XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di giovedì 22 dicembre 2011

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 22 dicembre 2011.

Albonetti, Alessandri, Barbieri, Bindi, Bongiorno, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Gianfranco Conte, D'Alema, Della Vedova, Donadi, Fava, Tommaso Foti, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Goisis, Leone, Lombardo, Lupi, Madia, Mazzocchi, Milanato, Moffa, Mura, Leoluca Orlando, Reguzzoni, Stefani, Stucchi, Volontè.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta)

Albonetti, Alessandri, Barbieri, Bindi, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Gianfranco Conte, D'Alema, Della Vedova, Donadi, Fava, Tommaso Foti, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Goisis, Leone, Lombardo, Lupi, Madia, Mazzocchi, Milanato, Moffa, Mura, Leoluca Orlando, Reguzzoni, Stefani, Stucchi, Volontè.

Annunzio di proposte di legge.

In data 21 dicembre 2011 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
PETRENGA ed altri: «Nuove norme per la concessione della "Stella al merito del lavoro"» (4858);
POLI e RUGGERI: «Disposizioni in materia di contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori di lavoro agricolo» (4859);
VERNETTI: «Disposizioni concernenti l'attribuzione di licenze e di autorizzazioni temporanee per l'esercizio del servizio di taxi» (4860).

Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
LIVIA TURCO ed altri: «Norme per la promozione di un programma di apprendimento della lingua e della cultura italiana per gli immigrati» (3831) Parere delle Commissioni III, V, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), X, XI, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
MARIANI ed altri: «Modifiche all'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, in materia di oneri finanziari per le spese derivanti da stati di emergenza dovuti a calamità naturali, nonché all'articolo 3 della legge 14 gennaio 1994, n. 20, in materia di controllo della Corte dei conti sui provvedimenti commissariali» (4794) Parere delle Commissioni V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA: «Modifica dell'articolo 13 della legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1 (Statuto speciale della Regione Friuli-Venezia Giulia)» (4834) Parere della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE CALDERISI ed altri: «Introduzione dell'elezione del Presidente della Repubblica a suffragio universale e diretto e della forma di governo semipresidenziale» (4847) Parere della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

VI Commissione (Finanze):
GRAZIANO ed altri: «Agevolazioni fiscali in favore dei pensionati ultrasettantenni» (4092) Parere delle Commissioni I, V, VIII, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e XII.

X Commissione (Attività produttive):
VICO ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione commissariale dell'Agenzia nazionale del turismo (ENIT)» (4796) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni) e V.

XIII Commissione (Agricoltura):
ZUCCHI ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 27 maggio 2005, n. 102, in materia di disciplina dei mercati agroalimentari» (4812) Parere delle Commissioni I, II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 19 dicembre 2011, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 8-ter del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri - che sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) nonché alle sottoindicate Commissioni - con cui è autorizzato, in relazione a interventi da realizzare tramite contributi assegnati in sede di ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale, l'utilizzo delle economie di spesa realizzate dai soggetti sotto indicati:
Associazione Lumbe Lumbe ONLUS (Roma), a valere sul contributo concesso per l'anno 2006, per la prosecuzione del progetto «La casa delle api» diretto al rafforzamento dell'autosufficienza alimentare del villaggio di Cangumbe, in Angola - alla III Commissione (Affari esteri);
Diocesi di Volterra, a valere sul contributo concesso nel 2003, per il completamento del consolidamento del palazzo vescovile di Volterra - alla VII Commissione (Cultura).

Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.

La Corte costituzionale ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
con lettera in data 2 dicembre 2011, sentenza n. 325 del 22 novembre - 2 dicembre 2011 (doc. VII, n. 703), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 13, commi 1 e 2, 46, 51 e 54 della legge della regione Puglia 31 dicembre 2010, n. 19 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2011 e bilancio pluriennale 2011-2013 della regione Puglia);
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 37 della legge della regione Puglia n. 19 del 2010, nella parte in cui abroga la lettera i) del comma 7 dell'articolo 4 della legge della regione Puglia 20 dicembre 2005, n. 18 (Istituzione del Parco naturale regionale «Terra delle gravine»);
dichiara, ai sensi dell'articolo 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87, l'illegittimità costituzionale, in via consequenziale, dell'articolo 13 della legge della regione Puglia 6 luglio 2011, n. 14 (Assestamento e prima variazione di bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2011);
dichiara, ai sensi dell'articolo 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87, l'illegittimità costituzionale, in via consequenziale, dell'articolo 37 della legge della regione Puglia n. 19 del 2010, nella parte in cui abroga la lettera d) del comma 7 dell'articolo 4 della legge della regione Puglia n. 18 del 2005;
dichiara cessata la materia del contendere con riferimento al giudizio concernente l'articolo 11, commi 3, 4 e 5, della legge della regione Puglia n. 19 del 2010, promosso dal Presidente del Consiglio dei ministri:

alla I Commissione permanente (Affari costituzionali);

con lettera in data 7 dicembre 2011, sentenza n. 328 del 22 novembre - 7 dicembre 2011 (doc. VII, n. 704), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 1 e 2 della legge della regione Sardegna 9 agosto 2002, n. 14 (Nuove norme in materia di qualificazione delle imprese per la partecipazione agli appalti di lavori pubblici che si svolgono nell'ambito territoriale regionale);
dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale della legge della regione Sardegna n. 14 del 2002, nonché dell'articolo 40, comma 3, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE), sollevate, in riferimento all'articolo 3, lettera e), della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna) ed all'articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione, con l'ordinanza regionale ord. n. 22 del 2011:
alla VIII Commissione permanente (Ambiente);
con lettera in data 16 dicembre 2011, sentenza n. 329 del 12 - 16 dicembre 2011 (doc. VII, n. 705), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 80, comma 19, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge finanziaria 2001), nella parte in cui subordina al requisito della titolarità della carta di soggiorno la concessione ai minori extracomunitari legalmente soggiornanti nel territorio dello Stato della indennità di frequenza di cui all'articolo 1 della legge 11 ottobre 1990, n. 289 (Modifiche alla disciplina delle indennità di accompagnamento di cui alla legge 21 novembre 1988, n. 508, recante norme integrative in materia di assistenza economica agli invalidi civili, ai ciechi civili ed ai sordomuti e istituzione di un'indennità di frequenza per i minori invalidi):
alla XII Commissione permanente (Affari sociali);

con lettera in data 16 dicembre 2011, sentenza n. 330 del 12 - 16 dicembre 2011 (doc. VII, n. 706), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 11, comma 6-bis, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica), comma inserito dalla legge di conversione 30 luglio 2010, n. 122, nella parte in cui non prevede alcun coinvolgimento delle regioni nel confronto tecnico da esso disciplinato:
alla XII Commissione permanente (Affari sociali);

con lettera in data 16 dicembre 2011, sentenza n. 331 del 12 - 16 dicembre 2011 (doc. VII, n. 707), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 12, comma 4-bis, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero), aggiunto dall'articolo 1, comma 26, lettera f), della legge 15 luglio 2009, n. 94 (Disposizioni in materia di sicurezza pubblica), nella parte in cui - nel prevedere che, quando sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati previsti dal comma 3 del medesimo articolo, è applicata la custodia cautelare in carcere, salvo che siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari - non fa salva, altresì, l'ipotesi in cui siano acquisiti elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure:
alla II Commissione permanente (Giustizia);

La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria le seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, sono inviate alla I Commissione (Affari costituzionali):
sentenza n. 332 del 12-16 dicembre 2011 (doc. VII, n. 708) con la quale:
dichiara che non spettava allo Stato e, per esso, al tribunale di Venezia emettere, nell'ambito del giudizio civile R.G. n. 1475/2010, l'ordinanza indicata in epigrafe con riferimento alle domande proposte dalla Sigma Informatica s.p.a. nei confronti dei consiglieri regionali Nicola Atalmi e Diego Bottacin, e, di conseguenza, annulla per tale parte l'ordinanza stessa;

sentenza n. 333 del 12-16 dicembre 2011 (doc. VII, n. 709) con la quale:
dichiara che non spettava alla Camera dei deputati affermare che le dichiarazioni rese dall'onorevole Umberto Bossi, per le quali pende il procedimento civile davanti alla Corte di Cassazione, terza sezione civile, di cui al ricorso indicato in epigrafe, costituiscono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione; annulla, per l'effetto, la delibera di insindacabilità adottata dalla Camera dei deputati nella seduta del 16 luglio 2008 (doc. IV-quater, n. 1);

sentenza n. 334 del 12-16 dicembre 2011 (doc. VII, n. 710) con la quale:
dichiara che non spettava alla Camera dei deputati affermare che le dichiarazioni rese dall'onorevole Vittorio Sgarbi, per le quali pende il procedimento penale davanti alla Corte d'appello di Milano, di cui al ricorso indicato in epigrafe, costituiscono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione; annulla, per l'effetto, la delibera di insindacabilità adottata dalla Camera dei deputati nella seduta del 30 maggio 2007 (doc. IV-ter, n. 1-A).

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 19 dicembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Autorità portuale di Napoli, per gli esercizi 2009 e 2010. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 368).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 20 dicembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Istituto superiore di sanità (ISS), per gli esercizi 2009 e 2010. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 369).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XII Commissione (Affari sociali).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 20 dicembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Ente nazionale assistenza magistrale (ENAM), per gli esercizi 2007, 2008, 2009 e 2010 (fino al 31 luglio 2010). Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 370).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XI Commissione (Lavoro).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 20 dicembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria del Fondo di previdenza per il personale del Ministero dell'economia e delle finanze - settore finanze, per l'esercizio 2010. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 371).
Questo documento - che sarà stampato - è stato trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissione dal ministro dell'interno.

Il ministro dell'interno, con lettera in data 13 dicembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 68, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e successive modificazioni, la relazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta dal Ministero dell'interno, relativa all'anno 2010 (doc. CCVIII, n. 44), corredata dal rapporto - relativo agli anni 2009 e 2010 - sull'attività di analisi e revisione delle procedure di spesa, ai sensi dell'articolo 9, comma 1-ter, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2 (doc. CCVIII, n. 44-bis).
Questi documenti - che saranno stampati - sono trasmessi alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissioni dal ministro dell'economia e delle finanze.

Il ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 20 dicembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 5, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, la relazione riguardante i risultati derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, aggiornata al 31 dicembre 2010 (doc. LXVIII, n. 3).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VI Commissione (Finanze).

Il ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 20 dicembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, comma 6, del decreto-legge 31 maggio 1994, n. 332, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 1994, n. 474, la relazione sulle operazioni di cessione delle partecipazioni in società controllate direttamente o indirettamente dallo Stato, effettuate nel corso degli anni 2007, 2008, 2009 e 2010, ivi comprese quelle effettuate da FINTECNA (doc. XCIX, n. 1).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

Il Consiglio dell'Unione europea, in data 20 e 22 dicembre 2011, ha trasmesso, ai sensi del Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

alla IX Commissione (Trasporti):
Posizione dei Consiglio in prima lettura in vista dell'adozione di una decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un programma pluriennale relativo alla, politica in materia di spettro radio (16226/1/11 REV 1) e relativa motivazione (16226/1/11 ADD 1 REV 1);

alla XII Commissione (Affari sociali):
Posizione del Consiglio in prima lettura in vista dell'adozione di una direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2000/75/CE per quanto riguarda la vaccinazione contro la febbre catarrale degli ovini (16696/1/11 REV 1) e relativa motivazione (16696/1/11 REV 1 ADD 1).

La Commissione europea, in data 21 dicembre 2011, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e X (Attività produttive);
Decisione della Commissione del 20 dicembre 2011 riguardante l'applicazione delle disposizioni dell'articolo 106, paragrafo 2, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea agli aiuti di Stato sotto forma di compensazione degli obblighi di servizio pubblico, concessi a determinate imprese incaricate della gestione di servizi di interesse economico generale (C(2011)9380 definitivo);
Comunicazione della Commissione sull'applicazione delle norme dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato alla compensazione concessa per la prestazione di servizi di interesse economico generale (C(2011)9404 definitivo);
Comunicazione della Commissione - Disciplina dell'Unione europea relativa agli aiuti di Stato concessi sotto forma di compensazione degli obblighi di servizio pubblico (2011) (C(2011)9406 definitivo):

alla I Commissione (Affari costituzionali);
Proposta di decisione del Consiglio che istituisce un quadro pluriennale per l'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali per il periodo 2013-2017 (COM(2011)880 definitivo);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al programma statistico europeo 2013-2017 (COM(2011)928 definitivo) e relativo documento di accompagnamento - Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione dell'impatto (SEC(2011)1623 definitivo):

alla XIII Commissione (Agricoltura);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica dei regolamenti (CE) n. 2008/97, (CE) n. 779/98 e (CE) n. 1506/98 concernenti le importazioni di olio d'oliva e di altri prodotti agricoli dalla Turchia con riguardo ai poteri delegati e alle competenze di esecuzione da conferire alla Commissione (COM(2011)918 definitivo);
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio - Prima relazione relativa all'impatto della riforma 2006 del regime di misure specifiche nell'agricoltura per le isole minori del Mar Egeo (COM(2011)919 definitivo):

