. Il numero di trattamenti pensionistici complessivamente erogati dalla Cassa è pari per il 2007 a 26.639. Oltre il 70 per cento di questi trattamenti è costituito da pensioni da lavoro. La dinamica dello stock di pensioni liquidate, nel periodo 2004-2006 risulta estremamente lenta per tutte le tipologie di pensioni (addirittura negativa per quelle di anzianità), per la totalità dei pensionati. Anche il flusso delle nuove liquidate si mostra negativo nel biennio osservato (-0,90).
La quota dell'insieme di pensioni da lavoro che va alle femmine è pari al 60 per cento, che aumenta al 68 per cento per le pensioni di anzianità. Per quanto riguarda il complesso dei trattamenti pensionistici, comprensivi dei trattamenti ai superstiti, tale quota si attesta al 65 per cento del totale.
L'età media al pensionamento della categoria è pari a 65 anni nel 2006. Il numero medio di anni di contribuzione, sempre per l'anno 2006, è pari a 34 per la totalità dei pensionati.
Nella tabella 3 sono riportati gli importi medi relativi all'insieme delle pensioni vigenti e la spesa complessiva per pensioni. Tali importi sono, inoltre, scorporati per le pensioni da lavoro, così come già definite, per quelle di anzianità e per il complesso. Gli importi medi dell'insieme delle pensioni da lavoro sono pari nel 2006, per il totale della categoria, a poco meno di 6 mila euro, con tassi di crescita annui intorno all'1 per cento. Leggermente più elevati risultano gli importi medi delle sole

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pensioni di anzianità (poco meno di 7 mila euro annui). Più modesti appaiono, invece, gli importi del complesso delle pensioni (comprese invalidità e pensioni ai superstiti), pari a poco più 5 mila euro annui.
Nella stessa tabella sono riportati gli importi relativi dei trattamenti pensionistici erogati alla componente femminile rispetto a quelli complessivamente erogati alla totalità dei pensionati, che segnalano una quasi completa rispondenza tra gli importi medi relativi di femmine e maschi. Gli importi relativi delle femmine sono infatti pari al 94 per cento rispetto a quelli complessivi.
Per quanto riguarda l'adeguatezza degli importi delle pensioni liquidate va ricordato che l'Enpaf eroga una pensione diretta base, per coloro i quali abbiano versato la contribuzione ordinaria, pari a circa 7.000 euro nel 2006. Detto importo può essere aumentato qualora venga versata una contribuzione doppia o tripla, fino ad un massimo di oltre 20 mila euro. Dall'osservazione degli importi medi liquidati si può notare come la maggior parte dei pensionati si attesti su importi pari a quelli della pensione base nel suo valore più ridotto (7.000 euro).
La spesa complessiva per le pensioni ammonta nel 2006 a 144 milioni di euro e presenta un tasso medio annuo di crescita pari al 1,8 per cento. In riferimento agli indicatori di equilibrio finanziario della Cassa, è stato calcolato il grado di copertura delle entrate complessive rispetto alla spesa totale per pensioni che indica come, nel periodo in esame, le entrate contributive correnti risultino pari a 1,7 volte la spesa per pensioni (tabella 3).
Il rapporto tra numero di pensioni su iscritti, è pari a 36 pensioni ogni 100 iscritti nel 2006.
Nella stessa tabella 4 sono stati riportati gli importi delle nuove pensioni liquidate. Detti importi (5 mila euro per l'insieme delle pensioni da lavoro e 4 mila 500 euro per il complesso dei trattamenti) sono molto vicini a quelli dello stock delle pensioni vigenti osservati in precedenza, proprio in relazione al meccanismo di funzionamento del sistema previdenziale dell'Enpaf che eroga la pensione diretta base in cifra fissa, al netto degli adeguamenti al costo della vita. Pertanto l'indicatore che misura l'effetto sulla spesa dell'entrata di nuove pensioni, il così detto effetto rimpiazzo, dato dal rapporto tra gli importi delle nuove pensioni liquidate e quelli dello stock di pensioni, con riferimento al complesso dei trattamenti, nel breve periodo di tempo osservato, mostra una sostanziale stabilità indicando che ogni nuova pensione liquidata dall'Ente è di importo pari a oltre l'80 per cento rispetto agli importi dei trattamenti già esistenti.

La situazione economico-patrimoniale e le riserve obbligatorie.

