CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 1° ottobre 2008
66.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Sulla missione a Farnbourogh (Londra) del 15 e 16 luglio 2008 in occasione della 46a edizione del Salone internazionale dell'aeronautica e dello spazio.

COMUNICAZIONI

Nelle giornate dal 15 al 16 luglio 2008, una delegazione della Commissione Difesa, composta dal Presidente Edmondo Cirielli e dai deputati Salvatore Cicu e Rosa Maria Villecco Calipari, si è recata in missione a Farnborough (Londra) per una visita alla 46«sup»a«reset» edizione del Salone internazionale dell'Aeronautica e dello Spazio.
Il Salone rappresenta una manifestazione di grande rilievo a livello europeo ed internazionale, che ha luogo ad anni alterni in Francia e nel Regno Unito, alla quale prendono parte, tra le altre, le più importanti industrie italiane operanti nel settore della difesa. Si tratta quindi di un appuntamento di grande rilevanza per l'industria europea della difesa e per l'attività della Commissione Difesa che, in numerose occasioni, nel corso di ogni anno, è chiamata ad esaminare i sistemi di armamento ed i finanziamenti ad essi destinati.
La delegazione - che per tutta la durata della missione è stata assistita dall'Ambasciata d'Italia a Londra e dalla Direzione Relazioni Istituzionali di Finmeccanica, a cui vanno i ringraziamenti della Commissione Difesa - ha visitato gli stand delle più importanti industrie italiane operanti nel settore della difesa, ed in particolare quelli delle numerose aziende del gruppo Finmeccanica, nonché quelli delle piccole e medie aziende italiane presenti.
In particolare la delegazione ha iniziato la visita allo stand cominciando dall'area «coperta» dove ampio spazio è stato dedicato ai prodotti di ultima generazione delle aziende del Gruppo Finmeccanica tra cui i sistemi integrati di monitoraggio, controllo e difesa, in campo civile e militare, per ogni tipo di situazione che incide nella gestione di un territorio e la sua sicurezza, cosiddetta «homeland security».
Sempre all'interno dell'area coperta è stata visitata la «Control Room», una struttura connettiva realizzata da Finmeccanica, nella quale, attraverso simulazioni, sono stati mostrati vari scenari operativi, con diversi gradi di complessità, rispetto ai quali i prodotti esposti hanno dimostrato le loro capacità di «integrazione sistemistica mediante soluzioni cosiddette network-centric».
Nella mostra statica all'aperto, inoltre, erano esposti gran parte dei velivoli Finmeccanica destinati a soddisfare molteplici esigenze delle Aeronautiche Militari, dal trasporto tattico al combattimento, nonché velivoli non pilotati per usi civili e militari (UAV), aerei da addestramento, elicotteri e convertiplani per uso civile e militare.
Alenia Aermacchi ha esposto il proprio addestratore avanzato/LIFT (Lead-In Fighter) M-346 e l'addestratore basico M-311. Alenia Aeronautica ha presentato: l'Eurofighter Typhoon, caccia multiruolo sviluppato da Italia, Regno Unito, Germania e Spagna, l'aereo da trasporto tattico C-27J Spartan; l'ATR42 MP Surveyor, nella versione per il pattugliamento costiero della Guardia di Finanza, e il velivolo UAV (Unmanned Aerial Vehicle) Sky-Y, dimostratore tecnologico per un

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sistema MALE (Medium Altitude Long Endurance), per pattugliamento ed osservazione del territorio.
Galileo Avionica ha esposto il Falco, un sistema UAV tattico di sorveglianza.
AgustaWestland, nel campo dell'elicotteristica, ha esposto: l'AW101, elicottero medio-pesante triturbina, la cui piattaforma sarà la base della fornitura della flotta del Presidente degli Stati Uniti; l'NH90, elicottero biturbina multiruolo, disponibile nella versione NFH (NATO Frigate Helicopter) per impieghi navali e nella versione TTH (Tactical Transport Helicopter) per impieghi terrestri; l'AW119 Koala, elicottero leggero monoturbina, dotato di una notevole adattabilità a differenti missioni, grazie alla semplicità dei cambi di configurazione; il Grand, nuovo elicottero leggero biturbina; l'AW109 LUH, elicottero leggero multiruolo impiegabile per una vasta tipologia di missioni militari e l'AW139, elicottero medio biturbina di nuova generazione.
Infine, la delegazione ha visitato gli stand delle piccole e medie aziende italiane.

