Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 5 maggio 2022

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SURIANO, EHM, MASSIMO ENRICO BARONI e CABRAS. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   stando a quanto riportato da un articolo del Corriere del Veneto nell'edizione del 1° aprile, la Ministra Gelmini sembrerebbe intenzionata a mandare «in soffitta» i Lep (Livelli essenziali delle prestazioni), mai definiti dai tempi della modifica del Titolo V della Costituzione;

   negli ultimi anni si è fatto sempre più acceso il dibattito attorno agli articoli 116 e 117 della Costituzione per affermare che l'autonomia differenziata va realizzata, dimenticando però che la definizione dei Lep attende dal 2001 e che anche loro sono previsti (articolo 117, secondo comma, lettera m)), ma non è chiaro il motivo per cui debbano ancora attendere «in soffitta»;

   i Lep sono quei servizi e quelle prestazioni che lo Stato deve garantire in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, in quanto consentono il pieno rispetto dei diritti sociali e civili dei cittadini, costituzionalmente garantiti come il diritto alla salute e all'istruzione. Non sono quindi un aspetto secondario da tralasciare se si vuole limitare e abbattere il divario Nord-Sud storicamente presente nel nostro Paese;

   mandando in pensione il meccanismo dei Lep si sottrarranno risorse importanti ai cittadini del Mezzogiorno, certificando il fatto che, con questa ennesima forzatura, chi ha avuto la possibilità di sfruttare maggiori risorse avrà sempre di più a danno di chi non ha avuto. Il divario fra le due parti del Paese diventerà così sempre più profondo e a poco servirà il vincolo del 40 per cento dei fondi del Pnrr destinati al Sud, dato che il Dipartimento per le Politiche di Coesione, in una relazione pubblicata il 9 marzo 2022, a proposito dell'allocazione territoriale dei fondi Pnrr, ha evidenziato come il 40 per cento destinato al Sud sia tutto da verificare, non sia garantito e dipenda dai bandi;

   è doveroso a questo punto ricordare che l'Italia fra tutti i Paesi dell'unione europea ha ricevuto la quota più alta di fondi da destinare al Pnrr proprio per iniziare a recuperare l'enorme differenza territoriale fra Nord e Sud del Paese, caso unico in Europa;

   secondo la Costituzione, l'Italia è una e indivisibile e la discutibile modifica del Titolo V sta comportando da un ventennio una sottrazione di risorse al Mezzogiorno che Eurispes, nel suo Rapporto Italia 2020, ha calcolato in ben 840 miliardi di euro a tutto vantaggio delle regioni del Centro-Nord, con un rischio sempre maggiore per l'unità nazionale –:

   se quanto riportato circa le intenzioni della Ministra interrogata corrisponda al vero e per quali ragioni si intende rinunciare ad uno strumento dignitoso e migliorabile in favore di un'autonomia differenziata che aumenterà il divario economico e sociale nel Paese anche su scala territoriale;

   se e quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare per limitare le crescenti tensioni politiche fra i territori e se sia intenzionato ad adottare iniziative per rivedere l'intera impalcatura del tema dell'autonomia differenziata al fine di evitare tensioni e sperequazioni fra i territori e i cittadini così come richiesto dall'articolo 3 della Costituzione;

   se vi siano dati e statistiche adeguate sul monitoraggio dei progetti ritenuti inammissibili in funzione della distribuzione geografica e quali iniziative si stiano mettendo in atto per la formazione del personale al fine di di ridurre tali percentuali.
(5-08040)

