CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 1° luglio 2008
24.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 1o luglio 2008. - Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Guido Crosetto.

La seduta comincia alle 10.

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013.
Doc. LVII, n. 1.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole con osservazione).

La Commissione inizia l'esame del Documento in titolo.

Edmondo CIRIELLI, presidente e relatore, ricorda che il Documento di programmazione economico-finanziaria, ai sensi della legge n. 362 del 1988, ha la funzione di fissare i saldi di finanza pubblica e di definire i caratteri della manovra finanziaria volta a conseguirli, per un periodo non inferiore a tre anni.
Esso si articola in due parti: una prima, di carattere descrittivo-previsionale, ove si esaminano e si valutano gli andamenti reali e gli eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi fissati nei precedenti documenti di programmazione economico-finanziario ed una seconda, di natura prescrittivo-programmatica, in cui si fissano gli obiettivi macroeconomici e i saldi di finanza pubblica, individuando le linee guida per la definizione dei bilanci pubblici e della legge finanziaria, nonché dei provvedimenti collegati alla manovra di bilancio.
Per quanto riguarda gli andamenti macroeconomici tendenziali, il DPEF 2009-2013 rileva, tra l'altro, un rallentamento dell'economia mondiale nei primi mesi del 2008, originato dalla crisi finanziaria manifestatasi nell'estate 2007, che ha interessato innanzitutto gli Stati uniti e successivamente l'area dell'euro. In quest'ultima, la crescita, pari al 2,6 per cento nel 2007, viene stimata all'1,7 per cento nel 2008, all'1,5 per cento nel 2009 e all'1,8 per cento nel 2010. Nel medio termine è quindi attesa una ripresa dell'economia, per altro più accentuata negli Stati Uniti e più limitata nell'area dell'euro.

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La crescita italiana ha confermato nel biennio 2006-2007 un divario negativo pari a circa un punto percentuale rispetto a quella dell'area dell'euro. Nel 2008, nonostante i risultati superiori alle aspettative registrati nel primo trimestre, la crescita è stimata pari allo 0,5 per cento, a fronte dell'1,7 per cento dell'area dell'euro. Il DPEF segnala come a frenare la crescita concorrano, i forti rincari del petrolio e delle materie prime non energetiche nonché l'apprezzamento dell'euro rispetto alle principali valute. Elementi questi comuni all'intera area dell'euro, ma che colpiscono in misura maggiore l'Italia a motivo della bassa produttività, della scarsa competitività delle imprese e di rilevanti problemi strutturali. Nel 2008 l'occupazione dovrebbe crescere dello 0,7 per cento a fronte di una crescita media dell'1,3 per cento nel 2006-2007. Il tasso di disoccupazione si attesterebbe invece al 5,9 per cento, facendo registrare una riduzione di 0,2 punti percentuali rispetto al 2007. L'inflazione relativa al 2008 è stimata al 3,4 per cento, anche se sarebbe destinata a scendere al 2,9 per cento nel mese di dicembre del medesimo anno.
Per quanto concerne invece gli andamenti tendenziali di finanza pubblica, essi sono calcolati incorporando gli effetti delle misure adottate dal Governo nei primi giorni della legislatura, finalizzate al sostegno della domanda e all'incremento della produttività, contenute nel decreto-legge n. 93 del 2008. In particolare, il DPEF 2009-2013 rivede l'obiettivo di indebitamento netto per il 2008, fissandolo al 2,5 per cento del PIL, rispetto al 2,4 per cento indicato dal precedente Governo nella Relazione unificata per l'economia e la finanza pubblica (RUEF), presentata a marzo 2008. Secondo quanto riportato nel DPEF, il suddetto peggioramento è sostanzialmente dovuto ad un ridimensionamento del gettito tributario, in particolare delle imposte indirette e dell'IVA. Per il 2009 si prevede un indebitamento netto pari al 2,6 per cento del PIL con un peggioramento di 0,5 punti percentuali di PIL rispetto alle previsioni contenute nella citata Relazione; per il 2010 e il 2011, si prevede, invece, un indebitamento netto pari rispettivamente al 2,1 per cento e la 2 per cento.
Per quanto attiene al rapporto debito pubblico/PIL, la previsione tendenziale per il 2008 è fissata al 103,9 per cento, più alta di 0,9 punti percentuali rispetto a quella indicata nella RUEF, mantenendosi comunque sostanzialmente allo stesso livello del 2007. Il rapporto è previsto in discesa progressiva fino al 2013 (96,5 per cento per quest'ultimo anno). La discesa risulta più lenta rispetto alla RUEF essenzialmente per il rallentamento della crescita economica e per una dinamica più accentuata del fabbisogno di cassa dovuta in larga parte alla crescita dei tassi di interesse.
Per quanto riguarda gli obiettivi programmatici, il DPEF, innanzitutto, conferma i tassi di inflazione programmata contenuti nel precedente DPEF (1,7 per cento nel 2008 e 1,5 per cento annuo dal 2009 al 2013). Inoltre, fissa un obiettivo programmatico di indebitamento netto del 2,5 per cento del PIL nel 2008, del 2 per cento del PIL nel 2009 (con un recupero dell'ordine dello 0,6 per cento del PIL rispetto al valore tendenziale), dell'1 per cento nel 2010, e di sostanziale pareggio nel 2011 (0,1 per cento).
Per quanto riguarda il debito, invece, il quadro programmatico presentato dal Governo ne evidenzia una progressiva riduzione negli anni, che raggiunge una soglia inferiore al 100 per cento (97,2 per cento) già nel 2011, per attestarsi al 90,1 per cento nel 2013.
Ai fini del raggiungimento degli obiettivi programmatici, il DPEF reca una manovra triennale di stabilizzazione delle finanza pubblica basata sull'integrale convergenza tra parte programmatica e parte attuativa. A tal fine, si intende adottare un pacchetto di provvedimenti legislativi che attuino la manovra con riferimento all'intero triennio e non limitatamente al primo anno come si è fino ad ora verificato.
L'impatto correttivo della manovra è fissato dal DPEF nell'ordine di 0,6 punti