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ALLEGATO 2

Sulla missione in Libano del 28 e 29 luglio 2008 relativa alla visita al contingente militare italiano.

COMUNICAZIONI

Nelle giornate dal 28 al 29 luglio 2008, una delegazione della Commissione Difesa, da me guidata, composta dai deputati Giovanni Fava, Gianfranco Paglia, Antonio Rugghia e Rosa Maria Villecco Calipari ha svolto una missione in Libano, per visitare il contingente militare italiano impegnato nella missione UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon).
Durante le varie fasi della missione, la delegazione è stata assistita dall'Ambasciata d'Italia a Beirut, nella persona dell'Ambasciatore Gabriele Checchia, e dal Ministero della Difesa, che ha fornito un costante supporto con il Generale di Brigata aerea Germano Quattrociocchi, il Colonnello Michele Risi e il Tenente Colonnello Giorgio Manca, ai quali va un particolare ringraziamento per la professionalità dimostrata.
La delegazione, dopo l'arrivo all'aeroporto di Beirut, la mattina del 28 luglio, si è recata, con mezzi militari, a Naqoura, presso il Comando UNIFIL, dove è stata cordialmente accolta dal Generale di Divisione Claudio Graziano, attuale Comandante della missione UNIFIL.
Nel corso della visita a Naqoura, le autorità militari hanno ricordato le principali caratteristiche della Missione UNIFIL. In particolare, è stato rammentato che la Missione fu costituita nel 1978, nel Libano meridionale, per iniziativa del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in occasione del conflitto israelo-libanese, al fine di istituire una forza di interposizione con il compito di verificare il ritiro delle truppe israeliane dal Libano meridionale, di ristabilire la pace e la sicurezza internazionale, nonché di assistere il Governo del Libano per il ripristino la sua autorità nella zona.
Con il riacutizzarsi della crisi nell'estate 2006, la missione UNIFIL è stata potenziata grazie alla risoluzione 1701 dell'11 agosto del 2006 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che ha autorizzato l'incremento delle truppe da 2.000 a 15.000 effettivi, prevedendone lo schieramento nel Libano del sud, in un'area di operazioni delimitata a sud dalla cosiddetta «Blue Line», corrispondente alla linea del ritiro delle truppe israeliane e a nord dal fiume Litani. La Blue Line non rappresenta una linea di confine, ma traccia la linea del ritiro delle truppe israeliane dal sud del libano avvenuto il 23 maggio 2000. In particolare, essa consiste in un insieme di 198 punti in coordinate, parzialmente identificato sul terreno tramite border pillars (38), che arriva fino alle Alture del Golan.
Il 2 febbraio 2007 il Generale di divisione Claudio Graziano, subentrando al Generale francese Alain Pellegrini, ha assunto il Comando di UNIFIL, nel duplice incarico di Capo missione, con il compito di rappresentante delle Nazioni Unite nel sud del Libano, e Comandante della Forza, con la funzione di assicurare l'integrazione delle diverse componenti messe a disposizione dai vari paesi, tra i quali l'Italia che contribuisce con circa 2.700 uomini.
I compiti di UNIFIL previsti dalla citata risoluzione 1701 consistono nel monitorare la cessazione delle ostilità; nel coordinare il ritiro delle truppe israeliane (IDF); nel fornire assistenza umanitaria alla popolazione civile, facilitando il rientro