alla III Commissione (Affari esteri);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio - Preparazione del quadro finanziario pluriennale relativo al finanziamento della cooperazione dell'Unione europea con gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico e i paesi e territori d'oltremare per il periodo 2014-2020 (11o Fondo europeo di sviluppo) e relativo allegato (COM(2011)837 definitivo) nonché relativo documento di accompagnamento - Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto (SEC(2011)1460 definitivo);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente lo strumento di assistenza preadesione (IPA II) (COM(2011)838 definitivo) e relativo documento di accompagnamento - Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto (SEC(2011)1463 definitivo);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento europeo di vicinato (COM(2011)839 definitivo) e relativo documento di accompagnamento - Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto (SEC(2011)1467 definitivo);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (COM(2011)840 definitivo) e relativo documento di accompagnamento - Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto (SEC(2011)1470 definitivo);
Proposta di regolamento del Consiglio che istituisce uno strumento per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare (COM(2011)841 definitivo) e relativo documento di accompagnamento - Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto (SEC(2011)1473 definitivo);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce norme e procedure comuni per l'esecuzione degli strumenti di azione esterna dell'Unione (COM(2011)842 definitivo);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento di partenariato per la cooperazione con i paesi terzi (COM(2011)843 definitivo) e relativo documento di accompagnamento - Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto (SEC(2011)1476 definitivo);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento finanziario per la promozione della democrazia e dei diritti umani nel mondo (COM(2011)844 definitivo) e relativo documento di accompagnamento - Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto (SEC(2011)1479 definitivo);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento per la stabilità (COM(2011)845 definitivo) e relativo documento di accompagnamento - Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto (SEC(2011)1482 definitivo);
Proposta di decisione del Consiglio sulle relazioni fra l'Unione europea, da un lato, e la Groenlandia e il Regno di Danimarca, dall'altro (COM(2011)846 definitivo) e relativo documento di accompagnamento - Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto (SEC(2011)1485 definitivo);
Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio - Ruolo mondiale dell'Europa: un nuovo approccio al finanziamento dell'azione esterna dell'Unione europea (COM(2011)865 definitivo);
Proposte di decisione del Consiglio relative alle dichiarazioni di accettazione da parte degli Stati membri, nell'interesse dell'Unione europea, dell'adesione alla convenzione dell'Aia del 1980 sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori da parte del Gabon (COM(2011)904 definitivo), di Andorra (COM(2011)908 definitivo), delle Seychelles (COM(2011)909 definitivo), della Federazione russa (COM(2011)911 definitivo), dell'Albania (COM(2011)912 definitivo), di Singapore (COM(2011)915 definitivo), del Marocco (COM(2011)916 definitivo) e dell'Armenia (COM(2011)917 definitivo);
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo in forma di scambio di lettere tra l'Unione europea, da una parte, e lo Stato di Israele, dall'altra, recante modifica degli allegati ai protocolli n. 1 e n. 2 dell'accordo euromediterraneo che istituisce un'associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e lo Stato di Israele, dall'altra (COM(2011)926 definitivo).
Le predette proposte di regolamento COM(2011)838 definitivo, COM(2011)839 definitivo, COM(2011)840 definitivo, COM(2011)842 definitivo, COM(2011)843 definitivo, COM(2011)844 definitivo e COM(2011)845 definitivo, sono altresì assegnate alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 22 dicembre 2011.

Annunzio di sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea.

Nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea del 3 dicembre 2011, n. C. 347, è stata pubblicata la seguente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, relativa a una causa in cui la Repubblica Italiana è parte, che è inviata, al sensi dell'articolo 127-bis del regolamento, alla X Commissione (Attività produttive) nonché alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Causa C-454/09: sentenza della Corte (Quinta Sezione) del 13 ottobre 2011 - Commissione europea contro Repubblica italiana. Inadempimento di uno Stato - Aiuti di Stato - Aiuto a favore della New Interline spa - Recupero (doc. LXXXIX, n. 149).

Il dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 16 dicembre 2011, ha trasmesso la seguente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, adottata a seguito di domanda di pronuncia pregiudiziale proposta da un'autorità giurisdizionale italiana, che è inviata, ai sensi dell'articolo 127-bis del regolamento, alla VI Commissione (Finanze) nonché alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Causa C-427/10: sentenza della Corte (Terza Sezione) del 15 dicembre 2011 - Banca Antoniana Popolare Veneta Spa contro Ministero dell'economia e delle finanze e Agenzia delle entrate. Domanda di pronuncia pregiudiziale: Corte suprema di cassazione - Italia. IVA - Recupero dell'imposta indebitamente versata - Normativa nazionale che prevede la possibilità di agire per la ripetizione dell'indebito dinanzi a organi giurisdizionali diversi, con termini differenti, a seconda che si tratti del committente oppure del prestatore di servizi - Possibilità per il committente di servizi di chiedere il rimborso dell'imposta al prestatore dopo che per quest'ultimo è spirato il termine per agire nei confronti dell'amministrazione finanziaria - Principio di effettività (doc. LXXXIX, n. 150).

Trasmissione del consiglio regionale della Valle d'Aosta.

Il presidente del consiglio regionale della Valle d'Aosta, con lettera in data 13 dicembre 2011, ha trasmesso il testo di un voto, approvato dal medesimo consiglio nella seduta del 7 dicembre 2011, concernente l'istituzione di una tassa sulle transizioni finanziarie.

Questa documentazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze).

Trasmissioni dal consiglio regionale della Sardegna.

Il presidente del consiglio regionale della Sardegna, con lettera in data 14 dicembre 2011, ha trasmesso il testo di un voto concernente osservazioni sulle proposte di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recanti il quadro legislativo della politica agricola comune (PAC) per il periodo 2014-2020.

Questa documentazione è trasmessa alla XIII Commissione (Agricoltura) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Il presidente del consiglio regionale della Sardegna, con lettera in data 14 dicembre 2011, ha trasmesso il testo di un voto concernente osservazioni sulle proposte di regolamento del Parlamento europeo e del consiglio recanti il quadro legislativo della politica di coesione per il periodo 2014-2020.
Questa documentazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.

Il presidente della Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, con lettera in data 19 dicembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, comma 1, lettera n), della legge 12 giugno 1990, n. 146, e successive modificazioni, copia dei verbali delle sedute della Commissione relativamente al periodo dal 5 settembre al 14 novembre 2011.
Questa documentazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro).

Comunicazione di nomine ministeriali.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 15 dicembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le comunicazioni concernenti il conferimento, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 19, dei seguenti incarichi di livello dirigenziale generale nell'ambito del Ministero dell'economia e delle finanze, che sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio):
al dottor Carmine di Nuzzo, l'incarico di ispettore generale capo dell'ispettorato generale per i rapporti finanziari con l'Unione europea, nell'ambito del dipartimento della Ragioneria generale dello Stato;
alla dottoressa Serenella Lucà, l'incarico di direttore generale dell'ufficio centrale del bilancio presso il Ministero degli affari esteri, nell'ambito del dipartimento della Ragioneria generale dello Stato.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Chiarimenti in merito all'attuazione del protocollo d'intesa sottoscritto presso la Presidenza del Consiglio dei ministri concernente la realizzazione del Museo della Navigazione e la connessa riorganizzazione demaniale e riqualificazione urbana nel comune di Pisa - 2-01256

A)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri della difesa e dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
il 18 aprile 2001 fu sottoscritto un protocollo d'intesa presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, impegnativo per diversi Ministeri ed enti territoriali, in particolare per il comune di Pisa, che aveva per oggetto la «Realizzazione del Museo della Navigazione e connessa riorganizzazione demaniale e riqualificazione urbana» e nel quale, tra i diversi interventi ipotizzati (alcuni dei quali sono già stati realizzati, come la nuova sede della Guardia di finanza), era prevista un'operazione di recupero e di valorizzazione di tre strutture militari in cambio della costruzione di una nuova caserma per il battaglione logistico, attualmente collocato su due delle tre strutture in questione, in un'area idoneamente individuata. Questa operazione muoveva dalla necessità di liberare l'area della caserma Bechi Luserna dalle attività militari per destinarla ad una funzione logistica e ricettiva per il turismo in prossimità del nascente museo statale sulla navigazione (o meglio a seguito dello straordinario ritrovamento di circa venti navi di epoca romana, ricche di reperti, avvenuto a Pisa nel 1998); ed era proprio a partire da questo riconosciuto interesse pubblico che ci si proponeva una complessa operazione di ristrutturazione, di valorizzazione e di sviluppo del patrimonio immobiliare che è nella disponibilità del Ministero della difesa. L'obiettivo era quello di dotare l'Esercito di una nuova struttura, moderna e corrispondente con il nuovo modello di difesa, attraverso la dismissione e la trasformazione con investimenti privati delle tre caserme citate, di cui una dismessa da tempo. Il risultato atteso era quello di un notevole beneficio sia per lo Stato, che realizzava una nuova caserma a costo zero e valorizzava la scelta museale insieme al recupero di un'importante struttura di proprietà demaniale, come il complesso degli arsenali medicei, destinati a quella funzione, sia per il territorio che, senza grandi oneri d'investimento, poteva contare sul recupero di spazi utili per la riqualificazione dei flussi turistici attraverso un'operazione di sostanziale permuta alla pari;
a seguito di quell'intesa il comune ha investito risorse, anche sulla base di impegni concordati con il Ministero della difesa, negli studi di fattibilità di tale operazione ed ha, contemporaneamente, portato avanti i processi urbanistici necessari e nel 2007 si è arrivati alla sottoscrizione di un accordo di programma tra il comune di Pisa, il Ministero della difesa e l'Agenzia del demanio;
tuttavia, risulta che, di fronte al problema di trovare un sostenibile equilibrio tra la valutazione dei beni immobili soggetti a trasformazione e l'investimento necessario alla realizzazione della nuova caserma (progettata dal Geniodife non solo in un'ottica di funzioni equivalenti, come sosteneva l'intesa iniziale, ma dimensionata anche per future esigenze logistiche), l'accordo sembra arenarsi senza un chiaro e corretto confronto con il comune, che lamenta una dilatazione dei tempi e una presa d'atto, burocratica e rinunciataria, delle difficoltà da parte del Ministero della difesa e dell'Agenzia del demanio, vanificando così un'oggettiva valorizzazione del patrimonio pubblico, oltre che l'attivazione di rilevanti investimenti privati, fatto che farebbe certamente male alla nostra economia -:
se corrisponda al vero che da parte del Ministero della difesa si stanno ipotizzando investimenti nella caserma Bechi Luserna volti alla realizzazione di nuovi edifici, compromettendo in questo modo la possibilità di una diversa destinazione e impegnando, peraltro, risorse aggiuntive sul bilancio della difesa;
se non ritengano opportuno, alla luce del rischio di vanificare un'operazione vantaggiosa per i beni pubblici, intervenire rapidamente per riattivare un confronto costruttivo fra tutti i soggetti interessati e firmatari dell'accordo di programma.
(2-01256)
«Fontanelli, Ventura, Gatti, Realacci».
(3 novembre 2011)

Elementi ed iniziative in relazione agli eventi alluvionali che hanno recentemente colpito la provincia di La Spezia e la Lunigiana - 2-01266

