CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 28 dicembre 2021
721.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. C. 3424 Governo, approvato dal Senato.

Nota di variazioni. C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.

PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

ART. 1.

  Al comma 583, dopo le parole: comuni ubicati nelle regioni a statuto ordinario aggiungere le seguenti: e nella Regione autonoma della Sardegna.
3424/I/1.6. Prisco, Deidda.

  Dopo il comma 607, aggiungere i seguenti:

  607-bis. Al fine di incrementare i servizi di soccorso pubblico, di prevenzione incendi e di lotta attiva agli incendi boschivi, la dotazione organica della qualifica di vigile del fuoco del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco è incrementata di 250 unità non prima del 30 aprile 2022, 300 unità non prima del 30 aprile 2023 e 450 unità non prima del 30 aprile 2024. Conseguentemente la dotazione organica del ruolo dei vigili del fuoco di cui alla Tabella A allegata al decreto legislativo 6 ottobre 2018, n. 127, e successive modificazioni, è incrementata di complessive 1.000 unità.
  607-ter. Alle facoltà assunzionali, relative esclusivamente alle assunzioni straordinarie per la copertura dei posti di cui al comma 607-bis, si provvede mediante il ricorso, per il settanta per cento dei posti disponibili, mediante scorrimento della graduatoria del concorso pubblico a 250 posti di vigile del fuoco, indetto con decreto del Ministero dell'interno n. 676 del 18 ottobre 2016, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4a serie speciale – n. 90 del 15 novembre 2016 (di seguito, Concorso Pubblico 250 posti di vigile del fuoco), fino all'esaurimento della stessa e, per il rimanente trenta per cento, mediante ricorso alla graduatoria formata ai sensi dell'articolo 1, comma 295, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, relativa al personale volontario del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco.
  607-quater. Le assunzioni ordinarie derivanti dalle cessazioni al 31 dicembre 2021 ed autorizzate dalla vigente normativa, si provvede mediante il ricorso per il cento per cento dei posti disponibili, mediante il ricorso scorrimento della graduatoria del concorso pubblico a 250 posti di vigile del fuoco.
  607-quinquies. Per l'attuazione delle disposizioni di cui ai commi 607-bis, 607-ter e 607-quater, è autorizzata la spesa nel limite massimo di euro 10.712.500,00 per l'anno 2022, di euro 12.855.000,00 per l'anno 2023 e euro 19.282.500,00 a decorrere dal 2024.
3424/I/1.2. Prisco.

  Dopo il comma 619, aggiungere i seguenti:

  619-bis. Al fine di promuovere la lotta alla criminalità mediante una efficace rete di videosorveglianza sul territorio, offrendo alle forze dell'ordine efficaci strumenti operativi per il contrasto dei reati nei confronti degli esercizi commerciali preposti alla raccolta di entrate erariali e frequentemente destinatari di atti illeciti e violenti da parte di terzi, per i periodi d'imposta 2022, 2023 e 2024, è riconosciuto un credito d'imposta per i titolari di rivendita di generi di monopolio per le spese sostenute per beni e Pag. 21servizi di videosorveglianza finalizzati ad incrementare la rete di videosorveglianza attiva intorno alle predette rivendite. Il sistema dovrà essere connesso alle centrali operative della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri e prevedere l'installazione di telecamere ubicate all'esterno della tabaccheria ad accesso protetto ed esclusivo delle Forze dell'Ordine e dell'Autorità Giudiziaria per esigenze info-investigative, secondo le indicazioni tecniche di cui al protocollo quadro sottoscritto il 30 dicembre 2020 tra il Ministero dell'Interno e la Federazione Italiana Tabaccai.
  619-ter. Il credito d'imposta di cui al comma 619-bis, determinato in misura pari alle spese sostenute e comunque non oltre il limite massimo annuo di 1.000 euro per ciascun beneficiario, può essere fruito una sola volta nel triennio, deve essere indicato, a pena di decadenza, nella dichiarazione presentata ai fini delle imposte sui redditi riferita al periodo di imposta nel quale le spese sono state sostenute e può essere fatto valere esclusivamente in compensazione, ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, nello stesso periodo di imposta. Il credito di imposta non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi, né del valore della produzione netta ai fini dell'imposta regionale sulle attività produttive e non rileva ai fini del rapporto di cui agli articoli 61 e 109, comma 5, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.
  619-quater. La fruizione del credito d'imposta di cui al comma 619-bis spetta, secondo l'ordine cronologico di invio delle relative istanze, nel limite di spesa complessivo di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono fissate le modalità di attuazione dei commi 619-bis, 619-ter e 619-quater.
  619-quinquies. Agli oneri derivanti dall'attuazione dei commi 619-bis, 619-ter e 619-quater, pari a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 200 della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
3424/I/1.5. Prisco.

  Dopo il comma 619, aggiungere i seguenti:

  619-bis. La disposizione di cui all'articolo 18, comma 1, del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 1997, n. 135, si interpreta nel senso che le spese legali relative a giudizi per responsabilità civile, penale e amministrativa, promossi nei confronti di dipendenti di amministrazioni statali in conseguenza di fatti ed atti connessi con l'espletamento del servizio o con l'assolvimento di obblighi istituzionali e conclusi con sentenza o provvedimento che escluda la loro responsabilità, sono rimborsate dalle Amministrazioni di appartenenza, sul presupposto della immediata e diretta riferibilità dei fatti e degli atti posti in essere dal dipendente allo svolgimento della prestazione lavorativa o all'assolvimento dei compiti istituzionali. L'eventuale sussistenza di accertati profili disciplinari per i medesimi fatti nei confronti del dipendente non rileva ai fini dell'applicazione del regime dei rimborsi.
  619-ter. Ogni valutazione in ordine alla sussistenza dei presupposti del diritto al rimborso di cui al comma precedente, compete all'Amministrazione di appartenenza. È rimesso, invece, all'Avvocatura dello Stato esclusivamente il giudizio di congruità sulle istanze di rimborso. Nel caso in cui, ad esito della valutazione di congruità, venga operata una riduzione superiore al 10 per cento del rimborso richiesto, il dipendente interessato può chiedere il parere al Consiglio dell'Ordine degli Avvocati del Foro di competenza per il procedimento. In caso di contrasto, prevale il parere rilasciato dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati. In analogia a quanto previsto dall'articolo 8 della legge 26 aprile 2019, n. 36, nel caso in cui il difensore di fiducia del dipendente sia iscritto nell'albo degli avvocati di un distretto di Corte d'appello diverso da quello Pag. 22dell'autorità giudiziaria procedente, sono comprese le spese documentate e le indennità di trasferta del difensore nella misura minima consentita.
  619-quater. Agli oneri derivanti dall'attuazione delle disposizioni di cui ai commi 619-bis e 619-ter si provvede a valere sulle risorse del Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, come incrementato dall'articolo 1, comma 627, della presente legge.
3424/I/1.1. Prisco.

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ALLEGATO 2

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. C. 3424 Governo, approvato dal Senato.

Nota di variazioni. C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.

ORDINI DEL GIORNO PRESENTATI

   La I Commissione,

   premesso che:

    il provvedimento in esame, che costituisce l'atto conclusivo e politicamente più rilevante del ciclo di bilancio, in quanto definisce i contenuti della manovra annuale di finanza pubblica, prevede lo stanziamento di 32 miliardi di euro da destinare, tra gli altri, a settori quali la riduzione della pressione fiscale, il sostegno alle imprese, lavoro e politiche sociali, sanità, scuola, infrastrutture ed emergenza sanitaria;

    a distanza di oltre dieci anni dal riconoscimento giuridico del principio di specificità comune dei comparti sicurezza, difesa e soccorso pubblico ad opera dell'articolo 19 della legge n. 183 del 2010, il personale dei vigili del fuoco ha subito un grave danno in termini di minore tutela sotto il profilo pensionistico e previdenziale, alla luce della mancata estensione, alla suddetta categoria, dell'istituto dei sei aumenti periodici di stipendio operante in favore delle Forze di polizia delle Forze armate;

    in particolare, ai sensi dell'articolo articolo 6-bis del decreto-legge n. 387 del 1987 e, da ultimo, ai sensi degli articoli 1863 e 1911 del decreto legislativo n. 66 del 2010, è previsto un incremento delle basi di calcolo dei trattamenti di quiescenza e di fine servizio, in corrispondenza di un maggior onere contributivo effettivo a carico dei dipendenti e dell'Amministrazione, riferito a una maggiorazione percentuale figurativa del trattamento economico fondamentale;

    con propria risoluzione, approvata dalle Commissioni riunite I e XI della Camera dei deputati nel novembre del 2019, il gruppo Fratelli d'Italia ha impegnato il Governo a dare concretezza all'allineamento retributivo e pensionistico del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco con le Forze dell'ordine, già attraverso la legge di bilancio per l'anno 2020 e per le successive annualità di programmazione, ma fino ad oggi tale impegno era rimasto disatteso;

    in sede di discussione in Commissione al Senato del provvedimento in esame, è stata approvata una proposta emendativa avanzata dal gruppo Fratelli d'Italia che, nella sua riformulazione, prevede, ai fini di una progressiva armonizzazione ai sensi dell'articolo 19 della legge 4 novembre 2010, n. 183, dei trattamenti di quiescenza del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco con quello del personale delle Forze di polizia, l'introduzione progressiva del beneficio dei cosiddetti «sei scatti previdenziali» per il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nell'arco di sei anni, a decorrere dal 2022;

    pur esprimendo soddisfazione per l'accoglimento della proposta emendativa e quindi per l'affermazione di un principio sacrosanto, si ritiene tuttavia necessario dare piena e immediata attuazione alla novella legislativa ed evitare storture applicative potenzialmente discriminatorie del personale,

impegna il Governo

compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, ad anticipare la piena e immediataPag. 24 attuazione, nel più breve tempo possibile, delle nuove disposizioni in materia di armonizzazione dei trattamenti di quiescenza a favore del personale del Corpo nazionale di vigili del fuoco, nonché a prevedere l'immediata fruibilità della piena attuazione dei «sei scatti previdenziali» da parte del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco in servizio a decorrere dall'entrata in vigore del provvedimento in esame.
0/3424/I/1. Prisco.