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degli sfollati e nell'assistere le Forze armate libanesi (LAF) a dispiegarsi nel sud del Libano, a creare un'area libera da armi illecite e da soggetti armati nonché a garantire la sicurezza dei confini, evitando l'ingresso di armamenti e materiali correlati.
Le azioni concrete che la Missione svolge sono quindi finalizzate ad assicurare che l'area di operazioni non venga utilizzata per attività ostili, a garantire sicurezza e libertà di movimento al personale ONU e alle organizzazioni umanitarie e, infine, a proteggere i civili nel caso di imminente minaccia di violenza fisica.
Le regole d'ingaggio assicurano, nel rispetto della legislazione nazionale e internazionale le condizioni per l'adempimento dei citati compiti e per il conseguimento degli obiettivi assegnati nonché per la tutela e la sicurezza del personale. In questo quadro, le regole d'ingaggio disciplinano anche l'uso della forza che, in ogni caso, deve essere improntato a criteri di necessità e di proporzionalità; intendendosi per necessità il fatto che l'azione o la reazione deve essere necessaria a salvaguardare il diritto minacciato e per proporzionalità il fatto che l'azione o la reazione deve essere commisurata al grado di violenza o di minaccia attuata o percepita.
Al momento la situazione che caratterizza l'ambiente operativo, secondo le autorità militari, può essere considerata calma, ma connotata da alcuni elementi di tensione determinati dall'uccisione del leader Hezbollah Imad Mughnyah, dal lancio di alcuni razzi contro Israele da parte di gruppi terroristici, dalla minaccia nucleare dell'Iran nonché dalla situazione di disagio che si registra nei campi profughi palestinesi situati nel sud del Libano. Tale situazione di tensione è sfociata nei mesi scorsi in alcuni attacchi diretti contro le truppe UNIFIL, che hanno causato diverse vittime, come nel caso dell'esplosione di un ordigno diretto contro una pattuglia spagnola il 26 giugno scorso.
Nell'area di operazioni di UNIFIL, si registrano violazioni dello spazio aereo da parte israeliana e l'occupazione permanente da parte dello stesso Stato di Israele del villaggio di Ghajar e delle Sheba Farms.
L'occupazione del villaggio di Ghajar, fino al 2006, era limitata alla sola parte sud e, successivamente, a seguito del conflitto dell'estate del medesimo anno, è stata estesa anche alla parte nord. Ai fini della cessazione della citata occupazione, UNIFIL ha presentato alle parti in conflitto una proposta che prevede il ritiro completo delle truppe israeliane dalla parte libanese del villaggio di Ghajar, la verifica da parte di UNIFIL dell'effettivo ripiegamento israeliano con la conseguente assunzione di responsabilità sull'area, il distacco di un ufficiale di collegamento delle Forze armate libanesi presso UNIFIL nonché l'impegno delle autorità libanesi a non schierare proprie truppe nell'area senza il preventivo assenso dell'ONU. Nelle more delle decisioni politiche al riguardo, UNIFIL d'intesa con le truppe israeliane e le Forze armate libanesi ha realizzato ostacoli passivi per prevenire violazioni della Blue Line ed eventuali attività criminali. Le Sheba Farms, invece, situate al confine tra Libano, Siria e Israele, occupate durante la guerra dei sei giorni, presentano una posizione di notevole importanza dal punto di vista informativo e strategico.
Attualmente l'attività di UNIFIL è incentrata sui seguenti fronti: il rispetto della Blue Line, il controllo dei punti di accesso lungo il fiume Litani e la prevenzione di attività ostili nell'area di propria competenza. In questa prospettiva, UNIFIL ha avviato una revisione strategica delle attività svolte con le Forze armate libanesi al fine di accrescere quantitativamente e qualitativamente le attività operative congiunte. In particolare, per quanto riguarda il rispetto della Blue Line, UNIFIL è impegnata in una costante attività di monitoraggio che vede ogni giorno l'impiego di pattuglie appiedate coordinate con le Forze armate libanesi, nonché pattuglie motorizzate e a mezzo elicottero mobilitate su base giornaliera. Per quanto concerne, invece, il fiume Litani, è stato istituito un controllo permanente dei sei