B)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
il tragico bilancio, ancora del tutto provvisorio, delle violente piogge abbattutesi su Liguria e Toscana il 25 ottobre 2011 conta finora dieci morti e tre dispersi;
le zone più colpite sono quelle del levante ligure, in provincia di La Spezia, e della Lunigiana; in particolare, delle dieci vittime, secondo quanto comunicato dalle prefetture al Dipartimento della protezione civile, otto si sono registrate in provincia di La Spezia e due ad Aulla, in provincia di Massa Carrara;
alcune zone della Lunigiana sono rimaste per giorni isolate, sono mancate l'energia elettrica, l'acqua, l'erogazione del gas metano e non hanno funzionato né i telefoni fissi, né i cellulari; inoltre, ci sono stati cinque ponti crollati e 4-5 frazioni sono a tutt'oggi isolate a causa dell'eccezionale evento che l'ha colpita;
il comune di Aulla, in provincia di Massa Carrara, risulta uno dei più colpiti a seguito dell'esondazione del fiume Magra. Circa 300 persone sono state evacuate e una cinquantina di esse sono state tratte in salvo dai vigili del fuoco, intervenuti con i gommoni. Da diverse testimonianze risulta che, dopo la piena «normale» del fiume Magra, è arrivata un'ondata particolarmente violenta che ha inondato con fango e detriti il centro del paese;
una possibile spiegazione di detto comportamento anomalo della piena del fiume, è stato supposto da immagini e testimonianze di anziani della zona, è che la diga Rocchetta, con i suoi 76 metri d'altezza e 136 di larghezza a cavalcioni del torrente Teglia, possa essere stata aperta in modo improprio, provocando un'onda anomala che si è scaricata a valle sul comune di Aulla;
a sentire moltissimi abitanti del comune di Aulla e delle frazioni di Teglia e Castagnetoli del comune di Mulazzo, sembra in relazione a questa tragedia, oltre che alla mano dell'incuria e del cemento, ci sia anche il sospetto di un comportamento sbagliato da parte degli addetti della diga di Teglia; questo fatto sarebbe corroborato da quanto è accaduto a monte di Aulla, soprattutto nei 5 chilometri del torrente Teglia, dall'omonima diga fino alla confluenza con il fiume Magra, dove per tutto il corso del fiume sembra che l'acqua si sia comportata come uno «tsunami», lasciandosi alle spalle un paesaggio lunare fatto di ghiaia e alberi divelti; infatti, lì dove sorgevano allevamenti e colture di vigne ed uliveti, ora c'è solo un deserto di sassi e ghiaia, con alberi spezzati e numerose frane lungo le pareti del torrente Teglia alte 7-8 metri, che sembrano causate da una «bomba d'acqua» che ha sbattuto come una biglia da una parte all'altra del corso d'acqua;
a poche ore dalla tragedia il Capo Dipartimento della protezione civile, Franco Gabrielli, aveva escluso categoricamente che ci fosse stata un'immissione di acqua in maniera non corretta dalla diga la notte dell'alluvione;
viene da chiedersi come mai, sapendo da domenica 23 ottobre 2011 del peggioramento del tempo, non è stato gradualmente svuotato l'invaso, contenente nei suoi 29 chilometri circa 5 milioni di metri cubi d'acqua, evitando di aggiungere altra acqua alla piena;
secondo Edison, gestore dell'invaso, tutte le operazioni si sono svolte secondo le procedure, queste, a quanto si sa, prevedono in caso di piena l'apertura degli scarichi di fondo che fanno defluire le acque sotto l'alveo del fiume in modo graduale, evitando di peggiorare la situazione;
risultano particolarmente incriminate le paratoie alte di sommità della diga, che secondo alcuni potrebbe essere state azionate manualmente;
le testimonianze di chi ha risalito la Val di Magra-Valle del Teglia testimonia, senza conferme di certezza, che il paesaggio che si mostra non è quello di un'alluvione, ma piuttosto di un'onda anomala che, percorrendo il fiume, ha portato con sé insediamenti agricoli e alberi secolari, divelto ponti e scavato nella terra, che poi si è riversata sottoforma di fango ad Aulla;
chi abita sul corso del fiume ha visto che alla mattina il corso era normale e fino al pomeriggio si era ingrossato, ma senza preoccupare più di tanto, poi improvvisamente un muro d'acqua si è abbattuto non esondando, ma portandosi via tutto quello che ha trovato sulla strada; in particolare, alcuni testimoni oculari tra la popolazione della frazione di Castagnetoli del fiume di Mulazzo hanno affermato di aver avvertito rumori sinistri che provenivano dalla montagna, come delle «urla da film dell'orrore», provocate dagli alberi che venivano sradicati e spezzati con grande violenza, proprio qualche minuto prima che arrivasse quella massa d'acqua;
una strada asfaltata sulla sponda sinistra del torrente Teglia, costruita e ben tenuta dalla società Falck tra il '21 e il '38 del secolo scorso, che collega la frazione di Castagnetoli alla diga di Teglia, ad un'altezza che varia dai 7-20 metri sul torrente Teglia; tale strada è stata interrotta da crolli e frane in 7-8 punti dall'onda anomala, che ha letteralmente fatto venire giù pezzi lunghi d'asfalto;
Liguria e Toscana sono, peraltro, le regioni storicamente tra quelle più colpite dall'emergenza alluvioni e frane;
troppo spesso drammatici effetti prodotti da eventi calamitosi naturali, che con cadenza annuale colpiscono le diverse regioni del nostro Paese, sono quasi sempre acuiti e drammaticamente amplificati da una gestione dissennata dei suoli e dei bacini idrografici e dall'assenza di una rigorosa politica di pianificazione, manutenzione e prevenzione territoriale;
chiunque abbia un minimo di conoscenza di opere idrauliche sa che i fiumi si devono far scorrere nei centri abitati e ci devono essere argini per proteggere le città, che da secoli sorgono vicino ai corsi d'acqua (basti pensare a Roma e Parigi ed altre importanti metropoli), e che a monte devono essere eseguite opere di sicurezza idraulica, come le casse di espansione, che a voler vedere nel caso di Aulla o non hanno funzionato o non sono state ben progettate dall'autorità di bacino, visto che non sono state realizzate per l'opposizione della popolazione e di certe amministrazioni, come nel caso specifico del comune di Filattiera, senza che il genio civile, l'autorità di bacino competente e la regione Toscana studiassero o realizzassero apposite opere idrauliche, alternative, complementari e/o supplementari per la messa in sicurezza dell'abitato di Aulla;
il quartiere Matteotti del comune di Aulla, che si trova sul torrente Aulella, e le scuole medie costruite nel '61 e le scuole elementari degli anni '30 sono state inondate dalla risalita del fiume Magra nel torrente Aulella ed a causa di questa onda anomala d'acqua, quindi creando un'inondazione da sud (da valle) a nord (a monte) -:
quali immediate iniziative il Governo intenda assumere per far fronte all'emergenza conseguente al disastro che ha colpito, in particolare, la provincia di La Spezia e la Lunigiana;
quale sia la corretta interpretazione dei fatti accaduti e sopra riportati circa la diga di Rocchetta e se la procedura di immissione delle acque nell'invaso del Magra sia stata rispettata e non compromessa dall'errore umano;
se si ritenga verosimile che l'alluvione possa essere stata solamente procurata da una calamità naturale, da una piena duecentennale, che ha causato in Lunigiana e nella provincia di La Spezia morti, feriti e danni all'economia locale, e se sia vero che in poche ore, nella giornata del 25 ottobre 2011, ci siano state precipitazioni d'acqua equivalenti a 2 dighe del Vajont, che il 9 ottobre 1963 procurò morte e distruzione nella valle di Erto e Casso;
se non si ritenga assumere le opportune iniziative per accertare se la tragedia poteva essere evitata e se tutti i soggetti istituzionali coinvolti abbiano fatto il loro compito, dai comuni pre-allertati alla regione, per passare all'autorità di bacino competente su tutti i corsi d'acqua della zona e sulla tenuta e manutenzione degli argini e degli alvei dei fiumi e dei torrenti.
(2-01266) «Barani, Baldelli».
(12 novembre 2011)

Iniziative di competenza per il potenziamento delle infrastrutture e per la messa in sicurezza delle aree del territorio calabrese, in particolare alla luce degli eventi calamitosi che hanno recentemente colpito la provincia di Catanzaro - 2-01295

C)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, i Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle infrastrutture e dei trasporti per sapere - premesso che:
a fine novembre 2011 violenti nubifragi si sono abbattuti nelle estreme regioni meridionali, interessando fortemente anche la provincia di Catanzaro, provocando allagamenti e frane e creando notevoli problemi e disagi alla popolazione, in particolar modo tra Feroleto e Marcellinara, dove si conta anche la morte di un uomo;
la violenza della pioggia ha provocato smottamenti, riversando a valle fango e detriti che hanno allagato moltissime aree nella provincia di Catanzaro e reso particolarmente critico e difficoltoso lo svolgimento delle principali attività economiche e la viabilità in tutta la zona, interessando soprattutto i centri abitativi rimasti per alcune ore isolati e senza corrente elettrica;
da nord a sud della città di Catanzaro, da Sant'Elia a Catanzaro Lido, tanti sono stati i disagi e gli allagamenti; le zone più colpite comunque restano quelle proprio a sud della città e, più precisamente, i quartieri di Santa Maria e Lido; su moltissime strade i detriti trasportati dal nubifragio hanno reso la viabilità assai critica trasformando le strade in veri e propri fiumi;
la violenza dell'evento calamitoso ha contribuito, inoltre, ad aggravare la situazione di particolare gravità e degrado in cui versa la rete infrastrutturale nel territorio calabrese, in particolare le linee ferrate, provocando il tragico deragliamento di un treno con il crollo di un ponte delle ferrovie tra Catanzaro e Lamezia Terme;
la fragilità delle strutture era già stata molte volte denunciata dalle autorità locali alle Ferrovie dello Stato, ma nessuna risposta è stata data fino al verificarsi del crollo;
a fronte della gravosa situazione il Presidente della regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, ha chiesto l'attivazione delle procedure per la dichiarazione dello stato di emergenza;
non è la prima volta che eventi calamitosi di questa portata si abbattono sulla zona, provocando enormi disagi e danni per la popolazione interessata, evidenziando, come già denunciato da più parti e dalle amministrazioni locali in passato, la necessità di interventi che permettano la messa in sicurezza delle zone montane e dei bacini idrici al fine di cercare di evitare il più possibile, al verificarsi di eventi calamitosi, le numerose frane e le esondazioni che, invece, costantemente continuano a verificarsi, provocando ingenti disagi sia alle popolazioni che alle attività economiche presenti nella zona;
vi è necessità di un'azione strategica e straordinaria attraverso programmi che possano contribuire a giungere ad un recupero delle situazioni compromesse, ad una compatibile pianificazione ambientale e ad un'attenta gestione antropica del territorio e che permettano all'intera area di dotarsi di sistemi che proteggano le popolazioni e i territori al verificarsi di successivi eventi calamitosi;
vi è, inoltre, una drammatica necessità di dare rilancio e sviluppo al settore del trasporto ferroviario locale, che parta da una ricognizione delle problematiche esistenti, da un'efficace azione manutentiva e dall'impegno di risorse -:
quali urgenti iniziative, per le parti di loro competenza, intendano adottare per risolvere la problematica emergenziale sotto il profilo ambientale e infrastrutturale in cui versa la regione Calabria;
se non intendano attivarsi, per quanto di competenza, per sviluppare e realizzare un piano strategico d'azione per il potenziamento delle infrastrutture e per la messa in sicurezza delle aree del territorio calabrese interessate dagli eventi calamitosi ricordati in premessa, impegnando risorse finanziarie, umane e mezzi tecnici e strumentali.
(2-01295)
«Tassone, Galletti, D'Ippolito Vitale, Occhiuto».
(13 dicembre 2011)

Elementi e iniziative nei confronti del Governo del Pakistan in relazione al fermo di polizia a cui è stata sottoposta la giornalista Francesca Marino all'aeroporto di Karachi - 2-01289

D)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
la giornalista e autrice Francesca Marino - che collabora, tra l'altro, con le testate nazionali Il Messaggero, L'Espresso e Limes e che recentemente ha pubblicato il volume «Apocalisse Pakistan» - è arrivata il 20 novembre 2011 all'aeroporto di Karachi, in Pakistan, proveniente dall'India, Paese dove si trova, in un orfanotrofio di Calcutta, la sua figlia adottiva di due anni;
nonostante fosse in possesso di un visto giornalistico rilasciatole il 25 ottobre 2011 dall'ambasciata del Pakistan a Roma, è stata fermata e trattenuta per tutta la notte negli uffici della polizia aeroportuale, senza la presenza di un avvocato, ma ufficialmente non in stato di arresto. La mattina successiva la giornalista italiana è stata condotta negli uffici della Federal intelligence administration, sempre in assenza di un avvocato, dove è stata trattenuta fino al pomeriggio, venendo sottoposta ad interrogatori sulla sua attività lavorativa e sulle ragioni delle sue frequenti visite in India;
fino all'ultimo, la giornalista italiana non ha ricevuto motivazioni ufficiali sul perché il suo visto fosse stato inserito il 1o novembre 2011 - in data successiva, quindi, alla sua regolare concessione dall'ambasciata pakistana a Roma - su una «lista nera» di giornalisti e attivisti per i diritti umani sgraditi alle autorità pakistane;
Francesca Marino è stata costretta ad imbarcarsi su un volo per l'India dopo che, su intervento del Ministero dell'interno pakistano, le era stato concesso di rimanere nel Paese per 72 ore;
fonti pakistane attendibili hanno in seguito comunicato alla stessa giornalista italiana che avrebbe rischiato di essere accusata di spionaggio e di attività anti-pakistane (reati per i quali è prevista anche la pena capitale);
la Federazione nazionale della stampa e la commissione pari opportunità della Fnsi hanno denunciato la gravità dell'episodio, segnalando come non sia accettabile che, in un Paese che ha normali rapporti diplomatici con l'Italia, una giornalista sia sottoposta a un fermo di polizia del tutto immotivato e illegale e sia costretta con l'intimidazione a non poter svolgere la propria attività professionale e a poter esercitare il proprio diritto/dovere all'informazione -:
di quali informazioni disponga il Governo italiano in relazione a tale episodio e se non ritenga di dover intervenire con urgenza presso le autorità pakistane, chiedendo loro una puntuale informativa al riguardo e, più in generale, una verifica sulle effettive garanzie di sicurezza e di agibilità per poter svolgere liberamente l'attività professionale che devono essere assicurate alle decine di giornalisti italiani che, a grave rischio personale, si occupano puntualmente delle vicende di interesse internazionale che si svolgono in Pakistan e nel vicino Afghanistan.
(2-01289)
«Mogherini Rebesani, Castagnetti, Marchignoli, Rossomando, Siragusa, Pistelli, Strizzolo, Peluffo, Mosca, Melandri, Zampa, Garavini, Trappolino, De Pasquale, D'Incecco, Farinone, Coscia, Schirru, Gatti, Lucà, Sbrollini, Concia, Picierno, Tullo, Sarubbi, Rubinato, Marchioni, Martella, Recchia, Colombo, Bossa, Rugghia, Touadi».
(6 dicembre 2011)

Iniziative volte a contrastare il traffico di esseri umani, con particolare riferimento ai profughi fuggiti dal Corno d'Africa e dall'Africa sub-sahariana - 2-01294