   La I Commissione,

   premesso che:

    i commi da 95 a 100 dell'articolo 1 del provvedimento in esame dispongono importanti riconoscimenti sul piano previdenziale per il personale dei vigili del fuoco, tra cui l'armonizzazione dei trattamenti rispetto alle forze di polizia e il progressivo beneficio dei sei scatti previdenziali;

    lo storico risultato ottenuto in via parlamentare da questa maggioranza impone una rapida attuazione della misura,

impegna il Governo

compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica e con le diversificate priorità, a valutare l'opportunità di anticipare la piena e immediata attuazione delle misure esposte in premessa.
0/3424/I/2. Maurizio Cattoi.

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ALLEGATO 3

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. C. 3424 Governo, approvato dal Senato.

Nota di variazioni. C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.

ORDINI DEL GIORNO ACCOLTI DAL GOVERNO

   La I Commissione,

   premesso che:

    il provvedimento in esame, che costituisce l'atto conclusivo e politicamente più rilevante del ciclo di bilancio, in quanto definisce i contenuti della manovra annuale di finanza pubblica, prevede lo stanziamento di 32 miliardi di euro da destinare, tra gli altri, a settori quali la riduzione della pressione fiscale, il sostegno alle imprese, lavoro e politiche sociali, sanità, scuola, infrastrutture ed emergenza sanitaria;

    a distanza di oltre dieci anni dal riconoscimento giuridico del principio di specificità comune dei comparti sicurezza, difesa e soccorso pubblico ad opera dell'articolo 19 della legge n. 183 del 2010, il personale dei vigili del fuoco ha subito un grave danno in termini di minore tutela sotto il profilo pensionistico e previdenziale, alla luce della mancata estensione, alla suddetta categoria, dell'istituto dei sei aumenti periodici di stipendio operante in favore delle Forze di polizia delle Forze armate;

    in particolare, ai sensi dell'articolo articolo 6-bis del decreto-legge n. 387 del 1987 e, da ultimo, ai sensi degli articoli 1863 e 1911 del decreto legislativo n. 66 del 2010, è previsto un incremento delle basi di calcolo dei trattamenti di quiescenza e di fine servizio, in corrispondenza di un maggior onere contributivo effettivo a carico dei dipendenti e dell'Amministrazione, riferito a una maggiorazione percentuale figurativa del trattamento economico fondamentale.

    con propria risoluzione, approvata dalle Commissioni riunite I e XI della Camera dei deputati nel novembre del 2019, il gruppo Fratelli d'Italia ha impegnato il Governo a dare concretezza all'allineamento retributivo e pensionistico del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco con le Forze dell'ordine, già attraverso la legge di bilancio per l'anno 2020 e per le successive annualità di programmazione, ma fino ad oggi tale impegno era rimasto disatteso;

    in sede di discussione in Commissione al Senato del provvedimento in esame, è stata approvata una proposta emendativa avanzata dal gruppo Fratelli d'Italia che, nella sua riformulazione, prevede, ai fini di una progressiva armonizzazione ai sensi dell'articolo 19 della legge 4 novembre 2010, n. 183, dei trattamenti di quiescenza del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco con quello del personale delle Forze di polizia, l'introduzione progressiva del beneficio dei cosiddetti «sei scatti previdenziali» per il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nell'arco di sei anni, a decorrere dal 2022;

    pur esprimendo soddisfazione per l'accoglimento della proposta emendativa e quindi per l'affermazione di un principio sacrosanto, si ritiene tuttavia necessario dare piena e immediata attuazione alla novella legislativa ed evitare storture applicative potenzialmente discriminatorie del personale,

impegna il Governo

compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica e con le diversificate priorità, a Pag. 26valutare l'opportunità di anticipare la piena e immediata attuazione, nel più breve tempo possibile, delle nuove disposizioni in materia di armonizzazione dei trattamenti di quiescenza a favore del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
0/3424/I/1. (Nuova formulazione) Prisco.

   La I Commissione,

   premesso che:

    i commi da 95 a 100 dell'articolo 1 del provvedimento in esame dispongono importanti riconoscimenti sul piano previdenziale per il personale dei vigili del fuoco, tra cui l'armonizzazione dei trattamenti rispetto alle forze di polizia e il progressivo beneficio dei sei scatti previdenziali;

    lo storico risultato ottenuto in via parlamentare da questa maggioranza impone una rapida attuazione della misura,

impegna il Governo

compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica e con le diversificate priorità, a valutare l'opportunità di anticipare la piena e immediata attuazione, nel più breve tempo possibile, delle nuove disposizioni in materia di armonizzazione dei trattamenti di quiescenza a favore del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
0/3424/I/2. (Nuova formulazione) Maurizio Cattoi.

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ALLEGATO 4

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. C. 3424 Governo, approvato dal Senato.

Nota di variazioni. C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.

RELAZIONE APPROVATA

  La I Commissione,

   esaminato, ai sensi dell'articolo 120 del Regolamento, il disegno di legge C. 3424, approvato dal Senato, recante il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, e la relativa Nota di variazione (C. 3424/I Governo, approvato dal Senato);

   rilevato, per quanto riguarda la Sezione I del disegno di legge, come il provvedimento rechi opportunamente diverse disposizioni volte al rafforzamento del comparto sicurezza e soccorso pubblico, tra le quali si segnalano:

    l'articolo 1, commi 95 e 96, recanti l'istituzione di un fondo per la realizzazione di interventi perequativi di natura previdenziale per il personale delle forze armate, delle forze di polizia e del corpo nazionale dei vigili del fuoco;

    l'articolo 1, commi da 97 a 100, recanti misure di armonizzazione dei trattamenti di quiescenza dei vigili del fuoco;

    l'articolo 1, commi 101 e 102, in materia di ricalcolo della quota retributiva per il personale delle Forze di polizia ad ordinamento civile, in possesso, alla data del 31 dicembre 1995, di un'anzianità contributiva inferiore a diciotto anni;

    l'articolo 1, comma 605, che incrementa di 52,18 milioni annui a decorrere dal 2022 i trattamenti economici accessori del personale non dirigente delle Forze di polizia e delle Forze armate;

    l'articolo 1, comma 1003, che incrementa di 4 milioni annui dal 2022 il Fondo istituito nello stato di previsione del Ministero dell'interno per la valorizzazione del Corpo nazionale dei vigili del fuoco;

    l'articolo 1, comma 619, che autorizza la spesa di 10 milioni di euro per il 2022, destinati ad integrare le risorse per l'attuazione dell'articolo 46, commi 3 e 6, del decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95, in materia di trattamenti accessori e altri istituti normativi per i dirigenti delle Forze di polizia e delle Forze armate;

    l'articolo 1, commi 1000 e 1001, che autorizzano per il 2022 la spesa di 10.220.800 euro per la stipula di polizze assicurative volte a coprire le spese per la tutela legale e per la responsabilità civile verso terzi, a favore del personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco;

    l'articolo 1, commi 961 e 962, che istituiscono un fondo presso lo stato di previsione del MEF destinato al finanziamento di assunzioni, in deroga alle ordinarie facoltà assunzionali, di personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco;

    l'articolo 1, commi 651 e 652, che stanziano risorse per complessivi 3,9 milioni – per il periodo tra il 1° agosto ed il 31 dicembre 2021 – sia per l'impiego delle Forze di polizia e delle polizie locali nel dispositivo di sicurezza per il contenimento dell'epidemia da COVID-19 (per complessivi 49,1 milioni), sia per il Corpo di polizia penitenziaria a fronte della situazione emergenziale epidemica;

   segnalato, in materia di immigrazione, come l'articolo 1, comma 390, incrementiPag. 28 la dotazione del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo di 29.981.100 euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024, per far fronte alle eccezionali esigenze di accoglienza dei richiedenti asilo, in conseguenza della crisi politica in atto in Afghanistan, al fine di consentire l'attivazione di ulteriori 2.000 posti nel Sistema di accoglienza e integrazione (SAI);

   evidenziato, sotto il medesimo profilo, come l'articolo 1, commi da 875 a 877, autorizzi per l'anno 2022 un contributo di 500.000 euro da ripartire tra i comuni siciliani di Lampedusa e Linosa, Porto Empedocle, Pozzallo, Caltanissetta, Vizzini, Messina, Siculiana, Augusta, Pantelleria e Trapani, per fronteggiare le esigenze connesse al contenimento della diffusione del COVID-19 e garantire la regolare gestione, anche di natura sanitaria, dei flussi migratori;

   rilevato altresì come l'articolo 1, comma 648, estenda a diciotto mesi la durata massima delle prestazioni di lavoro a contratto a termine utilizzate mediante agenzie di somministrazione di lavoro dal Ministero dell'interno, ai fini dell'espletamento delle procedure di regolarizzazione di lavoratori, previste dall'articolo 103 del decreto-legge n. 34 del 2020;

   sottolineato positivamente come il provvedimento contenga diverse misure per le politiche di genere, tra le quali si segnalano:

    i commi da 139 a 148 dell'articolo 1, che prevedono l'adozione di un Piano strategico nazionale per la parità di genere, con l'obiettivo, tra l'altro, di colmare il divario di genere nel mercato del lavoro, istituendo a tal fine una Cabina di regia interistituzionale e un Osservatorio nazionale per l'integrazione delle politiche per la parità di genere, cui è attribuito il compito di realizzare un sistema nazionale di certificazione della parità di genere;

    i commi 149 e 150 dell'articolo 1, che intervengono per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere, nonché per l'assistenza delle vittime, modificando anzitutto la disciplina del Piano nazionale per il contrasto della violenza di genere;

