CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 novembre 2013
129.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto «Trans Adriatic Pipeline», fatto ad Atene il 13 febbraio 2013. C. 1710 Governo, approvato dal Senato.

PROPOSTA DI PARERE DELLA RELATRICE

  La VIII Commissione,
   esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge C. 1710 Governo, approvato dal Sento, recante Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto «Trans Adriatic Pipeline», fatto ad Atene il 13 febbraio 2013;
   considerata la rilevanza strategica dell'infrastruttura in questione, sia sotto il profilo del contenimento della bolletta energetica nazionale che sotto i profili, altrettanto importanti, della sicurezza e della diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico dell'Italia, nonché della sostituzione delle fonti energetiche più inquinanti con fonti energetiche meno inquinanti;
   ritenuto indispensabile che la procedura di valutazione di impatto ambientale del progetto per la realizzazione del Gasdotto TAP sia svolta nel modo più attento e rigoroso da parte dell'autorità competente, in questo caso da parte dell'apposita Commissione operante presso il Ministro per l'Ambiente e per la tutela del territorio e del mare;
   valutata positivamente la procedura di consultazione pubblica avviata dalla regione Puglia allo scopo di addivenire all'individuazione del sito più idoneo per l'approdo del Gasdotto TAP;
   giudicato che, una volta individuato in modo definitivo, tale punto di approdo debba essere considerato come punto di arrivo anche di eventuali altri gasdotti internazionali che in futuro dovessero essere realizzati nell'area in questione, anche allo scopo di limitare al massimo l'impatto ambientale delle relative opere su un territorio fortemente antropizzato e fra i più belli e importanti del Paese dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, come è quello dell'area costiera della regione Puglia,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   a) valuti la Commissione di merito l'opportunità di segnalare al Governo l'esigenza che la procedura di valutazione di impatto ambientale da svolgersi in sede statale sul progetto per la realizzazione del Gasdotto TAP sia svolta nel modo più rigoroso e che, in questa sede, siano prese in attenta considerazione le risultanze della procedura partecipata in corso di svolgimento sul territorio al fine di addivenire all'individuazione del sito più idoneo per l'approdo dell'infrastruttura.

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ALLEGATO 2

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto «Trans Adriatic Pipeline», fatto ad Atene il 13 febbraio 2013. C. 1710 Governo, approvato dal Senato.

PROPOSTA DI PARERE ALTERNATIVA PRESENTATA DAI DEPUTATI DEL GRUPPO SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTÀ

  La VIII Commissione,
   esaminato il testo della proposta di legge «Ratifica dell'Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto «Trans Adriatic Pipeline», fatto ad Atene il 13 febbraio 2013. (C. 1710);
   premesso che:
    il progetto del gasdotto «Trans Adriatic Pipeline» (TAP) prevede il trasporto di gas naturale dal giacimento azero di Shah Deniz, in fase di pre-sviluppo, verso l'Europa, attraverso la Repubblica greca fino al confine greco-turco, la Repubblica di Albania, con attraversamento del mar Adriatico, fino alla costa meridionale della Puglia nella provincia di Lecce;
    è previsto che il gas sia trasportato con una condotta in acciaio lunga circa 800 km. Per la parte italiana, è prevista la realizzazione di una condotta offshore lunga circa 45 km, dal limite delle acque italiane alla costa, e una condotta onshore lunga circa 5 km, dalla costa al terminale di ricezione, depressurizzazione e misura fiscale (PRT), in comune di Melendugno (LE), da dove presumibilmente avverrà il collegamento alla rete nazionale di metanodotti SNAM;
    la relazione introduttiva del presente disegno di legge di ratifica dell'accordo indica in 10 miliardi metri cubi per anno la capacità iniziale del gasdotto, espandibile a 20 miliardi in un futuro non ben precisato;
    riguardo alla strategicità del progetto sono emerse gravi contraddizioni. La società Tap chiarisce, sin dalla relazione non tecnica, che il gas è destinato esclusivamente al mercato dell'Europa nord-occidentale. Il Governo italiano nella relazione al disegno di legge presenta, invece, il progetto come strategico per l'approvvigionamento del Paese. In realtà, l'Italia al momento sembra al riparo da eventuali riduzioni dell'offerta di gas dai fornitori: a fronte di un consumo annuo di circa 78 miliardi di metri cubi, nella rete nazionale circolano infatti circa 117 miliardi di metri cubi (molti dei quali già destinati al nord Europa). Nell'ottica europea di differenziazione dell'approvvigionamento energetico, l'Italia dunque dà già il proprio contributo nel settore gas;
    peraltro secondo dichiarazioni di esponenti dell'Autorità per l'energia, gli scenari dei mercati energetici non sono incoraggianti «il 2012 ha visto un eccesso potenziale di offerta, nel mercato italiano del gas naturale, prossimo al 50 per cento»;
    sino ad ora, lo sviluppo pratico del progetto è stato diretto in prima persona, con obiettivi di carattere eminentemente tecnico, dalla società TAP e ha visto l'assenza dei necessari coinvolgimenti delle istituzioni pubbliche, come le Regioni, gli Pag. 105Enti locali, le università, gli enti di ricerca e le strutture tecniche competenti come l'ARPA;
    la società TAP, dopo aver prodotto una relazione non tecnica e lo studio di impatto ambientale e sociale (ESIA), ha solo recentemente presentato lo studio di Impatto Ambientale (VIA);
    la bozza di progetto della società TAP, presentato alla Regione Puglia, su aspetti rilevanti è reticente o presenta soluzioni insoddisfacenti: 1) non è ancora previsto né si trovano indicazioni circa l'opera di collegamento dal terminale di ricezione, depressurizzazione e misura fiscale (PRT) allo snodo nazionale della rete SNAM sito in Mesagne. La società Snam ha più volte ribadito che non esiste alcun progetto in merito e ciò si evince dal «Piano di realizzazione di nuova capacità e di potenziamento della rete di trasporto» del 2013 redatto dalla stessa Snam; 2) per la realizzazione del microtunnel, nell'ESIA si fa riferimento ad una tecnica innovativa di costruzione; senza tuttavia chiarire quale potrebbe essere la soluzione alternativa ove insorgessero dei problemi durante la realizzazione; 3) nell'attuale bozza di progetto, la lunghezza del tratto a terra è previsto per circa 8,8 km, mentre la società TAP ha sempre sostenuto che la lunghezza non può essere superiore a 5 km per ragioni di sicurezza e per rispettare le norme comunitarie, che indicano l'utilizzo di valvole di sicurezza GVT per condotte con lunghezza superiore a 5 km non previste da alcuna scheda tecnica; 4) il terminale di ricezione, depressurizzazione e misura fiscale (PRT), in particolare, per essere alimentato, richiede energia elettrica per circa 20 MegaWatt, ma, nel punto individuato per la sua costruzione, non esistono infrastrutture energetiche di tale portata. È dunque necessario un ulteriore intervento infrastrutturale, con conseguente impatto paesaggistico e ambientale; 5) all'interno della bozza di progetto non vi è alcun chiarimento in merito alla elevata fornitura d'acqua necessaria al PRT per ridurre la pressione del gas in arrivo dal gasdotto, al fine di adeguarla alla pressione della rete nazionale. Un tale intervento richiede necessariamente una soluzione che o investa direttamente le falde, con gravi danni per le aziende agricole del territorio, o che preveda un'ulteriore opera infrastrutturale;
    il progetto, già nella fase iniziale, ha provocato tensioni nelle comunità interessate. La società TAP, come riportato nel rapporto dell'ESIA (a pag. 326), paventa potenziali tensioni sociali per l'insufficiente risposta alle aspettative occupazionali delle popolazioni locali, ma la stessa TAP alimenta tali aspettative, sostenendo che la realizzazione dell'opera porterà circa 2.170 posti di lavoro in 15 anni;
    l'approdo di questo gasdotto è in provincia di Lecce, sulla costa adriatica, un'area del Paese che ha visto, soprattutto negli ultimi tempi, una forte crescita del turismo. È evidente a tutti che questo approdo metterà – e per questo vi è allarme nelle comunità locali – assolutamente e totalmente in discussione questa parte di sviluppo economico che ad oggi è stato uno dei pochi che ha avuto quel territorio;
    benché la società Tap, in tutti i documenti, prospetti un impatto ambientale nullo, la Procura della Repubblica di Lecce, con l'ausilio dei Carabinieri del NOE, indaga per i danni prodotti al fondale e ai pescatori di San Foca, già durante le operazioni di prospezione effettuate dal 25 dicembre 2012 al 28 febbraio 2013;
    da un lato l'indeterminatezza del progetto, di cui manca la stesura definitiva, e dall'altro la prescrizione contenuta esplicitamente nell'articolo 6 dell'Accordo, che impone a tutti i paesi, nei cui territori sarà ubicato il gasdotto, di «adottare ogni provvedimento per facilitare la realizzazione del progetto nel proprio territorio, incluse tutte le autorizzazioni necessarie, senza irragionevoli ritardi o restrizioni, seppure in conformità delle leggi della Parte interessata», pongono serissimi interrogativi sulla possibilità del rispetto Pag. 106della normativa italiana e comunitaria in materia ambientale, sanitaria e di sicurezza sul lavoro;
    è stato recentemente presentato, sia alla Regione che al Ministero dell'Ambiente, lo studio di impatto ambientale (VIA) che è ancora al vaglio sia del comitato regionale di VIA che della Commissione del ministero;
    da informazioni non ufficiali lo studio di impatto ambientale presenta una modifica del progetto di carattere marginale, in quanto si riferisce al solo spostamento di poche centinaia di metri del terminale del gasdotto proveniente dall'Albania, lasciando inalterati tutte le criticità sopra indicate;
    il gasdotto TAP durante tutto il suo tracciato, attraversa aree sensibili dal punto di vista paesaggistico naturalistico come confermato dal recente PPTR adottato dalla Regione Puglia, che evidenzia l'area come «corridoio verde», di importanza strategica per il sistema naturale del tavoliere salentino; inoltre, pur passando in aree periurbane, lambisce aree private residenziali e produttive (abitazioni, masserie, strutture turistiche, attività della produzione agroalimentare);
    desta peraltro preoccupazione la valutazione che lo stesso consorzio TAP presenta in merito all'impatto sulla salute e sicurezza dell'opera (Sintesi non tecnica – 6.8 Ambiente socioeconomico onshore – Impatti e mitigazioni, pag. 59), di cui si riporta stralcio: «In generale, gli impatti residui sulla salute e la sicurezza, sono stati valutati di bassa significatività, ad eccezione degli impatti sull'ambiente e sulla qualità di vita per quelle famiglie situate in prossimità (500 mt) delle principali aree di cantiere (come il punto di ingresso del micro tunnel ed il PRT) o delle strutture permanenti. In questi specifici casi, l'impatto è stato valutato medio/alto»;
    lungo il tratto offshore, così come specificato nell'Allegato Progetto definitivo Italia, CAP. 2.1.3 Interventi lungo la condotta offshore, saranno previsti «interventi di correzione delle irregolarità del fondale con deposito di pietrame o ghiaia sotto la condotta e/o scavi del fondale, inoltre si prevede anche l'uso di materassini in pietrame, bitume o calcestruzzo». Preoccupa il fatto che, come ammesso dalla stessa TAP, «La quantità e la localizzazione di tali interventi non sono ancora definite»;
    nel Progetto Definitivo dell'opera vi è inoltre la previsione di un enorme «microtunnel», da scavare sotto la foresta costiera e la spiaggia e da prolungare poi in mare fino a 800 metri dalla linea di costa al fine di superare i numerosi vincoli gravanti sulla fascia costiera: un micro tunnel destinato a creare gravi problemi di rischio idrogeologico, eco sistemico, dell’habitat protetto, e delle persone che in quella costa vivono, lavorano, e sono ospitate per turismo;
    peraltro il gasdotto TAP è del tutto indipendente dalla esecuzione delle bonifiche che sono dovute a prescindere dall'esecuzione di nuove opere, in applicazione del principio «chi inquina paga» prescritto dalla Direttiva 2004/35;
    va inoltre sottolineato che le comunità interessate non sono state coinvolte nel processo autorizzativo, come prescrive la convenzione di Aarhus recepita dall'Italia con legge 108 del 2001 e con il Regolamento CE 1367/2006 e Direttive 2003/4 e 2003/35;
    alla luce di quanto suesposto, è necessario chiedere al Consorzio TAP, preventivamente, la sospensione dell'attuale progetto e la revisione condivisa del tracciato attraverso il coinvolgimento delle istituzioni regionali e degli enti locali, delle istituzioni tecniche e delle popolazioni locali;
    il Comune di Melendugno ha recentemente presentato al Ministero dell'Ambiente un «Contro-Rapporto» relativamente al Rapporto di VIA della Trans Adriatic Pipeline (TAP), redatto da un gruppo di lavoro di tecnici, giuristi, chimici, medici, ricercatori, e coordinato dall'Ing. Dino Borri, Ordinario Ingegneria del Territorio nel Politecnico di Bari (coautore Pag. 107parte generale) e dall'Arch. Salvatore Petrachi, Dirigente dell'Ufficio Tecnico Comunale di Melendugno. Un contro-rapporto con osservazioni e disamine tecniche anche con riferimento allo studio di impatto ambientale e sociale (ESIA), dal quale si evidenziano molte carenze, tanti aspetti trascurati, omessi o trattati con grande superficialità. A partire dalla presunta mitigazione dell'impatto;
   è indispensabile applicare rigorosamente la normativa nazionale ed europea relativa alla valutazione di impatto ambientale (VIA) e alla valutazione ambientale strategica (VAS), non escludendo nell'iter decisionale anche la possibilità dell'opzione zero con l'annullamento del progetto stesso;
   per tutto quanto ciò premesso,
  esprime

PARERE CONTRARIO.

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ALLEGATO 3

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto «Trans Adriatic Pipeline», fatto ad Atene il 13 febbraio 2013. C. 1710 Governo, approvato dal Senato.

PROPOSTA DI PARERE ALTERNATIVA PRESENTATA DAI DEPUTATI DEL GRUPPO MOVIMENTO 5 STELLE

  L'VIII Commissione,
   esaminato, per quanto di propria competenza, l'AC 1710 concernente la ratifica e l'esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto «Trans Adriatic Pipeline – TAP», fatto ad Atene il 13 febbraio 2013;
   premesso che:
    il disegno di legge in oggetto concerne la ratifica e l'esecuzione di un accordo finalizzato alla realizzazione di una infrastruttura denominata Trans Adriatic Pipeline (TAP) per il trasporto del gas naturale dai giacimenti dell'Area del Caspio verso l'Europa, passando per la Grecia, l'Albania e l'Italia, ovvero di un'opera di ingegneria industriale di alta rilevanza e di alto impatto ambientale, destinata a svilupparsi in un tratto di mare Adriatico avente livelli di naturalità e biodiversità ancora molto elevati;
    non risultano adeguatamente affrontati i problemi relativi all'impatto ambientale conseguenti alla realizzazione del progetto TAP, prevedendosi anzi (articolo 6 dell'Accordo) che l'Italia, quale Stato contraente, sia tenuta ad adottare ogni provvedimento atto a facilitare la realizzazione del Progetto nel proprio territorio, compresa la concessione di tutte le autorizzazione necessarie;
    il progetto TAP, per come delineato dal disegno di legge in questione, appare, infatti, suscettibile di incidere significativamente sul bene ambientale, senza il necessario apparato di cautele legislative, tecniche e amministrative, ispirate al principio comunitario di precauzione e richieste dalla normativa europea sulla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) come prevista dalla Direttiva del Consiglio della Comunità Europea n. 337 del 1985 e sulla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) come prevista dalla Direttiva 2001/42/CE, riguardanti l'attenta e approfondita valutazione degli effetti di determinate opere, piani e programmi sull'ambiente naturale;
    negli atti di pianificazione e indirizzo che guidano la trasformazione del territorio, il ruolo del sistema delle Autonomie territoriali, e delle Regioni in particolare, è costituzionalmente riconosciuto. A tale proposito, il Comitato per la VIA della Regione Puglia, interessata dall'opera in questione, ha già valutato negativamente il progetto TAP. Dalla ratifica può derivare quindi, in assenza di profonde modifiche tendenti all'inserimento di precise clausole di salvaguardia ambientale, una potenziale lesione del diritto all'ambiente per come esso si è venuto a configurare nella legislazione vigente e nella giurisprudenza costituzionale;
    strettamente collegata alla tutela dell'ambiente è poi la tutela della salute, poiché è indubbio che la salubrità dell'ambiente condiziona la salute dell'uomo. La sfera di competenza statale anche in questo Pag. 109caso è ancor più rigorosamente delimitata; infatti, in riferimento alla localizzazione e alla realizzazione di un'opera; la Consulta ha più volte chiarito che l'interesse territoriale da prendere in considerazione e a cui deve essere offerta, sul piano costituzionale, adeguata tutela, è quello del territorio in cui l'opera è destinata a essere ubicata (sentenze n. 338 del 1994, n. 242 del 1997, n. 303 del 2003 e n. 6 del 2004);
    in definitiva, allo stato, per la realizzazione dell'opera in questione manca il dovuto coinvolgimento informativo nel processo decisionale delle comunità locali in cui dovranno essere realizzate le infrastrutture necessarie e connesse;
    l'opera di cui al presente disegno di legge non sembra, altresì, possedere i necessari requisiti di strategicità e rispondenza a una corretta pianificazione delle fonti energetiche rispettosa delle richieste europee in materia di approvvigionamento di energia, presentando, al contrario, numerose criticità sotto il profilo della tutela ambientale, aventi rilevanza costituzionale; una non adeguata programmazione delle fonti di approvvigionamento, infatti, oltre a non recare benefici in termini di costo energetico, rischia, se non accompagnata da una attenta ed equilibrata normativa di tutela ambientale, di sfociare in una aperta violazione dell'articolo 9 della Costituzione, anche alla luce del fatto che negli ultimi anni la nozione di ambiente ha subito una profonda evoluzione, che non consente più di tagliare fuori i diversi attori del sistema, in primis i cittadini e le comunità che vivono sul territorio interessato di volta in volta dalla programmazione infrastrutturale;
    il progetto non appare altresì corrispondere a una Strategia Energetica Nazionale (SEN) orientata alle energie rinnovabili e non è neppure inquadrato in un contesto coerente di programmazione energetica sostenibile attenta alle criticità internazionali che la opportuna differenziazione delle fonti di approvvigionamento dovrebbe adeguatamente considerare;
    mancano, tra gli altri, i dati obiettivi per escludere che il progetto TAP sia un'opera dettata da interessi privati nell'accaparramento di quote di mercato, ma non sostenuta da solidi principi di pianificazione energetica, e che ignora le più recenti evoluzioni nel settore del gas, come la riduzione dei consumi, l'eccesso di offerta in Europa e la rapida penetrazione delle fonti rinnovabili; infatti, secondo dati forniti dall'ing. De Giorgi, un energy manager recentemente audito proprio in relazione all'esame in sede referente di questo disegno di legge presso la III Commissione, si apprende che: nel trend attuale, il contributo del gas si riduce sia in termini relativi che assoluti; si prevede una riduzione dei consumi al 2020 superiore al 20 per cento; nel settore termoelettrico, si registra una limitata penetrazione del gas, a causa della concorrenza del carbone; nella produzione elettrica si prevede una graduale sostituzione del gas con le rinnovabili, che arriveranno a coprire il 20 per cento dei consumi primari nel 2020 ed il 60 per cento nel 2050;
    negli ultimi anni i consumi di gas naturale in Europa, per effetto di vari fattori, stanno diminuendo: dai 673 miliardi di mc nel 2010, si è passati ai 616 del 2011 ed ai 597 nel 2012, con un calo del 3,2 per cento in un solo anno;
    il trend è confermato dalle 10 più grandi compagnie (tra cui Enel ed Eni), che complessivamente controllano la metà della potenza elettrica europea (note come Gruppo Magritte), le quali hanno ammesso un crollo della domanda elettrica (pur senza che questo comporti una riduzione dei prezzi per i consumatori e le imprese), anche per la diffusione degli impianti con tecnologie rinnovabili aventi priorità di dispacciamento;
    a livello nazionale, dopo un decennio di crescita ininterrotta, il bilancio del gas naturale in Italia ha raggiunto nel 2005 un volume pari a 86,3 ml. Nel corso degli ultimi anni il nostro Paese ha conosciuto una contrazione dal 2008 al 2012 pari all'11,8 per cento;
    l'area dell'Europea centro-occidentale è già servita da una fitta rete di metanodotti, che si misura ad oggi nell'ordine Pag. 110di 190.000 km. Le tre porte principali di accesso del gas in Europa sono: il Nord Africa, la Russia e l'asse Mare del Nord/Norvegia-Olanda;
    lo stesso nuovo Documento SEN, se da un lato auspica per il nostro Paese un ruolo di «importante crocevia per l'ingresso di gas dal Sud verso l'Europa», dall'altro ammette che «la situazione del gas in Europa è peculiare. È l'unica grande regione mondiale in cui è previsto un calo di produzione (anche con ipotesi ottimistiche riguardo lo sviluppo di gas non convenzionale) ed è quella in cui è previsto l'aumento più basso dei consumi, a causa della limitata crescita economica, delle politiche di efficienza energetica e dell'effetto di sostituzione delle rinnovabili.»;
    la crisi economica sta rallentando anche gli iter dei gasdotti South Stream (progetto italo-russo con Gazprom, Eni ed Electricité de France) e Nabucco (che invece scavalca il territorio russo), ed è probabile che tra i due solo uno venga effettivamente realizzato; i Paesi europei, tra l'altro, punterebbero perciò sulla realizzazione di gasdotti con portate minori, come l'ITGI (Interconnettore Turchia-Grecia-Italia), capace di trasportare un massimo di 8 miliardi di metri cubi di gas all'anno (per un paragone il South Stream ne trasporterebbe 63) e a indirizzare i loro nuovi investimenti verso il Gas naturale liquefatto (Gnl) e la costruzione di impianti di liquefazione;
    le lotte commerciali per accaparrarsi le forniture di gas stanno portando a situazioni paradossali: con l'appoggio a TAP lo Stato italiano si porrebbe in concorrenza con i propri interessi, avendo investito tramite ENI nel gasdotto South Stream e la stessa TAP si pone come alternativa all'ITGI a Otranto, promosso da Edison che peraltro interessa lo stesso Corridoio sud;
    a tal proposito, l'ITGI è già in fase esecutiva e in sua difesa si sono espressi sia il ministero dello Sviluppo economico italiano sia il ministero dell'Ambiente greco ritenendolo il progetto più avanzato e maturo; peraltro, presentato nel 2005 al Comune di Otranto, tale progetto ha già tutte le autorizzazioni ministeriali e il suo impatto ambientale sarebbe minimo rispetto a quello paventato per i fondali del mare di San Foca dato che il corridoio energetico, in quel comune, approderebbe in una zona portuale (quella destinata al porto turistico) in cui già sorge l'elettrodotto Italia-Grecia;
    la Trans Adriatic Pipeline GA è una società a responsabilità limitata registrata, senza che se ne conoscano le ragioni, a Baar, nel cantone di Zurigo, in Svizzera, e le uniche informazioni pubbliche disponibili su tale consorzio, che dovrebbe costruire uno dei progetti strategici europei considerato «progetto di priorità comunitaria» e di certo il più grande progetto energetico in cui sarà coinvolto il Governo italiano nei prossimi decenni, sono il nome del consigliere delegato e del consiglio di amministrazione; inoltre, non va trascurato il fatto che si tratta di un'opera, la cui dimensione finanziaria andrebbe chiarita prima del completamento delle procedure di ratifica dell'accordo internazionale (non esiste, infatti, una stima dei costi complessivi del TAP né del Corridoio sud del gas), che rischia di generare un debito futuro che potrebbe aggravare la situazione economica del nostro Paese;
    con riferimento al progetto TAP, a fronte di oneri prevedibili a seguito dell'impatto ambientale dell'opera, appaiono del tutto aleatorie le eventuali maggiori entrate per l'Erario e quindi meritevoli di approfondimento; infatti, non risultano ancora ben chiarite alcune questioni: se sia stata realizzata un'analisi dei costi-benefici legati alla realizzazione di questa opera al fine di verificare se essa sia effettivamente una priorità e non favorisca invece gli interessi di investitori privati che puntano a massimizzare i profitti beneficiando di garanzie pubbliche; quale sia il ritorno economico che deriverà al nostro Paese dalla realizzazione del progetto; quali saranno i benefici reali in termini di entrate fiscali per l'Italia; ciò, nel confuso quadro programmatorio e autorizzatorio Pag. 111in atto sia in considerazione della destinazione finale ad altri Paesi dell'idrocarburo, sia tenuto conto delle attuali previsioni di ribasso dei prezzi del gas, nonché delle forti criticità dovute a una non meditata valutazione del delicato contesto geopolitico in cui l'opera viene a inserirsi;
    sebbene sia stato affermato che essendo interamente finanziato con fondi privati, il gasdotto TAP soddisferebbe in pieno i requisiti italiani previsti per i progetti di infrastrutture che non richiedono fondi pubblici, tale progetto sembra, invece, avere già beneficiato di un sostegno pubblico per la fase di progettazione, e punterebbe ad accedere a finanziamenti pubblici tramite la BERS, la BEI, la Cassa Depositi e Prestiti e i nuovi meccanismi finanziari europei «Europe 2020 project bond» e «Project Bond Credit Enhancement (PBCE)»;
    gli standard della BERS sono ritenuti tutt'altro che stringenti, atteso che la stessa non ha una policy sull'ambiente complessiva o linee guida per i prestiti che concede e risulta abbia finanziato progetti inconsistenti rispetto al proprio mandato di «promuovere lo sviluppo sostenibile»; inoltre le procedure della BERS per condurre la Due Diligence Ambientale (DDA), la VIA, l'audit ambientale, la compensazione e monitoraggio ambientale appaiono inadeguate e particolarmente deboli risultano le sue politiche e procedure che riguardano la partecipazione pubblica e la pubblicazione di informazioni;
    la condotta di cui al progetto TAP attraverserà una delle zone maggiormente sismiche del Mar Mediterraneo, cioè la fascia costiera che si allunga dalla costa di Tirana sino a Cefalonia; inoltre, nel Canale d'Otranto, a soli 50 km a SE della omonima città, è stato collocato l'epicentro del forte terremoto del 20 Febbraio 1743 che produsse notevoli danni in numerosi centri abitati del Salento meridionale; nessun cenno è stato fatto in relazione ai devastanti maremoti che in epoca storica si sono abbattuti sulla costa orientale del Salento, pericolosità confermata anche da modelli recentemente messi a punto da ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV);
    a tal proposito, è bene ricordare il caso Castor, primo progetto pilota finanziato con PBCE nel luglio 2013, di cui il governo spagnolo, 26 settembre 2013, fu costretto a bloccare le operazioni in seguito a centinaia di scosse sismiche fino a 4.2 della scala Richter;
    appare evidente la mancanza di basi scientifiche che giustifichino la costruzione di nuove infrastrutture; occorre prendere atto che le previsioni di nuovi gasdotti in Italia si basano più su strategie geopolitiche legate al lucroso mercato internazionale che sulle reali esigenze della nazione;
    basti considerare l'assenza di collegamenti tra il TAP e la rete nazionale SNAM rete gas, mentre non è chiaro se il proponente abbia un contratto certo di approvvigionamento del gas con il giacimento, così come non è identificabile il soggetto che dovrebbe sostenere l'onere finanziario dei 40 km mancanti e in quale modo sarebbe indennizzato lo Stato italiano per la concessione del diritto al sottosuolo a quest'opera;
    sarebbe stato opportuno chiedere una manifestazione d'interesse per valutare se altri proponenti fossero interessati all'opera in modo da valutare eventualmente le relative condizioni economiche;
    in definitiva mancano dati obiettivi basati su solidi principi di pianificazione energetica per escludere il progetto TAP, che ignora le più recenti evoluzioni nel settore gas, come l'eccesso di offerta in Europa e la rapida penetrazione delle fonti rinnovabili;
    la realizzazione del Trans Adriatic Pipeline rappresenta, in tutta evidenza, un operazione a svantaggio dei cittadini e del governo italiano,
  esprime

PARERE CONTRARIO.

Pag. 112

ALLEGATO 4

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto «Trans Adriatic Pipeline», fatto ad Atene il 13 febbraio 2013. C. 1710 Governo, approvato dal Senato.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La VIII Commissione,
   esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge C. 1710 Governo, approvato dal Sento, recante Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto «Trans Adriatic Pipeline», fatto ad Atene il 13 febbraio 2013;
   considerata la rilevanza strategica dell'infrastruttura in questione, sia sotto il profilo del contenimento della bolletta energetica nazionale che sotto i profili, altrettanto importanti, della sicurezza e della diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico dell'Italia, nonché della sostituzione delle fonti energetiche più inquinanti con fonti energetiche meno inquinanti;
   ritenuto indispensabile che la procedura di valutazione di impatto ambientale del progetto per la realizzazione del Gasdotto TAP sia svolta nel modo più attento e rigoroso da parte dell'autorità competente, in questo caso da parte dell'apposita Commissione operante presso il Ministro per l'Ambiente e per la tutela del territorio e del mare;
   valutata positivamente la procedura di consultazione pubblica avviata dalla regione Puglia allo scopo di addivenire all'individuazione del sito più idoneo per l'approdo del Gasdotto TAP,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) valuti la Commissione di merito l'opportunità di segnalare al Governo l'esigenza che la procedura di valutazione di impatto ambientale da svolgersi in sede statale sul progetto per la realizzazione del Gasdotto TAP sia svolta nel modo più rigoroso e che, in questa sede, siano prese in attenta considerazione le risultanze della procedura partecipata in corso di svolgimento sul territorio al fine di addivenire all'individuazione del sito più idoneo per l'approdo dell'infrastruttura;
   b) valuti la Commissione di merito l'opportunità che, una volta individuato in modo definitivo il sito per l'approdo del Gasdotto TAP, tale punto di approdo sia considerato come punto di arrivo anche di eventuali altri gasdotti internazionali che in futuro dovessero essere realizzati nell'area in questione, anche allo scopo di limitare al massimo l'impatto ambientale delle relative opere su un territorio fortemente antropizzato e fra i più belli e importanti del Paese dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, come è quello dell'area costiera della regione Puglia.