CULTURA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DURIGON, DE ANGELIS e ZICCHIERI. — Al Ministro della cultura, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   è polemica intorno ai bandi emanati dalla società Cinecittà Spa, società cinematografica pubblica controllata al 100 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze il cui taglio in termini di requisiti richiesti e di tipologia di ricerca ad avviso dell'interrogante lascia ipotizzare siano stati disegnati su figure già individuate;

   nel mirino l'amministratore delegato Nicola Maccanico e, in particolare, gli anomali quanto insoliti avvisi di selezione a tempo indeterminato da diverse migliaia di euro annui, senza alcun concorso pubblico, in contrasto — ad avviso dei sindacati — con la legge n. 150 del 2000;

   nello specifico, con avviso di selezione Rif.DC1, giusto atto amministrativo dell'amministratore delegato adottato in data 16 settembre 2021, la società procedeva alla selezione per l'assunzione di 1 dirigente con contratto a tempo indeterminato, per l'incarico di dirigente responsabile della direzione commerciale, figura che riporterà direttamente all'Amministratore delegato, con un compenso lordo annuo fisso di 100 mila euro più una parte variabile, fino a un massimo del 50 per cento della parte fissa correlata a obiettivi di risultato;

   con successivo avviso di selezione Rif. ROBI1, giusto atto amministrativo dell'amministratore delegato adottato in data 12 novembre 2021, la medesima società procedeva alla ricerca per l'assunzione di 1 lavoratore/lavoratrice con contratto a tempo indeterminato di 7o livello/quadro, con la qualifica di Responsabile «Operations and Business Innovation», anche questo a diretto riporto dall'amministratore delegato con retribuzione da determinare «all'atto del termine della procedura di selezione in funzione della professionalità ed esperienza del candidato (...) vincitore», anche con un incremento rispetto ai minimi tabellari previsti dal Contratto collettivo nazionale di lavoro;

   con il recente avviso di selezione Rif. DCAE1, giusto atto amministrativo dell'amministratore delegato adottato in data 21 marzo 2022, la società procederà alla selezione di 1 dirigente a contratto a tempo indeterminato, con la qualifica di «Direttore della comunicazione e attività editoriali», che risponde sempre direttamente all'amministratore delegato e con un compenso lordo annuo di 120 mila euro; a differenza dei due precedenti bandi, quest'ultimo prevede che la procedura selettiva venga svolta da apposita «nominanda» Commissione e, addirittura, che «l'amministratore delegato resterà libero di scegliere la persona da assumere»;

   trattasi di bandi pubblicizzati poco, contenenti vaghe modalità di valutazione, il che rafforza, per l'interrogante, l'idea che trattasi di avvisi ad personam;

   risulta peraltro anomala anche l'assunzione da parte dell'amministratore delegato dell'incarico di direttore generale, così da assicurarsi sia una doppia retribuzione quanto la copertura di un «posto fisso» nell'eventualità di un ricambio della figura di amministratore delegato della società;

   un alone di ambiguità avvolge anche la questione dei terreni di Cassa depositi e prestiti sui quali Cinecittà intende espandere gli studios;

   nel mese di dicembre 2011 era stata annunciata l'intesa preliminare tra Cinecittà e Cdp per l'espansione degli storici Studios con nuovi teatri di posa. La Cassa, attraverso la controllata Cdp Immobiliare, cederà agli studios un'area di 31 ettari di superficie, vicina agli attuali teatri di posa: la chiusura del contratto tra Nicola Maccanico, amministratore delegato di Cinecittà, con il Gruppo Cdp si attende entro il prossimo ottobre –:

   se possano ritenersi corretti e conformi alla normativa vigente in materia di reclutamento di personale i bandi di selezione citati in premessa ovvero quali iniziative correttive di competenza i Ministri interrogati intendano adottare in merito;

   quali siano le ragioni che giustificano l'incremento delle direzioni;

   con riguardo ai terreni citati in premessa, chi stia procedendo alle perizie e per conto di chi, se Cinecittà o Cassa depositi e prestiti.
(5-08039)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   TRANO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   i Comitati unici di garanzia (Cug) esercitano le proprie competenze al fine di assicurare, nell'ambito del lavoro pubblico, parità e pari opportunità di genere, la tutela dei lavoratori contro le discriminazioni e il mobbing nonché l'assenza di qualunque forma di violenza fisica e psicologica;