    i commi da 661 a 670 dell'articolo 1, che incrementano ulteriormente, per il 2022, le risorse del cosiddetto Fondo Pari opportunità, con diverse finalizzazioni;

   sottolineato come il disegno di legge confermi gli obiettivi in materia di digitalizzazione della pubblica amministrazione, disponendo, all'articolo 1, comma 380, l'incremento del Fondo per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione, di 5 milioni di euro per l'anno 2022, 10 milioni di euro per l'anno 2023 e 20 milioni di euro per l'anno 2024;

   evidenziato come il provvedimento dimostri particolare attenzione per le esigenze degli enti territoriali, sia attraverso interventi di finanza locale in loro favore, tra i quali si richiama in particolare l'istituzione – disposta dai commi 581 e 582 dell'articolo 1 – nello stato di previsione del Ministero dell'interno di un fondo – con una dotazione di 50 milioni di euro per l'anno 2022 – in favore dei comuni delle regioni a statuto ordinario e delle regioni Sicilia e Sardegna con popolazione inferiore a 5.000 abitanti che presentino criticità strutturali evidenziate da specifici indicatori, sia intervenendo, ai commi da 583 a 587 dell'articolo 1, sulla determinazione dell'indennità di funzione dei sindaci metropolitani e dei sindaci dei comuni delle regioni a statuto ordinario, la quale viene incrementata in percentuale al trattamento economico complessivo dei presidenti delle regioni;

   segnalato, in tale contesto, come l'articolo 1, comma 589, istituisca nello stato di previsione del Ministero dell'interno un Fondo con una dotazione finanziaria pari a 5 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2024, per l'adozione di iniziative degli enti locali per la promozione della legalità, nonché di misure di ristoro del patrimonio dell'ente o in favore degli amministratori locali vittime di atti intimidatori;

   rilevato come i commi 617 e 618 dell'articolo 1 rechino un finanziamento integrativo per le attività della Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza Pag. 29e il controllo dei rendiconti dei partiti politici e prevedano alcune disposizioni circa la sua gestione finanziaria, oltre a disporre alcune semplificazioni degli adempimenti contabili ai fini del controllo da parte della Commissione medesima;

   preso atto che i commi 709 e 710 dell'articolo 1 prevedono la proroga del termine per la richiesta, da parte dei partiti, di ammissione al finanziamento privato in regime fiscale agevolato per l'anno 2021;

   rilevato, per quanto riguarda il servizio civile, come l'articolo 1, comma 158, preveda l'istituzione a L'Aquila del Centro nazionale del servizio civile universale;

   segnalato, per quanto riguarda la Sezione II del disegno di legge, come le principali previsioni di spesa di competenza della Commissione Affari costituzionali si rinvengano, in via prevalente, nello stato di previsione del Ministero dell'interno (di cui alla Tabella n. 8), nonché in altri programmi e ulteriori stanziamenti ricompresi nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (di cui alla Tabella n. 2);

   rilevato, in particolare, come il disegno di legge autorizzi, per lo stato di previsione del Ministero dell'interno, spese finali, in termini di competenza, al netto del rimborso per le passività finanziarie, pari a 30.532,2 milioni di euro nel 2022, a 28.461,7 milioni di euro per il 2023 e a 28.484,1 milioni di euro per il 2024, mentre, in termini di cassa, le spese finali del Ministero sono pari a 30.961,8 milioni di euro nel 2022, a 28.421,7 milioni di euro nel 2023 e a 28.478,2 milioni di euro nel 2024;

   rilevato come, rispetto alla legge di bilancio 2021, il disegno di legge di bilancio preveda, per il Ministero dell'interno, un lieve incremento degli stanziamenti nel 2022 (+ 1,6 per cento), attribuibile interamente alla manovra finanziaria, che però si riduce nei successivi due esercizi del triennio di riferimento, i quali mostrano un andamento della spesa lievemente decrescente in termini assoluti;

   rilevato in particolare come, con riferimento alle previsioni di spesa per il 2022, il disegno di legge esponga spese finali in lieve aumento rispetto al 2021, in termini assoluti, in misura pari a 492,3 milioni di euro, derivante dagli effetti congiunti di una riduzione delle spese di parte corrente pari a 120,4 milioni di euro e di un contestuale aumento delle spese di parte capitale pari a circa 613 milioni di euro;

   segnalato, più in generale, come gli stanziamenti di spesa del Ministero dell'interno si attestino, in termini di competenza, nell'anno 2022, al 3,7 per cento della spesa finale del bilancio statale, diminuendo leggermente in termini percentuali nel 2023 (3,5 per cento);

   rilevato come, rispetto alla legislazione vigente, la manovra finanziaria per il 2022 attuata con le Sezioni I e II del disegno di legge determini complessivamente un aumento delle spese finali di circa 1.216 milioni di euro, determinata da un aumento di circa 660 milioni spesa in conto corrente e di 556 milioni di spesa in conto capitale;

   segnalato, in dettaglio, come gli effetti finanziari complessivi ascrivibili alla Sezione II determinino una riduzione della spesa pari a circa 94 milioni di euro, solo dal lato della spesa in conto capitale, a causa dell'effetto complessivo determinato da rimodulazioni (-164,7 milioni di euro per il 2022) e rifinanziamenti (71 milioni di euro per il 2022) operati dal disegno di legge sulle dotazioni a legislazione vigente;

   rilevato quindi come le misure legislative introdotte dall'articolato della Sezione I del disegno di legge determinino nel complesso un effetto positivo di circa 1.309,7 milioni di euro, sia di parte corrente (659,7 milioni) sia in conto capitale (650 milioni): pertanto il disegno di legge, integrato dagli effetti della Sezione I del disegno medesimo e delle modifiche della Sezione II, propone stanziamenti finali per il Ministero pari a 30.532,2 milioni per il 2022, confermando per il 2022 la netta prevalenza delle spese correnti, che assorbono l'80 per cento (nel 2021 erano pari all'81,7 per cento e nel 2020 all'88,6 per cento) delle spese finali del Ministero;

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   evidenziato come la maggior entità delle risorse stanziate nello stato di previsione del Ministero sia assorbita, come di consueto, dalla Missione Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali, che rappresenta circa il 53 per cento del valore della spesa finale complessiva del Ministero medesimo;

   rilevato in tale ambito come, rispetto alla dotazione a legislazione vigente (14.978,6 milioni) tale Missione registri un incremento complessivo di circa 1.280 milioni di euro (+8,5 per cento), che riguarda esclusivamente il Programma Elaborazione, quantificazione e assegnazione delle risorse finanziarie da attribuire agli enti locali (3.10) ed è dovuto interamente ad interventi (in larga parte già richiamati in precedenza) contenuti nella Sezione I del disegno di legge, tra i quali si segnalano:

    la rideterminazione della dotazione annuale del Fondo di solidarietà comunale (cap. 1365, che registra un aumento complessivo di 94 milioni di euro per l'anno 2022, 127 milioni per l'anno 2023 e 170 milioni per l'anno 2024 rispetto alla dotazione a legislazione vigente, legato ad incrementi delle risorse destinate, nell'ambito del Fondo stesso, al potenziamento degli asili nido, dei servizi in materia sociale e del trasporto dei disabili;

    l'istituzione di un fondo (cap. 1430), con una dotazione di 50 milioni di euro per l'anno 2022, in favore dei comuni delle regioni a statuto ordinario e delle regioni Siciliana e Sardegna con popolazione inferiore a 5.000 abitanti che presentino criticità strutturali evidenziate da indicatori ivi previsti;

    un incremento del fondo istituito per coprire l'incremento dell'indennità dei sindaci dei piccoli comuni prevista dall'articolo 57-quater, comma 2, del decreto-legge n. 124 del 2019 (cap. 1394) di 100 milioni di euro per l'anno 2022, 150 milioni di euro per l'anno 2023 e 220 milioni di euro a decorrere dall'anno 2024;

    l'assegnazione, per gli anni 2022 e 2023, di contributi ai comuni, nel limite complessivo di 200 milioni di euro per l'anno 2022 e 100 milioni di euro per l'anno 2023, per investimenti finalizzati alla manutenzione straordinaria delle strade comunali, dei marciapiedi e dell'arredo urbano;

    l'istituzione del Fondo per l'adozione di iniziative degli enti locali per la promozione della legalità, nonché di misure di ristoro del patrimonio dell'ente o in favore degli amministratori locali vittime di atti intimidatori (cap. 1429), con una dotazione finanziaria pari a 5 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2024;

    l'assegnazione ai comuni di piccole dimensioni di contributi per investimenti, nel limite complessivo di 300 milioni di euro per l'anno 2022 (cap. 7271), al fine di favorire gli investimenti in progetti di rigenerazione urbana volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale;

    il rifinanziamento del contributo ai comuni per spese di progettazione definitiva ed esecutiva relativa ad interventi di messa in sicurezza del territorio (cap. 7273), al fine di elevare il limite delle risorse assegnabili per il biennio 2022-2023, rispettivamente, da 170 a 320 milioni di euro per il 2022 e da 200 a 350 milioni di euro per il 2023;

    un contributo in favore delle province e delle città metropolitane per il finanziamento e lo sviluppo delle funzioni fondamentali, nella misura di 80 milioni di euro per l'anno 2022, di 100 milioni di euro per l'anno 2023, 130 milioni di euro per l'anno 2024, 150 milioni di euro per l'anno 2025, 200 milioni di euro per l'anno 2026, 250 milioni di euro per l'anno 2027, 300 milioni di euro per l'anno 2028, 400 milioni di euro per l'anno 2029, 500 milioni di euro per l'anno 2030 e 600 milioni di euro a decorrere dall'anno 2031;

    un incremento del fondo per il sostegno ai comuni in deficit strutturale di 300 milioni di euro per il 2022 e 150 milioni per il 2023 (cap. 1313);

