CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 5 luglio 2017
849.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernente la ripartizione della rimanente quota del Fondo di cui all'articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (Atto n. 421).

NUOVA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE DEL RELATORE

  La IV Commissione (Difesa),
   esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento, lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernente la ripartizione della rimanente quota del Fondo di cui all'articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (legge di bilancio 2017) (atto n. 421);
   premesso che:
    l'articolo unico dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dispone, al comma 1, la ripartizione nell'arco di tempo 2017-2032 delle risorse di cui al Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, istituito, nell'ambito della legge di bilancio per il 2017, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze;
    la norma istitutiva del Fondo prevede che il suo utilizzo avvenga a mezzo di uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri interessati, in relazione ai programmi presentati dalle amministrazioni dello Stato, e che con i medesimi decreti siano individuati gli interventi da finanziare e i relativi importi e indicate, ove necessario, le modalità di utilizzo dei contributi, secondo criteri di economicità e di contenimento della spesa;
    la proposta di riparto del Fondo – come chiarito dalla relazione governativa di accompagnamento dell'atto – è stata definita anche tenendo conto delle richieste formulate dai Ministeri e dei successivi approfondimenti condotti con le amministrazioni, in coerenza con i vincoli finanziari del Fondo e con la prevedibile effettiva spendibilità degli interventi proposti;
    la relazione governativa di accompagnamento riporta le indicazioni in merito agli interventi che ciascun Ministero intende perseguire con le risorse assegnate, ricavabili dall'allegato che fa parte integrante dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in esame;
    va valutata positivamente l'audizione del Capo dell'Ufficio generale Pianificazione, programmazione e bilancio dello Stato maggiore della difesa, generale di divisione Guglielmo Luigi Miglietta, che ha permesso alla Commissione di ottenere chiarimenti in merito ai progetti e agli interventi destinatari dei finanziamenti che lo schema di decreto assegna al Ministero della difesa;
   osservato che:
    il dicastero della difesa è assegnatario, nel periodo di tempo di 15 anni, di 9,9 miliardi di euro, ripartiti in più settori di spesa, e che ulteriori risorse pari a 2.795 milioni di euro sono assegnate al Ministero dello sviluppo economico per essere finalizzate a forniture militari per la prosecuzione di programmi finanziati a valere sullo stato di previsione della spesa Pag. 60del medesimo Ministero sui quali è stato già acquisito il parere delle Commissioni parlamentari competenti;
    con le risorse recate dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sarà possibile sostenere la prosecuzione di programmi di spesa in settori già all'attenzione del dicastero della difesa, quali ad esempio il risanamento ambientale e le bonifiche – in relazione ai quali si valuta positivamente quanto emerso in occasione dell'audizione del Capo dell'Ufficio generale Pianificazione, programmazione e bilancio dello Stato maggiore della difesa circa la disponibilità di risorse aggiuntive, già dal corrente esercizio finanziario, per il rapido avvio di ulteriori interventi finalizzati alla messa in sicurezza degli ambienti di lavoro delle Forze armate – e la prevenzione del rischio sismico;
    le risorse destinate alla Difesa nel settore di spesa «attività industriali ad alta tecnologia e sostegno alle esportazioni» permetteranno – sebbene con avvio programmato prevalentemente nella seconda metà dello sviluppo temporale del provvedimento – di finanziare importanti programmi di ammodernamento e rinnovamento, rispondendo alle esigenze capacitive attuali e prospettiche della Difesa, salvaguardando nicchie di eccellenza industriali e sviluppando know how nazionale, con incremento della competitività nazionale e tutela di comparti industriali specializzati;
    preso atto, infine, che il Ministero della difesa intende perseguire investimenti per la sicurezza nazionale mediante interventi per infrastrutture di rete, cyber defence e sistemi di controllo e simulazione per ridurre l'impatto addestrativo sul territorio, nonché effettuare interventi per l'edilizia pubblica, con la ristrutturazione, l'efficientamento e l'ammodernamento delle infrastrutture del Dicastero;

delibera di formulare i seguenti rilievi:

   a) valuti la V Commissione l'opportunità di rappresentare, nel proprio parere, l'esigenza che le procedure per l'assegnazione delle risorse del Fondo di cui all'articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, siano avviate quanto prima, così da permettere alle amministrazioni interessate di realizzare tempestivamente gli obbiettivi cui le risorse medesime sono destinate;
   b) in riferimento all'allocazione temporale delle risorse per le finalità di cui alla lettera f) («attività industriali ad alta tecnologia e sostegno alle esportazioni») – che non permette l'avvio immediato di importanti programmi di alta valenza industriale e strategica – valuti la V Commissione di proporre una rimodulazione del cronoprogramma di erogazione degli stanziamenti tale da rendere disponibili in tempi più brevi le risorse complessivamente già assegnate al Ministero della difesa;
   c) la V Commissione rappresenti al Governo, nel proprio parere, la necessità di reperire – compatibilmente con il soddisfacimento delle esigenze già individuate dal dicastero della difesa come primarie – ulteriori risorse da destinare a finalità di bonifica e risanamento ambientale, nonché sicurezza sui luoghi di lavoro, anche a tutela dei responsabili competenti;
   d) valuti la V Commissione l'opportunità di rappresentare, nel proprio parere, l'esigenza di assicurare l'attuazione di un programma di rinnovo della flotta elicotteri «multiruolo» dell'Arma dei carabinieri, individuando ulteriori risorse da stanziare in futuro.

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ALLEGATO 2

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernente la ripartizione della rimanente quota del Fondo di cui all'articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (Atto n. 421).

PROPOSTA ALTERNATIVA DI DELIBERAZIONE PRESENTATA DAL GRUPPO MOVIMENTO 5 STELLE

  La IV Commissione (Difesa),
   in sede di deliberazione di rilievi, per le parti di competenza, alla V Commissione (Bilancio) sull'Atto del Governo n. 421, recante lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernente la ripartizione della rimanente quota del Fondo di cui all'articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232;
   rammentato che con l'articolo unico di detto schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri si dispone, al comma 1, la ripartizione delle risorse di cui al Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, istituito, nell'ambito della legge di bilancio per il 2017, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (cap. 7555);
   rammentato ancora che dette risorse ammontano – al netto di quanto già ripartito o attribuito con precedenti provvedimenti – a circa 46.044 milioni di euro, di cui 1.166 per il 2017, 2.762 per il 2018, 3.160 per il 2019, 2.956 per il 2020 e 3.000 per ciascuna annualità dal 2021 al 2032;
   sottolineato che la norma istitutiva del Fondo prevede che il suo utilizzo avvenga a mezzo di uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri interessati, in relazione ai programmi presentati dalle amministrazioni dello Stato, individuando altresì, in sede di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, gli interventi da finanziare ed i relativi importi ed indicando, ove necessario, modalità di utilizzo di contributi secondo criteri di economicità e di contenimento della spesa;
   sottolineato ancora che, in sede di relazione illustrativa, si precisa che la proposta di riparto del Fondo è stata definita anche tenendo conto delle richieste formulate dai Ministeri, dei successivi approfondimenti condotti con le amministrazioni, in coerenza con i vincoli finanziari del Fondo e con la prevedibile effettiva spendibilità degli interventi proposti;
   evidenziato altresì che soltanto in sede di relazione illustrativa vengono riportate le indicazioni in merito agli interventi che ciascun Ministero intende perseguire con le risorse assegnate come dall'allegato che fa parte integrante dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in esame. Tale nuova prassi di fatto espropria il Parlamento della propria capacità decisionale e propositiva impedendogli d'intervenire con emendamenti in sede di esame della legge di bilancio dello Stato ed impedendo, per questa via, di sapere in quella sede quali progetti di nuovi armamenti e d'infrastrutture saranno effettivamente finanziati;
   rilevando per questo una pesante criticità derivante dall'affievolimento dei poteri del Parlamento, chiamato semplicemente ad esprimere un parere in sede consultiva su decisioni di politica militare di grande rilievo come per i sistemi d'arma e le infrastrutture militari del presente atto; Pag. 62
   considerato che raggruppando la quota del fondo per effettiva competenza del Ministero della Difesa sono stanziati 9.998.550.001 euro per sistemi d'arma e infrastrutture militari (pari al 21,7 per cento del fondo in esame) ma che si continua a «spezzettare» tale finanziamento su più ministeri a detrimento della trasparenza sull'effettivo bilancio delle spese militari dell'Italia;
   ribadito che il raggiungimento del rapporto deficit-Pil del 2 per cento per le spese militari deciso in sede Nato ed Ue è incompatibile con la situazione economica e sociale del Paese che richiederebbe semmai l'avvio di una politica di contenimento delle suddette spese e di una lotta serrata agli sprechi;
   rilevato come l'investimento in infrastrutture per 2.616 miliardi di euro per la costruzione del cosiddetto «Pentagono italiano» a Centocelle (Roma) non è stato accompagnato da adeguato materiale informativo in merito ai supposti risparmi e razionalizzazioni che tale struttura comporterebbe e dal destino delle aree ed edifici attualmente occupati dall'Amministrazione della Difesa;
   rilevato come appare insostenibile, alla luce della decadenza infrastrutturale delle scuole italiane, sostenere che la ristrutturazione delle scuole sottufficiali di Caserta e marescialli di Viterbo possa essere inclusa nella voce edilizia scolastica e sarebbe, per trasparenza e correttezza, necessario stralciare tali interventi ed addebitarli a voci proprie del Ministero della Difesa;
   non si comprende come possono essere inseriti tra i programmi a alta tecnologia finanziati il programma CH-47F. Si tratta di un elicottero costruito dalla Boeing negli USA e assemblato da Leonardo in Italia e come tale non fornisce nuove tecnologie né favorisce l’export visto che è un prodotto statunitense;
   considerato, inoltre, che nel cosiddetto «settore attività industriali ed alta tecnologia» l'allocazione temporale delle risorse presenta diverse criticità che non permettono l'immediato avvio di tutta la programmazione e concentra la maggior parte delle risorse dopo il 2026;
   si conferma, dunque, la prassi di impegnare la Difesa in programmi non finanziati o sotto finanziati con il rischio che alcuni di questi programmi vengano conclusi molti anni dopo le previsioni, sviluppando prototipi che non saranno disponibili o non potremmo avere in tempi ragionevoli con tutti i rischi di considerare come nuovi sistemi d'arma già datati tecnologicamente;
   durante l'audizione del Capo dell'Ufficio generale Pianificazione, programmazione e bilancio dello Stato maggiore della difesa, generale di divisione Guglielmo Luigi Miglietta, il generale ha parlato della nave soccorso sommergibili che dovrebbe essere realizzata con fondi aggiuntivi del presente atto. In realtà si tratta di un'unità già sottoposta al parere della Commissione Difesa (Programma pluriennale di A/R n. SMD 02/2010, relativo all'acquisizione di un'unità navale di supporto subacqueo polivalente di ARS/NAI e del relativo supporto logistico Atto del Governo n. 270) nel settembre 2010, ma, senza una spiegazione, mai realizzata;
   nessuna garanzia è stata data sul fatto che gli aeromobili a pilotaggio remoto di nuova generazione (P2-HH) non siano armati ed in assenza di un trattato che ne delimiti i compiti e li renda compatibili con il diritto internazionale ed umanitario questo rappresenta un fatto inaccettabile;
  per quanto sopra esposto e limitatamente agli argomenti di propria competenza,

VALUTA NEGATIVAMENTE

  lo schema di decreto.

Frusone, Basilio, Corda, Rizzo, Tofalo, Paolo Bernini.

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ALLEGATO 3

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernente la ripartizione della rimanente quota del Fondo di cui all'articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (Atto n. 421).

RILIEVI DELIBERATI DALLA COMMISSIONE

  La IV Commissione (Difesa),
   esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento, lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernente la ripartizione della rimanente quota del Fondo di cui all'articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (legge di bilancio 2017) (atto n. 421);
   premesso che:
    l'articolo unico dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dispone, al comma 1, la ripartizione nell'arco di tempo 2017-2032 delle risorse di cui al Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, istituito, nell'ambito della legge di bilancio per il 2017, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze;
    la norma istitutiva del Fondo prevede che il suo utilizzo avvenga a mezzo di uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri interessati, in relazione ai programmi presentati dalle amministrazioni dello Stato, e che con i medesimi decreti siano individuati gli interventi da finanziare e i relativi importi e indicate, ove necessario, le modalità di utilizzo dei contributi, secondo criteri di economicità e di contenimento della spesa;
    la proposta di riparto del Fondo – come chiarito dalla relazione governativa di accompagnamento dell'atto – è stata definita anche tenendo conto delle richieste formulate dai Ministeri e dei successivi approfondimenti condotti con le amministrazioni, in coerenza con i vincoli finanziari del Fondo e con la prevedibile effettiva spendibilità degli interventi proposti;
    la relazione governativa di accompagnamento riporta le indicazioni in merito agli interventi che ciascun Ministero intende perseguire con le risorse assegnate, ricavabili dall'allegato che fa parte integrante dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in esame;
    va valutata positivamente l'audizione del Capo dell'Ufficio generale Pianificazione, programmazione e bilancio dello Stato maggiore della difesa, generale di divisione Guglielmo Luigi Miglietta, che ha permesso alla Commissione di ottenere chiarimenti in merito ai progetti e agli interventi destinatari dei finanziamenti che lo schema di decreto assegna al Ministero della difesa;
   osservato che:
    il dicastero della difesa è assegnatario, nel periodo di tempo di 15 anni, di 9,9 miliardi di euro, ripartiti in più settori di spesa, e che ulteriori risorse pari a 2.795 milioni di euro sono assegnate al Ministero dello sviluppo economico per essere finalizzate a forniture militari per la prosecuzione di programmi finanziati a valere sullo stato di previsione della spesa Pag. 64del medesimo Ministero sui quali è stato già acquisito il parere delle Commissioni parlamentari competenti;
    con le risorse recate dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sarà possibile sostenere la prosecuzione di programmi di spesa in settori già all'attenzione del dicastero della difesa, quali ad esempio il risanamento ambientale e le bonifiche – in relazione ai quali si valuta positivamente quanto emerso in occasione dell'audizione del Capo dell'Ufficio generale Pianificazione, programmazione e bilancio dello Stato maggiore della difesa circa la disponibilità di risorse aggiuntive, già dal corrente esercizio finanziario, per il rapido avvio di ulteriori interventi finalizzati alla messa in sicurezza degli ambienti di lavoro delle Forze armate – e la prevenzione del rischio sismico;
    le risorse destinate alla Difesa nel settore di spesa «attività industriali ad alta tecnologia e sostegno alle esportazioni» permetteranno – sebbene con avvio programmato prevalentemente nella seconda metà dello sviluppo temporale del provvedimento – di finanziare importanti programmi di ammodernamento e rinnovamento, rispondendo alle esigenze capacitive attuali e prospettiche della Difesa, salvaguardando nicchie di eccellenza industriali e sviluppando know how nazionale, con incremento della competitività nazionale e tutela di comparti industriali specializzati;
    preso atto, infine, che il Ministero della difesa intende perseguire investimenti per la sicurezza nazionale mediante interventi per infrastrutture di rete, cyber defence e sistemi di controllo e simulazione per ridurre l'impatto addestrativo sul territorio, nonché effettuare interventi per l'edilizia pubblica, con la ristrutturazione, l'efficientamento e l'ammodernamento delle infrastrutture del Dicastero;

delibera di formulare i seguenti rilievi:

   a) valuti la V Commissione l'opportunità di rappresentare, nel proprio parere, l'esigenza che le procedure per l'assegnazione delle risorse del Fondo di cui all'articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, siano avviate quanto prima, così da permettere alle amministrazioni interessate di realizzare tempestivamente gli obbiettivi cui le risorse medesime sono destinate;
   b) in riferimento all'allocazione temporale delle risorse per le finalità di cui alla lettera f) («attività industriali ad alta tecnologia e sostegno alle esportazioni») – che non permette l'avvio immediato di importanti programmi di alta valenza industriale e strategica – valuti la V Commissione di proporre una rimodulazione del cronoprogramma di erogazione degli stanziamenti tale da rendere disponibili in tempi più brevi le risorse complessivamente già assegnate al Ministero della difesa;
   c) la V Commissione rappresenti al Governo, nel proprio parere, la necessità di reperire ulteriori risorse da destinare a finalità di bonifica e risanamento ambientale, nonché sicurezza sui luoghi di lavoro, anche a tutela dei responsabili competenti;
   d) valuti la V Commissione l'opportunità di rappresentare, nel proprio parere, l'esigenza di assicurare l'attuazione di un programma di rinnovo della flotta elicotteri «multiruolo» dell'Arma dei carabinieri, individuando ulteriori risorse da stanziare in futuro.

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ALLEGATO 4

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni: Piano d'azione europeo in materia di difesa (COM(2016)950 final).

NUOVA PROPOSTA DI DOCUMENTO FINALE DEL RELATORE

  La IV Commissione (Difesa),
   esaminata la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni sul Piano d'azione europeo in materia di difesa (COM(2016)950 final);
   premesso che:
    il cambiamento degli equilibri geopolitici di inizio millennio ha reso nuovamente attuale il tema della costruzione di una difesa comune europea: da una parte minacce crescenti nel grado e nuove nel tipo (terroristiche, cibernetiche, ibride, in generale asimmetriche) hanno colpito cittadini, imprese e perfino istituzioni europei e accresciuto il loro sentimento di vulnerabilità, dall'altra parte la fine della guerra fredda e del sistema bipolare ha portato a un assetto mondiale nuovo, multipolare, nel quale l'Europa e i suoi Stati membri sono di fatto chiamati ad assumere maggiori responsabilità dirette nella tutela dei propri interessi e quindi ad operare scelte autonome rispetto a quelle degli alleati tradizionali, a cominciare dagli Stati uniti d'America, fermo restando che l'unità europea deve essere intesa come fattore di forza aggiuntiva anche per i sistemi di alleanza di cui i Paesi europei fanno parte, a cominciare dalla NATO;
    l'approccio globale alle crisi resta la via maestra, per cui la costruzione di una difesa europea più integrata deve continuare a procedere in parallelo con lo sforzo di affrontare le cause delle emergenze mondiali innanzitutto con iniziative di sostegno e di cooperazione in favore delle aree circonvicine a quelle di interesse strategico dell'Europa;
    la costruzione di una difesa europea è possibile anche sulla base dei trattati vigenti e può propiziare l'ulteriore crescita dell'unità europea nella corrente fase storica nella quale le altre ragioni dello stare assieme europeo possono apparire a volte indebolite;
    la costruzione di un'Europa della difesa va considerata una priorità assoluta sia perché il bene supremo della pace, che l'Europa ha conosciuto negli ultimi settant'anni e che costituisce un'eccezione anche nella sua storia secolare, deve essere preservato con il massimo sforzo affinché possa essere goduto anche dalle prossime generazioni, sia perché proteggere l'Europa significa difendere i suoi valori fondanti, a cominciare dai diritti umani, dei quali gli ordinamenti europei sono oggi il maggior presidio nel mondo;
    l'uscita dall'Unione europea del Regno unito, il più importante tra i Paesi membri contrari alla costruzione di un'Europa della difesa, da una parte crea condizioni più favorevoli alla nascita di quest'ultima e dall'altra parte trasforma questa nascita in una priorità, dato che con la Brexit viene meno uno degli Stati più forti militarmente dell'Unione europea;
    senza investimenti duraturi, l'industria europea della difesa rischia di non Pag. 66disporre delle capacità tecnologiche per costruire la prossima generazione di capacità critiche di difesa, il che inciderebbe sull'autonomia strategica dell'Unione e sulla sua capacità di agire come garante della propria sicurezza;
    la spesa cumulativa degli Stati membri per la difesa è al momento inefficiente, in termini di prestazioni, se comparata col rendimento di altri Paesi. Infatti la spesa in campo militare dei Paesi europei è nel complesso la seconda al mondo per ammontare, dopo quella degli Stati Uniti, ma è meno efficiente e produttiva a causa della frammentazione tanto dal lato della domanda (gli Stati) quanto dell'offerta (le aziende), della mancanza di interoperabilità tra i vari sistemi d'arma e di divari tecnologici;
    il Piano d'azione per la difesa europea (EDAP) si inserisce in una più articolata serie di iniziative dell'Unione europea per promuovere l'integrazione degli Stati membri nel settore della difesa, tutte innestate sulla visione d'insieme delineata dalla nuova Strategia globale in materia di sicurezza e difesa e sul principio in essa affermato che l'Unione europea deve dotarsi di capacità e autonomia strategica e che gli europei, in collaborazione con i partner, devono fornirsi delle capacità necessarie per difendersi e per tenere fede ai propri impegni di assistenza reciproca e solidarietà; a tal fine la Strategia globale prevede tra l'altro iniziative per promuovere l'industria europea della difesa attraverso un mercato interno equo, funzionante e trasparente, approvvigionamenti sicuri e un dialogo strutturato con le industrie del settore, con il coinvolgimento delle piccole e medie imprese;
    il Piano d'azione poggia sulla premessa che assumersi la responsabilità della propria sicurezza implica che gli Europei debbano investire nello sviluppo di capacità di difesa essenziali per essere in grado di frenare le minacce esterne, reagire ad esse e proteggersi da esse;
    l'obiettivo del complesso delle misure delineate dal Piano d'azione è di contribuire a rendere più efficiente la spesa degli Stati membri per la difesa, fermo restando che l'importo di questa resta deciso da ciascuno Stato in autonomia;
    è indispensabile tenere presenti da una parte la sempre maggiore rilevanza della ricerca e della produzione nel campo delle tecnologie a uso duale e quindi la stretta interdipendenza tra industria civile e industria della difesa in termini di know how, di applicazioni e di processi produttivi, e dall'altra parte il considerevole patrimonio di competenze tecnico-scientifiche delle imprese del settore della difesa, la cui dispersione determinerebbe un danno per il Paese non limitato alla capacità di difesa militare;
    i sistemi di difesa richiedono oggi sviluppi tecnologici di così elevato livello da presupporre e generare un ciclo industriale che inevitabilmente va oltre il mercato militare in senso stretto e qualifica anche la ricerca e l'industria civili di un Paese;
    la ripresa economica in corso in Europa può essere intercettata investendo innanzitutto, perché fungano da volano, nei settori a più alta concentrazione di soluzioni ad alta tecnologia e soprattutto in quelli nei quali l'Italia vede operare aziende nazionali con riconosciuta competitività a livello mondiale (a cominciare da quelle dell'aerospazio);
    la Commissione europea ha nel frattempo adottato, il 7 giugno scorso, un documento di riflessione sul futuro della difesa europea, con l'obiettivo di contribuire al dibattito sul tema (COM(2017)315 finale), una Comunicazione concernente l'istituzione del Fondo europeo per la difesa (COM(2017)295 finale), nonché la proposta di un regolamento che istituisce il programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa, volto a sostenere la competitività e la capacità di innovazione dell'industria europea della difesa (COM(2017)294 finale);
    i Capi di Stato e di Governo riuniti nel Consiglio europeo del 22 giugno scorso Pag. 67hanno accolto favorevolmente la Comunicazione concernente l'istituzione del Fondo europeo per la difesa e hanno chiesto la rapida approvazione del regolamento che istituisce il programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa; hanno altresì concordato sulla necessità di avviare in tempi brevi una cooperazione strutturata permanente nel campo della difesa,

ESPRIME UNA VALUTAZIONE POSITIVA

  con le seguenti osservazioni:
   1) è necessario che il Governo italiano continui non solo a sostenere le iniziative europee per la costruzione di forme di difesa comune e per l'integrazione degli Stati membri nel settore della difesa, ma anche, come ha fin qui fatto, a partecipare attivamente a questo processo, proponendo soluzioni e stimolando il confronto, in sinergia con gli altri Paesi europei capofila di questo filone di lavoro;
   2) nel contempo è necessario che il Governo sostenga la Defence Technological and Industrial Base italiana nella sua interezza, prestando attenzione a che la concreta attuazione dell'ambizioso progetto delineato dal Piano d'azione non comporti un danno per l'industria nazionale – e, segnatamente, per le piccole e medie imprese italiane altamente specializzate – e per i centri di ricerca nazionali (il CNR, le università ed altri); occorre pertanto che il Governo si adoperi nelle sedi europee per aiutare l'industria e la ricerca nazionali a concorrere in condizioni di effettiva parità con quelle degli altri Paesi per l'accesso ai fondi del Piano d'azione e ad integrarsi virtuosamente nel futuro sistema europeo, evitando che le iniziative intraprese al livello europeo per la costruzione di una difesa comune finiscano nei fatti, al momento dell'attuazione, col favorire soltanto le imprese e i centri di ricerca di altri Paesi.