   la direttiva n. 2 del 2019 «Misure per promuovere le pari opportunità e rafforzare il ruolo dei Comitati Unici di Garanzia nelle amministrazioni pubbliche» ha aggiornato alcuni degli indirizzi forniti con la direttiva n. 4 del 2011 sulle modalità di funzionamento dei «Comitati Unici di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni» (Cug), istituiti ai sensi dell'articolo 57 del decreto legislativo n. 165 del 2001, rafforzando il ruolo degli stessi all'interno delle amministrazioni pubbliche;

   il Dipartimento della funzione pubblica e il Dipartimento per le pari opportunità svolgono attività di monitoraggio, coordinamento e assistenza nei confronti delle pubbliche amministrazioni anche attraverso il portale nazionale dei Cug il quale permette in tempo reale la consultazione della rete nazionale dei Cug, nata nel 2015 e oggi composta da oltre 170 tra amministrazioni ed enti, centrali, nazionali e locali, e tra questi risultano presenti tutti i Ministeri tranne il Ministero della giustizia;

   con decreto 29 gennaio 2013 – Istituzione Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni – i direttori generali del Ministero della giustizia hanno provveduto ad adempiere all'introduzione del comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni ai sensi dell'articolo 57 del decreto legislativo 165 del 2001 come novellato dall'articolo 21 della legge n. 183 del 2010; dopo la scadenza del quadriennio, non risultano più rinnovati i componenti, nonostante i numerosi solleciti delle organizzazioni sindacali FPCGIL-CISLFP-UILPA dove si evidenzia che la norma di riferimento preveda come la mancata costituzione del Cug comporti relative, responsabilità dei dirigenti incaricati della gestione del personale –:

   se siano state avviate le procedure per la costituzione del Cug;

   se il Ministro interrogato intenda adottare conseguentemente, le iniziative di competenza necessarie per porre rimedio alla situazione esposta in premessa.
(4-12002)


   MAGGIONI, TURRI, BISA, DI MURO, MARCHETTI, MORRONE, PAOLINI, TATEO e TOMASI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'interrogante in data 8 aprile 2022 ha inviato una e-mail alla direzione della casa di reclusione di Vigevano per comunicare che giovedì 14 aprile alle ore 11 avrebbe incontrato presso la suddetta struttura il personale di polizia penitenziaria;

   in data 12 aprile 2022 la direzione della casa di reclusione ha risposto con e-mail, nella quale scriveva testualmente: «A norma dell'articolo 117 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000 le visite delle autorità ex articolo 67 dell'ordinamento penitenziario sono rivolte particolarmente alla verifica delle condizioni di vita dei detenuti, per cui non ne prevista altra forma o diversa finalità»;

   il 14 aprile 2022 l'interrogante ha risposto via e-mail alla direzione, precisando che il citato articolo 117 dispone che le visite agli istituti di pena, le quali devono svolgersi nel rispetto della personalità dei detenuti e degli internati, «sono rivolte particolarmente alla verifica delle condizioni di vita degli stessi, compresi quelli in isolamento giudiziario», evidenziando come la norma non escluda la possibilità di visite per interloquire con il personale della polizia penitenziaria, stante la dicitura «particolarmente» e non «esclusivamente»;

   ha infine ribadito che l'articolo 67, comma 1, lettera b), della legge 26 luglio 1975, n. 354 (Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà), preveda che i membri del Parlamento possano visitare gli istituti penitenziari senza autorizzazione;

   non è sindacabile la valutazione sul metodo prescelto dall'interrogante per conoscere le condizioni di detenzione dei detenuti, facendo ricorso a fonti interne al carcere che si ritengono maggiormente attendibili e privilegiate –:

   se il Ministro interrogato intenda chiarire la corretta interpretazione dell'articolo 117 del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230, nella parte in cui prevede che le visite agli istituti ex articolo 67 dell'ordinamento penitenziario sono rivolte «particolarmente» alla verifica delle condizioni di vita dei detenuti;

   se intenda adottare iniziative di competenza al fine di garantire che gli istituti, penitenziari operino sempre nel rispetto della normativa vigente e in alcun modo vengano lese le prerogative dei membri del Parlamento.
(4-12006)

