CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 20 ottobre 2009
234.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Martedì 20 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Giuseppe Cossiga.

La seduta comincia alle 12.10.

5-01966 Villecco Calipari: Sui benefici riconosciuti dall'Amministrazione della Difesa al Maresciallo Marco Diana.

Edmondo CIRIELLI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD) illustra l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD), nel ringraziare il Governo per aver fornito

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un'illustrazione dettagliata della vicenda oggetto dell'interrogazione, sottolinea tuttavia come la diffusione di notizie errate sul conto del Maresciallo Diana sia a dir poco sorprendente. Inoltre, rimarca come le somme corrisposte dal Ministero della difesa a titolo di rimborso per spese sanitarie, appaiano assolutamente inadeguate, in considerazione del gravissimo stato di salute del Maresciallo Marco Diana. Infine, nel ritenere che un segno evidente del non soddisfacente trattamento attribuito al citato Maresciallo sia il ricorso straordinario al Capo dello Stato da questi presentato, segnala come l'inquinamento causato da metalli pesanti possa essere una delle concause della malattia da cui è affetto il Maresciallo Diana.

5-01967 Di Stanislao: Sugli esiti del progetto sperimentale «Pianeta Difesa».

Augusto DI STANISLAO (IdV) illustra l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Augusto DI STANISLAO (IdV), replicando, pur ringraziando il sottosegretario per la risposta fornita, ritiene tuttavia che le affermazioni a mezzo stampa del Ministro della difesa in merito alle finalità del progetto sperimentale denominato «Pianeta Difesa», vadano ben oltre le semplici attività addestrative e possano configurarsi come vere e proprie attività di reclutamento. Preannuncia pertanto la presentazione di atti di sindacato ispettivo volti ad acquisire ulteriori elementi di informazione, sia in merito alle citate attività, sia in ordine agli stanziamenti di bilancio da cui sono stati tratti i risparmi di spesa.

Edmondo CIRIELLI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 12.30.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 20 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Giuseppe Cossiga.

La seduta comincia alle 12.30.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Moldova sulla cooperazione nel campo della difesa, fatto a Roma il 6 dicembre 2006.
C. 2765 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Edmondo CIRIELLI, presidente e relatore, ricorda come l'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo della Repubblica di Moldova sulla cooperazione nel campo della difesa, fatto a Roma il 6 dicembre 2006, si inserisca nel quadro degli accordi di cooperazione in campo militare che, in tempi recenti, il Ministero della difesa italiano ha sempre più frequentemente concluso su base sia bilaterale sia multilaterale, nell'intento di favorire il processo di ammodernamento dello strumento militare, dando altresì impulso allo sviluppo dell'industria della difesa.
Come precisato nella relazione illustrativa che accompagna il disegno di legge di ratifica (Atto Senato n. 1756), l'accordo in questione ha lo scopo di sviluppare la cooperazione bilaterale tra le rispettive Forze armate per consolidarne le capacità difensive e contribuire al raggiungimento dello scopo comune di rafforzare la sicurezza e stabilità in Europa.
L'Accordo si compone di un breve preambolo e di dieci articoli.
L'articolo 1 fissa come base della cooperazione il principio della reciprocità e stabilisce che le Parti agiranno in conformità

