Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 22 novembre 2023

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:


   CASU, BRAGA, BARBAGALLO, BAKKALI, BONAFÈ, D'ALFONSO, DI BIASE, FORATTINI, FOSSI, FURFARO, GHIO, GIRELLI, GUERRA, LAI, MALAVASI, MARINO, MEROLA, MORASSUT, ORFINI, TONI RICCIARDI, ROGGIANI e ANDREA ROSSI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   si apprende dagli organi di informazione ed in particolare da un articolo de «Il Fatto Quotidiano» pubblicato in data 22 novembre 2023 di un episodio di cui si sarebbe reso protagonista il Ministro dell'agricoltura, Francesco Lollobrigida;

   secondo la ricostruzione della stampa, il Ministro viaggiava sul Frecciarossa 9519 Torino-Salerno in direzione Napoli poiché avrebbe dovuto partecipare ad una iniziativa istituzionale presso il comune di Caivano;

   per un guasto sulla linea dell'Av il convoglio in questione è stato dirottato sulla vecchia tratta Roma-Napoli, ma anche su questa un inconveniente tecnico avrebbe, come riportato dall'articolo di stampa, provocato un ulteriore accumulo di ritardo;

   il Ministro a bordo avrebbe dovuto prendere parte ad una iniziativa presso il comune di Caivano in provincia di Napoli, ma il ritardo accumulato non avrebbe consentito di potervi prendere parte in tempo;

   sempre in base alla ricostruzione di stampa, il personale di Rfi allertato dalla centrale operativa avrebbe autorizzato il capotreno ad una «fermata straordinaria» presso la città di Ciampino per consentire proprio al Ministro di poter essere agganciato dalla sua auto di servizio;

   in considerazione della presenza a bordo di centinaia di viaggiatori che avrebbero avuto ciascuno inderogabili esigenze personali per arrivare puntuali a destinazione, ad avviso degli interroganti, quanto accaduto è stato un oggettivo atto di arroganza non giustificabile;

   quotidianamente sulla rete di trasporto ferroviario, ordinaria e alta velocità, i viaggiatori fronteggiano ritardi, disagi e disservizi anche a causa della mancanza di finanziamenti previsti per potenziare il servizio e di interventi indispensabili a garantire la rapida esecuzione degli investimenti per diretta responsabilità dell'Esecutivo in carica –:

   se il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti risultino essere informati rispetto a quanto accaduto e quali iniziative di competenza intendano assumere per verificare quanto riportato in premessa, stigmatizzando e prendendo le distanze da un atteggiamento a parere degli interroganti di indiscutibile protervia da parte del Ministro Lollobrigida, mortificante per tutti i viaggiatori che usufruiscono della rete ferroviaria.
(3-00814)

Interrogazioni a risposta scritta:


   ASCARI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nel 2008, una villa confiscata a un boss della 'ndrangheta è stata assegnata al comune di Rozzano, in provincia di Milano. Dopo un periodo di inutilizzo, nel 2018, l'immobile è stato affidato alle associazioni Circola e Comitato Molise 5. Queste hanno gestito gli spazi esterni, contribuendo attivamente al tessuto sociale della comunità con attività e iniziative di valore, compresa la realizzazione di un giardino dedicato alle vittime della mafia;

   nonostante l'importante contributo sociale e la partecipazione attiva della comunità, il comune di Rozzano ha recentemente deciso di demolire l'immobile per realizzare progetti di housing sociale finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Tale decisione ha sollevato preoccupazioni e contestazioni da parte di cittadini e associazioni locali, in quanto:

    a) l'immobile è stato un punto di riferimento per attività comunitarie e sociali dal 2008;

    b) la demolizione e ricostruzione comporterebbero un'inevitabile interruzione delle attività sociali e un impatto negativo sulla memoria del lavoro anti-mafia svolto;

    c) non sono stati forniti studi di fattibilità che giustifichino la demolizione rispetto alla ristrutturazione;

    d) la decisione è stata presa senza un adeguato coinvolgimento e consenso della comunità e delle autorità competenti –:

   se il Governo sia a conoscenza della situazione e delle preoccupazioni sollevate dalla comunità di Rozzano;

   quali iniziative, per quanto di competenza e in raccordo con le amministrazioni locali interessate, si intendano intraprendere per assicurare il rispetto degli interessi e del benessere della comunità locale, nonché dei princìpi di giustizia sociale e memoria storica;

   se risulti la possibilità di rivedere la decisione di demolizione alla luce delle attività sociali e antimafia svolte, e considerare alternative che includano la ristrutturazione e la conservazione dell'immobile.
(4-01922)


   UBALDO PAGANO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   come risulta dalla relazione di sintesi delle attività predisposto dal Rup del comune di Crispiano (TA), con delibera Cipe del dicembre 2017 (n. 93) si assegnavano 12 milioni di euro al commissario straordinario per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto al fine di finanziare alcuni interventi prioritari per il completamento e l'integrazione del piano bonifiche di competenza del commissario stesso e che gli interventi da realizzare riguardano il territorio dei comuni di Crispiano, Massafra, Montemesola e Statte nella misura di 3 milioni di euro per gli interventi ricadenti in ciascun comune;

   tale somma è finalizzata al finanziamento di interventi definiti prioritari per il completamento e l'integrazione del piano bonifiche di competenza del commissario citato e riguarda il territorio di diversi comuni del tarantino;

   in particolare, 3 milioni di euro sono riservati al territorio del comune di Crispiano per il finanziamento dei «Lavori per la raccolta e lo smaltimento delle acque meteoriche nel centro abitato di Crispiano»;

   con decreto (n. 165 del luglio 2019) il Commissario provvedeva ad impegnare la somma di 3 milioni di euro a favore del comune di Crispiano per realizzare gli interventi richiamati sopra e, altresì, liquidava, a titolo di prima anticipazione del 10 per cento, la somma di 300 mila euro;

   a seguito della determinazione (n. 818 dell'ottobre 2020) di aggiudicazione dell'appalto dei servizi tecnici, si regolavano i rapporti con la società affidataria degli stessi e si provvedeva con delibera di Giunta comunale (n. 80 del maggio 2022) ad approvare il progetto esecutivo dell'importo di 3 milioni di euro;

   a seguito della stipula del contratto di appalto si regolarizzavano i rapporti tra la stazione appaltante (il comune di Crispiano), l'impresa appaltatrice e il mandante per un importo contrattuale totale (comprensivo degli oneri per la sicurezza) di euro 2.373.157,98;

   nel febbraio 2023, come da verbale, il direttore dei lavori dichiarava l'inizio concreto dei lavori e con determina del responsabile dell'area LL.PP. e manutenzione si pagava all'azienda appaltatrice, ai sensi della legislazione vigente, l'anticipazione del 20 per cento dell'importo contrattuale (522.094,75 euro);

   secondo la relazione predisposta dal Rup del comune di Crispiano, la quale riporta anche un riepilogo di sintesi dei pagamenti effettuati e il cronoprogramma finanziario, risulta che l'importo totale degli impegni sottoscritti alla data della presente relazione è di euro 2.835.899,42;

   sempre la relazione constata che la spesa effettivamente liquidata alla data della relazione è di euro 1.336.788,50 e poiché le somme pervenute a titolo di prima anticipazione (10 per cento dell'importo finanziato) ammonta a euro 300.000, residua una somma non liquidata di euro 1.036.788,50;

   si evidenzia che il comune di Crispiano con delibera di consiglio comunale n. 37 del 26 giugno 2020 ha approvato il piano di riequilibrio finanziario pluriennale, redatto in base alle linee guida della Corte dei conti con l'obiettivo di superare le condizioni di squilibrio rilevate;

   ad oggi il comune è ancora in attesa dell'approvazione da parte della apposita Sezione regionale della Corte dei conti –:

   se, considerato quanto esposto, e per quanto di competenza, non ritengano opportuno una verifica sugli adempimenti finanziari del commissario straordinario a seguito degli impegni assunti con decreto n. 165 del 2 luglio 2019 del commissario pro tempore, anche alla luce dei pagamenti effettuati dalla struttura commissariale in favore del comune di Crispiano e di altri comuni a seguito di relativa domanda di pagamento con allegazione della documentazione necessaria.
(4-01925)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

III Commissione:


   DELLA VEDOVA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   mentre la guerra di aggressione russa in Ucraina continua, tensioni si stanno accumulando in altre parti del continente europeo, tra cui nei Balcani occidentali;

   a conferma del fatto che tali tensioni rischiano di sfociare in un conflitto diffuso, gli effettivi della forza Nato in Kosovo (Kfor) sono saliti a 4.500 unità a seguito dei rinforzi giunti dopo i violenti scontri avvenuti lo scorso maggio 2023 a Zvecan (93 militari della Kfor feriti) e il 24 settembre 2023 a Banjska nel Nord del Kosovo, sulle cui indagini la Serbia ha promesso piena e incondizionata cooperazione;

   la visita del Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, nei Paesi della regione, inclusi Kosovo e Serbia, era tesa proprio a scongiurare un'escalation che portasse a maggiore instabilità nello scenario balcanico;

   visto l'interesse della Russia a indebolire il fianco Sud della Nato, fondamentale per la sicurezza dell'Europa, l'interesse europeo rimane quello di evitare che i Balcani occidentali diventino la nuova linea di confronto tra Mosca e Bruxelles;

   Kosovo e Serbia hanno entrambi dimostrato scarsa volontà d'impegnarsi in maniera costruttiva nell'attuazione dell'Accordo di Ohrid dello scorso marzo 2023, nonostante la mediazione condotta dalla diplomazia UE, con il sostegno degli USA;

   le istanze serbe nazionaliste e anti-kosovare rappresentano una costante della politica di Belgrado: va ricordato che la Serbia continua a negare non solo la statualità del Kosovo ma perfino l'esistenza stessa del popolo kosovaro;

   al vertice della Comunità politica europea a Granada del 5 ottobre 2023, l'Alto Rappresentante UE per la politica estera, Josep Borrell, ha esortato i presidenti del Kosovo, Vjosa Osmani, e della Serbia, Aleksandar Vucic, a ritornare al dialogo come sola via percorribile per la normalizzazione delle relazioni tra i due Paesi;

   vista l'attenzione che il Governo dichiara di avere per la stabilizzazione dell'area, l'assenza a livello politico adeguato dell'Italia all'incontro di Tirana del 16 ottobre 2023, tenutosi nell'ambito del Processo di Berlino, e che ha visto la partecipazione dei leader europei e dei Paesi balcanici con i vertici dell'Unione europea, risulta politicamente poco comprensibile –:

   se il Governo concordi sul fatto che l'aspirazione ad accogliere la Serbia nell'Unione europea in tempi rapidi non debba avvenire a spese della stabilità della regione, e dell'indipendenza del Kosovo in particolare, e quali passi intenda compiere per una ripresa del dialogo e una normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi.
(5-01646)


