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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 263 di venerdì 15 marzo 2024

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

GILDA SPORTIELLO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 83, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato, con lettera in data 14 marzo 2024, ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla I Commissione (Affari costituzionali):

S. 997 - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 gennaio 2024, n. 7, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali dell'anno 2024 e in materia di revisione delle anagrafi della popolazione residente e di determinazione della popolazione legale» (approvato dal Senato) (1780) - Parere delle Commissioni II, V, VII, XI e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Poiché il suddetto disegno di legge è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da martedì 19 marzo 2024, ai sensi del comma 5 dell'articolo 96-bis del Regolamento, i termini di cui ai commi 3 e 4 del medesimo articolo sono conseguentemente adeguati. In particolare, il termine per la presentazione di questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge è fissato alle ore 16 di lunedì 18 marzo 2024.

Annuncio della costituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori e della Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave “Moby Prince”.

PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori ha proceduto, in data 14 marzo 2024, alla propria costituzione.

Sono risultati eletti: presidente, il senatore Andrea De Priamo; vicepresidenti, i deputati Riccardo Augusto Marchetti e Roberto Morassut; segretari, i deputati Paolo Emilio Russo e Marco Grimaldi.

Comunico inoltre che, sempre in data 14 marzo 2024, la Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave “Moby Prince” ha proceduto alla propria costituzione.

Sono risultati eletti: presidente, il deputato Pietro Pittalis; vicepresidenti, i deputati Alessandro Amorese e Giorgio Fede; segretari, i deputati Andrea Barabotti e Antonio D'Alessio.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 14 marzo 2024, il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori il senatore Lucio Malan, in sostituzione del senatore Ernesto Rapani, dimissionario.

Svolgimento di interpellanze urgenti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Iniziative, anche normative, volte a salvaguardare le competenze del Ministero della Salute e dell'Osservatorio sul gioco d'azzardo, nonché le funzioni degli enti territoriali, al fine di una più efficace prevenzione dei fenomeni patologici e della tutela dei soggetti più vulnerabili - n. 2-00337)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza urgente all'ordine del giorno Quartini ed altri n. 2-00337 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Quartini se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, Sottosegretario Gemmato. Oggi, con questa interpellanza, cerchiamo di capire e di valutare nella maniera più sobria possibile, visto che si parla di un problema enorme in termini di addiction, ossia di dipendenza, quindi la sobrietà dovrebbe essere il minimo sindacale che muove i decisori politici, il Governo e il Parlamento, in particolare la maggioranza. Si sta parlando di una addiction. Lo voglio ricordare, la parola addiction non significa addizione, deriva dal latino addictus, cioè un soggetto che era libero e che poi è diventato schiavo. Quindi, il termine addiction dà proprio l'idea di un fenomeno particolarmente serio e grave, che non consente libertà. Però, i latini erano molto più pragmatici di quanto si possa pensare e il riferimento è a colui che era libero, ma poi diventa schiavo: l'addictus era colui che diventava schiavo perché non era stato capace di onorare un debito nei confronti del proprio creditore. Quindi, la parola addiction dà un'idea importante, da questo punto di vista, per la quale, rispetto ai fenomeni che riguardano le dipendenze, nessuno di noi può considerarsi al riparo. Cosa vuol dire? Vuol dire che siamo tutti liberi, la possibilità di scegliere c'è, ma, una volta che si sviluppa un problema, questa possibilità viene meno.

Ci sono numerosissime valutazioni, anche di tipo clinico, di neuroimaging sull'encefalo, sul cervello, che dimostrano che ci sono questi aspetti. Proprio perché si nasce liberi, il nostro compito è cercare di mantenerci liberi. Il nostro compito istituzionale, in qualità di decisori politici, dovrebbe essere questo, ossia la capacità di mantenere la libertà dell'individuo, anche avvisandolo con informazioni adeguate, senza sotterfugi, senza mistificazioni. Noi dovremmo essere capaci, come decisori politici, di dare un segnale di non ambivalenza su questi temi.

Detto questo, quando si parla di gioco d'azzardo, si parla di una contraddizione in termini, perché l'azzardo non andrebbe considerato un gioco. L'azzardo è azzardo. Qui c'è una truffa semantica, quando si parla di gioco d'azzardo. È una piaga importante: sono almeno 18 milioni le persone che azzardano; oltre 5 milioni nel nostro Paese sono i giocatori cosiddetti abitudinari, definibili anche come soggetti particolarmente a rischio; e sono circa 1 milione e mezzo i giocatori problematici.

Quindi, abbiamo un'area assolutamente straordinaria come dimensione del fenomeno. È un'area che ci deve preoccupare. Pensate che circa l'80 per cento della spesa totale per il gioco ammonta - pensiamo alle dimensioni di questo aspetto - a 136 miliardi di euro ogni anno. Ripeto, ammonta a 136 miliardi di euro ogni anno. È l'impresa non produttiva più grande che abbiamo in questo Paese. E dove pesa questo 80 per cento? Proprio sui giocatori abitudinari, quelli a rischio, e sui giocatori problematici. Sono cifre da capogiro. È una cosa incredibile e dopo la pandemia crescono in maniera assolutamente incessante.

