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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 6 marzo 2024

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


   DELLA VEDOVA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   a partire dal 2014 (prima aggressione della Russia all'Ucraina), ben 33 esponenti del regime di Vladimir Putin sono stati insigniti di onorificenze della Repubblica Italiana; nello stesso periodo, molti di loro sono stati sottoposti a sanzioni internazionali per il loro indiscusso sostegno alla guerra in Ucraina;

   dopo la seconda aggressione della Russia all'Ucraina (24 Febbraio 2022), l'allora Ministro Luigi Di Maio istituì una Commissione ad hoc, presso la Farnesina, per l'espletamento delle procedure di revoca «per indegnità» di tali onorificenze;

   con due decreti del 9 maggio 2022 (pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 25 maggio 2022), il Presidente della Repubblica ha revocato «per indegnità» quattro delle suddette onorificenze, attribuite ai seguenti cittadini russi: Mikhail Mishustin (Primo Ministro della Federazione Russa), Denis Manturov (Ministro dell'Industria e del commercio), Andrey Kostin (Presidente della banca russa VTB) e Viktor Evtukov (Segretario di Stato della Russia);

   con tre decreti dell'8 Agosto 2022 (pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 20 agosto 2022), il Presidente della Repubblica ha revocato «per indegnità» altre dieci onorificenze della Repubblica Italiana assegnate a esponenti del regime russo;

   risultano ancora insigniti di onorificenze della Repubblica i seguenti cittadini russi, coinvolti a vario titolo con il regime di Putin: Alekseev (Alekseyev) Mikhail (due onorificenze); Berezkin Gregory (due onorificenze); Dynkin Alexander; Karimova Inga; Kazikaev Valery; Kijko Mikhail; Korolev Oleg; Galitsky Sergey; Mikhelson Leonid (due onorificenze); Paramonov Aleksej (due onorificenze); Peskov Dmitry; Sechin Igor; Sedykh Anatoly; Shlenkina Elena; Tinkov Oleg; Torkunov Anatoly; Trotsenko Roman; Usmanov Alisher; Verozub Mikhail (due onorificenze);

   fra chi compare nell'elenco, solamente l'imprenditore Oleg Tinkov si è espresso pubblicamente contro l'aggressione russa all'Ucraina;

   Aleksei Navalny, storico oppositore del regime di Putin, scampato a un tentativo di avvelenamento nell'agosto 2020, poi arrestato nel 2021 al suo ritorno a Mosca, è stato sottoposto a processi farsa, condannato a 19 anni di reclusione, trasferito in una colonia penale in Siberia, è stato ucciso in carcere il 16 Febbraio 2024;

   in particolare, Dmitry Peskov, portavoce del Presidente della Russia Vladimir Putin, Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana dal 4 Ottobre 2017, quotidianamente rilascia dichiarazioni a sostegno dell'invasione criminale dell'Ucraina e nell'occasione della morte di Navalny ha minacciato di ritorsioni chiunque avesse partecipato ai funerali tenuti il 1° marzo 2024;

   se intendano adottare le iniziative di competenza ai sensi dell'articolo 5 della legge 3 marzo 1951, n. 178, al fine di proporre il completamento delle revoche delle onorificenze attribuite, a partire dal 2014, a esponenti della «nomenklatura» del Cremlino, a cominciare da Dmitry Peskov e con la doverosa eccezione di Oleg Tinkov nonché ad avviare le procedure per il conferimento dell'onorificenza dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana – ai sensi dell'articolo 4 della legge 3 marzo 1951, n. 178 – a esponenti dell'opposizione democratica al regime di Putin, attualmente reclusi nelle carceri russe.
(4-02464)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VACCARI e SIMIANI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il 30 gennaio 2024 il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ha emanato un decreto che regolamenta l'attività di pesca sportiva e ricreativa con il palangaro con il quale si riduce da 200 a 50 il numero complessivo degli ami dei palangari presenti a bordo e/o calati da ciascuna unità da diporto e si introduce il divieto di utilizzo dei verricelli salpa-reti elettrici o collegati a motori termici;

   una scelta unilaterale, ad avviso degli interroganti, considerato che le disposizioni precedenti erano in perfetta sintonia con le direttive comunitarie e le indicazioni della scienza. Peraltro, essendo un metodo di pesca fortemente selettivo, la pesca col palangaro si effettua con limitati consumi energetici ed è molto rispettosa delle risorse che si stanno sfruttando;

   il provvedimento è stato emanato senza un adeguato coinvolgimento del Parlamento e in assenza di un dialogo o concertazione preventiva con le parti e associazioni interessate;

   la pesca sportiva, nelle sue diverse articolazioni, rappresenta uno spaccato sociale che si coniuga con la storia e le tradizioni del nostro Paese e che coinvolge decine di migliaia di appassionati, difensori strenui dei nostri mari e della biodiversità –:

   se non ritenga di adottare iniziative di competenza volte a modificare il decreto ministeriale del 30 gennaio 2024 che modifica le misure tecniche per la pesca sportiva e ricreativa con il palangaro ripristinando le precedenti disposizioni.
(5-02116)

Interrogazione a risposta scritta:


   BRUZZONE. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il decreto ministeriale 30 gennaio 2024 contenente «Misure tecniche per la pesca sportiva e ricreativa con il palangaro», pubblicato sul sito del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste in data 29 febbraio 2024, contiene misure drastiche di riduzione del numero di ami consentiti per la pesca ricreativa effettuata con il palangaro (o palamito), da 200 a 50 ami per imbarcazione, e il divieto di utilizzo del verricello elettrico per questo attrezzo;

   il palangaro è uno strumento di antichissima tradizione, utilizzato da sempre nella pesca ricreativa, diffusissimo sulle coste italiane, altamente selettivo e che consente un prelievo di risorsa ittica del tutto sostenibile;

   a parere degli interroganti, il decreto è stato adottato senza che sussista alcun fondamento scientifico legato all'impatto che l'attrezzo in oggetto, nel numero di ami consentito dalla legislazione italiana, ha sulla risorsa ittica;

   la drastica riduzione al numero di ami imposta con il decreto, per imbarcazione e indipendentemente dal numero delle persone a bordo, impedisce di fatto l'esercizio della pesca ricreativa con lo strumento del palangaro anche nella sua componente sociale;

   la pesca con il palangaro è un sistema di pesca ricreativa ammesso dalla legislazione italiana e non ha nulla a che vedere con il fenomeno della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata;

   il corretto uso del palangaro non ha nulla a che vedere con i legittimi interessi della pesca professionale ma va ricondotto all'effettivo impatto sulla risorsa ittica;

   il suddetto decreto ministeriale, a parere degli interroganti, penalizza i pescatori ricreativi rispettosi delle regole che vengono, senza motivazione, impediti nell'esercizio della propria attività;

   inoltre, il decreto non ha efficacia sul contrasto alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, fenomeno trasversale a tutte le categorie di pescatori, che va combattuta con i controlli e non con la penalizzazione di chi già rispetta le regole –:

   se non ravvisi la necessità di revocare un provvedimento che risulta discrezionale, illogico e contraddittorio nella motivazione, per consentire la pesca ricreativa con il palangaro nei limiti già esistenti per questo tipo di attività non professionale.
(4-02456)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, per sapere – premesso che:

   in data 5 gennaio 2021 la Sogin s.p.a. (Società gestione impianti nucleari) ha pubblicato la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (cosiddetta Cnapi), che individua le zone idonee alla realizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e il parco tecnologico, al fine di permettere lo stoccaggio in via definitiva dei rifiuti radioattivi di bassa e media attività;

   in data 13 dicembre 2023 il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica ha pubblicato sul proprio sito istituzionale l'elenco delle aree presenti nella proposta di Carta nazionale delle aree idonee, che individua in 51 zone (dalle iniziali 67) dove realizzare in Italia il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e il parco tecnologico, al fine di permettere lo stoccaggio in via definitiva dei rifiuti radioattivi di bassa e media attività, elaborata dalla Sogin, sulla base delle osservazioni della consultazione pubblica e del seminario nazionale, condotti dopo la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee, e approvata dall'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin);

   tra le attuali 51 zone individuate ne sono annoverate ancora alcune che ricadono nell'agro dei comuni di Altamura e Matera;