   BOLDRINI, PORTA, AMENDOLA, QUARTAPELLE PROCOPIO e PROVENZANO.— Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   quella dell'uso delle armi nucleari rappresenta una minaccia incombente sul futuro dell'umanità, anche tenendo presente che i due conflitti bellici di maggiore impatto in questo momento vedono impegnati anche Paesi, come la Russia e Israele, che posseggono armamenti nucleari;

   il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) è un pilastro importante della politica di disarmo nucleare, ma le sue ultime «conferenze di riesame» si sono concluse addirittura senza l'approvazione di un documento finale;

   il 7 luglio 2017 è stato adottato da una conferenza delle Nazioni Unite, su impulso dell'Assemblea generale, il trattato per la proibizione delle armi nucleari (Treaty on the Prohibition of Nuciear Weapons, TPNW) promosso da numerose associazioni della società civile internazionale raccolte nella rete ICAN (International Campaign to Abolish Nuciear Weapons) che ottenne per questo suo impegno nel 2017 il Premio Nobel per la pace;

   dopo il raggiungimento, nell'ottobre del 2020, della cinquantesima ratifica, il trattato TPNW è entrato in vigore il 22 gennaio del 20211 diventando, dunque, la prima norma internazionale volta a sancire l'illegalità delle armi nucleari. Attualmente il TPNW è stato firmato da 92 Stati e ratificato da 68 (in Europa da Austria, Irlanda, Malta, San Marino e Santa Sede);

   dal 21 al 23 giugno 2022 si è svolta a Vienna la prima riunione degli Stati parte del TPNW, alla quale hanno partecipato, in qualità di osservatori, tra gli altri, anche i rappresentanti di Paesi aderenti alla NATO, ovvero Belgio, Finlandia, Germania, Paesi Bassi e Norvegia, ma non ha partecipato l'Italia, nonostante la risoluzione n. 7-00766 approvata dalla Commissione affari esteri e comunitari nel corso della XVIII legislatura, il 18 maggio 2022, avesse chiesto al Governo, di valutarne l'ipotesi;

   dal 27 novembre al 1° dicembre 2023 si svolgerà a New York, presso la sede della Nazioni Unite, la seconda conferenza degli Stati parte del TPNW e in vista di questo appuntamento il 12 luglio 2023 la Commissione affari esteri e comunitari ha approvato all'unanimità la risoluzione 8-00021 che impegna il Governo, tra le altre cose «a considerare, in consultazione con gli Alleati, l'ipotesi di partecipare come Paese Osservatore» alla conferenza di New York –:

   se il Governo abbia deciso o meno di partecipare in qualità di osservatore all'appuntamento di New York, come segnale di attenzione verso l'obiettivo del disarmo nucleare e come segnale di impegno, pur non aderendo al momento al TPNW, verso gli obiettivi di assistenza alle vittime e di risanamento ambientale.
(5-01647)


   ONORI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nel tempo si è assistito ad una progressiva contrazione dei servizi resi dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale sul territorio estero, in ragione degli effetti della chiusura di alcune sedi e della riduzione del personale ivi operativo;

   la riduzione del personale ha condizionato l'operatività delle sedi, ove la mole di lavoro è cresciuta esponenzialmente, conducendo ad un'amplificazione degli oneri di servizio del personale a contratto di cui all'articolo 152 del decreto le Presidente della Repubblica n. 18 del 1967;

   in questo scenario si è consolidata la tendenza alle assunzioni di personale «precario», in particolare di cosiddetti digitatori, mediante agenzie interinali che provvedono alla contrattualizzazione dello stesso personale per conto delle sedi con contratti temporanei e remunerazioni talvolta irrisorie;

   il ricorso al personale interinale rappresenterebbe una procedura in deroga rispetto alle modalità di reclutamento previste dall'ordinamento della Farnesina;

   risulta all'interrogante che molte sedi diplomatico-consolari abbiano emanato «determine a contrarre» per la stipula di contratti con agenzie interinali per il reclutamento di personale temporaneo: spesso gli affidamenti sono stati anche «diretti», aumentando i tratti di opacità della predetta procedura;

   risulta altresì che la gestione finanziaria del contratto con l'agenzia interinale non afferisce alla sede centrale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, ma alla singola sede che dal proprio bilancio attinge le risorse per la contrattualizzazione del personale. Si evidenzia che una parte delle risorse destinate alle assunzioni del predetto personale sono quelle riassegnate ai sensi dell'articolo 1, comma 429, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 alle sedi consolari, dove sono state effettuate le domande di riconoscimento di cittadinanza italiana;

   i «digitatori», sebbene siano indirizzati al servizio di bonifica dell'Anagrafe degli Italiani all'estero, si trovano a svolgere mansioni tipiche degli impiegati di ruolo o del personale a contratto, in ragione della penuria di personale delle sedi estere;

   in una congiuntura internazionale dove è vitale garantire la sicurezza del sistema Paese, il ricorso a personale precario, gestito da soggetti terzi, destinato alla manipolazione di dati sensibili e ad azioni e servizi delicati, rappresenta un rischio particolarmente elevato;

   non è noto il numero esatto dei «digitatori» in servizio, né le risorse, destinate alla loro contrattualizzazione –:

   se non si ritenga opportuno orientare le risorse, attualmente destinate alla contrattualizzazione interinale, alla valorizzazione delle modalità ordinarie di reclutamento, così come alla valorizzazione del personale a contratto, disciplinato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967, nel contesto di un complessivo ridimensionamento della pericolosa tendenza in atto di massiccio ricorso della contrattualizzazione interinale.
(5-01648)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SARRACINO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   c'è forte preoccupazione per la decisione del Goethe Institut, paragonabile ai nostri Istituti di cultura all'estero, e finanziato dal Governo tedesco, di ridimensionare la propria sede di Napoli;

   suddetta sede ha già subito una serie di ridimensionamenti e tagli, con cambio di sede e riduzione del personale;

   l'ipotesi di un ulteriore ridimensionamento, con la presenza di un solo collaboratore invece degli undici attuali, rappresenta un atto che ferisce profondamente non solo la città ma anche le relazioni culturali tra i due Paesi;

   il Goethe Institut di Napoli ha svolto un ruolo fondamentale nell'offrire corsi di tedesco di alta qualità, esami di certificazione e una vasta gamma di eventi culturali che hanno arricchito la vita culturale e linguistica della comunità, contribuendo in modo significativo alla diffusione della lingua tedesca e alle relazioni interculturali tra Italia e Germania;

   vi sono in essere importanti progetti di collaborazione fra i germanisti italiani e il Goethe Institut di Napoli che hanno visto il coinvolgimento di un numero ragguardevole di ricercatori, tecnologi e operatori amministrativi degli enti di ricerca italiani –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo, per quanto di competenza, al fine di scongiurare la chiusura della sede di Napoli del Goethe Institut, in ragione di quanto riportato in premessa e per l'elevata valenza culturale che rappresenta per la città e per l'intero Mezzogiorno.
(5-01654)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   il 3 agosto 2023, con delibera n. 367/2023, l'Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) ha riconosciuto alla società Terna s.p.a., affidataria del servizio di trasmissione e dispacciamento dell'energia elettrica in ambito nazionale, un premio di 800 milioni di euro per i risultati di gestione documentati dalla stessa società nell'esercizio del sistema elettrico nazionale nel 2022;

   nella delibera si precisa che tale premio è inserito all'interno di un programma di incentivazione finalizzato alla riduzione dei costi di dispacciamento nel triennio 2022-2024, riduzione ricavata confrontando i costi di ogni anno con quelli dell'anno precedente. Il primo anno di applicazione, quello del 2022, tuttavia, non è stato confrontato con il 2021 ma con il 2019 e – secondo le motivazioni espresse dall'Arera – ciò ha comportato l'utilizzo di formule di attualizzazione particolarmente complicate, tanto da affidare il relativo calcolo alla stessa Terna, cioè al soggetto nei confronti dei quali sarà erogato il premio;

   da una ricostruzione dei costi di dispacciamento tenuta tramite la disponibilità online dei corrispettivi applicati alle bollette e pubblicati mensilmente da Terna nel corso dei due anni, non risulterebbe alcun risparmio per i consumatori, bensì un aggravio dei costi rispetto al 2019: in media annuale, il corrispettivo a copertura dei costi di dispacciamento applicato sulle bollette delle imprese e di cittadini è passato dagli 8,4 euro/MWh per il 2019 ai 9,6 euro/MWh per il 2022. Tenendo conto che il consumo annuo di energia elettrica sulla quale grava questo corrispettivo è di circa 290 TWh, il costo assoluto sarebbe cresciuto dai circa 2,5 miliardi di euro del 2019 ai circa 2,8 del 2022: un aumento di 300 milioni di euro, invece del risparmio di 2,2 miliardi di euro risultante dalle formule di attualizzazione ricevute da Terna e validato dall'Arera;

   il finanziamento del premio avverrà attraverso un corrispondente aumento dei corrispettivi di dispacciamento: pertanto cittadini ed imprese dovranno sostenere un ulteriore aumento dei costi sulle bollette, conseguente a «risparmi» di cui non avrebbero avuto alcuna evidenza nelle proprie bollette. Tutto questo nell'anno in cui i consumatori nel mercato elettrico hanno dovuto sobbarcarsi anche dei costi per il finanziamento del mercato della capacità, cosiddetta capacity market, avviato anch'esso nel 2022, per un importo complessivo di ulteriori 1,2 miliardi di euro;

   conseguentemente, equiparando i costi del nuovo mercato della capacità ai costi di dispacciamento, nel confronto tra il 2019 e il 2022, i consumatori avrebbero subìto una crescita dei costi di dispacciamento dai 2,5 ai 4 miliardi di euro: un aumento di 1,5 miliardi di euro contro un risparmio teorico, conseguente alle ricostruzioni fatte da Terna ed accettate dall'Arera, di 2,2 miliardi di euro nello stesso periodo;

   si tenga presente inoltre che il riconoscimento del premio è avvenuto in un momento di grande sofferenza per i consumatori a causa degli aumenti delle materie prime, in cui lo Stato ha fatto ogni sforzo possibile per contrastare gli effetti del caro gas conseguenti alla crisi Ucraina. Il pagamento del premio nei prossimi anni avverrà in un contesto di crescita dei costi delle bollette, sia per la tensione sui prezzi delle materie prime, sia per il ripristino degli oneri di sistema, sia per il finanziamento del mercato della capacità, quest'ultimo almeno fino al 2025;

   il capitale sociale di Terna s.p.a. ammonta a 442.198.240 di euro ed è rappresentato da n. 2.009.992.000 di azioni la cui prevalenza, con il 50,9 per cento, appartiene ad investitori istituzionali stranieri. Nella composizione degli azionisti italiani compare CDP Reti s.p.a., un veicolo di investimento, costituito nel mese di ottobre 2012, i cui azionisti sono Cassa Depositi e Prestiti spa – CDP – (59,1 per cento), State Grid Europe Limited – SGEL (35 per cento), società del gruppo State Grid Corporation of China, ed alcuni investitori istituzionali italiani (5,9 per cento). Il suo fatturato nel 2022 è stato di 2.965 milioni di euro. La configurazione societaria comporta che i dividendi societari per la massima parte vengono goduti da investitori esteri;

   il decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, sull'attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica, attribuisce al Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato, attualmente al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, il compito di provvedere alla sicurezza e all'economicità del sistema elettrico nazionale, e persegue tali obiettivi attraverso specifici indirizzi anche con la finalità di salvaguardare la continuità di fornitura e di ridurre la vulnerabilità del sistema stesso –:

   se siano a conoscenza di quanto esposto, se, per quanto di competenza, si ritenga opportuno fornire elementi in ordine alla congruità del premio riconosciuto a Terna s.p.a. rispetto ai corrispettivi sostenuti per il dispacciamento e, in particolare, se non si ritenga opportuno adottare iniziative di carattere normativo volte a rivedere il meccanismo del riconoscimento di premi finalizzato a promuovere la riduzione dei costi di dispacciamento.
(2-00277) «Cappelletti».

