CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 17 maggio 2017
819.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all'ordinamento penitenziario (C. 4368, approvato in un testo unificato dal Senato).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione,
   esaminato il progetto di legge C. 4368, approvato in un testo unificato dal Senato, recante «Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all'ordinamento penitenziario»;
   rilevato che non si rilevano profili di incompatibilità del testo unificato con la normativa dell'Unione europea;
   preso atto anche della recente dichiarazione resa dal Gruppo di lavoro OCSE sulla corruzione, che accoglie con favore le misure adottate dall'Italia al fine di risolvere il problema della prescrizione nei casi di corruzione internazionale, sottolineando che il nostro Paese «deve ora assicurarsi che il disegno di legge sia rapidamente approvato dalla Camera dei deputati, ultima fase del processo parlamentare prima dell'adozione definitiva del provvedimento»;
   esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 301

ALLEGATO 2

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2014/52/UE che modifica la direttiva 2011/92/UE concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati (Atto n. 401).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione,
   esaminato lo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2014/52/UE che modifica la direttiva 2011/92/UE concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati;
   ricordato che lo schema di decreto è volto all'attuazione della direttiva 2014/52/UE, sulla base della disposizione di delega recata dall'articolo 14 della legge di delegazione europea 2014 (legge 9 luglio 2015, n. 114), che individua, tra i principi e criteri direttivi da seguire, la semplificazione, armonizzazione e razionalizzazione delle procedure di valutazione di impatto ambientale;
   preso atto del parere favorevole espresso sul provvedimento, lo scorso 4 maggio dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni, e le province autonome di Trento e Bolzano, nel quale sono formulate numerose osservazioni e proposte emendative;
   vista, in particolare, la richiesta avanzata dalla Conferenza Stato-regioni di sopprimere la lettera b-ter) dell'articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, come introdotta dall'articolo 2, comma 1, lettera a) del presente schema di decreto;
   rilevato che tale disposizione introduce la definizione di valutazione di incidenza, quale procedimento di carattere preventivo;
   osservato che la valutazione di incidenza così definita può avere ad oggetto qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze significative su un sito o un'area geografica proposta come sito delle rete Natura 2000;
   richiamata sul punto la direttiva 92/43/CEE che, all'articolo 6, comma 3, stabilisce che gli Stati membri effettuano la valutazione di incidenza sui siti iscritti nell'elenco dei siti selezionati come di importanza comunitaria, elaborato dalla Commissione;
   evidenziato che la previsione di cui alla richiamata lettera b-ter), che applica la valutazione di incidenza anche ai siti o aree geografiche proposti ma non ancora facenti parte della rete Natura 2000, potrebbe configurare un livello di regolazione superiore a quello minimo richiesto dalla citata direttiva, in contrasto con i principi e criteri direttivi generali di delega di cui all'articolo 32 della legge n. 234 del 2012 (divieto di golplating);
   ricordato peraltro che analoga previsione della valutazione di incidenza su un «proposto sito di importanza comunitaria « è recata dal decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, di attuazione della medesima direttiva 92/43/CEE (cd. direttiva habitat),
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

Pag. 302

  con la seguente osservazione:
   valuti il Governo l'opportunità di intervenire sulla disposizione recata dall'articolo 2, comma 1, lettera a), capoverso lettera b-ter), anche estendendo l'eventuale intervento di modifica alla corrispondente disposizione di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, alla luce del divieto di goldplating, che impone nel recepimento di direttive dell'UE di non introdurre, né mantenere, livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle direttive stesse.

Pag. 303

ALLEGATO 3

Programma di lavoro della Commissione per il 2017 – Realizzare un'Europa che protegge, dà forza e difende (COM(2016)710 final) – Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2017 (Doc. LXXXVII-bis, n. 5).

RELAZIONE PER L'ASSEMBLEA APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione Politiche dell'Unione europea ha svolto l'esame congiunto del Programma di lavoro della Commissione per il 2017 «Realizzare un'Europa che protegge, dà forza e difende» (COM(2016)710 final) e della Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2017 (Doc. LXXXVII-bis, n.5).
  L'audizione del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega agli affari europei, Sandro Gozi e il documento elaborato dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome hanno consentito di acquisire utili elementi di valutazione.
  Tutte le Commissioni permanenti, nonché il Comitato per la legislazione, per i profili ricadenti nell'ambito delle rispettive competenze, hanno espresso i pareri dei quali si dà conto in questa relazione.

  Il Programma di lavoro della Commissione, il terzo del suo mandato, presentato il 25 ottobre 2016, si pone in una linea di continuità rispetto ai programmi degli anni precedenti, ribadendo l'impegno a favore delle dieci priorità indicate negli orientamenti politici presentati dal presidente Juncker all'inizio del suo mandato nel luglio 2014.
  Unitamente al discorso sullo stato dell'Unione, il Programma della Commissione riporta lo stato dell'arte delle principali misure messe in atto finora dalla Commissione e prospetta le prossime azioni che si intendono intraprendere.
  In tale quadro la Commissione europea – a partire dal titolo del Programma di lavoro, Realizzare un'Europa che protegge, dà forza e difende – sottolinea l'esigenza di dare risposte prioritarie ai cittadini europei sui alcuni temi specifici:
   la disoccupazione, con particolare attenzione al lavoro giovanile, nell'ambito di una ripresa economica ancora in fase iniziale;
   la gestione dei flussi migratori, che hanno messo a dura prova le frontiere esterne dell'Unione;
   la difesa dalla minaccia terroristica, anche affrontando la situazione di instabilità nel vicinato orientale e meridionale;
   l'avvio e la conduzione dei negoziati per la Brexit.

  Pur rivendicando alcuni, importanti risultati ottenuti nel corso del 2016 – dall'attivazione del Fondo europeo per gli investimenti strategici alla rapida attivazione della Guardia di frontiera e costiera europea –, la Commissione è consapevole di dover produrre un impegno ulteriore e significativo, per «realizzare un'agenda positiva e mirata che porti risultati concreti al fine di proteggere, difendere i cittadini e dare loro forza».
  Con la pubblicazione del Libro bianco sul futuro dell'Europa, inoltre, la Commissione Pag. 304ha inteso contribuire al processo di rinnovamento in vista del 60mo anniversario della firma dei trattati di Roma. Come ricordato anche dal Governo nella Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, il rilancio del processo di integrazione politica rappresenta una priorità indifferibile, tanto più nel quadro di incertezza apertosi dopo la Brexit.
  Il Programma di lavoro si suddivide in 10 capitoli, corrispondenti ad altrettante priorità politiche, e reca cinque allegati; in particolare, nel corso dell'esame in Commissione, ci si è soffermati sul primo, che raccoglie le 21 nuove iniziative legislative che saranno proposte dalla Commissione europea nell'arco del 2017.

