Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 21 giugno 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    in linea con l'Accordo di Parigi, la Commissione europea ha presentato il 28 novembre 2018 la strategia per il raggiungimento della neutralità climatica con la comunicazione «Un pianeta pulito per tutti. Visione strategica europea a lungo termine per un'economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra», con la quale ha ribadito l'impegno dell'Unione europea ad assumere un ruolo di leadership a livello internazionale nell'azione per il clima e a raggiungere l'azzeramento delle emissioni nette di gas ad effetto serra entro il 2050;

    nel dicembre 2018 è entrato in vigore il regolamento sulla governance dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima (regolamento 2018/1999/UE), il primo strumento di pianificazione integrata energia e clima a livello europeo. Attraverso la sua adozione, è stata riconosciuta la necessità di includere la variabile climatica nel contesto più ampio della pianificazione energetica, definendo un minimo comune denominatore tra i vari Paesi europei e identificando i principi di una governance comune per rinforzare i meccanismi di cooperazione tra gli Stati membri e tra questi e la Commissione europea;

    nel dicembre 2019, la Commissione europea ha presentato la comunicazione strategica sul Green Deal europeo per conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Il Consiglio europeo, con le conclusioni del 12 dicembre 2019, ha stabilito che tutte le politiche e normative dell'Unione devono essere coerenti con tale traguardo, successivamente sancito dalla legge europea sul clima (regolamento 2021/1119/UE), che ha introdotto un ulteriore obiettivo da conseguire entro il 2030, consistente in una riduzione delle emissioni di almeno il 55 per cento rispetto ai livelli del 1990;

    tale target intermedio è stato accompagnato dalla comunicazione della Commissione «Un traguardo climatico 2030 più ambizioso per l'Europa», che costituisce il piano per l'obiettivo climatico 2030;

    il 14 luglio 2021, la Commissione europea ha quindi presentato un pacchetto di proposte legislative, denominato «Pronti per il 55%» (Fit for 55%), volte a rivedere la normativa dell'Ue in materia di riduzione delle emissioni climalteranti, energia e trasporti, per consentire il raggiungimento del nuovo più ambizioso obiettivo al 2030;

    il nuovo livello di ambizione definito in ambito europeo fornisce l'inquadramento strategico per l'evoluzione, sul piano normativo e programmatorio, del percorso di decarbonizzazione del Paese. Ai sensi dell'articolo 14 del regolamento (UE) 2018/1999, la proposta di aggiornamento del Pniec, allineata ai nuovi obiettivi, deve essere trasmessa alla Commissione europea entro il 30 giugno 2023, mentre la versione finale del documento deve essere trasmessa entro giugno 2024;

    la proposta di aggiornamento del Pniec dovrà essere coordinata con il REPowerEU e dovrà continuare a svilupparsi sulle cinque dimensioni dell'Unione dell'energia: decarbonizzazione (riduzione delle emissioni e energie rinnovabili); efficienza energetica; sicurezza energetica; mercato interno dell'energia; ricerca, innovazione e competitività;

    la proposta di aggiornamento deve includere alcuni elementi di novità rispetto alla precedente versione del Pniec. La cosiddetta legge sul clima europea, infatti, dispone l'istituzione di un dialogo multilivello sul clima e sull'energia, in cui i diversi portatori di interesse siano in grado di partecipare attivamente: tale dialogo dovrà trovare attuazione per la prima volta nell'ambito dell'aggiornamento del Pniec. Inoltre, come sollecitato dalla stessa Commissione, l'aggiornamento del Pniec deve includere l'analisi di base necessaria per elaborare i piani sociali per il clima, che indicano come utilizzare le risorse del fondo sociale per il clima;

    le linee guida per l'aggiornamento dei Pniec nazionali pubblicate dalla Commissione europea sottolineano la necessità di assicurare che le dimensioni trasversali, ovvero la dimensione sociale ed economica, trovino adeguato spazio nell'ottica di una pianificazione di ampio respiro che vada oltre il mero raggiungimento degli obiettivi 2030, interpretando la sfida del cambiamento climatico in un'ottica di sviluppo del Paese;

    il dispiegamento di misure e risorse annunciato dall'Esecutivo comunitario volto a finanziare i processi produttivi a ridotto impatto ambientale offre la misura di quanto il binomio energia e clima sia ormai entrato nel linguaggio della strategia che deve riorientare anche la politica industriale;

    il Pniec è lo strumento che deve supportare il nuovo paradigma di sviluppo prendendo a riferimento centrale la dimensione climatica, riconciliando le prospettive di medio e lungo periodo per fare da ponte tra gli obiettivi 2030 e quelli di neutralità climatica del 2050. Il nuovo Pniec, infatti, determinerà per gli anni a venire il grado di competitività del sistema produttivo, il livello di sviluppo economico e sociale e l'autonomia strategica del Paese;

    con l'aggiornamento del Pniec, le componenti energia e clima dovrebbero essere il più possibile sviluppate in parallelo e con pari rilevanza. La contingenza della crisi energetica potrebbe determinare il rischio di sovra-rappresentare le problematiche del settore energetico, programmando investimenti inutili o potenzialmente dannosi per le specificità del tessuto produttivo italiano, per i cittadini e per le finanze pubbliche;

   in questo senso, trasparenza e partecipazione rappresentano fattori imprescindibili per la qualità e l'efficacia del Pniec. Un processo di elaborazione realmente trasparente richiede che le decisioni siano motivate pubblicamente attraverso il processo democratico e il dibattito in Parlamento;

   una reale partecipazione non può esaurirsi nelle abituali procedure di consultazione pubblica le quali, spesso, si traducono in sterile adempimento amministrativo. Un efficace processo di partecipazione deve essere in grado di rappresentare tutti gli interessi in gioco, compresi quelli delle generazioni future, in linea con i più recenti aggiornamenti della nostra Carta costituzionale. Comprendere a fondo questa prospettiva può consentire di sviluppare un documento strategico ampio, rappresentativo delle molteplici realtà del Paese, delle sue sfaccettature e peculiarità, senza incorrere nel rischio che il Pniec resti legato esclusivamente alla contingenza della crisi energetica o a interessi parziali, fallendo il suo scopo più alto,

impegna il Governo:

1) a promuovere, per quanto di competenza, il pieno coinvolgimento del Parlamento per un esame attento e trasparente del Pniec e del relativo processo di aggiornamento;

2) ai fini della elaborazione della versione definitiva del Pniec, a raccogliere i contributi delle istituzioni, delle imprese, delle rappresentanze sindacali, della società civile, dell'Università e della ricerca;

3) ad informare costantemente il Parlamento circa lo stato di avanzamento del processo di aggiornamento del Pniec, fornendo una rendicontazione piena e tempestiva con cadenza periodica;

4) ad assumere le iniziative di competenza affinché la versione definitiva del Pniec sia sottoposta all'esame e all'approvazione del Parlamento.
(1-00159) «Sergio Costa, Francesco Silvestri, Ilaria Fontana, Pavanelli, L'Abbate, Appendino, Cappelletti, Morfino, Santillo, Todde».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   l'account Twitter @rgowans, «Migrant Rescue Watch», attivo dal 2017, pubblica quotidianamente materiale delle milizie libiche, celebrandone l'operato, e periodicamente ha divulgato materiale top secret di apparati militari italiani ed europei, motivo per il quale giornalisti esperti di mafia libica come Nello Scavo hanno iniziato a definirlo «portavoce della mafia libica, legato ai servizi segreti (deviati?) di diversi Paesi»;

   da tale account sono partite le intimidazioni pubbliche al giornalista Nello Scavo e a don Mattia Ferrari, il quale ha presentato querela per minacce e diffamazione aggravata presso la procura di Modena; il Gip ha rigettato la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura, e ha sostenuto che il comportamento dell'account nei confronti di don Mattia Ferrari è «un'aggressione alla dimensione morale, denigratoria della dignità delle vittima (di cui viene riportata anche l'immagine fotografica) e, oggettivamente tale da esporla al pubblico e generale disprezzo», e ha disposto di eseguire le indagini che il Pm riterrà necessarie all'identificazione degli autori e dei gestori dei profili;

   per le minacce ricevute da tale account don Mattia Ferrari è stato messo sotto tutela. Risulta, inoltre, che la questura di Como, nel settembre 2021, abbia inoltrato all'A.G. gli atti relativi a minacce subite dal citato giornalista del quotidiano «Avvenire» ad opera, tra gli altri, di utilizzatori degli account Twitter «Migrant Rescue Watch» (@rgowans). In merito, prefettura di Como disponeva l'intensificazione della vigilanza generica radiocollegata, già in vigore in favore del predetto giornalista;

   con interrogazione a risposta scritta 4-00194 del 22 dicembre 2022 si faceva riferimento alla vicenda di don Mattia Ferrari, delle minacce ricevute da un account anonimo di Twitter e della relativa inchiesta presso la procura di Modena verso ignoti;