Interrogazioni a risposta scritta:


   GRIMALDI, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, EVI, FRATOIANNI, GHIRRA, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   da un articolo pubblicato sul sito de Il Fatto il 19 novembre 2023 si apprende che nel comprensorio Alpe di Mera-Scopello (VC) la società Monterosa2000 ha siglato un accordo, finanziato dalla regione Piemonte per 2,5 milioni di euro, per la realizzazione di un nuovo impianto di innevamento artificiale che andrà a prelevare l'acqua direttamente dal fiume Sesia, attraverso un sistema di prelievo costruito vicino allo storico ponte di Pila che porterà l'acqua nella stazione di pompaggio, dove è stato installato anche un nuovo compressore per l'aria e da qui lungo la pista Pianaccia fino al bacino di stoccaggio;

   secondo TechnoAlpin, società altoatesina del settore che ha fornito l'impianto e le lance sparaneve, il container mobile, provvisto di tre pompe sommerse, è in grado di prelevare una quantità di 400 cubi di acqua all'ora dal fiume Sesia (corrispondenti a 400 mila litri d'acqua all'ora);

   il comprensorio, costituito da 30 chilometri di piste, nel 2005 è stato rilanciato grazie a tre nuove seggiovie e all'impianto di neve programmata (in quota);

   il report NeveDiversa di Legambiente da qualche anno annovera tale impianto tra quelli sottoposti ad «accanimento terapeutico», ovvero impianti che per ragioni di carattere strutturale (sfavorevole esposizione delle piste, quota troppo bassa ecc.) e per ragioni di carattere storico (problemi legati agli investimenti, infrastrutture desuete, mancanza di risorse e altro) non riescono più a far fronte, se non con costanti investimenti in perdita, alle mutate condizioni climatiche;

   a dispetto di ciò, il progetto della società Monterosa2000 va a servire una pista, la Mera-Scopello, che parte da poco più di mille metri e arriva ai 700 metri di quota del paese, un'altitudine che, stante il cambiamento climatico, risente di temperature maggiori e precipitazioni nevose più rare;

   la suddetta opera risulta conclusa ed entrerà in esercizio con l'avvio della corrente stagione invernale;

   a inizio febbraio 2023, secondo i dati elaborati da Arpa Piemonte e condivisi con la regione, il fiume Sesia presentava l'80 per cento di acqua in meno e il mese di gennaio 2023 è stato il quinto più secco degli ultimi 65 anni, con la perdita di oltre mille milioni di metri cubi di acqua provenienti dalla neve. In quel periodo si è dovuto ricorrere alle autobotti per rifornire di acqua i comuni dell'Alta Valsesia e alcune frazioni di Valduggia e Quarona;

   l'approvvigionamento di acqua per uso agricolo era a rischio e difatti, in estate, l'agricoltura è andata in crisi, specialmente le risaie del Vercellese. Ad agosto 2023 il Consorzio Est Sesia ha dichiarato lo stato d'emergenza per siccità;

   come affermato dai glaciologi, le Alpi, nel 2022, hanno perso circa cinque chilometri cubi di ghiaccio che equivalgono a cinque miliardi di metri cubi di acqua e la preoccupazione, tra gli agricoltori, è che quando non ci saranno più i ghiacciai, l'irrigazione estiva dipenderà solo dalle precipitazioni;

   l'Italia ha una capacità di stoccaggio dell'acqua piovana di circa l'11 per cento, la Francia il doppio e la Spagna il 34 per cento –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere, viste le criticità riportate in premessa, affinché venga riconsiderato l'accordo di cui in premessa per la realizzazione di un nuovo impianto di innevamento artificiale che prevede un consistente e insostenibile prelievo d'acqua direttamente dal fiume Sesia e che rischia di determinare gravi problemi di approvvigionamento idrico per il comprensorio, e affinché venga rivalutata l'utilità di tale progetto;

   quali iniziative intenda adottare per ridurre gli sprechi di acqua e per favorire la trasformazione del sistema agricolo verso colture a minor consumo di acqua;

   quali iniziative intenda adottare affinché l'Italia incrementi notevolmente la propria capacità di stoccaggio dell'acqua piovana attraverso tecniche sostenibili quali la ricarica delle falde ed i piccoli bacini.
(4-01920)


   PAVANELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   con l'articolo 15-bis del decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4, è stato introdotto un meccanismo compensativo sul prezzo dell'energia con riferimento all'energia immessa in rete da impianti fotovoltaici di potenza superiore a 20 chilowatt;

   la citata norma differenzia tra impianti fotovoltaici che beneficiano di premi fissi derivanti dal meccanismo del Conto Energia, non dipendenti dai prezzi di mercato (articolo 1, comma 1, lettera a) e impianti alimentati da fonte solare, idroelettrica, geotermoelettrica ed eolica che non accedono ai meccanismi di incentivazione, entrati in esercizio precedentemente al 1° gennaio 2010 (articolo 1, comma 1, lettera b);

   ai fini della determinazione dell'onere dovuto, il Gse calcola la differenza tra il prezzo di riferimento indicato nella tabella di cui all'allegato I-bis al citato decreto con riferimento a ciascuna zona di mercato e il prezzo zonale orario di mercato dell'energia elettrica ovvero, per i contratti di fornitura stipulati prima del 27 gennaio 2022 che non rispettano le condizioni di cui al comma 7 del medesimo articolo, al prezzo indicato nei contratti medesimi (per gli impianti di cui al comma 1 lettera a) e per gli impianti di cui al comma 1, lettera b) da fonte solare, eolica, geotermica e idrica ad acqua fluente). Per i restanti impianti di cui al comma 1, lettera b), la differenza tra il prezzo di riferimento indicato nella tabella di cui all'allegato I-bis al decreto-legge n. 4 del 2022 è commisurata alla media aritmetica mensile dei prezzi zonali orari di mercato dell'energia elettrica, ovvero, per i contratti di fornitura stipulati prima del 27 gennaio 2022 che non rispettano le condizioni di cui al comma 7 del medesimo articolo, al prezzo indicato nei contratti medesimi;

   in applicazione del suddetto calcolo, qualora la differenza fosse positiva, il Gse eroga il relativo importo al produttore. Diversamente, qualora la predetta differenza fosse negativa, il Gse conguaglia o provvede a richiedere al produttore l'importo corrispondente (articolo 15-bis, comma 4);

   in applicazione del descritto meccanismo compensativo, Gse ha provveduto ad addebitare ai produttori la differenza sul prezzo dell'energia già corrisposto;

   le fatture conseguentemente emesse, aventi sovente importi molto significativi (fino a diverse centinaia di migliaia di euro) e termini di pagamento ravvicinati risultano economicamente del tutto insostenibili dalle imprese destinatarie;

   gli effetti particolarmente penalizzanti che derivano dall'applicazione del meccanismo compensativo gravante sugli extraprofitti generati da impianti Fer si pongono in contrasto con gli obiettivi di neutralità climatica assunti dall'Italia nell'ambito del Green Deal europeo –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle gravi ricadute sulle imprese determinate dall'applicazione del meccanismo compensativo sopra descritto;

   se non intenda adottare iniziative normative per eliminare ovvero per modificare i criteri di determinazione della tassazione sugli extraprofitti sulla produzione da impianti a fonti rinnovabili al fine di evitare possibili crisi economiche delle imprese coinvolte.
(4-01926)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:


   ASCARI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nel dicembre 2022, l'accordo tra la multiutility Iren, partecipata dai comuni di Genova, Torino e Reggio Emilia, e l'azienda idrica nazionale di Israele Mekorot ha sollevato serie preoccupazioni;

   Mekorot è stata inserita dall'Assemblea generale dell'ONU nell'elenco delle aziende che beneficiano dell'occupazione dei territori palestinesi. L'accordo tra Iren e Mekorot prevede uno scambio di know-how, con implicazioni etiche e legali rilevanti;

   l'azienda Mekorot è stata accusata di praticare politiche discriminatorie nell'accesso all'acqua nei territori palestinesi e di causare una crisi idrica a Gaza. Inoltre, l'accordo tra Iren e Mekorot sembra violare sia il codice etico di Iren che quello dei comuni soci riguardo ai diritti umani;

   cittadini, comitati locali e sindacati hanno espresso disapprovazione, e un gruppo politico ha presentato un esposto in procura contro il comune di Reggio Emilia –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dell'accordo tra Iren e Mekorot e delle preoccupazioni sollevate in merito alla violazione dei diritti umani nei territori palestinesi;

   quali siano gli intendimenti, per quanto di competenza, rispetto alle proprie responsabilità, in relazione al diritto internazionale e al rispetto dei princìpi etici e di giustizia sociale;

   quali iniziative, per quanto di competenza, intendano intraprendere per garantire la coerenza delle aziende a partecipazione pubblica con i codici etici nazionali e internazionali, in particolare con riferimento al trattamento dei diritti umani nei territori palestinesi, anche alla luce del dettagliato report pubblicato dall'Ong israeliana Who Profits, che ha evidenziato lo sfruttamento delle risorse idriche palestinesi da parte di Israele.
(4-01921)


   RUBANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   per quanto riguarda i veicoli a deducibilità limitata, di cui all'articolo 164, comma 1, lettera d), del Tuir, approvato con decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, ossia quelli non esclusivamente strumentali nell'attività dell'impresa e non adibiti ad uso pubblico, esiste un doppio limite di deducibilità delle spese di acquisto: un limite di deducibilità percentuale (in generale 20 per cento) e un limite al valore fiscalmente riconosciuto;

   le spese di impiego degli autoveicoli (ad esempio carburante, assicurazione, bollo auto, parcheggio, pedaggi autostradali, lavaggio, cambio gomme, e altro) hanno la stessa percentuale di deducibilità del veicolo a cui si riferiscono e non sono soggette a limite di importo, fatta eccezione per le spese manutenzione (tagliando, cambio gomme, e altro) che, ai sensi dell'articolo 102, comma 6, del Tuir, sono soggetti all'ulteriore limite di deducibilità del 5 per cento del costo complessivo di tutti i beni materiali ammortizzabili;

   ai sensi del medesimo comma 1, lettera b), dell'articolo 164, nel caso di veicoli utilizzati da soggetti esercenti attività di agenzia o di rappresentanza di commercio la percentuale deducibile del costo di acquisto è elevata all'80 per cento e il limite di costo fiscalmente riconosciuto è pari a 25.822,84 euro, la cui eccedenza è indeducibile. Anche gli interessi passivi sostenuti per finanziamenti contratti relativamente all'acquisto dei veicoli, nonché le spese d'impiego sono deducibili nella misura dell'80 per cento;

   per quanto concerne il regime Iva relativo all'acquisto di autoveicoli e ai costi ad essi connessi (esempio carburanti, manutenzione, componenti e ricambi), ai sensi dell'articolo 19-bis.1, comma 1, lettera c), del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, per gli agenti e i rappresentanti del commercio la detrazione è ammessa al 100 per cento;

   ritenendosi congrua la percentuale di deducibilità dell'80 per cento riservata alla categoria degli agenti e rappresentanti di commercio, giustificata da un uso prevalentemente professionale, pur riconoscendo un uso promiscuo e residuale del medesimo autoveicolo, il tetto di spesa di acquisto di 25.822,84 euro fiscalmente riconosciuto risulta, ad oggi, come segnalato da tutte le associazioni di categoria, incongruo e disallineato rispetto agli attuali prezzi di mercato degli autoveicoli, soprattutto verso quelli di interesse per i soggetti in questione, consideratone l'uso professionale che, tra l'altro, comporta una più frequente sostituzione del veicolo, viste le percorrenze annuali attestantesi ben sopra la media nazionale;

   si tratta di un valore bloccato e non interessato da alcuna rivisitazione da oltre 20 anni, la cui incongruità, corrispondente a 50 milioni di lire, appare ancor più evidente anche con la semplice consultazione degli attuali listini di vendita di qualunque casa automobilistica;

   si ritiene invece congruo che il limite di costo fiscalmente deducibile per gli agenti e i rappresentanti di commercio possa essere attualizzato alla cifra di 50.000 euro e, pur ipotizzandosi al riguardo un maggiore onere a carico dello Stato, lo stesso sarebbe bilanciato da un contestuale incremento di vendite, realizzandosi nella fattispecie un concreto incentivo all'acquisto di veicoli per la categoria interessata con, a seguire, un fisiologico aumento sia delle imposte indirette che di quelle dirette corrisposte anche dalle case automobilistiche –:

   se il Governo non ritenga opportuno adottare iniziative di competenza ai fini di un aggiornamento delle norme fiscali sulla deducibilità del costo di acquisto degli autoveicoli per gli agenti e i rappresentanti di commercio, in particolare innalzando il limite massimo di spesa deducibile oggi in vigore.
(4-01928)

FAMIGLIA, NATALITÀ E PARI OPPORTUNITÀ

Interrogazione a risposta orale:


   BONELLI. — Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   nella seduta del Consiglio comunale di Fiumicino (RM) dello scorso 20 novembre 2023 il consigliere comunale Roberto Feola di FdI nel suo intervento ha dichiarato che il patriarcato non è una malattia: «ho due figlie femmine ma non ho insegnato loro che il patriarcato è una malattia, perché non è una malattia», piuttosto un'estremizzazione politica;

   le parole di Feola sembrano minimizzare la gravità del pensiero patriarcale e della discriminazione di genere e sono pericolose, perché, arrivando da un rappresentante delle istituzioni, ad avviso dell'interrogante contribuiscono a perpetrare una cultura che è alla base della violenza contro le donne;

   nei giorni scorsi, sempre nella città di Fiumicino, la consigliera comunale di Fiumicino (RM) Paola Meloni, avendo chiesto chiarimenti su quali iniziative intendesse prendere il comune sull'erosione costiera, è stata apostrofata dal consigliere di maggioranza e delegato del sindaco al demanio, Massimiliano Catini, con le parole: «tacete che è meglio» e «a cuccia»;

   in nessun luogo questo linguaggio misogino può essere accettato e tantomeno da rappresentanti delle istituzioni, che sono sempre chiamati ad esercitare le proprie funzioni con disciplina ed onore, nel rispetto del principio sancito dall'articolo 54 della Costituzione –:

   se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritenga di dover adottare ogni iniziativa di competenza che possa consentire, con il coinvolgimento di tutte le istituzioni, il superamento delle condizioni che contribuiscono ad alimentare una cultura e un linguaggio spesso alla base della violenza di genere.
(3-00816)

GIUSTIZIA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro dell'interno, il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, per sapere – premesso che:

   l'interpellante conosce personalmente la vicenda di D., tre anni, neonato abbandonato, arrivato in ospedale con ipoglicemia e ipotermia, dimesso e quindi inserito e cresciuto in famiglia affidataria. È stato deciso, senza alcuna considerazione dei suoi sentimenti, sicurezze, continuità affettiva, esigenze connesse al suo superiore interesse, che debba essere strappato alla famiglia in cui è cresciuto, unico suo riferimento affettivo e «restituito» alla madre, a lui sconosciuta e che lo ha rifiutato prima che nascesse, abbandonandolo e mettendone a rischio la vita;

   la Corte di appello di Catania ne ha revocato l'adottabilità con provvedimento, ad avviso degli interpellanti, violativo di legge, mentre il bimbo era in affidamento preadottivo (l'articolo 21 della legge n. 184 del 1983 recita: «Nel caso in cui sia stato disposto l'affidamento preadottivo, lo stato di adottabilità non può essere revocato»); il suo riconoscimento materno è avvenuto violando anche l'articolo 11 della legge n. 184 del 1983 che così dispone: «intervenuta la dichiarazione di adottabilità e l'affidamento preadottivo, il riconoscimento è privo di efficacia»;

   D. nasce a Modica, il 4 novembre 2020; la madre, nascosta la gravidanza, lo partorisce nel wc esponendolo a rischio di impatto traumatico della testa contro la ceramica, di annegamento, di gravissime infezioni; lo consegna al compagno in un sacchetto di plastica, con il cordone ombelicale non clampato; questi ne simula il ritrovamento;

   il bambino sopravvive: dimesso, viene immediatamente (16 novembre 2020) collocato e poi affidato dal tribunale per i minorenni di Catania (decreto 20 novembre 2020) a coppia aspirante adottiva che lo accoglie, lo cresce amorevolmente come un figlio fino ad oggi;

   le forze dell'ordine convocano prima il padre – sedicente ritrovatore – che confessa; poi la madre, che pure confessa;

   il tribunale per i minorenni di Catania dichiara il bimbo adottabile con sentenza 20 novembre 2020 (definitiva il 20 dicembre 2020); ne dispone l'affidamento preadottivo presso la coppia affidataria con decreto 14 gennaio 2021;

   la madre lo riconosce il 16 gennaio 2021; il 2 marzo 2021 la madre appella la sentenza di adottabilità presso la Corte di appello di Catania;

   la Corte di appello di Catania accoglie l'appello con sentenza n. 1501 del 2021 del 16 giugno 2021 nonostante:

    a) l'appello non fosse ammissibile:

     i. in quanto proposto da una madre che tale non è, perché il suo riconoscimento è inefficace per legge (articolo 11, legge n. 184 del 1983);

     ii. la madre non fosse stata parte del procedimento precedente e non fosse legittimata a impugnare;

    b) la sentenza di adottabilità fosse divenuta definitiva (articolo 17, legge n. 184 del 1983);

    c) la sentenza non fosse più revocabile (articolo 21, legge n. 184 del 1983);

   gli affidatari preadottivi nulla hanno saputo del procedimento, né sono stati ascoltati in violazione dell'articolo 5, comma 1, legge n. 184 del 1983);

   il ricorso in Cassazione del tutore è stato dichiarato inammissibile sostanzialmente (sentenza 13 dicembre 2022 n. 36311/2022) per meri vizi di forma;

   il padre naturale è stato condannato a due anni di reclusione per abbandono di minorenne (sentenza tribunale di Ragusa, 11 aprile 2023), la madre è stata rinviata a giudizio con decreto Giudice per le indagini preliminari di Ragusa che ne ha disposto l'imputazione coatta. Con decreto del 1° aprile 2022, anche il Giudice per l'udienza preliminare di Ragusa ne ha disposto il rinvio a giudizio. Prossima udienza al 9 febbraio 2024;

   davanti al tribunale per i minorenni di Catania, revocata la sentenza di adottabilità, il procuratore della Repubblica ha presentato ricorso per l'adottabilità del minore (articolo 8, legge n. 184 del 1983: proc. il RGN 65/2021);

   il tribunale per i minorenni di Catania non ha deciso sulla adottabilità con sentenza (articolo 16, legge n. 184 del 1983), ha disposto invece, con tre decreti (28 dicembre 2022, 27 aprile 2023, 28 settembre 2023), la «restituzione del minore» alla madre, che il bimbo non ha mai visto, entro tre mesi, con l'intervento della forza pubblica;

   ciò è stato deciso in base a una Ctu, ad avviso degli interpellanti superficiale, che non ha considerato il bimbo (i periti non lo hanno incontrato), ignorando gli approfondimenti richiesti dalla procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni di Catania, oltre che dal tutore;

   gli affidatari preadottivi hanno presentato opposizione di terzo alla Corte di appello di Catania, chiedendo la sospensione dei provvedimenti interinali: la Corte di appello di Catania ha respinto la sospensione (decreto 20 luglio 2023), differendo al 23 aprile 2024; gli affidatari preadottivi hanno proposto un reclamo contro il provvedimento del 27 aprile 2023 e il procedimento è stato differito al 20 marzo 2024; il tutore ha proposto un reclamo contro il provvedimento del 28 settembre 2023 e il procedimento è differito al 20 marzo 2023; tali differimenti vanificano anche gli effetti di provvedimenti eventualmente positivi in quanto successivi alla data di esecuzione fissata al 28 dicembre 2023;

   gli interpellanti ritengono che nei procedimenti sussistano gravi anomalie: l'efficacia del riconoscimento materno in violazione di legge dopo l'affidamento preadottivo (articolo 11, legge n. 184 del 1983);

   la revoca della sentenza di adottabilità, in violazione di legge dopo l'affidamento preadottivo (articolo 21, legge n. 184 del 1983) e divenuta definitiva; la «restituzione» alla madre sotto processo penale per l'abbandono senza gli approfondimenti richiesti da procura minorile e tutore e senza che gli affidatari siano stati sentiti come previsto dalla legge;

   per gli interpellanti sussistono macroscopiche violazioni di legge, in dispregio del criterio del superiore interesse del minore che costituisce, anche ai sensi dell'articolo 3 della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, parametro inderogabile di giudizio;

   bisogna sottolineare il violento e illegittimo espianto del bimbo dalla situazione affettiva in cui è cresciuto, dopo essere stato partorito con modalità brutali e abbandonato alla nascita, per impiantarlo in situazione ignota, priva dei necessari approfondimenti, non considerando se risponda alle di lui esigenze o se lo getterebbe in un'ulteriore dimensione di abbandono, con pregiudizio gravissimo e irreparabile al suo migliore sviluppo psico-fisico, in violazione del disposto degli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione –:

   se, considerata l'estrema urgenza e gravità della vicenda, non si ritenga opportuno promuovere un'iniziativa ispettiva in relazione all'operato degli uffici giudiziari coinvolti sia dagli uffici dell'anagrafe che hanno consentito il riconoscimento;

   quali iniziative, per quanto di competenza, anche a carattere normativo, si intendano intraprendere per la tutela del diritto fondamentale del minore e della sua vita privata e familiare, sancita dall'articolo 8 della Convenzione EDU, avendo sia la Corte costituzionale sia la Corte di Strasburgo affermato sussistere vita privata e familiare indipendentemente dal legame biologico.
(2-00276) «Matone, Molinari, Bellomo, Cavandoli, Bof, Furgiuele, Carrà, Bisa».

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IX Commissione:


   BARBAGALLO, SIMIANI, BRAGA, GHIO, FERRARI, BAKKALI, CASU, CURTI, MORASSUT e SCARPA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 22 della legge 5 maggio 2009, n. 42, modificato dal decreto-legge n. 121 del 2021, reca le modalità per l'individuazione di interventi per il recupero del deficit infrastrutturale tra le diverse aree geografiche del territorio nazionale, anche infra-regionali;

   per il finanziamento di tali interventi è stato istituito un Fondo (articolo 22, comma 1-ter, della legge 5 maggio 2009, n. 42) con una dotazione complessiva di 4.600 milioni di euro;

   è fondamentale, soprattutto per le regioni del Sud, ma anche per l'intero Paese, avere l'opportunità di utilizzare in questo momento storico tali risorse finanziarie, al fine di colmare il gap esistente tra i diversi territori, nei quattro settori d'intervento infrastrutturale: trasporti, sanità, idrico e istruzione;

   il Fondo, con la sua importante dotazione, sarà di ausilio anche nell'ottica di un miglior coordinamento e complementarietà degli interventi strategici già programmati con il PNRR e Pnc, la programmazione europea e l'Fsc 2021/2027;

   il precedente Governo aveva già sviluppato un lavoro preparatorio che individuava, tenendo conto degli interventi a valere sul PNRR e sul Pnc, le principali criticità e gli indicatori di carattere tecnico per definire il riparto delle risorse in modo equo e tecnicamente robusto. Sotto questo profilo, era stato già predisposto uno schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri da parte del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, che non ha potuto concludere il suo iter politico e amministrativo a causa della fine anticipata della scorsa legislatura;

   è fondamentale riprendere rapidamente il percorso già avviato, condividendo in conferenza unificata le analisi metodologiche a partire da quelle già svolte, al fine di giungere, al più presto, alla ripartizione delle risorse ed all'attivazione degli investimenti;

   tale risultato costituisce una premessa indispensabile per l'avvio della riflessione in corso sui fabbisogni standard e sui livelli essenziali delle prestazioni –:

   quale sia lo stato dell'iter di adozione del decreto di riparto delle risorse a valere sul Fondo per la perequazione infrastrutturale con particolare riguardo al settore dei trasporti, anche al fine di sapere se si intenda condividere in sede di conferenza unificata le analisi metodologiche a partire da quelle già svolte, per giungere, al più presto, alla ripartizione delle risorse ed all'attivazione degli investimenti necessari per colmare il gap infrastrutturale nel settore del trasporti che determina una ingiustificabile disparità di accesso al diritto alla mobilità da parte dei cittadini.
(5-01656)


   DEIDDA, ROTELLI e RAIMONDO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   i titolari di una patente di guida non comunitaria possono condurre veicoli cui la patente abilita fino ad un anno dall'acquisizione della residenza;

   dopo un anno, per tali soggetti è necessario convertire la patente, con la condizione che lo Stato d'origine che ha rilasciato l'abilitazione alla guida abbia sottoscritto accordi di reciprocità con l'Italia;

   alcuni Stati esteri rilasciano patenti convertibili in Italia solo ad alcune categorie di cittadini: ad esempio, Canada, Cile e Stati Uniti esclusivamente al personale diplomatico e ai loro familiari;

   viceversa, i titolari di patente non convertibile, se devono stanziare in Italia per tempi superiori a un anno, sono costretti a sostenere gli esami per la patente nel nostro paese. Inoltre, è necessario che il soggetto abbia la residenza in Italia;

   l'esame di teoria per la patente è scritto, da svolgere al computer e le domande sono sotto forma di quiz (vero o falso) in italiano. La normativa, in vigore dal 3 gennaio 2011, prevede che può essere richiesta la traduzione delle domande in lingua francese o tedesca (previsione introdotta per rispondere alle esigenze delle Comunità dell'Alto Adige e della Valle d'Aosta);

   prima del 3 gennaio 2011 era invece in vigore un'altra disciplina che prevedeva la traduzione in altre lingue, quali arabo, spagnolo, inglese, russo e cinese;

   il quadro testé descritto appare gravemente discriminatorio, soprattutto se parametrato alla tecnicità delle domande dei quiz, nei riguardi della maggior parte dei cittadini, extra UE, abituati esclusivamente ad utilizzare la lingua inglese (americani, arabi, indiani, sudafricani, australiani, sud coreani, cinesi, ecc.);

   tale situazione induce molti stranieri, specialmente investitori, a lasciare la nostra Nazione dopo un anno, impossibilitati a mettersi alla guida in libertà;

   è noto che la problematica è stata già sollevata nelle precedenti legislature e che i Ministri che si sono susseguiti nel tempo hanno giustificato tale scelta limitativa a fronte degli elevati costi derivanti dalle traduzioni –:

   se il Governo stia individuando soluzioni per superare tale atavica problematica, cosicché la nostra Nazione non perda opportunità di investimento e di sviluppo provenienti dall'estero.
(5-01657)


   IARIA, FEDE, TRAVERSI e CANTONE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   attraverso la sua posizione strategica, l'Italia può svolgere un ruolo economico e geopolitico di primo piano, connettendo l'Europa continentale al bacino Sud del Mediterraneo. Già oggi, i porti del Sud Italia mobilitano oltre il 40 per cento di tutto l'interscambio marittimo nazionale, dimostrandosi essenziali per l'intera logistica italiana, mentre Genova e Trieste costituiscono fondamentali punti d'accesso per l'Europa centrale;

   il trasporto su gomma è una modalità di trasporto di merci e persone che avviene su strada, utilizzando veicoli a motore come camion, furgoni, autobus e automobili. In Italia, il trasporto su gomma rappresenta il metodo di spedizione di gran lunga più utilizzato, spostando più dell'80 per cento delle merci (dati Eurostat), contro una media europea di poco superiore al 70 per cento;

   problemi di manutenzione, incidenti, contrasti internazionali e gli eventi climatici estremi hanno reso quasi impossibile per l'Italia far transitare le merci attraverso i valichi alpini, per raggiungere i mercati di esportazione; tra cui il Fréjus ferroviario;

   il Traforo del Gran San Bernardo è un'importante infrastruttura di collegamento tra l'Italia e la Svizzera, gestita dalla Società italiana per il traforo del Gran San Bernardo (Sitrasb) e dalla Società italiana svizzera del traforo stradale del Gran San Bernardo (Sisex);

   nel 2017 è avvenuto un crollo nella soletta di ventilazione del traforo, rendendo necessario un intervento di restauro. La Svizzera ha già stanziato i fondi necessari per il restauro, pari a 27 milioni di euro (26 milioni di franchi), mentre l'Italia avrebbe dovuto versare la sua quota per garantire la sicurezza dell'infrastruttura;

   il presidente della Confederazione svizzera, Alain Berset, ha manifestato preoccupazione per il ritardo nell'erogazione dei fondi da parte dell'Italia;

   il presidente di Sitrasb, Edi Avoyer, ha richiesto un «finanziamento-ponte» per garantire la continuità dei lavori in corso, minacciando di rivolgersi al Tar in assenza di sviluppi positivi –:

   se non ritenga di aprire un tavolo urgente per la gestione dei flussi merci che transitano attraverso i trafori, con particolare riguardo al Traforo del Gran San Bernardo, anche con riferimento allo stato di finanziamento dell'opera.
(5-01658)


   GHIRRA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   le note peculiarità delle Isole e la riconosciuta necessità del superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità di cui all'articolo 119 della Costituzione imporrebbero un intervento normativo e regolatorio a tutela della continuità territoriale ulteriore e più pregnante rispetto all'attuale regime di imposizione di oneri di servizio pubblico, che produce modesti risultati esclusivamente con riguardo ai residenti, ma si dimostra inefficace nella regolazione delle tariffe riservate a tutti gli altri utenti;

   l'articolo 7-quater del disegno di legge di conversione del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 132, recante disposizioni urgenti in materia di proroga di termini normativi e versamenti fiscali, attualmente all'esame della Camera, prevede disposizioni in materia di continuità territoriale, rifinanziando per un importo pari a 8 milioni di euro per l'anno 2023 il fondo per la continuità territoriale aerea della Sicilia e della Sardegna, istituito dalla legge di bilancio 2023 (articolo 1, comma 494, legge n. 197 del 2022);

   la Spagna ha investito per la continuità aerea delle Baleari per il solo anno 2019 200 milioni di euro, corrispondenti a circa 180 euro all'anno per ogni residente; la Francia ha investito per la continuità aerea della Corsica 84,3 milioni di euro nel biennio 2022/2023, corrispondenti a quasi 250 euro all'anno per ogni residente, mentre la continuità territoriale della Sardegna è interamente a carico delle finanze regionali, che prevedono uno stanziamento di soli 41,7 milioni di euro, corrispondenti a poco più di 25 euro a residente all'anno, cifre del tutto insufficienti a garantire un reale diritto alla mobilità dei residenti in Sardegna;

   il costo dei voli, già adesso esorbitante, è di certo destinato ad aumentare ulteriormente con l'approssimarsi delle festività, limitando così in modo evidente prima di tutto il diritto di mobilità dei sardi e delle sarde e più in generale la continuità territoriale della Sardegna con il resto del continente italiano ed europeo –:

   come intenda intervenire al fine di incrementate per i prossimi anni le risorse destinate alla continuità territoriale aerea della Sicilia e della Sardegna affinché esse siano adeguatamente commisurate alle esigenze di mobilità di sardi e siciliani e affinché il costo dei voli da e per la Sardegna e la Sicilia sia contenuto entro limiti consoni.
(5-01659)


   PASTORELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   è nota la necessità di rafforzare ed estendere il sistema ferroviario del Paese, sia per il trasporto delle merci che dei passeggeri;

   il cosiddetto Terzo Valico è la linea ferroviaria ad alta capacità che potenzierà i collegamenti del sistema portuale ligure con le principali linee del Nord Italia;

   sono previsti ingenti investimenti per i lavori di riattivazione della linea – dismessa a causa di problemi strutturali nel 1990 – che attraversa le delegazioni di Sampierdarena e della Val Polcevera e che dovrebbe permettere ai treni che percorreranno il Terzo Valico di entrare e uscire dal porto;

   tuttavia, riguardo all'ultimo miglio della suddetta linea ferroviaria sembrano esserci numerosi impedimenti strutturali che non permetterebbero la sua effettiva operatività;

   in particolare, nel tratto coincidente con lo sbocco Nord della galleria «Molo Nuovo», che viene attraversata dalla linea ferroviaria marittima, l'altezza massima è di soli 5,2 metri e lo stesso tratto risulta spesso soggetto a cospicui allagamenti dovuti alla pioggia, tali da necessitare l'utilizzo di pompe automatiche per la rimozione dell'acqua;

   inoltre, la linea ferroviaria in questione passerebbe a circa tre metri da abitazioni e scuole, distanza ben inferiore allo standard previsto di 30 metri, ponendo a rischio la sicurezza dei cittadini;

   la responsabilità del cantiere di riqualificazione del tratto ricade, a partire dal varco Sud della galleria Sampierdarena, sull'Autorità portuale del Mar Ligure occidentale che, quando interrogata, non ha dato risposte chiare su come intende procedere alla rimozione degli importanti impedimenti strutturali citati;

   la soluzione consistente nello scavare per abbassare la quota dei binari non sembra percorribile poiché la linea finirebbe per avere una pendenza ancora maggiore di quella attesa, che è già di 16 per mille (superiore agli standard europei fissati a 12 per mille). Allo stesso modo, non sembra possibile aumentare l'altezza della volta della galleria, essendo sovrastata dalla linea Sampierdarena-Principe Marittima, utilizzata dai treni regionali –:

   se siano pervenute al Ministero da parte dell'Autorità portuale del Mar Ligure occidentale delle soluzioni effettivamente percorribili per superare gli impedimenti strutturali illustrati, al fine di non rendere vana la riqualificazione di una linea ferroviaria che nella realtà dei fatti potrebbe non entrare in funzione, o se si siano prese in considerazione soluzioni potenzialmente alternative e non solo complementari, come il rinforzo del parco ferroviario «Fuorimuro» e della linea di collegamento per il Terzo Valico cosiddetta «sommergibile», al momento sottoutilizzata ma priva di ostacoli tecnici.
(5-01660)


   CAROPPO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   da un articolo di stampa del Corriere del Mezzogiorno Puglia del 22 novembre 2023 si apprende che con una comunicazione ufficiale Enac avrebbe contestato alla società Aeroporti di Puglia l'estremo ritardo della presentazione del piano quadriennale degli investimenti per il periodo 2023-2026, che essendo stato richiesto dall'ente in data in data 16 settembre 2022 sarebbe stato trasmesso a distanza di un anno il 25 ottobre 2023;

   sempre da quanto riportato nell'articolo citato, nella missiva Enac formulerebbe critiche in ordine ai precedenti piani di investimento riferiti ai periodi 2016-2018 e 2019-2022, sottolineando la netta differenza tra le cifre pianificate e quelle effettivamente investite, una differenza che nel primo caso è pari al 75 per cento e nel secondo al 71 per cento –:

   se corrisponda al vero quanto riportato nell'articolo di stampa citato e quali eventuali iniziative intenda adottare in merito il Governo.
(5-01661)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SARRACINO e CASU. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la stazione ferroviaria di «Napoli Afragola» sta assumendo una rilevanza strategica sempre maggiore in quanto crocevia lungo la tratta alta velocità;

   nel corso del tempo ha consentito un alleggerimento del flusso di viaggiatori sulla stazione di Napoli Centrale, con una migliore e più comoda accessibilità alla rete AV dall'area metropolitana di Napoli e dal resto della regione Campania;

   tuttavia, proprio in ragione dell'aumento degli utenti della stazione di Napoli Afragola si stanno verificando una serie di notevoli disagi che necessitano di essere affrontati;

   il parcheggio che serve la stazione, gestito da Metropark, è l'unico terminale di accoglienza dei viaggiatori ed è servito da una rete di trasporto pubblico ancora carente, oltre ad essere ancora privo di accesso al sistema metropolitano regionale;

   questo rende pressoché imprescindibile l'uso del proprio mezzo per raggiungere la stazione di Napoli Afragola;

   in numerose occasioni l'interrogante ha assistito personalmente a decine e decine di viaggiatori che hanno perso il proprio treno poiché non riuscivano a trovare parcheggio, oltre ad un notevole rallentamento dei tempi di entrata e uscita dal parcheggio;

   in ragione di ciò, spesso accade anche che si registrino disagi e disservizi dovuti al pagamento della tariffa per il parcheggio o per l'accesso gratuito in modalità «kiss&ride», la cui validità è stata, peraltro, ridotta da 30 a 15 minuti;

   a fronte di un aumento della tariffa oraria del parcheggio da 0,80 centesimi ad 1,50 euro e di un costo complessivo per l'intera giornata che è passato da 4 a 7 euro, non ha fatto da contrappeso un miglioramento dei servizi di accessibilità da e verso il terminale ferroviario di Afragola –:

   se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, intenda attivarsi innanzitutto nei confronti di Rfi al fine di aprire un tavolo di confronto per migliorare la rete di servizi di collegamento da e per la stazione di Afragola, nonché per aumentare la disponibilità di posti auto del parcheggio consentendo di superare le criticità riportate in premessa.
(5-01653)

INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:


   GRIMALDI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato dal sito on line Corriere Elorino il 9 settembre 2023, la sera dell'8 settembre i circa 180 minori stranieri non accompagnati ospitati all'interno dell'impianto sportivo di Rosolini (SR) avrebbero protestato per denunciare le gravi carenze della struttura, come la mancanza d'acqua per lavarsi, la scarsa qualità del cibo e i cumuli di rifiuti accatastati nei pressi del cancello d'ingresso del pallone tensostatico adibito a centro di primissima accoglienza per minori stranieri non accompagnati, da cui quindi promanano odori nauseabondi;

   i migranti minori non accompagnati si trovano attualmente a Rosolini dopo la richiesta della prefettura di Siracusa di far fronte all'eccezionale ondata di sbarchi e di conseguenza la struttura tensostatica è stata ceduta in comodato d'uso gratuito dal comune di Rosolini alla prefettura che, tramite la Protezione civile, ha provveduto ad effettuare lavori di somma urgenza per renderla adatta ad accogliere i minori stranieri in maniera temporanea;

   il comune di Rosolini, in dissesto finanziario, dichiara di non poter impegnare risorse umane e finanziarie per la gestione del centro, dal ritiro dei rifiuti che, secondo il sindaco di Rosolini, visti i cari costi di conferimento, non possono essere sostenuti da un comune in dissesto finanziario, all'approvvigionamento di acqua, alla fornitura di energia elettrica;

   di tali esigenze il sindaco di Rosolini afferma di aver preventivamente informato la prefettura di Siracusa, tanto da averle inserite anche nella convenzione sottoscritta tra comune e prefettura;

   i lavori di ripristino della struttura sono stati effettuati dalla protezione civile e hanno richiesto un costo di 180.000 mila euro per gli impianti elettrici, la riqualificazione dei bagni, riscaldamento e condizionamento dell'aria, mentre la gestione della struttura è stata affidata alla Croce Rossa Italiana;

   l'acqua diretta all'impianto sportivo di Rosolini è disponibile per sole tre ore al giorno, così come in tutta la città, ed è evidente che non sia sufficiente per soddisfare i bisogni di 180 persone e per questo si sarebbe dovuto intervenire per garantire un ulteriore approvvigionamento idrico giornaliero;

   a parere dell'interrogante non è degno di un Paese democratico far vivere minori stranieri non accompagnati in tali precarie condizioni e privi dei servizi essenziali ed è urgente che la prefettura, insieme all'ente gestore, vista anche l'indisponibilità del comune di Rosolini – il cui Sindaco ad avviso dell'interrogante andrebbe comunque richiamato alle proprie funzioni e responsabilità – individuino delle soluzioni per migliorare le condizioni del centro di prima accoglienza di Rosolini, anche individuando strutture alternative più idonee ad ospitare i minori migranti rispetto ad un pallone tensostatico –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle carenze presenti nel centro sportivo di Rosolini adibito a centro di prima accoglienza per minori stranieri non accompagnati, quali iniziative di competenza intenda assumere, sentita la prefettura competente, per individuare urgenti soluzioni volte a migliorare le condizioni del centro e garantire ai migranti ospitati i servizi essenziali, adoperandosi al contempo affinché la prefettura individui strutture alternative maggiormente adeguate ad ospitare i minori non accompagnati rispetto alla struttura oggi utilizzata, anche facendo valere le responsabilità conseguenti alla convenzione richiamata in premessa.
(4-01927)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SORTE. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   con nota del 15 novembre 2023 – protocollo n. 0132935, il Ministero interrogato ha definito le istruzioni operative per le azioni di potenziamento delle competenze STEM e multilinguistiche, ai sensi del decreto ministeriale n. 65 del 2023, in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, missione 4 – istruzione e ricerca – componente 1 – potenziamento dell'offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università – investimento 3.1. «nuove competenze e nuovi linguaggi»;

   il decreto ministeriale n. 65 del 2023 di riparto delle risorse alle istituzioni scolastiche in attuazione della linea di investimento 3.1 «nuove competenze e nuovi linguaggi», all'articolo 1, comma 6, fa riferimento alle procedure di individuazione e ammissione a finanziamento delle sole scuole paritarie non commerciali, nei limiti delle risorse disponibili, tramite apposito avviso pubblico per la realizzazione di percorsi didattici, formativi e di orientamento per alunni e studenti per sviluppare le competenze STEM, digitali e di innovazione, nonché quelle linguistiche cui si applicano le su citate istruzioni operative;

   la legge n. 62 del 2000, nel definire il sistema nazionale di istruzione, include in esso le scuole paritarie private definite quali istituzioni scolastiche non statali «che, a partire dalla scuola per l'infanzia, corrispondono agli ordinamenti generali dell'istruzione, sono coerenti con la domanda formativa delle famiglie e sono caratterizzate da requisiti di qualità ed efficacia», di cui agli articoli successivi della legge citata;

   la medesima legge dispone che «alle scuole paritarie private è assicurata piena libertà per quanto concerne l'orientamento culturale e l'indirizzo pedagogico-didattico. Tenuto conto del progetto educativo della scuola, l'insegnamento è improntato ai princìpi di libertà stabiliti dalla Costituzione. Le scuole paritarie, svolgendo un servizio pubblico, accolgono chiunque, accettandone il progetto educativo, richieda di iscriversi, compresi gli alunni e gli studenti con handicap [...]»;

   la parità è riconosciuta alle scuole non statali che ne fanno richiesta che risultano in possesso di specifici requisiti indicati dalla legge; nulla è previsto sulla natura dell'ente gestore – commerciale o non commerciale – che richiede in entrambi casi contributi non irrisori o simbolici alle famiglie;

   il Ministro interrogato ha più volte sostenuto pubblicamente che le scuole paritarie svolgono una funzione di servizio pubblico la cui gestione è affidata a enti e a privati e che il riconoscimento di dette scuole rende il sistema pubblico di istruzione veramente unitario e non discriminatorio, concretizza l'attuazione della parità scolastica e riconosce il diritto delle famiglie alla libertà di scelta educativa –:

   se non ritenga, il Ministro interrogato, di prevedere iniziative normative volte a colmare la disparità di trattamento che si è venuta a creare limitando la possibilità di accesso ai finanziamenti PNRR da parte delle scuole paritarie sulla base della natura dell'ente gestore, trattandosi di un criterio che ad avviso dell'interrogante opera, in tal modo, un'evidente discriminazione tra studenti e nega in maniera evidente il principio della qualità diffusa di un sistema scolastico all'altezza di quanto disposto dal PNRR.
(5-01655)

Interrogazione a risposta scritta:


   PICCOLOTTI, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, EVI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI e ZARATTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   quanto emerge da un articolo pubblicato il 21 novembre 2023 sul quotidiano Domani a proposito di Alessandro Amadori, chiamato dal Governo a coordinare il gruppo di lavoro di psicologi e giuristi per l'elaborazione del progetto di educazione affettiva e sentimentale per le scuole, intitolato «Educare alle relazioni», a parere degli interroganti ha dell'incredibile e merita un immediato intervento da parte del Ministro interrogato;

   Alessandro Amadori non è semplicemente uno studioso che illustra tesi discutibili, ma un uomo che, ad avviso degli interroganti, sembra in preda ad un vero e proprio delirio complottista rivolto contro le donne ed è inammissibile che sia stato scelto per il delicato ruolo di coordinatore del progetto «Educare alle relazioni»;

   i contenuti del libro pubblicato da Amadori nel 2020 intitolato «La guerra dei sessi. Piccolo saggio sulla cattiveria di genere» rappresentano un'offesa a tutte le donne vittime di violenza e a quelle che si battono quotidianamente contro il patriarcato e la violenza di genere;

   è inaccettabile, a parere degli interroganti, che a scrivere le linee guida per l'educazione all'affettività sia un personaggio come Amadori, che sostiene tesi come «il diavolo è anche donna» e l'esistenza di un fantomatico movimento femminista che vuole «schiavizzare i maschi» o che «le donne sanno essere più cattive di quanto pensiamo»;

   è evidente che Alessandro Amadori non può continuare ad occuparsi di «educazione alle relazioni» e, più in generale, non può occuparsi di istruzione dei e delle giovani di questo Paese in ruoli affidati dal Governo;

   un uomo convinto che stia crescendo un pericoloso «business della dominazione femminile» non può di certo coordinare i lavori sull'elaborazione delle linee guida che dovrebbero anche contribuire a tutelare le donne dalla violenza maschile;

   a differenza di quanto afferma nel suo libro, che appare agli interroganti delirante, non c'è in atto nessuna guerra dei sessi da combattere, nella realtà invece e purtroppo ci sono solo centinaia di donne morte e migliaia molestate e violentate;

   a parere degli interroganti, dopo quanto emerso dal quotidiano Domani è inevitabile che il Ministro interrogato fermi l'imminente presentazione del progetto di cui Amadori è coordinatore, si avvalga di altri e più autorevoli ed esperti consulenti uomini e donne e coinvolga il Parlamento nella redazione di un nuovo progetto di educazione affettiva e sentimentale per le scuole;

   dall'inizio dell'anno si sono verificati più di cento femminicidi, un numero che dimostra tutta la drammaticità del fenomeno e l'urgenza di un intervento immediato ed è per questo che sorprende ancora di più la scelta di una persona che avvalora tesi che individuano nelle donne la responsabilità delle cause delle violenze che subiscono, tesi certamente incompatibili con gli obiettivi che il progetto in oggetto dovrà perseguire –:

   se il Ministro interrogato, per i motivi esposti in premessa, non intenda revocare ogni incarico di derivazione governativa ad Alessandro Amadori e sospendere l'imminente presentazione del progetto «Educare alle relazioni», valutando di avvalersi di altri e più autorevoli consulenti sul tema della violenza di genere, coinvolgendo maggiormente il Parlamento nell'elaborazione delle linee guida del progetto di educazione affettiva e sentimentale per le scuole.
(4-01923)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:


   CAPPELLETTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il consiglio di amministrazione di TIM, il 5 novembre 2023, ha approvato l'offerta presentata dal fondo americano KKR per l'acquisizione delle attività legate alla rete fissa di TIM;

   l'offerta approvata prevede che l'intera partecipazione di TIM all'interno di FiberCop verrà ceduta a KKR. Nel particolare, sarà conferito il ramo d'azienda relativo a tutte le attività di rete cosiddetta «primaria», la parte di rete che va dalle centrali agli armadi stradali, della società denominata FiberCop, che attualmente gestisce anche la rete cosiddetta «secondaria», la pare di rete che va dagli armadi stradali sino a casa del cliente;

   conseguentemente, nella nuova configurazione societaria, TIM non possiederà più — come oggi – la rete di trasmissione, ma si limiterà, nel prossimo futuro, a fornire soltanto servizi di comunicazione, affittando la rete da KKR, al pari di tutti gli altri operatori oggi presenti;

   il perfezionamento dell'operazione è atteso per l'estate del 2024 in seguito al completamento delle attività preliminari, tra le quali, il completamento del conferimento della rete primaria, l'autorizzazione da parte dell'Antitrust, l'autorizzazione in materia di sovvenzioni estere distorsive, e della golden power;

   la vendita della rete TIM ha suscitato forti preoccupazioni, non solo a causa delle battaglie legali promesse dal principale azionista, la società francese Vivendi che detiene il 23,75 per cento del capitale, ma anche riguardo la salvaguardia dei posti di lavoro e la dismissione di un'infrastruttura fondamentale per l'Italia;

   dal punto di vista occupazionale la società TIM, escludendo la propria divisione brasiliana, conta in Italia 37 mila dipendenti;

   dalle ipotesi allo studio emerge che nella nuova società della rete guidata dal fondo KKR (cosiddetto «NetCo») verrebbero allocate 20.000 risorse, mentre nella rimanente società dei servizi così risultante successivamente alla vendita (cosiddetto «ServCo»), verrebbero destinati 17.000 dipendenti;

   non appare del tutto chiaro se la società NetCo, con la futura trasformazione dell'intera rete in fibra, riuscirà a sostenere tale gran numero di dipendenti, tenuto conto che, tecnicamente, la nuova rete in fibra gode di numerosi vantaggi rispetto all'attuale rete in rame, tra cui i bassi tassi di guastabilità, cosa che richiede sempre meno personale manutentivo, con interventi relativamente più semplici rispetto ad ora;

   inoltre, a parere dell'interrogante, si manifestano forti perplessità su come, in tale nuovo assetto, la società TIM-ServCo possa occupare un numero così elevato di dipendenti, soprattutto se si considera che gli altri concorrenti attualmente presenti sul mercato italiano commercializzano i medesimi servizi con molta meno forza lavoro (esempio Iliad conta circa 1.200 dipendenti, WindTre e Vodafone non superano i 6-7 mila dipendenti ciascuno);

   oltre a tali aspetti va tenuto presente anche il debito che rimarrebbe in carico alla ServCo, che pare ammonterebbe a circa 7 miliardi di euro –:

   quali iniziative di competenza intendano assumere i Ministri interrogati al fine di garantire i livelli occupazionali attuali, e se non ritengano sia opportuno convocare un incontro immediato con le parti interessate, inclusi i rappresentanti dei lavoratori, al fine di affrontare gli aspetti sollevati e garantire una gestione oculata e trasparente delle attività di vendita.
(3-00815)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XII Commissione:


   ZANELLA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   ad agosto 2023, le associazioni di Modena, Ravenna e Ferrara aderenti all'Udi, hanno ricevuto una comunicazione dall'ufficio regionale del registro unico nazionale del terzo settore dell'Emilia-Romagna, con la richiesta di integrazione dello statuto in ossequio al principio antidiscriminatorio, in quanto la limitazione dell'ammissione a tali associazioni alle sole donne sarebbe in contrasto con tale principio, pena la cancellazione dal registro stesso;

   secondo la regione Emilia-Romagna, la comunicazione applicherebbe una norma nazionale che impone alle associazioni di non discriminare nelle adesioni. Il decreto legislativo n. 117 del 2017, prevede, all'articolo 21 che l'ammissione di nuovi soci debba essere disciplinata dagli statuti degli enti del terzo settore «secondo criteri non discriminatori» ma «coerenti con le finalità perseguite»; l'articolo 35, al comma 2, prevede, con riferimento alle Aps, che debbano essere evitate «discriminazioni di qualsiasi natura in relazione all'ammissione degli associati»;

   secondo l'assessora dell'Emilia-Romagna alle pari opportunità, Barbara Lori, «l'iscrizione dell'Udi al Registro del terzo settore è attualmente a rischio a causa di un provvedimento disposto dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, non certo per volontà di questa Regione»;

   il riferimento e alla nota interpretativa n. 1309 del 6 febbraio 2019 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che stabilisce che il principio di non discriminazione vada letto congiuntamente al principio di coerenza dei criteri di ammissione con le «finalità perseguite» dall'associazione, precisando che, da un lato, le disposizioni in esame non attribuiscono a terzi un incondizionato diritto all'ammissione, ma tendono a garantire, in assenza di discriminazioni, la necessaria omogeneità della base associativa rispetto agli interessi e finalità associative; è preferibile che «le previsioni statutarie siano volte, più che ad individuare requisiti in grado di porre limiti alle adesioni, a tracciare una sorta di "identità associativa"»;

   l'UDI è una solida e storica istituzione che ha contribuito in modo decisivo all'affermazione della libertà femminile e alla crescita civile e democratica di questo Paese portando il punto di vista delle donne: ad avviso dell'interrogante non è accettabile escluderla dal Registro unico nazionale del terzo settore perché esclude gli uomini dal tesseramento –:

   se si intenda intervenire per modificare la nota interpretativa n. 1309 del 6 febbraio 2019, al fine di rendere più chiaro l'intento del legislatore ed evitare che la storia dell'Udi venga snaturata da un eccessivo formalismo interpretativo e si consenta la prosecuzione della vita associativa dell'Udi.
(5-01649)


   SPORTIELLO, QUARTINI, DI LAURO e MARIANNA RICCIARDI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   nella Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, sottoscritta ad Istanbul, 11 maggio 2011, i sottoscrittori hanno assunto l'impegno a promuovere i cambiamenti nei comportamenti socioculturali delle donne e degli uomini, al fine di eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata sull'idea dell'inferiorità della donna;

   gli Stati sottoscrittori si sono impegnati altresì ad adottare le misure necessarie per incoraggiare tutti i membri della società, e in particolar modo gli uomini e i ragazzi, a contribuire attivamente alla prevenzione di ogni forma di violenza; in tal senso quindi gli Stati vigilano affinché la cultura, gli usi e i costumi, la religione, la tradizione o il cosiddetto «onore» non possano essere in alcun modo utilizzati per giustificare nessuno degli atti di violenza nei confronti delle donne;

   gli Stati, secondo quanto previsto nella predetta Convenzione, forniscono o rafforzano un'adeguata formazione delle figure professionali che si occupano delle vittime o degli autori degli atti di violenza, in materia di prevenzione, uguaglianza tra le donne e gli uomini, bisogni e diritti delle vittime, e su come prevenire la vittimizzazione secondaria;

   la violenza sulle donne riguarda sempre più spesso anche i giovani: nel 2023 ci sono stati 54 femminicidi e dieci di queste vittime avevano meno di trent'anni; atti di violenza sessuale, sopraffazione, bullismo e cyberbullismo riguardano sempre più spesso i giovanissimi;

   sono necessari interventi relativi all'educazione all'affettività, alla comprensione e alla valorizzazione della diversità, all'inclusione, all'accettazione e alla comprensione dell'altro, sia in ambito scolastico, sia nella comunità;

   il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2021/2023 riconosce il ruolo fondamentale del servizio sociale professionale, anche se non esaurisce l'insieme delle professionalità necessarie all'espletamento dei servizi sociali; tra le professionalità necessarie nei servizi sociali territoriali ci sono, oltre a gli assistenti sociali, anche altre figure professionali: educatori professionali; educatori professionali socio-pedagogici; pedagogisti, psicologi e altri professionisti operatori presenti nei servizi sociali territoriali –:

   quali iniziative di competenza, nell'ambito dei servizi sociali, intenda assumere per rafforzare la presenza di educatori professionali e il loro ruolo nell'attività di prevenzione, finalizzata a diffondere una cultura del rispetto dell'altro/a e della parità e a contrastare la violenza contro le donne e sulla violenza domestica.
(5-01650)


   MALAVASI, FURFARO, CIANI, GIRELLI e STUMPO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   in Italia sarebbero oltre 2,8 milioni i caregiver, che per ragioni affettive, per scelta, ma spesso anche per necessità, si prendono cura dei propri cari non autosufficienti;

   prendersi cura di un figlio, di una persona cara non autosufficiente o di una persona con disabilità è un impegno quotidiano complesso, che richiede energia, tempo e risorse;

   il caregiver familiare è diventata ormai una figura fondamentale nell'attuale sistema di welfare del nostro Paese ed è, quindi, necessario e non più rinviabile disciplinare il suo riconoscimento e sostegno;

   il 26 ottobre 2023 con un comunicato stampa il Ministro per le disabilità e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali dichiaravano che era stato firmato il decreto per l'istituzione del «Tavolo tecnico per l'analisi e la definizione di elementi utili per una legge statale sui caregiver familiari»;

   sempre dal comunicato si apprendeva che il tavolo avrebbe avuto una durata di sei mesi a partire dalla riunione di insediamento e che avrebbe svolto i seguenti compiti:

    a) l'individuazione delle aree di intervento e delle maggiori esigenze cui dare risposta;

    b) la formulazione di proposte ai fini della elaborazione di un disegno di legge volto al riconoscimento del ruolo svolto dal caregiver familiare;

    c) l'individuazione e la quantificazione della platea, anche diversificata, dei beneficiari di una legge statale sui caregiver familiari;

    d) l'individuazione del ruolo del caregiver all'interno di un sistema integrato di presa in carico della persona con disabilità;

   già la legge 27 dicembre 2017, n. 205, ai commi 254 e seguenti, aveva istituito un Fondo presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali destinato alla copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell'attività di cura non professionale del caregiver familiare;

   ad oggi, a quasi un mese dal comunicato stampa, non è chiaro se il tavolo tecnico si sia già costituito e riunito e quali siano le associazioni che ne facciano parte;

   questa mancanza di comunicazione di fatto sta rallentando ulteriormente la possibilità di addivenire in tempi rapidi alla definizione di una legge nazionale sulla figura e sui diritti del caregiver, attesa ormai da troppo tempo –:

   se il Ministro interrogato non ritenga doveroso, a un mese dal comunicato stampa, fare maggiore chiarezza sul tavolo tecnico e indicare non solo quali siano le associazioni che ne fanno parte ma anche quale sia lo stato attuale dei lavori.
(5-01651)


   LANCELLOTTA, VIETRI, CIOCCHETTI, CIANCITTO, MACCARI, MORGANTE, ROSSO e SCHIFONE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   i gravissimi atti di violenza e abuso di gruppo avvenuti di recente a Caivano ai danni di due bambine, di 10 e 12 anni, hanno riportato l'attenzione sul Parco Verde, che negli anni scorsi era stato teatro della morte di Antonio Giglio, il bambino di 3 anni morto cadendo da uno dei palazzi, e di Fortuna Loffredo, 6 anni, precipitata dallo stesso edificio; la bambina, si scoprì successivamente, fosse da mesi, probabilmente da anni, vittima di violenze sessuali;

   negli anni l'area del Parco Verde si è caratterizzata per la criminalità, l'emarginazione e il degrado sociale, diventando spesso una succursale delle piazze di spaccio di Scampia e Secondigliano;

   il 15 novembre 2023 è entrata in vigore la legge n. 159 del 2023 di conversione del decreto-legge n. 123 del 2023 «Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale», cosiddetto «decreto Caivano»;

   il provvedimento prevede, tra gli altri, interventi a supporto delle istituzioni scolastiche del Mezzogiorno, cosiddetto «Agenda Sud», norme per garantire l'adempimento dell'obbligo di istruzione, anche con misure sanzionatorie, azioni di rigenerazione urbana, anche degli edifici scolastici, misure di alfabetizzazione dei minori, aggravamento delle pene massime per l'uso improprio delle armi e per il traffico di stupefacenti, rendendo più stringenti alcune misure amministrative di polizia preventiva;

   il Governo ricorre alla sanzione penale e alle misure di polizia per sottolineare la negatività di certi comportamenti. Tuttavia, un provvedimento mirato solo a reprimere la criminalità minorile potrebbe risultare poco efficace sul reale contrasto alla criminalità e violenza giovanile e alla povertà educativa;

   nella dichiarazione alla stampa a Caivano del 31 agosto 2023, il Presidente del Consiglio dei ministri ha affermato che intende coinvolgere l'intero Governo su tale vicenda, ciascuno per la propria competenza –:

   a tal proposito e ciò premesso, con specifico riguardo alle politiche sociali, essenziali per supportare le azioni previste nel cosiddetto «decreto Caivano», quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere, non solo nel territorio di Caivano ma in tutti i territori ugualmente caratterizzati, sul territorio nazionale, da forti criticità sociali soprattutto pregiudizievoli per i minori.
(5-01652)

PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE

Interrogazione a risposta orale:


   D'ALFONSO. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 2, comma 3, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 2003 dispone: «È fatto obbligo di procedere a verifica, da effettuarsi a cura dei rispettivi proprietari,(...) sia degli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, sia degli edifici e delle opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso (...) entro cinque anni dalla data della presente ordinanza (...)»;

   il termine per effettuare tali verifiche è stato prorogato al 31 dicembre 2023 dal decreto-legge n. 198 del 2022 e queste devono riguardare:

    a) immobili di «interesse strategico nazionale»: sedi di amministrazioni regionali, provinciali e comunali, strutture sanitarie;

    b) immobili di «speciale rilevanza»: scuole, nidi d'infanzia, università, luoghi di culto, centri commerciali, case di cura private, residenze per anziani, cinema, teatri, discoteche, musei, biblioteche, stadi e impianti sportivi;

   la specificità e complessità delle verifiche da eseguirsi da tecnici specializzati, la rilevanza del loro costo, culminante nel rilascio del certificato di «vulnerabilità sismica», che varia dai 10.000,00 ai 120.000,00 euro e, in caso di bisogno, del costo della realizzazione degli interventi che eventualmente fossero necessari, non solo non consentono di rispettare il termine, ormai prossimo, del 31 dicembre 2023, ma costituiscono ancora i motivi per i quali non si riesce a dare attuazione alla normativa che, a partire dal 2003, è stata oggetto di ripetute proroghe e le verifiche di vulnerabilità sismica che avrebbero dovuto, in un primo tempo, concludersi nel 2008, sono ancora bloccate;

   se non si interviene con urgenza tutti gli immobili coinvolti dalla normativa antisismica dovrebbero chiudere e con essi tutte la attività economiche, non economiche e istituzionali;

   le prime conseguenze disastrose della normativa in esame già si stanno riscontrando in Abruzzo dove, contrariamente a quanto accade in altre regioni e comuni d'Italia e della stessa regione Abruzzo, secondo quanto consta all'interrogante si verifica che il comune di Pescara sta condizionando l'efficacia delle autorizzazioni rinnovate e da rinnovare agli asili nido all'adempimento dell'obbligo delle verifiche antisismiche entro il 31 dicembre 2023. La loro chiusura si ripercuoterebbe su migliaia di genitori, che non saprebbero a chi affidare i loro figli per andare al lavoro, così come pure perderebbero l'occupazione tutti gli operatori del settore (attualmente 1120 famiglie e 320 dipendenti solo su Pescara);

   a nessuno sfugge l'importanza delle indagini sismiche, che sono un mezzo per raggiungere l'obiettivo finale di sicurezza e, proprio per questo, sono quanto mai necessarie. Permettono di ottenere le informazioni utili ad individuare il rischio sismico, di stilare una lista di priorità di intervento, di impostare un piano manutentivo e di indirizzare le risorse economiche solo verso interventi necessari ed efficaci. Ma per far questo occorre avere risorse ed è quindi urgente sostenere con adeguati supporti economici i privati che, da soli, non riuscirebbero sicuramente a far fronte a simili costi –:

   quali iniziative di competenza si intenda assumere per scongiurare la chiusura dei locali coinvolti dalla normativa antisismica e con essi di tutte le attività economiche, non economiche e istituzionali;

   se si intenda adottare iniziative che consentano l'adeguamento antisismico solo per le costruzioni nuove e non per quelle che, al tempo della costruzione, erano in regola con la normativa antisismica e, in ogni caso, se si intenda adottare iniziative normative per prorogare, almeno di ulteriori 5 anni, il termine per adempiere agli obblighi di verifica;

   quali iniziative si intenda adottare per prevedere adeguati supporti economici, al fine di consentire anche ai privati sia di effettuare le verifiche sismiche, sia di intervenire in un tempo compatibile con le condizioni di rischio riscontrate.
(3-00817)

Interrogazione a risposta scritta:


   SERRACCHIANI. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi è stata diffusa la notizia relativa alla sanzione inflitta dall'Azienda sanitaria universitaria del Friuli Centrale al coordinatore comunale della protezione civile del comune di Preone, in provincia di Udine, e al sindaco dello stesso comune friulano, a seguito di un incidente mortale avvenuto a luglio nel comune di Verzegnis in Carnia, nel quale ha perso la vita un volontario della protezione civile;

   nella sanzione penale è stato equiparato il ruolo del coordinatore volontario, sotto l'aspetto della responsabilità penale e civile, a quello di un dirigente regolarmente assunto dalla regione, così costituendo un precedente di rilievo nazionale;

   è nota l'importanza della protezione civile del Friuli Venezia Giulia e in generale del nostro Paese, la sua straordinaria vitalità e capacità di coinvolgimento di volontari di tutte le fasce d'età, con elevate competenze e dedizione nell'intervento nelle situazioni complicate che hanno colpito il territorio nazionale e anche in proiezione nelle calamità internazionali;

   rappresentanti istituzionali di diverse forze politiche si sono espressi chiedendo una modifica urgente della norma che equipara le funzioni di coordinatore di squadra della PCR a un ruolo di dirigente;

   sindaci e coordinatori delle squadre di protezione civile della Carnia hanno annunciato tramite lettera la sospensione di ogni attività fino all'arrivo di rassicurazioni precise e formali relative alle misure in materia di sicurezza sul posto di lavoro, assumendo una decisione senza precedenti –:

   se il Ministro per la protezione civile e le politiche del mare intenda adottare le iniziative di competenza al fine di effettuare un approfondimento e di fornire un'interpretazione autentica delle attuali norme, dando così contezza delle responsabilità dei coordinatori delle squadre di protezione civile e dei sindaci;

   se, risultando eventualmente necessario alla luce degli esiti della ricognizione legislativa, i Ministri interrogati intendano proporre urgenti iniziative normative volte a introdurre una modifica della disciplina vigente, con particolare riferimento al decreto 13 aprile 2011 di attuazione dell'articolo 3, comma 3-bis del decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81, come modificato e integrato al decreto legislativo 3 agosto 2009 n. 106 in materia di salute e di sicurezza nei luoghi di lavoro, in modo da chiarire gli obblighi a cui sono sottoposti i volontari della protezione civile e soprattutto le responsabilità in relazione al tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, in capo ai coordinatori delle squadre e ai sindaci.
(4-01919)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   CIOCCHETTI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   «i farmaci biosimilari sono medicinali "simili" per qualità, efficacia e sicurezza ai farmaci biologici di riferimento e non soggetti a copertura brevettuale. Un biosimilare e il suo prodotto di riferimento, pur essendo di fatto la stessa sostanza biologica, possono presentare differenze minori dovute a un certo grado di variabilità naturale, alla loro natura complessa e alle tecniche di produzione» citando testualmente il sito dell'Agenzia Italiana del Farmaco; sono pertanto considerati un plus per le possibilità di cura dei pazienti;

   il modello dell'accordo quadro rappresenta oggi lo strumento più idoneo a coniugare il bilanciamento tra le necessità di tutela della concorrenza per la sostenibilità del Ssn e la salvaguardia della decisione clinica affidata al medico a tutela del paziente, inoltre offre la garanzia di una pluralità di fornitori che riduce il rischio di carenze o interruzioni di forniture di medicinali essenziali per la continuità della cura dei pazienti;

   spesso però le regioni impongono l'utilizzo solo del primo aggiudicatario della gara, in ragione al prezzo più basso. Questo limita pesantemente i pazienti con terapie già avviate a fronte di un differenziale tra i primi tre aggiudicatari estremamente esiguo; infatti questo è da considerarsi un eccesso di zelo rispetto a quanto già perfettamente normato dalla legge n. 232 del 2016 che tutela la sostenibilità del Ssn e la concorrenza;

   occorre evidenziare che per garantire la tutela della scelta clinica del paziente e la possibilità di poter accedere alla terapia più appropriata salvaguardando i fondamenti di sostenibilità del Ssn, sarebbe opportuna una più ampia disponibilità di opzioni terapeutiche per i pazienti che ricorrono a quei medicinali, necessari in quanto destinati al trattamento di patologie croniche, gravi, potenzialmente mortali o invalidanti, e per le quali i trattamenti disponibili sono comunque caratterizzati da risultati insufficienti, o che lasciano bisogni di cura insoddisfatti –:

   quali iniziative abbia già intrapreso o intenda adottare al fine di incrementare l'attrattività dell'Italia nell'ambito delle sperimentazioni cliniche internazionali, sia attraverso una semplificazione burocratica, sia attraverso un maggiore coordinamento nazionale, base portante per l'attrattività degli investimenti in ricerca e sviluppo nel contesto della competizione internazionale;

   se intenda proporre in conferenza Stato-regioni delle linee guida in applicazione della legge n. 232 del 2016 in modo di assicurare su tutto il territorio nazionale la concorrenza e la libertà di prescrizione del medico.
(4-01924)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:


   MALAVASI. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro della salute, al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   G.F. è un ragazzo disabile ai sensi della legge n. 104 del 1992, articolo 3 comma 3, immatricolato per l'anno accademico 2023-2024 presso l'Università Tor Vergata di Roma, Facoltà di lettere e filosofia, corso beni culturali;

   contestualmente all'immatricolazione, secondo quanto appreso dall'interrogante, la famiglia ha inviato adeguata certificazione comprovante la sua condizione e alla fine del mese di agosto ha chiesto l'attivazione del servizio di tutoraggio, fornendo a tal proposito copia del protocollo utilizzato al liceo da lui frequentato nell'anno scolastico precedente;

   in data 25 settembre 2023, in prossimità dell'inizio delle lezioni (previsto per il 2 ottobre), la famiglia sarebbe stata informata dall'università che non era possibile soddisfare la richiesta di tutoraggio poiché ancora non c'è stato modo di mettere a punto una bozza di protocollo di intesa e non sono state individuate figure disposte a somministrare il farmaco salvavita tra gli operatori in contatto con l'Università; il ragazzo – pertanto – doveva essere accompagnato a lezione da una persona di fiducia (un familiare o una persona incaricata dalla famiglia), attribuendo ai genitori la ricerca di una soluzione;

   l'Università di Tor Vergata, dunque, pur avvisata in tempi assolutamente ragionevoli della necessità di predisporre le condizioni affinché lo studente potesse seguire le lezioni, non è stata in grado di formulare ed elaborare un protocollo di somministrazione farmaci in emergenza, privando – così – uno studente della possibilità di godere dei suoi diritti;

   è del tutto evidente come la somministrazione di farmaci in emergenza in ambito universitario sia considerato esclusivamente un problema individuale da risolvere in ambito familiare e che l'essere portatori di una patologia costituisca motivo di penalizzazione ed esclusione;

   il 25 novembre 2005 sono state emanate, dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e dal Ministero della salute, le linee guida per la definizione degli interventi finalizzati all'assistenza di studenti che necessitano di somministrazione di farmaci in orario scolastico;

   il decreto direttoriale 11 settembre 2012, n. 14, del Ministero dell'istruzione, successivamente integrato dal decreto 4 ottobre 2012, n. 17, ha istituito il «comitato paritetico nazionale per le malattie croniche e la somministrazione dei farmaci»;

   con circolare ministeriale n. 321 del 10 gennaio 2017 il Ministero dell'istruzione ha ricordato le modalità per la somministrazione dei farmaci a scuola;

   tuttavia, non vi è alcuna normativa per la somministrazione di farmaci che consenta agli studenti affetti da patologie croniche (diabete mellito, asma bronchiale ed epilessia) di frequentare in sicurezza i corsi universitari –:

   se i ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa;

   se non si ritenga si tratti di una grave inadempienza la mancanza di un protocollo di somministrazione di farmaci salvavita che ha portato a una decisione che ha gravemente discriminato uno studente, privandolo del suo fondamentale diritto allo studio;

   se esista un monitoraggio sulla presenza nelle università italiane di protocolli per la somministrazione dei farmaci e, in caso di risposta negativa, se vi sia intenzione di promuoverlo;

   quali iniziative di competenza si intendano adottare per consentire a tutti gli studenti universitari affetti da patologie anche croniche la garanzia della continuità terapeutica per permettere la frequenza delle lezioni e la piena fruizione di un diritto.
(4-01929)

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Zanella n. 4-01762 del 20 ottobre 2023.