  La Relazione programmatica del Governo per l'anno 2017 è invece strutturata in cinque parti, nelle quali i capitoli seguono, in generale, il Programma di lavoro della Commissione europea:
   l'azione che il Governo intende assumere per un rilancio dell'integrazione politica europea e un rilancio dei rapporti con le istituzioni dell'Unione europea;
   le priorità da adottare nel quadro delle politiche orizzontali, quali le politiche per il mercato unico dell'Unione, e settoriali, quali le strategie in materia di migrazione e le politiche per l'impresa o quelle rivolte al rafforzamento di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia;
   gli orientamenti del Governo in materia di politica estera e di sicurezza comune, politica di allargamento, vicinato e di collaborazione con Paesi terzi;
   le strategie di comunicazione e di formazione in merito all'attività dell'Unione europea e alla partecipazione italiana all'Unione europea con particolare riguardo alle celebrazione del 60o anniversario dei Trattati di Roma;
   il ruolo di coordinamento delle politiche europee, svolto dal Comitato Interministeriale per gli Affari europei (CIAE) e il tema dell'adeguamento del diritto interno al diritto dell'Unione europea, con la consueta finestra sulle attività di prevenzione e soluzione delle procedure di infrazione.

  Sono infine allegate al testo quattro Appendici con riferimenti ai documenti programmatici delle istituzioni europee e ad un prospetto dedicato alle risorse del bilancio dell'Unione europea per il 2017.
  L'esame congiunto dei richiamati documenti, insieme alle puntuali indicazioni recate nei pareri espressi dalle Commissioni permanenti nei rispettivi settori di interesse e emerse nel corso dell'attività conoscitiva, consente di individuare, nell'ambito delle condivisibili priorità indicate dalla Commissione europea, alcune iniziative cui attribuire particolare rilevanza.

  Nell'ambito della priorità 1. Un nuovo impulso all'occupazione, alla crescita e agli investimentiUn'Europa che preserva il nostro modo di vivere e dà forza ai nostri giovani, la Commissione ha annunciato la nuova iniziativa per i giovani, finalizzata ad offrire ad ogni giovane prospettive reali di istruzione, formazione e impiego. L'iniziativa si articola in un gran numero di proposte riguardanti, tra l'altro, l'istituzione del corpo europeo di solidarietà, volto a coinvolgere i giovani in progetti di solidarietà con l'obiettivo di costruire una società più inclusiva, l'introduzione di formule di mobilità per gli apprendisti e la modernizzazione dell'istruzione scolastica e superiore. Con riferimento all'attuazione nel nostro Paese dell'iniziativa Garanzia giovani e anche alla luce degli esiti del monitoraggio effettuato sul piano nazionale, si auspica che il Governo adotti opportune iniziative al fine di rafforzarne l'efficacia in termini di supporto alla creazione di nuovi posti di lavoro di qualità, verificando, in particolare, l'idoneità dei tirocini formativi offerti ad incidere positivamente sulla futura occupabilità dei giovani interessati (parere XI Commissione).
  Merita apprezzamento la volontà espressa dalla Commissione europea, nel quadro della riprogrammazione finanziaria Pag. 305per il periodo 2017-2020, di incrementare la dotazione finanziaria per l'Italia del Fondo sociale europeo e del Fondo europeo di sviluppo regionale, che concorrono alla realizzazione degli obiettivi nelle aree prioritarie delle migrazioni, della crescita e dell'occupazione giovanile, nonché di integrare la dotazione iniziale dell'Iniziativa Occupazione Giovani (IOG) di un miliardo di euro, cui corrisponderà l'erogazione di un miliardo di euro di da parte del Fondo sociale europeo.
  Sul piano degli investimenti, la Commissione punta alla creazione di partnership pubblico-private per rimuovere gli ostacoli e sostenere investimenti nell'economia reale e si impegna a raddoppiare la capacità finanziaria del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS 2.0) nell'ambito del c.d. Piano Juncker, e a presentare un Piano per l'Africa e i paesi del vicinato, allo scopo di promuovere una crescita sostenibile e possibilità di occupazione anche in questi paesi ed affrontare al contempo una delle cause profonde della migrazione.
  Rientrano infine nel settore relativo a questa stessa priorità anche le iniziative volte all'attuazione del Piano d'azione per l'economia circolare, considerato strategico al fine di coniugare l'obiettivo di una maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale con quello della crescita economica. Il piano offre infatti un grande potenziale di innovazione e occupazione all'interno dell'Unione, con misure per migliorare la gestione dei rifiuti e l'utilizzo dell'acqua potabile, dando seguito alla campagna dei cittadini europei «Right2Water». Nell'ambito del piano d'azione si segnala anche la strategia per il riutilizzo e il riciclaggio delle materie plastiche, prevista per il quarto trimestre del 2017.

  Per quanto concerne la priorità 2. Un mercato unico digitale connessoUn'Europa che dà forza ai suoi cittadini e alle sue imprese, in cima all'agenda della Commissione europea per il 2017 vi è il completamento dell'attuazione della Strategia per il mercato unico digitale, presentata nel maggio 2015 con l'obiettivo di sviluppare un'economia digitale in grado di espandere i mercati e creare nuova occupazione attraverso il superamento della frammentazione esistente.
  Come preannunciato nel Programma di lavoro, la Commissione europea ha presentato tre nuove proposte: un pacchetto Refit sull'IVA, che comprende diverse proposte in materia di modernizzazione dell'IVA nel commercio elettronico transfrontaliero e nel settore delle pubblicazioni online; un pacchetto sulla protezione dei dati, anche con riferimento alle comunicazioni elettroniche; alcune iniziative in materia di economia dei dati, volte a sfruttare appieno il potenziale Ue in termini di dati, con specifico riferimento all'accesso e trasferimento dei dati, alla responsabilità per i prodotti e i servizi basati sui dati e alla portabilità dei dati.
  Per quanto attiene ai profili di competenza relativi al pacchetto normativo sul mercato unico digitale, la IX Commissione ha sottolineato l'esigenza di una regolamentazione del mercato digitale non pregiudizievole della libertà contrattuale del diritto d'autore sia con riferimento alla disciplina della portabilità dei contenuti audiovisivi, sia con riguardo alla definizione di profili di responsabilità del prestatore del servizio di hosting che svolga un ruolo attivo nella gestione e nella distribuzione dei contenuti.
  Anche la X Commissione, in sede di esame parlamentare, ha definito prioritarie le strategie che intendono collocare l'Europa alla frontiera tecnologica e che mirano a costruire una leadership europea a livello globale, quali, ad esempio, la Strategia spaziale europea, fondamentale per le prospettive di crescita dell'industria manifatturiera ad alta tecnologia e ad alto valore aggiunto, e la Strategia per il mercato unico digitale la quale, attraverso il potenziamento delle regole e delle infrastrutture digitali, l'iniziativa per il cloud computing e la digitalizzazione delle attività manifatturiere, è in grado di consentire il pieno dispiegamento di tutte le potenzialità offerte dall'informatizzazione. Pag. 306
  Nella Relazione programmatica il Governo ha confermato l'impegno di portare avanti le azioni per l'attuazione della Strategia per il mercato unico digitale e i negoziati già in corso sulle misure adottate nei diversi settori di interesse: portabilità transfrontaliera dei servizi di contenuti on-line, copyright, geoblocking, servizi di consegna transfrontaliera dei pacchi, nuovo codice delle comunicazioni elettroniche e modernizzazione del quadro dell'audiovisivo.