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principali punti di accesso, con posti di blocco congiunti con le Forze armate libanesi nonché ulteriori posti di osservazione presso gli altri punti di accesso, con la possibilità di «sigillare» in caso di necessità tutti i punti di accesso all'area di propria responsabilità. Infine, per quanto attiene alla prevenzione di atti ostili sono stati istituiti servizi mirati alla prevenzione del lancio di razzi, posti di blocco congiunti con le Forze armate libanesi, cento posti di osservazione permanenti, circa 350 pattuglie motorizzate al giorno, di cui 200 diurne e 150 notturne, 18 pattuglie appiedate al giorno nonché l'implementazione di operazioni di ricerca di armi e di esplosivi.
Infine, sempre nel quadro della Missione UNIFIL, è stata ricordata l'attività svolta dalla Maritime Task Force (MTF) che rappresenta la componente navale di UNIFIL, costituita il 15 ottobre 2006 e guidata per i primi 18 mesi dalla Germania. Dal 1o marzo 2008 la Maritime Task Force è al Comando del Contrammiraglio Ruggiero Di Biase, nella sua veste di Comandante del gruppo navale EUROMARFOR, attualmente a guida italiana, il cui scopo specifico, come è noto, è quello di contribuire allo sviluppo di una Identità Europea di Sicurezza e Difesa. L'operazione condotta dalla Maritime Task Force, denominata «UNIFIL-MAROPS», ha la finalità di condurre operazioni di sorveglianza e di interdizione marittima lungo la costa libanese per supportare le autorità libanesi nella prevenzione dei traffici illeciti di armi e materiale bellico, via mare, verso il Libano, nonché di assistere la Marina libanese, nella sua crescita operativa, attraverso l'acquisizione delle capacità necessarie per esercitare autonomamente il controllo dei propri spazi marittimi. Le maggiori unità navali che partecipano alla missione contribuiscono anche al controllo della situazione aerea. Per quanto riguarda l'Italia sono impegnate nella missione la Fregata Scirocco e il pattugliatore Cassiopea. L'attività di «UNIFIL-MAROPS», a seguito della quale sono stati localizzati e ispezionati numerosi mercantili, secondo le autorità militari, è stata caratterizzata da un'ottima cooperazione con la Marina libanese, ottenuta grazie ad un'efficace scambio di informazioni, alle procedure condivise e al rapporto di fiducia e di collaborazione che si è instaurato.
Al termine dell'incontro le autorità militari hanno tracciato un bilancio dei risultati conseguiti dalla missione UNIFIL. In particolare, sono stati evidenziati: il duraturo cessate il fuoco sostanzialmente conseguito dalla fine del conflitto dell'estate 2006, testimoniato dal contenuto numero di incidenti tra truppe israeliane e Forze armate libanesi; il ritrovamento e l'eliminazione di ingenti quantitativi di armi, munizioni ed infrastrutture militari; lo sminamento di 34,5 milioni di metri quadrati su circa 40 milioni di metri quadrati stimati; la realizzazione di attività umanitarie; l'implementazione del progetto di demarcazione della Blue Line, di cui si dirà in seguito. In questo quadro, si iscrive, per altro, anche il rilascio di cinque detenuti Hezbollah, in cambio delle salme dei due soldati israeliani catturati nel luglio 2006, avvenuto presso Naqoura, anche grazie alla sicurezza dell'area assicurata da UNIFIL e al collegamento che la missione ha costantemente garantito tra le parti.
Numerosi rimangono tuttavia i problemi ancora aperti quali le violazioni aeree, le questioni legate ai territori contesi di Ghjar e Sheeba Farm, la presenza sul territorio di cluster bombs inesplose, la presenza di armi illegali e di atti ostili nell'area di responsabilità, le situazioni di disagio nei campi profughi palestinesi, la minaccia terroristica contro UNIFIL. In questo contesto, la capacità di UNIFIL di rispondere a queste sfide dipenderà innanzitutto dal supporto che la Comunità internazionale saprà garantire alla missione per assicurare pace e stabilità alla regione.
Nel pomeriggio, la delegazione è stata ricevuta nella base di Tibnin, che ospita il comando della Joint Task Force Lebanon su base Brigata Bersaglieri Garibaldi, dal Comandante del contingente italiano, Generale di Brigata Vincenzo Iannuccelli.