INTERNO

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro della transizione ecologica, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   con la legge n. 205 del 27 dicembre 2017 (articolo 1, commi da 4 a 10) è stato previsto che nei contratti di fornitura di energia elettrica, gas e servizio idrico il diritto al corrispettivo si prescriva in due anni, limitandone l'ambito di applicazione alle sole fatture con scadenza successiva al 1° marzo 2018 per il settore elettrico, al 1° gennaio 2019 per il settore gas e al 1° gennaio 2020 per settore idrico;

   a decorrere dal 1° gennaio 2020 la parte della norma che consentiva di dar rilevanza alla responsabilità dell'utente è stata abrogata (articolo 1, comma 295, della legge 27 dicembre 2019, n. 160) con la conseguenza che, per luce, acqua e gas, attualmente non è più possibile applicare il termine di prescrizione quinquennale;

   a seguito di tali previsioni sussistono una serie di interventi regolatori dell'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) che, a tutela dell'utente finale, ha imposto regole precise agli operatori del mercato. Con le delibere 13 novembre 2018 569/2018/R/com e 17 dicembre 2019 547/2019/R/idr è stato identificato il perimetro nell'ambito del quale si applicano gli interventi di rafforzamento delle tutele, si sono definiti gli obblighi informativi da parte dei venditori e le forme di presentazione e gestione di eventuali reclami dei clienti finali;

   il 3 maggio 2022, in sede di audizione presso la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti, il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha riferito come in circa 3.000 tra i comuni che ancora forniscono i servizi di erogazioni dell'energia e dell'acqua attraverso gestione diretta, ancora non sia riconosciuta la prescrizione biennale dei corrispettivi non esatti e pertanto si continuino ad addebitare illecitamente oneri prescritti alle famiglie, cosa che risulta ancor più grave in un momento come questo in cui si registra una crescita esponenziale degli oneri tariffari –:

   se il Governo non intenda intervenire al più presto e utilizzando tutti gli strumenti di informazione e dissuasione più efficaci a sua disposizione per porre subito rimedio a questa situazione e adottare le iniziative di competenza per bloccare l'invio di fatturazioni per consumi prescritti agli utenti da parte di questi comuni.
(2-01508) «Baldelli, Squeri».

Interrogazioni a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   dal primo momento dell'emergenza ucraina, l'Italia ha dimostrato, ancora una volta, di essere un popolo accogliente. In particolare, la regione Emilia-Romagna risulta essere la prima in Italia per numero di profughi ucraini accolti;

   l'arrivo in massa di profughi ucraini comporta un notevole carico di lavoro per gli Uffici Immigrazione delle Questure. L'emergenza si somma alle altre, già note, legate all'immigrazione. Sono migliaia le pratiche di rifugiati ucraini già attivate dagli Uffici della Questura di Bologna;

   i sindacati di Polizia hanno a più riprese denunciato lo stato in cui sono costretti a lavorare gli operatori, nello specifico lamentano il sovraccarico di lavoro dell'Ufficio immigrazione e la carenza di personale. I rappresentanti del comparto di pubblica sicurezza esprimono preoccupazioni circa la possibilità di accettare, in tempi celeri, domande di rilascio dei permessi di soggiorno per protezione temporanea, previsti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 marzo 2022, la cui ricevuta risulta indispensabile per ottenere il contributo economico di sostentamento destinato ai profughi che hanno trovato sistemazione;

   inoltre, le associazioni sindacali sono preoccupate per l'arrivo di numerosi minori accompagnati da adulti diversi dai genitori naturali, che non sono riconosciuti formalmente come loro tutori secondo la legge italiana, e per i quali si aprirà un tortuoso iter burocratico per l'individuazione della figura giuridica alla quale essere affidati;