  Con riferimento alla priorità 3. Un'Unione dell'energia resiliente con politiche lungimiranti in materia di cambiamenti climaticiUn'Europa che si assume la responsabilità di mantenere le promesse fatte, la Commissione colloca al primo posto l'attuazione della «Strategia dell'Unione dell'energia», dell'Accordo di Parigi sul clima e dell'Accordo internazionale sulle emissioni degli aeromobili.
  A completamento delle iniziative legislative previste nell'ambito della Strategia dell’’Unione dell'energia, il 30 novembre scorso la Commissione ha presentato il pacchetto legislativo «Energia pulita per tutti gli europei», che si compone di una Comunicazione e di otto proposte legislative in materia di mercato dell'energia elettrica, di energie rinnovabili di efficienza energetica e di governance. Le proposte del pacchetto sono attualmente all'esame della X Commissione e, quella relativa alle fonti rinnovabili, anche dell'VIII Commissione.
  Come evidenziato dalla X Commissione, uno dei pilastri dell'Unione dell'energia è costituito dalla sicurezza energetica. La Commissione ritiene che occorra realizzare un complesso di misure coerenti, volte a consentire a tutti gli Stati membri di migliorare la propria resilienza energetica, mediante strategie che non possono essere affidate soltanto agli sforzi e all'impegno dei singoli paesi, ma che richiedono un sistema condiviso per un più efficace raggiungimento degli obiettivi di miglioramento dell'efficienza energetica, sviluppo e integrazione delle reti e potenziamento dell'utilizzo delle fonti rinnovabili, così da ridurre anche la dipendenza dai fornitori esterni.
  Altre iniziative annunciate in sede europea riguardano l'attuazione della Strategia europea per una mobilità a basse emissioni presentata nel luglio 2016, che si prefigge di aumentare l'efficienza dei trasporti per rispondere alle esigenze di mobilità delle persone e delle merci e di promuovere la riduzione delle emissioni, con un graduale passaggio a veicoli a emissioni zero, aumentando così anche la competitività del settore.
  L'VIII Commissione ha richiamato l'attenzione sull'opportunità di concludere in tempi rapidi il processo di riforma del sistema di scambio delle quote di emissione dei gas ad effetto serra (sistema ETS) e di considerare anche l'utilizzo di strumenti fiscali volti a disincentivare le emissioni maggiormente inquinanti. Con riguardo ai settori non coperti dal sistema di scambio di quote di emissione ETS, sarebbe necessario, secondo la Commissione, definire il raggiungimento di un più equo ed equilibrato sistema di ripartizione degli sforzi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra tra gli Stati membri, anche attraverso la determinazione di appropriate flessibilità, valorizzando gli sforzi dei Paesi che, come l'Italia, hanno già ridotto in anticipo le proprie emissioni.

  Nell'ambito della priorità 4. Un mercato interno più profondo e più equo con una base industriale più solidaUn'Europa che dà un forte contributo all'occupazione e alla crescita e si batte per la propria industria, il rafforzamento del mercato unico rimane, anche per il 2017, un obiettivo centrale nell'agenda della Commissione. Seguendo la tabella di marcia stabilita nella Strategia per il mercato unico, presentata nell'ottobre 2015, la Commissione ha già presentato un pacchetto di misure per affrontare gli ostacoli sul mercato dei servizi. Le iniziative concrete, adottate il 10 gennaio 2017, prevedono specificamente: una nuova e-card europea dei servizi, la valutazione della proporzionalità delle norme nazionali sui Pag. 307servizi professionali, gli orientamenti per le riforme nazionali in materia di regolamentazione delle professioni e una migliore notifica dei progetti di norme nazionali sui servizi.
  Per quanto riguarda l'attuazione della strategia per il mercato unico dei beni e servizi sul piano nazionale, il Governo intende, in particolare: migliorare e implementare la direttiva servizi 2006/123/UE, specialmente con riferimento alla Carta europea dei servizi; introdurre uno strumento di informazione del mercato unico e uno Sportello digitale unico; dare piena attuazione all'Accordo su un tribunale unificato dei brevetti, fatto a Bruxelles il 19 febbraio 2013, in materia di proprietà industriale; migliorare gli strumenti recentemente introdotti per favorire la mobilità dei professionisti, quali la tessera professionale europea e il meccanismo di allerta; rafforzare la rete europea SOLVIT, che si è rivelata un valido strumento per la risoluzione di problematiche di cittadini ed imprese causate dalla non corretta applicazione delle norme dell'UE da parte delle pubbliche amministrazioni; favorire il processo di modernizzazione degli aiuti di Stato anche sulla base del documento Common Understanding on strengthening the institutional setup for State aid control in Italy che l'Italia e la Commissione europea hanno sottoscritto il 3 giugno 2016.