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Nel corso del briefing il generale Iannuccelli ha illustrato le attività operative e quelle CIMIC (cooperazione civile militare) che vedono impegnati i militari italiani in Libano. In particolare, sono state evidenziate le principali questioni politico-sociali ancora aperte che riguardano il disarmo di Hezbollah, i campi profughi palestinesi e i territori occupati, quali Gahajar e le Sheba Farms.
Hezbollah continua a giustificare la necessità di mantenere un proprio arsenale con la resistenza all'occupazione israeliana delle Sheba Farms e degli altri territori occupati. Nonostante le risoluzioni ONU che hanno posto fine al conflitto israelo-libanese abbiano previsto il disarmo di tutte le milizie in Libano, il braccio armato di Hezbollah rimane intatto. Attualmente, nel settore ovest di competenza delle truppe italiane, Hezbollah mantiene un basso profilo nei confronti di UNIFIL ed è interessato a guadagnare il consenso della popolazione partecipando a diversi progetti sociali (costruzione di infrastrutture, sanità eccetera).
Per quanto riguarda i campi profughi, tutte le questioni legate ad essi sono da considerare elementi di grande rilevanza per la stabilità socio-politica del Libano. Il numero dei rifugiati palestinesi e' stimato attorno alle 450.000 unità e rappresenta una percentuale molto rilevante della popolazione del Libano se comparata con i 4 milioni di abitanti. La loro naturalizzazione è osteggiata dalla maggior parte dei libanesi, poiché essa sarebbe in grado di falsare i fragili equilibri interconfessionali che determinano i rapporti di potere politico istituzionale. Va inoltre considerato che nei campi profughi si lamentano situazioni di sovraffollamento, di povertà, di disoccupazione nonché la mancanza di servizi essenziali, che rendono più agevole l'opera di proselitismo di organizzazioni terroristiche.
In questo complesso scenario, i compiti del contingente italiano nel settore di competenza riguardano il monitoraggio concernente la cessazione delle ostilità - con particolare riferimento ai siti utilizzati nel corso del conflitto per il lancio di razzi e alle potenziali aree addestrative delle milizie - nonché il supporto alle Forze armate libanesi. In merito a quest'ultimo profilo i militari italiani monitorano i punti di passaggio sul fiume Litani, svolgono servizi di pattugliamento della Blue Line, realizzano check points coordinati con le Forze armate libanesi nonché posti di osservazione, bonificano il territorio dagli ordigni inesplosi. Per aumentare e migliorare la capacità operativa delle Forze armate libanesi attraverso la cooperazione, sono stati condotti addestramenti congiunti.
Per quanto riguarda la cooperazione civile militare (CIMIC), le attività sono rivolte principalmente alla realizzazione di progetti ad elevato impatto sociale, al fine di elevare la qualità della vita della popolazione. Le attività CIMIC hanno riguardato l'assistenza medica e veterinaria, la realizzazione di corsi di lingua, l'insegnamento all'uso del computer, le attività sportive, l'educazione volta ad evitare il rischio rappresentato dalle mine inesplose, attività a favore delle donne e di bambini con particolari necessità, la realizzazione di progetti infrastrutturali finanziati in parte con fondi nazionali e in parte con fondi UNIFIL.
Il giorno successivo, la delegazione, dopo aver assistito a operazioni di bonifica del territorio dalle cluster bombs, che gli esperti artificieri del 21o reggimento genio stanno portando avanti in una vasta area nella zona di responsabilità del contingente italiano, ha fatto quindi visita alla UN 1-32, base che si trova lungo la Blu Line, sul confine israelo-libanese, attualmente presidiata da personale del Reggimento Cavalleggeri Guide.
Durante il briefing le autorità militari hanno descritto le attività di controllo svolte dal contingente italiano per garantire la sicurezza della Blue Line e hanno sottolineato che, fin dal settembre 2006 UNIFIL, con una operazione ancora in corso, ha deciso di incrementare unilateralmente il numero di border pillars. All'inizio del 2007, per altro, tale attività è divenuta uno sforzo comune per le parti.

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A conclusione della visita, a nome della Commissione Difesa, il Presidente Cirielli e i componenti della delegazione, hanno espresso alle autorità militari il più vivo apprezzamento, sia per l'attività svolta dal contingente italiano impegnato in Libano, sia per l'opera preziosa che sta svolgendo con equilibrio e saggezza il Comandante della missione UNIFIL, Claudio Graziano, la cui riconferma nell'incarico, da parte delle Nazioni Unite, oltre ad essere il segno dell'apprezzamento internazionale per i risultati conseguiti, è motivo di orgoglio per tutto il nostro Paese.
La sera della stessa giornata la delegazione è rientrata da Beirut alla volta di Roma.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-00375 Cicu: sul rafforzamento dell'organico e dei mezzi della stazione dei Carabinieri di Zingonia (Bergamo).