Ovviamente, è un mercato significativo che fa gola a molte organizzazioni criminali. Abbiamo visto nelle Commissioni antimafia, nelle relazioni quanto le organizzazioni criminali si infiltrino e usino addirittura il cosiddetto - altra truffa semantica - “gioco lecito” per aggirare l'ostacolo che il gioco d'azzardo è proibito, perché causa problemi di ordine pubblico. Le organizzazioni criminali usano i canali del gioco lecito per il riciclaggio di denaro sporco ed altri sporchi affari. Tra i dati più preoccupanti, naturalmente, in questa fase, noi abbiamo quello dell'impatto che l'azzardo può avere sui giovani. E questo fenomeno sta avendo dimensioni molto preoccupanti. Si stima che il 29 per cento degli studenti minorenni abbia azzardato almeno una volta all'anno nei cosiddetti giochi leciti, il 3,5 per cento è costituito da giocatori a rischio e il 3 per cento è rappresentato da giocatori già problematici. Si sta parlando del nostro futuro di Paese, si sta parlando dei nostri giovani. Il costo sociale di questo fenomeno è enorme ed è tutto sulle spalle delle famiglie, degli enti locali e dei sindaci.

Sul gioco online abbiamo dati ancora più preoccupanti. L'Istituto superiore di sanità osserva che, tra i giocatori online, la percentuale di giocatori senza problemi si dimezza, rispetto al gioco in presenza, dal 75 al 34 per cento, a favore degli altri profili di rischio. Di particolare interesse è il fatto che i giocatori problematici, nel gioco online, salgono dal 7,3 per cento del totale dei giocatori al 25 per cento; così come la percentuale dei giocatori a rischio, che passa dal 6 e 9 per cento al 20 per cento. I giochi online si giocano soprattutto su tablet, PC, smartphone, e sappiamo che sullo smartphone il volume di attività, per circa l'80 per cento, riguarda essenzialmente i giovani.

Addirittura, ci sono sollecitazioni ad abituarsi a giocare anche per i minori: pensiamo che ci sono 2.000 App basate sull'idea del gioco in cui si vincono piccoli premi, dai lecca-lecca ai luna park, con suoni seduttivi e i bambini sono molto ricettivi a questi; su 2.000 App, 9 sono indicate per i bambini. Si abbassa, quindi, la percezione del rischio e anche i bambini si coinvolgono in un percorso di avviamento a una sorta di azzardo di massa. Questo aspetto deve essere assolutamente preso in considerazione. Di recente, è stato approvato un atto del Governo in materia di riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza, che è oggetto di questa interpellanza. Questo provvedimento non reca assolutamente disposizioni coerenti e adeguate al rispetto degli obiettivi di tutela dei soggetti vulnerabili e alla prevenzione dei disturbi da gioco d'azzardo, poiché introduce una serie di misure che, di fatto, accresce il potere e il profitto dei concessionari privati, inibendo i sistemi di controllo sulla crescita del mercato, sui rischi e sui fenomeni negativi sul piano sanitario, sociale e pedagogico.

Ci sono alcuni pericoli già insiti nello stesso titolo, perché scegliere le parole “riordino del gioco”, in termini di condizionamento psicologico - e non solo -, significa quasi normalizzare l'azzardo, che è vietato ai minori e individuato chiaramente nell'ordinamento come un fattore di rischio per l'ordine pubblico, la salute e il benessere psicologico, e assimilarlo ai giochi veri e propri, che sono invece indispensabili per la crescita dei più giovani. Quello che deriva da un atteggiamento culturale di questo tipo, che non pone un'attenzione o un alert particolare sul gioco d'azzardo, è un abbassamento della percezione del rischio, Presidente, e, sul piano del mercato, un aumento dell'esposizione al rischio e al disturbo da gioco d'azzardo.

Allora, il risultato che si corre con questa marcia indietro rispetto anche alle normative precedenti, che prevedevano una stretta anche rispetto alla possibilità di pubblicizzare i giochi d'azzardo, è l'aumento dei profitti da good company per i privati, mentre i costi economici e sociali, spesso inestimabili, saranno fatti pagare alla collettività, con una sorta di bad company che, al di là di ogni considerazione di tipo etico, rappresenta anche un peso e un danno patrimoniale per l'erario.

Credo che in nessun caso l'ipotesi della reintroduzione di un sistema di promozione pubblicitaria del gioco d'azzardo possa essere coerente con l'esigenza di tutela dei soggetti più vulnerabili, ma che anzi costituisca una violazione dei doveri di tutela della popolazione e dei suoi diritti da parte delle istituzioni. Del resto, nello stesso decreto, c'è una sorta di smantellamento rispetto alle possibilità di controllo e di intervento da parte dei comuni e delle regioni nella stesura di leggi e delibere a tutela dei cittadini, questo nonostante siano proprio comuni e regioni più vicini alle manifestazioni territoriali del fenomeno e i primi toccati dai danni che questo fenomeno dell'azzardo causa.

Appare, altresì, Presidente, una scelta sbagliata, direi scellerata, quella di smantellare, di fatto, un organo di monitoraggio e consultazione come l'Osservatorio sull'azzardo, costituito presso il Ministero della Salute, che è sostituito da una Consulta permanente dei giochi pubblici ammessi in Italia - si parla di nuovo di “giochi pubblici ammessi in Italia” -, nella quale compaiono i soggetti privati, in palese conflitto di interessi. Credo che questo sia un caso unico nel panorama degli organi analoghi.

Infine - e me ne duole - ciò che resta della funzione pubblica di tutela della salute del giocatore è una vocazione, in ordine a questo aspetto, del Ministero dell'Economia e delle finanze, una distorsione funzionale, considerato che l'impatto e i costi di quanto disposto da questo decreto ricadranno comunque sul Servizio sanitario nazionale.