   gli uomini e le donne impegnati negli Uffici immigrazione dimostrano quotidianamente impegno e dedizione nella gestione della ricezione delle pratiche previste dalla legge, predisponendo anche, ove ne fosse bisogno, aperture prolungate e straordinarie degli uffici;

   sarebbe necessario una riorganizzazione degli Uffici territoriali, prevedendo un incremento di mezzi e di risorse –:

   se e come intenda farsi carico delle preoccupazioni espresse dai sindacati di polizia;

   se ritenga opportuna un'iniziativa volta alla riorganizzazione degli Uffici immigrazione della Questura di Bologna, che comporti un incremento di personale dato l'elevato numero di pratiche in pendenza.
(4-12000)


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da anni, a Dongo, in prossimità dell'anniversario della Liberazione e dei giorni in cui fu furono eseguiti l'arresto e la fucilazione di Benito Mussolini si radunano in forma organizzata centinaia di militanti neofascisti per commemorare con riti e cortei l'esecuzione del Duce e dei gerarchi fascisti sfoggiando l'intero repertorio tipico di quegli anni bui e riproducendo tristi riti del passato come il saluto romano in occasione del rito del presente;

   a parere dell'interrogante, i comportamenti dei partecipanti a tale raduno esprimono senza equivoci la volontà di propaganda del fascismo come documentato dalle immagini e dai resoconti giornalistici delle manifestazioni tenute negli anni scorsi e come già denunciato dall'interrogante il 6 maggio 2021 con l'interrogazione a risposta scritta n. 4-09209;

   anche quest'anno l'ANPI provinciale di Como, l'ANPI di Dongo e l'ANPI Lario occidentale chiedono alle istituzioni e alle amministrazioni locali di non autorizzare tali raduni ma tale appello rimane inascoltato;

   a parere dell'interrogante, tali raduni, con i loro riti e la loro simbologia, rappresentano una celebrazione del fascismo e non hanno nulla a che vedere con il sacrosanto principio della libertà di espressione conquistato proprio con il sacrificio di quei morti che hanno combattuto per sconfiggere le dittature del nazifascismo;

   il 21 ottobre 2021 la Camera ha approvato una mozione concernente iniziative volte a dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista impegnando il Governo a valutare le modalità per dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e alla conseguente normativa vigente, adottando i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione fascista artefici di condotte punibili ai sensi delle leggi attuative della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana;

   a parere dell'interrogante, la manifestazione svolta a Dongo si può configurare come apologia del fascismo e non dovrebbe aver luogo dal momento che esistono leggi e norme costituzionali che impediscono tali eventi –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere affinché il prefetto e il questore di Como, anche sulla scorta delle identiche manifestazioni tenutesi negli anni scorsi, valutino se sussistano i presupposti per non autorizzare il raduno richiamato in premessa visti anche gli atti e i comportamenti assunti dai manifestanti nelle precedenti occasioni che potrebbero configurarsi come apologia del fascismo e quindi in contrasto con il dettato Costituzionale e le attuali normative in materia;

   quali iniziative intenda assumere per dare seguito agli impegni contenuti nella mozione concernente iniziative volte a dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista approvata dalla Camera il 21 ottobre 2021.
(4-12003)


   MONTARULI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 3 maggio 2022 il Presidente Draghi parlando al Parlamento europeo ha auspicato una rivisitazione del trattato di Dublino in tema di immigrazione;

   quella stessa notte tra il 3 e il 4 maggio centoventotto immigrati di diverse nazionalità sono sbarcati nella sola isola di Lampedusa;

   nonostante le parole, gli impegni e gli accordi, come quello di Malta, il Governo si ostina a gestire l'immigrazione clandestina solo per la fase successiva allo sbarco già avvenuto;

   il mediterraneo è ormai diventato rotta preferita dei trafficanti di uomini e il loro contrasto deve essere prioritario affinché si impedisca la tratta e lo sfruttamento delle persone;

   sotto questo profilo non risulta all'interrogante alcun intervento volto a bloccare le partenze e contrastare la criminalità nei Paesi di provenienza –:

   quali urgenti iniziative di competenza abbia assunto negli ultimi mesi il Governo per rafforzare l'attività di contrasto del traffico illecito di persone da parte della criminalità organizzata.
(4-12004)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   recentemente sono aumentate le situazioni in cui docenti precari non percepirebbero lo stipendio nei tempi previsti dalla burocrazia del Ministero dell'istruzione, conseguentemente, attenderebbero l'accredito per settimane se non addirittura per mesi;

   solitamente il portale NoiPA, che gestisce gli stipendi per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, dovrebbe procedere al pagamento di due pagamenti al mese, uno entro il 18 e una entro la fine dei trenta giorni. Dal portale in questione lo stipendio vero e proprio viene accreditato, mediamente, entro i primi dieci giorni lavorativi del mese successivo all'ingresso in servizio;

   tuttavia, si starebbero moltiplicando situazioni nelle quali i docenti precari attenderebbero mesi prima di vedersi accreditato il primo stipendio e vi sarebbero anche ritardi nei pagamenti che riguarderebbero le singole ore di supplenza aggiuntive domandate estemporaneamente dalla scuola, queste ultime verrebbero, talvolta, pagate durante l'estate dopo molto tempo dalla fine dell'anno scolastico;

   tali inadempienze da parte del datore di lavoro, in questo caso il Ministro dell'istruzione, arrecherebbero notevoli disagi a livello economico ai docenti in questione i quali devono far fronte alle più comuni spese quali affitti, mutui, costi per i trasporti e provvedere ad adempiere al pagamento di bollette e ad altre tipologie di spese personali e necessità –:

   quali siano le motivazioni dei ritardi nei pagamenti degli stipendi dei docenti precari di cui in premessa;

   quali iniziative si intendano adottare al fine di sbloccare le risorse per il pagamento degli stipendi arretrati per i docenti supplenti, in condizione di precariato;

   a quanto ammonti la somma stanziata dal Ministero dell'istruzione per il 2022 per il pagamento delle retribuzioni dei propri dipendenti, con particolare riferimento all'ammontare della somma allocata per i docenti supplenti precari.
(4-12001)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   il collocamento delle persone con disabilità è disciplinato dalla legge 12 marzo 1999, n. 68, «Norme per il diritto al lavoro dei disabili». La menzionata normativa promuove l'inserimento e l'integrazione delle persone con disabilità nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato e, a tal fine, prevede che i datori di lavoro pubblici e privati siano tenuti a impiegare nell'organico aziendale dei lavoratori disabili. I datori di lavoro che non ottemperano agli obblighi di legge sul collocamento mirato sono soggetti a sanzione amministrativa;

   l'istituto bancario Bnl gruppo Bnp-Paribas ha avviato da alcuni anni, un piano programmatico con quale ha intrapreso partnership con aziende leader a cui trasferire attività, lavoratrici e lavoratori;

   l'operazione, nell'ambito della cessione di ramo d'azienda dell'istituto, comporterebbe anche il trasferimento di seicento dipendenti, di cui circa duecento disabili e considerati dal gruppo a «operatività ridotta», che vanno a sommarsi a quelli esternalizzati in passato;

   si tratta di persone fragili, disabili, ipovedenti, malati oncologici, caregiver, rappresentati dal neo costituito «Comitato lavoratori fragili e caregiver Bnl», per denunciare la vicenda e chiedere aiuto alle istituzioni;

   in un comunicato diffuso dal comitato, i dipendenti appartenenti a tali categorie protestano contro un'operazione di cessione di ramo d'azienda messo in atto da Banca Nazionale del Lavoro e lamentano come la fragilità dei suoi dipendenti sia diventata un peso da scaricare;

   contro il gruppo italo-francese è in atto anche una vertenza, dallo scorso anno, contro la decisione della banca di cedere circa il 10 per cento dei suoi dipendenti, una operazione senza precedenti, mai vista prima nell'intero settore. Sempre secondo il comitato, l'istituto si prepara a una delle più feroci operazioni di macelleria sociale mai pensate nella storia di Bnl;

   inoltre, da tempo, Bnl ha lentamente spostato e trasferito lavoratrici e lavoratori ritenuti fragili in specifici uffici che adesso sono oggetto di cessione di ramo;