  Nell'ambito delle misure dedicate alla priorità 5. Un'Unione economica e monetaria più profonda e più equaUn'Europa che protegge le nostre economie e garantisce parità di trattamento ai lavoratori e alle imprese, si segnala che sono già stati attuati alcuni obiettivi previsti nella relazione dei 5 Presidenti sul completamento dell'UEM, tra cui l'istituzione del Comitato europeo per le finanze pubbliche, incaricato di valutare la conformità dei bilanci nazionali con le raccomandazioni approvate a livello UE. Il Governo auspica che questo nuovo Comitato europeo adotti, nelle proprie attività di analisi, un punto di vista pan-europeo e formuli raccomandazioni sulle politiche fiscali per l'area dell'euro nel suo insieme, allo scopo di sviluppare una politica di bilancio aggregata e una strategia di crescita a livello europeo che vada oltre la semplice somma dei risultati nazionali. Per quanto riguarda i Comitati nazionali per la competitività, incaricati di valutare i progressi conseguiti da ciascuno Stato membro con le riforme strutturali e che dovrebbero essere introdotti entro il 30 giugno 2017, il Governo ritiene importante che essi contribuiscano all'analisi delle possibili opzioni di policy e non si limitino a un ruolo di mera diagnosi, proponendo iniziative strutturali capaci di stimolare la produttività.
  In sede di esame parlamentare è stata sottolineata, da parte della VI Commissione, l'esigenza di realizzare il disegno dell'Unione bancaria europea, completando la definizione di un Sistema europeo di garanzia dei depositi (EDIS), che dovrà costituire il terzo pilastro dell'Unione bancaria, adottando in tempi rapidi la proposta di regolamento sul sistema comune di garanzia dei depositi bancari, senza subordinarlo all'introduzione di ulteriori e più restrittive misure di riduzione dei rischi. È stata inoltre evidenziata l'esigenza di portare finalmente a compimento la riforma dell'IVA avviata nel 2010 con il «Libro Verde sul futuro dell'IVA», al fine di rendere il meccanismo impositivo più semplice, solido ed efficiente, perseguendo in particolare gli obiettivi di adattare il sistema dell'IVA agli sviluppi indotti dall'economia digitale e alle esigenze delle PMI, di rivedere le aliquote dell'imposta e di contrastare in modo più efficace i gravi fenomeni di evasione che si registrano in tale settore, anche attraverso una migliore cooperazione tra le amministrazioni fiscali e con le dogane e una maggiore collaborazione tra contribuenti e amministrazioni finanziarie.
  In esito alla consultazione pubblica, che si è chiusa il 31 dicembre 2016, per l'istituzione di un Pilastro europeo dei diritti sociali, lo scorso 26 aprile la Commissione ha presentato una proposta definitiva in cui sono stabiliti 20 principi e diritti fondamentali per sostenere il buon funzionamento e l'equità dei mercati del Pag. 308lavoro e dei sistemi di protezione sociale. Nelle intenzioni della Commissione, infatti, il pilastro sociale è destinato a servire da bussola per un nuovo processo di convergenza verso migliori condizioni di vita e di lavoro in Europa. Al pilastro sono associate una serie di ulteriori iniziative legislative e non legislative concernenti, tra l'altro, l'equilibrio tra attività professionale e vita privata di genitori e prestatori di assistenza, l'informazione dei lavoratori, l'accesso alla protezione sociale e l'orario di lavoro.
  In relazione alla proposta definitiva che istituisce il Pilastro sociale, la XI Commissione ha posto in evidenza l'esigenza di garantire la massima effettività ai principi affermati, anche attraverso l'integrazione di obiettivi sociali nella procedura del Semestre europeo, con valore vincolante analogo a quello degli obiettivi di finanza pubblica. La Commissione ritiene inoltre che il Governo debba sostenere lo stanziamento di adeguate risorse nell'ambito del bilancio dell'Unione europea e promuovere una discussione volta a sollecitare un particolare trattamento, in sede di applicazione dei parametri del patto di stabilità e crescita e di valutazione dei disavanzi pubblici, agli investimenti di carattere sociale, tenendo conto anche degli effetti positivi che essi possono produrre sulla crescita economica.

  Per quanto concerne la priorità 6. Commercio: un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti realistico e equilibratoUn'Europa aperta agli scambi con i nostri partner, che rafforza nel contempo gli strumenti di difesa, la Commissione europea ribadisce l'impegno dell'UE a favore di un sistema commerciale aperto e regolamentato, essenziale per la crescita, l'occupazione e la competitività. A tal fine ritiene necessario proseguire i negoziati commerciali in corso con gli Stati Uniti, il Giappone, il Mercosur, il Messico, la Tunisia e i paesi dell'ASEAN (Associazione delle nazioni del Sud est asiatico) e definire nuovi mandati per avviare negoziati commerciali con la Turchia, l'Australia, la Nuova Zelanda e il Cile. Nel contempo, auspica la rapida ratifica dell'accordo economico e commerciale globale (CETA) con il Canada e l'aggiornamento e la modernizzazione degli strumenti europei di difesa commerciale.
  Concordando con le priorità evidenziate nel Programma della Commissione, il Governo sottolinea, tra l'altro, l'importanza di rilanciare il partenariato strategico tra l'UE e la Russia, che resta fortemente condizionato dalla crisi ucraina; di consolidare il partenariato con la Cina, sostenendo l'impegno negoziale della Commissione europea per una positiva e rapida conclusione dell'Accordo sugli investimenti UE-Cina; di riprendere i negoziati per la conclusione dell'accordo di libero scambio UE-India e di proseguire il dialogo politico e la cooperazione con i Paesi africani.

  In relazione alla priorità 7. Uno spazio di giustizia e di diritti fondamentali basato sulla fiducia reciprocaUn'Europa che difende e preserva i nostri valori della libertà, della democrazia e dello Stato di diritto, il 21 dicembre 2016 la Commissione europea ha presentato, nell'ambito delle misure volte all'attuazione dell'Unione della sicurezza, un pacchetto di proposte finalizzate al contrasto del finanziamento al terrorismo. Si tratta, nello specifico, di una proposta di direttiva che mira a perseguire penalmente il riciclaggio dei proventi di reati, di una proposta di regolamento relativo ai controlli sul denaro contante e di una proposta di regolamento sul riconoscimento reciproco degli ordini di congelamento e confisca dei proventi di reato.
  Nella Relazione programmatica sono previsti una serie di impegni ulteriori rispetto alle priorità indicate dalla Commissione nel settore giustizia e affari interni, che riguardano il contrasto al terrorismo, alla criminalità organizzata e al cybercrime.
  In particolare, il Governo intende concentrarsi sull'attuazione di misure di rafforzamento delle agenzie di law enforcement per la cooperazione e per la formazione Pag. 309(Europol e Cepol), e per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne (Frontex).
  Nel parere formulato dalla I Commissione si attribuisce un rilievo particolare al rafforzamento delle misure a livello europeo in materia di cybersecurity e più in generale di utilizzo della rete per fini illegali, considerato l'altissimo potenziale di tale infrastruttura per la propaganda e il reclutamento da parte delle organizzazioni terroristiche. La Commissione ritiene inoltre obiettivi prioritari il potenziamento degli strumenti a livello europeo diretti alla prevenzione e al contrasto dei processi di radicalizzazione e il rafforzamento dello scambio di intelligence e di informazioni tra autorità di contrasto, anche tramite la rapida attuazione della recente riforma di Europol.

  Ampio spazio è dedicato alla priorità 8. Verso una nuova politica della migrazioneUn'Europa che protegge le nostre frontiere e attua una politica migratoria responsabile.
  Preannunciando la presentazione di un esame intermedio relativo all'attuazione dell'Agenda europea sulla migrazione, l'intento della Commissione per il 2017 è volto in primo luogo ad assicurare un sostegno diretto ai rifugiati e a favorirne l'integrazione nelle comunità di accoglienza in Europa e nei paesi terzi.
  Il Governo italiano, da parte sua, insiste nel mantenere al centro dell'Agenda europea la necessità di una maggiore condivisione degli oneri nella gestione del fenomeno migratorio, sia per quanto riguarda i profili interni (gestione delle frontiere, riforma del sistema europeo di asilo, ricollocazione e reinsediamento) che per quelli esterni (partenariati con i paesi terzi).
  In tale contesto, particolare importanza riveste la riforma del Sistema europeo comune di asilo, che comprende la proposta di regolamento che istituisce l’»Eurodac» per il confronto delle impronte digitali e per l'identificazione di cittadini di Paesi terzi o apolidi il cui soggiorno è irregolare e altre proposte in materia di qualifica di beneficiario di protezione internazionale e di procedure comuni di protezione internazionale nell'Unione.
  A tale proposito, in sede di esame parlamentare da parte della I Commissione, è stata sottolineata la necessità di inserire tra le priorità della Commissione europea l'accelerazione dell'esecuzione delle decisioni adottate dal Consiglio nel 2015 in materia di ricollocazione, anche mediante il ricorso a misure sanzionatorie nei confronti degli Stati membri più refrattari al rispetto dei propri obblighi. Secondo la stessa Commissione, inoltre, andrebbero riviste alcune disposizioni della proposta di riforma del regolamento Dublino che, come indicato dallo stesso Governo nella Relazione, sebbene contempli un articolato meccanismo di assegnazione dei richiedenti protezione per gestire situazioni di eccessiva pressione sui sistemi nazionali di asilo, mantiene sostanzialmente intatto il principio in forza del quale la gestione dei richiedenti asilo è in carico al Paese di primo ingresso.