E)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri degli affari esteri e dell'interno, per sapere - premesso che:
migliaia di profughi fuggiti dal Corno d'Africa o dall'Africa sub-sahariana risulterebbero ridotti in stato di schiavitù da bande di predoni beduini nel Sinai;
ad essere imprigionati sarebbero, soprattutto, giovani, donne e numerosi adolescenti e bambini, vittime di un traffico inumano, organizzato da criminali che si arricchiscono con la richiesta di riscatti di migliaia di euro o, peggio, con il mercato clandestino di organi, al quale vengono sacrificati quelli che non riescono a «pagarsi la libertà»;
si tratta di una delle maggiori emergenze umanitarie degli ultimi anni, che si sta consumando nella sostanziale indifferenza del mondo e nel silenzio assordante dell'Europa e dell'Italia, ovvero di quei Paesi verso i quali quei profughi disperati intendevano dirigersi, in nome dei più elementari diritti umani, fuggendo guerre, persecuzioni politiche o religiose, fame, carestia;
in genere, i profughi partono dai grandi campi di raccolta allestiti in Etiopia (che ospitano soprattutto eritrei) o nel Sudan (ancora eritrei, somali ed etiopi), dove sono arrivati dopo aver corso rischi pesantissimi e dove speravano che, riconosciuta a livello internazionale la loro condizione di rifugiati e perseguitati, potessero essere accolti in Europa entro un periodo di tempo ragionevole;
a causa della lentezza e dalla sostanziale chiusura di quasi tutti i Governi occidentali questi profughi, nel tentativo di giungere in Europa risalendo il Sudan e l'Egitto per puntare poi verso il confine israeliano nel Sinai (Tunisia e, soprattutto, Libia e il Mediterraneo non erano vie praticabili con le rivolte esplose dall'inizio del 2011), cadono nella rete di organizzazioni clandestine o singole guide che offrono il «passaggio» fino al confine israeliano per un compenso che va da mille a duemila euro, ma che spesso si rivelano emissari delle bande di predoni beduini che gestiscono il traffico di schiavi;
i pochi che riescono a sottrarsi a questa trappola spesso vengono uccisi a fucilate dalle guardie di frontiera del Cairo mentre tentano di entrare clandestinamente in Israele, o finiscono nelle carceri egiziane, dove i maltrattamenti e le percosse, la malnutrizione e la scarsità d'acqua, le terribili condizioni igieniche e logistiche provocano malattie e non di rado anche la morte, senza nessuna assistenza;
stessa sorte è toccata anche a molti giovani che avevano inizialmente raggiunto la Libia per essere o respinti in mare o espulsi al confine sud, in pieno Sahara, e da qui - non potendo rientrare nei Paesi d'origine dove rischiavano l'arresto o la morte - diretti verso il Sinai;
l'allarme è stato lanciato per la prima volta, nel novembre 2010, da Habeshia, l'agenzia che si occupa in Italia dei profughi eritrei, e da numerose altre organizzazioni umanitarie internazionali, ma da allora non è cambiato nulla, anzi la situazione è peggiorata;
un anno fa si parlava di circa 250 prigionieri, mentre l'ultimo rapporto del pool di organizzazioni, che, insieme ad Habeshia, segue costantemente il problema, parla di almeno 350-400 ostaggi, ma altre organizzazioni non governative internazionali ne stimano oltre mille;
è il caso di ricordare che su molti giornali sono comparsi anche i nomi di personaggi fortemente sospettati di essere ai vertici dell'organizzazione, con presunte complicità a vari livelli sia in Egitto che in Israele;
è una tragedia che non può lasciare indifferente l'Italia -:
se non ritenga opportuno adottare urgenti iniziative, anche presso le competenti sedi europee od internazionali, volte a:
a) coinvolgere l'Interpol per aprire un'inchiesta su questo traffico di esseri umani, con l'ausilio delle polizie egiziana ed israeliana ai massimi livelli e con la prospettiva di emettere mandati di cattura internazionali contro i trafficanti;
b) aprire un'inchiesta specifica per cercare di risalire alla catena che porta al traffico clandestino di organi, un mercato che richiede necessariamente una organizzazione ad alto livello, con la complicità di medici, specialisti e cliniche (l'Egitto, tra l'altro, è nell'elenco delle nazioni più sospette, per questo tipo di traffico, anche a prescindere dal caso del Sinai);
c) sensibilizzare il Governo egiziano affinché consenta l'accesso nelle sue carceri alle organizzazioni umanitarie internazionali che si occupano dei profughi, per verificare la loro condizione di richiedenti asilo politico o di rifugiati;
d) invitare il Governo dei Paesi interessati, anche attraverso l'Unione europea, ad aprire le frontiere almeno ai profughi sfuggiti ai «predoni» e, contemporaneamente, rendere più celeri e meno fiscali le pratiche sull'emigrazione e la concessione dello status di rifugiati o di esuli politici ai profughi;
e) modificare in Italia la politica dell'accoglienza, sulla base del sistema in vigore in Svezia;
f) contribuire a realizzare progetti di sostegno nei Paesi di transito (Etiopia e Sudan) per frenare l'emigrazione disperata di migliaia di profughi.
(2-01294)
«Pezzotta, Galletti, Adornato, Enzo Carra, Volontè, Binetti».
(13 dicembre 2011)

Elementi in relazione alle aspre contestazioni indirizzate al dottor Oscar Giannino in occasione di un dibattito organizzato presso l'Università Statale di Milano - 2-01290

F)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
si fa riferimento ai fatti così riferiti dal giornalista Oscar Giannino sul suo blog Chicago «1o dicembre 2011 - Oggi alle 14,30 mi è stato impedito l'accesso all'Università Statale di Milano in via del Conservatorio, dove ero invitato a un dibattito sull'euro organizzato da Azione Giovani. Numerosi studenti hanno bloccato l'ingresso, apostrofandomi "buffone, padrone, fascista, distruttore dell'Università". Una bella doccia di pomodori pelati, qualche uovo. Nessuna possibilità di interloquire. La polizia, presente, mi ha cortesemente invitato a desistere. Così è stato. Questi i fatti. Nessun danno. Ognuno giudichi se si debba arrivare a episodi del genere. Studentesse e studenti che mi davano del fascista non avevano la minima idea di chi io fossi davvero e di che cosa pensassi. Quando è partito il coro "figlio di papà, noi qui a lavorare e tu a fare la bella vita", non sapevo se ridere di più che non di fronte alla funzionaria di polizia che mi chiedeva di sgombrare»;
dall'agenzia Ansa del 1o dicembre 2011, ore 17,12: «Milano, 1o dicembre - Il giornalista e opinionista Oscar Giannino è stato contestato oggi a Milano, mentre si accingeva a partecipare ad un convegno sull'economia organizzato all'Università Statale di Milano. La polizia è dovuta intervenire per arginare le proteste di un folto gruppo di studenti dei collettivi; alla fine non si sono registrati contusi, ma solo un po' di confusione;
è accaduto tra le 15 e le 16.30 tra via Conservatorio e via Passione, dove ha sede il dipartimento di scienze politiche in cui l'associazione universitaria di centrodestra "Azione Universitaria" aveva organizzato un convegno sull'euro al quale erano invitati come relatori alcuni giornalisti, tra cui Giannino;
secondo quanto riferito dalla questura, quando l'opinionista è giunto in taxi in via Conservatorio, alcuni studenti lo hanno contestato, tanto che la polizia gli ha consigliato di entrare da un ingresso secondario. Giannino è stato imbrattato da qualche uovo e salsa di pomodoro lanciata dai manifestanti e ha deciso di andarsene. Le forze dell'ordine, alla fine dell'incontro, hanno poi prima contenuto e poi spostato i gruppi che protestavano in modo da agevolare l'uscita dei partecipanti senza che tra i primi e i secondi vi fosse possibilità di contatto. Quando l'incontro si è concluso si sono verificati attimi di tensione ma senza tafferugli e contusi»;
dall'articolo di Pierluigi Battista, sul Il Corriere della Sera, 5 dicembre 2011, pagina 39: «le forze dell'ordine consigliano a Giannino, cioè la vittima di una prepotenza, di andarsene, di non provocare incidenti» -:
se, come si può dedurre da queste diverse fonti, soprattutto dalla testimonianza di Giannino, ma implicitamente anche dal comunicato della questura riferito dall'Ansa, nulla sia stato fatto per garantire il libero corso all'espressione del diritto di parola e di opinione;
se si siano operati fermi o identificazione dei facinorosi che hanno aggredito il dottor Oscar Giannino;
se sia stata fatta un'azione preventiva e in che modo per evitare un simile vulnus alla democrazia;
come si intenda in futuro comportarsi in casi analoghi.
(2-01290)
«Renato Farina, La Russa, Brunetta, Nicolucci, Gelmini, Romani, De Camillis, Scajola, Scandroglio, Vincenzo Antonio Fontana, Mazzuca, Di Centa, Nirenstein, Corsaro, Calabria, Valducci, Lorenzin, Toccafondi, Pagano, Giammanco, Fitto, Marinello, Lupi, Casero, Golfo, Pelino, Vella, Pianetta, Stracquadanio, Di Caterina, Gioacchino Alfano, Vignali, Mottola, Baccini, Frassinetti».
(6 dicembre 2011)

Agevolazioni a favore di coloro che devono affrontare ricoveri ospedalieri fuori sede a causa dell'indisponibilità di strutture adeguate nel territorio provinciale di residenza - 2-01232

G)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri della salute e del lavoro e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
da tempo diverse associazioni di volontariato continuano a segnalare le difficoltà delle famiglie in cui ci sono bambini affetti da gravissime patologie, non curabili presso i normali nosocomi ma solamente in strutture di alta specializzazione;
le famiglie di questi bambini sono costrette non solo a patire gravi danni morali e un notevole stress psico-fisico, ma anche a sostenere viaggi molto gravosi dal punto di vista logistico e, soprattutto, finanziario;
tali viaggi, quali che siano le condizioni economiche degli interessati, sono totalmente a carico delle famiglie;
i ricoveri per patologie così particolari e delicate sono, solitamente, di media-lunga durata e ripetuti nel tempo;
i sussidi concessi dagli enti locali si rivelano assolutamente inadeguati alle spese che le famiglie devono effettivamente sostenere per il viaggio, il soggiorno e altro;
parte dei sussidi viene erogata a consuntivo e dopo diversi mesi dall'effettiva spesa; spesso le famiglie non sono in condizione di affrontare tali spese anticipando fondi propri e si devono così affidare a forme di solidarietà privata, che non sempre riescono nell'intento di reperire somme adeguate;
il diritto di accesso alla sanità deve essere garantito a tutti i cittadini italiani, senza alcuna discriminazione;
le famiglie spesso non sono in grado, autonomamente, di far fronte alle spese connesse a ricoveri di lungo termine in strutture lontane dalle città di residenza;
vi sono, inoltre, difficoltà oggettive nel gestire i viaggi, i ricoveri e la normale gestione della famiglia, nel caso di famiglie con più figli di minore età -:
quali agevolazioni e/o forme di assistenza economica siano previste per coloro i quali devono affrontare ricoveri oltre provincia a causa dell'indisponibilità, nel proprio territorio provinciale, di strutture ospedaliere adeguate, in caso di necessità oggettiva di reparti ad alta specializzazione, e se non si ritenga di intervenire attraverso specifiche iniziative, per quanto di competenza, per consentire il libero accesso al sistema sanitario da parte di malati appartenenti a famiglie meno abbienti aventi problematiche gravi ed altamente invalidanti.
(2-01232)
«Vincenzo Antonio Fontana, Barani, Pianetta, Girlanda, Bocciardo, Golfo, Giammanco, Barba, Scalera, Carlucci, Pelino, Dell'Elce, Mancuso, Fucci, Gibiino, Porcu, Ciccioli, Castellani, Tortoli, Testoni, Gava, Bernardo, Antonino Foti, Galati, Minardo, Formichella, Gottardo, Vignali, Scandroglio, Cassinelli, Lainati, Dima, Frassinetti».
(12 ottobre 2011)

Iniziative normative in materia di copertura assicurativa professionale obbligatoria, con particolare riferimento alla responsabilità civile verso terzi dei medici - 2-01282

H)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
con la manovra economica dell'estate 2011 è stata introdotta la copertura assicurativa professionale obbligatoria (lettera e) del comma 5 dell'articolo 3 del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni dalla legge 14 settembre 2011, n. 148); la norma stabilisce che «il professionista deve rendere noti al cliente, al momento dell'assunzione dell'incarico, gli estremi della polizza stipulata per la responsabilità professionale e il relativo massimale; le condizioni generali delle polizze (...) possono essere negoziate, in convenzione con i propri iscritti, dai Consigli Nazionali e dagli enti previdenziali dei professionisti»; la norma prevede un anno di tempo per la messa a regime dell'obbligo;
la decisione, condivisibile in linea di principio, sta esasperando le tensioni tra operatori sanitari e compagnie assicurative, grazie anche alla totale assenza, diversamente da altri Paesi europei, di una strategia nazionale e politica di approccio al problema con conseguenze economiche crescenti ed inevitabili. L'assenza di linee guida istituzionali ha posto le compagnie assicurative nella posizione di contraente «forte», posizione rafforzata dall'obbligo di copertura assicurativa professionale appena introdotto;
le associazioni mediche (in particolare l'Associazione per i medici accusati di malpractice ingiustamente) segnalano, con riferimento alle varie formule della polizza di responsabilità civile verso terzi (rct) dei medici, che:
a) le compagnie evitano di assicurare professionisti già «sinistrati», cioè oggetto di semplici richieste di risarcimento, indifferenti al fatto che le denuncie possono concludersi in un nulla di fatto sotto il profilo penale o non dar luogo ad un risarcimento in sede civile;
b) laddove il medico riceva una disdetta per sinistro, da parte di una compagnia, altro assicuratore assumerà il rischio ben raramente e solo a fronte di premi elevatissimi;
c) determinate specializzazioni a rischio (ad esempio ginecologi, chirurghi plastici, medici estetici ed anestesisti) sono assicurate con clausola rd (riservato direzione) per evitare che l'intermediario (agente) possa assumere indiscriminatamente un numero indeterminato di clienti anche in assenza di sinistri;
d) la continua ascesa dei premi che sta portando all'insostenibilità dei costi delle polizze a carico dei medici. Paradossale è la situazione dei ginecologi, se si considera che l'Italia è uno dei Paesi con i più bassi rischi alla nascita, per i quali le polizze possono arrivare a 14.000 euro l'anno;
e) le polizze di responsabilità civile verso terzi (rct) dei medici contengono la clausola claim made (letteralmente «a richiesta fatta»), tramite la quale la datazione del sinistro rilevante ai fini dell'articolo 1917, comma 1, codice civile, è fatta coincidere con la richiesta di risarcimento del danno avanzata dal terzo e non più, dunque, col comportamento del danneggiante-assicurato generativo della responsabilità; a fronte del vantaggio sotto il profilo dei costi di polizza, il rischio è quello di vedersi recapitare la richiesta di risarcimento in un'epoca in cui non si gode più della copertura assicurativa;
a fronte dell'esplosione dei costi assicurativi diverse regioni (Piemonte, Toscane e, da poco, anche la Liguria) stanno provvedendo ad auto assicurarsi; l'idea è quella di non stipulare polizze e rimborsare i danni, una volta verificati, pescando direttamente nei propri bilanci; nel 2009 la Toscana spendeva 45 milioni di euro per polizze; nel 2010 ha rimborsato da sola il 50 per cento dei danni da errori medici spendendo 5 milioni di euro;
le denunce ai medici sono ai livelli medi degli ultimi cinque anni, ma aumentano quelle verso le strutture sanitarie (+10 per cento), arrivando nel complesso, secondo dati diffusi dall'Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania) a circa 34.000 denunce nel 2009. L'aumento tra il 2008 ed il 2009 è stato del 15 per cento; il rapporto sinistri/premi del ramo, dal 1994 al 2009, si è mantenuto su percentuali assai elevate e, nel 2009, per ogni euro di premi incassati le compagnie ne hanno pagati due di sinistri; considerando che un risarcimento medio vale tra 25.000 e 40.000 euro, i costi nel periodo 2008-2009 sono stati valutati tra 800 milioni e 1,4 miliardi di euro, a seconda della velocità di liquidazione -:
se non ritenga opportuno assumere iniziative, anche normative, per promuovere l'estensione a livello nazionale delle forme di auto copertura dei danni da «malasanità» introdotte da talune regioni;
se non ritenga di assumere iniziative, anche normative, con riferimento all'obbligo di copertura assicurativa dei medici previsto dalla lettera e) del comma 5 dell'articolo 3 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni dalla legge 14 settembre 2011, n. 148 al fine di:
a) prevedere che le compagnie di assicurazione abbiano l'obbligo di assicurare i professionisti che lo richiedano, secondo il modello e con le modalità della responsabilità civile dell'auto, introducendo eventualmente una formula simile a quella del bonus malus;
b) prevedere che la polizza assicurativa del professionista possa essere disdettata solo quando il sinistro sia stato effettivamente individuato come tale nelle sedi appropriate;
c) promuovere la redazione, in concorso con l'Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania), di un modello di polizza assicurativa di responsabilità civile verso terzi (rct) dei medici di base, valutando se talune delle clausole oggi introdotte nelle polizze in uso non siano da considerare vessatorie e, in quanto tali, da sopprimere.
(2-01282)
«Mario Pepe (Misto-R-A), Brugger».
(1o dicembre 2011)