   è opportuno precisare che si tratta di persone che andrebbero aiutate, sostenute, protette al meglio per conciliare esigenze di vita con quelle lavorative;

   a parere dell'interrogante, è necessario intervenire a tutela di questi dipendenti che verrebbero ulteriormente discriminati da iniziative che non siano finalizzate all'inserimento, all'integrazione e alla formazione, ma bensì a mere scelte economiche aziendali –:

   se e quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare per tutelare i lavoratori e le lavoratrici con disabilità, dipendenti dell'istituto bancario Bnl gruppo Bnp-Paribas, dalle conseguenze della cessione del ramo di azienda e del relativo trasferimento di questi.
(4-11999)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:


   CARETTA, BUTTI, ALBANO, CIABURRO, SILVESTRONI e GALANTINO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   come noto, nel corso dell'anno 2021 numerose gelate hanno colpito le aziende agricole di varie regioni italiane, causando gravi danni alle coltivazioni;

   nel caso della Lombardia, la regione, sulla base dei dati raccolti dalle province, ha segnalato un ammontare di danni per 41,8 milioni di euro, dei quali è stato riconosciuto un risarcimento equivalente a circa il 20 per cento dei danni totali;

   le province di Brescia, Cremona, Mantova, Pavia e Sondrio sono tra le più colpite per quanto riguarda le produzioni vegetali, e saranno risarcite al 22,5 per cento;

   il decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102 rappresenta la normativa di riferimento per gli interventi a favore della ripresa delle attività produttive delle aziende agricole;

   il citato decreto legislativo all'articolo 5, comma 4-quinquies, prevede che l'entità dell'indennizzo sia ridotta del 50 per cento nel caso in cui il beneficiario non disponga di idonea ed adeguata copertura assicurativa, penalizzando chi magari ha effettuato investimenti in strumentazioni quali reti antigrandine ed altri presidi di sicurezza per le proprie coltivazioni;

   considerando che tale riduzione del 50 per cento agisce su un compenso di entità già fortemente contenuta dei rimborsi, nel caso di vari beneficiari il contributo arriva ad essere di ammontare del tutto irrilevante ed insufficiente per la tenuta dell'azienda agricola e la sua ripartenza economica;

   difficilmente chi ha richiesto impianti di protezione antigrandine ne richiederà altri, in quanto venduti in pacchetti «multirischio», che non rispondono in modo ottimale alle nuove logiche di mercato per cui la gelata sta assumendo un ruolo preminente all'interno dei danni a scapito delle produzioni agricole;

   i pacchetti assicurativi, anche in riferimento alla protezione dal gelo, non rispondono in modo completo alle nuove richieste degli operatori agricoli, dovute principalmente ad un cambio di paradigma che ha portato ad un incremento dell'impatto e della frequenza delle gelate;

   la struttura del meccanismo indennitario prevede una segnalazione dei danni da parte delle province alle regioni e un ulteriore passaggio delle regioni con le Amministrazioni centrali, da cui poi deriva l'erogazione delle risorse a valere sul Fondo di Solidarietà Nazionale (Fsn), di cui al citato decreto legislativo n. 102 del 2004;

   le risorse a disposizione delle regioni per far fronte ad eventi catastrofali di tale gravità, sempre più frequenti, non sono sufficienti per compensare erogazioni di indennizzi tardivi ed insufficienti, men che meno nell'attuale scenario internazionale di rincaro delle materie prime in agricoltura e dei costi produttivi –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se essi corrispondano al vero;