Allora, in questa logica, l'interpellanza chiede al Ministro quali strategie il Ministero della Salute intenda adottare per impedire che il gioco d'azzardo sia reso oggetto di promozione pubblicitaria; cosa intenda fare per riequilibrare i poteri dello Stato in tema di tutela dei beni costituzionalmente protetti rispetto al ruolo dei gestori privati; come intenda impedire lo smantellamento dell'Osservatorio sull'azzardo, ovvero l'adulterazione della sua specifica struttura e funzione istituzionale e come intenda assicurare ai comuni e alle regioni la possibilità di controllo e intervento attraverso le regolamentazioni locali volte a tutelare la salute dei cittadini. Infine, chiede cosa intenda fare per salvaguardare le competenze del Ministero della Salute in materia di gioco d'azzardo patologico e per impedire il rafforzamento del ruolo e dei profitti da good company dei privati e l'impoverimento sociale ed economico della popolazione, già ora soggetta a rischio usura per l'aumentato costo dei mutui e il caro inflazione.

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per la Salute, Marcello Gemmato, ha facoltà di rispondere.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente Mule', ringrazio l'onorevole Quartini e gli onorevoli interpellanti per aver posto l'attenzione sulla problematica del gioco online, non solo d'azzardo, che si sta sempre più diffondendo tra i giovani attraverso l'uso di smartphone e tablet. Al riguardo, devo premettere che - come ho già rappresentato in più occasioni -, presso il Ministero della Salute, opera l'Osservatorio per il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo e il fenomeno della dipendenza grave, istituiti ai sensi dell'articolo 7, comma 10, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2019, n. 189.

Detto organismo svolge funzioni di monitoraggio della dipendenza dal gioco d'azzardo, individuazione e definizione degli interventi idonei, anche innovativi, per contrastare detta dipendenza, con riferimento, tra l'altro, all'ambito del gioco d'azzardo online. Tra i compiti essenziali dell'Osservatorio, vi è l'aggiornamento sulla base di evidenze scientifiche, delle linee di azione per garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione, rivolte alle persone affette da disturbo da gioco d'azzardo.

Con il decreto del Ministro della Salute 16 luglio 2021, n. 136, è stato poi emanato il regolamento recante adozione delle linee di azione per garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette dal gioco d'azzardo patologico.

Per quanto riguarda l'asserita assenza di disposizioni adeguate e coerenti al perseguimento degli obiettivi di tutela dei soggetti vulnerabili, nell'ambito dell'atto del Governo n. 116, avente ad oggetto il decreto legislativo recante disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi d'azzardo a partire da quelli a distanza, ritengo doveroso segnalare che, già dall'elencazione dei principi fondamentali da osservare nell'esercizio del gioco pubblico, contenuti nell'articolo 3, viene espressamente citato, oltre alla tutela dei minori, lo sviluppo del gioco sicuro volto ad assicurare la tutela del giocatore, specie se appartenente a fasce deboli, sia dal punto di vista della salute, sia da quello dell'ordine pubblico e della sicurezza rispetto a fenomeni criminali, nonché la promozione del gioco responsabile diretto ad evitare forme anomale o distorte delle giocate, o comunque suscettibili di generare dipendenza patologica nel giocatore.

Detti principi rafforzano l'esigenza di assicurare la tutela del giocatore dal punto di vista della salute ed evitare anomalie e distorsioni suscettibili di generare dipendenza patologica.

Tali principi trovano la loro esplicazione anche in più articoli del decreto legislativo, come ad esempio l'obbligo dell'adozione e messa a disposizione dei meccanismi di tutela e protezione del giocatore da parte dei soggetti titolari della concessione per l'esercizio e la raccolta a distanza dei giochi (articolo 6, comma 6, lettera e)); l'obiettivo primario di perseguire piena e affidabile protezione della salute del giocatore, attraverso misure idonee a prevenire ogni modalità di gioco che possa generare disturbi patologici del comportamento o forme di ludopatia (articolo 14, comma 1); l'istituzione della Consulta permanente dei giochi pubblici, ammessa in Italia con lo scopo di monitorare l'andamento dell'attività di gioco e i loro effetti sulla salute dei giocatori, nonché di proporre al Governo misure ed interventi idonei allo scopo di contrastare lo sviluppo della ludopatia, così come recitato all'articolo 14, comma 3.

Detta Consulta, peraltro, non sostituisce l'Osservatorio sul gioco ma lo affianca, avendo componenti, competenze e funzioni differenti.

Il successivo articolo 15, inoltre, detta ben 8 criteri finalizzati alla tutela e alla protezione dal gioco patologico a cui dovranno adeguarsi i sistemi di gioco dei concessionari. Si tratta di misure di autolimitazione del gioco in termini di tempo, spesa e perdita di denaro, limitazioni basate sugli importi depositati su un conto di gioco, secondo l'età del giocatore e i suoi comportamenti di gioco, basati sulle migliori pratiche internazionali di settore: messaggi automatici durante il gioco che richiamino l'attenzione del giocatore sul tempo passato nel gioco, su quanto si è speso e sul superamento dei limiti preimpostati; obbligo di avere nei siti di gioco contenuti obbligatori di informazione sul gioco problematico e sugli strumenti offerti di prevenzione e supporto; strumenti di autoesclusione dal gioco, temporaneo o anche definitivo; attivazione di canali di contatto e assistenza a disposizione dei giocatori, nonché formazione obbligatoria degli operatori del call center di contatto con i giocatori; monitoraggio dei livelli di rischio associato ai singoli giochi; presenza di strumenti idonei a garantire al concessionario un maggior controllo sul grado di partecipazione al gioco dei giocatori più esposti al rischio di gioco patologico.