   negli ultimi giorni, vari quotidiani nazionali e locali, tra cui la Repubblica, la Stampa e il Corriere della sera, nell'edizione on line dell'articolo a firma di Ferruccio Pinotti dal titolo «Don Mattia Ferrari, Saving Humans scopre chi c'è dietro alle minacce al sacerdote: “Ha legami con Frontex”. L'agenzia: “Non ne sappiamo nulla”», vengono alla luce dei fatti inquietanti, in quanto un team investigativo (denominato JLProject, legato a Mediterranea Saving Humans) ha realizzato una contro-inchiesta e scoperto dettagli inquietanti;

   il team investigativo ha rivelato che da una mail inviata nel 2017 dal gestore dell'account a Frontex recuperata dai database si scopre il nome e cognome e l'indirizzo mail del gestore dell'account @rgowans. Egli si chiama Robert B. (il cognome non viene reso pubblico per motivi di privacy); dalle informazioni ricavate da internet si vede che è un ex vice capo della guardia costiera canadese, che ha vissuto in Germania e ora è in Polonia, che è stato a Malta nel 2016 e in Italia nel 2017, e tra le sue, amicizie su Facebook ci sono decine di miliziani e guardiacoste libici. Moltissimi fanno parte degli equipaggi delle motovedette regalate dall'Italia alla Libia e sono stati addestrati in Italia;

   in particolare, il JLProject ha osservato i post dei cosiddetti guardiacoste libici della motovedetta Sabratha 654, addestrati a Taranto nel 2017. Il giorno del loro diploma @rgowans pubblicò una fotografia scattata dall'interno della Mariscuola di Taranto, e si sarebbe addirittura una loro foto in posa sotto la nave militare San Giorgio;

   a rendere il quadro ancora più inquietante, il signor Robert ha il medesimo nome e cognome di una persona che lavora per Frontex per analizzare dati riservati (scrive inoltre da una mail con dominio polacco e Frontex ha sede a Vasarvia);

   interpellata dal Corriere, Frontex (1.500 funzionari e un budget nel 2022 di 754 milioni di euro) da Varsavia, come riportato nell'articolo sopracitato a firma di Ferruccio Pinotti, replica; «Abbiamo appreso della vicenda relativa all'account Twitter “Migrant Rescue Watch”, cioè il blog di @rgowans. Stiamo cercando di approfondire la questione quindi non possiamo rilasciare commenti»; intervenendo sui giornali, Mediterranea e don Mattia Ferrari si sono appellati pubblicamente alle istituzioni, Parlamento, Governo, perché facciano quanto loro dovere per scoprire la verità e tutelare l'integrità della Repubblica Italiana e dell'Unione europea –:

   se il Governo sia a conoscenza dei nuovi fatti denunciati e se non ritenga di dover adottare immediatamente, per quanto di competenza, iniziative idonee volte ad appurare la veridicità dei fatti che, qualora confermassero i collegamenti con Frontex, rivelerebbero una situazione molto inquietante;

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare per tutelare i cittadini minacciati dalla mafia libica, e nello specifico dal suddetto account, nonché per tutelare l'integrità della Repubblica davanti al fatto che un account che pubblica quotidianamente materiale per conto delle milizie libiche – al punto da essere definito dai giornalisti che si occupano della materia «portavoce della mafia libica» – divulghi documenti top secret di apparati militari italiani ed europei e minacci i cittadini italiani.
(2-00178) «Scotto, Schlein, Ciani».

Interrogazione a risposta orale:


   TONI RICCIARDI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   la puntata della trasmissione Report andata in onda su Rai 3 in data 19 giugno 2023 si è occupata in maniera molto dettagliata di alcune attività che vedono coinvolta l'attuale Ministra del turismo, sen. Daniela Santanchè, in qualità di imprenditrice;

   il servizio giornalistico si è occupato dapprima della partecipazione della attuale esponente di Governo con il suo ex compagno del tempo Canio Mazzaro nell'ambito del colosso biologico Ki Group, dall'acquisizione fino al suo fallimento;

   dalla ricostruzione di tutti i passaggi è emersa una gestione alquanto spregiudicata anche nei confronti di soggetti terzi come i fornitori, alcuni dei quali poi acquisiti proprio sulla base delle forniture non pagate da parte di Ki Group poi diventata Verde Bio;

   nel corso del servizio sono stati inoltre intervistati alcuni dipendenti che ancora non hanno ricevuto il Tfr a seguito del fallimento del gruppo e del loro licenziamento;

   il dato emblematico per la tesi giornalistica è stato il deprezzamento del valore dell'impresa dopo il subentro di Mazzaro e Santanchè, passando da 35 milioni di euro di valore quotati in borsa a 469 mila euro;

   la seconda parte del servizio dedica invece la sua attenzione alle vicende del gruppo editoriale Visibilia di proprietà della Santanchè e del suo attuale compagno Dimitri Kuntz, accendendo in particolare i riflettori su un'operazione finanziaria che vede coinvolto un fondo denominato Negma che ha sede a Dubai e registrato presso le isole Vergini, con un prestito pari a 3 milioni di euro e con una serie di operazioni speculative attenzionate anche dall'autorità giudiziaria;

   Visibilia, in qualità di concessionaria, ha anche venduto spazi pubblicitari per circa 120 mila euro a Media Italia, società del gruppo Armando Testa, l'azienda che si è aggiudicata la campagna di promozione del Ministero del Turismo «Open to meraviglia»;

   sarebbe inoltre emerso che un dipendente, con responsabilità apicali, sarebbe stato collocato in cassa integrazione a sua insaputa e che avrebbe continuato a svolgere la propria mansione, con palese violazione della legge;

   il servizio giornalistico ha evidenziato una modalità imprenditoriale adottata dalla senatrice Santanchè abbastanza spregiudicato;

   se la Presidente del Consiglio dei ministri risulti essere a conoscenza dei contenuti riportati dalla trasmissione televisiva del servizio pubblico e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare al riguardo.
(3-00484)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   PORTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con la stipula di numerose convenzioni multilaterali e bilaterali di sicurezza sociale lo Stato italiano ha garantito, a partire dagli anni ’50 del secolo scorso e fino agli anni 2000, un buon livello di tutela previdenziale a favore dei lavoratori italiani emigrati all'estero;

   nonostante la ripresa dei flussi migratori in entrata e in uscita, è sostanzialmente sospesa l'attività dello Stato italiano per garantire ai cittadini italiani residenti – o che si recano – all'estero e agli stranieri che immigrano in Italia una adeguata tutela socio-previdenziale in regime internazionale;

   la maggioranza delle convenzioni sono state stipulate, tranne alcune eccezioni, negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, come ad esempio quella con il Brasile che risale al 1977, quella con l'Argentina al 1984, con l'Uruguay al 1985, con il Venezuela al 1991, con gli USA al 1978, con il Québec al 1979, con la ex Jugoslavia addirittura al 1961. Si tratta di convenzioni obsolete nello spirito, nei contenuti e nella forma, che non tutelano più adeguatamente diritti e interessi o doveri dei futuri pensionati perché non tengono conto delle evoluzioni, talvolta radicali, delle legislazioni e dei sistemi previdenziali dei Paesi contraenti;

   con la presente interrogazione si intende rilevare, in particolare, che l'Accordo di emigrazione tra l'Italia e il Brasile è entrato in vigore il 26 febbraio 1965, mentre il protocollo aggiuntivo, che regolamenta gli aspetti della sicurezza sociale previsti dagli articoli da 37 a 43 dell'Accordo di emigrazione, è entrato in vigore il 3 agosto 1977. Si tratta di un accordo obsoleto che non è stato ancora rinnovato, nonostante i negoziati tra i due Paesi avvenuti negli anni '90 per realizzare il necessario aggiornamento;

   l'Accordo bilaterale in vigore tra l'Italia e il Brasile esclude dal campo di applicazione soggettivo, e quindi da ogni tutela previdenziale, sia i dipendenti pubblici che i liberi professionisti i quali, tra l'altro, non possono totalizzare i periodi di contribuzione versati nei due Paesi al fine di maturare un diritto previdenziale, creando così una disparità di trattamento con i dipendenti privati – che è stata invece sanata dai regolamenti comunitari di sicurezza sociale;

   l'Accordo non prevede la totalizzazione multipla, cioè la possibilità di totalizzare i contributi versati in Paesi terzi; non contempla nel campo di applicazione ratione materiae i trattamenti di disoccupazione e le prestazioni familiari; è un accordo disorganico e a volte ambiguo per quanto riguarda l'applicabilità della tutela sanitaria, mentre servirebbero disposizioni più complete e chiare in materia di assistenza medica, farmaceutica, protesica, odontoiatrica, ambulatoriale e ospedaliera;

   sono ripetute le proteste da parte di gruppi di professori universitari e di liberi professionisti italiani in Brasile e brasiliani in Italia i quali segnalano il problema alle autorità competenti dei due Paesi, evidenziando come l'esclusione dei dipendenti pubblici e dei liberi professionisti rappresenti una violazione di elementari diritti sociali e una disparità di trattamento rispetto agli altri lavoratori e un deterrente alla mobilità e allo scambio scientifico e professionale tra i due Paesi –:

   se i Ministri interrogati non ritengano improcrastinabile – alla luce della evoluzione dei sistemi previdenziali italiano e brasiliano dal 1977 a oggi, dello sviluppo di nuove mobilità internazionali, delle carenze dell'Accordo di sicurezza sociale in vigore in materia di soggetti e rischi tutelati, nei settori previdenziale, assistenziale e sanitario, della necessità di includere nel campo di applicazione soggettivo dell'Accordo i dipendenti pubblici e i liberi professionisti – l'avvio dei negoziati per il rinnovo dell'Accordo di sicurezza sociale tra Italia e Brasile che contempli il necessario aggiornamento normativo e assicurativo e la copertura previdenziale dei dipendenti pubblici e dei liberi professionisti.
(4-01186)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazioni a risposta scritta:


