CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 22 giugno 2010
342.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Martedì 22 giugno 2010. - Presidenza del vicepresidente Paola FRASSINETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Francesco Maria Giro.

La seduta comincia alle 13.10.

DL 64/10 Disposizioni urgenti in materia di spettacolo e attività culturali.
C. 3552 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 21 giugno 2010.

Paola FRASSINETTI, presidente, comunica che sul testo del disegno di legge in esame è pervenuto il parere del Comitato per la Legislazione; che la Commissioni I (Affari Costituzionali) e XI Commissione (Lavoro) hanno espresso parere favorevole con osservazioni; che la II Commissione (Giustizia) ha espresso parere favorevole e che la VI Commissione (Finanze), ha espresso nulla osta. Comunica altresì che la V Commissione (Bilancio) esprimerà il parere direttamente all'Assemblea.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) ringrazia innanzitutto il Governo per la presenza odierna in Commissione nel corso della fase conclusiva di un provvedimento, che ha messo in mostra tutte le difficoltà della maggioranza.
Preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, il voto contrario sul provvedimento in oggetto sia per il metodo con il quale è stato presentato e sia per il merito.
Ricorda, infatti, che si interviene con un decreto-legge, che ha la pretesa di riformare il sistema delle fondazioni lirico-sinfoniche, ma che in realtà non avanza proposte nuove.
Osserva invece che si sarebbe dovuto approvare un provvedimento di impianto generale e complessivo per la ridefinizione dell'intera offerta culturale in Italia, mentre ci si trova di fronte ad un uso della decretazione d'urgenza, volto solo a prevedere la delegificazione della materia, rimandando il tempo nel quale si effettuerà l'effettiva riforma.
Ritiene altresì che il testo in oggetto non solo non rispetti l'articolo 77 della

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Costituzione, ma normi un settore non di competenza, come quello legato alla contrattazione di lavoro.
Ricorda inoltre che il Ministro Bondi si è più volte dichiarato disponibile a un confronto sul provvedimento e sulla materia in questione; si tratta, a suo giudizio di affermazioni di principio, in quanto il provvedimento arriva presso la Camera inemendabile. Al riguardo, rammenta che nella seduta di ieri la maggioranza ha respinto tutti gli emendamenti proposti dall'opposizione, compresi quelli di buon senso e che tendevano a sanare errori formali, auspicando infine che il Governo non porrà la fiducia in Aula sul provvedimento.
In merito alla delegificazione osserva altresì che essa avrebbe un senso se si fosse approvata una legge quadro ricca di contenuti, che avrebbe a quel punto potuto rimandare propriamente ad atti del Governo; a tal proposito ricorda, inoltre che i pareri espressi dalle Commissioni con svariate condizioni e osservazioni, non vengano assolutamente tenuti in conto dall'Esecutivo.
Osserva altresì che il settore delle fondazioni lirico-sinfoniche comprende oltre alle 14 fondazioni 5.500 unità di personale e che il provvedimento sta causando nei teatri una protesta condivisa, che parte dalle maestranze e arriva agli artisti.
Evidenzia nel merito che il provvedimento non riforma il sistema delle fondazioni lirico-sinfoniche e sia in realtà un provvedimento «commissariato» dal ministro dell'economia, che giunge tardivo su una situazione già rilevata nell'ultima relazione trasmessa sulle fondazioni da parte della Corte dei Conti e che non fa che peggiorare una situazione già compromessa.
Al riguardo, sottolinea che il provvedimento interviene solo per reperire risorse, operando tagli e scaricando le responsabilità sui lavoratori. Ricordando quanto già detto nella seduta precedente, esprime inoltre la convinzione che basterebbe una tassazione variabile dal 2 al 5 per cento sulle entrate pubblicitarie delle grandi imprese televisive per poter raccogliere fino a 190 milioni di euro che andrebbero a finanziare il Fondo unico dello spettacolo e servirebbero a dare linfa a tutto il settore della cultura. Stigmatizza inoltre il fatto che con questo decreto i giovani talenti non avranno più opportunità di lavoro e saranno ancora di più costretti ad andare all'estero.
Evidenzia che la stessa riforma IMAIE, contenuta nel decreto, se pur necessaria è stata fatta in tempi tardivi e inopportuni e non dando alcun segnale di essere rivolta in una direzione che possa garantire il rispetto del principio di trasparenza e di rinnovamento.
Sottolinea inoltre come, a suo giudizio, il provvedimento in esame non abbia nulla di liberale, ma si caratterizzi invece per essere un intervento di tipo statalista, sovietico, attraverso il quale il Governo interviene in materia di contrattazione collettiva, di previdenza, di autonomia stessa delle fondazioni, limitando la libera concorrenza. Stigmatizza infine il fatto che nel provvedimento non vi sono incentivi e in particolare quelli volti alla defiscalizzazione, per attrarre i finanziamenti dei privati.