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con i rispettivi ordinamenti giuridici vigenti e con gli impegni internazionali assunti.
L'articolo 2 pone l'organizzazione e la promozione delle attività per la cooperazione in capo ai due Ministeri della difesa, e stabilisce che eventuali consultazioni dei rappresentanti delle Parti finalizzate all'elaborazione di specifiche intese integrative dell'Accordo, nonché alla definizione di programmi di cooperazione tra le Forze armate dei due Paesi, si terranno alternativamente a Roma e a Chisinau.
L'articolo 3 individua i campi della cooperazione: sicurezza e politica di difesa, peace-keeping e operazioni umanitarie, rispetto dei trattati internazionali sulla difesa, sicurezza e controllo degli armamenti, organizzazione delle Forze armate, struttura ed equipaggiamento delle unità militari e gestione del personale, formazione e addestramento, polizia militare, questioni ambientali e controllo dell'inquinamento causato dalle strutture militari, industrie della difesa e politica degli approvvigionamenti, logistica per la difesa, medicina, sport, storia militare e diritto.
L'articolo 4, invece, descrive le varie modalità con cui possono svilupparsi le forme della cooperazione (visite ufficiali dei rappresentanti delle Parti, scambi di esperienze tra esperti, attività addestrative, corsi ed esercitazioni, eccetera).
L'articolo 5 regola le visite delle delegazioni e il loro finanziamento, nonché gli eventuali aspetti sanitari.
L'articolo 6 reca la disciplina concernente il risarcimento di eventuali danni in caso di missioni o esercitazioni congiunte.
L'articolo 7 attribuisce allo Stato di bandiera il diritto di giurisdizione sul proprio personale che commette, sul territorio dello Stato ospitante, reati inerenti al servizio nonché altre individuate fattispecie di reato che minacciano la sicurezza o i beni del Paese d'origine. Come precisato nella relazione illustrativa che correda il disegno di legge, poiché tale fattispecie - contemplata peraltro in altri accordi di analogo contenuto - incide sulla legislazione penale italiana, il testo dell'articolo in esame è stato definito a seguito di parere del Ministero della giustizia.
L'articolo 8 disciplina il trattamento di informazioni, documenti e materiali classificati, scambiati sulla base dell'Accordo, secondo le norme previste nei due Paesi.
L'articolo 9 stabilisce che eventuali divergenze nell'interpretazione o nell'applicazione dell'Accordo saranno risolte mediante consultazioni o negoziati tra le Parti.
L'articolo 10 regola l'entrata in vigore dell'Accordo e ne stabilisce la durata in cinque anni, automaticamente rinnovabili per pari termine salvo notifica di denuncia. La norma disciplina altresì le modalità per apportare emendamenti.
Segnala inoltre che il disegno di legge di ratifica dell'Accordo in esame, già approvato dal Senato, si compone di quattro articoli.
I primi due articoli recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo.
L'articolo 3 disciplina la copertura degli oneri finanziari derivanti dall'attuazione del provvedimento e, in particolare, dall'invio di funzionari per la partecipazione alle riunioni di consultazione con la Parte contraente per l'esame dei programmi operativi e per il completamento dell'Accordo. All'onere, pari a euro 7.615 ad anni alterni a decorrere dall'anno 2009, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3, comma 1, della legge 4 giugno 1997, n. 170, concernente la ratifica e l'esecuzione della convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta contro la desertificazione nei Paesi gravemente colpiti dalla siccità e/o dalla desertificazione, fatta a Parigi il 14 ottobre 1994.
L'articolo 4, infine, dispone l'entrata in vigore della legge di autorizzazione alla ratifica per il giorno successivo alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
In conclusione, poiché ritiene che l'Accordo non presenti profili problematici dal punto di vista delle competenze della

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Commissione Difesa, propone di esprimere parere favorevole sul provvedimento in oggetto.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA concorda sulla proposta di parere formulata dal relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva all'unanimità la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 12.35.

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 20 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Giuseppe Cossiga.

La seduta comincia alle 12.35.

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero della difesa per l'anno 2009, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi.
Atto n. 115.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto in titolo, rinviato nella seduta del 14 ottobre 2009.

Edmondo CIRIELLI, presidente, ricorda che nella scorsa seduta il relatore si era riservato di presentare una proposta di parere sullo schema di decreto in oggetto alla luce della documentazione depositata agli atti della Commissione dal rappresentante del Governo.

Riccardo MAZZONI (PdL), relatore, formula una proposta di parere favorevole, che illustra (vedi allegato 3).