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere per incrementare la dotazione delle risorse destinate ad indennizzare gli agricoltori colpiti da catastrofi naturali quale quella di cui in premessa, anche tramite la creazione di un apposito fondo separato dal Fsn;

   se intenda adottare iniziative per disporre una rimodulazione della riduzione del 50 per cento per i beneficiari non assicurati in modo da garantire indennizzi in quantità adeguate alle emergenze subite dalle aziende agricole;

   se non ritenga opportuno adottare iniziative per quanto di competenza, per agevolare l'allineamento del mercato assicurativo alle effettive esigenze delle aziende agricole, conseguenti alla diffusione di gelate e fenomeni analoghi.
(4-11998)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta scritta:


   LUCCHINI. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   su tutta la Lombardia quest'anno sono caduti, da novembre 2021 ad aprile 2022, solamente 233 millimetri di pioggia: è il valore più basso mai registrato nell'ultimo ventennio, rispetto alla media, che è di 535 millimetri;

   anche il manto nevoso sui rilievi lombardi è attualmente circa il 70 per cento sotto la media;

   senza pioggia e senza neve, quindi la situazione si ripercuote su fiumi e laghi dove la riserva di acqua in questi bacini risulta del 57,1 per cento inferiore alla normalità;

   tutti i principali fiumi lombardi registrano livelli idrometrici vicini ai valori minimi storici per il periodo considerato, tanto che per il Po si sta valutando il rischio delle infiltrazioni saline dal mare, visto che c'è un afflusso di acqua talmente basso che alla foce, c'è il rischio di rientro di acqua del mare;

   la siccità e l'aumento record dei costi di produzione, aggravato dalla guerra in Ucraina, stanno mettendo in serio pericolo le semine di riso nel Pavese e in Lomellina, dove si ottiene circa la metà del raccolto europeo;

   tra Lomellina e Pavese si concentra oltre il 35 per cento di tutte le risaie made in Italy, facendo di Pavia prima provincia risicola d'Europa con circa 80 mila ettari coltivati a risaia e 1.500 aziende agricole attive nel settore;

   a livello nazionale si tratta di un settore con 227 mila ettari coltivati e 3.700 aziende agricole che raccolgono 1,5 milioni di tonnellate di risone all'anno, oltre il 50 per cento dell'intera produzione dell'Unione europea, con una gamma varietale unica e fra le migliori a livello internazionale;

   su dati Arpa Lombardia gli agricoltori si trovano a fare i conti con il 57 per cento in meno delle riserve idriche accumulate nei grandi laghi, negli invasi artificiali e sotto forma di neve rispetto alla media del periodo 2006-2020;

   la siccità nel bacino del Po minaccia oltre un terzo della produzione agricola nazionale, fra pomodoro da salsa, frutta, verdura e grano, e la metà dell'allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo;

   le previsioni metereologiche a breve e medio termine non prevedono precipitazioni e il problema della siccità che attualmente ha colpito tutto il nord Italia potrebbe presto interessare tutto il territorio nazionale, almeno come precipitazioni che possano garantire di riequilibrare il deficit delle risorse mancanti per soddisfare il fabbisogno di acqua per l'agricoltura e per le riserve di approvvigionamento idrico nelle falde –:

   se i Ministri interrogati intendano istituire un tavolo di confronto interministeriale per l'utilizzo della risorsa idrica, in stato di «severità idrica bassa in assenza di precipitazione», allo scopo di far fronte alle difficoltà di irrigazione per il comparto agricolo, che affronti in particolare i seguenti temi:

    a) priorità della risorsa idrica per uso irriguo;

    b) inserimento dei consorzi di bonifica e di irrigazione tra i destinatari dei ristori sull'uso della corrente elettrica;

    c) attivazione di deroghe al deflusso minimo vitale per far fronte alla carenza idrica con lo scopo primario di invasare acqua nei laghi;

    d) creazione di rete di bacini di accumulo, con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti come le cave dismesse allo scopo di incrementare le riserve idriche per l'agricoltura;

    e) supporto economico/ristori nelle aree maggiormente colpite dalla siccità per gli agricoltori.
(4-12005)