Iniziative di competenza in merito alle recenti decisioni di Trenitalia relative al servizio di trasporto notturno a media e lunga percorrenza, con particolare riferimento alle ricadute occupazionali - 2-01280

I)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri del lavoro e delle politiche sociali, dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
la società Newrest wagons lits-servirail Italia (in raggruppamento temporaneo d'impresa insieme alla società Wasteels international Italia ed in qualità di capogruppo) risulta avere in affidamento da Trenitalia s.p.a. sino a giugno 2012 il servizio sui vagoni letto e sulle carrozze cuccetta;
la società Trenitalia spa ha comunicato la disdetta del contratto con sei mesi di anticipo e avviato una nuova gara d'appalto per l'affidamento dei servizi, stanziando per il bando di gara 55 milioni di euro, un valore pari alla metà delle risorse previste dal bando di gara precedente;
a seguito del nuovo bando di gara si prevede un taglio cospicuo dei servizi che riguarderanno, in particolare, i collegamenti nazionali Nord-Sud e, conseguentemente, una drastica riduzione di personale;
anche se mancano conferme ufficiali, una delle aziende partecipanti alla gara, avrebbe fatto un'offerta economica, con un ulteriore ribasso del 22 per cento sui 55 milioni messi a disposizione;
a seguito di ciò, la società Servirail, del gruppo Newrest wagons lits, ha deciso di non partecipare alla nuova gara d'appalto, considerandola non remunerativa, ed ha inviato 483 lettere di preavviso di licenziamento per tutti i propri dipendenti, con effetto dall'11 dicembre 2011, per cessazione di attività nel settore;
il personale in questione comprende «impiegati amministrativi», «operatori specializzati di bordo» (conduttori vagoni letto) e «operatori qualificati di bordo» (cuccettisti), che accolgono e assistono la clientela sui vagoni letto e cuccette, dal primo capolinea fino a destinazione, ritiro e registrazione biglietti sia su palmare (inviando dati direttamente al server di Trenitalia) che su cartaceo, assegnazione posti, servizio di sveglia e prima colazione e assistenza del viaggiatore nelle stazioni di discesa;
il taglio dei servizi nel servizio di accompagnamento notte della clientela, secondo quanto comunicato dalle organizzazioni sindacali di settore, rischiano di ricadere pesantemente anche sull'indotto (manutenzione, imprese di pulizia e servizi connessi), che impiega circa 400 lavoratori in tutta Italia, portando a 800 le unità lavorative che da dicembre 2011 potrebbero rimanere senza lavoro;
il servizio ferroviario di trasporto notturno ha un ruolo essenziale per i collegamenti Nord-Centro-Sud. Si tratta di servizi graditi ed accessibili dal punto di vista delle tariffe da innumerevoli categorie di viaggiatori: pendolari (lavoratori, studenti, malati, anziani), per ricongiungimenti famigliari e per turismo;
questi servizi vengono utilizzati nonostante la concorrenza del trasporto aereo low cost sulle stesse tratte da oltre un milione e mezzo di viaggiatori, con un incremento della domanda del 12 per cento nel 2010. Questo settore è inserito nell'ambito del servizi di interesse collettivo dopo la liberalizzazione del mercato avviata nel 2001;
tenuto conto dell'«utilità sociale» del servizio, volta a soddisfare la domanda di mobilità più «debole» dislocata sul territorio, il servizio rientra tuttora nell'ambito di quelli «contribuiti» dallo Stato e non può essere messo a rischio dalla priorità concessa all'alta velocità, come spesso viene giustificato;
nel corso degli ultimi anni si sono registrate continue decurtazioni e soppressioni di vetture letto e cuccette, sui treni notte per la Sicilia, su Reggio Calabria via jonica, la totale soppressione dei treni cosidetti «della neve» per Calalzo e San Candido e soppressioni varie da Torino, Milano, Venezia per la Sicilia, Calabria, Puglia e dal Sud della Campania, mentre altri tagli sono al vaglio di Trenitalia s.p.a. ed in arrivo con il nuovo orario invernale che partirà dall'11 dicembre 2011;
la conferma della decisione di Trenitalia s.p.a. di smantellare il servizio notte arriva anche dal mancato affidamento del servizio nei collegamenti notturni con la Francia (Roma-Parigi e Venezia-Milano-Parigi) e dalla firma di un accordo commerciale con la società Veolia transved, che dal 12 dicembre 2011 gestirà con personale francese, anziché italiano, i collegamenti Italia-Francia;
tutto ciò contribuirà a rendere ancor più drammatica la situazione occupazionale dei 483 lavoratori della Servirail wagons lits, che da 135 anni gestisce i vagoni letti e cuccette delle Ferrovie dello Stato, anche perché, pur considerando il gap strutturale tra costi e ricavi, non si giustificano ulteriori riduzioni o tagli al servizio notturno;
infine, non essendoci stata la mediazione delle parti sociali, i lavoratori rischiano di rimanere senza ammortizzatori sociali -:
quali iniziative urgenti il Governo intenda assumere per tutelare i lavoratori della Servirail wagons lits, anche favorendo, per quanto di competenza, l'impiego dei medesimi lavoratori nell'impresa affidataria del nuovo appalto o nei servizi gestiti direttamente da Trenitalia s.p.a., considerando che trattasi di lavoratori altamente qualificati con conoscenza delle lingue straniere e degli stessi mezzi tecnologici dei ferrovieri e considerando che in altre nazioni europee, che hanno già decurtato o abolito il servizio notte, si è provveduto ad internalizzare nelle ferrovie statali i lavoratori in esubero;
se siano a conoscenza delle reali motivazioni che hanno indotto Trenitalia s.p.a. a privilegiare l'accordo con la Veolia transved per il servizio di accompagnamento notturno della clientela nei collegamenti con la Francia, abbandonando, di fatto, la società Servirail wagons lits, grazie a delle condizioni di gara inaccettabili;
se non ritengano di assumere le necessarie iniziative per assicurare un adeguato stanziamento da destinare al trasporto notturno di lunga e media percorrenza, onde mantenere il perimetro dei servizi notturni di «utilità sociale», a garanzia di una più che sufficiente copertura del territorio nazionale.
(2-01280)
«Tassone, Mereu, Compagnon, Galletti, Anna Teresa Formisano, Mondello, Adornato, Binetti, Bosi, Calgaro, Capitanio Santolini, Enzo Carra, Cera, Ciccanti, De Poli, Delfino, Dionisi, Libè, Lusetti, Mantini, Marcazzan, Ricardo Antonio Merlo, Occhiuto, Pezzotta, Poli, Ria, Ruggeri, Nunzio Francesco Testa, Volontè, Zinzi».
(29 novembre 2011)

Tempi e modalità per il completamento degli interventi di adeguamento ed ammodernamento della strada statale «dello Stelvio» n. 38 - 2-01258

L)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
gli interventi di adeguamento e ammodernamento della strada statale n. 38, cosiddetta dello Stelvio, sono parte del primo programma delle opere considerate strategiche per lo sviluppo infrastrutturale del Paese, nell'ambito del sistema «accessibilità della Valtellina», di cui alla delibera Cipe 21 dicembre 2001, n. 121, approvata ai sensi della legge n. 443 del 2001;
gli interventi per l'accessibilità alla Valtellina sono stati definiti, in attuazione del decreto legislativo n. 190 del 2002, attuativo della legge n. 443 del 2001, nell'ambito dell'intesa generale quadro sottoscritta in data 11 aprile 2003 tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il presidente della regione Lombardia;
il Cipe, con delibera n. 151 del 2005, ha approvato il progetto definitivo dell'intervento «accessibilità Valtellina - SS 38 - 1o lotto - Variante Morbegno», per un costo di 671,85 milioni di euro, rimandando ad un successivo momento l'assegnazione di un contributo di 140 milioni di euro - a valere sulle risorse della «legge obiettivo» - per il completamento della copertura finanziaria di un primo stralcio funzionale dell'opera del costo di circa 280 milioni di euro;
per la realizzazione del suddetto stralcio funzionale dell'opera, il Cipe, con delibera n. 14 del 2008, ha approvato l'assegnazione all'Anas, in via programmatica, di un contributo pari a 60 milioni di euro in termini di volume di investimenti a valere sui fondi della «legge obiettivo», di cui all'articolo 2, comma 257, della legge n. 244 del 2007;
successivamente, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti pro tempore, Altero Matteoli, si è impegnato a reperire ulteriori risorse pari a 50 milioni di euro a valere sulle risorse del finanziamento del fondo infrastrutture disposto dall'articolo 46 del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010 in relazione alla revoca dei mutui accesi e non utilizzati con la Cassa depositi e prestiti;
nessuno stanziamento delle suddette risorse, necessarie per gli interventi di adeguamento e ammodernamento della strada statale n. 38, è stato autorizzato ed erogato dal Cipe fino ad oggi;
sono stati così del tutto disattesi gli impegni che il Governo si è assunto nel mese di luglio 2010, quando l'VIII Commissione della Camera dei deputati ha approvato all'unanimità una risoluzione che impegnava il Governo medesimo a garantire l'effettivo completamento delle opere necessarie per la funzionalità del sistema viario del territorio della Valtellina e a garantire che il Cipe deliberasse, in tempi brevissimi, l'erogazione delle risorse necessarie per permettere l'avvio delle procedure di gara del 1o lotto, 2o stralcio, tratto Cosio Valtellino-Tartano, al fine di assicurare la prosecuzione dei lavori della strada statale n. 38, in primo luogo attraverso l'utilizzo dei 60 milioni di euro già previsti dalla «legge obiettivo»;
inoltre, la risoluzione impegnava il Governo a garantire, in sede di attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 46 del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, il reperimento di tutte le ulteriori risorse necessarie al completamento di tali lavori, in ragione dell'avanzato stato di realizzazione di una parte degli stessi lavori;
l'assunzione di tali impegni è stata ribadita dal Governo anche in occasione del dibattito sulla legge di stabilità per l'anno 2011, nel dicembre 2010, quando è stato accolto l'ordine del giorno 9/3778/-A/31 con cui l'Esecutivo si è impegnato di nuovo a dare applicazione alla risoluzione approvata in Commissione VIII della Camera dei deputati nel mese di luglio 2010;
nel mese di settembre 2011, il Governo ha manifestato, a giudizio degli interpellanti, una posizione totalmente opposta a quella suddetta in occasione della discussione dell'interrogazione n. 5-04406, con la quale si chiedeva, appunto, di conoscere le motivazioni per le quali non si fosse ancora provveduto ad approvare, con delibera Cipe, lo stanziamento necessario al completamento degli interventi di adeguamento ed ammodernamento della strada statale n. 38, ricompresa nelle opere della «legge obiettivo»;
la risposta del Governo, resa dal Sottosegretario pro tempore Misiti, precisava che «l'assegnazione definitiva del contributo di 60 milioni di euro veniva rinviata alla fase dell'approvazione del progetto definitivo della variante» e che «comunque era subordinata all'assunzione di formali impegni che avrebbero assicurato l'effettiva disponibilità delle risorse della regione Lombardia, della provincia di Sondrio e degli enti locali. Allo stato, non è stata trasmessa a questi uffici alcuna documentazione in tal senso»; in definitiva, dopo anni di promesse, il Governo ha, di fatto, addossato alle autonomie locali la responsabilità del ritardo nei lavori;
inoltre, la risposta del Governo, a giudizio degli interroganti, smentiva anche quanto sottoscritto dal Ministro pro tempore Matteoli con le autonomie locali, coinvolte nella realizzazione dell'infrastruttura stradale, in merito alla disponibilità di ulteriori 50 milioni di euro a valere sul fondo infrastrutture, come rifinanziato dall'articolo 46 del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010; infatti, nella risposta si affermava che «il Ministero dell'economia e delle finanze, da parte sua, ha fatto presente, in merito alla richiesta formulata nell'atto parlamentare di acquisire ulteriori risorse a valere delle disponibilità di cui all'articolo 46 del decreto-legge n. 78 del 2010, che il legislatore ha previsto la destinazione prioritaria di tali risorse al finanziamento del M.O.S.E. entro il limite massimo di quattrocento milioni di euro»;
in relazione alle responsabilità delle autonomie locali che non avrebbero trasmesso agli uffici competenti alcuna documentazione utile sulle opere infrastrutturali da realizzare si sottolinea che, nella deliberazione n. 40 del 3 ottobre 2011 del consiglio della provincia di Sondrio, il presidente della provincia afferma esattamente il contrario ed in particolare riportandosi «al collegio di vigilanza tenutosi a Morbegno (il 28 marzo 2011) con il Ministro Matteoli e il Vice Ministro Castelli fa presente come in quella occasione siano stati assunti degli impegni particolari: lui si era assunto l'impegno riguardante la provincia (...) il BIM per quaranta milioni di euro derivanti dall'applicazione dell'articolo 15 della legge finanziaria, la C.C.I.A.A. ha confermato i suoi cinque milioni di euro e l'assessore Cattaneo ha garantito l'impegno finanziario della regione Lombardia per cinquanta milioni di euro e allo stesso modo il Ministro Matteoli e il Vice Ministro Castelli si sono impegnati per confermare i sessanta milioni di euro e hanno assunto l'impegno politico di mettere a disposizione cinquanta milioni di euro, per un quadro complessivo di duecentottantamilioni di euro»;
inoltre, lo stesso presidente della provincia di Sondrio, in risposta ad un consigliere sui documenti necessari per inoltrare la domanda al Cipe, afferma che «già la deliberazione di giunta adottata era sufficiente per l'istruttoria della domanda» e che comunque le progettazioni definitive delle tangenziali si sono fattivamente concretizzate; in particolare, in relazione a Morbegno il progetto definitivo è stato approvato anche dalla conferenza di servizi attivata dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, mentre per quel che riguarda Tirano il progetto definitivo è stato inviato al Ministero citato per l'approvazione;
in relazione alle risorse pari a 50 milioni di euro espressamente citate nella suddetta deliberazione provinciale «a valere sulle risorse del finanziamento del fondo infrastrutture disposto dall'articolo 46 della legge n. 122/2010 in relazione alla revoca dei mutui accesi, e non utilizzati con la Cassa depositi e prestiti», il Governo ha dichiarato l'indisponibilità del Ministero dell'economia e delle finanze a dedicare tale quota di risorse all'ammodernamento della strada statale n. 38 del sistema «Accessibilità della Valtellina»;
ad oggi i 110 milioni di euro (60 ex fondi «legge obiettivo» + 50 ex fondo infrastrutture) che il Governo ha promesso di destinare alle infrastrutture della Valtellina non sono stati ancora erogati nemmeno in minima parte, a fronte dell'esigenza del territorio di perseguire la risoluzione dei nodi di Morbegno e Tirano e garantire la continuità al cantiere già avviato sul primo stralcio della variante di Morbegno, la cui conclusione è prefigurabile entro giugno 2012 -:
quali siano i motivi che hanno fino ad oggi impedito lo stanziamento delle risorse aggiuntive necessarie per permettere l'avvio delle procedure di gara del 1o lotto - 2o stralcio, tratto Cosio Valtellino-Tartano, al fine di assicurare la prosecuzione dei lavori della strada statale n. 38, in primo luogo attraverso l'utilizzo dei 60 milioni di euro già previsti dalla cosiddetta legge obiettivo;
se il Governo non ritenga urgente intervenire per assicurare l'immediata erogazione almeno dei primi 60 milioni di euro, al fine di evitare il blocco dei cantieri;
se si intenda fare chiarezza in relazione ai 50 milioni aggiuntivi promessi da Ministro pro tempore Matteoli - a valere sulle risorse del fondo infrastrutture disposto dall'articolo 46 del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, in relazione alla revoca dei mutui accesi, e non utilizzati con la Cassa depositi e prestiti -, se siano disponibili o se, al contrario, come affermato dal Ministero dell'economia e delle finanze, tali risorse siano interamente impegnate sul progetto del M.O.S.E.
(2-01258)
«Codurelli, Quartiani, Gianni Farina, Braga, Gatti, Gnecchi, Marchi, Samperi, Bellanova, Damiano, Rampi, Schirru, Santagata, Pizzetti, Fiano, Marco Carra, Corsini, Albonetti, Miglioli, Froner, Murer, Albini, Duilio, Ferrari, Fedi, Bucchino, Porta, Garavini, De Biasi, Cuperlo, Zaccaria, Pollastrini».
(8 novembre 2011)