  La priorità 9. Un ruolo più incisivo a livello mondialeUn'Europa che protegge difende anche i nostri interessi oltre i confini è incentrata sulla nuova Strategia globale in materia di sicurezza e difesa – presentata dall'Alta Rappresentante nel giugno 2016 – e sulla politica europea di vicinato, con lo scopo di sostenere i paesi partner lungo il percorso della stabilizzazione politica ed economica, delle riforme e dello sviluppo della resilienza, anche attraverso la politica di allargamento.
  Con riguardo specifico al settore della difesa, il Piano d'azione per la difesa europea presentato dalla Commissione europea il 30 novembre 2016 e attualmente in corso di esame parlamentare, si articola su tre assi principali: la creazione di un Fondo europeo per la difesa; la promozione di investimenti nelle catene di approvvigionamento della difesa; il rafforzamento del mercato unico della difesa. Il Fondo europeo di difesa, in particolare, è stato proposto dalla Commissione europea per promuovere la ricerca e l'innovazione e contribuire al rafforzamento della base Pag. 310industriale e tecnologica di difesa europea, nonché per stimolare ulteriormente lo sviluppo di capacità di difesa essenziali. Condividendo tale iniziativa, anche la IV Commissione ritiene che, per una razionalizzazione della spesa per la difesa, occorra un coordinamento più stretto tra sistema industriale e mondo della ricerca, sia civile, sia militare, come già evidenziato dal Libro bianco per la sicurezza internazionale e la difesa, presentato dal Ministro della difesa nel 2015.
  L'Unione europea, si dichiara inoltre nel Programma di lavoro, continuerà ad adoperarsi per risolvere i conflitti e le crisi in atto nel suo vicinato e oltre, e per contribuire alle iniziative in tal senso intraprese dalle Nazioni Unite e da altri attori internazionali. Il 3 aprile scorso, il Consiglio europeo ha formalmente approvato, su proposta dell'Alta Rappresentante, la Strategia dell'UE per una Siria unita, democratica e pluralista.
  Anche il Governo italiano condivide l'opportunità di rafforzare l'approccio integrato alla gestione delle crisi internazionali e di sviluppare la capacità dei Paesi vicini di gestire in proprio i fenomeni che impattano sulla sicurezza dell'Europa. In quest'ottica saranno quindi sostenute le iniziative volte al rafforzamento della difesa europea, in complementarità con la NATO, con prioritaria attenzione al conflitto siriano, come anche al ristabilimento dell'unità e integrità territoriale in Iraq e al consolidamento delle istituzioni libiche.

  La priorità 10. Un'Unione di cambiamento democraticoUn'Europa che si assume la responsabilità, ascolta e produce risultati concreti, definita dalla stessa Commissione «la più globale delle 10 priorità», è incentrata sui principi di una migliore regolamentazione e di una maggiore responsabilità e trasparenza delle istituzioni europee.
  La Commissione opererà in stretta collaborazione con il Parlamento europeo e il Consiglio ai fini di una piena attuazione e applicazione dell'accordo interistituzionale «Legiferare meglio», in vigore dall'aprile 2016, che prevede una cooperazione più stretta tra le istituzioni nell'ambito della programmazione legislativa, il rafforzamento delle valutazioni d'impatto nelle nuove iniziative e una maggiore trasparenza e consultazione pubblica nell’iter legislativo. Nell'ambito del rafforzamento del processo decisionale interno all'Unione, la Commissione ha recentemente presentato una proposta di accordo interistituzionale per l'obbligatorietà di un registro per la trasparenza, che dovrà essere rispettato da tutti i portatori di interessi (lobby), in modo da garantire che tutte le istituzioni europee indichino chiaramente chi influenza il processo decisionale europeo.
  Meritano infine un breve richiamo alcuni argomenti che hanno ricevuto particolare attenzione nella Relazione programmatica del Governo e nel corso dell'esame parlamentare, ma che non sono trattati nel programma di lavoro della Commissione.
  Mi riferisco in particolare al tema della salute, sul quale il Governo si impegna a facilitare il processo di internazionalizzazione del Servizio sanitario nazionale promuovendo una partecipazione più competitiva ai programmi di finanziamento europeo per la ricerca. Specifico riferimento viene fatto al PRO.M.I.S. (Programma Mattone Internazionale Salute), coordinato dal Governo assieme alle regioni Veneto e Toscana.
  Sono poi previsti, per il 2017, una serie di interventi in materia di sicurezza alimentare e di cultura e turismo.
  Di particolare interesse per Commissione Politiche dell'Unione europea sono le sezioni della Relazione programmatica dedicate alle strategie di comunicazione e formazione e al coordinamento nazionale delle politiche europee.
  Le priorità di comunicazione e di formazione in merito all'attività dell'Unione europea e alla partecipazione italiana all'UE si concentreranno innanzitutto sulla ricorrenza dei 60 anni dei Trattati di Roma, non solo nella data dell'anniversario (25 marzo 2017), ormai trascorsa, ma per tutta la durata dell'anno. Pag. 311
  Per riaffermare la scelta europea dell'Italia e rilanciare il processo di integrazione a sessant'anni dalla firma dei Trattati, la strategia di comunicazione – rivolta alla cittadinanza e in particolare alle nuove generazioni – sarà mirata a sostenere e diffondere la consapevolezza e il valore aggiunto che implica l'appartenenza europea e sarà dedicata alla prosecuzione e al rilancio di azioni di sensibilizzazione e informazione che collegano il tema della cittadinanza con il rispetto di determinati diritti particolarmente incisivi per la cultura, l'integrità sociale, la qualità della vita e la dignità della persona, l'applicazione concreta delle norme europee e le principali opportunità offerte dal mercato unico.
  Nel 2017, inoltre, in occasione delle celebrazioni per i trenta anni del Programma «Erasmus» verrà realizzato uno specifico piano di comunicazione, promozione e valorizzazione del Programma stesso per dare visibilità e valorizzare l'intero quadro della cooperazione comunitaria nel settore dell'istruzione.
  Quanto al coordinamento nazionale delle politiche europee, il Governo intende innanzitutto proseguire l'azione di coordinamento tesa ad assicurare l'efficace partecipazione dell'Italia ai processi decisionali dell'Unione Europea attraverso il rafforzamento della governance nazionale, con particolare riferimento all'attività del Comitato Interministeriale per gli Affari Europei (CIAE) e alla rete dei Nuclei di valutazione degli atti dell'Unione europea.
  La riduzione delle procedure d'infrazione resta un obiettivo prioritario dell'azione del Governo da attuarsi, da un lato, con il rafforzamento delle attività di prevenzione delle infrazioni e, dall'altro, con l'individuazione di specifiche iniziative capaci di chiudere, nel migliore dei modi, i casi pendenti. Il Governo intende utilizzare il disegno di legge europea anche in chiave preventiva con riguardo ai cosiddetti casi EU Pilot, al fine di risolvere i problemi di non conformità col diritto UE, contestati dalla Commissione europea, prima che questi diano origine all'apertura formale di procedure d'infrazione a carico dell'Italia.
  Per quanto riguarda invece le procedure d'infrazione per mancato recepimento di direttive europee, oltre alla Legge di Delegazione europea, che il Governo prevede di presentare a cadenza semestrale, l'intento è quello di proseguire nel rafforzamento dell'attività di controllo centralizzato del rispetto da parte delle singole Amministrazioni del termine di recepimento delle direttive da attuare in via amministrativa.
  L'esame dei documenti programmatici della Commissione europea e del Governo offre una preziosa occasione per approfondire le principali questioni che devono essere affrontate dagli Stati membri e dalle Istituzioni europee, nonché per esprimere una valutazione complessiva sugli obiettivi prioritari individuati e sulle strategie messe in campo a livello nazionale e di Unione europea.
  Non si può negare che le priorità indicate dalla Commissione per il 2017 si inscrivano in un contesto particolarmente difficile per il futuro dell'Unione europea, che oggi – oltre alla perdurante stagnazione economica, finanziaria ed occupazionale – si trova ad affrontare sfide transnazionali (migrazioni, terrorismo, cambiamenti climatici) e interne (squilibri socio-economici e, in particolare, la Brexit) di particolare gravità. Come si è detto più volte, le sfide e i problemi di dimensione globale non possono essere affrontati dai singoli Stati membri, ma richiedono necessariamente una risposta comune. Per affrontare tali sfide occorre un'Europa più unita e nuove e più forti politiche europee ispirate sempre al rispetto dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali che rappresentano il nucleo della comune identità europea.
  Per poter garantire pace, sicurezza e benessere ai suoi cittadini, l'Unione europea deve rafforzare il suo ruolo a livello internazionale e, sul fronte interno, recuperare fiducia da parte dei suoi cittadini e una piena legittimazione delle sue istituzioni.
  Il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2017 è un programma molto più condiviso tra le Istituzioni europee, il primo adottato in attuazione dell'accordo istituzionale «Legiferare meglio» Pag. 312che, benché sia entrato in vigore nell'aprile 2016, è frutto di una iniziativa maturata nell'ambito del semestre di Presidenza italiana.
  I documenti programmatici delle Istituzioni europee e anche la stessa Dichiarazione di Roma adottata in occasione del sessantesimo anniversario dei Trattati pongono come obiettivo politico primario l'Europa sociale.
  Si avverte infatti, sempre più, l'esigenza di riavviare il processo di integrazione europea muovendo da una nuova e più efficace politica di coesione economico-sociale tra gli Stati membri, in luogo delle attuali situazioni di conflittualità e competizione. La realizzazione di tale politica potrebbe rappresentare un punto di svolta fondamentale per rilanciare la costruzione di una nuova Unione, fondata su diversi assetti istituzionali in grado di assicurare a tutti i cittadini europei un più equo modello di convivenza e una più efficace tutela dei diritti sociali.