Infine, rilevo che il cennato schema di decreto delegato è stato sottoposto al parere delle Commissioni V e VI della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica che, nel rilasciare il loro parere favorevole, hanno formulato alcune osservazioni richiedendo, tra l'altro, l'inserimento nel medesimo provvedimento del principio fondamentale, da osservarsi nella gestione del gioco online, della “promozione, comunicazione e informazione di messaggi ai soli fini sociali funzionali alla diffusione del gioco sicuro e responsabile, ai fini della protezione dei giocatori e, in particolare, dei soggetti più vulnerabili e al fine di prevenire e contrastare il gioco patologico, riportanti l'indicazione del logo o del marchio del concessionario che promuove il messaggio”.

Detta osservazione è stata recepita nel testo dello schema di decreto delegato, che è stato deliberato in via definitiva dal Consiglio dei ministri nella seduta di lunedì 11 marzo 2024, con l'inserimento di detto principio, lettera m), nell'articolo 3, comma 1, e ribadito al comma 3 dell'articolo 15. Alla luce di quanto rappresentato, posso confermare che sia la tutela della salute del giocatore che la previsione di una comunicazione funzionale alla diffusione del gioco sicuro e responsabile risultano adeguatamente garantiti nell'ambito dell'emanando decreto legislativo.

PRESIDENTE. Il deputato Quartini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza. Ne ha facoltà, per dieci minuti.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, Sottosegretario, della risposta rispetto alla quale non possiamo assolutamente essere soddisfatti perché, visto che si parla di gioco, quello che è passato è un gioco sporco, sotto tutti i punti di vista, soprattutto quello della prevenzione e della possibilità di incrementare consapevolezza e percezione del rischio rispetto a una piaga sociale che è di dimensioni gigantesche. Non è assolutamente accettabile questo aspetto in termini generali.

Altro aspetto che non è assolutamente soddisfacente è l'abdicazione, di fatto, da parte del Ministero della Salute rispetto al ruolo fondamentale che aveva. Anche questo non è accettabile, Presidente, mi consenta, mi duole in maniera particolare, avevo sollevato il problema anche con il Presidente Fontana a cui chiedevo il perché di un certo comportamento su un problema così significativo, una piaga sociale così importante, di dimensioni gigantesche. Presidente, prima, quando ho parlato dei 18 milioni di giocatori, dei circa 5 milioni di giocatori problematici, del milione e mezzo di giocatori d'azzardo problematici, in termini significativi e patologici, quando ho dato questi numeri non ho detto che c'è un moltiplicatore di questi numeri e in tutti gli studi internazionali questo moltiplicatore vale circa 6.

Cosa vuol dire vale circa 6? Vuol dire - e in questo decreto, purtroppo si ripete questo tipo di atteggiamento - che non ci si dovrebbe preoccupare esclusivamente della salute del giocatore, ma del giocatore moltiplicato per 6, il che vuol dire tutta la sua famiglia e tutte le sue relazioni significative che nel vortice dell'azzardo si trovano coinvolte. È un moltiplicatore incredibile, per cui, se ci riferissimo soltanto al milione e mezzo, sarebbero almeno 9 milioni i cittadini coinvolti. Non si può trascurare un aspetto così rilevante e non considerare l'importanza di valutare questo decreto almeno nel contesto della Commissione affari sociali, che è quella deputata a garantire il diritto costituzionale alla salute.

Non c'è stato un approfondimento, Presidente, purtroppo, e la risposta che il Presidente Fontana ha dato è assolutamente insoddisfacente. Addirittura ha detto che, sostanzialmente, le limitate disposizioni dello schema di decreto riconducibili alla Commissione, tre articoli, non erano tali da consentire l'assegnazione congiunta. Se non si può fare l'assegnazione congiunta in questo Parlamento, rispetto a un problema che riguarda, dal punto di vista della salute, minimo 6 milioni di persone - io ho parlato solo dei giocatori patologici, trascurando tutto il resto -, evidentemente significa che, secondo il parere del Presidente della Camera, il tema della salute è marginale rispetto alle entrate erariali. Evidentemente, la Corte dei conti, che era di diverso avviso, sbaglia perché nel dicembre del 2021 ha sostanzialmente ribadito che le finalità di tutela sociale e di tutela della salute sono sovraordinate al gettito erariale.

Spostandoci nella realtà tragica del fenomeno, Presidente, quello che colpisce duramente i cittadini lo ignora solo il Presidente della Camera: cioè la metà della spesa in azzardo è sostenuta da comportamenti patologici e problematici che con il decreto Balduzzi si pagano nei LEA, Sottosegretario, lei lo sa meglio di me, sicuramente, perché ha più esperienza di me all'interno di questo Parlamento. Quindi, non fa pari il costo sociale e il costo sanitario rispetto alle entrate erariali e noi, addirittura, si tende a non capire quanto sia importante non fare altri tipi di operazione.