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percentuali di PIL nel 2009, per poi giungere all'1,1 per cento nel 2010 e all'1,9 per cento nel 2011.
In particolare, la manovra dovrebbe realizzarsi attraverso specifiche politiche di settore (in materia di perequazione tributaria, piano industriale per la pubblica amministrazione, semplificazione normativa e amministrativa, interventi per lo sviluppo, federalismo fiscale e privatizzazioni) e dovrebbe tendere ad un recupero di risorse pari a circa 35 miliardi di euro nel prossimo triennio, derivanti principalmente dalla riduzione della spesa pubblica. Si tratta di un ammontare di risorse leggermente superiore a quello indicato nella RUEF del marzo scorso, pari a 25-30 miliardi di euro.
In particolare, il contenimento della spesa dovrebbe essere realizzato attraverso l'applicazione di un limite preventivo alla crescita della spesa di bilancio relativa ad alcuni aggregati finanziari, quali missioni e programmi, nonché ai costi di gestione. Secondo le indicazioni fornite nel DPEF, l'intervento dovrebbe assicurare nel triennio cospicui risparmi di spesa per le Amministrazioni centrali per un ammontare pari a circa 14,5 miliardi, di cui circa 5 miliardi nel 2009. Misure specifiche, con un effetto di recupero pari nel triennio a circa 20 miliardi, si dovrebbero concentrare in particolare nei settori del Pubblico impiego, della Finanza decentrata, della Sanità e della Previdenza. Sul fronte delle entrate, invece, non si prevede il varo di nuove imposte, con l'eccezione di alcune misure di perequazione tributaria, mentre viene confermato l'obiettivo del contrasto all'evasione fiscale, da perseguire anche attraverso il federalismo fiscale.
Il DPEF precisa che la manovra finanziaria si articolerà in quattro strumenti normativi: un decreto-legge recante le misure necessarie e urgenti da attuare, a decorrere dalla seconda metà dell'esercizio finanziario in corso, per garantire la stabilizzazione della finanza pubblica; un disegno di legge recante le norme necessarie per il completamento degli interventi che concorrono alla realizzazione degli indicati obiettivi entro l'anno 2011; due ulteriori disegni di legge concernenti, rispettivamente, l'attuazione del federalismo fiscale e norme volte alla costituzione di un codice delle autonomie nonché alla realizzazione di interventi per Roma capitale.
Pertanto, rilevato come il presente Documento non contenga profili di specifico interesse della Commissione Difesa, osserva come gli obiettivi di finanza pubblica in esso indicati risultino coerenti con gli impegni assunti dal precedente Governo in sede europea. Quindi, nell'esprimere un giudizio favorevole sugli obiettivi indicati nel Documento, ricorda come sui singoli provvedimenti, che dovrebbero consentire la realizzazione dei citati obiettivi, la Commissione Difesa sarà chiamata ad esprimersi in sede consultiva per il parere alle Commissioni competenti già a partire da questa settimana.