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA, nel concordare con la proposta di parere favorevole, ringrazia il relatore e s'impegna, a nome del Governo, ad attuare nel prossimo futuro quanto in essa indicato.

Edmondo CIRIELLI, presidente, pur ringraziando il Governo per lo sforzo compiuto nella definizione dei nuovi criteri di riparto e il relatore per l'articolata proposta di parere presentata, ritiene di non poter esprimere un voto favorevole in merito al citato parere, in quanto, a suo avviso, nel riparto adottato con lo schema di decreto in oggetto vi sono alcune gravi incongruenze di cui non è possibile dare una spiegazione logica. Cita in particolare, il fatto che alcune associazioni combattentistiche, quali ad esempio l'Associazione Italiana combattenti antifascisti in Spagna e l'Associazione Nazionale veterani reduci garibaldini, risultino beneficiarie di consistenti finanziamenti, pari rispettivamente a 22 mila e 24 mila euro, mentre un'Associazione d'Arma come l'Associazione Nazionale Carabinieri, che vanta un notevole numero di iscritti, sia destinataria di un contributo di soli 13 mila euro. In realtà, a suo avviso, il problema che in qualche modo dovrebbe essere risolto è quello della riunificazione in un unico stanziamento delle risorse destinate alle associazioni combattentistiche con quelle erogate agli altri enti e associazioni.

Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD), nel ribadire quanto già espresso nella precedente seduta, evidenzia la necessità di eliminare alcune duplicazioni esistenti tra diverse associazioni, incentivandone opportune forme di aggregazione e prevedendo la possibilità per tali associazioni di ricorrere al comodato d'uso. Nel preannunciare quindi la presentazione da parte del proprio gruppo di un'apposita proposta di legge in tal senso, concorda con la proposta di parere del relatore, che, peraltro, a suo avviso, potrebbe meglio specificare, laddove richiama la necessità di favorire forme di aggregazione tra gli enti beneficiari, che tale esigenza si pone con riguardo a tutti gli enti che concorrono al

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riparto dei fondi di cui al presente schema di decreto.

Augusto DI STANISLAO (IdV), pur esprimendo apprezzamento per la proposta di parere del relatore, che ben sintetizza gli elementi emersi nel corso del dibattito, ritiene tuttavia necessario trovare un punto di convergenza tra tutti i membri della Commissione prima di procedere alla votazione del parere. Propone, pertanto, di rinviare l'esame dello schema di decreto ad altra seduta in modo da superare i profili problematici evidenziati dal presidente nel corso del dibattito.

Giuseppe MOLES (PdL), nel ritenere la proposta di parere del relatore ben argomentata, si dichiara contrario a rinviare ad altra seduta la votazione della proposta di parere.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione, dopo aver respinto la proposta del deputato Di Stanislao, approva la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 12.55.

RISOLUZIONI

Martedì 20 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Giuseppe Cossiga.

La seduta comincia alle 12.55.

7-00203 Villecco Calipari: Sulla soppressione del 91o Battaglione «Lucania».
(Discussione e rinvio).

La Commissione inizia la discussione sulla risoluzione in titolo.