È stato sostanzialmente azzoppato o sterilizzato l'Osservatorio sul fenomeno del gioco d'azzardo che, guarda caso, da diversi anni, era stato spostato dal MEF al Ministero della Salute, dopo una lunga battaglia di civiltà. Ci rendiamo conto di questo? È stato riportato in carico al MEF, con i rischi di conflitto di interesse, e viene affiancato anche dal sistema dei concessionari, sistema che ha deciso di amplificare a dismisura il proprio mercato, definendo nuovi target: i bambini e il gioco femminile, gioco che prima era appannaggio esclusivamente degli uomini, dei maschi. Se volete, vi leggo il White Paper del sistema del gioco d'azzardo, che definisce il sistema economico e che stabilisce di promuovere una maggiore inclusione della community femminile, diffondere l'educazione del gaming verso le scuole, abbattendo gli stereotipi negativi, attraverso programmi che utilizzino il gaming come attività formativa - altra manipolazione -, includere il gaming nel curriculum scolastico, riconoscere i videogiochi come forma d'arte. Si stanno condizionando le generazioni future, lo ripeto, all'azzardo di massa, con questo tipo di mercato. Se non si interviene, non so che cosa potrebbe succedere domani.

Resta un'incoerenza e un'inadeguatezza del provvedimento, Sottosegretario. Lei ha detto che è fatta un'operazione di autolimitazione del giocatore, di autoesclusione, che è incoraggiato quest'aspetto. Sicuramente, ma era già stato, in qualche modo, sancito quanto fosse importante far questo; allo stesso tempo, è assolutamente riduttivo. È come chiedere a un alcolista di bere meno. Il suo problema è che non ce la fa a bere meno, se ce la facesse, lo farebbe. Nessuno diventa alcolista per farsi male ed è evidente che si fa male. È uguale, è lo stesso ragionamento che potremmo fare con il giocatore. Quindi, non può bastare l'idea di autolimitarsi o addirittura di affidare a coloro il cui 80 per cento del guadagno deriva proprio da giocatori problematici - è evidente il conflitto d'interesse - l'idea di intervenire per tutelarne la salute. Credo che questa idea sia a un livello di ipotesi fantascientifica, perché loro devono fare i loro interessi, è inevitabile ed è legittimo che lo facciano. Il punto è che lo Stato abdica alla tutela della salute e questo non è accettabile!

È stata inserita addirittura l'idea che, per limitare il rischio di riciclaggio di denaro sporco, oltre il limite di 100 euro, non si possano fare ricariche in contanti, ma bisogna usare un sistema tracciabile con le carte di credito. È stato introdotto anche questo, Presidente. Ma che cosa ci vuole ad aggirarlo? Io faccio 7 o 8 ricariche da 99 euro e sono a posto e riciclo lo stesso in contanti. Ma qui si sta prendendo in giro il buonsenso…

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA QUARTINI (M5S). Concludo, Presidente. Io credo che siamo davanti a un vero e proprio massacro etico e pedagogico. Provo rabbia verso chi ha insegnato a un popolo di risparmiatori a dissipare tutto, verso chi ha indotto un Paese, che sceglieva famiglia e gioventù come pilastro del futuro, a sacrificare le generazioni a venire con il rischio di un azzardo di massa.

Mi viene in mente il dipinto di Guernica. Si narra che un ufficiale nazista, risentito, chiedesse minaccioso a Picasso: avete fatto voi quest'orrore? La risposta fu: no, è opera vostra.

PRESIDENTE. Onorevole Quartini, non per puntualizzare, ma faccio presente che la determinazione del Presidente della Camera a cui lei ha fatto riferimento è frutto, come sempre succede in questi casi, di un'analisi del Regolamento e di un'applicazione rigorosa di ciò che viene indicato, non di ciò che pensa il Presidente della Camera, ma ciò che il Regolamento e la prassi hanno imposto nel caso a cui lei ha fatto riferimento. La ringrazio, comunque.

(Chiarimenti in ordine alla proposta di riorganizzazione dell'Istituto superiore di sanità avanzata dal nuovo presidente, anche a fini di tutela dell'autonomia della ricerca - n. 2-00347)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Quartini ed altri n. 2-00347 (Vedi l'allegato A).

Chiedo all'onorevole Quartini se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. La ringrazio, Sottosegretario, di essere qui per questa risposta. L'Istituto superiore di sanità, unitamente al Ministero della Salute e agli altri enti del Servizio sanitario nazionale, orienta e dà un grosso contributo alle politiche sanitarie, sulla base di evidenze scientifiche, rappresenta il principale centro di ricerca, controllo e consulenza tecnico-scientifica in materia di sanità pubblica in Italia e ha, come obiettivo principale, quello di tutelare la salute dei cittadini. Se andiamo a vedere la produzione scientifica e le competenze dell'Istituto superiore di sanità, lo definirei un'eccellenza internazionale indiscussa e un patrimonio scientifico da preservare.

L'organizzazione dell'Istituto superiore di sanità consta di 6 dipartimenti, 16 centri nazionali, 2 centri di riferimento, 5 servizi tecnico-scientifici e un organismo notificato per la valutazione dell'idoneità dei dispositivi medici.