   ad oggi non è dato sapere le ragioni delle esclusioni dalla CNAI di alcune aree (16) e la conferma delle altre (51), tenuto conto che molte delle aree confermate, per esempio tra la Puglia e Basilicata, come possibili siti per lo stoccaggio e fatte oggetto di osservazioni inviate da enti e comitati alla Sogin, presentano le stesse caratteristiche e le stesse criticità di quelle che risultano, invece, escluse;

   in data 13 ottobre 2023, invece, si è conclusa, con il rilascio di «9 raccomandazioni, 10 suggerimenti e 1 buona pratica», la missione ARTEMIS (Servizio di revisione integrata per la gestione, smantellamento e bonifica dei rifiuti radioattivi e del combustibile esaurito), gestita da esperti internazionali, i quali hanno ritenuto: «Prioritaria la necessità di accelerare i tempi per l'approvazione del Programma Nazionale 2023, che prevede lo smaltimento geologico, come destinazione finale del combustibile esaurito e dei rifiuti ad alta attività radioattiva. L'invito è a rivedere, ove necessario, il calendario per l'attuazione del Programma Nazionale, confermando che sia effettivamente realizzabile; dovranno altresì essere assicurate le necessarie tempistiche per le valutazioni di sicurezza che la SOGIN dovrà predisporre e l'ISIN verificare ai fini del rilascio dell'autorizzazione alla realizzazione del Deposito nazionale»;

   solo qualche mese fa, la Sogin comunicava ufficialmente di voler costruire un unico deposito, in sopraelevazione, in cui allocare, insieme, scorie di prima, seconda e terza categoria, mentre adesso si indica la necessità di utilizzo di un deposito geologico interrato, almeno per le scorie più pericolose;

   a fronte della sopravvenuta prescrizione dello smaltimento geologico dei rifiuti più pericolosi, non si può continuare a ritenere potenzialmente idonee aree in origine individuate per l'indifferenziato stoccaggio di superficie, senza che vi sia traccia di un approfondimento istruttorio;

   il territorio murgiano – esteso dall'altopiano delle Murge sino alle Gravine – è ubicato nel Parco dell'Alta Murgia e nel parco naturale Terre delle Gravine. In particolare il Parco dell'Alta Murgia ospita ben cinque geositi candidati ad entrare nella rete mondiale dei Geoparchi Unesco, ovvero le Cave di Bauxite, la Cava Pontrelli, la Grotta di Lamalunga, il Pulo di Altamura e il Pulicchio di Gravina;

   la comunità murgiana ha operato delle scelte, in ordine alle sue linee di sviluppo, valorizzando specificità produttive, paesaggistiche, ambientali, archeologiche e antropologiche che le caratterizzano: dalle produzioni tipiche, alle aree trofiche del Falco Grillaio, dall'antico tracciato della Via Appia alle antiche masserie fortificate;

   vi è opposizione da parte dell'ordine dei geologi della regione Puglia, per le seguenti criticità: la presenza di depositi permeabili per porosità sovrapposti a litotipi argillosi, impermeabili, che sostengono una falda superficiale a luoghi affiorante; la presenza di numerosi pozzi ad uso domestico e di sorgenti; l'interferenza con reticoli idrografici; la morfologia perimetrale con pendenza elevata in terreni facilmente erodibili;

   vi è stata una consultazione pubblica finalizzata a coinvolgere tutti i soggetti interessati nel processo di localizzazione del deposito nazionale e parco tecnologico nella prima fase della Cnapi e non risultano nuove consultazioni a seguito della previsione di un deposito geologico –:

   se il Ministro interpellato non ritenga opportuno avviare un'interlocuzione con la Sogin s.p.a., al fine di verificare se le aree della Cnai siano idonee alla realizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, a seguito della recente modifica del progetto che prevede un deposito geologico per le scorie interrato.
(2-00341) «L'Abbate, Cappelletti, Donno, Dell'Olio, Fede».

Interrogazione a risposta scritta:


   PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende la regione Abruzzo ha recentemente approvato il terzo lotto delle opere di difesa della costa a nord della foce del Torrente Calvano nel comune di Pineto;

   tale terzo lotto si differenzia molto rispetto alle previsioni del primo e del secondo lotto inserite nel piano di difesa della costa perché, invece di prevedere una barriera sommersa ad una distanza di 690 metri dal confine nord dell'area marina protetta Torre del Cerrano – definita nel piano la distanza minima per non compromettere la stabilità dell'area marina protetta – prevede sei setti di scogliere emerse lunghe ciascuna 90 metri, a 100 metri dalla riva e poste a solo 200 metri dal confine nord dell'area marina protetta;

   come denuncia anche il World Wide Fund for Nature ancora una volta si preferisce continuare ad intervenire sugli effetti dell'erosione e mai sulle cause, spendendo centinaia di migliaia di euro di fondi pubblici per interventi che non produrranno i risultati attesi;

   per lo stesso studio preliminare ambientale della regione, tali interventi avranno «un impatto di “alta significatività” ovvero un'interferenza elevata, caratterizzata da lunga durata o da una scala spaziale estesa, non mitigata/mitigabile, in alcuni casi irreversibile»;

   si prevede infatti un arretramento della linea di riva di 18 metri nel tratto a nord dell'area marina protetta Torre di Cerrano, che si cercherà di mitigare con ripascimenti nell'area di rispetto del Torrente Calvano che avranno un costo di circa 700.000 euro ogni anno;

   anche l'area marina protetta Torre di Cerrano ha espresso un motivato parere negativo sul progetto, che peraltro presenterebbe una documentazione molto lacunosa che non offriva valutazioni esaustive neppure sugli impatti ricadenti nella Zona Speciale di Conservazione «Torre del Cerrano» della Rete Natura 2000 tutelata dall'Unione europea, dall'Italia e dalla stessa regione Abruzzo;

   la mancanza di approfondimenti mette seriamente a rischio la linea di costa perché la realizzazione di tali barriere produrrà certamente effetti erosivi in altre parti del litorale;

   anche le associazioni di categoria Balneatori associati pineto e Nuova associazione pinetese albergatori sono intervenute sull'argomento chiedendo maggiore chiarezza, dialogo e condivisione degli obiettivi;

   la scelta di escludere tale opera dalla procedura di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale e quindi di non approfondire gli studi per un intervento che prevede un effetto così importante sull'area marina protetta Torre del Cerrano è, ad avviso dell'interrogante, errata e, con il tempo, potrebbe portare a risultati contrari alle esigenze del territorio e dannosi;

   il progetto annunciato per il terzo lotto risulta dunque totalmente difforme rispetto alle indicazioni del piano di difesa della costa adottato dal consiglio regionale e, recentemente modificato per l'area di intervento con una insolita delibera di giunta e non di consiglio;

   si ricorda che con decreto ministeriale 21 ottobre 2009 del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze, è stata istituita l'area marina protetta denominata «Torre del Cerrano» –:

   di quali ulteriori elementi disponga il Ministro interrogato e quali iniziative di competenza intenda assumere per escludere che i lavori previsti dal terzo lotto delle opere di difesa della costa a nord della foce del Torrente Calvano nel comune di Pineto approvato dalla regione Abruzzo possano determinare impatti negativi sulla zona speciale di conservazione «Torre del Cerrano» della Rete Natura 2000, anche adoperandosi, in raccordo con la regione Abruzzo, affinché si sviluppino maggiori e più approfonditi studi sull'impatto ambientale dell'opera prima dell'avvio dei lavori.
(4-02455)

CULTURA

Interrogazione a risposta orale:


   DORI. — Al Ministro della cultura, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nonostante nel corso degli ultimi anni quasi trenta Paesi europei e molti altri Paesi nel mondo abbiano già proibito totalmente o parzialmente l'uso di animali nei circhi, in qualunque forma di spettacolo, la normativa italiana di settore non ha mai subìto rilevanti variazioni in tal senso;

   un primo importante passo avanti era stato ottenuto con la legge delega 22 novembre 2017, n. 175, recante disposizioni in materia di spettacolo e deleghe al Governo per il riordino della materia che aveva disposto all'articolo 2, comma 4, lettera h), la «revisione delle disposizioni nei settori delle attività circensi e degli spettacoli viaggianti, specificamente finalizzata al graduale superamento dell'utilizzo degli animali nello svolgimento delle stesse». Tuttavia, la disposizione non aveva avuto concreta attuazione;

   con la nuova legge delega 15 luglio 2022, n. 106 è stata data una ulteriore e nuova opportunità per superare definitivamente l'uso degli animali nelle attività dei circhi;

   secondo quanto definito dalla nuova legge delega di riforma in materia di spettacolo, il Governo aveva 24 mesi per adottare i decreti legislativi per riordinare la materia;

   con il successivo decreto Milleproroghe del 2022, convertito, con modificazioni, della legge 24 febbraio 2023, n. 14, è stata poi prevista una proroga temporale che ha spostato al 18 agosto 2024 il termine entro cui il Governo debba adottare i decreti legislativi che tuttavia, ad oggi, non sono stati ancora portati in Consiglio dei ministri;

   la vigente normativa non appare più in linea con la mutata sensibilità collettiva e con la graduale presa di coscienza della necessità del superamento della tradizionale ottica di utilizzo degli animali per puro divertimento;

   sono ormai svariati gli esponenti di diverse realtà, associative, accademiche e non solo, che denunciano a gran voce la crudeltà e la valenza diseducativa degli animali presenti nei circhi; a questi si affianca la stessa opinione pubblica: un recente sondaggio della DOXA conferma che la stragrande maggioranza degli italiani (76 per cento) è contraria agli animali nei circhi, senza differenze significative di età, area geografica e orientamento politico e che il 79 per cento si è dichiarato favorevole a destinare i fondi pubblici attualmente devoluti ai circhi con animali, a quelli che non ricorrono all'uso di animali;

   secondo il Rapporto 2017 dell'istituto di Ricerca Censis commissionato da LAV, i circhi che coinvolgono attualmente gli animali nella loro attività stanno attraversando una grave crisi economica. La riconversione di questo settore sarebbe, pertanto, urgente anche per poter dare un futuro occupazionale diverso e senza animali ad un settore altrimenti destinato alla scomparsa;

   quanto previsto dalla legge delega sarebbe pertanto la prima occasione utile per mettere in pratica un principio fondamentale introdotto nel 2022 all'articolo 9 della Costituzione che al secondo comma recita: «La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali»;

   fra i principali frequentatori degli spettacoli circensi ci sono le famiglie con figli minorenni;

   il 22 agosto 2023 il «Comitato sui diritti dell'infanzia», istituito dalla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, ha approvato il Commento generale n. 26 che, al punto 35, afferma: «i bambini devono essere protetti da ogni forma di violenza fisica e psicologica e dall'esposizione alla violenza, come la violenza domestica o la violenza inflitta agli animali» –:

   se i Ministri interrogati non intendano dare quanto prima attuazione alla legge 15 luglio 2022, n. 106 prevedendo l'abolizione di ogni forma di finanziamento di attività circensi con presenza di animali, stabilendo un divieto dell'utilizzo degli animali negli spettacoli e la conseguente riconversione del settore circense e individuando la migliore destinazione possibile per gli animali che hanno operato in quelle strutture.
(3-01045)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta orale:


   PAVANELLI e FEDE. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto si apprende a mezzo stampa, i negoziatori di Parlamento e Consiglio Ue hanno recentemente raggiunto un accordo politico sul regolamento per la progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili, una proposta della Commissione europea di fine marzo 2022 nell'ambito del pacchetto per l'economia circolare;

   la proposta prevede alcune misure come il divieto di distruzione dei vestiti invenduti, l'introduzione di requisiti minimi per la progettazione ecocompatibile di molti prodotti sul mercato e l'introduzione del passaporto digitale per le informazioni, un'etichetta contenente informazioni sulla sostenibilità ambientale dei prodotti immessi nel mercato unico europeo;

   con riferimento a quest'ultimo strumento, l'articolo 8 del testo stabilisce gli elementi che la Commissione deve precisare negli obblighi di informazione in relazione al passaporto digitale del prodotto, ad esempio le informazioni da inserire e i soggetti che possono accedere a tali informazioni. Gli articoli da 9 a 11 stabiliscono le disposizioni necessarie per l'attuazione del passaporto del prodotto. Più nel dettaglio, l'articolo 9 stabilisce i requisiti generali relativi al passaporto del prodotto. L'articolo 10 definisce i requisiti essenziali per la progettazione tecnica e il funzionamento del passaporto del prodotto. L'articolo 11 stabilisce le norme relative agli identificativi univoci dell'operatore e del sito; l'approvando regolamento contiene numerose prescrizioni a carico degli Stati membri come si evince – tra gli altri – dal considerando n. 86 («se gli Stati membri decidono di ricorrere a incentivi, per premiare i prodotti con le prestazioni migliori tra quelli per i quali sono state stabilite classi di prestazione mediante atti delegati adottati in applicazione del presente regolamento»), dal considerando n. 90 («Affinché le specifiche di progettazione ecocompatibile siano oggetto di opportuni controlli su scala adeguata, gli Stati membri dovrebbero stilare un apposito piano d'azione che indichi i prodotti o le prescrizioni che il presente regolamento individua come prioritari ai fini della vigilanza del mercato e le attività previste per ridurre la non conformità dei prodotti rispetto alle specifiche di progettazione ecocompatibile»), nonché dal considerando n. 101 («È dunque necessario che gli Stati membri prevedano nel diritto nazionale sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive per il mancato rispetto del presente regolamento»);

   inoltre, l'articolo 19 stabilisce una serie di misure che gli Stati membri e la Commissione sono tenuti ad adottare per aiutare le PMI nell'attuazione generale del regolamento e dei futuri atti delegati. Tali misure comprendono orientamenti, assistenza finanziaria e attività di formazione;

   il ricorso allo strumento del regolamento europeo consente l'elaborazione di prescrizioni dirette per tutti gli operatori, garantendo così la necessaria certezza del diritto e la possibilità di realizzare un mercato pienamente integrato in tutta l'Unione europea assicurando che gli obblighi siano attuati contemporaneamente e nello stesso modo in tutti i 27 Stati membri –:

   quali misure siano già state attuate o programmate, nell'interesse delle imprese, che vadano nella direzione dell'approvando regolamento per la progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili;

   quali interventi, in termini di incentivi e di sostegno all'innovazione tecnologica delle imprese, intenda il Governo porre in essere per anticipare le misure contenute nel citato regolamento nell'ottica di una sua imminente entrata in vigore.
(3-01046)

Interrogazione a risposta scritta:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la vicenda dell'ex Ilva, a 12 anni dall'intervento della magistratura e dal conseguente commissariamento, continua a generare preoccupazione e tensioni sociali;

   con l'annuncio di una nuova amministrazione straordinaria, che pone fine alla gestione di ArcelorMittal, le imprese dell'indotto, e segnatamente quelle del territorio tarantino, risultano nuovamente esposte a rischi tali da comprometterne la continuità, con un eventuale gravissimo pregiudizio per i lavoratori coinvolti;

   secondo le ultime stime, infatti, tali imprese vantano crediti nei confronti di Acciaierie d'Italia superiori a 120 milioni di euro;

   il ricorso all'amministrazione straordinaria del 2015 costò all'indotto tarantino circa 150 milioni di euro, corrispondenti a crediti vantati e non riscossi;

   con il decreto-legge n. 9 del 2024, attualmente in fase di conversione in legge, il Governo ha adottato una serie di misure minime di salvaguardia delle aziende e dei relativi lavoratori;

   nel corso dei numerosi incontri tra il Ministro del made in Italy e i rappresentanti dell'indotto di Taranto e le parti sociali, è emersa la volontà del Governo di garantire le posizioni creditizie delle aziende coinvolte tramite la cessione dei medesimi crediti pro soluto a istituti bancari con l'intervento di Sace;

   tale opzione, però, secondo le indiscrezioni emerse da una delle ultime riunioni tra le parti, pare essere sempre meno percorribile;

   da organi di stampa, infatti, si apprende che gli istituti bancari coinvolti avrebbero annunciato il rifiuto di acquisire i crediti dell'indotto poiché Sace si sarebbe «sfilata dall'operazione», facendo in sostanza mancare le necessarie garanzie;

   occorre sottolineare che le aziende dell'indotto, circa 150 per un totale di oltre 2.000 lavoratori, rappresentano una importante quota dell'economia dell'area e, in mancanza di interventi mirati al saldo dei suddetti crediti, il rischio di una crisi economica, sociale ed occupazionale sarebbe elevatissimo –:

   se e quali iniziative intendano adottare per garantire il saldo dei crediti vantati dalle imprese dell'indotto degli stabilimenti siderurgici dell'ex Ilva di Taranto.
(4-02463)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nel luglio 2018 sono stati avviati i lavori relativi all'adeguamento ed ammodernamento in sede e in variante con costruzione della quarta corsia sull'Orimini Superiore tra Taranto e Martina Franca, la realizzazione di rotatorie per migliorare la viabilità e delle aste di penetrazione a Martina Franca, per un costo complessivo dell'intervento pari a 36 milioni di euro;

   il termine di completamento dei lavori della strada statale 172 «Dei Trulli», è stato più volte prorogato da Anas in qualità di stazione appaltante e da ultimo fissato a gennaio del 2024;

   nel frattempo continuano i disagi per l'intera area, considerato che la strada statale 172 rappresenta un'arteria viaria fondamentale per il collegamento tra la Valle d'Itria e la città di Taranto;

   nel tratto di 4,5 chilometri interessato dai lavori, infatti, gli automobilisti sono costretti a percorrere un tragitto a corsia unica, quotidianamente percorso da mezzi pesanti, con tutto ciò che ne consegue in termini di fluidità del traffico e viabilità;

   tale tratto di strada rappresenta un serio pericolo per la sicurezza degli utenti e difatti, con preoccupante frequenza, si registrano incidenti anche mortali;

   il lento procedere dei lavori e lo stato di perenne cantiere rappresenta anche un forte danno economico per il territorio e d'immagine per un'area a forte richiamo turistico –:

   se intenda fornire informazioni con riguardo all'attuale stato dei lavori e alle motivazioni alla base dei continui ritardi;

   se intenda intraprendere iniziative, per quanto di competenza, al fine di consentire il definitivo completamento delle opere nel minor tempo possibile.
(5-02111)


   FRIJIA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge n. 109 del 2018 ha previsto misure regolatorie e di sicurezza per porre rimedio alla tragedia avvenuta con purtroppo tristemente noto crollo del Ponte Morandi, anche al fine di prevenire il ripetersi di analoghe tragedie;

   in attuazione dell'articolo 14 del citato decreto-legge è stato emanato il decreto ministeriale n. 204 del 2022 di adozione delle linee guida di classificazione per i ponti esistenti, al fine di assicurare «l'omogeneità della classificazione e gestione del rischio, della valutazione della sicurezza e del monitoraggio dei ponti, viadotti, rilevati, cavalcavia e opere similari, esistenti lungo strade statali o autostrade gestite da Anas S.p.A. o da concessionari autostradali»;

   l'importanza di tali linee guida è indicata anche in relazione all'ambito di applicazione particolarmente esteso che prescinde dalla natura giuridica dell'ente che gestisce il ponte da monitorare in quanto esse «sono adottate anche in relazione ai ponti, viadotti, rilevati, cavalcavia e opere similari esistenti lungo infrastrutture stradali gestite da enti diversi da Anas S.p.A. o da concessionari autostradali»;

   le suddette linee guida esplicitano la finalità di prevenzione laddove prevedono «una procedura per la gestione della sicurezza dei ponti esistenti, ai fini di prevenire livelli inadeguati di danno, rendendo accettabile il rischio»;

   per ponti e viadotti si intendono «le costruzioni, aventi luce complessiva superiore ai 6.0 metri, che permettono di oltrepassare una depressione del terreno o un ostacolo, sia esso un corso o uno specchio d'acqua, altro canale o via di comunicazione o una discontinuità naturale o artificiale»;

   come si evince dalla citata definizione, non vi è alcuna distinzione tra i ponti in relazione al materiale di costruzione. Tuttavia, nella descrizione delle tipologie si apprende che i ponti e viadotti considerati possono essere in calcestruzzo, calcestruzzo armato o acciaio;

   in una norma adottata per prevenire tragedie sul crollo di un ponte ricostruito in acciaio, non vengono, di fatto, disciplinate le procedure di verifica, sorveglianza e monitoraggio (ossia le fasi 2 e 3 delle linee guida) per i ponti in acciaio che, come bene sanno gli addetti ai lavori, sono costruiti sulla base di strutture tenute tramite bulloni che rappresentano, sostanzialmente, i punti critici per le verifiche di sicurezza;

   in particolare, nell'allegato delle linee guida vengono indicati i ponti e al punto 7.4.2, relativo alle ispezioni straordinarie, viene indicato un generico onere di verifica: «prove di serraggio bulloni», senza indicare specificamente quali prove devono essere fatte e su quanti/quali bulloni vanno esperite, con il rischio di verifiche e monitoraggi superficiali;

   le ispezioni, qualora non comprendessero il 100 per cento dei bulloni e non si svolgessero con modalità tecniche adeguate, rischierebbero di risultare inutili, posto che un problema anche su una percentuale ridotta del totale dei bulloni presenti potrebbe portare a criticità sull'intera struttura;

   un'ulteriore lacuna si riscontra nel punto 7.6.3, relativo ai monitoraggi: nonostante lo stato dell'arte della tecnologia sia molto avanzato, non si prevede l'installazione di bulloni muniti di sensori che renderebbero le ispezioni agevoli, meno costose e con possibilità di analisi costante e in tempo reale, tale da costruire un'analisi storica, soprattutto con riferimento ai punti più difficilmente raggiungibili;

   numerosi sono, infatti, i ponti in Italia localizzati in punti di difficile ispezione, come indicato nelle linee guida stesse, con la conseguenza che ciò genera un elevato rischio di incremento dei costi che in prospettiva potrebbero gravare sugli utenti –:

   se e quali iniziative di competenza, anche normative, il Governo intenda assumere per colmare le lacune esposte in premessa.
(5-02114)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARBAGALLO, IACONO, MARINO e PROVENZANO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la grave crisi del comparto agricolo in Sicilia, in particolare nella provincia di Catania, ha prodotto un grave calo dell'occupazione bracciantile ingigantita dal lavoro irregolare dei migranti e dal fenomeno sempre crescente del caporalato;

   Paternò è una città di circa 48.000 abitanti, ci sono oltre 500 lavoratori stranieri impiegati nel settore agricolo per la raccolta stagionale, circa 150 di questi trovano alloggio all'interno della baraccopoli «Ciappe Bianche» in condizioni igienico sanitarie allarmanti;

   nei giorni scorsi una delegazione della Cisl ha visitato la baraccopoli, tornando a chiedere con forza l'immediato trasferimento dei lavoratori in alloggi in cui siano assicurate condizioni di vita e di igiene adeguate;

   a Paternò lo scorso 4 febbraio è stato ucciso un lavoratore marocchino irregolare;

   dalle prime indagini svolte, sembrerebbe che ciò sia avvenuto ad opera di un connazionale per motivi legati a debiti di lavoro. Entrambi vivevano nella baraccopoli su citata;

   a fine febbraio 2024 il sindaco di Paternò ha firmato un'ordinanza di sgombero della baraccopoli, atto che fa seguito ad un controllo accurato svolto dai Carabinieri all'interno dell'area. Anche in seguito all'ordinanza sindacale di sgombero, si sono verificati in città ripetuti episodi di violenza;

   per ultimo, pochi giorni fa, un uomo nordafricano è stato accoltellato e ora è ricoverato in serie condizioni. Da quel che si apprende a mezzo stampa, è rimasto vittima di una spedizione punitiva con l'obiettivo di liberare l'immobile occupato;

   la violenza e l'intolleranza non possono continuare a dilagare, è urgente che le istituzioni intervengano in modo strutturale e integrato per la gestione di un fenomeno complesso, consolidato e massiccio nel comune di Paternò –:

   quali iniziative urgenti il Governo intenda assumere al fine di garantire ai lavoratori stranieri di Paternò adeguate condizioni di vita e lavoro nel rispetto della normativa vigente in materia di sicurezza sul lavoro e contrasto al caporalato.
(5-02115)

Interrogazioni a risposta scritta:


   CESA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi tempi si è registrato un aumento dei casi di violenza verbale e fisica nei confronti del clero nella regione Calabria;

   sono susseguiti episodi di minacce e atti intimidatori, in particolar modo nei confronti di don Giovanni Rigoli a Varapodio (RC), don Felice Palamara di Pannaconi (VV), don Francesco Pontoriero di Cessaniti (VV) e allo stesso Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, Mons. Attilio Nostro che, come riportato dai quotidiani locali in data 1 ° marzo 2024, ha rinvenuto un bossolo di pistola all'interno della cassetta delle lettere della curia;

   si ricorda inoltre che in data 2 marzo 2024 è stato trafugato nella chiesa di Santa Maria ad Nives a Bovalino (RC), un medaglione contenente il capello della Madonna Santissima e dal Tabernacolo dove erano custodite le ostie consacrate;

   questa situazione non solo mette a rischio l'incolumità dei sacerdoti coinvolti, ma mina anche la libertà religiosa e il diritto alla sicurezza delle comunità parrocchiali –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione e quali iniziative intenda intraprendere per garantire la protezione e la sicurezza del clero in Calabria, anche al fine di contrastare le organizzazioni criminali e le persone responsabili di queste intimidazioni e delle paventate sette dedite al satanismo le quali possono rappresentare un vero pericolo sociale.
(4-02453)


   STEFANAZZI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   sabato 2 marzo 2024 un uomo è stato ucciso a colpi di arma da fuoco in piazza Petracca, nel centro di Casarano, in provincia di Lecce, in pieno giorno e alla presenza di diversi cittadini, tra cui anche minori;

   la vittima è un noto pregiudicato che già nell'ottobre del 2019 fu oggetto di un agguato a colpi kalashnikov;

   tale omicidio, di palese stampo mafioso, segue una lunga scia di episodi efferati che negli ultimi anni hanno interessato il territorio della provincia di Lecce;

   alla luce di altri incresciosi fatti occorsi nel recente passato, la città di Casarano sembra essere, in modo particolare, uno degli epicentri delle nuove forme di organizzazione criminale sorte nell'area; in data 14 febbraio 2023, il sottoscritto interrogante ha rivolto un'interrogazione al Ministro in indirizzo (4-00473) per segnalare il sospetto dilagare di numerosi episodi incendiari di chiara origine dolosa nella provincia di Lecce, per lo più ai danni di veicoli, natanti e immobili di proprietà di aziende o imprenditori;

   in data 15 giugno 2023, il sottoscritto interrogante ha rivolto un'interrogazione al Ministro in indirizzo (4-01163), per segnalare un altro omicidio, frutto di un agguato con colpi d'arma da fuoco avvenuto a Squinzano il 13 giugno. Con la medesima interrogazione si evidenziava che «la recrudescenza di tali fenomeni non può che destare grande preoccupazione presso le comunità locali, anche perché la sistematicità di taluni episodi, occorsi soprattutto nell'area settentrionale del Salento, fanno sorgere l'inquietante sospetto di una forte volontà di riaffermazione di quei gruppi della criminalità organizzata di stampo mafioso che per decenni hanno operato sul territorio». Tali considerazioni, in virtù degli ultimi fatti, acquisiscono ancora più vigore;

   in data 15 gennaio 2024, infine, con una terza interrogazione rivolta al Ministro in indirizzo (4-02144) si richiamava l'attenzione su una serie di atti intimidatori verso alcuni amministratori locali del territorio salentino (tra cui la minaccia di «una pallottola vera nel cranio privo di cervello» del sindaco di Lecce);

   ad oggi, a nessuna delle interrogazioni richiamate è stata data risposta, mentre continuano a registrarsi nella provincia di Lecce episodi e fatti sempre più violenti e di chiara ispirazione mafiosa –:

   se e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere per contenere i fenomeni criminali di cui in premessa e contrastare l'evidente recrudescenza dei gruppi della criminalità organizzata sul territorio;

   se intenda provvedere all'immediata convocazione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, quale idonea sede di concertazione delle azioni più adeguate da intraprendere al fine di tutelare i cittadini e salvaguardare la serenità dell'intera comunità.
(4-02454)


   FARAONE. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 260 del decreto legislativo n. 217 del 2005, come modificato dal decreto legislativo n. 127 del 2018, ha stabilito che entro due anni dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo di cui all'articolo 8, comma 6, della legge 7 agosto 2015, n. 124, fosse bandito, tra gli altri, «il concorso, per titoli ed esami, a cinque posti per l'accesso alla qualifica di primo dirigente logistico-gestionale, riservato al personale inquadrato nell'istituita qualifica di direttore vicedirigente logistico-gestionale che abbia maturato complessivamente nove anni e sei mesi di effettivo servizio nel ruolo dei direttivi logistico-gestionali e nel ruolo dei funzionari amministrativo-contabili direttori del previgente ordinamento.»;

   il decreto dipartimentale n. 271 del 25 luglio 2022, ha bandito il suddetto concorso straordinario, e successivamente, con decreto del capo dipartimento n. 386 del 22 maggio 2023, il Ministero ha approvato la graduatoria finale, dichiarando vincitori i candidati utilmente collocati nella medesima graduatoria;

   la selezione dei vincitori avveniva sulla base dell'esame di determinati titoli e sullo svolgimento di due prove, una scritta ed una orale, conformemente a quanto disciplinato dal relativo regolamento del Ministro dell'interno emanato con decreto ministeriale luglio 2020, n. 106;

   con l'articolo 15, comma 31, del decreto-legge del 22 aprile 2023, n. 44, convertito dalla legge 21 giugno 2023, n. 74, l'organico dei primi dirigenti logistico-gestionali, di cui alla Tabella A allegata al decreto legislativo n. 217 del 2005, veniva implementato di sedici unità;

   l'amministrazione, anziché procedere allo scorrimento della graduatoria per la copertura (urgente) dei sedici posti previsti, emanava l'«Informativa per i direttivi che espletano funzioni logistico-gestionali e informatiche», sottoponendo, tra le altre, al consiglio di amministrazione, anche la proposta di graduatoria formulata dalla Commissione per la progressione in carriera, prevista dall'articolo 204 del decreto legislativo n. 217 del 2005, relativa allo scrutinio per merito comparativo per l'accesso alla qualifica di primo dirigente che espleta funzioni logistico-gestionali, con decorrenza 1° luglio 2023;

   la procedura si è recentemente conclusa con l'informativa n. 8189 del 5 febbraio 2024 e ha visto l'ammissione al corso di formazione di 16 funzionari selezionati secondo criteri in gran parte coincidenti con quelli già esaminati in sede di concorso straordinario, ma dando maggior peso – se non esclusivo – al criterio dell'anzianità di servizio, sistema di avanzamento ridimensionato sin dal decreto del Presidente della Repubblica n. 3 del 1957 e gradualmente eliminato dalle riforme della dirigenza di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 748 del 1972, decreto legislativo n. 29 del 1993 e decreto legislativo n. 165 del 2001;

   inoltre, nella griglia dei criteri predisposti per lo scrutinio, la categoria VII rubricata «Potenzialità di sviluppo professionale» ha portato, ad avviso dell'interrogante, all'attribuzione di ulteriore punteggio mediante una discrezionalità che appare totalmente slegata da indicatori stringenti e misurabili, basati su elementi oggettivi;

   a quanto consta all'interrogante, sembrerebbe che, all'esito della selezione, siano stati ammessi al corso di formazione dirigenziale i funzionari con maggiore anzianità di servizio, molti dei quali non avevano partecipato al concorso per una loro scelta personale (sette unità) e altri che, pur avendo partecipato, non sono stati giudicati idonei allo svolgimento delle funzioni (sei unità) –:

   se sia a conoscenza della situazione descritta in premessa, che all'interrogante appare in palese violazione dell'attuale disciplina di legge, con particolare riferimento alla necessaria prevalenza del merito e della giovane età;

   se intenda mantenere in vita la graduatoria ancora valida del concorso, com'è auspicabile, anche al fine di utilizzarla per coprire eventuali esigenze non solo dei dipartimenti del Ministero dell'interno ma anche di altri enti del comparto, in ossequio a principi di ottimizzazione delle risorse umane e finanziarie disponibili.
(4-02461)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   CONGEDO, MATERA e TESTA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riferito dagli organi di stampa risulterebbe, allo stato, un'ipotesi di fusione tra la Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti – CNPADC, istituita dalla legge 3 febbraio 1963, n. 100 che espleta senza scopo di lucro e con autonomia gestionale, organizzativa e contabile, nell'ambito dei principi di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, le funzioni di previdenza e assistenza a favore dei dottori commercialisti iscritti agli Albi professionali e dei loro familiari, e la Cassa nazionale di previdenza ed assistenza a favore dei ragionieri e periti commerciali – CNPR, ente previdenziale istituito dalla legge 30 dicembre 1991, n. 414;