In relazione alla situazione economico patrimoniale vengono riportati i dati relativi al risultato economico di esercizio e alla consistenza del patrimonio, al cui interno, tra le passività, viene evidenziata la riserva legale, che costituisce la garanzia al pagamento delle prestazioni per i propri iscritti (tabella 5). Tale riserva, secondo la normativa vigente, deve essere pari almeno a 5 annualità delle pensioni in pagamento al 1994. In prospettiva tale vincolo, secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 763, della legge finanziaria per il 2007, dovrebbe essere integrato con riferimento anche alle rate di pensione correnti in pagamento.
Negli anni considerati l'Enpaf presenta un risultato economico di esercizio sempre in avanzo, pari a 147 milioni di euro nel 2006 in aumento rispetto agli anni immediatamente precedenti. Il patrimonio netto si mostra in aumento e pari a 916 milioni di euro per l'anno 2006. L'Enpaf, che è diventato ente di diritto privato ai sensi del decreto legislativo n. 509 del 1994 solo nel 2000, ha tempo fino al 2010 per adeguare la propria riserva legale al requisito delle 5 annualità di pensione in pagamento in riferimento al 1994. Tuttavia l'ente soddisfa il vincolo richiesto già dal 2006 (con un valore 5,9 volte superiore).

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Infine, se si fa riferimento alla spesa corrente per pensioni la riserva risulta 5,4 volte superiore.

La gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare.

Il patrimonio dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza farmacisti (immobiliare e mobiliare insieme) ammonta complessivamente a 896 milioni di euro nel 2006, in aumento di oltre 180 milioni di euro rispetto all'anno precedente (tabella 6). Il 21 per cento circa dell'intero patrimonio è costituito da immobili (191 milioni di euro nel 2006) la cui quota si è fortemente ridotta nel periodo di tempo qui analizzato (era pari al 35 per cento dell'intero patrimonio nel 2004). La restante parte costituita da investimenti mobiliari ammonta, sempre per il 2006, a 705 milioni di euro. La quota del patrimonio mobiliare è in forte incremento rispetto agli anni precedenti, arrivando a costituire nell'ultimo anno di osservazione il 79 per cento dell'intero patrimonio. Il rendimento netto del patrimonio complessivo appare in crescita nel periodo osservato ed è pari al 4 per cento. La crescita del rendimento complessivo del patrimonio è indotta in primo luogo dallo spostamento degli investimenti dal settore immobiliare a quello mobiliare, oltre che dalla specifica ricomposizione all'interno dei due singoli comparti. Il rendimento della componente immobiliare passa dallo 0,8 all'1,9 nel 2006, grazie anche all'azione di valorizzazione della componente immobiliare intrapresa dall'Ente, attraverso dismissioni o operazioni di valorizzazione di alcuni degli immobili posseduti. Anche per il patrimonio mobiliare il rendimento netto è in crescita (dal 3,7 per cento del 2004 al 4,5 per cento del 2006).
La composizione degli investimenti mobiliari per il 2006 è data da circa il 58 per cento da attività liquide in senso lato, comprensive ciò anche della componente dei fondi comuni monetari e dei pronti contro termine, per una quota pari al 37 per cento da titoli, per il 4 per cento da azioni.
Tra gli obiettivi di asset allocation dell'Ente vi è quello di diminuire la componente di liquidità elevando il livello degli strumenti finanziari quotati a medio e breve termine, aumentando così il profilo dei rendimenti attesi, in un'ottica di minimizzazione dei rischi. Per il 2007 le scelte di investimento sono state indirizzate, coerentemente con l'impostazione delineata, verso Fondi azionari quotati che replicano alcuni indici di rendimento dei principali titoli (ETF) e verso la componente obbligazionaria incentrata su titoli a breve termine. La gestione del patrimonio mobiliare si prospetta come una gestione in fase di evoluzione, vista anche la recente data della privatizzazione dell'Ente (anno 2000).
I rendimenti medi effettivi del periodo in esame per i tre sottogruppi di investimenti, rispettivamente attività liquide, titoli e azioni, risultano lievemente differenziati rispetto a quelli di mercato osservati per lo stesso periodo. In particolare risultano superiori per le attività liquide (2,7 per cento per l'Ente a fronte dell'1,5 per cento di mercato), in linea con quelli di mercato per quanto riguarda il comparto obbligazionario (3,1 per cento a fronte del 3,5 per cento di mercato) e superiori con riferimento a quello azionario (15 per cento a fronte del 13 per cento di mercato).

I costi di gestione.