TESTO DELLA RISPOSTA

In via preliminare, pare opportuno porre in risalto come l'Arma dei Carabinieri abbia sempre posto notevole e costante attenzione nel perseguimento di un dispositivo territoriale efficiente ed adeguato per l'assolvimento dei propri compiti istituzionali, tra cui quello della sicurezza dei cittadini e del territorio.
In tale prospettiva, il Comando generale dell'Arma ha provveduto, tra l'altro, a definire un programma di elevazione delle stazioni a tenenze che ha consentito, sinora, di istituire 44 nuove tenenze e di individuare, sulla base di rilevanti presupposti socio-operativi, un elenco di altri possibili presidi, ampliabile, tuttavia, solo in presenza di particolari esigenze.
Nel merito, l'ipotesi di elevazione a tenenza della stazione di Zingonia (Bergamo) è all'esame, nell'ambito della valutazione complessiva delle esigenze operative della provincia di Bergamo e sulla base delle risorse disponibili che registrano attualmente una grave carenza rispetto agli organici.
Tuttavia, nell'ambito dell'attenzione e sensibilità che il Governo ha inteso rivolgere, con fermezza e determinazione, alla delicata questione della sicurezza dei cittadini, è stato disposto, tra l'altro, un potenziamento dell'attuale dispositivo, prevedendo l'invio di ulteriori quattro unità di Carabinieri e di un'autovettura presso la Stazione in parola, che consentiranno di elevare l'organico complessivo a 16 unità.
Per quanto riguarda la provincia di Bergamo, quest'ultima ha di recente beneficiato, di un potenziamento organico complessivo di 14 unità, due delle quali destinate a potenziare l'aliquota operativa della Compagnia di Treviglio (competente sul territorio della citata Stazione) e, nell'ambito della recente manovra di razionalizzazione del dispositivo territoriale, di un ulteriore incremento di 7 unità.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-00374 Fava: sulla soppressione, nell'anno 2010, del Secondo Gruppo Manutenzione di Forlì.

TESTO DELLA RISPOSTA

Il decreto legislativo n. 253 del 2005 ha previsto una serie di provvedimenti di riorganizzazione, accorpamento e soppressione di Enti della difesa, che rientrano nell'ambito del più ampio processo di razionalizzazione dell'intero strumento militare.
In tale contesto, la Difesa, in esito al mutato quadro geostrategico internazionale e alla necessità di onorare gli impegni assunti dal Paese in base agli accordi internazionali, si sta progressivamente riorganizzando - sulla base di precisi indirizzi da tempo condivisi ed approvati in sede parlamentare e/o governativa - calibrando i propri assetti operativi, addestrativi e logistici alle sempre più esigue risorse finanziarie.
Nello specifico, per quanto attiene gli enti preposti al supporto logistico manutentivo degli autoveicoli, l'Aeronautica militare sta perseguendo gli obiettivi di funzionalità secondo i seguenti criteri.
In primo luogo, la razionalizzazione delle attività di manutenzione, dedicando le strutture di Forza armata esclusivamente agli interventi sui mezzi di supporto «diretto» all'attività di volo ed agli automezzi «tattici» e «speciali» funzionali alle operazioni «fuori area».
In secondo luogo, la riduzione del parco dei mezzi «pesanti» destinati al trasporto dei materiali ed «esternalizzazione» della manutenzione delle autovetture di servizio, nonché il consolidamento anche delle attività di supporto logistico nelle aree del Paese ove, in considerazione dei nuovi scenari geostrategici, si ha una maggiore presenza di Enti dell'aeronautica.
Per quanto concerne, invece, l'asserito «commissariamento» del sito di Mungivacca, si rappresenta che non risulta in atto alcun provvedimento del genere che, peraltro, non è applicabile ad un Ente militare.
In ordine alle preoccupazioni espresse circa la chiusura del Gruppo manutenzione autoveicoli di Forlì, prevista entro il 2010, si fa osservare che non è stato ancora varato uno specifico piano di reimpiego del personale militare e civile ivi presente.
A tal fine, tuttavia, si precisa che saranno applicati i criteri generalmente adottati dall'Amministrazione difesa in simili circostanze, attraverso il reimpiego dei militari secondo le esigenze operative di Forza armata e del personale civile presso Enti viciniori, anche di altre Forze armate o presso altre Amministrazioni dello Stato di concerto con le organizzazioni sindacali.