   ROSATO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   la Puglia, con i suoi 800 km di litorale, vanta lo sviluppo costiero più lungo d'Italia e conserva numerosi ambienti di grande valore naturalistico di rilievo nazionale e internazionale. La costa è molto diversificata, sono presenti zone umide, alte falesie rocciose, lunghe spiagge sabbiose accompagnate da cordoni dunari coperti da pinete e boschi a ginepro, basse scogliere, interrotte da piccole cale sabbiose;

   alcune aree costiere negli ultimi anni sono state oggetto di misure di tutela nel rispetto delle norme dettate dall'Unione europea e di convenzioni internazionali, al fine di tutelare l'elevato livello di biodiversità che le stesse racchiudono e nello stesso tempo i tratti più identitari della regione;

   si può constatare come la Puglia, pur avendo una superficie molto piccola e un'alta densità abitativa, mostri un'elevata biodiversità rispetto alle altre aree di riferimento;

   rispetto al valore nazionale, in Puglia troviamo il 43 per cento degli habitat individuati dalla direttiva «Habitat», il 65 per cento degli uccelli nidificanti, il 44 per cento dei mammiferi, dati che evidenziano l'enorme ricchezza della Puglia e la necessità di adottare misure concrete per conservare questo patrimonio; questa importanza ecologica è confermata da un sistema delle aree protette che, secondo diversi livelli normativi, protegge circa il 13 per cento del territorio regionale;

   il sistema regionale delle aree protette è formato da un mosaico complesso di aree con diversi livelli di protezione. Sono presenti 2 parchi nazionali (il Parco nazionale del Gargano e il Parco nazionale dell'Alta Murgia), 3 aree marine protette (Torre Guaceto, Isole Tremiti e Porto Cesareo), 16 riserve naturali dello Stato, oltre a un sistema di 18 aree protette regionali;

   nel 2004 è stato promosso ufficialmente il progetto dell'istituzione di una quarta area marina protetta (Amp) situata lungo le coste del Canale d'Otranto dove c'è anche una delle grotte carsiche del Mediterraneo di maggior interesse turistico, la grotta Zinzulusa, meta di oltre centomila visitatori all'anno, con punte massime giornaliere che superano le tremilacinquecento presenze;

   tutto ciò conferma l'eccezionale diversità e ricchezza biologica della grotta Zinzulusa che a tutt'oggi annovera, tra specie terrestri e acquatiche, oltre 60 taxa, per la maggior parte stigobionti e di antichissima origine;

   già nel 2004 l'area che va da Capo Otranto e si estende alle grotte Zinzulusa e Romanelli è stata inserita nel progetto relativo all'istituzione della quarta area marina protetta regionale, vista con favore da tutti i comuni interessati, quello di Otranto in primis;

   con la legge di bilancio per il 2018 sono state individuate le risorse finanziarie necessarie all'istituzione di una riserva marina nell'area Capo d'Otranto – grotte Zinzulusa e Romanelli – Capo di Leuca, già denominata Penisola Salentina (Grotte Zinzulusa e Romanelli), individuata, ai sensi dell'articolo 36, comma 1, della citata, legge n. 394 del 1991, come area marina di reperimento, primo passo dell'iter per l'istituzione di una Amp;

   risulta oramai improcrastinabile la predisposizione di uno strumento normativo statale per la salvaguardia di un sito biospeleologico di assoluta unicità –:

   quali siano gli intendimenti in relazione all'istituzione della citata area marina protetta (Amp) Capo d'Otranto – grotte Zinzulusa e Romanelli – Capo di Leuca;

   quale sia lo stato dell'arte relativo all'iter di istituzione della citata Amp Capo d'Otranto – grotte Zinzulusa e Romanelli – Capo di Leuca e quali tempestive iniziative di competenza intenda predisporre per velocizzare l'istituzione della citata area marina protetta.
(4-01185)


   SERGIO COSTA, CAPPELLETTI e ILARIA FONTANA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il Dicastero che fa capo al Ministro interrogato ha, recentemente, stabilito che il progetto relativo, alle «Opere di manutenzione e ripristino per la protezione e la conservazione nelle aree di bordo del canale Malamocco Marghera tratto curva San Leonardo e Fusina – interventi di protezione dall'erosione marina delle casse di colmata A, B, D-E, lato laguna viva», non richiede l'espletamento della Via ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni;

   in base alla citata decisione, l'Autorità di Sistema Portuale potrà, pertanto, procedere con l'affidamento dei lavori e con il monitoraggio ambientale, per un valore di 20 milioni di euro;

   quanto sopra lascia quantomeno perplessi considerato che, in data 5 marzo 2021, la Direzione generale valutazioni ambientali del Ministero decretava l'assoggettamento alla procedura di Via del progetto, precedentemente denominato «Interventi per la protezione e la conservazione dei fondali del canale Malamocco Marghera-Opere di protezione delle Casse di Colmata», ma non mutato nei suoi contenuti essenziali, sulla base delle conclusioni della commissione Ctvia n. 171 del 15 febbraio 2021 che motivava il proprio parere sull'assunto che il progetto determinasse «potenziali impatti ambientali significativi e negativi»;

   rileva infatti segnalare che anche per il «nuovo progetto», messo al bando dall'Autorità di sistema portuale il 21 dicembre 2022, permangono numerose criticità: in particolare, gli interventi prevedono il marginamento delle casse di colmata in chilometri di scogliere lineari realizzate in pietrame di grandi dimensioni, tipologia non prevista da Palav e già denegata dal voto della Commissione per la salvaguardia di Venezia del 18 dicembre 2003, che prescrive, piuttosto, le morfologie di tipo «lagunare» per evitare l'effetto erosivo; la conseguente compromissione delle azioni di ripristino dell'ambiente naturale e floro-faunistico già eseguite; la previsione di scaricare i fanghi di scavo dei canali sopra le casse di colmata; la realizzazione di nuove opere di consolidamento della sponda Ovest e, presumibilmente, della sponda Est non riconducibili alle opere di mera manutenzione e ripristino previste; la compromissione stabile dei siti e dei paesaggi interessati, con conseguente pregiudizio nell'attuazione della normativa vigente sul «ripristino naturalistico e florofaunistico» già, in parte, attuato per anni dal Magistrato alle acque e ancora in itinere; il mancato rispetto dell'articolo 2 del decreto-legge n. 103 del 2021 per il quale gli interventi di «manutenzione dei canali esistenti» di navigazione portuale sono affidati alla competenza del Commissario straordinario e devono essere effettuati «previa valutazione di impatto ambientale e garantendone la coerenza con le indicazioni del Piano morfologico e ambientale della Laguna»;

   alle predette criticità, si aggiunga la necessità di verificare la coerenza con il tuttora vigente piano morfologico approvato con i decreti del Presidente del magistrato alle acque di Venezia del 24 febbraio 1993 e del 28 febbraio 1994, nonché la richiesta della Commissione europea, nell'ambito della procedura di infrazione Pilot 9722 (2020), di particolari informazioni relative a possibili violazioni alla direttiva quadro acque 2000/60/CE, in merito ai «progetti del Porto di Venezia per rafforzare il principale canale di navigazione attraverso la laguna con barriere rigide che modificherebbero irrimediabilmente la morfologia della laguna», considerato peraltro che il vigente piano di gestione delle acque, per la parte relativa alla laguna di Venezia, non prevede alcuna misura riguardante il marginamento delle casse di colmata –:

   se il Ministro interrogato, alla luce delle criticità esposte in premessa, non ritenga opportuno verificare la coerenza della determinazione di esentare gli interventi previsti nel canale di Malamocco dalla valutazione di impatto ambientale rispetto alla vigente normativa in materia di Via, alla legislazione speciale per Venezia, nonché alla direttiva quadro acque 2000/60/CE, anche avviando apposita interlocuzione con la Commissione europea.
(4-01191)