   rilevato come la Missione 3 dello stato di previsione del Ministero dell'interno, attinentePag. 31 ai programmi relativi alle politiche di ordine pubblico e sicurezza, rechi previsioni a legislazione vigente pari a 8.756,5 milioni di euro per il 2022, mentre lo stanziamento finale della Missione (integrato con gli effetti delle sezioni I e II del disegno di legge) risulta pari a 8.591,8 milioni (-1,9 per cento rispetto alla legge di bilancio 2020), assorbendo il 53,2 per cento della spesa complessiva del dicastero;

   rilevato, quanto alla Missione Soccorso civile, che rappresenta il 9,4 per cento del valore della spesa finale complessiva del Ministero, come, rispetto alla dotazione a legislazione vigente (2.804,1 milioni di euro), tale Missione registri nel complesso un aumento di 62 milioni di euro nel 2022 (+2,2 per cento), riguardante il Programma 4.2. «Prevenzione del rischio e soccorso pubblico» (8.3);

   segnalato in particolare come, rispetto a tale Programma, la Sezione II del disegno di legge disponga rifinanziamenti che comportano per il 2022 un incremento di 62 milioni di euro, relativi alle spese per acquisizione di mezzi operativi e di attrezzature per il rafforzamento della capacità operativa delle componenti statali nelle attività di prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi (cap. 7325/28), portando lo stanziamento finale della Missione a circa 2.866,1 milioni di euro nel 2022;

   rilevato, quanto alla Missione Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti – consistente nell'unico Programma 5.1 Flussi migratori, interventi per lo sviluppo della coesione sociale, garanzia dei diritti, rapporti con le confessioni religiose (27.2) – come ad essa sia assegnata una dotazione pari a 1.866,8 milioni di euro per il 2022;

   segnalato, in merito, come la Sezione II del disegno di legge operi sull'unico Programma di tale Missione un rifinanziamento pari a 9 milioni di euro nel 2022, che riguarda le spese per il completamento e l'ammodernamento di immobili destinati a centri di permanenza temporanea, rifinanziate per 7,3 milioni di euro per il 2022, 18,3 milioni per il 2023 e 23,3 milioni per il 2024 (cap. 7351/2) e le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili destinati a centri di permanenza temporanea, che sono rifinanziate per 1,7 milioni di euro annui (cap. 7351/3) a fronte della previsione attuale di 2 milioni anni, e come la Sezione I incrementi inoltre la dotazione del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo ed interventi connessi (cap. 2352) di 29,981 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2022-2024, onde assicurare l'attivazione di ulteriori 2.000 posti nel Sistema di accoglienza e integrazione (SAI) per l'accoglienza di richiedenti asilo in conseguenza della crisi politica in corso in Afghanistan, portando lo stanziamento finale della Missione a 1.905,8 milioni di euro nel 2022, con un peso sul bilancio complessivo del Ministero risulta pari al 6,2 per cento;

   rilevato come la Missione 1 dello stato di previsione del Ministero, recante il Programma relativo all'attuazione da parte delle Prefetture – UTG delle missioni del Ministero sul territorio, non presenti alcuna variazione rispetto alle previsioni a legislazione vigente, assorbendo il 2,3 per cento della spesa complessiva del dicastero;

   rilevato come anche la Missione 6 non presenti variazioni in dipendenza della manovra rispetto alla dotazione a legislazione vigente per il 2022,

   preso atto con rammarico dell'estremo ritardo con cui il provvedimento è stato trasmesso alla Camera per l'esame in seconda lettura, la cui durata risulta pertanto notevolmente compressa;

   rilevato come il provvedimento, quale risultante dall'esame presso il Senato, contenga anche numerose previsioni di carattere localistico o microsettoriale, le quali risultano molto frammentarie e non appaiono riconducibili ad una prospettiva unitaria di politica economica,

DELIBERA DI RIFERIRE
FAVOREVOLMENTE

  con la seguente osservazione:

   si sottolinea la necessità di assicurare, nel rispetto delle previsioni costituzionali Pag. 32sul procedimento legislativo, un corretto rapporto istituzionale tra i due rami del Parlamento relativamente all'esame di un provvedimento di rilievo cruciale quale il disegno di legge di bilancio, escludendo che la durata dell'esame in prima lettura presso un ramo del Parlamento determini la sostanziale impossibilità, per l'altro ramo, di apportare modifiche al testo del provvedimento senza mettere a rischio la tempestiva approvazione del bilancio entro l'anno finanziario.

Pag. 33

ALLEGATO 5

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. C. 3424 Governo, approvato dal Senato.

Nota di variazioni. C. 3424/I Governo, approvato dal Senato.

RELAZIONE DI MINORANZA PRESENTATA DAI DEPUTATI PRISCO E MONTARULI

  La I Commissione,

   esaminato, ai sensi dell'articolo 120 del Regolamento, il disegno di legge C. 3424, approvato dal Senato, recante il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, e la relativa Nota di variazione (C. 3424/I Governo, approvato dal Senato);

   premesso che:

    da oramai dieci anni (già dalla legge di bilancio 2011/2013) risultano introdotte importanti innovazioni alla struttura dei documenti di bilancio in ragione della legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196), entrata in vigore il 1° gennaio 2010;

    gli obiettivi della legge n. 196 del 2009 sono molteplici e largamente condivisibili: restituire centralità al bilancio articolato in missioni e programmi, superando la frammentazione e l'eterogeneità delle «vecchie» leggi finanziarie cosiddette «omnibus»; rendere più trasparenti e leggibili i conti pubblici e le procedure attraverso cui i bilanci vengono costruiti e modificati; armonizzare i bilanci della pubblica amministrazione; migliorare il controllo, la valutazione e il monitoraggio del Parlamento sul bilancio, esaltando il ruolo delle Commissioni di merito nell'analisi delle parti di loro competenza;

    se è vero che stiamo vivendo una fase storica straordinaria – la gravissima vicenda della pandemia sanitaria continua a tenere banco non solo in Italia, – altrettanto vero è che sempre di più – ma mai come nel corso del 2021 – norme e procedure che hanno sempre disciplinato l'attività parlamentare sono state del tutto ignorate, quando non palesemente violate o distorte, mortificando il ruolo dei parlamentari, sempre più relegati ad assistere all'indebita appropriazione del potere legislativo da parte del Governo;

    sintomatica al riguardo è la modalità con cui il Parlamento ha potuto esaminare che la Legge di bilancio per l'esercizio finanziario 2022. Il Disegno di Legge di bilancio per il 2022 è stato presentato al Parlamento l'11 novembre 2021, due settimane dopo la sua approvazione da parte del Consiglio dei ministri, avvenuta il 28 ottobre 2021 e, soprattutto, con oltre venti giorni di ritardo rispetto al termine del 20 ottobre fissato dalla sopra richiamata Legge di contabilità e finanza pubblica. Detto ritardo ha comportato, sin da subito, una compressione dei tempi a disposizione del Parlamento per l'approvazione della Legge che si è ulteriormente aggravato nel corso dell'esame da parte del Senato a causa dei continui rinvii dei lavori della Commissione Bilancio, dovuti a contrasti interni alla maggioranza. Lo attesta il fatto che solo il 20 dicembre 2021 detta Commissione ha potuto esaminare e votare un ristretto numero di emendamenti segnalati e, ciò nonostante, la vastissima maggioranza numerica che appoggia il Governo Draghi, inopinatamente definito come «il Governo dei migliori»;

    la conseguenza di un siffatto modo di procedere si è palesata quando nell'AssembleaPag. 34 di Palazzo Madama il Governo ha posto la fiducia sul maxi emendamento dallo stesso presentato (unico articolo di oltre 1000 commi, in sostituzione dei 199 articoli che costituivano il testo del disegno di legge licenziato dalla Commissione), senza quindi alcuna discussione e votazione degli emendamenti presentati da parte dell'aula. Detto modo di procedere – come già preannunciato nella conferenza dei capigruppo del 21 dicembre 2021 – porterà il Governo a richiedere la fiducia sul provvedimento in esame anche alla Camera dei deputati;

    appare sino ad ora evidente l'impossibilità per i parlamentari di potere significativamente contribuire, almeno in sede di Commissioni, ad esaminare compiutamente il provvedimento anche considerando i tempi strettissimi imposti dalla conferenza dei capigruppo, al solo fine di evitare l'esercizio provvisorio. Sintomatico il limite di tempo imposto alla Commissione Bilancio della Camera che dovrà concludere – in sede referente – l'esame del disegno di legge Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, entro le ore 13 di martedì 28 dicembre 2021. Conseguentemente, l'esame da parte delle Commissioni di settore è stato modulato in tempi compatibili con la fase di esame degli emendamenti presso la Commissione Bilancio. A tacere del fatto che l'esame in Assemblea avrà inizio alle ore 14 di martedì 28 dicembre, con votazioni non prima delle ore 18 (quando si prevede che il Governo richiederà la fiducia) e – quindi – con circa 4 ore a disposizione per l'effettuazione della discussione generale sul provvedimento;