Salvatore MARGIOTTA (PD), nell'illustrare la risoluzione in oggetto, in qualità di cofirmatario, fa presente preliminarmente come essa si inserisca nel più ampio quadro della dislocazione delle Forze armate nel Mezzogiorno. In particolare, evidenzia come la decisione preannunciata dal Ministero della difesa di voler procedere alla soppressione del 91o Battaglione Lucania, stia creando viva apprensione nella popolazione locale, tanto che i Comitati di quartiere hanno raccolto circa 18 mila firme per richiedere la sospensione di una decisione per effetto della quale la Basilicata diverrebbe l'unica regione d'Italia priva di reparti militari, nonostante questi abbiano svolto un ruolo essenziale nell'ambito della Protezione civile a livello locale. Ciò premesso, ricorda che in merito alla ventilata soppressione del 91o Battaglione Lucania, il 5 novembre 2003, il Governo aveva accolto alla Camera un ordine del giorno a firma dei deputati Molinari e Blasi con il quale si impegnava l'Esecutivo a scongiurare la soppressione del citato Battaglione e ad assicurare il suo funzionamento operativo nel quadro di una riorganizzazione complessiva delle strutture militari sul territorio nazionale. Inoltre, rammenta che, in sede di esame dello schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 28 novembre 1997, n. 464, in materia di riforma strutturale delle Forze armate (poi divenuto decreto legislativo 28 novembre 2005, n. 253), la IV Commissione, il 26 luglio 2005, nell'esprimere parere favorevole sul citato provvedimento, aveva segnalato l'esigenza di escludere la soppressione del 91o Battaglione, salvo che non si fosse proceduto all'istituzione di sede del 232o Reggimento trasmissioni a Potenza. Ricorda altresì che vi è stato nel recente passato un carteggio tra l'Amministrazione militare e il Sindaco di Potenza da cui risulta che quest'ultimo aveva dato il proprio assenso a mettere a disposizione delle Forze armate un'apposita area su cui realizzare la sede del 232o Reggimento trasmissioni. Ricorda da ultimo che, il 16 settembre scorso, vi è stata una riunione tra i deputati lucani del PD e il sottosegretario di Stato per la difesa, onorevole Crosetto, da cui è emersa la volontà del Governo di trovare una soluzione

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all'intera vicenda, coerentemente con gli auspici espressi anche da numerosi deputati locali del PdL, tra i quali il deputato Moles componente di questa Commissione. In conclusione, nel sottolineare come sulla questione oggetto della risoluzione vi sia un interesse comune di tutte le forze politiche locali, osserva che l'eventuale soppressione del 91o Battaglione Lucania accentuerebbe ancora di più un'incongruenza di fondo nella strategia seguita dal Governo sulla dislocazione delle strutture militari sul territorio nazionale volta a mantenere la gran parte delle caserme nel Nord-est del Paese, nonostante il maggior bacino di reclutamento dei volontari si trovi invece nel Mezzogiorno.