CULTURA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ORRICO, AMATO, CASO e CHERCHI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   il 17 gennaio 2023, presso la Camera dei deputati, si è tenuta la conferenza stampa per presentare i risultati dell'inchiesta 2022 di Mi Riconosci sul tema «Lavorare nel settore culturale», con l'intento di mettere in luce le principali problematiche che affliggono il mondo della cultura e i suoi professionisti;

   la raccolta dei dati è stata condotta attraverso un questionario rivolto a tutte le persone che sono, o sono state, impiegate nel settore dei beni culturali e dello spettacolo in Italia; hanno partecipato in totale 2526 persone;

   il primo dato emerso è la maggioranza di lavoratrici donne, che rappresentano il 76 per cento degli intervistati. Di eguale rilevanza sono i dati inerenti ai titoli di studio dei compilatori, che indicano lavoratori altamente formati, nell'85 per cento dei casi hanno almeno una laurea triennale;

   riguardo la macrocategoria dei lavoratori dipendenti (nel 68 per cento dei casi impiegati presso musei, biblioteche, archivi, parchi archeologici, gallerie, spazi espositivi, teatri, cinema) si sottolinea l'alta percentuale di personale esternalizzato, nel 75 per cento dei casi il datore di lavoro è infatti un privato; solo il 50 per cento dei lavoratori possiede un contratto a tempo indeterminato, dato che evidenzia un preoccupante tasso di precarietà; il 54,2 per cento degli intervistati guadagna infatti meno di 10.000 euro l'anno, vivendo ben al di sotto della soglia di povertà, il 69 per cento dei lavoratori dipendenti ha pertanto dichiarato di percepire meno di 8 euro netti l'ora (ai quali si deve aggiungere un 22,4 per cento che percepisce tra i 4 euro e i 6 euro netti l'ora);

   la percezione di stipendi tanto bassi e non dignitosi è spesso legittimata dalla tipologia dei contratti somministrati, che nel 26 per cento dei casi fanno capo al Multiservizi (contratto di appalto tipico per il personale di mense e imprese di pulizia), mentre solo il 6 per cento dei lavoratori dipendenti sono assunti con il Federculture, contratto collettivo nazionale;

   per quanto concerne la macrocategoria dei lavoratori autonomi, che rappresentano il 31 per cento degli intervistati, va evidenziato che il 40,3 per cento percepisce meno di 8 euro netti l'ora; la medesima percentuale lavora a monocommittenza, cioè con una sola ed esclusiva collaborazione;

   gli appalti dei servizi museali vengono sempre concessi al minimo ribasso con la conseguenza di una riduzione degli stipendi dei lavoratori –:

   se non ritenga opportuno, a tutela dei lavoratori del settore, considerare la previsione di un sistema premiale a favore di chi applica il Ccnl Federculture nelle gare di appalto del settore culturale, con clausole più stringenti per gli aggiudicatari in termini di qualità occupazionale.
(5-01012)

Interrogazione a risposta scritta:


   PAVANELLI e AMATO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   il Palazzo dei Priori, situato nel pieno centro storico di Perugia, rappresenta uno dei maggiori esempi di architettura gotica. L'edificio, costruito tra la fine del XIII e la prima metà del XV secolo, è tuttora uno dei simboli della città di Perugia evocandone la duplice identità culturale e civica, essendo ancora sede del Nobile Collegio della Mercanzia e del Nobile Collegio del Cambio, oltre che del comune di Perugia e della Galleria nazionale dell'Umbria;

   in data 9 maggio 2023, si è verificata la caduta di un manufatto marmoreo – raffigurante un agnello – collocato su una mensola al di sopra dell'ingresso della sala della Vaccara di Palazzo dei Priori, che ha provocato danneggiamenti e distacchi del materiale lapideo;

   in virtù della particolare posizione dell'immobile storico, collocato in corso Vannucci, centinaia di persone quotidianamente transitano adiacenti alle mura esterne dell'edificio, in un'area particolarmente affollata in occasione delle frequenti iniziative culturali organizzate nel centro storico come l'Umbria Jazz o l'Eurochocolate;

   l'edificio di per sé rappresenta una meta turistica particolarmente attrattiva, richiamando ogni anno visitatori da ogni parte del mondo che, possono apprezzarne le facciate oltre che la vista della città dall'alto tramite accesso alle terrazze;

   a norma degli articoli 677 e 733 codice penale è compito dell'ente pubblico proprietario del complesso monumentale rispondere dei danneggiamenti strutturali e dei pericoli di crollo causati dalla mancanza di manutenzione;

   invero, già nel 2020 sono stati avviati lavori di consolidamento e restauro delle trifore del secondo ordine di Palazzo dei Priori, finalizzati a mettere in sicurezza le finestre che affacciano su corso Vannucci e piazza IV novembre. Il cantiere è poi stato esteso a ulteriori interventi, come la revisione e la riparazione dei canali di scarico delle acque piovane, la pulizia delle finestre della torre Diadana su via della Gabbia e il rifacimento parziale degli intonaci e delle tinteggiature della parte intera della Loggia su piazza IV novembre;

   nel corso del 2020 sono stati effettuati dei rilievi sullo stato di salute complessivo dell'edificio, mentre più di recente, nel 2022, nel Palazzo sono stati realizzati interventi organici a risolvere delle criticità sulla facciata di piazza IV novembre riguardanti la parte superiore, nel colonnato al piano terra e nei blocchi in travertino che formano gli scalini di accesso alla Sala dei Notari. Nonostante i citati interventi, il crollo del 9 maggio 2023, certifica la necessità di ulteriori iniziative manutentive –:

   se non intenda adottare le iniziative di competenza volte a effettuare una ricognizione sugli interventi effettuati, nonché sullo stato di manutenzione complessivo dell'immobile;

   se non intenda intervenire ai sensi degli articoli 32 e seguenti, del decreto legislativo n. 42 del 2004;

   se non intenda, in ragione dell'indiscutibile pregio e dell'elevato valore storico di Palazzo dei Priori, adottare le iniziative di competenza volte a destinare apposite risorse per la messa in sicurezza dell'immobile a garanzia dell'incolumità di cittadini e turisti, nonché per prevenire il progressivo deperimento dell'edificio.
(4-01188)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DE MICHELI, BARBAGALLO, CASU, MANCINI e SIMIANI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   lo scorso maggio 2023 Lufthansa ha raggiunto un accordo con il Ministero dell'economia e delle finanze per l'acquisizione di una partecipazione di minoranza del 41 per cento in ITA per 325 milioni di euro attraverso un aumento di capitale, mentre il Ministero dell'economia e delle finanze si è impegnato a un aumento di capitale di 250 milioni di euro in ITA. Le parti hanno anche concordato opzioni per consentire un'eventuale acquisizione in un secondo momento dopo il 2025, delle restanti azioni da parte di Lufthansa, il cui prezzo sarà basato sullo sviluppo del business di ITA;

   l'accordo è ora al vaglio della Corte dei conti e dovrà essere notificato alla Dgcomp della Commissione europea e da questa autorizzato;

   rimangono diverse criticità e questioni aperte, come la condivisione delle bande orarie o slot, già di Alitalia e trasferite ad ITA, la sorte dei lavoratori ex-Alitalia attualmente non ricompresi nel personale riassunto, il valore di mercato delle bande orarie, che per il solo aeroporto di Linate raggiungono una stima ricompresa tra 700 e 800 milioni di euro, un valore molto superiore all'impegno finanziario sostenuto da Lufthansa per la partecipazione del 41 per cento in ITA, e di conseguenza, ad avviso dell'interrogante, una enorme sottovalutazione complessiva del valore di ITA, a danno dell'interesse economico e finanziario del nostro Paese;

   altre criticità emergono sulla cessione della seconda parte delle quote del Mef a Lufthansa, in quanto la compagnia tedesca potrebbe mantenere ITA in passivo o con un leggero attivo, senza farla sviluppare oltre una certa soglia in modo da non pagare prezzi più alti per le restanti quote di partecipazione azionaria, concentrando eventuali investimenti in un secondo momento;

   vi è, inoltre, incertezza sul futuro ruolo degli aeroporti italiani, a partire da Milano Malpensa e sull'effetto sull'hub di Fiumicino della riduzione del numero di aerei da 110 a 94: ci si domanda se la nuova ITA avrà interesse a mantenere le attuali rotte per gli aeroporti italiani, alcune delle quali svolgono un servizio essenziale per il collegamento di determinate località del Mezzogiorno, dove i collegamenti ferroviari non costituiscono ancora un'alternativa sufficiente;