    è qui il caso di richiamare, per doverosa comparazione, la modalità di esame della Legge di bilancio da parte del parlamento nei precedenti anni della XVIII Legislatura. Con il Governo giallo-verde (Conte I) il disegno di legge di bilancio venne presentato il 31 ottobre 2018 e approvato l'8 dicembre 2018 dalla Camera dei deputati. Approvato dal Senato con modifiche il 23 dicembre 2018, veniva e approvato definitivamente dalla Camera dei deputati il 30 dicembre 2018. La manovra di bilancio per il 2020 del Governo giallo-rosso (Governo Conte II) veniva presentata al Senato il 2 novembre 2019, approvata il 16 dicembre 2019, quindi approvata senza modifiche dalla Camera dei deputati il 24 dicembre 2019. La manovra per il 2021, varata dal Governo giallo-rosso – in piena pandemia – veniva presentata alla Camera dei deputati il 18 novembre 2020 e approvata il 27 dicembre 2020; quindi approvata dal Senato, senza modifiche, il 30 dicembre 2020;

    ebbene, il cosiddetto «Governo dei migliori» ha il record peggiore dei tempi di presentazione e di gestione della manovra. Com'è andata lo sappiamo bene, è sotto i nostri occhi e non lascia sbigottiti i soli deputati dell'opposizione ma anche diversi della maggioranza. Siamo infatti di fronte a cose mai viste. Ne abbiamo viste parecchie, specialmente negli ultimi anni, ma qui si è veramente superato ogni limite. Come detto, lunedì 20 dicembre 2021 non erano ancora iniziate le votazioni degli emendamenti nella Commissione Bilancio del Senato, la prima delle due Camere a esaminare questo provvedimento. Non si era mai visto nulla di simile, nemmeno con i Governi Conte, che pure avevano compresso i tempi e cambiato le carte in tavola all'ultimo momento, con una finta lettura, che era stata però apparentemente presentabile; nel Governo Conte 2 fu presentato all'ultimo momento un emendamento che cambiava tutto (il 2,4 diventava il 2,04), tutti coloro che erano all'opposizione si lamentarono di quel Governo e anche nell'ambito della stesse maggioranza ci fu chi ammise l'inopportunità di tale comportamento;

    bene, in questo caso abbiamo superato di gran lunga tutti i peggiori record, anche degli ultimi anni. È qui il caso di evidenziare che, fino a non molti anni fa, solo il fatto di porre la fiducia sulla legge finanziaria era visto come una forzatura, un atto fortemente criticabile atteso che viene compressa la possibilità del Parlamento di esprimersi. Ma in questo caso altro che compressa! Siamo partiti malissimo, in ritardo di ventuno giorni rispetto a quanto previsto da una legge dello Stato. Quello stesso Stato che chiede ai cittadini Pag. 35di rispettare le proprie leggi, la cui violazione è sanzionata con multe e supermulte. Peccato che sia lo stesso Stato che, nel momento più importante dell'anno dal punto di vista finanziario ma anche dell'intera linea politica del Governo, assiste silenzioso alla violazione della Legge da parte del Governo. Non solo, ma abbiamo ragione di credere che il Consiglio dei Ministri, che è un organo i cui lavoro non sono pubblici, abbia approvato un testo di legge di bilancio poi modificato in qualche ufficio, peggio sarebbe se fuori dal Parlamento!;

    il Parlamento è stato proprio ignorato e ha avuto il «privilegio» di iniziare le votazioni la sera di lunedì 21 dicembre 2021. Nella sostanza, il disegno di legge di bilancio denuncia tutti i problemi di una maggioranza estremamente variegata e con linee pensiero e politiche difficilmente compatibili tra loro: si realizzano dunque nella migliore delle ipotesi, compromessi al ribasso, ma spesso sono mancate misure. I colleghi del Gruppo Fratelli d'Italia hanno al Senato presentato e illustrato una serie di proposte di modifica che non hanno trovato adeguata risposta, quando non sono state addirittura del tutto ignorate. Giova però evidenziare che quelle proposte non erano fatti personali di questo o di quel senatore di Fratelli d'Italia, ma rappresentavano problemi concreti dell'Italia. Per questo esiste un Parlamento, e non c'è solo nel nostro Paese, ma anche nelle altre democrazie occidentali. Serve un Parlamento perché, davanti a tutti, ci siano dei voti, dei sì e dei no, e possibilmente, quando il Governo dice no, dovrebbe anche spiegarlo. A quelle determinazioni corrispondono anche le relative responsabilità politiche. Fino a pochi anni fa i relatori non facevano solo i «lettori» dei pareri del Governo, ma spesso davano anche spiegazioni, pensate un po', specialmente dei pareri contrari perché se un emendamento viene accolto chi lo presenta lo sa da sé il motivo. Ebbene, non abbiamo nulla di tutto questo. Dov'è allora il potere rappresentativo del Popolo se non è nel Parlamento? In certi potentati che stanno fuori dal Parlamento? in trattative «nono pubbliche» tra i partiti? O in altri casi risiede in potentati che non hanno nulla a che fare con il consenso popolare, ma a volte godono di un forte potere di condizionamento che esercitano in vari modi?;

    di fatto, abbiamo una Camera che si occupa del provvedimento in Commissione (non in Aula, diciamocelo francamente) e un'altra Camera che, a fasi alterne – di anno in anno – ne prende atto e, in ragione del voto di fiducia richiesta dal Governo, impedisce il ricorso all'esercizio provvisorio. È un atteggiamento inaccettabile che non può essere più tollerato, pena l'abdicazione del Parlamento dalla funzione legislativa, relegato a organo di mera ratifica della volontà del Governo. Ora, è pur vero che vi erano tutti i presupposti perché la legge di bilancio avesse un epilogo deludente, verificandosi nei fatti quanto Fratelli d'Italia aveva da subito anticipato; tuttavia mai come in questa occasione il Governo ha scaricato il ritardo di presentazione del provvedimento sul Parlamento. Nell'ultima settimana si è assistito al Senato a un teatrino indegno per un Parlamento che ha già una maggioranza anomala, con un Governo che ha una maggioranza del 95 per cento, e che, per i dissidi interni alla stessa, comprime lo spazio di confronto nel luogo a questo deputato. A tacere del fatto che oltre l'85 per cento degli emendamenti presentati proveniva dall'area di maggioranza: praticamente una manovra completamente da rifare, secondo la stessa maggioranza!!!;

    nei fatti, prima dell'esame da parte del Senato, la manovra di bilancio del Governo riguardava interventi abbastanza indefiniti, che avrebbero dovuto accentuare la sua presunta espansività. Il Governo si è riempito la bocca (passateci il termine) di questa espansività della manovra, che va però attentamente declinata. La manovra è «espansiva» fondamentalmente per due ordini di motivi e non per meriti del Governo: abbiamo un Piano nazionale di ripresa e resilienza che vale 200 miliardi di euro, più 30 miliardi di un fondo complementare, e perché è stato sospeso il Patto di stabilità;

    quanto ai numeri, la manovra vale 37 miliardi di euro, a fronte dei quali ci Pag. 36sono risorse coperte per 13,7 miliardi, con un conseguente incremento del deficit per 23,3 miliardi di euro. Rispetto a quanto si diceva a proposito dell'espansività, va sottolineato che rispetto al 2020, quando l'Italia veniva pesantemente impattata dalla pandemia e da disastrose misure restrittive, la situazione è certamente migliorata, ma per i fatti oggettivi prima ricordati: da una parte il Piano nazionale di ripresa e resilienza e, dall'altra, la sospensione del Patto di stabilità;

    questa manovra porta in dote pochi risparmi, che in parte sono stati – badate bene – voluti dall'unica forza di opposizione, cioè da Fratelli d'Italia;

    in primo luogo, infatti, grazie alla nostra battaglia storica contro il cashback che, sospeso per l'anno 2022, porterà in dote a questa maggioranza, a questo Governo e a questo Parlamento un miliardo e mezzo di euro. A cui aggiungiamo l'approvazione del nostro emendamento al Senato che fa risparmiare 130 milioni di euro nel settore del cross financing. Quanto ai contenuti, non possiamo che condividere perfino l'opinione espressa dal relatore di maggioranza, senatore Vasco Errani, in merito alla riduzione della pressione fiscale, ossia che serviva più coraggio. È vero, serviva più coraggio per fare questa riforma fiscale. C'è stato un taglio di 8 miliardi di euro, un terzo dei fondi totali, rispetto alla manovra, ma è poco più dell'1 per cento delle entrate tributarie totali dello Stato, che ammontano a più di 500 miliardi di euro. Pertanto, sulla riforma fiscale, diciamo che va sempre bene quando si riducono le tasse, però questa riduzione varrà, come si leggeva su alcuni quotidiani nazionali, qualche caffè a settimana;

    oltre a questo, vogliamo qui affrontare un altro capitolo spinoso, quello del reddito di cittadinanza, contro cui Fratelli d'Italia ha sempre condotto una dura battaglia d'opposizione. Pensavamo che potesse essere in qualche modo non dico stravolto, ma almeno profondamente cambiato; purtroppo questo non è accaduto. Il reddito di cittadinanza, come sapete, secondo noi, avrebbe dovuto essere una misura di reintroduzione al lavoro, ma non ha funzionato, perché sappiamo che solo una esigua minoranza dei percettori del reddito di cittadinanza è occupabile. Questo non lo dice Fratelli d'Italia ma la Corte dei conti, che attesta che solo il 25 per cento dei percettori ha trovato lavoro, per lo più con contratti a tempo determinato, e solo il 15 per cento ancora oggi è occupato. Insomma, un provvedimento che ha clamorosamente fallito rispetto all'obiettivo previsto. Ovviamente siamo consapevoli e riconosciamo che vi sia una categoria di cittadini, di uomini e donne, che va aiutata, tutelata e inserita in modo graduale e controllato nel mondo del lavoro, ma non possiamo esimerci dal sottolineare come risulti del tutto sconfortante rilevare che nemmeno con un enorme esborso di soldi pubblici si sia trovato un lavoro a tutti i beneficiari. Al riguardo, evidenziamo che anche per i disabili – dati alla mano – il reddito di cittadinanza ha avuto un risultato fallimentare. Ecco perché ribadiamo che il denaro pubblico deve essere investito sulle aziende, ossia su chi crea ricchezza, cosicché ne possano poi fruire i cittadini sotto forma di salari e stipendi. Invece, per l'evidente colpa di uno schieramento politico e della propria cecità, lo Stato non riesce a utilizzare al meglio i fondi che mette a disposizione;