I costi di gestione dell'Enpaf (tabella 7) ammontano nel 2006 a poco meno di 13 milioni di euro di cui il 43 per cento per il personale in servizio, con una quota in diminuzione nel periodo osservato. Le spese per gli organi di gestione dell'ente ammontano a 250 mila euro, pari a poco meno del 2 per cento dei costi complessivi. In termini relativi, le spese di gestione della Cassa, nel 2006, sono pari a 99 euro per ciascun assicurato e pensionato della stessa (42 euro se ci riferiamo al solo costo del personale). Più propriamente, se si adotta come riferimento il totale di spesa per prestazioni e contributi, allora le spese di gestione della Cassa incidono per il 2,5

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per cento (l'1,1 le sole spese per il personale), con una tendenza alla stabilità nel periodo di analisi.
A fronte di questi costi risultano 62 unità di personale in servizio, di cui 3 dirigenti. Il costo unitario medio del lavoro si attesta sui 68 mila euro. La presenza femminile sul personale complessivamente in servizio è pari alla metà (52 per cento).
La Cassa vanta un ammontare di crediti contributivi nel 2006 di 62 milioni di euro, pari a circa il 25 per cento delle entrate contributive complessive. L'Ente nei tre anni in esame è riuscito a recuperare tramite esattorie una quota pari a poco meno del 4 per cento annuo.
I tempi medi di liquidazione delle prestazioni sono inferiori a 10 giorni per le pensioni dirette di vecchiaia e anzianità, mentre salgono a circa tre mesi per le pensioni ai superstiti e per le invalidità.
Per quanto riguarda l'obbligo di comunicazione dei dati agli iscritti(5), l'Ente ha soddisfatto totalmente gli adempimenti normativi richiesti, con un primo invio dei dati anagrafici avvenuto nel 2006, seguito da un secondo invio nel corso del 2007 relativo alle informazioni sulle posizioni contributive (estratto conto contributivo).

(5) Ai sensi di quanto stabilito dalla legge n. 243 del 2004 e del successivo decreto attuativo del Ministero del Lavoro del 4 febbraio 2004.

Nota integrativa sui dati del bilancio preventivo 2007.

Dall'osservazione dei dati riportati nel bilancio preventivo dell'Enpaf risulta confermata, per l'anno 2007, la medesima tendenza positiva degli anni precedenti con un risultato economico di esercizio in avanzo per 90 milioni di euro. Tale valore è di dimensioni comunque più ridotte rispetto a quello particolarmente favorevole del 2006, pari a 147 milioni di euro, che è imputabile al forte incremento delle entrate contributive registratosi per lo stesso anno, grazie all'introduzione della possibilità di versare una contribuzione maggiorata.
L'Ente dei farmacisti integra inoltre il dato 2007 sulla consistenza del patrimonio
immobiliare che rimane immutata, mentre si mostra lievemente in calo il rendimento netto di detto patrimonio che passa dall'1,9 all'1 per cento.
Infine i costi di gestione complessivi, che nel 2007 ammontano a 13,6 milioni di euro si mostrano sostanzialmente stabili. All'interno dell'aggregato complessivo le spese per gli organi di gestione dell'ente ammontano, per il 2007, a 320 mila euro e risultano in crescita rispetto al 2006. Di conseguenza aumenta anche il peso relativo come quota sui costi complessivi, dall'1,7 per cento a circa il 2,5 per cento.

L'equilibrio della gestione nel lungo periodo.

Nella tabella 8 e nel grafico 2 sono riportati i principali indicatori della gestione dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza farmacisti così come riportati nella relazione allegata al bilancio tecnico redatta con i dati a tutto il 2005. Lungo tutto l'orizzonte di previsione, le entrate per contributi dovrebbero sempre eccedere la spesa per pensioni, determinando quindi un saldo corrente (che oltre alla differenza delle due voci precedenti tiene conto dei redditi da capitale e delle spese di gestione) non solo sempre positivo ma addirittura in grado di superare il flusso di contributi a partire dal 2030. Alla fine del periodo di previsione, infatti, il saldo corrente dovrebbe risultare positivo per oltre 700 miliardi di euro, cifra del 40 per cento superiore alle entrate per contributi. Un risultato così eclatante è dovuto ad una serie di fattori tra cui va segnalato:
in primis la presenza di un contributo oggettivo da cui dipende in buona misura il flusso delle entrate: a fine 2045 i contributi oggettivi rappresenteranno il 45 per cento del totale dei contributi;
la possibilità per i farmacisti, iscritti dopo il 2003, già tutelati da altra forma previdenziale obbligatoria, di versare un contributo di solidarietà (pari al 3 per cento dell'importo del contributo soggettivo)

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rinunciando però ad ogni prestazioni previdenziale;
un criterio di calcolo della pensione che, relativamente al flusso dei contributi soggettivi versati, sembra ispirata alla volontà di garantire un solido equilibrio di lungo periodo della gestione previdenziale(6).