   tale notizia, che peraltro si ripropone ciclicamente a distanza di anni, anche e soprattutto a causa delle difficoltà economiche e finanziarie in cui versa il bilancio della Cassa dei ragionieri (il cui disavanzo nonostante gli sforzi effettuati, permane consistenti) ove fosse confermata, oltre a non considerare, a giudizio dell'interrogante, gli importanti equilibri patrimoniali e finanziari raggiunti dalla Cassa dei dottori commercialisti, frutto della condotta e della lealtà contributiva che contraddistingue la categoria (unitamente all'oculata gestione che la governance ha saputo attuare nel tempo) non contempla quanto rilevato dalla Corte dei conti, che con la determinazione n. 131 del 21 novembre 2023, ha evidenziato come la soluzione di eventuali difficoltà della Cassa dei ragionieri non può gravare su un solo ente di previdenza giudicato virtuoso;

   in tale ambito, l'interrogante evidenzia che l'eventuale intenzione di procedere ad un percorso di riunificazione tra la Cassa di previdenza dei ragionieri e quella dei dottori commercialisti, non prende in esame peraltro l'esigenza di tutelare il risparmio previdenziale di quest'ultima categoria, oltre alla qualità dei servizi assistenziali finora resi dalla Cassa degli stessi commercialisti;

   a tal fine, l'interrogante rileva altresì che sia in considerazione della particolare rilevanza tecnica e contabile, sia delle conseguenti ricadute in termini di impatto finanziario sulle diverse gestioni coinvolte, appare fondamentale ribadire che ogni processo decisionale deve essere affidato all'autonomia delle parti interessate, la cui soluzione non potrà che avvenire in maniera specifica, attraverso interventi di natura pubblicistica che non possono essere posti a carico di una sola Cassa privata;

   in ragione delle suesposte osservazioni, a parere dell'interrogante, appare urgente e indifferibile che si chiarisca quali siano le intenzioni effettive da parte del Governo, con riguardo all'eventuale unificazione degli enti di previdenza in questione, considerato che a giudizio dell'interrogante, il paventato timore da parte della categoria dei dottori commercialisti non riguarda un mero interesse corporativo, quanto, come in precedenza esposto, la necessità di salvaguardare i regimi previdenziali della categoria, che presenta un trend profondamente differente rispetto a quella dei ragionieri, soprattutto con riferimento alle dinamiche demografiche e alle correlate implicazioni in termini di sostenibilità –:

   di quali elementi disponga il Governo circa l'ipotesi di una possibile unificazione tra la Cassa di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti con quella dei ragionieri e, in caso affermativo, se e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di evitare effetti penalizzanti sulla gestione della previdenza dei dottori commercialisti e sul sistema previdenziale della categoria.
(5-02112)


   SARRACINO, FOSSI, BONAFÈ, SIMIANI, GIANASSI, BOLDRINI, FURFARO e SCOTTO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   c'è forte preoccupazione tra i dipendenti PayCare di Siena, in quanto l'azienda ha bloccato il ricorso agli ammortizzatori sociali nonostante l'ingresso di una commessa che occuperà il sito per un anno ma non ha fornito rassicurazioni circa il futuro;

   in ragione di ciò le organizzazioni sindacali hanno promosso lo stato di agitazione e indetto un pacchetto di 80 ore di sciopero;

   la PayCare è chiamata a rispettare gli impegni occupazionali assunti in precedenza –:

   quali iniziative di fronte a tale elemento di novità il Governo intenda assumere per il pieno rispetto degli accordi già siglati e per offrire rassicurazioni sulla realtà di Siena e sulla salvaguardia degli attuali livelli occupazionali di PayCare.
(5-02117)

Interrogazione a risposta scritta:


   GHIRRA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   i dati Istat del Rapporto 2023 sull'occupazione hanno confermato il quadro anticipato nei mesi scorsi dal «Global Gender Gap Report 2022» del World Economic Forum secondo cui, proseguendo con questo trend, per superare il gender gap ci vorranno ancora 132 anni;

   nel nostro Paese il divario di genere sul fronte dell'occupazione è ancora grave: meno possibilità lavorative, tanto part time «involontario» e pensioni più basse, rappresentano gli ostacoli più grandi a una reale parità;

   i dati Istat 2023 attestano che negli ultimi dieci anni il numero delle lavoratrici è aumentato di quasi un milione e l'occupazione è salita dal 39 per cento al 42,2 per cento, ma confermano anche che, nonostante l'incremento del numero delle occupate in termini assoluti, arrivate a quota dieci milioni, il dato resta di molto inferiore alla media Ue e si attesta al 46,3 per cento; l'Italia resta, insieme a Malta e Grecia, uno dei Paesi europei con la più bassa componente femminile nell'occupazione;

   permangono ancora forti disparità territoriali fra il Nord e il Sud del Paese: le regioni del Centro e del Nord si piazzano tutte al di sopra del tasso medio italiano di occupazione femminile (51,1 per cento nel 2022, 53 per cento a gennaio 2023), il Trentino-Alto Adige ha un tasso di occupazione femminile del 66,2 per cento, il più alto in Italia e in linea con la media Ue (65 per cento); situazione opposta nel Sud: in Campania, Calabria e Sicilia il tasso di occupazione femminile precipita intorno al 30 per cento, a lavorare è una donna su tre;

   questi dati riflettono le statistiche ufficiali: in queste regioni anche il tasso di occupazione maschile è sensibilmente inferiore rispetto alle regioni del Nord, data la maggiore incidenza della disoccupazione in generale; nelle province di Messina, Napoli e Caltanissetta il tasso di disoccupazione della popolazione fra 15 e 64 anni è sopra il 20 per cento, cioè quasi il triplo del tasso nazionale;

   per quanto riguarda la Sardegna, i dati raccontano di una situazione difficile anche in relazione ai numeri dell'occupazione maschile, posto che nell'isola nel 2022 si è attestata al 63 per cento, il dato peggiore dopo Sicilia, Calabria e Campania; l'occupazione femminile è al 46,7 per cento, 5 punti sotto la media nazionale e la Sardegna è l'unica regione del Sud in cui tra il 2019 e il 2022 il tasso di occupazione femminile ha registrato una flessione (-0,6 per cento), dato tanto più significativo se sol si pensa che il calo è avvenuto nello stesso periodo in cui, di contro, l'occupazione maschile è cresciuta del 2,9 per cento;

   considerato che le cause del permanente divario vengono ravvisate da alcuni studiosi nei gap infrastrutturali del Mezzogiorno, dalla rete ferroviaria e autostradale, per arrivare agli ospedali e all'edilizia scolastica: il lavoro al Sud resterebbe indietro rispetto al Nord perché strutturalmente indietro e trascinato dal ritardo nei tassi di crescita del Pil;

   superare i divari territoriali e di genere sono due delle sfide cruciali imposte dal PNRR nell'ambito del quale è stata elaborata la «Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026» con cinque priorità (lavoro, reddito, competenze, tempo e potere);

   peraltro, in tutto il Paese le donne percepiscono stipendi di gran lunga più bassi – a parità di mansioni – dei loro colleghi maschi, pari a circa il 30 per cento; il reddito medio delle donne iscritte agli ordini professionali si ferma a 24.871 euro contro i 45.052 dei colleghi, il 45 per cento in meno –:

   quali iniziative di competenza si intenda intraprendere al fine di garantire pari opportunità lavorative e stipendiali alle donne nonché per porre rimedio alla insostenibile situazione di divario in ambito lavorativo esistente fra le regioni del Sud e quelle del Nord.
(4-02457)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta orale:


   DORI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro della difesa, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   durante la crisi pandemica da COVID-19, nel triennio 2020-2022 sono state indette procedure straordinarie per l'arruolamento a chiamata diretta di personale militare medico e infermieristico per le Forze armate;

   il personale reclutato mediante tale procedura, pur non fornito di rapporto d'impiego e prestando servizio attivo per la durata della ferma, ha ricevuto «il trattamento giuridico ed economico dei parigrado in servizio permanente»;

   il personale è stato subito messo a disposizione di varie tipologie di strutture pubbliche e private, fra cui ospedali, Rsa, infermerie di caserme, hub vaccinali, drive through della Difesa;

   il personale ha supportato le ASL e gli enti militari nel corso della campagna vaccinale e, per sopperire alla mancanza di personale militare negli enti dove venivano assegnati, è stato disponibile a partecipare a corsi di formazione, anche per mansioni non di competenza;

   le operazioni in cui è stato coinvolto questo personale sono state capillari e diffuse su tutto il territorio nazionale, risultando, come tutti i sanitari, a costante contatto con il virus;

   il 27 aprile 2023, alla presenza del Presiedente della Repubblica e dei Ministri della difesa e della salute, è stata consegnata la medaglia d'oro al merito della sanità pubblica alle Bandiere delle Forze armate per «il significativo sforzo profuso dagli operatori sanitari, che impiegati presso le strutture sanitarie e mettendo spesso a repentaglio la propria incolumità fisica, con grandissima dedizione, spirito di servizio, e deontologia professionale, hanno supportato il Servizio sanitario nazionale attraverso la costituzione di ospedali da campo e garantito l'esecuzione ed elaborazione dei tamponi antigenici e molecolari a supporto della campagna vaccinale nazionale» e «per la molteplicità ed incisività degli interventi eseguiti dai propri uomini e mezzi che, con encomiabile spirito di sacrificio ed incondizionato impegno, intervenivano, consapevoli dei particolari rischi connessi, in ambito nazionale e internazionale ed in concorso con il sistema di protezione civile e con gli organismi istituzionali preposti, direttamente presso gli ospedali e in numerose attività di supporto per il trasporto sanitario di urgenza di pazienti in imminente pericolo di vita»;

   la legge 30 dicembre 2021, n. 234 all'articolo 1, comma 268, ha previsto un piano di stabilizzazione per il personale medico, infermieristico e ausiliario assunto nel 2020 a tempo determinato durante il periodo della pandemia che ha prestato servizio presso un ente del sistema sanitario nazionale, del tutto similmente a quanto fatto nelle Forze armate;

   la disposizione fa però espresso riferimento solo agli enti del Servizio sanitario nazionale, causando di fatto l'esclusione del personale arruolato nelle Forze armate, con un'evidente discriminazione rispetto ai colleghi occupati nel Servizio sanitario nazionale;

   il 30 giugno 2023 tali operatori sanitari di cui al decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, dopo un servizio continuativo che per alcuni è durato anche 36 mesi, sono stati congedati, senza alcun riconoscimento del lavoro svolto al servizio del Paese;

   va infine precisato che al personale reclutato nelle Forze armate per l'emergenza Covid, in mancanza di un rapporto di impiego, non è spettato alcun trattamento di fine servizio, o indennità di disoccupazione, secondo le norme dettate dal Ministero dell'economia e delle finanze con nota prot. 66489 del 2 agosto 2013 e allo stesso personale, secondo le disposizioni del codice dell'ordinamento militare di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, non spettano nemmeno le riserve dei posti nelle procedure consensuali, in quanto non rientrano in nessuna categoria espressamente citata nello stesso –:

   se i Ministri interrogati, anche con iniziative di natura normativa, intendano riconoscere e valorizzare il servizio svolto dal personale militare infermieristico e medico arruolato durante l'emergenza COVID-19, quale titolo di riserva e/o di preferenza nelle procedure concorsuali di accesso al pubblico impiego.
(3-01047)

Interrogazioni a risposta scritta:


   RUBANO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   come si evince dal portale della società Leucopetra Spa, la stessa nasce da un accordo tra il comune di Portici e il consorzio AMI (Azienda Multiservizi) di Imola;

   dal febbraio 2005, l'intero pacchetto azionario è detenuto dal comune di Portici. Nel 2006 viene modificato lo statuto sociale che, pur prevedendo l'obbligo che il capitale sociale sia a maggioranza di proprietà pubblica, apre all'ingresso di altri soci. Attualmente, sono soci della Leucopetra Spa il comune di Portici, che detiene il 99 per cento del capitale sociale, ed i comuni di San Sebastiano al Vesuvio e di Massa di Somma, che detengono ciascuno lo 0,5 per cento del capitale sociale;

   alla presidenza del consiglio di amministrazione della Leucopetra Spa è stato nominato il dottor Raffaele Borrelli;

   sul portale «Amministrazione Trasparente» della Leucopetra Spa non risulta, ad oggi, pubblicato il curriculum vitae del dottor Borrelli, ma semplicemente una dichiarazione di «insussistenza cause di incompatibilità-inconferibilità» dell'incarico;

   a tal proposito, si evidenzia che nelle dichiarazioni di «insussistenza cause di incompatibilità-inconferibilità», per gli altri titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo della Leucopetra Spa, – ad eccezione, tra questi, di Borrelli – emerge anche la dichiarazione «di non essere parente o affine, entro il secondo grado, di sindaco, assessori o consiglieri comunali del comune di Portici, del comune di San Sebastiano al Vesuvio e del comune di Massa di Somma»;

   il dottor Raffaele Borrelli è il padre del dottor Davide Borrelli, consigliere comunale in carica del comune di Portici;

   inoltre potrebbe sussistere l'ipotesi che il dottor Raffaele Borrelli possa essere inquadrato tuttora come dipendente pubblico, avendo lavorato quale funzionario amministrativo presso una pubblica amministrazione (al momento il suo curriculum vitae non risulta in pubblicazione) –:

   quali iniziative di competenza, anche di carattere ispettivo, il Ministro interrogato intenda porre in essere in ordine ai rilievi sopra evidenziati con riguardo alla nomina conferita.
(4-02458)


   RUBANO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da notizia di stampa (www.metropolisweb.it dell'8 dicembre 2023) che il Ministro dell'economia e delle finanze ha disposto l'invio di due dirigenti dell'ispettorato generale dei servizi ispettivi di finanza pubblica presso il comune di Portici ai fini di una verifica amministrativo-contabile;

   nei mesi scorsi più volte le forze politiche territoriali di opposizione hanno evidenziato la possibile esistenza di anomalie in merito ad alcune modalità attuative da parte dell'amministrazione comunale;

   in particolare, tra le segnalazioni pervenute, ci sarebbe la nomina del nuovo presidente del consiglio di amministrazione della Leucopetra Spa (società di cui il comune di Portici è socio e detiene il 99 per cento del capitale sociale), per il quale sussiste l'ipotesi che possa essere inquadrato come dipendente pubblico avendo lavorato quale funzionario amministrativo presso una pubblica amministrazione. Lo stesso, inoltre, è padre di un consigliere comunale in carica presso il comune di Portici;

   con delibera n. 16 del 1° marzo 1994 erano stati definite le indicazioni e i requisiti, nonché gli eventuali fattori di incompatibilità, in merito a nomine e incarichi. Successivamente, con delibera n. 43 del 6 luglio 1999 furono inseriti alcuni accorgimenti e rivisti gli elementi relativi all'incompatibilità, preservando tutti quelli riguardanti la parentela fino al terzo grado; inoltre, la nomina del presidente del collegio dei revisori dei conti, presso il comune di Portici non sarebbe stata effettuata transitando per il consiglio comunale, organo deputato ad esprimersi per la nomina dello stesso, bensì attraverso una delibera di giunta comunale –:

   alla luce di quanto descritto in premessa, stante la modalità in cui sembrerebbe operare l'amministrazione comunale di Portici, nonché l'invio degli ispettori da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, se il Ministro interrogato non ritenga opportuno valutare l'eventualità di verificare le suddette nomine, al fine di accertare che si sia proceduto in linea con le normative vigenti.
(4-02459)