   grande preoccupazione riguarda il cosiddetto «interim agreement»: per alcuni tipi di decisione, spesa, investimenti rientranti in parametri particolarmente rigidi, ITA dovrà chiedere l'autorizzazione a Lufthansa, ed è prevista anche l'immediata sostituzione di tutto il management che ha dato vita a una nuova compagnia aerea il 15 ottobre 2021, da dirigenti della stessa Lufthansa, con il rischio che se alla fine della valutazione di Dgcomp, non ci sarà per Lufthansa la possibilità di acquistare il 41 per cento di ITA, la stessa azienda sarà comunque legata «de facto» a Lufthansa, rischiando che il suo valore autonomo diventi talmente basso da determinare un danno irreparabile all'azienda medesima e alle casse dello Stato –:

   quando il Governo intenda fornire elementi completi, presso le commissioni parlamentari competenti, in ordine ai contenuti dell'accordo tra il Mef e Lufthansa e se questi garantiscano un esito certo all'acquisizione della partecipazione di maggioranza azionaria di ITA da parte di Lufthansa dopo il 2025;

   quali opzioni siano previste qualora l'accordo non riceva il via libera da parte delle autorità europee e nazionali o nel caso in cui Lufthansa eserciti il diritto di recesso;

   se siano stati attentamente valutati tutti gli asset di ITA e se la prevista condivisione degli slot sia compatibile con la vigente normativa;

   quale sia l'impatto sul traffico passeggeri negli aeroporti del nostro Paese, sulle rotte nazionali e internazionali che riguardano gli aeroporti italiani e sul turismo del nostro Paese;

   quale ruolo avranno Malpensa e Fiumicino;

   se il Governo abbia previsto un meccanismo di adeguamento del prezzo di vendita considerato che l'azienda sta avendo risultati molto migliori delle previsioni.
(5-01019)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   CALDERONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con deliberazione della giunta comunale n. 133 del 13 giugno 2023 è stato approvato uno schema di protocollo d'intesa con l'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Barcellona Pozzo di Gotto a mente del quale l'Ordine, anche per il tramite della propria fondazione, si è impegnato a espletare a titolo gratuito in favore del comune una serie di attività professionali, quali: rilasciare pareri pro-veritate su argomenti d'interesse generale, partecipare a tavoli di studio e ai lavori delle commissioni consiliari;

   l'articolo 3 della legge del 21 aprile 2023 n. 49, recante «Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali» ha sancito la nullità delle clausole che prevedono compensi non equi dei professionisti che prestino la propria attività professionale in favore, fra gli altri soggetti, di pubbliche amministrazioni;

   un ruolo di controllo sul rispetto delle disposizioni della legge è attribuito proprio agli ordini o collegi professionali (articolo 5, commi 4 e 5);

   è palese, ad avviso dell'interrogante, la illiceità dell'accordo intercorso fra il comune e l'Ordine dei dottori commercialisti di Barcellona Pozzo di Gotto, soggetto deputato, come detto, al rispetto della nuova normativa sull'equo compenso in favore dei professionisti –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto in premessa e se non intenda attivare i propri poteri di vigilanza e controllo sull'ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Barcellona Pozzo di Gotto.
(4-01189)


   MAIORANO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il contratto collettivo nazionale di lavoro dei Ministeri 1998-2001 aveva rivisto la classificazione dei lavoratori disponendo che le precedenti ex nove categorie venissero raggruppate in tre diverse aree, la A (in cui confluivano le ex 1a, 2a e 3a categoria), la B (le ex 4a, 5a e 6a) e la C (le ex 7a, 8a e 9a);

   il contratto collettivo integrativo per il Ministero della giustizia del 5 aprile 2000, all'articolo 24, definiva le mansioni degli «ausiliari», inquadrandoli nell'area funzionale A, posizione economica A1, quali lavoratori che supportano le varie attività e provvedono al ricevimento del pubblico;

   l'allegato 5 del citato contratto collettivo integrativo giustizia definiva i criteri per il passaggio degli ausiliari dalla posizione economica A1 alla posizione economica iniziale dell'area B, mediante percorsi selettivi semplificati nel rispetto delle regole concorsuali previste da Ccnl;

   a partire dal maggio 2001 si sono susseguiti ripetuti accordi per il passaggio degli ausiliari dall'area A alla B, senza che detta riqualificazione avesse poi esito effettivo;

   nel frattempo, per il sostanziale venir meno delle mansioni originariamente previste a motivo della progressiva automazione e informatizzazione dei servizi, gli appartenenti all'area A sono stati destinati ad altre mansioni, spesso di livello superiore e riconducibili a quelle della superiore area B, senza peraltro che a questo corrispondesse un riconoscimento dell'attività svolta e delle professionalità acquisite;

   il contratto collettivo 2006-2009, sottoscritto in data 14 settembre 2007, promuoveva la riqualificazione professionale per il passaggio del personale in servizio e, conseguentemente, il contratto collettivo integrativo prevedeva 270 passaggi del personale inquadrato nel profilo professionale dell'ausiliario (prima area) al profilo professionale dell'operatore giudiziario (seconda area), tuttavia detta disposizione non ebbe mai seguito;

   ancora nel 2001 fu pubblicato il bando per il passaggio di 3204 ausiliari a operatori, ma anche detta procedura non fu mai attivata –:

   se il Ministro interrogato, dando seguito a quanto più volte stabilito nell'ambito delle contrattazioni collettive, intenda adottare iniziative per il passaggio di area degli ausiliari di giustizia a operatori e, nel caso, quali tempistiche siano previste per l'emanazione del bando che questi dipendenti attendono da tanti anni.
(4-01190)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CAPPELLETTI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   con il cosiddetto Chips Act approvato a inizio 2022, l'Unione europea ha fissato l'obiettivo di raddoppiare la propria capacità produttiva di semiconduttori, portandola al 20 per cento del totale mondiale. Per favorire e attrarre sul territorio europeo tali investimenti vengono esentati gli incentivi ai microprocessori dal divieto di aiuti di Stato;

   sulla rivista online www.corrierecomunicazioni.it, il 18 novembre 2022, viene pubblicato l'articolo «Intel in Italia, Zaia: Progetto in fase cruciale, partita da 10 miliardi» con il quale viene annunciato un importante investimento per realizzare la sede della chip factory in Veneto, nel territorio del comune di Vigasio (Verona). Il progetto prevedeva un investimento dal valore stimato di 4,5 miliardi che il Governo avrebbe potuto coprire con fondi pubblici fino al 40 per cento e che avrebbe generato 3 mila posti di lavoro diretti;

   nel testo dell'articolo, in riferimento al progetto, viene riportata la dichiarazione del presidente della regione Luca Zaia secondo il quale «Si tratta del più grande progetto di capitali che arrivano dall'estero realizzato non solo sul territorio, ma in Italia», garantendo di essere già a lavoro da più di un anno e di essere nella fase cruciale;

   a fronte del crollo ad aprile della produzione industriale annuale nel nostro Paese del -7,2 per cento, la realizzazione di questi investimenti aiuterebbe a rafforzare la crescita e la competitività delle attività produttive del Paese;

   in questi giorni, diversi Capi di Stato e la Intel hanno annunciato la realizzazione da parte dell'azienda di investimenti per un valore di 58 miliardi di euro in Polonia, Israele e Germania che rientrano nel piano di lungo termine lanciato nel 2022 da Intel per recuperare il ritardo dai concorrenti asiatici e soddisfare la domanda di chip globale. Tali impegni hanno ridotto le risorse nel bilancio di Intel che aveva stanziato 80 miliardi per l'espansione in Europa;

   le ipotesi di realizzare il progetto annunciato nell'ambito del territorio nazionale pertanto non ha trovato al momento ancora nessun concreto riscontro;

   nel merito, il 20 giugno 2023, al giornale Il Fatto Quotidiano, nell'articolo «Berlino, maxi aiuti di Stato: 10 miliardi per i chip Intel», il Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso ha asserito che «Gli impianti in Polonia e in Germania non sono in competizione con quello ipotizzato in Italia, che riguarda appunto una nuova tecnologia non ancora produttiva. Noi abbiamo risposto alle richieste dell'azienda come loro ci riconoscono. Ora dipende dalle loro scelte aziendali e dalle risorse che intendono impiegare» –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere affinché anche il nostro Paese possa dotarsi di una filiera produttiva di rilevanza strategica e quali siano stati gli elementi di interesse che nell'ambito delle interlocuzioni con l'azienda potrebbero determinare un eventuale ripensamento rispetto all'investimento.
(5-01011)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DE MICHELI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nel 2020, la realizzazione di un attraversamento stabile dello Stretto di Messina, dopo decenni di mistificazioni e di sprechi, finalmente ridiventava obiettivo prioritario e strategico per il Governo. A tal fine, e per evitare il ripetersi di errori che avrebbero compromesso il tutto, venne istituita una speciale commissione tecnica con l'incarico di verificare, stante i molti anni trascorsi, la realizzabilità sotto ogni profilo del progetto già oggetto di affidamento e poi bloccato, ovvero individuare possibili migliorie o alternative che avrebbero potuto consentire una più veloce fase realizzativa dell'opera;