Manuela GHIZZONI (PD) preannuncia, anche nome dei deputati del proprio gruppo il voto contrario sul provvedimento in esame.
Ricorda innanzitutto come in modo frettoloso la Commissione sia stata chiamata ad affrontare un nodo importante e cioè la riforma del sistema delle fondazioni lirico-sinfoniche, sottolineando che le fondazioni in questione rappresentano il biglietto da visita dell'Italia all'estero: per tale motivo stigmatizza la fretta che la scelta di intervenire con un decreto-legge ha necessariamente imposto nell'esame del provvedimento.
A tal riguardo evidenzia come tale fretta non sia giustificata, in quanto nel marzo del 2009 il Senato aveva approvato unanimemente una risoluzione sulla materia. Osserva, quindi, che da più di un anno erano presenti le condizioni per discutere la materia e che seppure il Senato ha lavorato in Commissione a

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lungo sul provvedimento, il testo è giunto alla Camera con una settimana di ritardo, dato che si è data precedenza al provvedimento sulle intercettazioni.
Stigmatizza inoltre fortemente il fatto che la Commissione abbia potuto lavorare solo poche ore nella giornata di ieri e che alcune Commissioni come la Commissione Lavoro, fortemente implicate dal testo del provvedimento, abbiano potuto esaminarlo solo nella mattinata odierna.
Ricorda inoltre come nella discussione di ieri l'opposizione abbia proposto e prefigurato alcune correzioni molto valide, come la proposta di riscrittura dell'intero articolo 1, la cui incongruità è stata segnalata anche dagli uffici.
Per ciò che riguarda le incongruità costituzionali, fa riferimento all'intervento del collega Zaccaria della seduta di ieri ed aggiunge che tali incongruità sono così evidenti che al primo ricorso il decreto verrà dichiarato incostituzionale, in quanto per molti e diversi punti si pone fuori dal dettato costituzionale.
Ricorda inoltre che nel corso di due recenti audizioni il Ministro Bondi ha più volte rivolto un appello alla Commissione a lavorare in maniera condivisa, in maniera particolare per quel che riguarda la stesura dei regolamenti che dovranno essere emanati dal Governo, mentre nella realtà, a suo giudizio, si tratterà invece semplicemente di esprimere un parere non vincolante da parte della Commissione.
Osserva che per ciò che riguarda l'articolo 1, come già sottolineato da diversi colleghi, non vi è nulla che faccia riferimento a misure che possano incentivare i privati ad intervenire nelle fondazioni, evidenziando inoltre che, discostandosi dal cosiddetto «decreto Veltroni» non vi è più nulla che caratterizzi in maniera privatistica le fondazioni lirico-sinfoniche.
Al riguardo giudica invece negativamente il fatto che si faccia riferimento agli incentivi per gli enti locali, incentivi non esistenti, che confermano l'impossibilità di attuare una riforma di tipo federalista da parte della maggioranza.
Richiama inoltre il parere della Commissione lavoro, che conferma appunto ancora una volta che le fondazioni perdono la loro natura privatistica con il provvedimento in esame.
Infine per ciò che riguarda gli interventi sulle risorse integrative, esprime il convincimento che ci si trovi di fronte all'affermazione di un principio gravissimo, penalizzante, come quello che sancisce l'impossibilità di continuare a svolgere lavoro autonomo nel caso in cui non si dovesse giungere alla firma di un nuovo contratto collettivo nazionale alla data del primo gennaio 2011.
Ricorda ancora come, l'articolo 4 del provvedimento, se pure abrogato, nella prima stesura presentata dal Governo rappresentasse un duro colpo al lavoro fatto dalla Commissione in merito alle proposte di legge quadro sullo spettacolo dal vivo delle colleghe Carlucci e De Biasi. Prende atto altresì dell'abrogazione dell'articolo 5, evidenziando altresì la permanenza del «reperto archeologico» rappresentato dal registro delle opere cinematografiche.
Infine l'articolo 8, in materia di abrogazioni legislative inserisce, a suo giudizio, un ulteriore vulnus gravissimo in quanto di fatto smantella la legge 800 del 1967, unica cornice normativa del settore, in assenza della quale l'intero comparto rimane senza alcun riferimento giuridico.

Antonio PALMIERI (PdL) preannuncia, anche nome dei deputati del proprio gruppo, il voto favorevole sul provvedimento in esame. Ritiene che non sia questa la sede per rispondere puntualmente alle obiezioni avanzate dall'opposizione, constatando che comunque la situazione attuale in cui versano le fondazioni è molto grave. Ricorda come il Senato abbia avuto tempo per lavorare egregiamente e migliorare in modo proficuo il testo, dando atto inoltre al Governo di essere intervenuto in maniera decisa non solo per mettere in sesto le fondazioni ma per farle diventare economicamente «attrattive».

Paola GOISIS (LNP), ricordando le difficoltà in cui versano le fondazioni lirico-sinfoniche, rileva che che nel testo presentato

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emergono alcune criticità, evidenziando peraltro che il problema delle fondazioni andava affrontato. A tal riguardo ricorda come gli interessi passivi accumulati dagli enti in questione ammontano a oltre nove milioni di euro; rilevando inoltre che i privati sono stati scarsamente incentivati ad entrare nel sistema delle fondazioni. Preannunciando il voto favorevole del gruppo da lei rappresentato, esprime la propria condivisione dell'operato del Governo, che si è assunto col provvedimento una responsabilità non facile, dovendo anche appianare i 300 milioni di debiti delle fondazioni stesse a fronte di una situazione che vede molti insegnanti precari privi di lavoro.

Paola FRASSINETTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame.

La Commissione approva quindi la proposta di conferire al relatore il mandato a riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento, deliberando altresì di richiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Paola FRASSINETTI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 13.45.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 341 del 21 giugno 2010, a pagina 12, seconda colonna, dalla ventitreesima alla venticinquesima riga, le parole «, così come risultante dall'approvazione degli emendamenti esaminati,» sono soppresse.