Il sottosegretario Guido CROSETTO sottolinea come gli obiettivi indicati dal DPEF risultino vincolati dagli impegni assunti dall'Italia in sede europea, che lasciano ben pochi margini di discrezionalità. Ai fini della realizzazione di tali obiettivi, il DPEF fornisce peraltro delle indicazioni di larga massima che finiscono per trasformarsi quasi in una sorta di esercizio accademico. Pertanto, nell'esprimere concordemente con il relatore una valutazione favorevole sul Documento, ritiene tuttavia che si potrebbe valutare l'opportunità di ribadire nel parere che sarà reso alla Commissione Bilancio l'obiettivo di un rapporto tra funzione difesa e prodotto interno lordo superiore all'uno per cento, da realizzare nell'arco dell'intera legislatura, come indicato dal Ministro della difesa nell'audizione tenutasi davanti alle Commissioni Difesa di Camera e Senato nella seduta congiunta del 18 giugno scorso.

Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD) osserva che il Documento di programmazione economica e finanziaria presentato dal Governo per il triennio 2009-2013 non può avere il consenso del Partito democratico, né sotto il profilo generale né

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tanto meno per gli aspetti che riguardano le Forze armate. La critica, infatti, non è rivolta agli obiettivi di finanza pubblica di riduzione del deficit che prevedano il pareggio del bilancio nel 2011, essendo questo «obiettivo-vincolo» un impegno concordato dall'Italia in sede europea, ma riguarda questioni di metodo e di merito. Per quanto riguarda il metodo, il procedimento adottato appare scorretto, in quanto il rapporto temporale tra DPEF e manovra finanziaria viene invertito, nel senso che la manovra anticipa e vincola il DPEF, ancorché quest'ultimo non sia stato ancora approvato dal Parlamento. Si tratta di una grave violazione delle prerogative del Parlamento a cui l'articolo 81 della Costituzione attribuisce una funzione di indirizzo e controllo in ordine alla destinazione e allocazione delle risorse pubbliche, in relazione ai fini da perseguire nell'interesse della collettività.
Per quanto concerne il merito, invece, il DPEF non prevede alcuna misura in favore del recupero di potere d'acquisto dei redditi fissi, ossia salari e pensioni, continuando a ignorare con ciò, quello che, ad avviso del suo gruppo, è la prima emergenza economica del Paese.
La politica economica del Governo, illustrata dal DPEF 2009-2013, non è all'altezza dei problemi del Paese ed è controproducente ai fini dell'aggiustamento dei conti pubblici, in quanto non affronta le due priorità dell'economia italiana, vale a dire la scarsa produttività e la perdita di potere d'acquisto dei redditi da lavoro e pensione. Senza intervenire su tali nodi, a suo avviso, le previsioni di pareggio del bilancio pubblico per il 2011 rimarranno sulla carta. Anzi, si potrebbe innescare un circolo vizioso tra misure finanziarie restrittive e ulteriore riduzione della crescita.
Per sostenere il potere d'acquisto dei redditi da lavoro e da pensione e risolvere l'impasse in cui il Governo ha coinvolto le stesse parti sociali, l'Esecutivo dovrebbe, da un lato, elevare l'inflazione programmata al 2 per cento, livello massimo compatibile con il mandato della BCE - posto che il livello previsto è troppo basso per essere credibile e potrebbe generare conflittualità, incertezze e ritardi nelle negoziazioni salariali - dall'altro innalzare le detrazioni fiscali sui redditi da lavoro e da pensione per un importo medio di 250 euro, corrispondente ad un punto di inflazione per un reddito di 25.000 euro all'anno.
Invece, non solo non vengono previste misure di questa natura, ma si aumenta la pressione fiscale che, nel quadro programmatico, rimane significativamente al di sopra degli andamenti tendenziali. Inoltre, si riducono le spese per investimenti, nonostante l'enorme deficit infrastrutturale di cui soffre il Paese, contrariamente a quanto sarebbe necessario per rilanciare l'economia.
Infatti, la correzione dei conti per l'anno 2009 avverrà attraverso un aumento della pressione fiscale e una riduzione delle spese in conto capitale.
In sostanza, le misure più incisive sono destinate a ridurre i servizi e a deprimere la crescita.
L'insieme di queste misure è stato esplicitato nel decreto-legge del 25 giugno 2008, n. 112 che, come indicato nello stesso DPEF, «anticipa nella sua parte sostanziale la prossima Legge Finanziaria e affianca e dà corpo al DPEF». Si riserva pertanto di valutare nel merito ciascuna di queste misure, alla luce degli effetti negativi che, con ogni probabilità, ne deriveranno sulle capacità operative dello strumento militare e sulle condizioni materiali di lavoro e di vita del personale militare.
Le Forze armate rappresentano una istituzione fondamentale per la sicurezza del Paese, ma al tempo stesso rappresentano anche un aggregato sociale all'interno del quale sono presenti numerose famiglie monoreddito e un numero sempre più elevato di redditi che tendono ad un livello medio-basso.
Ritiene pertanto estremamente grave che i citati profili problematici siano stati del tutto ignorati dal Governo, come dimostra il fatto che nel DPEF i problemi della sicurezza e della difesa non abbiano ricevuto la minima attenzione.