(6) Considerando i valori del 2006, nel caso standard di un iscritto che versi la contribuzione ordinaria, per una cifra annua di 3801,16 euro per 30 anni e vada in pensione di vecchiaia a 65 anni, il criterio di calcolo attualmente in vigore per la Cassa, determinerebbe una misura iniziale della pensione di 7.062,3 euro annui. Se si considera il montante contributivo dell'iscritto, rivalutato al tasso tecnico dell'1,5 per cento, così come potrebbe avvenire nel regime generale dell'Ago, tale misura della pensione equivarrebbe ad un coefficiente di trasformazione prossimo al 4,9 per cento. Tale coefficiente risulta inferiore all'attuale coefficiente di trasformazione previsto dalla legge Dini per i neo pensionati di 65 anni.

L'importanza del primo dei punti indicati è abbastanza visibile dal grafico 3, dove si può notare come il saldo previdenziale ristretto, differenza tra entrate per contributi soggettivi e spesa previdenziale, risulti in equilibrio fino al 2020, mostrando in seguito una tendenza al peggioramento; è solo grazie alla presenza dei contributi oggettivi, dunque, che il saldo previdenziale complessivo risulta costantemente positivo per una cifra superiore ai 100 milioni di euro all'anno.
Ovviamente il positivo andamento dei saldi di gestione commentato in precedenza si riflette in un elevata e crescente capacità di copertura del patrimonio rispetto agli impegni previdenziali. Secondo le cifre del grafico 2, il patrimonio dovrebbe aumentare dai 900 milioni di euro del 2006 agli oltre 15 miliardi del 2045, per cui, come visibile nel grafico 4, se il patrimonio a inizio periodo di previsione era sufficiente a coprire 5 annualità della spesa per pensioni, alla fine del periodo le risorse patrimoniali accumulate sono bastevoli a coprire oltre 40 anni delle rate di pensioni. Una così elevata capacità di
copertura rappresenta un vero e proprio primato rispetto a quanto rilevato per le altre casse privatizzate.
Infine nel grafico 5 riportiamo i tassi di crescita delle entrate per contributi e della spesa per pensioni per descrivere le dinamiche congiunturali del saldo previdenziale. Un primo elemento di riflessione riguarda la dinamica dei contributi che per tutto il periodo di previsione giace su tassi di incremento annui del 2 per cento, pari cioè al tasso di inflazione previsto dal bilancio tecnico: in questo caso, ricordando che per l'Ente in questione la misura dei contributi è in cifra fissa e non in percentuale del reddito da lavoro degli iscritti, tale dinamica risente dell'ipotesi di adeguamento della misura dei contributi e di una dinamica degli iscritti pressoché nulla. A fronte di tale invarianza di andamento la spesa per pensioni presenta diverse fasi di crescita: un prima fase, fino al 2015, di sostanziale stagnazione, seguita da un decennio di rapida espansione, in cui evidentemente entrano in gioca consistenti leve di pensionamento; dopo il 2025 la crescita della spesa prima si stabilizza e poi inizia un percorso di rapida convergenza al tasso di crescita dei contributi, convergenza che si realizza nel 2040.

Osservazioni conclusive.

L'Ente nazionale di previdenza e assistenza farmacisti mostra negli anni di rilevazione e nel lungo periodo, sulla base delle risultanze dell'analisi della relazione allegata al bilancio tecnico, la permanenza su valori di equilibrio di tutti gli indicatori della gestione. Alcuni elementi strutturali ne determinano la tenuta nel lungo periodo: in primo luogo la struttura del sistema di previdenza che prevede una pensione e una contribuzione base in cifra fissa, insieme ad una contribuzione integrativa sostanziosa che viene quasi totalmente accantonata; in secondo luogo la

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peculiare struttura dello specifico mercato del lavoro che non presenta variazioni di rilievo nel tempo. Sulla base di questi elementi l'Ente tende ad una convergenza di lungo periodo tra entrate e uscite e all'accumulazione di quote crescenti di patrimonio.
In riferimento all'adeguatezza delle prestazioni si ritiene che nell'importo base la pensione erogata può essere appena sufficiente a svolgere la funzione di strumento integrativo accanto ad una pensione già garantita dalla assicurazione generale obbligatoria (AGO).

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