Di recente, il professor Bellantone è stato nominato presidente dell'Istituto superiore di sanità, con decreto del Presidente del Consiglio, a dicembre 2023, su proposta del Ministro della Salute. È stato nominato Commissario straordinario, secondo un decreto che definisce che, in caso di mancata costituzione degli organi o in caso di loro impossibilità di funzionamento, il Ministro della Salute nomini, con proprio decreto, un Commissario straordinario, per un periodo massimo di 12 mesi, che assuma i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione. Il presidente dell'Istituto è scelto tra personalità appartenenti alla comunità scientifica di alta e riconosciuta professionalità documentata. Noi abbiamo visto il curriculum di tutto rispetto del professor Bellantone, quando è stato presentato nella nostra Commissione affari sociali, e non lo abbiamo contestato, assolutamente, non abbiamo votato contro la sua nomina, ci siamo astenuti in un'ottica di incoraggiamento rispetto al tipo di percorso che sarebbe stato proposto. Se professore universitario, durante questa nomina, il presidente dell'Istituto è collocato in aspettativa ed è collocato in aspettativa senza assegni, se è dipendente delle pubbliche amministrazioni. Dura, di solito, 4 anni e può essere confermato una sola volta. Inoltre, il presidente e il direttore generale dell'istituto non possono essere amministratori o dipendenti di società, né ricoprire incarichi retribuiti, anche di consulenza, per un discorso di incompatibilità.

Presidente, il neo Commissario dell'Istituto superiore di sanità ha proposto una nuova riorganizzazione dell'Istituto in 5 dipartimenti, con evidente sbilanciamento fra gli stessi in termini di centri afferenti, sulla quale direttori dei centri, dipartimenti, sindacati e rappresentanze dei ricercatori hanno avanzato legittima richiesta di chiarimenti nel merito dei requisiti formali e sostanziali propedeutici a qualunque valutazione di merito e di competenza, lamentando irrealistica la tempistica di prevedere un riordino generalizzato ad appena 3 mesi dall'insediamento del neo presidente, da avviarsi alla nuova regolamentazione organizzativa funzionale entro il mese di luglio e, soprattutto, a soli 6 anni dalla sua precedente e faticosa riorganizzazione, in assenza di qualunque valutazione sistematica dello status quo e della giusta valutazione degli indicatori di performance propri di un istituto di ricerca.

Mi sembra sia assolutamente legittimo che le rappresentanze e i direttori dell'Istituto avessero avanzato questo tipo di richiesta. Risulta, peraltro, molto singolare che tale riorganizzazione, che intende applicare a tutto l'Istituto modifiche organizzative significative - le ho accennate - e anche funzionali, sia proposta in assenza del necessario - se si decide di fare un'operazione di questo tipo è fondamentale ed è obbligatorio, secondo la maggior parte degli osservatori e anche secondo noi - ripristino degli organi statutari, che devono essere ancora nominati a seguito della nomina del nuovo presidente dell'Istituto superiore di sanità.

Considerato che è compito del presidente adottare le delibere del consiglio d'amministrazione, giovandosi della consultazione del comitato scientifico, mentre il riordino proposto è avanzato in assenza di qualunque necessaria valutazione condivisa dagli organi consultivi, deliberativi e di controllo, questo modus operandi ci lascia un po' perplessi. Forti perplessità, inoltre, sorgono anche nel merito della proposta di riorganizzazione (e questa non è una cosa da poco, naturalmente). Ad esempio, la riorganizzazione su tre livelli, così come è stata ipotizzata, con relazioni gerarchiche non chiare e non previste, tra l'altro, dall'attuale statuto, richiederebbe, oltre alla nomina dei componenti anche la modifica stessa dello statuto; ovviamente, sarebbe necessaria non solo la modifica dello statuto, ma anche la modifica del regolamento interno. Dunque, questa organizzazione su tre livelli di relazioni gerarchiche contrasta con l'essenza stessa della ricerca, che non dovrebbe organizzarsi attraverso strutture verticali coordinate da una struttura dipartimentale apicale, ma solo ed esclusivamente paritarie, com'è logico che sia per la condivisione di conoscenze e competenze tra i ricercatori, che non possono essere inquadrati in logiche che ne minino l'autonomia, secondo quanto previsto dalla stessa Carta europea dei ricercatori.

Con questa interpellanza sono a chiedere, Presidente e Sottosegretario, come intenda verificare, il Ministero, se sia rispettato il fondamentale requisito della verifica dell'indipendenza della proposta e del rispetto dell'autonomia della ricerca e dei ricercatori all'adozione di adeguati meccanismi imparziali e terzi di supervisione, da assicurarsi anche attraverso il fondamentale istituto delle incompatibilità eventualmente in essere, e se effettivamente anche il Ministero della Salute sia dell'avviso di sottoporre l'Istituto superiore di sanità a un'ulteriore riorganizzazione così radicale, con il rischio che il riordino già avvenuto, le cui performance risultano oggettivamente e qualitativamente elevate, non debba essere riconsiderato per la sua effettiva e comprovata efficacia secondo l'investimento del riordino avviato solo 6 anni fa e che solo un ragionevole lasso di tempo può fornire.

PRESIDENTE. Farà piacere anche al Sottosegretario Gemmato salutare gli studenti, le studentesse e i professori dell'Istituto comprensivo “Cifarelli-Santarella” di Corato, in provincia di Bari, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Essendo il Sottosegretario anche lui pugliese sarà particolarmente contento. Perché non c'è nessuno oggi? C'è vacanza oggi? No, c'è soltanto un deputato perché oggi è una giornata dedicata alle interpellanze ed è, insomma, come quando a scuola viene chiamato qualcuno alla lavagna per essere interrogato. È il deputato che interroga il Governo e adesso vediamo se il Governo è preparato e cosa risponde. Il Sottosegretario di Stato per la Salute, Marcello Gemmato, ha facoltà di rispondere.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Se mi permette, unisco i saluti del Governo alla scuola di Corato. Io, peraltro, vivo vicinissimo a loro e, quindi, un particolare saluto personale.