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Ciò è tanto più grave ove si consideri che le Forze armate stanno attraversando un momento assai complesso determinato dal difficile processo di riorganizzazione, conseguente all'adozione del modello professionale, e dalla partecipazione di migliaia di uomini e donne a missioni internazionali per la pace. Il fattore umano è l'elemento centrale di ogni strumento militare. Agli uomini e alle donne in divisa e alle loro famiglie quindi deve essere data serenità, garantendo loro condizioni di lavoro e di vita adeguate a quelle di un professionista inserito in una organizzazione efficiente e aperta alla società civile.
Una politica di attenzione seria verso le Forze armate dovrebbe garantire un quadro stabile di risorse finanziarie idoneo ad assicurare certezza ai programmi di investimento, adeguati standard di efficienza compatibili con i crescenti ritmi di impiego e adeguati livelli di formazione e addestramento del personale.
Gli uomini e le donne che scelgono la vita militare, hanno diritto inoltre a misure di protezione sociale che vanno dalla casa, alla certezza del lavoro, dalla possibilità di conciliare le esigenze del servizio con quelle della vita familiare e privata, al riconoscimento della specificità del servizio prestato al Paese.
Per tutte queste ragioni, quindi, ribadisce, anche a nome del suo gruppo, una valutazione negativa sul Documento in esame.

Salvatore CICU (PdL), nel ricordare come il Paese necessiti di interventi finalizzati al risanamento economico, concorda con la scelta del Governo di abbinare al DPEF una manovra finanziaria idonea a tradurre tempestivamente le indicazioni di principio in misure concrete.
Considerato che la sicurezza è un tema centrale per l'attuale Governo, si dichiara convinto che nell'arco della legislatura non mancheranno interventi specifici per il settore Difesa e Sicurezza.
Nel sottolineare la necessità di una valorizzazione della professione del soldato, attraverso il completamento del processo di professionalizzazione in atto, ritiene che il modo migliore per ringraziare le Forze armate sia quello di assumere un atteggiamento politico fattivo nell'ambito della Commissione, come avvenuto ad esempio nel corso della precedente legislatura, in occasione dello stanziamento di apposite risorse per la costruzione di asili nido nelle strutture militari.
In conclusione, nel condividere i traguardi fissati dal Governo e le iniziative previste in favore dei cittadini e delle imprese, per quanto riguarda le tematiche di interesse della Commissione Difesa, auspica in particolare che l'Esecutivo dia tempestiva attuazione all'ordine del giorno n. 9/1185/162, accolto dal Governo stesso nella seduta dell'Assemblea della Camera del 26 giugno scorso, relativo alla detassazione degli straordinari del personale del comparto Difesa e Sicurezza.

Marco BELTRANDI (PD) rileva preliminarmente una continuità negli obiettivi indicati nel DPEF rispetto a quelli fissati dal precedente Governo, che derivano dall'adempimento di vincoli comunitari. Ciò posto, pur esprimendo una valutazione critica sull'adozione da parte del Governo di un decreto-legge recante la manovra di finanza pubblica prima dell'approvazione parlamentare del DPEF, ritiene tuttavia che la procedura seguita in passato di indicare nel DPEF obiettivi che frequentemente non venivano realizzati sia ugualmente censurabile. A suo avviso, pertanto, il problema da affrontare con assoluta urgenza è quello dell'introduzione di una nuova disciplina di finanza pubblica che non escluda un eventuale rafforzamento dei poteri del Governo, ma che al tempo stesso accentui e dia sostanza al controllo parlamentare. Con riferimento al Documento in esame, osserva che l'introduzione di specifiche indicazioni programmatiche per il comparto Difesa e Sicurezza, come suggerito dal rappresentante del Governo, in mancanza di analoghe indicazioni per gli altri comparti di spesa, potrebbe creare degli squilibri nell'impostazione complessiva del Documento stesso.

Edmondo CIRIELLI, presidente e relatore, nel replicare all'osservazione del deputato

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Beltrandi, sottolinea come le indicazioni del sottosegretario Crosetto erano volte unicamente a ribadire nel parere che esprimerà la Commissione quanto affermato da Ministro della difesa nella seduta del 18 giugno scorso.