   RUBANO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 7 luglio 2022 il comune di Portici, con deliberazione di giunta comunale n. 136, approvava una delibera avente ad oggetto l'individuazione di un professionista preposto al supporto specialistico agli organi di direzione politica;

   più specificamente, l'amministrazione, al fine di conseguire l'obiettivo di una «adeguata gestione non solo amministrativa ma anche istituzionale», ha deciso di avvalersi della collaborazione di un professionista con le funzioni di supporto specialistico agli organi di direzione politica che recava alcune funzioni, tra cui: coordinamento delle relazioni pubbliche istituzionali; cura delle attività e dei procedimenti relativi alla rappresentanza, ai ricevimenti di autorità, all'organizzazione di incontri ufficiali; cura dell'agenda e degli appuntamenti, della corrispondenza particolare e riservata; cura delle attività connesse ai rapporti del sindaco con la giunta, con i gruppi consiliari, con i cittadini; supporto al sindaco per lo svolgimento delle sue funzioni di indirizzo e di controllo e coordinamento delle attività a supporto del sindaco nelle funzioni di competenza; partecipazione ai tavoli istituzionali; supporto agli organi di direzione politica per l'attuazione dei programmi strategici per l'ente; partecipazione su richiesta del sindaco, alle riunioni della giunta comunale per fornire il supporto nell'ambito delle funzioni di competenza; cura, per conto del sindaco, dei rapporti con gli organi istituzionali e con i singoli;

   in particolare, l'incarico presenta la durata di anni 3, eventualmente rinnovabile, e reca un corrispettivo economico di euro 35.613,72 annui;

   la delibera conferisce al dirigente risorse umane di procedere alla individuazione di una figura altamente professionale con cui procedere alla stipula di contratto di lavoro autonomo;

   la delibera stabilisce che il predetto incarico reca la durata di anni 3, eventualmente rinnovabile, e l'importo, corrisposto dietro presentazione di fattura come per legge, è pari ad euro 35.613,72 annui;

   tale documento è stato approvato dalla Giunta e, in particolare, dai seguenti nominativi:

    Vincenzo Cuomo (sindaco), Farroni Fernando (vicesindaco); Iacone Giovanni (assessore); Capozzo Maurizio (assessore); Liuzzi Mariarosaria (assessore); Minichino Maurizio (assessore); Giacometti Maria Luisa (assessore); Cirillo Maria Rosaria (assessore);

   successivamente l'assessore Maurizio Capozzo, che aveva approvato la delibera in oggetto, con la scadenza naturale dell'amministrazione cessava il proprio incarico e non veniva nuovamente confermato, quale assessore, dal sindaco Cuomo con l'inizio della nuova amministrazione;

   in data 22 luglio 2022, facendo seguito alla suddetta delibera di giunta, il dirigente risorse umane del comune, dottor Maurizio Longo, conferiva l'incarico in oggetto all'avvocato Maurizio Capozzo;

   si evidenzia che l'avvocato Capozzo, in qualità di assessore, aveva concorso all'approvazione della delibera che stabiliva lo stesso incarico che avrebbe assunto successivamente;

   la vicenda in oggetto potrebbe, a giudizio dell'interrogante, costituire un precedente presso altre amministrazioni che potrebbero, in maniera elusiva, individuare una sorta di «assessore aggiunto», gravando sul bilancio comunale –:

   se ai Ministri interrogati risultino i fatti esposti;

   quali iniziative di competenza, anche per il tramite dei Servizi ispettivi di finanza pubblica e dell'Ispettorato della funzione pubblica, intendano adottare per far luce sulla vicenda e se intendano altresì assumere iniziative di carattere normativo al fine di evitare che casi analoghi si ripetano con un aggravio per i bilanci comunali.
(4-02462)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   STEFANI. — Al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   nel report Istat «Le strutture residenziali socio-Assistenziali e socio-sanitarie- 1° gennaio 2022» pubblicato il 13 novembre 2023, si legge che «La dotazione di posti letto per anziani non autosufficienti è molto elevata nelle regioni del Nord, con valori che si attestano per il Nord-ovest a 28 posti letto ogni 1.000 residenti anziani e per il Nord-est a 31 posti letto ogni 1.000 residenti di pari età. Nelle altre ripartizioni la quota di posti letto destinata a questo target di utenza risulta nettamente inferiore e raggiunge il suo valore minimo al Sud con meno di sei posti letto ogni 1.000 residenti.»;

   soffermandosi sulle strutture dedicate agli anziani e andando a incrociare i dati Istat relativi all'invecchiamento della popolazione in Italia, ne scaturisce un quadro a dir poco preoccupante; dette preoccupazioni hanno trovato conferma anche nell'intervista rilasciata al quotidiano il Mattino di Padova il 5 febbraio 2024 dal presidente di URIPA Roberto Volpe, da cui emerge che nel 2050 gli ultraottantenni in Veneto saranno ben 640 mila, quasi doppio dei 370 mila presenti nel 2022. Nella stessa intervista si legge che nonostante i 32.500 posti letto presenti nelle RSA del Veneto, già oggi, tra le 4 e 5 mila persone sono in lista d'attesa per accedere alle strutture;

   i dati Istat ci dicono che in Italia, nel 2050, gli over 80 saranno 7.408.157, circa il 64 per cento in più rispetto al 2023, così suddivisi: 3.641.757 al nord (+63,65 per cento), 1.521.818 al centro (+59,88 per cento), 2.244.586 al sud e isole (+68,82 per cento) –:

   quali iniziative il Governo intenda attuare rispetto alla carenza di posti letto nelle RSA, alla luce dei dati Istat riportati in premessa;

   se non si convenga sulla necessità che il Governo sostenga economicamente le RSA, al fine di contenere il costo delle rette a carico dei nostri anziani;

   se e quali provvedimenti di competenza si intenda adottare al fine di evitare che in futuro la costruzione di RSA diventi un business solo per privati, di cui potranno usufruire solo gli anziani abbienti.
(5-02113)

Interrogazione a risposta scritta:


   VIETRI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il cardiochirurgo Enrico Coscioni, primario dell'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno e direttore del dipartimento di cardiochirurgia dell'azienda ospedaliera, è stato sospeso per un anno dalla professione medica;

   i carabinieri del nucleo antisofisticazione e sanità di Salerno hanno eseguito, questa mattina, un'ordinanza applicativa della misura cautelare interdittiva disposta dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Salerno, su richiesta della procura della Repubblica, nei confronti di Coscioni, braccio destro per la sanità del presidente della regione, Vincenzo De Luca, e di altri quattro sanitari in servizio presso la stessa azienda;

   secondo quanto si apprende da fonti di stampa, i professionisti, componenti dell'équipe chirurgica presieduta e coordinata dal primario e primo operatore, il dottore Coscioni, sarebbero indagati nell'ambito del decesso di un paziente sottoposto ad un intervento chirurgico di «sostituzione valvolare aortica con bioprotesi e rivascolarizzazione coronarica» il 20 dicembre 2021;

   in particolare, secondo l'impostazione accusatoria, che dovrà trovare conferma nei successivi gradi di giudizio, sul piano pre-operatorio, in violazione delle linee guida di settore, non sarebbe stato convocato il cosiddetto «Heart Team», che avrebbe dovuto prevedere le complicanze insite nell'intervento e orientare il trattamento verso una procedura di cardiologia interventistica piuttosto che verso un intervento cardiochirurgico; sotto il profilo strettamente operatorio, poi, l'inatteso riscontro da parte dell'équipe medica di una estesa calcificazione dell'aorta ascendente, avrebbe dovuto suggerire, secondo le linee guida, di sospendere l'intervento, cosa ignorata o sottovalutata;

   con riguardo all'ultimo profilo, l'ordinanza cautelare ha evidenziato che, concluso l'intervento di sostituzione valvolare aortica, l'équipe avrebbe dimenticato un lembo di garza di 8 centimetri e il paziente sarebbe stato fatto uscire dalla sala operatoria, nonostante potessero essere svolti ulteriori accertamenti necessari al rinvenimento della garza, e senza una corretta gestione delle consegne ai colleghi della rianimazione; nella documentazione sanitaria, peraltro, non vi sarebbe traccia della effettiva scansione temporale verificatasi in sala operatoria;

   alla luce di tali fatti, il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei cinque indagati applicando la misura interdittiva del divieto di esercizio della professione medica, inibendo loro ogni attività medica e tutte le attività ad esse inerenti, per la durata di dodici mesi a carico del primario Coscioni e di nove mesi a carico dei colleghi di équipe;

   nonostante il grave quadro accusatorio, Enrico Coscioni continua a ricoprire la carica di presidente dell'Agenas, ente pubblico non economico di rilievo nazionale ed organo tecnico scientifico del Servizio sanitario, nazionale –:

   in considerazione della gravità dei fatti esposti in premessa, se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, ritenga sussistano i presupposti per rimuovere o sospendere il dott. Enrico Coscioni dall'incarico di presidente dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, in attesa che il grave quadro indiziario ricostruito dal giudice venga accertato in giudizio.
(4-02460)

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Zinzi n. 4-02411 del 29 febbraio 2024.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta scritta Pagano Ubaldo n. 4-01526 del 6 settembre 2023 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-02111.