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ALLEGATO 4

Sulla riunione interparlamentare organizzata dalla Commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo, svolta a Bruxelles il 2 maggio 2017.

RELAZIONE DELL'ONOREVOLE MARINA BERLINGHIERI.

  L'incontro interparlamentare, organizzato dalla Commissione Affari costituzionali (AFCO) del Parlamento europeo, aveva ad oggetto l'attuazione delle disposizioni dei Trattati relative ai Parlamenti nazionali. All'incontro hanno partecipato parlamentari nazionali provenienti da 8 Stati membri. Per la Camera dei deputati è intervenuta l'on. Marina Berlinghieri (PD), per il Senato il Presidente della Commissione Politiche dell'UE Vannino Chiti (PD).
  In apertura dell'incontro, la Presidente della Commissione AFCO Danuta Maria Hubner (Polonia, PPE) ha sottolineato l'importanza di rafforzare il dialogo legislativo con i Parlamenti nazionali al fine di migliorare la qualità della legislazione e, a tal fine, ha segnalato una recentissima innovazione introdotta al Parlamento europeo volta a dare maggiore visibilità ai documenti trasmessi dai Parlamenti nazionali. I contributi trasmessi dai Parlamenti nazionali nell'ambito della procedura di dialogo politico informale (e non soltanto quindi i pareri motivati) sono ora inseriti nei fascicoli di seduta delle Commissioni parlamentari e sono inoltre consultabili on-line in un'apposita sezione del sito del Parlamento europeo.
  Successivamente, in rappresentanza della Commissione europea, il Direttore Enrico Forti ha ribadito l'importanza annessa dall'attuale Commissione al dialogo con i Parlamenti nazionali, che si è tradotta in primo luogo in un consistente incremento delle visite dei Commissari nelle capitali. Dopo avere ricordato il ruolo che può essere svolto dai Parlamenti nazionali in fase di consultazione pubblica e il coinvolgimento di questi ultimi ai fini della predisposizione del programma di lavoro della Commissione 2016 e 2017, il relatore si è soffermato sulla procedura di dialogo politico (introdotta a seguito dell'iniziativa Barroso), segnalando, a fronte di un marcato aumento del numero dei contributi dei Parlamenti nazionali, una sempre maggiore consapevolezza da parte della Commissione circa la rilevanza di tali documenti al fine di migliorare la qualità della legislazione. Il direttore Forti ha anche riconosciuto il contributo positivo rappresentato dai tre progetti pilota finora avviati in materia di green card, al fine di consentire, a Trattati vigenti, ad un gruppo di Parlamenti nazionali di chiedere alla Commissione europea di presentare un progetto normativo.
  Successivamente, l'on. Paulo Rangel (S&D, Portogallo) ha presentato il documento preparatorio della relazione sull'attuazione delle disposizioni dei Trattati relative ai Parlamenti nazionali, ponendo taluni spunti di riflessione e sollecitando un contributo dei parlamentari presenti su alcuni dei temi di discussione contenuti nel documento. Il relatore si è innanzi tutto soffermato sul controllo di sussidiarietà, rispetto a cui andrebbero valutate, da un lato, l'estensione del controllo dei Parlamenti nazionali anche al conferimento delle competenze e al principio di proporzionalità, e, dall'altro, la congruità del periodo di 8 settimane. Il relatore ha quindi riconosciuto l'impegno dell'attuale Commissione europea nell'ambito della procedura del dialogo politico, espresso Pag. 314una valutazione positiva sulla green card (la cui introduzione non presuppone l'attribuzione di un diritto di iniziativa legislativa ai Parlamenti nazionali) e rimesso alla discussione la valutazione dell'introduzione del cosiddetto cartellino rosso, ovvero della procedura inserita nell'accordo con il Regno Unito prima del referendum, che prevedeva che qualora i pareri motivati dei Parlamenti nazionali avessero rappresentato più del 55 per cento dei voti attribuiti ai Parlamenti nazionali, il Consiglio dei ministri avrebbe interrotto l'esame del progetto di atto legislativo in questione. Al fine di rendere più efficace il ruolo dei Parlamenti nazionali nell'esame delle questioni europee, l'on. Rangel ha, da un lato, ipotizzato l'istituzione di una settimana europea, nella quale tutti i parlamenti si occupino di questioni europee alla presenza degli europarlamentari e, dall'altro, ha lanciato talune proposte dirette ad armonizzare le agende tra Parlamenti nazionali ed Istituzioni europee in particolare nell'ambito della procedura del semestre europeo, che potrebbero implicare anche delle modifiche alle regole di procedura dei singoli Parlamenti nazionali.
  Il successivo relatore, Vacl Hampl (Presidente della Commissione affari europei del Senato ceco) ha concordato sulle ipotesi formulate dall'on. Rangel in materia di cartellino giallo e ha, al contempo, posto la questione di migliorare le risposte della Commissione alle osservazioni formulate dai Parlamenti nazionali. Il relatore ha espresso scettiscismo sull'utilità della green card e si è soffermato sulle potenzialità della procedura di cartellino rosso, la cui introduzione, tuttavia, a seguito del referendum britannico, non appare più realistica. Il relatore ha quindi richiamato il tema contenuto nel documento del coinvolgimento delle minoranze negli affari europei (ad esempio l'incorporazione delle opinioni dissenzienti nei pareri motivati), esprimendo qualche dubbio sull'utilità di tale iniziativa, anche alla luce dello scarso rilievo dei contributi trasmessi dai Parlamenti nazionali nel processo legislativo. L'on. Hampl si è detto invece contrario al coordinamento delle agende in materia di semestre europeo, che interferirebbe con le competenze nazionali in materia di politica economica degli Stati membri e pregiudicherebbe un adeguato esame da parte dei Parlamenti nazionali delle raccomandazioni trasmesse.