    esaminando altri temi, presenti nella legge di bilancio, poniamo l'accento – ad esempio – sugli stanziamenti in favore delle Forze dell'ordine. Riteniamo del tutto insufficiente quanto stanziato dal Governo per i finanziamenti alle Forze dell'ordine. L'attenzione nei loro confronti deve infatti essere primaria nel nostro Paese, perché la sicurezza non può essere soltanto un argomento di cui parlare in campagna elettorale, quando tutti sono per la sicurezza, anche perché sarebbe controproducente per uno schieramento se qualche proprio adepto facesse il tifo per l'insicurezza o per la delinquenza. Di fatto, però, quando il Parlamento, attraverso la manovra di bilancio, non aiuta le Forze dell'ordine come dovrebbe, ci sentiamo di denunciarlo con forza. Per quanto riguarda le assunzioni nelle Forze dell'ordine, abbiamo visto l'atteggiamentoPag. 37 incredibile del Partito Democratico che ha presentato al Senato un emendamento sul possibile trattenimento in servizio degli agenti per un periodo di due anni oltre i limiti ordinamentali. Invece di andare nella direzione di nuove assunzioni, si stabilizza chi c'è già, senza comprendere la situazione e rimanendo completamente distanti dalla realtà e dalle problematiche che attraversano le Forze dell'ordine. Ci riferiamo al fatto che il personale sta diventando sempre più anziano e non riesce a svolgere il proprio compito in strada. Se non si vuole ascoltare Fratelli d'Italia, almeno si ascoltino i sindacati delle Forze dell'ordine e della Polizia che dicono a maggioranza e Governo che stanno andando nella direzione opposta a quella della sicurezza per il cittadino. Diventa infatti difficile per chi è anziano fare ordine pubblico nelle strade. L'emendamento del PD è andato invece proprio in questa direzione, aumentando il numero di anni necessari al personale delle Forze dell'ordine per andare in pensione, non capendo che, invece, bisogna stanziare fondi – come è stato fatto in parte, ma a nostro avviso in maniera insufficiente – per avere un aumento del personale in servizio. Resta il fatto che, per quanto riguarda la Polizia di Stato, nei prossimi dieci anni avremo una riduzione di 10.000 unità. Per non parlare poi della Polizia penitenziaria, tema difficilissimo e importantissimo. Qualche mese fa, il ministro Marta Cartabia non si è potuto esimere dal riconoscere la carenza di personale e il progressivo invecchiamento di quello in servizio. A fronte di una carenza attuale di circa 4000 uomini, nei prossimi anni andranno in pensione 30.000 agenti della Polizia penitenziaria, personale che svolge un lavoro molto logorante ed usurante. Di fatto, chi svolge quel lavoro, molto spesso, è un detenuto come gli altri. Ne segue che sarebbe stato importante da parte del Governo stanziare più fondi possibili per favorire nuove assunzioni, tenuto anche conto che ci sono molti partecipanti ai concorsi ancora in attesa di assunzione;

    un altro ambito, non possiamo tacere sul vergognoso emendamento riguardante la magistratura onoraria che il Governo ha presentato, sostenendo di volere fare fronte alla procedura di infrazione annunciata dall'Europa nei confronti dell'Italia, atteso il modo in cui in tutti questi anni sono stati trattati e continuano a essere trattati i magistrati onorari. Magistrati considerati come veri e propri rider della giustizia, anzi peggio, poiché adesso i rider verranno regolarizzati e stabilizzati. I giudici onorari – come sappiamo tutti benissimo – risolvono quasi la metà di tutti gli affari della giustizia che, senza di essi, semplicemente si bloccherebbe. Senza i vice procuratori onorari non sarebbe possibile tenere udienza, e non diciamo davanti al giudice di pace, ma nemmeno davanti al tribunale; senza i circa 2.000 giudici onorari di tribunale sarebbe impossibile comporre una infinità di collegi. Si tratta di magistrati che, per anni, hanno lavorato senza tutele e senza i minimi diritti elementari che dovrebbero spettare ad ogni lavoratore, come ha riconosciuto l'Europa e – finalmente – anche la magistratura italiana con alcune importanti sentenze;

    ebbene, quale è il riconoscimento, quale la gratitudine che il Ministro della giustizia e il Governo manifestano con l'emendamento citato nei confronti di questa categoria che ha tenuto in piedi la giustizia italiana? Si tratta di un emendamento che parifica il magistrato onorario al personale amministrativo, mortificando non la figura del primo, ma la funzione giurisdizionale che esercita. Parificandola al personale amministrativo, non soltanto si offende la magistratura onoraria, ma anche l'alta funzione giurisdizionale assolta in nome del popolo italiano;

    è una vergogna che Fratelli d'Italia denuncia in modo forte e chiaro. Come denunciamo l'illogicità, l'incongruenza e la contraddizione di pretendere di sottoporre a una prova selettiva con tanto di esame, seppur orale, magistrati che hanno fatto il loro dovere per dieci, quindici o venti anni nelle aule di giustizia. Anche questa è un'ulteriore umiliazione che il Governo doveva e poteva risparmiare a questi fedeli funzionari dello Stato. La cosa però veramente vergognosa è che, con il predetto emendamento, il Governo impone per legge al Pag. 38magistrato, che dovesse accettare questa pur umiliante stabilizzazione, nel momento stesso in cui firma la domanda di adesione alla selezione, anche nel caso in cui non dovesse superarla, di rinunciare a tutti i diritti. Ai diritti che spettano, per il passato, a tutti i lavoratori: deve rinunciare, infatti, agli arretrati, ai diritti previdenziali e assistenziali. Deve rinunciare a tutto quanto. È un ricatto imposto per legge che grida vergogna nei confronti di chi ha un minimo senso di giustizia. Ma quale Stato di diritto si comporta in questo modo nei confronti dei suoi fedeli servitori, come hanno dimostrato di essere i giudici onorari, anche rischiando la vita durante la pandemia?;

    anche per quanto riguarda il comparto della Difesa, ben altre erano le aspettative di coloro che vi prestano il loro qualificato servizio. In particolare, occorre integrare la legge di bilancio 2022, come approvata dal Senato, prevedendo:

     l'ulteriore proroga, almeno fino al 31 dicembre 2022, della durata della ferma dei medici e degli infermieri militari in servizio alla data del 31 dicembre 2021. Inoltre, va incluso, nel detto provvedimento di proroga della ferma anche il personale sanitario, non medico, impegnato nei laboratori nei vari centri del Ministero della Difesa quali ad esempio i biologi;

     di istituire, al fine di recepire l'esigenza di sicurezza nella Scuola Navale Militare Francesco Morosini di Venezia, nella Scuola Militare Aeronautica Giulio Douhet di Firenze, nella Scuola Militare Nunziatella di Napoli e nella Scuola Militare Teuliè di Milano, un apposito fondo per l'acquisto degli opportuni mezzi di aerazione, ventilazione e ricambio dell'aria meccanica;

     valutiamo di grande importanza che, grazie all'impegno di Fratelli d'Italia, dopo venti anni di battaglie delle associazioni sindacali, di categoria e delle casse di previdenza, ai liberi professionisti è stato riconosciuto il diritto alla salute. Molti non lo sanno, ma purtroppo, fino a ieri, questo diritto non era riconosciuto: i liberi professionisti che si ammalavano o si infortunavano dovevano non solo pagare le conseguenze dell'infortunio, ma addirittura pagare le conseguenze sanzionatorie dell'impossibilità di potere svolgere la loro professione. Dovevano, quindi, risarcire i clienti per le sanzioni che lo Stato comminava loro in conseguenza della malattia del professionista. Una vicenda scandalosa che veniva da tutti additata e considerata come tale, ma che poi nessuno ha mai modificato. Il Gruppo Fratelli d'Italia al Senato ha condotto e vinto, una battaglia di civiltà che interessa 2 milioni di professionisti italiani;

    dobbiamo, invece, esprimere la ferma contrarietà di Fratelli d'Italia a fronte della decisione del Governo di non acconsentire al rinvio della riscossione delle cartelle per rottamazione-ter e saldo e stralcio: un impegno che il Governo aveva preso in Parlamento in precedenza (in occasione della conversione del decreto – legge in materia fiscale) e che è stato clamorosamente disatteso. Avete, come Governo ma anche come maggioranza che lo sostiene, disatteso un impegno con quei milioni di italiani che si trovano a dover pagare in pochi giorni quello che era stato sospeso per un anno e mezzo: è inaccettabile nel merito e nel metodo perché, quando prende impegni, un Governo li deve mantenere, Draghi o non Draghi; chiunque è obbligato ad essere coerente con la parola data, soprattutto in politica. Tra i tanti, c'è un provvedimento che è stato corretto in maniera parziale dalla legge di bilancio 2022, lasciando per altro irrisolti i problemi che andrà a creare. Il riferimento è alla misura introdotta nel decreto fiscale, che andrà a modificare il campo di applicazione dell'IVA per quanto riguarda il mondo associazionistico. Un provvedimento pesantissimo, che – come detto – è stato corretto solo parzialmente. La Commissione Bilancio del Senato, infatti, ha approvato un emendamento che ha differito il problema di un paio d'anni. Verrebbe da dire che, tutto sommato, il problema temporaneamente è stato risolto, se non fosse che ha aggravato la situazione di tutto il comparto. Sono valutazioni che non fa soltanto FratelliPag. 39 d'Italia, ma che sono anche del forum del terzo settore – l'unica parte sociale riconosciuta dallo Stato italiano – che ha pesantemente criticato questa manovra. Il provvedimento di rinvio non ha prodotto e non produrrà risultati efficaci. Il mondo delle associazioni, infatti, deve ancora valutare se trasformare la propria natura giuridica da associazione semplice ad associazione di promozione sociale, andando a modificare il proprio statuto: con questa spada di Damocle rimasta sulla testa, all'evidenza non prenderà, nella sua gran parte, in considerazione l'ipotesi di trasformazione in associazione di promozione sociale. È un aspetto importante che non solo non è stato risolto, ma addirittura è stato appesantito; il rinvio non è assolutamente la panacea per la soluzione del problema e l'augurio è che – in futuro – si possa arrivare a una definizione, la più perentoria possibile, che risolva radicalmente la questione introdotta con l'approvazione del decreto fiscale;