Iniziative volte alla corretta interpretazione delle disposizioni della legge n. 238 del 2010 in materia di concessione di incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia - 2-01261

M)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
la legge 30 dicembre 2010, n. 238, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale 13 gennaio 2011, n. 9, ed entrata in vigore il 28 gennaio 2011, prevede la concessione di incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia, al fine di contribuire allo sviluppo del Paese e valorizzare le esperienze professionali maturate dai cittadini all'estero;
in relazione all'ambito soggettivo di applicazione degli incentivi di cui sopra, l'articolo 2 della citata legge stabilisce che hanno diritto ai benefici fiscali i cittadini dell'Unione europea che, alla data del 20 gennaio 2009 (data della presentazione della proposta di legge alla Camera dei deputati), possedevano i requisiti soggettivi e oggettivi indicati dalla legge: essere nati dopo il 1o gennaio 1969, avere maturato, da laureati, esperienze lavorative fuori dall'Italia per la durata di almeno 24 mesi continuativi o, in alternativa, avere frequentato, ottenendo una laurea o una specializzazione post lauream, un corso di studi fuori dall'Italia, per la durata di almeno 24 mesi continuativi; inoltre, il beneficio spetta solo a condizione che i suddetti soggetti facciano ritorno in Italia per essere assunti o per esercitare un'attività d'impresa o di lavoro autonomo e trasferiscano il proprio domicilio, nonché la residenza, in Italia entro tre mesi dall'assunzione o dall'avvio dell'attività;
il comma 2 dell'articolo 2 ha rinviato, quindi, al decreto del Ministro dell'economia e delle finanze emanato in data 3 giugno 2011, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale 10 giugno 2011, n. 133, che ha stabilito che possano beneficiare degli incentivi coloro che, tra gli altri requisiti, «negli ultimi due anni o più, hanno risieduto fuori dal proprio Paese d'origine e dall'Italia», svolgendovi attività di lavoro o conseguendovi un titolo di studio;
si potrebbe, quindi, dedurre che dall'applicazione del decreto attuativo derivi l'esclusione dal godimento dei benefici fiscali di coloro che, sebbene domiciliati all'estero da più di due anni, hanno mantenuto la residenza in Italia o nel loro Paese d'origine;
dal decreto non si evince, inoltre, se, nel caso di permanenza all'estero per attività di studio, possano accedere ai benefici anche coloro i quali, pur avendo trascorso all'estero due anni o più, abbiano svolto attività di studio di durata inferiore ai 24 mesi, come nel caso di corsi di specializzazione post lauream (master), che si svolgono tipicamente in due anni accademici, ossia nell'arco di 18 mesi solari;
alla data del 30 ottobre 2011, non è più possibile presentare la documentazione all'Agenzia delle entrate per usufruire dei benefici fiscali di cui alla legge 30 dicembre 2010, n. 238 -:
posto che, ad oggi, l'Agenzia delle entrate dispone l'acquisizione dei benefici fiscali esclusivamente in favore di coloro che hanno fatto rientro in Italia successivamente alla data di entrata in vigore della legge, se il Ministro interpellato intenda al contrario confermare, come previsto dalla legge n. 238 del 2010 e come condiviso dall'intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, che i benefici fiscali oggetto della legge 30 dicembre 2010, n. 238, sono riferibili a tutti coloro che hanno maturato i requisiti entro il 20 gennaio 2009, a prescindere dalla data di assunzione in Italia e fermo restando il limite dei tre mesi per il trasferimento della residenza in Italia, al fine di tutelare quanti abbiano fatto rientro in Italia durante l'iter parlamentare di approvazione della legge;
se l'esclusione dai benefici di cui all'articolo 3, comma 4, non comprenda coloro che sono all'estero per motivi di studio a spese del datore di lavoro italiano ovvero richiedendo un'aspettativa allo stesso datore di lavoro italiano;
se il Ministro interpellato intenda confermare, come previsto dalla legge n. 238 del 2010, l'irrilevanza dell'iscrizione all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (Aire) o nei registri equivalenti, al fine del godimento degli incentivi fiscali da parte dei soggetti beneficiari;
se i redditi che concorrono alla formazione della base imponibile, secondo le percentuali del 30 e del 20 per cento, di cui all'articolo 3 della medesima legge, rilevino anche ai fini del calcolo delle imposte addizionali e delle detrazioni;
se un soggetto in possesso dei requisiti previsti dalla legge 30 dicembre 2010, n. 238, possa usufruire anche della detassazione delle somme prevista dal decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, e, in caso di risposta affermativa, in quale modo le due agevolazioni possano essere applicate;
se, poiché dalla data del 30 ottobre 2011 non è più possibile presentare la documentazione all'Agenzia delle entrate per usufruire dei benefici fiscali di cui alla legge 30 dicembre 2010 n. 238, il Governo non intenda assumere ogni iniziativa volta a stabilire ragionevolmente una proroga di tale termine.
(2-01261)
«Vaccaro, Nicolais, Nannicini, Colaninno, Vassallo, Vico, Boccia, Migliavacca, Mosca, Tullo, Touadi, Melis, Picierno, Pierdomenico Martino, Losacco, Piccolo, Cardinale, Letta, Fluvi, Bobba, Bocci, Boffa, Mazzarella, Mosella, Pisicchio, Nicco, Zunino, Peluffo, Ginefra, Margiotta, Servodio, De Micheli, Dal Moro, Narducci, Melandri».
(8 novembre 2011)

Iniziative volte a salvaguardare la stabilità dell'Eurozona ed elementi in ordine alle reali prospettive della moneta unica europea - 2-01288

N)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
sembra da quanto emerso dalla stampa internazionale - anche on line - in particolare il Wall Street Journal, il Dow Jones News, l'Arabian Money e la stampa nazionale da Milano Finanza a La Repubblica, che il 28 novembre 2011 pubblica quanto apparso su Der Spiegel, che si siano intensificati quelli che, dagli operatori di mercato, vengono chiamati «rumors» in relazione ad una possibile uscita della Germania dall'area dell'euro-moneta;
lo stesso «racconto fanta politico», come è stato definito dall'autore, il professor Dirk Meyer, ma dettagliato e corretto nei particolari (come sopra citato da La Repubblica), non appare altro che una preparazione mediatica a quanto, secondo alcuni, il Governo tedesco si appresterebbe a fare;
potrebbe essere tutto ad usum di interessi particolari che si dispiegano sui mercati, però, al di là del classico vox populi, vox dei, sembrano emergere in queste gravi circostanze, che pongono un'altrettanto grave responsabilità per il nostro Paese, con connotazioni diverse, anche un po' oscure;
anche altri autorevoli organi di stampa nazionale hanno ripreso la notizia e approfondito le indiscrezioni, ricercando fonti autorevoli per la conferma delle stesse e, alla fine, tutti giungono alla conclusione che si sta facendo strada uno scenario del tutto impensabile fino a qualche mese fa, cioè che la Germania abbia predisposto un piano di uscita dall'euro-moneta;
le citate connotazioni oscure vengono adombrate non solo dal lavoro di Meyer, ma trovano anche congrua conferma in ruoli cui sono chiamate entità come la Sicpa di Losanna, fornitrice della Bundesbank dal 1996, la stessa banca centrale che, sul libro di presentazione dell'euro, faceva pubblicare le foto delle macchine di stampa dell'euro, ma anche del marco, prodotte dalla Dorries;
i legami, che da tempi lontani si sono stabiliti nel ristretto e segreto mondo degli stampatori di monete, hanno portato a quanto in pochi sanno, cioè che la G.D. di Bologna acquistò l'americana Currency systems international e la cedette alla storica De La Rue; come pochi sanno la Sicpa è presente in Italia, così come la Coesia, cui appartiene la G.D., è in Svizzera e la citata De La Rue ha condiviso con la Sicpa il capitale della Fidink; tutte queste aziende producono inchiostri per banconote, sviluppano controlli di processi di stampa e di erogazione in condizioni di massima sicurezza; il mondo di riferimento è piccolo, ma, per quanto concentrato e protetto sia, talvolta è poroso;
appare, inoltre, preoccupante quanto viene riferito in merito ad una disposizione che sarebbe stata data dal Foreign office britannico alle ambasciate dell'eurozona per assistere cittadini inglesi ivi residenti nel momento in cui fossero chiusi i mercati e le banche dove essi detengono i propri asset;
il Governo britannico, la banca d'Inghilterra e la Fsa, l'autorità di vigilanza sui mercati finanziari, stanno preparando dei «piani di emergenza» in varie direzioni, non escluso per un eventuale default dell'eurozona; ciò è stato dichiarato dal Governatore della Bank of England, Marvin King;
lo stesso Governatore King ha dichiarato che «la crisi dell'area euro è una crisi di solvibilità, non di liquidità» e l'interconnessione delle grandi banche significa che anche il sistema bancario e le economie mondiali ne risentono;
appare preoccupante la notizia secondo cui la Banca centrale svizzera avrebbe approntato un piano per varare un peg del franco svizzero ad 1,25 con l'euro che dovesse residuare dall'uscita della Germania;
se quanto apparso o quanto si vocifera da giorni non fossero solo ipotesi infondate, il nostro Paese si troverebbe a fronteggiare, con grande ulteriore sacrificio, quello che è necessario e per altri versi viene imposto dall'Europa, ma lo farebbe non con quello spirito e, quindi, con quella spinta che il Presidente del Consiglio Mario Monti ha richiamato nel suo discorso d'insediamento;
in caso di default multipli, sia i Paesi in crisi sia le nazioni «con i conti in ordine» devono avere procedure chiare per gestire gli effetti sulla circolazione monetaria prodotti da un simile evento;
gli interpellanti sono certi che l'Italia farà la sua parte e sosterrà la crisi con misure economiche forti, credendo a quanto viene chiesto dagli altri partner europei, ma ciò deve essere fatto con altrettanta trasparenza da tutti i Paesi membri senza la minaccia di piani alternativi -:
se corrisponda al vero quanto descritto in premessa e, in tal caso, cosa il Governo intenda fare per salvaguardare la stabilità dell'euro-moneta;
se il Governo, alla luce di quanto descritto, non ritenga necessario avviare, insieme agli altri partner europei, una riflessione sulla situazione, che non è regolamentata in nessun modo dai trattati internazionali, di una possibile uscita dall'euro-zona.
(2-01288) «Barani, Baldelli».
(5 dicembre 2011)