   lo stesso Governo, consapevole che un'opera ardita come quella di cui trattasi non poteva non essere supportata da un potenziamento infrastrutturale adeguato e funzionale a un nuovo sistema di mobilità, deliberava per la prima volta di finanziare, con risorse Pnrr e tratte dal fondo complementare, la realizzazione di una nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità fra Salerno e Reggio, Calabria;

   in particolare veniva recepito e in parte finanziato un progetto Rfi che per ora prevede la realizzazione di tre lotti: Battipaglia-Praja, Praja-Tarsia e il raddoppio della galleria Santomarco nella tratta Cosenza-Paola, il cui valore consisteva anche nell'avere finalmente adottato un tracciato calabrese più centrale in grado di intercettare su Tarsia/Montalto tutta la domanda potenziale proveniente dal versante ionico e dalla stessa Basilicata orientale;

   stante la strategicità dell'importante opera, venne nominata una commissaria straordinaria per velocizzare e monitorare direttamente il delicato percorso, individuata nella persona di Vera Fiorani, Ad di Rfi;

   con ordinanza n. 5 del 30 novembre del 2021 dalla stessa commissaria veniva approvato il programma generale di attività del potenziamento, con caratteristiche di alta velocità, della direttrice ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, indicando, in specifici diagrammi di Gantt allegati, i lotti funzionali interessati e un cronoprogramma dettagliato delle varie fasi;

   negli allegati all'ordinanza n. 5 del 30 novembre 2021 venivano indicati i seguenti lotti:

    lotto 1) Battipaglia-Praja con sub lato a Battipaglia-Romagnano;

    lotto 2) Praja-Tarsia;

    raddoppio Galleria Santomarco;

   i tempi previsti nei cronoprogrammi dall'ordinanza commissariale sono stati ampiamente disattesi e l'entità dei ritardi mai resi pubblici –:

   quali siano le ragioni per le quali:

    a) sui siti istituzionali di Rfi e dello stesso Mit non sia più rintracciabile l'originario progetto Rfi e non ci sia altresì più traccia del lotto 2 Praja-Tarsia;

    b) il Ministro interrogato non abbia mai preso decise iniziative volte a velocizzare l'iter già avviato, nonostante abbia affermato più volte la volontà di realizzare il ponte sullo Stretto ritenendolo strettamente connesso con l'alta velocità ferroviaria;

    c) il Ministro interrogato non abbia informato il Parlamento sul percorso dell'opera e su eventuali criticità emerse;

    d) non si trovi più traccia del lotto Funzionale Praja-Tarsia, fra i più importanti in quanto relativo alla parte più idonea a intercettare e servire le importanti aree ioniche calabresi e lucane da troppo tempo isolate e marginalizzate.
(5-01018)

INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:


   ZOFFILI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   come già richiamato nei precedenti atti di sindacato ispettivo presentati dall'interrogante, nello specifico le interrogazioni a risposta scritta n. 4-00579 del 2 marzo 2023, n. 4-01092 del 31 maggio 2023, n. 4-01127 del 6 giugno 2023, n. 4-01150 del 9 giugno 2023 e n. 4-01158 del 15 giugno 2023, perseverano ai danni della città di Erba (Como) ignobili e violenti atti criminali di matrice anarchico-terrorista-insurrezionalista evinta da contenuti e simbologia esplicita;

   da fonti dirette e di stampa si aggiunge, infatti, ai cinque precedenti episodi che si sono registrati da gennaio 2023 documentati nei sopracitati atti di sindacato ispettivo e che comprendono anche minacce di morte nei confronti dell'interrogante, la comparsa, sullo storico «tempietto» barocco del Parco comunale Majnoni, di nuove scritte anarchiche in vernice spray rossa raffiguranti diversi simboli con la lettera «A cerchiata» di anarchia e la scritta «P-38» (la nota pistola) e che vanno ad aggiungersi a scritte di vernice nera e graffiti già presenti sull'edificio contro gli agenti della forze dell'ordine («1234» acronimo di «A.C.A.B.» «All Cops Are B...» – «Tutti i Poliziotti sono b...»), rappresentanti il simbolo comunista della falce e martello e altre –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato abbia intrapreso ed intenda intraprendere per porre fine a questi reiterati episodi criminali.
(4-01193)

ISTRUZIONE E MERITO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione e del merito, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   venerdì 19 maggio 2023, il rappresentante degli studenti del liceo classico «Augusto», nel quartiere Appio Latino di Roma, ha subito un'aggressione da parte di militanti dell'estrema destra;

   secondo le ricostruzioni fornite dal dirigente scolastico e dagli organi di stampa, il ragazzo, insieme ad altri compagni di classe, aveva aderito all'iniziativa «Roma cura Roma» e stava ripulendo il muro della scuola dalle numerose locandine affisse;

   tra queste locandine c'erano manifesti inneggianti al fascismo. A quel punto sarebbe stato avvicinato da un gruppo di coetanei appartenente all'organizzazione di estrema destra «Blocco Studentesco»: uno di loro, anch'egli studente del liceo classico «Augusto» lo avrebbe prima schiaffeggiato e poi minacciato;

   la dirigente scolastica del liceo si è schierata in prima linea per condannare fermamente il gesto diramando una circolare: «Il 19 maggio un nostro studente, eletto come rappresentante di Istituto è stato minacciato e schiaffeggiato prima di entrare a scuola. La Comunità Scolastica condanna il gesto violento e offensivo ed esprime vicinanza al ragazzo e alla sua famiglia. Invito con forza tutti a rinnovare il comune impegno nella diffusione dei valori del rispetto, del dialogo e della solidarietà che costituiscono l'antidoto alla prepotenza e alla sopraffazione»;

   non si è fatta attendere anche la replica della Rete degli studenti medi, di cui fa parte proprio il rappresentante d'istituto del liceo «Augusto»: «Non è la prima volta che avvengono questi episodi a Roma e in Italia. Il clima di pressione e violenza neofascista presente soprattutto nelle scuole e nelle strade è figlio di una cultura revisionista che nega i valori democratici, antifascisti e repubblicani. È necessaria una risposta chiara e netta dalle istituzioni, a partire da quelle più vicine agli studenti, non è possibile occultare le ragioni di un tale clima di pressione, che gli studenti democratici e antifascisti vivono nelle scuole»;

   non è il primo caso di aggressione di stampo neofascista che si verifica nella Capitale e nel resto del Paese: la procura di Firenze ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di violenza privata aggravata nei confronti dei sei esponenti Azione Studentesca, che il 20 febbraio 2023 hanno colpito con pugni e calci due studenti del liceo classico Michelangiolo di Firenze;

   il Ministro dell'istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, in riferimento a quanto accaduto venerdì mattina al Liceo Classico Augusto di Roma, ha dichiarato alla stampa: «Ogni violenza fisica e verbale è in contrasto con i principi di democrazia, libertà, rispetto della persona che stanno a fondamento della nostra Costituzione e pertanto va duramente condannata da chiunque provenga. Non solo: violenze e minacce devono essere anche punite senza se e senza ma. Noi staremo sempre dalla parte dei miti contro qualunque prepotente»;

   nelle condivisibili dichiarazioni del Ministro, tuttavia, non si fa riferimento ai gruppi che si rendono protagonisti delle aggressioni fisiche e verbali, gruppi che hanno una chiara provenienza politica e si atteggiano nei metodi e nel lessico agli squadristi del ventennio fascista, a cui si ispirano esplicitamente le organizzazioni a cui sono affiliati –:

   quali iniziative urgenti e opportune si intenda avviare al fine di prevenire e contrastare la diffusione di comportamenti intimidatori e violenti nei confronti di studenti e presso gli istituti scolastici, in relazione agli episodi richiamati in premessa, riconducibili ad organizzazioni di estrema destra che si pongono fuori dai dettami della Costituzione italiana e della civile convivenza.
(2-00179) «Morassut, Casu».