    c'è poi un altro aspetto che deve essere affrontato, ancora nell'ambito dell'associazionismo. Questa volta siamo di fronte alle problematiche del mondo dello sport che da sempre, almeno in Italia, presenta un problema endemico relativo alla sua partenza dal basso. Ci riferiamo alla presenza dello sport all'interno delle scuole. Da sempre diciamo che non ci potrà essere una crescita omogenea dello sport nel nostro Paese senza una sua crescita equilibrata all'interno delle nostre scuole. Ebbene, avevamo salutato con attenzione, curiosità e anche con rispetto l'introduzione all'interno del disegno di legge di bilancio di una norma che prevedeva l'inserimento dell'attività motoria nella scuola primaria: un fatto epocale, veramente importante, rispetto al quale ci eravamo impegnati a seguire con attenzione l'iter di questa parte della manovra. Purtroppo, questo aspetto legato alla possibilità di poter fare finalmente crescere il mondo dello sport all'interno dell'istituzione scolastica è stato rivoluzionato, svuotato di significati e di investimenti, ed è stato ridotto a un mero provvedimento di facciata che andrà per l'ennesima volta a rinviare il problema;

    per quanto riguarda il disegno di legge di bilancio, lo sport è dunque clamorosamente assente. Al riguardo, citiamo rapidamente gli emendamenti che Fratelli d'Italia ha presentato al Senato e che non sono stati minimamente degnati neanche di una discussione e che riguardavano la possibilità che le spese derivanti dalla crisi pandemica potessero essere affrontate con risorse dello Stato per attenuare le perdite, che assommano a circa il 50 per cento dei proventi medi abituali dell'attività sportiva; abbiamo chiesto l'inserimento di un bonus wellness, un intervento per il pagamento delle utenze, il differimento per il pagamento dei mutui e dei leasing, ma tutto questo non ci è stato riconosciuto e non ci è stato neppure permesso di illustrare;

    altro grande problema del tutto trascurato in questa legge di bilancio è quello legato alla situazione demografica in Italia. Come abbiamo visto dagli ultimi dati Istat, l'Italia registra, da gennaio 2021 a settembre 2021, 1,17 figli per donna. Eravamo a circa 1,59 l'anno precedente. Il crollo è stato repentino, tenendo conto del fatto che a livello europeo la media è di 2,1 per donna, soglia che permette appunto un ricambio generazionale. Ecco, quindi, che, tra le tante proposte che riteniamo essere importanti, vi è quella del congedo parentale o, meglio, dell'astensione facoltativa dal lavoro. È una misura da proporre per uomo e donna, ma noi sappiamo benissimo che, tra il compenso mensile di uomo e donna, c'è un differenziale di circa il 30 per cento, chiaramente a discapito del sesso femminile. Quindi, è chiaro, a fronte delle opportunità, quale quella attualmente in vigore, del congedo parentale fino a sei mesi dell'età del bambino con una decurtazione dello stipendio del 70 per cento, quale dei due sessi vi farà maggiormente ricorso;

    comunque, non è solo questo il punto. Il punto è anche legato a una esigenza di tipo pedagogico, alla crescita armonica, anche serena, del bambino e, soprattutto, a dare l'opportunità alle famiglie e alle giovani coppie di scegliere la soluzione più consona alla propria situazione di vita. Un ulteriore significativo aiuto sarebbePag. 40 potuto derivare, come da noi richiesto, dall'applicazione dell'aliquota agevolata al 5 per cento per i prodotti legati alla prima infanzia, che sono tantissimi e costosissimi. Quando sentiamo parlare di inverno demografico, in realtà siamo consci del fatto che la situazione è molto più grave: siamo in completa emergenza demografica poiché figli non li fa più nessuno. Una mano a quelli che vogliono fare i figli, abbassando l'aliquota IVA al 5 per cento sui prodotti per la prima infanzia, la vogliamo dare o vogliamo soltanto predicare quando non ci costa niente? Per quanto riguarda poi la cosiddetta tampon-tax apprezziamo che l'aliquota sia stata ridotta dal 22 al 10 per cento, ma ci chiediamo: perché non al 5 per cento?;

    qualcuno ricorda quella finanziaria che dimezzò l'IVA sui tartufi, che non risultano essere un bene necessario? Ebbene non si vede perché l'aliquota IVA non sia stata ridotta al 5 per cento, aliquota per altro in linea con quella in vigore in molti Paesi europei: la Francia è già scesa al 5,5 per cento, la Germania al 7 per cento, il Belgio al 6 per cento, il Portogallo al 6 per cento, l'Irlanda naturalmente è intervenuta prima della direttiva del 2006 e ha addirittura annullato l'IVA. Johnson, nel Regno Unito, prima l'aveva abbassata al 5 per cento e adesso l'ha annullata e se l'è venduta come un effetto della Brexit. Quindi, stiamo parlando non di cose irrilevanti, ma di un riconoscimento, un sostegno, un aiuto e un segnale alle donne, in quanto anche in questo caso si tratta di un bene necessario e non voluttuario;

    esprimiamo piena soddisfazione, invece, sulla decisione del Governo di ascoltare le proposte formulate al riguardo da Fratelli d'Italia, finanziando anche la ventilazione meccanica controllata nelle scuole. Si tratta di un modello messo immediatamente in campo dal governatore delle Marche, l'ex nostro collega Francesco Acquaroli, che da mesi proponevamo al Governo, affinché fosse portato in tutte le scuole italiane. Resta invece l'amarezza, sempre con riferimento alla scuola, per la mancanza della capacità e anche della volontà di intervenire in alcuni ambiti, che ormai da troppo tempo aspettano risposta. C'è grande delusione per la parziale proroga dell'organico Covid del personale ATA: con gli stanziamenti di bilancio previsti, non sappiamo come si pensi di fronteggiarne le necessità. C'è poi tutta la questione riguardante la mobilità, sia degli insegnanti, sia dei dirigenti scolastici. Non viene data risposta ai direttori generali dei servizi amministrativi, con un aumento della loro indennità amministrativa. C'è la questione dei percorsi abilitanti: nella scuola abbiamo tanti precari, che sarebbero pronti ad essere immessi in ruolo e a riempire gli spazi disponibili – che ci sono – per fare in modo che la scuola italiana abbia personale adeguato, visto soprattutto quanto ha subito negli ultimi tempi. C'è infine la questione, che veramente non capiamo, degli idonei STEM (science, technology, engineering and mathematics), che hanno sostenuto un concorso e che aspettano da tempo di essere stabilizzati. Non si capisce la ragione per la quale tutte le forze politiche diano loro solidarietà a chiacchiere e poi invece non si assuma una decisione sacrosanta, che non ha un costo rilevante;

    che dire poi di quello psicodramma in cui la maggioranza ha trasformato, nel tempo, lo strumento del «superbonus»? Avete tribolato tanto a raggiungere un accordo, ma ci voleva tanto a capire che su questo tema servono certezza dei tempi, semplificazione delle procedure e, ovviamente, riconoscimento del valore della cessione del credito d'imposta? Fratelli d'Italia vi chiedeva solo questo – a dire ve lo chiedevamo in tanti – ma, purtroppo, avete fatto troppo poco anche in questa direzione;

    del tutto positivo è lo stanziamento, disposto in ragione dell'approvazione al Senato di un emendamento di Fratelli d'Italia, di 10 milioni di euro da destinare al fondo per gli immobili occupati: altro che 10 milioni per qualche marchetta in giro! Se a un proprietario di immobile residenziale occupano la casa fino ad oggi – prima dell'approvazione di questo disegno di legge di bilancio – egli continua a essere tenuto a pagare tutte le tasse su quell'immobile: la quota Irpef, la quota IMU, se non è prima Pag. 41casa, e la quota Tari. Grazie a Fratelli d'Italia, da quando viene fatta la denuncia di occupazione dell'immobile a quando quell'immobile non viene liberato, le tasse sull'immobile occupato non saranno più dovute;

    abbiamo ribadito più volte, anche in quest'Aula, che non ci sembra normale che una patente per guidare i camion in Italia costi 2.500 euro e nel Regno Unito 250. Al danno si aggiunge la beffa, perché gli stipendi per gli autisti professionisti in Italia sono tra i più bassi. Non si arriva nemmeno a 30.000 euro lordi, a fronte di quanto si guadagna in altre nazioni europee. Il costo della formazione chiaramente penalizza oltremodo i lavoratori italiani. Andava garantito, quindi, un supporto economico proprio per avviarli al mondo del lavoro. Si parla tanto dell'introduzione dei giovani al mondo del lavoro, della grande questione lavorativa e poi lo Stato si gira dall'altra parte. Continueremo a ripeterlo: secondo noi, in Italia costa troppo prendere una patente di guida per diventare autista. Ci vuole troppo tempo. In Italia il corso di studi arriva a sette mesi, mentre nel Regno Unito è di due mesi. Nell'Est europeo con un paio di mesi si consegue il titolo che consente di introdurre i giovani al mondo del lavoro in questo comparto. Il Governo pensa di aver risolto la questione con il bonus patente. Abbiamo, come Fratelli d'Italia, chiesto al Senato di allargare la platea di coloro che potevano usufruire di questa possibilità anche ad altre categorie di autisti e ad altre tipologie di autotrasportatori, ma l'emendamento è stato clamorosamente rigettato;