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Problematiche concernenti gli alloggi della difesa utilizzati da utenti cosiddetti sine titulo - 3-01983

DI BIAGIO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 2, comma 627, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria per il 2008), le cui previsioni sono ora confluite nell'articolo 297, comma 1, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, ha stabilito che il Ministero della difesa predisponesse, con criteri di semplificazione, di razionalizzazione e di contenimento della spesa, un programma pluriennale per la costruzione, l'acquisto e la ristrutturazione di alloggi di servizio;
in ottemperanza a tale previsione, l'articolo 306, comma 3, del citato decreto legislativo n. 66 del 2010 ha disposto che «il Ministero della difesa provvede all'alienazione della proprietà, dell'usufrutto o della nuda proprietà di alloggi non più ritenuti utili nel quadro delle esigenze dell'amministrazione, in numero non inferiore a tremila»;
l'individuazione degli alloggi da alienare è stata già parzialmente operata, giusto decreto direttoriale n. 14 del 22 novembre 2010 della direzione generale dei lavori del genio del Ministero della difesa. Sono stati così individuati 3.022 alloggi, numero che, peraltro, non va ritenuto definitivo;
va ricordato che l'amministrazione della difesa dispone di un patrimonio immobiliare ad uso abitativo di circa 18.500 alloggi, di cui 4.000 alloggi sono non occupati. Esistono, inoltre, circa 5.000 alloggi utilizzati da utenti cosiddetti sine titulo. Tale condizione interessa personale militare in quiescenza, che usufruisce degli alloggi in base a contratti regolarmente registrati e pagando un canone mensile, fissato annualmente dal Ministero;
la corresponsione dei canoni di locazione menzionati garantisce attualmente all'amministrazione della difesa entrate non trascurabili, pari a circa 35 milioni di euro annui. Viceversa, i sopra citati 4.000 alloggi non occupati e quelli che saranno tali a breve, a causa degli annunciati sfratti, provocano un evidente e sensibile danno all'erario, per mancata riscossione canoni, spese condominiali comunque correnti e progressivo degrado per mancanza di manutenzione;
la normativa inerente la permanenza degli utenti sine titulo, con particolare riferimento alla legge n. 244 del 2007, ha sempre inteso adottare misure che favorissero una conciliazione in grado di tutelare anche il diritto, sancito per legge, degli inquilini residenti. Tuttavia, il regolamento attuativo della legge n. 244 del 2007, a parere dell'interrogante, ha stravolto il dettato normativo, determinando condizioni oggettivamente critiche per gli utenti stessi;
a partire dal 2009, con quanto tracciato nel progetto noto come «obiettivo 9», veniva predisposto il recupero delle unità abitative attraverso la sottoposizione degli utenti a dei canoni locativi di libero mercato, di fatto volutamente antieconomici e quindi insostenibili per moltissime delle famiglie interessate;
su tali questioni si sono avvicendati nel corso degli ultimi due anni interventi legislativi e parlamentari di natura trasversale, al fine di scongiurare il rischio di colpire inopinatamente le famiglie di tanti militari o comunque di personale in forza al Ministero della difesa, che hanno servito lo Stato;
la mozione n. 1-00559, concernente iniziative in materia di concessione degli alloggi di servizio del Ministero della difesa, sottoscritta dai rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari e sulla quale il Governo in data 8 febbraio 2011 ha espresso parere favorevole, stabilisce che «in ogni caso, non si procederà al recupero degli alloggi nelle aree ove non sussistano impellenti esigenze non altrimenti risolvibili», con ciò lasciando emergere un preciso orientamento amministrativo finalizzato al recupero degli alloggi in relazione alla loro localizzazione e definendo la procedura di alienazione della proprietà, dell'usufrutto o della nuda proprietà di alloggi non più ritenuti utili, nel quadro delle esigenze dell'amministrazione ai sensi del citato decreto legislativo;
successivamente, nell'ambito di approvazione del cosiddetto decreto milleproroghe, in data 25 febbraio 2011 il Governo si è impegnato a non avviare azioni di recupero forzoso nei confronti degli utenti cosiddetti sine titulo, fermi restando i canoni allora vigenti;
la situazione relativa agli alloggi della difesa, assai complessa sotto molteplici profili, è materia di quattro mozioni attualmente oggetto dei lavori del Senato della Repubblica: la n. 1-00463 Germontani ed altri; la n. 1-00467 Scanu ed altri; la n. 1-00471 Ramponi ed altri; la n. 1-00472 Caforio ed altri. La discussione è iniziata in Assemblea il giorno 28 settembre 2011 ed è stata rinviata al fine di consentire ulteriori approfondimenti anche nell'ambito dell'attività delle Commissioni competenti per materia;
nonostante i citati impegni del Governo, anche di natura normativa, è da evidenziare che recuperi forzosi nei confronti degli alloggi di cui in premessa, non inclusi fra quelli di prevista alienazione, sono già stati avviati da qualche ramo del Ministero della difesa su tutto il territorio nazionale;
inoltre, una grave criticità si sta determinando in queste ore a dispetto e in direzione avversa rispetto al lavoro attualmente in corso presso il Senato della Repubblica e alle determinazioni a cui sono giunti i lavori parlamentari;
alla luce di quanto sopra indicato, mentre sono ancora in discussione le mozioni che, se approvate, impegnerebbero il Governo a predisporre una dinamica di ridefinizione della gestione degli alloggi, le associazioni di inquilini lamentano che molti utenti hanno ricevuto, da parte degli stati maggiori di forza armata, lettere raccomandate che stabiliscono da subito canoni del tipo «provvisori», incrementati fino al triplicare dell'equo canone attualmente corrisposto, fatti salvi futuri conguagli;
la misura evidenziata sarebbe, ad avviso dell'interrogante, palesemente illegittima, atteso che secondo l'articolo 3, comma 3, del decreto ministeriale del 16 marzo 2011, non è contemplata alcuna applicazione di canoni «provvisori», ma la determinazione dei nuovi canoni definitivi, a decorrere dalla data ufficiale della notifica formale;
tale misura, adottata mentre ancora sono al vaglio soluzioni alternative e confronti parlamentari, oltre a presentare un profilo di dubbia costituzionalità, costituisce una mancanza di rispetto nei confronti del lavoro parlamentare, attuale e pregresso. Essa sembra corrispondere pienamente a quanto ventilato nel citato «obiettivo 9» e mette in condizione di seria criticità migliaia di famiglie che, avendo servito con onestà e abnegazione lo Stato italiano, già si apprestano a lasciare le proprie case;
va, poi, osservato che l'aumento improvviso ed esponenziale dei canoni rappresenta una misura altamente incomprensibile anche dal punto di vista finanziario e amministrativo: il rischio è, infatti, quello di mandare via i vecchi inquilini, che pagano regolarmente il canone di locazione, per trovarsi con appartamenti vuoti, senza alcun vantaggio per il bilancio del Ministero interessato;
in data 14 dicembre 2011 il tribunale amministrativo regionale del Lazio ha accolto il ricorso presentato da 115 inquilini sine titulo degli alloggi militari, sospendendo l'efficacia dell'applicazione del canone di libero mercato, che risultava insostenibile a fronte del reddito familiare dei conduttori;
malgrado la sopra indicata pronuncia, il Ministero della difesa sta di fatto proseguendo la procedura di trattenimento dei canoni di mercato dalla pensione degli utenti -:
se non ritenga opportuno assumere le necessarie iniziative per sospendere gli aumenti di canoni «provvisori», che sono, a parere dell'interrogante, improvvisi, iniqui e normativamente non previsti, e condannati dalla recente sentenza del tribunale amministrativo regionale del Lazio, e ogni atto di recupero forzoso degli alloggi in questione, così come da impegno del Governo, in attesa della rettifica della normativa e almeno fino al completo espletamento dei lavori parlamentari attualmente in corso nelle Commissioni competenti, e quale intervento intenda predisporre - in considerazione dell'evidente urgenza della questione - al fine di ottemperare agli impegni presi dal Governo, tutelando concretamente e doverosamente la categoria degli inquilini sine titulo, anche tenendo in dovuto conto le esigenze delle famiglie interessate. (3-01983)
(21 dicembre 2011)

Orientamenti del Governo in merito alla stabilizzazione del personale discontinuo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco - 3-01987

DI PIETRO, FAVIA, PIFFARI, DONADI, EVANGELISTI, BORGHESI e MONAI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Corpo nazionale dei vigili del fuoco è una delle realtà probabilmente più vicine e importanti per i cittadini del nostro Paese. La sua presenza è garanzia di sicurezza e in molte occasioni si è rivelata determinante per la salvezza di tante vite umane e, pertanto, il Governo ha il dovere di tutelare e di sostenere nella maniera più adeguata questa importante e strategica realtà del nostro Paese. Se l'operatività del Corpo è sempre prontamente attiva ed efficiente, un grande merito è da attribuire alle figure del personale discontinuo sempre pronto a sostituire i colleghi effettivi e sempre disponibile a prestare soccorso nelle situazioni più difficili, sia quando si tratta di disastri dovuti a calamità naturali, sia quando si tratta dei singoli individui in pericolo, mettendo anche a repentaglio la loro stessa vita;
tale personale discontinuo negli anni ha superato le oltre 20.000 unità, impiegate da decenni per sopperire alle gravi carenze in pianta organica del Corpo nazionale dei vigili del fuoco;
l'impiego di detto personale è indispensabile per il funzionamento del dispositivo di soccorso tecnico urgente (meglio noto come 115);
dal 1o gennaio 2012 tutto il personale sarà lasciato a casa, privando, tra l'altro, i cittadini italiani di un servizio di sicurezza indispensabile, mettendo in discussione la protezione reale del territorio italiano, visto, tra l'altro, il dissesto in cui si trova;
da oltre venti anni il Ministero dell'interno, ad avviso degli interroganti in totale spregio della normativa vigente, che consente la stipula di contratti a tempo determinato soltanto in situazioni eccezionali, poiché la regola è il contratto a tempo indeterminato, utilizza il personale «precario» dei vigili discontinui, non per situazioni eccezionali, bensì per sopperire alla strutturale carenza di organico del personale permanente dei vigili del fuoco;
tutta questa situazione ha determinato la presentazione innanzi al tribunale del lavoro di diverse centinaia di ricorsi;
le prime condanne sono già arrivate. Ad esempio, il tribunale di Savona ha condannato il Ministero dell'interno a risarcire alcuni vigili discontinui, con 15 mensilità di stipendio ciascuno, per averli utilizzati come precari, anziché assumerli a tempo indeterminato;
di recente il tribunale di Roma, accogliendo il ricorso di due vigili del fuoco discontinui, ha condannato il Ministero dell'interno a pagare il trattamento di fine rapporto loro spettante. Infatti, lo stesso Ministero dell'interno, nella dichiarazione che periodicamente trasmette all'Inps, qualifica il vigile discontinuo come: «lavoratore subordinato, con qualifica di operaio e con contratto di lavoro a tempo determinato». Di conseguenza, tali richiami sono inequivocabilmente contratti di lavoro subordinato a tempo determinato illegittimi, poiché vietati da tutta la normativa nazionale e comunitaria sui contratti di lavoro subordinato a tempo determinato -:
se il Governo in relazione ai fatti sopra descritti intenda convocare urgentemente e prima del 31 dicembre 2011 i rappresentanti dei lavoratori del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, al fine di concordare un percorso di stabilizzazione del loro posto di lavoro nell'ambito di un migliore e più efficiente sistema di intervento e di prevenzione a difesa dei cittadini e del territorio.(3-01987)
(21 dicembre 2011)

Iniziative per un corretto funzionamento del cosiddetto registro pubblico delle opposizioni, al fine di tutelare i cittadini con riguardo alle telefonate per scopi commerciali o per ricerche di mercato - 3-01984

COMPAGNON. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13 della direttiva 2002/58/CE, relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche, stabilisce che: «Gli Stati membri adottano le misure appropriate per garantire che, gratuitamente, le comunicazioni indesiderate a scopo di commercializzazione diretta non siano permesse se manca il consenso degli abbonati interessati oppure se gli abbonati esprimono il desiderio di non ricevere questo tipo di chiamate»;
il decreto del Presidente della Repubblica 7 settembre 2010, n. 178, istituisce il registro pubblico delle opposizioni, introducendo il corretto equilibrio tra le esigenze degli abbonati che hanno scelto di non ricevere più telefonate commerciali e le esigenze delle imprese che, in uno scenario di maggior ordine e trasparenza, possono utilizzare gli strumenti del marketing telefonico;
dal 1o febbraio 2011 l'abbonato (cittadino, persona giuridica, ente o associazione) può, al fine di non essere contattato dagli operatori di tele-marketing, iscriversi nel registro pubblico delle opposizioni ovvero non iscriversi, facendo valere il principio del «silenzio-assenso»;
la gestione del registro è stata affidata dal Ministero dello sviluppo economico - dipartimento per le comunicazioni alla Fondazione Ugo Bordoni, attraverso un contratto di servizio che ne sottolinea la natura di ente terzo, indipendente e impegnato in attività di pubblico interesse;
ad oggi, la situazione non sembra essere risolta, dal momento che molti abbonati, nonostante iscritti al registro, lamentano di ricevere ancora un discreto numero di telefonate commerciali da numeri riservati -:
quali iniziative intenda adottare al fine di rendere il registro pubblico delle opposizioni un effettivo sistema in grado di tutelare concretamente la vita privata dei cittadini, preservandola da inaccettabili turbative della loro privacy.(3-01984)
(21 dicembre 2011)