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:


   LACARRA e UBALDO PAGANO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   Network Contact è un call center in outsourcing presente in diverse regioni italiane;

   la sede di Molfetta è la sede principale, prima per nascita e con più di 5000 dipendenti. Dal 2019 la società ha iniziato a denunciare problemi di sostenibilità soprattutto su tale sede;

   tali questioni, alla fine di una trattativa complessa e drammatica, hanno portato alla sottoscrizione di un accordo che, in definitiva, riduceva il costo del lavoro dei lavoratori attraverso un insieme articolato di provvedimenti;

   negli ultimi mesi del 2022, alla scadenza del suddetto accordo, la direzione aziendale ha manifestato l'urgenza di procedere da prima ad una proroga delle misure varate nel 2019, per approdare poi ad una proposta che, attraverso delle deroghe al contratto nazionale di lavoro, mirasse a ridurre ancora una volta e per un ulteriore triennio il costo del lavoro;

   la platea di cui trattasi è costituita in buona parte di lavoratori part time al terzo livello delle Ccnl delle Tlc, con salari medi che non superano i mille euro mensili;

   come sottolineato dalle organizzazioni sindacali, è impossibile non ritenere questa ennesima crisi imputabile a cause endogene all'azienda ma anche al più generale modello di mercato dei call center in outsourcing, spesso contraddistinte da gare al massimo ribasso, committenti, comprese le pubbliche amministrazioni, che assegnano le commesse ad aziende con contratti «pirata» dal costo più basso, rendendo quindi pressoché inapplicabile la clausola sociale, se non a fronte di grandi sacrifici economici e normativi da parte dei lavoratori;

   come segnalato dalle stesse parti sociali, le tabelle per il costo orario minimo depositate presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali sono ormai diventate il riferimento del costo finale di assegnazione e non già un parametro, per quanto importante, per comporre il compenso finale per fornitori, che si trovano molto spesso ad accettare commesse praticamente in perdita;

   la vertenza in atto in questi giorni a Molfetta sta generando notevole preoccupazione ai lavoratori ed alle loro comunità perché potrebbero essere costretti, ancora una volta, a pagare il prezzo di responsabilità e inefficienze altrui;

   l'insostenibilità della situazione per le lavoratrici e i lavoratori è acuita dalla recrudescenza del fenomeno inflattivo che sta drammaticamente erodendo il potere di acquisto dei loro salari già nei fatti prossimi alle soglie di forte disagio economico-:

   se intenda acconsentire alla richiesta di un incontro urgente con le organizzazioni sindacali al fine di individuare le soluzioni più opportune per la vertenza di cui in premessa;

   se e quali iniziative intenda intraprendere per tutelare i lavoratori e interrompere ulteriori azioni a detrimento dei loro diritti e della loro dignità.
(4-01187)

SALUTE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XII Commissione:


   MALAVASI, FURFARO, GIRELLI, CIANI e STUMPO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nella relazione inviata al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr relativa al terzo semestre, per quel che riguarda il Ministero della salute emergono due «elementi di debolezza» in tre aree della missione 6; queste riguardano: 1.1 «Case di comunità (Cdc) e presa in carico della persona» (2 mld); 1.3 «Rafforzamento dell'assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture (ospedali di comunità)» (1 mld); 1.2 «Verso un ospedale sicuro e sostenibile» (1,6 mld). In particolare, questi tre ambiti sono caratterizzati da criticità riguardanti due voci: «Eventi e circostanze oggettive: aumento costi e/o scarsità di materiali» ed «Eventi e circostanze oggettive: squilibrio offerta/domanda»;

   inoltre, il Ministero della salute segnala sul proprio sito alcuni ritardi su quattro dei sette adempimenti che dovevano essere realizzati entro lo scorso 31 marzo 2023 e per gli otto obiettivi da portare a termine entro giugno 2023, attualmente risulta già raggiunto solo quello in tema di «Assegnazione di almeno 400 codici CIG/provvedimento di convenzione per la realizzazione degli Ospedali di Comunità»;

   il ritardo negli adempimenti previsti rischia di compromettere una delle missioni più importanti previste dal Pnrr e che mira a promuovere un miglioramento del Servizio sanitario nazionale, una maggior rapida presa in carico della persona garantendo nel contempo equità di accesso alle cure, rafforzamento della prevenzione e dei servizi sul territorio;

   in particolare, in data 29 marzo 2023, il Ministro della salute, rispondendo all'atto di sindacato ispettivo 5-00624, ha dichiarato: «attualmente non si rilevano elementi ostativi al raggiungimento degli obiettivi nei tempi previsti. (...) All'esito del monitoraggio atteso al T1 2023, ed esclusivamente nel caso in cui si dovessero ravvisare effettivi e preoccupanti ritardi in ordine all'attuazione degli obiettivi previsti, questo Ministero valuterà l'opportunità di attivare apposite riunioni con le amministrazioni regionali finalizzate a intervenire in maniera puntale attraverso azioni di rafforzamento e di supporto tecnico»;

   tuttavia, dalla relazione del Governo emergono con chiarezza le criticità che non consentono di realizzare gli obiettivi nei tempi previsti, con il rischio di perdere risorse preziose per il Sistema sanitario nazionale –:

   quali siano nello specifico i ritardi individuati nell'attuazione della Missione 6 del Pnrr e in ragione di questi quali iniziative di competenza intenda attuare, programmando anche eventuali interventi normativi correttivi per recuperare i ritardi accumulati.
(5-01013)


   LOIZZO, PANIZZUT, LAZZARINI e MATONE. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 24 maggio 2014, la sessantasettesima Assemblea mondiale della sanità indetta dall'OMS ha approvato una risoluzione (WHA 67.9) che riconosce la psoriasi come malattia invalidante, caratterizzata da un significativo impatto psicosociale;

   il Piano nazionale cronicità, approvato con accordo tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano del 15 settembre 2016, è uno strumento di programmazione che intende contribuire «al miglioramento della tutela per le persone affette da malattie croniche, riducendone l'impatto sull'individuo, sulla sua famiglia e sul contesto sociale oltre ad assicurare maggiore uniformità ed equità di accesso ai cittadini»;

   il Piano, nella seconda parte, individua, sulla base di criteri specifici, un elenco di patologie croniche per le quali «al momento non esistono atti programmatori specifici a livello nazionale» e in molte delle quali rientrano le comorbidità della psoriasi;

   la psoriasi è una malattia cronica con importanti comorbidità che colpisce in Italia oltre 1,5 milioni di persone, mentre in Europa interessa circa 14 milioni di persone e 125 milioni nel mondo;

   la diagnosi della psoriasi è spesso tardiva; è ancora frequente un approccio di tipo biomedico che non tiene conto di quello psicosociale. Soprattutto nelle forme medio-gravi, inoltre, la psoriasi impone una gestione multidisciplinare, per cui è fondamentale implementare modelli di gestione integrata sia sanitaria che sociosanitaria;

   le agenzie e gli interlocutori che si occupano delle criticità che devono affrontare i cittadini italiani nel vedersi riconosciuto il diritto alla salute auspicano – come ha già fatto Salutequità nel suo 6° Report «Il Piano Nazionale della Cronicità per l'Equità» – la revisione e l'aggiornamento del Piano nazionale cronicità –:

   se non ritenga di adottare iniziative di competenza, in raccordo con le regioni, per la definizione di un «Percorso assistenziale-tipo» (Pdta) che individui i potenziali «pilastri» dell'assistenza, oltre agli aspetti critici dal punto di vista clinico, organizzativo, operativo e della qualità della vita, dei pazienti con psoriasi e dei relativi caregiver familiari, anche valutando l'inserimento, sulla base delle evidenze scientifiche disponibili e in occasione delle future procedure di aggiornamento, della voce «MALATTIE DERMATOLOGICHE - PSORIASI», nell'ambito del Piano nazionale della cronicità.
(5-01014)


   QUARTINI, MARIANNA RICCIARDI, DI LAURO e SPORTIELLO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato dall'organo d'informazione LaVerità del 15 giugno 2023, due consulenti del Ministro della salute sarebbero in conflitto d'interessi;

   più in particolare si fa riferimento:

    al professor Guido Rasi, consulente per il settore dei farmaci, già direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) nel 2008 e membro del consiglio di amministrazione fin dal 2004 e direttore esecutivo dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema) dal 2011 fino al 2014 e successivamente dal 2015 al 2020, nonché consulente del Commissario all'emergenza Covid Figliuolo e Direttore scientifico di Consulcesi;

    a Francesco Saverio Mennini, consulente per il settore economia sanitaria, professore di Microeconomia e di Economia sanitaria presso l'Università degli Studi di Roma «Tor Vergata» nonché componente di numerosi organismi scientifici;

   secondo quanto riportato anche da Quotidiano Sanità del 26 maggio 2023 entrambi i consulenti farebbero parte del think tank ITHACA, dedicato all'elaborazione di proposte sull'innovazione dei meccanismi regolatori e di accesso del farmaco in Italia; il think thank nasce da un'iniziativa di Quotidiano Sanità e Daily Health Industry, testate giornalistiche edite da SICS, con l'obiettivo di prefigurare modelli che favoriscano l'innovazione terapeutica e sappiano attrarre risorse finanziarie, con la partecipazione di diversi attori del settore, dai protagonisti politico/istituzionali, alle aziende produttrici di medicinali;

   ad ITHACA partecipano oltre al professor Guido Rasi e al professor Francesco Saverio Mennini, un team di esperti nelle scienze regolatorie e un selezionato gruppo di esperti che operano nelle aziende che sostengono l'iniziativa (AstraZeneca, Beigene, BMS, Boehringer Ingelheim, Csl Vifor, Gsk, MSD, Roche, Takeda, Vertex) insieme ad altre che stanno perfezionando la loro adesione;

   sul sito istituzionale del Ministero della salute si rilevano, per entrambi i consulenti, oltre che le prescritte dichiarazioni di assenza di cause di inconferibilità e di incompatibilità, anche l'attestazione, sottoscritta dall'ufficio di Gabinetto del Ministro interrogato, secondo cui, ai sensi dell'articolo 53, comma 14, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sulla base di quanto dichiarato dai predetti consulenti e dall'esame delle evidenze del curriculum vitae in possesso del Ministero medesimo, è stata effettuata la verifica dell'insussistenza di situazioni, anche potenziali, di conflitto d'interesse per il conferimento degli incarichi-:

   se abbia effettivamente svolto le opportune verifiche sull'esistenza del conflitto d'interessi, eventualmente adottando le opportune iniziative per rimuoverne l'esistenza affinché il dicastero possa contare su esperti che siano indipendenti dagli interessi dell'industria farmaceutica.
(5-01015)