Ringrazio gli onorevoli interroganti per il quesito. Prioritariamente rappresento che allo stato non è stata formalizzata alcuna proposta di riorganizzazione dell'area tecnico-scientifica dell'Istituto superiore di sanità. Risulta, invece, che la presidenza dell'Istituto abbia avviato una procedura partecipata di confronto che ha visto coinvolti tutti i direttori delle strutture organizzative tecnico-scientifiche e, loro tramite, tutto il personale interessato, nonché le parti sociali, al fine di acquisire utili elementi di approfondimento in merito alle esigenze e alle possibili soluzioni per definire un progetto riorganizzativo dell'ente. Gli obiettivi di tale iniziativa, come dichiarato dal presidente dell'Istituto superiore di sanità, rispondono all'esigenza di perseguire i principi costituzionali di efficacia e di efficienza dell'azione amministrativa e sono volti a contrastare la frammentazione delle attività e la dispersione delle competenze nell'ottica della razionalizzazione e distinzione delle attribuzioni incardinate in capo agli attuali dipartimenti e centri e di un allineamento tra le competenze delle strutture e delle risorse umane ivi operanti, ovviando al corrente sbilanciamento nella distribuzione delle medesime risorse.

A distanza di 6 anni dal precedente riordino, peraltro, tale iniziativa progettuale è volta anche a cogliere le nuove sfide in materia di tutela della salute pubblica dinanzi alle quali l'Istituto superiore di sanità è chiamato a fornire il proprio significativo contributo, quali quelle dell'approccio One Health, dell'intelligenza artificiale e della Clinical Governance.

In tale ottica si innesta l'interlocuzione avviata dalla presidenza dell'ISS rivolta a tutti i lavoratori dell'Istituto e finalizzata alla progettazione di un riordino dell'area tecnico-scientifica basata su tre livelli di organizzazione, identificabili in dipartimenti di primo livello, centri (distribuiti nei dipartimenti) di secondo livello e reparti (distribuiti nei centri) di terzo livello. All'esito di questo processo di confronto sono stati individuati i diversi dipartimenti/centri/reparti, nell'ambito di un progetto riorganizzativo finalizzato alla semplificazione della gestione e all'aggregazione per aree tematiche, nel rispetto dei ruoli e delle competenze in possesso dei singoli e nella prospettiva della piena valorizzazione delle risorse umane esistenti. Da quanto rappresentatomi dal presidente dell'Istituto superiore di sanità, tale progetto non contrasta con i princìpi, pacificamente riconosciuti e pienamente rispettati dall'ISS, di autonomia e libertà della ricerca declinati nella raccomandazione della Commissione dell'11 marzo 2005 riguardante la Carta europea dei ricercatori e un codice di condotta per l'assunzione dei ricercatori stessi.

Da ultimo, mi è stato assicurato che il progetto di organizzazione, una volta condiviso con le risorse dell'ente, sarà sottoposto all'iter formale di condivisione e approvazione normativamente prescritto, con il coinvolgimento dei competenti organi collegiali. Pertanto, una volta perfezionatesi le procedure di nomina degli organi collegiali dell'ente, in osservanza agli articoli 3 e 4 del decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 218, e all'articolo 5 dello statuto dell'Istituto, il nuovo regolamento di organizzazione e funzionamento, definito all'esito della procedura partecipata, potrà essere adottato dal competente organo deliberativo e sottoposto al prescritto controllo di legittimità e di merito da parte del Dicastero vigilante. Assicuro, quindi, che il Ministero vigilerà sulla correttezza delle procedure di un eventuale riordino, che dovrà essere sottoposto all'amministrazione vigilante con le motivazioni che sottendono alle modifiche preposte.

PRESIDENTE. Il deputato Quartini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie Presidente e grazie Sottosegretario della risposta. È una risposta decisamente insoddisfacente per diversi motivi: da un lato, dice che non ci sono proposte, ma intanto è iniziata un'operazione a soli tre mesi dal suo insediamento, come se il presidente avesse una sorta di scienza infusa e ha capito tutto quello che è stato fatto nel processo faticoso di riorganizzazione dell'Istituto superiore di sanità, che è avvenuto 6 anni fa e dove non sono emerse, in questi anni, particolari criticità. Non si capisce perché si debba intervenire se non in un'ottica non di governo ma di comando, con i rischi anche di eventuali incompatibilità non ben recepite o con i rischi anche di tratti e atteggiamenti di nomine oscure.

Quindi, da questo punto di vista, a noi questa risposta non può assolutamente soddisfare. Ma non solo, non è che non soddisfa noi. Sottosegretario, lei ha detto che ha avviato un percorso partecipativo, non lei, il presidente di ISS. Non solo non lo ha avviato, di fatto, perché addirittura alcune sigle sindacali si sono rifiutate di partecipare a questo che potrebbe essere - spero di no, che il Ministero della Salute vigili sul serio - un vero e proprio scempio rispetto a un istituto che, l'ho detto all'inizio, è un'eccellenza internazionale in termini di produzione scientifica e di capacità di dare a tutto il Paese in termini di salute pubblica, linee guida, indirizzi, orientamenti, review importanti della letteratura scientifica, studi epidemiologici significativi di tutti i tipi, verifiche.