Iniziative per garantire la distinzione tra le funzioni di regolazione e di controllo e le funzioni di stazione appaltante nel settore stradale e autostradale - 3-01985

MARIANI, VELO, META, LOVELLI, MARAN, LENZI, QUARTIANI, GIACHETTI, BENAMATI, BOCCI, BRAGA, BRATTI, ESPOSITO, GINOBLE, IANNUZZI, MARANTELLI, MARGIOTTA, MORASSUT, MOTTA, REALACCI, VIOLA, BOFFA, BONAVITACOLA, CARDINALE, GASBARRA, GENTILONI SILVERI, GINEFRA, LARATTA, PIERDOMENICO MARTINO, GIORGIO MERLO e TULLO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
due dei pilastri su cui deve poggiare la politica economica nazionale sono l'apertura alla concorrenza dei mercati protetti e la tutela dei consumatori, degli utenti e dei risparmiatori, con l'obiettivo di ridurre le rendite monopolistiche e corporative, di migliorare la qualità e il prezzo dei servizi, di assicurare l'accessibilità e la fruibilità degli stessi ai cittadini, nonché di promuovere gli investimenti e la crescita economica;
in tale ottica, l'istituzione di un'Autorità per i servizi e l'uso delle infrastrutture di trasporto va salutata come un passaggio indispensabile e, a al riguardo, si rammenta che da diverso tempo si era avviato il lavoro nelle competenti Commissioni parlamentari;
i compiti dell'istituendo organismo dovranno riguardare la garanzia di condizioni di accesso eque e non discriminatorie alle infrastrutture e alle reti ferroviarie, aeroportuali, portuali e alla mobilità urbana collegata a stazioni, aeroporti e porti, nonché la definizione dei criteri per la fissazione delle tariffe, dei canoni e dei pedaggi, l'individuazione di condizioni minime di qualità dei servizi di trasporto pubblico o sovvenzionato;
appare innegabile che, nell'ambito del sistema del trasporto nazionale, le reti stradali e autostradali svolgano un ruolo determinante per il comparto, per la mobilità delle persone e delle cose;
l'attuale quadro giuridico, ai sensi del decreto-legge n. 98 del 2011, prevede, invece, che a decorrere dal 1o gennaio 2012, entri in vigore l'Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nonché la contemporanea trasformazione di Anas spa in società in house del Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
per le infrastrutture stradali e autostradali, a differenza di quanto avverrebbe per gli altri ambiti del trasporto nazionale, si verrebbe a costituire, pertanto, una struttura sotto il controllo ministeriale e, quindi, priva del requisito di indipendenza. Soluzione che, di fatto, continua a non essere risolutiva per quello che continua ad apparire come un corto circuito del sistema, riguardo alla distinzione delle competenze tra controllori e controllati e per la scarsa concorrenza degli affidamenti di lavori da parte delle concessionarie, soprattutto in funzione di tutela da possibili adozioni di procedure di infrazione da parte dell'Unione europea nei confronti dell'Italia -:
quali siano i motivi che giustificherebbero l'eccezione a favore del settore stradale e autostradale, attraverso il mantenimento delle funzioni di regolazione e controllo nell'ambito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che - anche alla luce della semplificazione dell'iter di approvazione delle convenzioni autostradali, che in taluni casi elimina l'intervento del Cipe e del Parlamento - vedrebbe rafforzato il proprio potere, con ciò non assicurando la necessaria terzietà, trasparenza e concorrenza, che, nel rispetto della disciplina comunitaria, garantiscano la piena distinzione tra le funzioni di regolazione e di controllo e le funzioni di stazione appaltante nel settore stradale e autostradale.(3-01985)
(21 dicembre 2011)

Iniziative di competenza per evitare la sospensione del servizio di smistamento automatico dei bagagli presso l'aeroporto di Fiumicino - 3-01986

BALDELLI, VALDUCCI, GAROFALO, BERGAMINI, BIASOTTI, CESARO, COLUCCI, GALATI, LANDOLFI, LUPI, NIZZI, PISO, SIMEONI, TESTONI, VERDINI e TULLO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
con un comunicato del 20 dicembre 2011, Aeroporti di Roma, la società di gestione dell'aeroporto di Fiumicino, ha reso nota l'intenzione di sospendere dal 1o gennaio 2012 il servizio di smistamento automatico di bagagli presso lo scalo romano e di ripristinare il sistema di riconsegna manuale;
la decisione viene motivata con il rifiuto da parte di Alitalia e degli altri vettori di versare le tariffe richieste per l'utilizzo del sistema;
l'importo delle tariffe è stato determinato dall'Enac-Ente nazionale per l'aviazione civile, a seguito di una specifica istruttoria, e il totale dei mancati versamenti da parte dei vettori ammonterebbe a 3 milioni di euro, a partire da maggio 2011;
il sistema automatico di smistamento NET 6000, frutto di un investimento di 21 milioni di euro, è entrato in funzione nel luglio del 2010, può gestire 6.000 bagagli all'ora ed ha consentito di risolvere i problemi di lentezza e inefficienza che si erano più volte evidenziati, soprattutto nei periodi estivi, con l'utilizzo del sistema di riconsegna manuale dei bagagli;
secondo dati forniti da Aeroporti di Roma, il numero di bagagli «disguidati» con il precedente sistema era pari a 37 su 1.000, mentre con il NET 6000 si è scesi ad una percentuale di 11 su 1.000, in linea con i migliori aeroporti europei;
la sospensione del sistema automatico, con il ritorno al sistema manuale di smistamento dei bagagli, avrebbe ripercussioni gravi sulla qualità dei servizi per gli utenti dello scalo di Fiumicino e comporterebbe inevitabili ricadute negative sulla competitività e sulle prospettive commerciali del principale aeroporto nazionale -:
se e quali iniziative si intendano urgentemente adottare al fine di risolvere il problema denunciato da Aeroporti di Roma e di scongiurare la sospensione del servizio di smistamento automatico dei bagagli presso l'aeroporto di Fiumicino.(3-01986)
(21 dicembre 2011)

Iniziative volte a garantire lo svincolo delle somme pignorate presso le tesorerie degli enti del Servizio sanitario nazionale nelle regioni sottoposte ai piani di rientro dai disavanzi sanitari - 3-01989

D'ANNA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, all'articolo 17, comma 4, lettera e), modifica il comma 51 dell'articolo 1 della legge 13 dicembre 2010, n. 220, prorogando, al 31 dicembre 2012, il blocco delle azioni esecutive nei confronti delle aziende sanitarie locali e ospedaliere delle regioni sottoposte ai piani di rientro dai disavanzi sanitari, sottoscritti ai sensi dell'articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e successive modificazioni, e commissariate;
il combinato disposto della norma non è risolutivo perché non consente agli enti del servizio sanitario nazionale presso le regioni sottoposte ai piani di rientro dai disavanzi sanitari e commissariate l'utilizzo delle somme già pignorate presso le tesorerie, il cui svincolo permetterebbe il regolare pagamento dei crediti, vantati da tutti i fornitori, fonte delle somme pignorate, nonché degli ulteriori crediti e l'espletamento delle funzioni istituzionali;
tale disposizione non tiene conto del gravissimo stato di indebitamento dei fornitori degli enti del servizio sanitario nazionale presso le regioni sottoposte ai piani di rientro dai disavanzi sanitari;
il blocco delle azioni esecutive ha come scopo la realizzazione dei piani di rientro dai disavanzi sanitari predisposti dalle regioni commissariate diretti a regolarizzare i pagamenti e a abbattere il contenzioso ed i relativi oneri;
in alcune regioni, in particolare nella regione Campania, a distanza di oltre un anno dall'entrata in vigore della norma, nulla è stato fatto per abbattere l'esposizione debitoria nei confronti dei creditori e per ripristinare l'ordinato e regolare pagamento dei fornitori;
una corretta applicazione della norma, attraverso l'adozione e la realizzazione di piani di ricognizione e pagamento dei crediti, concorrerebbe alla realizzazione degli obiettivi dei piani di rientro dai disavanzi sanitari ed eviterebbe il maturare di ulteriori interessi a danno della pubblica amministrazione -:
quali iniziative intenda adottare al fine ridurre il periodo di vigenza del blocco delle azioni esecutive e garantire, attraverso l'adozione di piani di ricognizione e pagamento dei crediti, lo svincolo delle somme già pignorate presso le tesorerie degli enti del servizio sanitario nazionale nelle regioni sottoposte ai piani di rientro dai disavanzi sanitari e commissariate.(3-01989)
(21 dicembre 2011)

Iniziative relative agli obblighi di comunicazione recentemente introdotti per gli operatori finanziari con riferimento alle movimentazioni bancarie e finanziarie - 3-01990

REGUZZONI, BOSSI, LUSSANA, FOGLIATO, MONTAGNOLI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CAVALLOTTO, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DAL LAGO, DESIDERATI, DI VIZIA, DOZZO, DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, ISIDORI, LANZARIN, MAGGIONI, MARONI, MARTINI, MOLGORA, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 11 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, ha introdotto l'obbligo per gli operatori finanziari di comunicare periodicamente all'anagrafe tributaria le movimentazioni che hanno interessato i conti correnti presso le banche, gli istituti finanziari e le Poste, oltre che le informazioni relative a tali rapporti necessarie ai fini fiscali, nonché l'importo delle operazioni finanziarie; lo stesso articolo 11 stabilisce che le informazioni comunicate saranno utilizzate dall'Agenzia delle entrate per «l'elaborazione con procedure centralizzate, secondo i criteri individuati con provvedimento del Direttore della medesima Agenzia, di specifiche liste selettive di contribuenti a maggior rischio di evasione»;
è necessario, a parere della Lega Nord, perseguire con forza l'obiettivo della lotta ad ogni forma di evasione ed elusione fiscale e l'azione del Governo Berlusconi dal 2008 all'estate del 2011 ne è la testimonianza: considerando l'ultimo anno completo, il 2010, viene confermato il trend positivo nel recupero delle somme evase; la riscossione dei tributi è salita a 8,9 miliardi di euro, con un incremento del 15 per cento rispetto al 2009, con un grande sforzo da parte di Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza;
la Lega Nord si è sempre battuta per un fisco «amico», un fisco non oppressivo, ma collaborativo con i contribuenti, che possa collaborare anche preventivamente e non solo sanzionare, che imponga sanzioni commisurate al reato, che non punisca indiscriminatamente, ma in modo mirato e selettivo;
le citate misure, introdotte dall'articolo 11 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, vanno nel senso esattamente opposto rispetto a quello auspicato dalla Lega Nord: viene, infatti, introdotta un'indiscriminata schedatura di tutti i contribuenti, che non raccoglierebbe elementi utili a carico dei potenziali evasori, ma andrebbe a «spiare» tutti i correntisti, anche quelli pienamente in regola con il versamento delle imposte, raccogliendo informazioni riguardanti anche la loro vita privata; questa non è la posizione della sola Lega Nord; sul tema si è espresso il Garante europeo aggiunto della privacy, sostenendo queste tesi e arrivando a definire le misure «non praticabili», contrarie agli obblighi europei perché «si intromettono in modo sproporzionato nella sfera personale degli individui»;
tali misure non esistono negli altri Paesi europei e facilmente si potrebbe contestarne, nelle sedi giurisdizionali, la contrarietà alla normativa comunitaria o attivare l'impugnativa di costituzionalità -:
se il Governo intenda intervenire, con un prossimo provvedimento normativo, a modificare le misure introdotte con il decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, in modo da ricondurle nell'alveo del giusto controllo dei potenziali evasori ed evitare la schedatura indiscriminata di tutti i cittadini, anche quelli in regola con il fisco.(3-01990)
(21 dicembre 2011)

Iniziative per la stabilizzazione del personale precario delle pubbliche amministrazioni, con particolare riferimento ai settori dell'università e della ricerca - 3-01988

MARIO PEPE (MISTO-R-A). - Al Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. - Per sapere - premesso che:
secondo i dati diffusi dalla Cgil nel luglio 2011, sarebbero circa 240 mila i contratti precari all'interno della pubblica amministrazione, ai quali dovrebbero aggiungersi i 200 mila precari del mondo della scuola;
nel rispondere ad interrogazioni su analogo tema, il 27 luglio 2011 il Ministro pro tempore Brunetta ha rammentato che la linea maestra del Governo per il reclutamento nel pubblico impiego è il concorso pubblico e che, in ogni caso, il Governo, con il decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, ha previsto per gli anni 2010-2012, nei limiti del 40 per cento delle risorse finanziarie disponibili per assunzioni di personale, forme di reclutamento speciale nei confronti dei lavoratori con contratti di lavoro flessibile in possesso di un'anzianità pari a tre anni calcolata a settembre 2007;
in base alla relazione sullo stato della pubblica amministrazione del 2008 negli enti di ricerca il 40 per cento dei contratti è a tempo determinato, nell'università il lavoro precario è attorno al 17 per cento, una quota che scende al 3,4 per cento nelle agenzie e all'1,8 per cento negli enti previdenziali;
i dati esposti sembrano adombrare il sospetto che il lavoro precario sia utilizzato non a copertura di situazioni eccezionali, ma per coprire le deficienze di organico delle pubbliche amministrazioni derivanti dalle manovre di contenimento della spesa per il personale;
tuttavia, obbligare i nostri giovani ad un precariato di lunga durata impedisce loro di crearsi un futuro («mettere su» famiglia, acquistare una casa), come risulta evidente dalle statistiche sociali; d'altra parte, se le risorse previste nei bilanci pubblici a copertura delle spese per il precariato sono costanti, esse possono diventare definitive senza che questo produca maggiori oneri per la finanza pubblica -:
quale sia la posizione del Governo sulla questione esposta in premessa e se non ritenga opportuno adoperarsi per favorire l'assorbimento negli organici della pubblica amministrazione dei precari di lunga durata, nonché per rafforzare la quota vincolata di risorse per l'assunzione di personale precario, di cui al decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, in particolare per quel che riguarda i settori dell'università e della ricerca.(3-01988)
(21 dicembre 2011)