  Il Presidente Chiti si è quindi concentrato sulla procedura di dialogo politico con la Commissione, alla quale partecipano attivamente tutte le Commissioni settoriali del Senato, e ha evidenziato come tale meccanismo stia favorendo la diffusione dei contenuti dell'attività europea tra i cittadini e contribuendo ad una maggiore consapevolezza del Parlamento in sede di trasposizione della normativa europea. In proposito, ha espresso apprezzamento per l'inserimento dei contributi dei Parlamenti tra i documenti di seduta delle Commissioni del Parlamento europeo e ha sottolineato l'utilità di promuovere gli scambi bilaterali sui documenti che richiedono una più approfondita collaborazione tra il livello europeo e quello nazionale e in particolare sui dossier che coinvolgono diritti fondamentali dei cittadini. Dopo avere ribadito che i Parlamenti nazionali devono contribuire al buon funzionamento dell'Unione, esercitando un ruolo positivo e costruttivo nella definizione delle politiche europee, ha espresso contrarietà sulla red card e osservato che la procedura di green card, alla quale il Senato ha partecipato, dovrebbe rimanere di natura informale. Sul controllo di sussidiarietà, ha rilevato che la farraginosità del meccanismo di allerta precoce ha contribuito alla sua scarsa efficacia ed evidenziato che i Trattati attuali non consentono un'estensione del controllo da parte dei Parlamenti nazionali alla base giuridica o alla proporzionalità. Dopo avere sottolineato le potenzialità in termini di coinvolgimento dei parlamenti nazionali delle Conferenze interparlamentari, si è soffermato sul ruolo della COSAC, che non può costituire una terza Camera, ma che costituisce la sede per collegare le singole Presidenze di turno ai parlamenti nazionali ed affrontare i temi fondamentali dell'UE. Il Presidente Chiti ha quindi espresso la sua Pag. 315valutazione positiva sulla proposta della settimana europea, anche al fine di coinvolgere i parlamenti in quanto tali (e non soltanto le singole Commissioni) sulle tematiche europee. Il relatore ha infine evidenziato talune criticità nelle prerogative del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali nel settore della libertà, sicurezza e giustizia, legate alla mancata attuazione di alcune disposizioni del Trattato.
  L'ex europarlamentare Carlo Casini, relatore nella passata legislatura su un rapporto di iniziativa sulle relazioni tra il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali, ha innanzitutto sottolineato il ruolo dei Parlamenti nazionale di controllare l'operato dei rispettivi governi in materia di affari europei, osservando come andrebbe generalizzato l'obbligo per i Governi di riferire prima e dopo i Consigli europei. Il ruolo della COSAC andrebbe ripensato alla luce dell'introduzione delle nuove Conferenze interparlamentari settoriali; essa potrebbe svolgere la funzione di valutare lo stato dell'Unione semestre per semestre e potrebbe costituire la sede per una prima valutazione delle green card introdotte dai Parlamenti nazionali. I cosiddetti cartellini verdi naturalmente non potrebbero avere natura vincolante, ma tuttavia si potrebbe immaginare una sorta di doverosità per il PE di tenerne conto nell'ambito dei limitati poteri connessi all'iniziativa legislativa di cui dispone. In chiusura del suo intervento l'onorevole Casini ha osservato che la collaborazione tra Parlamento europeo e Parlamenti nazionali sarebbe ben più efficace in presenza di autentici partiti politici europei. Su tale tema, ha proposto di istituzionalizzare gli incontri interparlamentari dei gruppi politici e, in vista delle future elezioni del Parlamento europeo, si è soffermato sulle ipotesi, da un lato, di attribuire ai cittadini il diritto di votare il Presidente della Commissione e, dall'altro, di assegnare i 73 seggi che saranno lasciati liberi dai britannici a liste transnazionali su base continentale.
  Successivamente è intervenuto l'ex Presidente della Camera bassa polacca Ludwick Dorn, il quale ha concentrato il suo intervento sul meccanismo di controllo della sussidiarietà, concordando sulla proposta di estendere il potere di controllo dei Parlamenti nazionali al rispetto del principio di proporzionalità, così da consentire a questi ultimi di entrare nel merito dei documenti europei. Ha quindi segnalato la necessità di un maggiore collegamento tra parlamenti nazionali, che potrebbe essere favorito dal Parlamento europeo.
  Il professore tedesco Ingolf Pernice ha quindi ribadito l'esigenza di rafforzare il controllo democratico assicurato da Parlamento europeo e Parlamenti nazionali sull'esecutivo e di una maggiore consapevolezza da parte di questi ultimi del loro ruolo in materia europea. Dopo avere sollecitato un'interpretazione attiva del principio di sussidiarietà da parte dei parlamenti nazionali, come strumento per valorizzare piuttosto che per bloccare le competenze europee, il relatore ha evidenziato la necessità di rendere più incisivo e di politicizzare tale strumento, coinvolgendo ad esempio le minoranze. Con riferimento alle sedi di cooperazione interparlamentare, il relatore ha rilevato che la scarsa efficacia di tali sedi è soprattutto legata all'assenza di poteri decisionali. Secondo il professor Pernice, attraverso le opportune modifiche ai Trattati, andrebbero attribuite competenze decisionali o semi-decisionali in particolare alla Conferenza prevista dall'articolo 13 del cosiddetto Fiscal Compact, al gruppo di controllo su Europol e alla Conferenza in materia di politica estera e sicurezza. Il relatore ha espresso contrarietà sul cartellino rosso, che rappresenterebbe una rottura del sistema, e, con riferimento alla settimana europea, ha segnalato il rischio che l'attività dei parlamenti nazionali in materia europea venga relegata a tale settimana. Al fine di un maggiore coinvolgimento dei cittadini sulle tematiche europee, ha ipotizzato di utilizzare la piattaforma on line IPEX per creare forum pubblici di discussione su tematiche europee.