Roberto SPECIALE (PdL) osserva come i tagli di bilancio debbano essere effettuati con grande oculatezza, preservando in ogni caso le spese di esercizio, ossia quelle risorse che, incidendo sull'addestramento e sui mezzi, influenzano più direttamente la vita stessa del personale militare. Rammenta di aver guidato all'epoca del Ministro Andreatta un gruppo di lavoro incaricato di razionalizzare le risorse del dicastero della Difesa in vista delle nuove esigenze derivanti dal mutato quadro strategico. Pur riconoscendo le difficoltà con le quali il citato gruppo di lavoro dovette confrontarsi, ritiene tuttavia che soltanto attraverso un'adeguata valutazione dei singoli settori di spesa, come si fece in quella circostanza, possa consentire di giungere a degli effettivi risparmi, senza creare ripercussioni negative sul funzionamento della struttura militare. Infine, preannuncia alcuni rilievi critici in ordine alla disposizione contenuta all'articolo 79, comma 11, del decreto-legge, recante la manovra di finanza pubblica, in relazione alla facoltà riconosciuta all'amministrazione, anche nei confronti del personale militare, di risolvere il rapporto di lavoro nei confronti dei dipendenti che abbiano maturato almeno quaranta anni di anzianità contributiva.

Franco GIDONI (LNP), anche a nome del proprio gruppo, esprime una valutazione favorevole sul Documento in esame che si fonda sui due cardini del federalismo fiscale e della riduzione del peso dello Stato nell'economia, che hanno rappresentato i punti programmatici sui quali l'attuale maggioranza è stata premiata dagli elettori, soprattutto nel Nord Italia. Esprime altresì un giudizio favorevole in merito all'obiettivo di ricondurre il rapporto debito/PIL al di sotto del 100 per cento nei prossimi due anni, nonché sulle misure a favore dei ceti meno abbienti, già portate all'attenzione del Parlamento con separati provvedimenti. Nel rilevare come l'obiettivo più ambizioso del Documento in oggetto consista nel ridurre di un quarto le spese dell'Amministrazione centrale dello Stato, ritiene tuttavia che non sia sostenibile una riduzione sensibile del rapporto tra spese per la funzione difesa e PIL, in considerazione degli impegni che le Forze armate sono chiamate ad assolvere in ambito internazionale. Ricorda, peraltro, come dalle dichiarazioni del Ministro della difesa, rese nel corso della sua recente audizione davanti alle Commissioni Difesa di Camera e Senato, sia emersa l'esigenza di una razionalizzazione della spesa, testimoniata, tra l'altro, dal rapporto numerico squilibrato esistente tra talune categorie di personale. Infine, nel rilevare come nel Documento in esame non vi siano indicazioni programmatiche sulla spesa relativa al comparto Difesa e Sicurezza, concordando con le osservazioni del deputato Speciale, ritiene opportuno inserire nel parere che la Commissione si appresta a deliberare una specifica osservazione in merito all'esigenza di salvaguardare le spese di esercizio del citato comparto.

Francesco Saverio GAROFANI (PD), ricordando gli impegni assunti dal Ministro della difesa in merito all'obiettivo di elevare il rapporto tra funzione difesa e PIL, esprime forti perplessità in merito alla effettiva possibilità di realizzare tali impegni. Pertanto, condividendo le osservazioni del sottosegretario Crosetto, manifesta, anche a nome del suo gruppo, preoccupazioni per i contenuti della manovra adottata dal Governo.

Ettore ROSATO (PD) ritiene che il DPEF avrebbe dovuto occuparsi della questione dello sviluppo, che appare prioritaria rispetto a tutte le altre, dal momento che l'Italia presenta una crescita inferiore rispetto a quella degli altri Paesi dell'area euro. La manovra finanziaria adottata dal Governo riguardo alla difesa, invece, si limita esclusivamente a disporre dei tagli

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senza porsi il problema di come questi ultimi possano migliorare la crescita del sistema economico.

Edmondo CIRIELLI, presidente e relatore, presenta una proposta di parere favorevole con una osservazione, che illustra (vedi allegato 1).

Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD) nel preannunciare, anche a nome del suo gruppo voto contrario sulla proposta di parere del relatore, presenta una proposta alternativa di parere (vedi allegato 2).

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Edmondo CIRIELLI, presidente e relatore, in conseguenza dell'approvazione della sua proposta di parere, dichiara preclusa la proposta alternativa di parere della deputata Villecco Calipari.

La seduta termina alle 11.