   PATRIARCA e BENIGNI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'Health Technology Assessment, HTA, è un metodo multidisciplinare internazionale di valutazione complessiva del valore di una tecnologia sanitaria da un punto di vista clinico, economico, sociale ed etico;

   l'Unione europea ha adottato il 15 dicembre 2021 il regolamento europeo (2021/2282) sull'HTA stabilendo criteri e processi comuni di valutazione per tutti gli Stati membri, che si applicheranno dal 2025;

   per consentire l'attuazione del regolamento entro i termini previsti, è stata avviata una fase preparatoria di identificazione della governance e dei processi;

   il Gruppo di coordinamento (Coordination Group, CG) a livello europeo e i relativi sotto-gruppi previsti dal regolamento sono stati istituiti con il compito di identificare i criteri tecnici e le procedure che consentiranno la valutazione HTA e il coordinamento con le istituzioni nazionali;

   ad oggi, tutti gli Stati membri hanno nominato il proprio delegato in ciascun sotto-gruppo, prevalentemente indicando i rispettivi direttori dei servizi HTA nazionale;

   l'Italia non risulta essere rappresentata dall'istituzione di competenza, l'Agenzia italiana del farmaco – Aifa, nonostante le sollecitazioni della Commissione europea del 25 gennaio 2023;

   la rappresentanza italiana è invece cruciale per incidere nella fase preparatoria oltre che per valutare gli impatti organizzativi e regolatori che emergono;

   inoltre, la nuova Commissione scientifica ed economica (Cse) dell'Aifa, istituita con l'articolo 3 del decreto-legge 8 novembre 2022, n. 169, convertito con modificazioni dalla legge 16 dicembre 2022, n. 196, una volta costituita sarà chiamata a identificare entro 18 mesi una modalità di interazione e raccordo con il Coordination group dell'HTA europeo per favorire la piena operatività del regolamento entro i termini previsti, in coordinamento con il settore HTA dell'Aifa;

   per questa ragione, una consolidata conoscenza dell'organizzazione, della governance europea dell'HTA e delle sue procedure è fondamentale anche per valutare precocemente gli effetti e l'organizzazione necessaria delle strutture regionali dell'assistenza farmaceutica-:

   quali iniziative, alla luce delle premesse, il Ministro interrogato abbia assunto o intenda assumere per garantire tempestivamente la presenza della delegazione italiana rappresentata dall'Aifa all'interno del Coordination group HTA europeo e dei relativi sotto-gruppi previsti dal regolamento europeo 2021/2282 sull'HTA.
(5-01016)


   VIETRI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la sanità campana vive, oggi, una fase critica, con liste di attesa di mesi, carenza di personale, medici in fuga dalla sanità pubblica che vanno a lavorare in strutture private, pronto soccorso in tilt, emergenza barelle e violenze contro il personale;

   ad avere la peggio sono sicuramente i pazienti, specialmente se si parla di pazienti fragili come possono essere i malati oncologici;

   per comprendere davvero il contesto campano basta registrare i tempi di attesa e i costi a carico dei malati: otto mesi in media per attendere un esame nelle strutture pubbliche, fino a due per quelle convenzionate, altrimenti, privatamente in pochi giorni al costo di 250 euro per chi se li può permettere;

   nonostante la delibera 470 per la presa in carico del paziente oncologico, come racconta Teresa Tartaglione, paziente oncologica: «In questo momento, la sanità campana fa acqua da tutte le parti e la nostra difficoltà sta nel riuscire ad accedere a esami diagnostici presso centri privati che vantano macchinari importanti che hanno una loro efficienza ma ci chiedono di pagare perché mancano i fondi a loro destinati. Ci troviamo costrette – e spesso non possiamo – a dover pagare cifre esose, a partire dai 200 fino ai 400 euro, per poter accedere alla diagnostica»;

   secondo la denuncia della Cigl: «[...] la Regione si accorge solo adesso che è drammatica la gestione delle liste di attesa e non garantire le prestazioni e il diritto alle cure ai suoi cittadini, non è solo un rilievo emozionale ma la certificazione del malfunzionamento della sanità regionale»;

   la Campania è l'unica regione italiana a non avere ancora recepito le linee di indirizzo nazionali sui pronto soccorso adottate oltre tre anni fa con l'accordo Stato-regioni;

   a livello nazionale, i tempi di accesso alle prestazioni costringono da tempo molti cittadini a peregrinazioni regionali o a costose visite private a pagamento con pesanti ricadute sul piano dell'equità e dell'universalità nell'accesso alle cure;

   i bilanci in 15 regioni sono in rosso, i livelli essenziali di assistenza insufficienti in 7 regioni e i fondi per le liste d'attesa – 500 milioni stanziati oltre due anni fa – spesi solo al 70 per cento come descritto in una sorta di «radiografia» dalla Corte dei conti nell'ultimo rapporto sul coordinamento della finanza pubblica –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per migliorare l'accesso alle prestazioni sanitarie e rendere trasparente l'intera filiera delle liste di attesa.
(5-01017)

Interrogazione a risposta scritta:


   BORRELLI e MARI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende, nei giorni scorsi, una donna di sessantotto anni dopo essere stata sottoposta a un intervento chirurgico per la rimozione di un calcolo è deceduta nell'ospedale di Battipaglia, in provincia di Salerno;

   a seguito della denuncia sporta dai familiari presso carabinieri, la procura di Salerno ha aperto un'inchiesta per far luce sulle cause del decesso e sta indagando per omicidio colposo per responsabilità medica;

   la donna era giunta al pronto soccorso dell'ospedale di Battipaglia qualche giorno prima, accusando un forte dolore addominale;

   dopo aver effettuato una risonanza magnetica al «Maria Santissima Addolorata» di Eboli, l'esame diagnostico aveva evidenziato la presenza di un calcolo nelle vie biliari e da qui il successivo ricovero al «Santa Maria della Speranza» di Battipaglia per l'intervento di Ercp, colangio-pancreatografia endoscopica retrograda, procedura invasiva per liberare le vie biliari dal calcolo, fissato per mercoledì pomeriggio, 24 maggio 2023;

   ventiquattro ore dopo l'intervento, però, la donna è improvvisamente deceduta;

   date le circostanze che lo scorso 25 maggio hanno determinato la morte della donna, l'auspicio degli interroganti è che si possa subito appurare la verità dei fatti ed accertare se vi siano state eventuali responsabilità per l'accaduto;

   come segnalato dai parenti della donna, in data 25 maggio 2023, quindi successivamente all'intervento chirurgico, in seguito ad accertamenti clinici, veniva riscontrato alla donna una fissurazione del duodeno con raccolta di residui biliari e aria nel retroperitoneo;

   la paziente, pertanto, veniva cateterizzata e le veniva posizionato il sondino naso gastrico;

   da quel momento il quadro clinico della paziente continuava ad aggravarsi fino al tragico epilogo;

   ritenendo doveroso che la famiglia conosca nei dettagli quanto accaduto e in attesa che la magistratura compia i propri accertamenti, a parere degli interroganti è indispensabile che il Ministro interrogato si attivi, per quanto di propria competenza, affinché venga avviata un'indagine interna che possa far piena luce su quanto accaduto-:

   se il Ministro interrogato non intenda adottare iniziative ispettive, per quanto di competenza, presso l'ospedale Santa Maria della Speranza di Battipaglia, in provincia di Salerno, affinché venga fatta immediata chiarezza su quanto accaduto alla paziente deceduta lo scorso 25 maggio a poche ore dall'essere stata sottoposta all'intervento chirurgico di cui in premessa, anche in ordine a eventuali responsabilità e/o negligenze da parte del personale medico-chirurgico in merito a quanto accaduto.
(4-01192)

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta immediata in Assemblea Simiani e altri n. 3-00480, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 20 giugno 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Malavasi.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta scritta Loizzo n. 4-01047 del 24 maggio 2023;

   interpellanza Morassut n. 2-00168 del 31 maggio 2023;

   interrogazione a risposta in Commissione Malavasi n. 5-00981 del 15 giugno 2023.