  Nel corso del successivo dibattito, l'onorevole Berlinghieri ha osservato come, Pag. 316nell'attuale fase di confronto sulle prospettive future dell'Unione europea e sulle eventuali modifiche da affrontare all'assetto dei processi decisionali per garantire maggiore efficacia e tempestività nelle politiche adottate dall'UE, risulta decisivo valorizzare il ruolo dei Parlamenti che nei modelli di democrazie mature rappresentano le sedi principali della legittimazione e del confronto politico istituzionalizzato.
  A tal fine, la parlamentare si è in particolare soffermata sul dialogo politico, da un lato rilevando la necessità che la Commissione risponda più tempestivamente ai contributi del Parlamenti nazionali e ne colga i profili di maggiore criticità dal punto di vista politico; dall'altro lato, esprimendo apprezzamento per la recente innovazione introdotta dal Parlamento europeo al fine di valorizzare nell'ambito del procedimento legislativo i documenti trasmessi dai Parlamenti nazionali.
  Sull'opportunità di rafforzare il dialogo politico, unanimemente riconosciuta dai parlamentari presenti, il rappresentante portoghese ha richiamato la positiva esperienza della nomina di relatori permanenti sulle tematiche europee e il parlamentare austriaco ha sollecitato la Commissione a rispondere ai contributi dei Parlamenti nazionali entro 8 settimane dalla trasmissione.
  Alcuni parlamentari hanno quindi ripreso le proposte avanzate dal relatore Rangel per migliorare il funzionamento del meccanismo di controllo della sussidiarietà, e in particolare l'estensione del controllo alla base giuridica e alla proporzionalità (favorevole l'Assemblea nazionale francese; contraria l'europarlamentare socialista francese Pervenche Berès), l'estensione del periodo di 8 settimane (favorevoli Bundesrat austriaco e Assemblea nazionale francese), l'incorporazione delle opinioni di minoranza (favorevoli Assemblea nazionale francese e Parlamento portoghese). Il Bundesrat austriaco ha poi evidenziato l'importanza di cooperazione con le Assemblee regionali in sede di controllo di sussidiarietà, tema ripreso dal rappresentante del Congresso spagnolo.
  Si è quindi in generale espressa una valutazione positiva sull'introduzione di una procedura di green card e sollecitata una maggiore attenzione della Commissione europea sui contributi adottati in tale ambito. L'onorevole Mercedes Bresso (S&D) ha giustificato la dimensione propositiva della procedura di green card sulla base di un principio della sussidiarietà rovesciata; i parlamenti nazionali farebbero uso di tale principio, nel suggerire alla Commissione di chiedere iniziative su materie di competenza europea.
  Per contro, molti parlamenti hanno espresso la loro contrarietà alla procedura di cartellino rosso.
  L'on. Berlinghieri ha quindi espresso una valutazione positiva sull'ipotesi di coordinamento delle agende dei Parlamenti nazionali in materia europea, anche attraverso l'introduzione di una «settimana europea», osservando la necessità della partecipazione dei parlamentari europei e dell'interlocuzione sia con le Commissioni settoriali sia con le Assemblee nel loro complesso.
  Su tale tema, il parlamentare portoghese ha ipotizzato che la settimana europea si svolga alla presenza dei Commissari, in sede di presentazione del programma di lavoro della Commissione.
  L'on. Berlinghieri ha quindi ripreso l'ipotesi di attribuzione dei seggi britannici sulla base di liste transnazionali, ricordando come tale proposta, diretta al rafforzamento della legittimazione democratica del Parlamento europeo, corrisponda alla posizione formalmente espressa dalla Camera dei deputati nella risoluzione adottata a seguito delle Comunicazioni del Governo in vista del Consiglio europeo della settimana precedente. Sul tema è intervenuta l'onorevole Berès, che pur non essendo contraria a tale ipotesi, ha osservato tuttavia che la priorità è attualmente rappresentata dall'eliminazione di taluni squilibri presenti nella ripartizione dei seggi tra i Paesi membri.Pag. 317
  La rappresentante dell'Assemblea parlamentare francese ha quindi introdotto il tema della dimensione parlamentare della governance della zona euro e sottolineato l'opportunità che la Conferenza interparlamentare sulla stabilità, coordinamento economico e governance della zona euro, prevista dall'articolo 13 del cosiddetto Fiscal compact, possa adottare conclusioni. L'on. Berès si è detta contrarietà all'ipotesi di un Parlamento della zona euro.
  Più in generale, l'onorevole Bresso (S&D) ha evidenziato la necessità di finalizzare le Conferenze interparlamentari, attraverso l'adozione di proposte che possano essere sollecitate alla Commissione. Sul tema delle riunioni interparlamentari, l'onorevole Berlinghieri ha osservato che esse dovrebbero evitare di affrontare tematiche troppo generiche e concentrarsi sulle iniziative di particolare rilievo adottate dalle Istituzioni europee. In questo modo, dal confronto dei vari orientamenti dei diversi Parlamenti potrà arrivare un contributo utile a migliorare la qualità e l'efficacia delle decisioni e delle politiche europee, evitando discussioni astratte che prescindono totalmente dalle preoccupazioni e dalle istanze dei cittadini.
  Il parlamentare del Bundesrat ha inoltre posto il tema del controllo democratico sugli atti delegati e di esecuzione, rispettivamente previsti dagli articoli 290 e 291, tema ripreso dai parlamentari austriaco e greco, che hanno segnalato l'uso eccessivo da parte della Commissione di tale tipologia di atti. Il parlamentare ungherese ha infine sollevato la questione della mancanza di trasparenza dei triloghi, particolarmente grave alla luce del consistente incremento di atti adottati in prima lettura.