Anche nella stessa legge Gelli, rispetto alla stessa medicina difensiva, le linee guida sono filtrate dall'Istituto superiore di sanità. Ha una funzione così importante e oggi ci poniamo il problema di valutare, come ha detto, l'efficacia, la frammentazione, lo sbilanciamento. Ma di cosa stiamo parlando? Penso sia una cosa su cui occorre davvero vigilare. Non si capisce dove voglia andare il presidente dell'ISS. Quell'astensione di incoraggiamento comincia a pesarmi, se si comporta così questo presidente neoeletto.

Tutte le sigle sindacali, tutti i ricercatori, tutti i capi dipartimento hanno contestato questa ipotesi di revisione. La domanda sorge spontanea: da che parte vuole portare l'Istituto superiore di sanità? E il Ministero non è che corre il rischio di fare un nuovo flop, come si dice, anche con l'Istituto superiore di sanità, dopo quello che ha fatto con Aifa? È una domanda che mi pongo e ho posto più volte anche al Ministro stesso. Come si spiega che personalità di grande valore scientifico si dimettano all'interno del Ministero della Salute?

Non sarà che, in realtà, c'è un atteggiamento, forse, non so da parte di chi, autoritario all'interno, che non prevede la governance come dovrebbe essere e che si confonda la capacità di governo con la volontà di semplice comando, con tutte le conseguenze che questo ha in termini familistici? Non mi sono soffermato su alcuni fatti che conosciamo e sono noti alla stampa anche rispetto al contesto del Ministero della Salute e delle nomine che vengono fatte. Noialtri, di questo, siamo particolarmente preoccupati, credo lo siano anche tutti gli operatori, tutti i ricercatori e tutto il personale dell'Istituto superiore di sanità, e naturalmente continueremo a vigilare.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

Saluto ragazze, ragazzi, studentesse, studenti e professori dell'Istituto comprensivo “Don Francesco Mottola” di Tropea, in provincia di Vibo Valentia (Applausi). Benvenuti alla Camera dei deputati, che oggi è particolarmente vuota, perché è una giornata dedicata alle interpellanze urgenti, per le quali il deputato presentatore interroga il Governo. Siccome oggi era uno, trovate oggi soltanto questo, però vi godete così almeno l'Aula nella sua magnificenza, senza il brusio che di solito c'è. Quindi, grazie per essere qui.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, con distinte lettere in data 14 marzo, i presidenti delle Commissioni affari costituzionali e giustizia hanno rappresentato l'esigenza - sulla quale hanno convenuto gli Uffici di Presidenza, integrati dai rappresentanti di gruppi delle Commissioni medesime - di posticipare rispettivamente: ad altro calendario dei lavori dell'Assemblea, l'avvio dell'esame in Assemblea del testo unificato delle proposte di legge nn. 110-883-886 in materia di revoca delle onorificenze dell'Ordine al merito della Repubblica italiana, attualmente previsto dal vigente calendario dei lavori a partire da lunedì 18 marzo prossimo; alla seduta di venerdì 22 ovvero di lunedì 25 marzo, l'avvio dell'esame in Assemblea della proposta di legge 30 ed abbinate recante “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l'integrazione e l'armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali”, anch'esso previsto dal vigente calendario dei lavori a partire da lunedì 18 marzo prossimo.

Secondo le intese intercorse tra i gruppi e tenuto conto che, nella giornata di venerdì 22, è previsto lo svolgimento di interpellanze urgenti, l'esame di tali provvedimenti non sarà iscritto all'ordine del giorno delle sedute previste per la settimana 18-22 marzo.

Quanto alla proposta di legge n. 30 ed abbinate, la relativa discussione generale sarà collocata all'ordine del giorno della seduta di lunedì 25 marzo, dopo quella della proposta di legge n. 329, e il relativo seguito sarà iscritto all'ordine del giorno delle sedute dell'Assemblea a partire da martedì 26, dopo l'eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Avverto, inoltre, che, secondo quanto anticipato ai gruppi per le vie brevi, lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo in merito alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, con particolare riguardo ai fatti occorsi presso un cantiere edile a Firenze, già previsto per giovedì 21 marzo alle ore 10, è anticipato alle ore 9.

Avverto, infine, che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame del testo unificato 982-A - Dichiarazione di monumento nazionale di Teatri italiani.

Non mi pare che ci siano colleghi intenzionati a chiedere la parola o a intervenire. Ne prendo atto.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 18 marzo 2024 - Ore 13:

1. Discussione sulle linee generali del testo unificato delle proposte di legge:

VINCI; FOTI; GIOVINE ed altri; ZANETTIN ed altri; AMORESE; MESSINA; LOIZZO ed altri; ANDREUZZA: Dichiarazione di monumento nazionale di teatri italiani. (C. 982​-1214​-1347​-1584​-1639​-1677​-1685​-1754-A​)

Relatore: AMORESE.

2. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

Disposizioni in materia di politiche sociali e di enti del Terzo settore (Già articoli 10, 11 e 13 del disegno di legge n. 1532 - Stralcio disposto dal Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 28 novembre 2023). (C. 1532-ter-A​)

Relatore: CIOCCHETTI.

3. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:

DAVIDE BERGAMINI ed altri: Modifiche al decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 198, in materia di considerazione dei costi di produzione per la fissazione dei prezzi nei contratti di cessione dei prodotti agroalimentari, e delega al Governo per la disciplina delle filiere di qualità nel sistema di produzione, importazione e distribuzione dei prodotti agroalimentari.

(C. 851-A​)

Relatrice: MARINO.

La seduta termina alle 10,30.