    quanto all'agricoltura, nella legge di bilancio è riservato poco rispetto a un settore non solo primario per definizione, ma fondamentale per la nostra economia, atteso che l'agricoltura e l'agroalimentare rappresentano un quarto del nostro PIL. Non basta all'evidenza sostenere che in questo disegno di legge di bilancio le risorse per l'agricoltura sono raddoppiate rispetto alla precedente legge quando, in termini assoluti, su una manovra come questa si arriva a stanziare poche centinaia di milioni come risorse dirette per il settore. Questi numeri attestano quanto poco centrale sia l'agricoltura nell'agenda politica di questo Governo, che di fatto dimostra di non credere, perché non investe e non dedica risorse – non diciamo importanti, ma almeno accettabili – a un settore che, in questo periodo di crisi dovuta alla pandemia, ha dimostrato di non arrendersi mai e di garantire il cibo per tutti. Ma ci sono altri elementi che ci preoccupano: il primo è fondamentale e determinante per la tenuta del settore. Abbiamo l'impressione – e sinceramente ce ne dispiace – che non ci siano una visione, un piano strategico per la nostra agricoltura, ma che si cerchi di mettere sempre una toppa alle troppe emergenze; tante toppe e nessuna visione. Una mancanza di visione – a nostro avviso, ad esempio – si registra appieno nella mancanza, ad oggi, di un piano strategico nazionale, da presentare fra pochi giorni alla Commissione europea, per l'attuazione della prossima politica agricola comune (PAC). Si parla tanto di transizione ecologica, i leader europei lanciano slogan che sicuramente colpiscono l'immaginario collettivo: 3 miliardi di alberi da piantare da oggi al 2030. Siamo già in ritardo, perché ad oggi non se ne è piantato, di fatto, nemmeno uno. Ma, se proviamo a fare un conto veloce, significa piantare 300 milioni di alberi l'anno, un milione di alberi al giorno. Ma ci rendiamo conto? Ma ammesso che sia anche possibile, ci chiediamo se esista un piano di piantumazione nel nostro Paese. Ma soprattutto, chi produce questi alberi e quanti se ne possono produrre? Non lo sappiamo, perché non c'è alcuna strategia. Oltre a non investire sul verde, il problema è che non si fa niente sul piano legislativo per aiutare il settore. Nello specifico del disegno di legge di bilancio, come Fratelli d'Italia abbiamo proposto la riformulazione del bonus verde, ma siamo rimasti inascoltati. Non solo: la legge sul florovivaismo, approvata alla Camera è bloccata da mesi al Senato: insomma, abbiamo bisogno di piante e blocchiamo una legge per dare certezze a chi le produce;

    rimaniamo sempre sul tema ambientale: stiamo attraversando una vera e propria emergenza relativa alla fauna selvatica,Pag. 42 che sta mettendo a serio rischio l'equilibrio faunistico e ambientale. È soprattutto un fenomeno che sta mettendo in ginocchio molti agricoltori e allevatori: l'eclatante sovraffollamento di cinghiali che, ormai, arrivano a passeggiare tranquillamente nelle strade delle città. I cinghiali sono un pericolo per l'ambiente, ma soprattutto un pericolo sanitario: detti animali trasmettono la peste suina africana la cui eventuale propagazione nel Paese equivarrebbe alla fine della suinicoltura e della produzione di insaccati, una delle nostre produzioni di eccellenza. Cosa si fa con questa manovra finanziaria? Si stanziano risorse per la sterilizzazione, invece di predisporre risorse per un serio piano nazionale straordinario di abbattimenti, al fine di portare quegli animali a un numero sostenibile, per poi mettere in campo tutte le azioni necessarie per il contenimento, compresa la modifica della legge 11 febbraio 1992, n. 157, ormai vecchia di quasi trent'anni e non più idonea ad affrontare le situazioni odierne. Nonostante quanto evidenziato, non si mettono risorse per compensare gli agricoltori da questi danni. Così come abbiamo trovato un muro anche sulla proposta di Fratelli d'Italia di agevolare le cessioni agricole all'interno dei contratti di rete. Siamo stati inascoltati. Poche, infine, le risorse stanziate per interventi finalizzati al contrasto della xylella che, a causa di una pessima gestione della crisi da parte dell'amministrazione regionale della Puglia, sta distruggendo un intero comparto e territorio;

    purtroppo non c'è stato spazio per molte altre battaglie che Fratelli d'Italia aveva provato a portare all'attenzione del Senato. Gli italiani hanno bisogno di lavoro e noi – da sempre – abbiamo avanzato proposte, anche per il disegno di legge di bilancio. Abbiamo proposto di ragionare su un modello che dica alle imprese: più assumi, meno tasse paghi. È una cosa di buon senso. Con un meccanismo composito, abbiamo proposto una super deduzione del costo del lavoro per le imprese ad alta intensità di lavoro; come abbiamo il superbonus per gli ammortamenti, abbiamo proposto di introdurre il superbonus per chi assume persone in Italia: si agevola in tal modo l'economia reale e si penalizzano le grandi concentrazioni economiche, che fanno utili in Italia senza assumere. Una proposta di mero buon senso, ma l'emendamento è stato bocciato;

    purtroppo Gualtieri si era sbagliato quando aveva detto che nessuno avrebbe perso il posto di lavoro a causa del COVID-19; il posto di lavoro l'hanno perso in moltissimi: lavoratori dipendenti, artigiani, commercianti, partite IVA. Sono in molti ad aver perso il posto di lavoro. Abbiamo proposto allora la creazione di un fondo per la ricollocazione di chi ha perso il posto di lavoro nel periodo della pandemia, attraverso sistemi collaudati, ossia ponendo a carico dello Stato il 50 per cento dei contributi previdenziali che sono a carico del datore di lavoro. È un meccanismo che, per esempio, già funziona per l'occupazione femminile o l'occupazione giovanile. Anche questa ci sembrava una misura semplice, immediata e di buon senso, ma è stata bocciata;

    abbiamo anche sollecitato un intervento contro la concorrenza sleale che subiscono prevalentemente i nostri commercianti. Esiste il meccanismo delle imprese «apri e chiudi»: chiunque sa che il fisco prende contezza di un'attività non prima di due anni. Legalmente, se io apro un'attività, posso tranquillamente non versare un euro allo Stato prima di ventiquattro mesi, non facendo qualcosa di illegale, ma semplicemente applicando la legge. Però, se io alla fine dei due anni sparisco, il fisco non mi rintraccia più. E allora ci sono delle piccole accortezze che si possono adottare: per i soggetti a rischio, prevalentemente chi è extracomunitario (non perché si voglia fare discriminazione, ma perché è più facilmente non più reperibile), istituire un fondo cauzionale o una fideiussione sulle tasse che saranno dovute;

    in conclusione, analizzando il testo del disegno di legge di bilancio 2022, più che una legge volta al futuro dell'Italia ci sembra di avere a che fare con la vecchia «legge mancia», allora contestata dalla sinistra, pur costituendo un'appendice della Pag. 43legge finanziaria, e oggi elevata della sinistra a legge di sistema. Ciò a dimostrazione di come, per tenere in piedi una maggioranza così eterogenea e frastagliata, ci sia bisogno di una mediazione al ribasso e di cercare di accontentare tutti, il che non fa certo bene alla Nazione;

    quanto al cosiddetto «Governo dei migliori» ci auguriamo che il presidente Draghi, con il rispetto che Fratelli d'Italia gli riconosce come persona, voglia anche lui calarsi un po' nell'umiltà che ogni cittadino deve avere, magari convenendo con noi che gli organi parlamentari non sono un optional a sua disposizione!;

    questo disegno di legge di bilancio è, nei fatti, solo l'effetto di un compromesso al ribasso di forze contrapposte, con idee diverse, che vogliono forzatamente stare insieme e che, però, insieme non riescono a stare se non costretti con il ricorso al voto di fiducia di cui il Governo abusa a piene mani;

    il compromesso al ribasso, tuttavia, produce l'assenza di una visione: non c'è visione politica in questa manovra; non c'è rilancio per la Nazione perché non c'è amore per la Nazione italiana e per quella che noi chiamiamo Patria. Oggi più che mai serve una maggioranza coesa e una visione politica chiara, che solo un Parlamento rinnovato potrà determinare rispettando le indicazioni elettorali dei cittadini,

DELIBERA DI RIFERIRE
IN SENSO CONTRARIO.

Pag. 44

ALLEGATO 6

Disciplina dell'attività di rappresentanza di interessi. Testo unificato C. 196 Fregolent, C. 721 Madia e C. 1827 Silvestri.

CORREZIONI DI FORMA APPROVATE

  All'articolo 2:

   al comma 1, lettera c) sopprimere la parola: particolari;

   al comma 1, lettera d) sostituire le parole: e degli enti pubblici con le seguenti e degli altri enti pubblici;.

  All'articolo 3, comma 2, sopprimere la parola: particolari.

  All'articolo 4:

   al comma 3, sopprimere le parole: relazioni istituzionali per la;

   al comma 5, lettera a) sopprimere le parole: relazioni istituzionali per la e la parola: particolari;

   al comma 5, lettera b) sopprimere la parola: particolari;

   al comma 8, sostituire le parole dei soggetti pubblici con le seguenti: degli enti o organismi cui appartengono i soggetti pubblici;

   alla rubrica, sopprimere le parole: pubblico e le parole relazione per la.

  All'articolo 5, alla rubrica sopprimere le parole: e relazione annuale.

  All'articolo 6:

   al comma 2, sopprimere le parole: relazioni istituzionali per la;

   al comma 3, sostituire le parole: aperta alla pubblica consultazione con le seguenti: ad accesso pubblico.

  All'articolo 7, comma 3, lettera b) sostituire le parole: aperta alla pubblica consultazione con le seguenti: ad accesso pubblico.

  All'articolo 9:

   al comma 2, sopprimere le parole: relazioni istituzionali per la;

   al comma 3, lettera a) sopprimere la parola: particolari;

   al comma 4, sostituire le parole: aperta alla pubblica consultazione con le seguenti: ad accesso pubblico.

  All'articolo 10:

   al comma 1, sostituire le parole: aperta alla pubblica consultazione con le seguenti: ad accesso pubblico;

   al comma 4, sostituire le parole: aperta alla pubblica consultazione con le seguenti: ad accesso pubblico;

   al comma 5, sostituire le parole: aperta alla pubblica consultazione con le seguenti: ad accesso pubblico.

  Sostituire il titolo con il seguente: Disciplina dell'attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi.