CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 4 ottobre 2011
541.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
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Variazione nella composizione della Commissione.

Manuela DAL LAGO, presidente, comunica che il deputato Deodato Scanderebech è entrato a fare parte della Commissione.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 4 ottobre 2011. - Presidenza del presidente Manuela DAL LAGO.

La seduta comincia alle 14.05.

Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2011.
Doc. LVII, n. 4-bis.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Manuela DAL LAGO, presidente, comunica che la Nota di aggiornamento e l'allegata documentazione sono state assegnate alla V Commissione (Bilancio) e, per il parere, a tutte le altre Commissioni permanenti e alla Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Ricorda che la Nota di aggiornamento è iscritta nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire dalla seduta dell'11 ottobre 2011 e che la V Commissione dovrebbe concludere il suo esame entro la giornata del prossimo giovedì, 6 ottobre. La X Commissione dovrebbe quindi concludere l'esame della Nota, con l'espressione del prescritto parere, entro la seduta di domani, mercoledì 5 ottobre 2011.

Fabio GAVA (PdL), relatore, ricorda che le recenti modifiche apportate alla legge di contabilità n. 196/09 dalla legge 7 aprile 2011, n. 39, allineandosi con il nuovo calendario stabilito in sede europea, hanno anticipato alla prima parte del

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l'anno l'intero processo di programmazione nazionale, fissando al 10 aprile la data di presentazione del nuovo Documento di Economia e Finanza (DEF), al fine di consentire alle Camere di esprimersi sugli obiettivi programmatici in tempo utile per l'invio, entro il 30 aprile, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, del Programma di stabilità e del Programma nazionale di riforma (PNR) contenuti nel DEF. In particolare, a seguito delle modifiche apportate alla legge di contabilità, la Nota di aggiornamento, prevista dall'articolo 10-bis della citata legge di contabilità, ha assunto le caratteristiche di uno strumento obbligatorio, posto che la sua presentazione non è più eventuale e connessa al verificarsi di eventuali scostamenti degli andamenti di finanza pubblica.
Alla Nota di aggiornamento del DEF sono allegati, sulla base dell'articolo 10-bis della legge di contabilità, una serie di documenti, recanti:
a) le relazioni programmatiche sulle spese di investimento per ciascuna missione di spesa del bilancio dello Stato e delle relazioni sullo stato di attuazione delle relative leggi pluriennali (Doc. LVII n. 4-bis - allegato I);
b) in allegato alle predette relazioni, il Ministro dell'economia e finanze è tenuto a presentare un quadro riassuntivo di tutte le leggi di spesa a carattere pluriennale, con indicazione, per ciascuna legge, degli eventuali rinnovi e della relativa scadenza e delle somme complessivamente autorizzate, indicando quelle effettivamente erogate e i relativi residui di ciascun anno, nonché quelle che restano ancora da erogare;
c) in apposita sezione del suddetto quadro riassuntivo, deve essere altresì esposta la ricognizione puntuale di tutti i contributi pluriennali iscritti nel bilancio dello Stato, con specifica indicazione di quelli attivati e delle eventuali ulteriori risorse, anche non statali, che concorrono al finanziamento dell'opera, nonché dell'ammontare utilizzato.

Segnala che nella Nota è altresì allegata una versione aggiornata del Programma delle infrastrutture strategiche (Doc. LVII n. 4-bis - allegato II) previsto dalla legge obiettivo, già presentato in allegato al Documento di economia e finanze di aprile 2011, predisposto dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. È stato, inoltre, trasmesso un nuovo testo del Rapporto annuale 2010 sugli interventi nelle aree sottoutilizzate (Doc. LVII n. 4-bis - allegato III), già trasmesso in allegato al DEF.
Con riferimento al quadro macroeconomico, la Nota di aggiornamento del DEF 2011 presenta una revisione delle stime di crescita per l'anno in corso e per gli anni successivi, in considerazione dei segnali di rallentamento della ripresa economica, che si sono manifestati a livello internazionale, nei mesi estivi, dopo l'iniziale fase di recupero dalla crisi che si era avviata nel corso del 2010. Nel secondo trimestre dell'anno, infatti, il commercio e la produzione mondiale hanno registrato un rallentamento rispetto al ritmo di espansione del primo trimestre. Rispetto a quanto previsto ad aprile 2011, il rallentamento dell'economia e il riemergere delle tensioni sui mercati finanziari e, in particolare, sul debito sovrano dei paesi dell'area dell'euro, hanno determinato, nel complesso, un deterioramento delle prospettive di crescita dell'economia globale.
Sottolinea che, come evidenziato nel World Economic Outlook dell'FMI del settembre 2011, il PIL mondiale è previsto crescere all'incirca del 4 per cento fino alla fine del 2012, circa mezzo punto in meno rispetto a quanto previsto in primavera.
In considerazione dell'indebolimento delle prospettive economiche mondiali, la Nota di aggiornamento del DEF rivede il quadro macroeconomico italiano per l'anno in corso e per il triennio 2012-2014, evidenziando un trend di crescita dell'economia italiana meno favorevole rispetto alle previsioni formulate nel Documento presentato ad aprile 2011. In particolare, per il 2011 il PIL italiano è stimato crescere ad un tasso dello 0,7 per cento

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rispetto all'1,1 per cento indicato ad aprile. Una crescita ancora modesta è indicata anche per gli anni 2012 e 2013, in cui il PIL è previsto, rispettivamente, allo 0,6 per cento e allo 0,9 per cento. Nel 2014 la crescita si attesterebbe all'1,2 per cento. Come evidenzia la Nota, la revisione al ribasso delle previsioni di crescita dell'economia italiana è da mettere in relazione non soltanto al rallentamento dell'economia mondiale, ma anche all'operare della pluralità di fattori legati alla manovra di risanamento dei conti pubblici varata nell'estate con i decreti-legge 6 luglio 2011, n. 98, e 13 agosto 2011, n. 138. In particolare, l'ulteriore correzione operata dal decreto-legge n. 138 del 2011 - mirata a realizzare il pareggio di bilancio già nel 2013, con un anno di anticipo rispetto a quanto fissato nel Programma di stabilità, contenuto nel DEF di aprile scorso - potrebbe produrre «effetti non positivi sul livello di attività economica nel breve periodo attraverso gli usuali canali di trasmissione agli aggregati della spesa privata, in parte controbilanciati da effetti positivi sulla crescita che si faranno via sempre più consistenti con il passare del tempo».
Rispetto alle previsioni contenute nel DEF 2011, tutte le variabili del quadro macroeconomico manifestano un rallentamento. Nel dettaglio, i consumi nazionali sono stimati in rallentamento rispetto alle previsioni di aprile 2011. In particolare, essi si attesterebbero allo 0,7 per cento nel 2011, lievemente al di sotto di quanto stimato nel DEF, e si contrarrebbero ulteriormente nel biennio 2012-2013, attestandosi allo 0,4 per cento in ciascuno degli anni. Nel 2014, i consumi tornerebbero a crescere dello 0,7 per cento, al di sotto dell'1,3 per cento ipotizzato ad aprile. I dati ISTAT confermano gli andamenti sfavorevoli del clima di fiducia degli operatori già registrati nei mesi precedenti, rivelando un ulteriore calo sia della fiducia dei settori produttivi, sia di quella dei consumatori.
I più recenti dati ISTAT, a settembre 2011 indicano che l'indice del clima di fiducia dei consumatori è ulteriormente calato a 98,5 dal 100,3 di agosto. La flessione, diffusa a tutte le componenti, è più marcata per il clima economico, il cui indice diminuisce da 70,0 a 67,8; la fiducia sulla situazione personale scende da 116,2 a 114,4. Peggiorano le valutazioni, presenti e prospettiche, sulla situazione economica del paese e della famiglia, nonché i giudizi sul bilancio familiare e sull'opportunità attuale del risparmio. Si deteriorano, seppur con intensità minore, anche le attese sull'evoluzione del mercato del lavoro. Migliorano, per contro, le attese sul mercato dei beni durevoli e sulle intenzioni future di risparmio. I saldi dei giudizi sull'evoluzione recente dei prezzi al consumo e quelli delle previsioni sulla loro dinamica futura registrano un aumento rispetto al mese precedente. La fiducia peggiora in quasi tutte le ripartizioni e il deterioramento è particolarmente intenso nel Mezzogiorno; solo nel Nord-est si registra un lieve recupero.
Riguardo agli investimenti fissi lordi, per l'anno in corso sono stimati in crescita dell'1,3 per cento, rispetto all'1,8 per cento di aprile. La stima al ribasso è ascrivibile soprattutto alla debolezza nel settore delle costruzioni, che risulta più ampia rispetto a quanto ipotizzato nel DEF, mantenendosi su valori negativi fino alla fine del 2012. Gli investimenti, nel complesso, si mantengono ad un livello modesto anche negli anni successivi, attestandosi all'1,1 per cento nel 2012 (rispetto al 2,5 per cento previsto nel DEF) e raggiungendo il 2,4 per cento nel 2014.
La revisione al ribasso delle previsioni è ascrivibile alla debolezza del settore delle costruzioni, che segna una battuta d'arresto, registrando una debolezza più ampia rispetto a quanto ipotizzato nelle previsioni contenute nel DEF presentato a primavera. Gli indicatori più recenti mostrano in particolare un indebolimento sia della produzione, sia delle transazioni nel comparto residenziale. Gli investimenti in costruzioni sono quindi attesi continuare a risentire della crisi immobiliare, risultando in contrazione del -1,4 per cento nel 2011 (rispetto alla crescita nulla stimata nel DEF) e del -1,1 per cento (rispetto ad una

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crescita del 1,2 per cento prevista ad aprile) nel 2012. Un lieve recupero è previsto nel 2013 (+1,1 per cento) e nel 2014 (+1,3 per cento). Gli investimenti in macchinari e attrezzature sono previsti crescere intorno al 3 per cento nel periodo considerato. Secondo i più recenti dati diffusi dall'Istat, a luglio 2011 l'indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è diminuito dell'1,2 per cento rispetto a giugno, mese nel quale la variazione congiunturale era stata pari a -1,1 per cento.
Per quanto concerne invece fatturato e ordinativi dell'industria, sempre secondo i dati ISTAT, a luglio 2011 il fatturato dell'industria è cresciuto, al netto della stagionalità, dell'1,6 per cento rispetto al mese precedente, con aumenti dello 0,3 per cento sul mercato interno e del 4,6 per cento su quello estero. I settori di attività economica per i quali si registrano, rispetto a luglio 2010, gli incrementi maggiori del fatturato totale sono quelli della fabbricazione di mezzi di trasporto (+26,4 per cento) e della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+14,5 per cento). Per quel che riguarda gli ordinativi totali, si registra un aumento congiunturale dell'1,8 per cento, per effetto di un aumento del 2,2 per cento degli ordinativi interni e dell'1,3 per cento di quelli esteri.
Relativamente agli scambi con l'estero, anche le esportazioni, frenate dal rallentamento della domanda mondiale, sono stimate crescere del 4,4 per cento nel 2011, meno di quanto previsto nel DEF. Un ulteriore rallentamento si avrebbe nel 2012, in cui le esportazioni crescerebbero del 3,7 per cento, di circa 0,6 punti in meno di quello previsto nel DEF. La crescita delle esportazioni si manterrebbe ad un livello medio del 4,3 per cento nel biennio successivo. Con riferimento al mercato del lavoro, la Nota espone per l'occupazione (ULA) un lieve miglioramento (+0,2), rispetto a quanto previsto ad aprile, delle stime di crescita per l'anno in corso, ascrivibile alla crescita occupazionale registrata nel secondo trimestre e alle previsioni al rialzo formulate dall'ISTAT per i trimestri precedenti. Negli anni successivi, la crescita dell'occupazione si manterrebbe a livelli modesti, intorno allo 0,3 per cento, attestandosi su valori inferiori a quelli previsti nel DEF. Per quanto concerne il tasso di disoccupazione, la Nota stima a fine 2011 un tasso pari all'8,2 per cento (rispetto all'8,4 per cento del DEF), che si mantiene stabile intorno all'8 per cento fino al 2014.
Riguardo all'inflazione, si prevede una revisione al rialzo dell'inflazione programmata per il 2011, rispetto a quanto stabilito nel DEF, dall'1,5 a 2,0 per cento, mentre per gli anni successivi si conferma un valore dell'1,5 per cento. La maggiore pressione inflativa nell'anno in corso è effetto dei rincari delle materie prime: il deflatore dei consumi privati viene, infatti, stimato in aumento al 2,6 per cento nel 2011 (rispetto al 2,3 di aprile). Negli anni successivi, il deflatore dei consumi scende all'1,9 per cento nel 2012 e all'1,8 per cento nel 2013-2014.
L'indebolimento congiunturale dell'economia mondiale è stato segnalato dai principali organismi internazionali, che hanno provveduto ad aggiornare le previsioni di crescita dei principali Paesi industrializzati.
Sulla base dell'articolo 10-bis della legge di contabilità la Nota, oltre alle nuove previsioni macroeconomiche, presenta un aggiornamento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica, alla luce degli effetti determinati sul quadro di finanza pubblica dai decreti legge emanati nel corso dell'estate, vale a dire il decreto-legge n. 98 del 2011 ed il decreto-legge n. 138 del 2011. Il quadro programmatico riportato nel DEF dell'aprile 2011 prevedeva il raggiungimento del pareggio di bilancio entro il 2014 mediante una manovra correttiva pari a circa 2,3 punti di Pil nel biennio 2013-2014, cui è stato dato seguito mediante il decreto-legge n. 98 del 2011, che ha effettuato un intervento correttivo nel periodo pari a circa 48 miliardi di euro netti cumulati. Successivamente, in presenza del riacuirsi della crisi finanziaria, e delle relative tensioni sui differenziali di rendimento dei titoli del debito

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pubblico nazionale rispetto ad altri paesi europei, con il decreto-legge n. 138 del 2011, è stato effettuato un ulteriore intervento correttivo che, anche al fine di anticipare il pareggio di bilancio al 2013, ha elevato la correzione complessiva a 59,8 miliardi, pari al 3,5 punti di Pil.
Per quanto concerne l'articolazione della manovra tra i tre sottosettori delle amministrazioni pubbliche, essa incide per 45,2 miliardi sulle amministrazioni centrali, per 11,5 miliardi sulle amministrazioni locali e per 3,1 miliardi sugli enti di previdenza.
Nel complesso, per effetto della manovra e dell'evoluzione attesa del quadro macroeconomico e finanziario, si determina, rispetto al quadro programmatico indicato dal DEF di aprile, un miglioramento del deficit di bilancio pari, in percentuale del Pil, all'1,1 per cento nel 2012 ed all'1,4 per cento nel 2013, con conseguente sostanziale raggiungimento del pareggio in tale anno.
Come ricordato nella Nota, l'adozione di una manovra di importo complessivamente superiore a quello originariamente programmato è scaturita dalla necessità di contrastare l'ampliamento dei differenziali di rendimento dei titoli di stato italiani rispetto a quelli di altri paesi nell'area dell'euro manifestatisi durante l'estate ed anticipare già al 2013 il pareggio di bilancio. Con le misure di contenimento adottate con i due decreti-legge n. 98 e n. 138 del 2011 si dovrebbe determinare un sostanziale azzeramento del deficit tendenziale previsto nel DEF 2011 per gli anni 2013 e 2014 (pari al -2,7 per cento nel 2013 e al -2,6 per cento nel 2014), realizzando in tal modo il pareggio di bilancio con un anno di anticipo rispetto a quanto in precedenza indicato. A seguito della manovra di contenimento dei conti, l'indebitamento netto scende a -1,6 per cento nel 2012 per attestarsi al -0,1 per cento del PIL nel 2013. Nel 2014 si registrerebbe un saldo positivo di bilancio pari allo 0,2 per cento. L'avanzo primario è previsto in progressivo aumento dallo 0,9 per cento del PIL stimato per l'anno in corso al 5,7 per cento nel 2014. La spesa per interessi mantiene un profilo di crescita nel periodo sostanzialmente analogo a quanto giù previsto ad aprile.
Sul debito pubblico/PIL rileva che il nuovo quadro indica - in presenza di una revisione al ribasso del PIL - una evoluzione dell'andamento del debito pubblico molto simile a quanto stimato nel DEF. Per il 2011, il rapporto debito/PIL dovrebbe attestarsi intorno al 120,6 per cento rispetto al 120,0 per cento previsto nel DEF, a causa della revisione al ribasso delle previsioni di crescita e di una riduzione della crescita dello stock del debito molto limitata rispetto all'ultima previsione. Nel complesso, la Nota precisa che la crescita del debito, in termini assoluti più moderata negli anni considerati per via del complesso degli interventi correttivi di finanza pubblica varati nel corso dell'estate, è del tutto compensata dalla revisione al ribasso delle previsioni di crescita del prodotto in termini nominali. Con riferimento al 2013-2014, invece, il miglioramento dell'avanzo primario consentirebbe un percorso di riduzione del debito appena più accentuato rispetto al DEF.
Sottolinea che l'Allegato I evidenzia che le relazioni dei singoli stati di previsione illustrano le attività programmate che ciascuna Amministrazione intende porre in essere nell'ambito della missione e tendono a dimostrare la coerenza e la compatibilità tra le risorse necessarie alla realizzazione delle diverse missioni e le risorse scritte a legislazione vigente nel bilancio pluriennale. Relativamente alle spese di investimento, gli elementi forniti possono essere utilizzati per valutare il grado di realizzazione delle spese di investimento e la capacità di spesa dell'amministrazione interessata. Ciò anche al fine di fornire elementi di supporto per la valutazione delle proposte di rifinanziamento o di definanziamento che verranno avanzate in sede di predisposizione del disegno di legge di stabilità.
Evidenzia, quindi, le seguenti priorità politiche contenute nella Relazione programmatica

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relativa al Ministero dello sviluppo economico vengono individuate:
favorire il rafforzamento e la competitività del sistema produttivo, affiancandolo in un processo rapido di uscita dalla crisi, di rilancio e di sviluppo;
contribuire ad una politica commerciale europea attenta alle esigenze del sistema italiano ed accompagnare le imprese nella sfida dell'internazionalizzazione, promuovendo e tutelandoli made in Italy;
sviluppare maggiormente la concorrenza con regole e strumenti adeguati contrastando gli abusi di mercato e la contraffazione a garanzia delle imprese e a tutela dei consumatori;
riequilibrare il mix energetico a garanzia di minori costi, maggiore sicurezza di approvvigionamento e contrasto ai cambiamenti climatici per uno sviluppo economicamente sostenibile;
realizzare infrastrutture per le comunicazioni elettroniche ampliando le opportunità di informazioni e business per cittadini e favorire la ricerca e l'innovazione nel settore;
rinnovare e qualificare l'Amministrazione attraverso un processo decisivo per la modernizzazione e la competitività del sistema Paese;
realizzare un concreto miglioramento nell'utilizzo delle risorse e nella qualità dei processi per rispondere pienamente ai compiti assegnati all'Amministrazione al servizio del Paese.

Per un'analisi approfondita degli obiettivi e dello stato di attuazione delle leggi pluriennali di spesa di competenza del Ministero dello sviluppo economico, rinvia infine al corposo allegato I della Nota di aggiornamento.

Manuela DAL LAGO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui trasporti aerei tra il Canada e la Comunità europea e i suoi Stati membri, con Allegati, fatto a Bruxelles il 17 dicembre 2009.
C. 4564 Governo.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Lorena MILANATO (PdL), relatore, sottolinea che l'Accordo sul trasporto aereo tra la Comunità europea e il Canada, concluso il 17 dicembre 2009, costituisce un significativo superamento della precedente - e tuttora vigente - dimensione bilaterale nel campo degli accordi sui servizi aerei. Esso si pone nel solco dell'analogo accordo stipulato con gli Stati Uniti nel 2007 resosi necessario a seguito dei pronunciamenti della Corte di giustizia delle Comunità europee che, nel 2002, giudicò incompatibili con il diritto comunitario alcune clausole contenute negli accordi aerei bilaterali tra alcuni Stati membri e gli USA. Al pari dell'Accordo con gli Stati Uniti, oltre ad aprire i rispettivi mercati del trasporto aereo (eliminando le disposizioni che ancora limitano i diritti delle compagnie aeree delle due parti di operare tra destinazioni dell'UE e del Canada), l'Accordo prevede l'allineamento delle relazioni tra il Canada e i vari Stati membri della CE nel settore aereo ad alcuni elementi di base della legislazione comunitaria, come la sicurezza dei voli, la tutela della concorrenza, la gestione del traffico aereo, la tutela dei consumatori e dell'ambiente.
Passando propriamente al contenuto dell'Accordo in esame, esso si compone di un preambolo, 26 articoli e tre allegati.
Con riferimento alle competenze della X Commissione segnala, in particolare, i seguenti articoli.
In materia di investimenti, le Parti consentono ai propri cittadini di detenere la piena proprietà delle proprie compagnie aeree (articolo 4); la disposizione si integra

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con quelle dell'Allegato 2 contenente Disposizioni relative alla disponibilità dei diritti.
L'articolo 5 definisce il regime di applicabilità della legislazione delle rispettive parti contraenti in materia di dogana, immigrazione, passaporti e sanità.
In base all'articolo 6, concernente specificamente la sicurezza dell'aviazione civile, le Parti si impegnano a riconoscere gli attestati di navigabilità, i brevetti di idoneità e le licenze rilasciate dalle competenti autorità dell'altra Parte, purché soddisfino almeno i requisiti minimi previsti dalla Convenzione di Chicago del 1944. La cooperazione in materia di sicurezza sarà informata all'Accordo in materia di sicurezza dell'aviazione civile tra il Canada e la Comunità europea, fatto a Praga il 6 maggio 2009. Sono previste procedure di consultazione tra le Parti in relazione a problemi relativi alla sicurezza dei servizi aerei, e comunque la possibilità di revoca dei permessi in difetto dei requisiti.
L'articolo 7 disciplina invece la cooperazione in materia di sicurezza intesa come protezione contro atti di interferenza illecita a bordo degli aerei (sequestro di aeromobili e atti e simili). Sono previste consultazioni qualora una delle parti ritenga che l'altra non abbia rispettato le condizioni della cooperazione.
L'articolo 8 disciplina la materia delle esenzioni fiscali e daziarie su carburanti, lubrificanti, materiali di consumo, provviste di bordo, pezzi di ricambio, che siano necessari per la effettiva operatività dei servizi aerei: si tratta di previsioni largamente utilizzate, su base di reciprocità, nei trattati internazionali.
In base all'articolo 9, le Parti si comunicano vicendevolmente le statistiche relative all'attività dei propri vettori nei trasporti internazionali sulla base delle normative nazionali.
L'articolo 10, in materia di tutela dei consumatori, impegna le parti ad adottare misure non discriminatorie riguardanti, tra l'altro, rimborsi o compensazioni.
L'articolo 11 prevede che le Parti garantiscano l'accessibilità degli aeroporti e delle altre infrastrutture collegate alla navigazione aerea su base non discriminatoria.
L'articolo 12 vieta a una Parte di imporre ai vettori dell'altra Parte oneri d'uso superiori a quelli imposti ad altri vettori aerei impegnati in analoghi servizi internazionali.
L'articolo 13, che disciplina il contesto commerciale, sulla base di eque e pari opportunità specifica il diritto dei vettori aerei di ciascuna delle Parti di provvedere in proprio alla vendita di servizi di trasporto aereo nel territorio dell'altra Parte, ovvero tramite propri intermediari (l'acquisto di tali servizi da parte di chicchessia è libero, in valuta locale o in altra convertibile) e prevede la libertà di fissazione delle tariffe per i servizi di trasporto aereo. L'articolo 13 disciplina inoltre aspetti commerciali quali la frequenza e la capacità dei servizi di trasporto aereo, il code-sharing, l'assistenza a terra, l'invio sul territorio dell'altra Parte di personale commerciale, tecnico e di ogni altra categoria necessaria alle attività da porre in essere.
In materia di concorrenza (articolo 14) le Parti enunciano alcuni obiettivi di cooperazione per la creazione di un ambiente equo per la fornitura dei servizi aerei.
L'articolo 17 istituisce un comitato misto per la gestione e attuazione dell'Accordo, le cui deliberazioni avverranno per consensus. Il comitato si riunisce almeno una volta l'anno, ma ciascuna delle Parti può chiedere una riunione del medesimo per risolvere questioni di interpretazione o di applicazione dell'Accordo. Altre funzioni del comitato misto sono precisate nel successivo articolo 20.
Gli articoli 18 e 19 definiscono l'impegno delle Parti nei campi, rispettivamente, della protezione dell'ambiente - ove si osserveranno le norme ambientali applicabili all'aviazione come stabilite dall'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile (ICAO) - e dell'impatto dell'accordo sulle condizioni lavorative e sull'occupazione.
Come accennato, dell'Accordo fanno parte integrante tre allegati relativi, rispettivamente, alla Programmazione delle

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rotte, alle Disposizioni relative alla disponibilità dei diritti e agli Accordi bilaterali tra il Canada e gli Stati membri della CE.
Il disegno di legge di ratifica si compone di tre articoli, con le consuete clausole di autorizzazione alla ratifica e di esecuzione dell'Accordo. L'articolo 3 prevede che la legge di autorizzazione alla ratifica entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Sottolinea infine che, secondo quanto evidenziato nella relazione tecnica allegata al disegno di legge, dall'attuazione dell'Accordo non derivano nuovi o maggiori oneri finanziari a carico del bilancio dello Stato.

Manuela DAL LAGO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Georgia, dall'altro lato, con Allegati, fatto a Bruxelles il 2 dicembre 2010.
C. 4565 Governo.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Lorena MILANATO (PdL), relatore, osserva che l'Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e la Georgia, concluso il 2 dicembre 2010, risponde all'esigenza di liberalizzare l'accesso al mercato, di creare nuove opportunità di investimento per gli Stati membri e di garantire pari diritti e opportunità ai vettori aerei sia dell'Unione europea sia georgiani.
L'entrata in vigore dell'Accordo, destinato a sostituire gli accordi bilaterali esistenti e attualmente in vigore tra gli Stati membri dell'Unione europea e la Georgia, contribuirà ad agevolare - come si sottolinea nella relazione illustrativa che accompagna il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica - i necessari processi di fusione e di consolidamento di soggetti imprenditoriali dell'Unione in grado di confrontarsi con le dinamiche di mercato mondiali.
Al pari di altre intese già esaminate da questa Commissione, la finalità dell'Accordo è rappresentata dall'istituzione di uno spazio aereo liberalizzato tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e la Georgia, nel cui ambito i vettori di entrambe le Parti potranno stabilirsi senza restrizioni, fornire liberamente i loro servizi sulla base dei princìpi commerciali, competere su base equa e paritaria nonché essere soggetti a condizioni regolamentari equivalenti e armonizzate.
Con riferimento al contenuto, l'Accordo si compone di 29 articoli e quattro Allegati.
Particolare rilievo assume l'articolo 2, che concerne i diritti di traffico, definisce i diritti di sorvolo e di scalo tecnico nonché altri diritti di traffico previsti nell'Accordo e necessari alla concreta operatività e all'esercizio delle rotte.
Ai sensi dell'articolo 4 le autorità competenti della Parte che ha ricevuto la richiesta di autorizzazione di un vettore aereo dell'altra Parte, riconoscono le decisioni in materia di determinazione dell'idoneità o della cittadinanza adottate dalle autorità competenti della seconda Parte contraente in relazione a tale vettore aereo come se tale decisione fosse stata adottata dalle proprie autorità competenti e senza effettuare ulteriori accertamenti; sono escluse le determinazioni relative a certificati o licenze di sicurezza, disposizioni in materia di sicurezza, copertura assicurativa.
L'articolo 14, in tema di sicurezza aerea, definisce le condizioni con le quali le Parti si conformano alle disposizioni della legislazione in materia di sicurezza aerea specificata nel dettaglio nell'Allegato III (Norme applicabili all'aviazione civile), parte C, dell'Accordo.
Con l'articolo 15, riguardante la Protezione della navigazione aerea, si fissano le condizioni con le quali le Parti si conformano alle disposizioni della legislazione in materia di protezione della navigazione

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aerea dell'Unione europea specificata nell'Allegato III, parte D, dell'Accordo. L'articolo assume una specifica rilevanza in quanto esso si riferisce all'eventualità di sequestro o atti terroristici nei confronti di aeromobili appartenenti al sistema integrato di navigazione aerea dell'Unione europea.
In base all'articolo 16, le Parti si impegnano a cooperare nel settore della gestione del traffico aereo, al fine di estendere il «cielo unico europeo» alla Georgia e rafforzare così le norme di sicurezza attuali e l'efficacia globale delle norme che disciplinano il traffico aereo generale in Europa, di ottimizzare la capacità, di ridurre al minimo i ritardi e di migliorare l'efficienza ambientale.
L'Accordo configura inoltre una forte cooperazione in materia ambientale (articolo 17) ed una serie di misure a protezione dei consumatori (articolo 18).
L'articolo 22 dispone l'istituzione di un Comitato misto, composto da rappresentanti delle Parti, responsabile dell'amministrazione e della corretta attuazione dell'Accordo. Le decisioni del Comitato, che si riunisce in funzione delle esigenze o a richiesta di una Parte contraente, sono adottate consensualmente e vincolanti per le Parti. Le eventuali controversie in materia di interpretazione o di applicazione dell'Accordo saranno risolte in primo luogo mediante consultazioni formali in sede di Comitato misto e, in caso di mancata risoluzione in tale sede di comitato misto, attraverso una procedura di arbitrato definita dall'articolo 23.
I quattro Allegati recano rispettivamente: servizi concordati e rotte specificate (Allegato I); disposizioni transitorie (Allegato II); norme applicabili all'aviazione civile (Allegato III); elenco degli altri Stati - segnatamente: Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera - cui si applicano le disposizioni relative ad autorizzazioni e revoche o limitazioni di cui agli articoli 3 e 5 dell'Accordo ed all'Allegato I (Allegato IV).
Il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica si compone di tre articoli, con le consuete clausole di autorizzazione alla ratifica e di esecuzione dell'Accordo sullo spazio aereo comune tra la Comunità europea e la Georgia. L'articolo dispone che la legge di autorizzazione alla ratifica entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Sottolinea, infine, che, secondo quanto evidenziato nella relazione tecnica allegata al disegno di legge, dall'attuazione dell'Accordo non derivano nuovi o maggiori oneri finanziari a carico del bilancio dello Stato.

Manuela DAL LAGO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Giappone di mutua assistenza amministrativa e cooperazione in materia doganale, fatto a Roma il 15 dicembre 2009.
C. 4592 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Lorena MILANATO (PdL), relatore, sottolinea che l'Accordo in esame, firmato il 15 dicembre 2009 a Roma e composto da un breve Preambolo e di 19 articoli, impegna le parti a fornire assistenza attraverso le autorità doganali per garantire il totale rispetto della normativa doganale e prevenire le infrazioni.
L'accordo delinea un quadro giuridico appropriato per l'istituzione di idonee forme di collaborazione amministrativa nel settore doganale; l'accordo è altresì compatibile con l'ordinamento comunitario poiché disciplina a livello intergovernativo aspetti della materia doganale non coperti dall'accordo di mutua assistenza sottoscritto dalla Comunità europea e dal Governo giapponese nel gennaio 2008. In particolare, il campo di applicazione impone l'armonizzazione e la semplificazione delle procedure doganali, per garantire la sicurezza della catena logistica

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internazionale. Si introduce l'obbligo dello scambio di informazioni e dell'assistenza, su richiesta e spontanea. Sono previste specifiche ipotesi di deroga, ma anche la fornitura di reciproca assistenza tecnica in materia doganale tramite scambio di funzionari ed esperti oltre che di informazioni. L'articolo 18 istituisce una Commissione mista italo-nipponica che si riunirà su richiesta di una delle due Amministrazioni doganali, per seguire l'evoluzione dell'Accordo e per individuare le soluzioni agli eventuali problemi.
La Commissione è composta dal Direttore dell'Agenzia delle Dogane italiana e dal suo omologo giapponese, assistiti da esperti.
Il disegno di legge di ratifica in esame, approvato dal Senato il 3 agosto 2011, consta di quattro articoli. Gli articoli 1 e 2 recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo. L'articolo 3 autorizza, per l'attuazione della legge, la spesa di 15.846 euro annui a decorrere dal 2011, disponendo che l'onere sia coperto mediante corrispondente riduzione dello stanziamento per i Fondi speciali di parte corrente del bilancio 2011-2013, con parziale utilizzazione dell'accantonamento relativo al Ministero degli Affari esteri.

Manuela DAL LAGO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.50.