Giuseppe MOLES (PdL), nello svolgere alcune considerazioni preliminari sull'oggetto della risoluzione, rivolge alcune richieste di chiarimento al Governo.
In particolare, rammenta che, come già evidenziato dal deputato Margiotta, in merito alla soppressione del 91o Battaglione Lucania sono intervenuti sia l'ordine del giorno del 5 novembre 2003, accolto dal Governo presso la Camera dei Deputati, sia il parere approvato dalla Commissione Difesa della Camera il 26 luglio 2005. Rilevato pertanto come, in merito a tale questione, vi sia un'attenzione comune di maggioranza e di opposizione, chiede al Governo, al fine di delineare con precisione i termini della vicenda, di far conoscere quali passi l'Amministrazione della difesa e lo Stato Maggiore dell'Esercito abbiano compiuto congiuntamente con le amministrazioni locali - e, in particolare, con il comune di Potenza - al fine riconfigurare il 91o Battaglione in Reggimento trasmissioni, come prospettato dallo Stato Maggiore dell'Esercito.
Più specificamente, chiede al Governo di chiarire quali siano stati gli esiti degli incontri tra i rappresentanti delle Forze armate e il Sindaco di Potenza svoltisi nel dicembre 2004 e nell'agosto dell'anno successivo che, a quanto risulta, hanno riguardato l'entità del supporto che l'amministrazione comunale di Potenza avrebbe dovuto fornire alla Forza armata, proprio al fine di concorrere al mantenimento di un'unità militare nella città di Potenza. Chiede inoltre se risponde al vero che lo Stato Maggiore dell'Esercito abbia inviato in Basilicata e a Potenza una Commissione tecnica con l'incarico di verificare la fattibilità e l'utilizzabilità di un'area individuata dal comune nella zona di «Piani del Mattino» e, in caso affermativo, chiede di chiarire quali siano state le risultanze emerse dall'attività della Commissione, al fine di far conoscere se e quando le offerte presentate dal comune in termini di aree e di infrastrutture siano state ufficialmente formalizzate. Inoltre dovrebbe essere chiarito se corrisponda al vero che tali offerte siano state considerate modeste ed insufficienti e, in caso affermativo, in che data tali considerazioni siano state rese note all'amministrazione comunale.
Sembrerebbe, infatti, che nel novembre 2005 il Capo dello Stato Maggiore dell'Esercito pro-tempore, a seguito di tali approfondimenti, abbia scritto al Sindaco di Potenza in merito alle limitazioni che il progetto presentava a causa dell'assenza di aree per il soddisfacimento delle esigenze logistiche dell'unità operativa dell'Esercito nonché dell'entità delle risorse necessarie allo scopo.
Inoltre, chiede di sapere se e in che data l'amministrazione comunale di Potenza abbia indicato formalmente l'offerta di aree ed infrastrutture utili a soddisfare le esigenze dell'unità operativa dell'Esercito e se, e in che data, l'amministrazione comunale di Potenza abbia formalizzato un possibile impegno anche finanziario connesso ai necessari adeguamenti infrastrutturali per accogliere un'unità trasmissioni.
Risulterebbe inoltre che, sempre lo Stato Maggiore dell'Esercito, nel novembre 2005, abbia invitato ancora una volta l'amministrazione comunale di Potenza a proporre ulteriori soluzioni, ma quest'ultima nel gennaio 2006 avrebbe confermato le precedenti. Stando invece alle dichiarazioni rilasciate dal Sindaco in un'intervista al «Quotidiano di Basilicata» il 4 settembre 2008, la vicenda risulterebbe ferma ad

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una nota dello Stato Maggiore dell'Esercito che, in risposta ad una richiesta di incontro inoltrata dal comune per capire la reale situazione, avrebbe evidenziato la difficoltà di assumere qualsiasi impegno che comporti nuove spese di investimento, rinviando l'incontro tecnico al momento in cui si sarebbe disposto di chiari elementi di situazione.
Da altre informazioni invece risulterebbe che nel marzo e nel luglio 2006 lo Stato Maggiore dell'Esercito evidenziava, con comunicazione ufficiale indirizzata al Sindaco di Potenza, che, solo qualora l'amministrazione comunale avesse fornito ulteriori elementi di situazione, si sarebbe potuto ripartire con un approfondimento tecnico ulteriore, e che - proprio nella comunicazione a cui fa riferimento il Sindaco nella citata intervista - il Sindaco stesso non comunicava i nuovi elementi di situazione richiesti, tanto che risulterebbe che lo Stato Maggiore dell'Esercito nel luglio 2006 abbia risposto di essere disponibile ad un incontro solo allorché l'amministrazione comunale avesse comunicato i citati nuovi elementi.
Infine, ritiene necessario sapere se e quando il Sindaco di Potenza, dal luglio 2006 ad oggi, abbia formalmente dato allo Stato Maggiore dell'Esercito nuove disponibilità, anche e soprattutto logistiche, nonché ulteriori elementi di situazione e se corrisponda al vero che l'amministrazione dell'Esercito abbia più volte sollecitato con lettere ufficiali una risposta alla richiesta di ulteriori elementi, mentre l'amministrazione comunale abbia scritto al Ministro della Difesa e allo Stato Maggiore dell'Esercito soltanto lo scorso 25 giugno, individuando un'area da offrire alla Difesa per la realizzazione di strutture militari. In base a tale ricostruzione, vi sarebbe quindi un'assoluta mancanza di comunicazioni dal comune di Potenza allo Stato Maggiore dell'Esercito per un periodo di circa tre anni.

Salvatore MARGIOTTA (PD), nel replicare alle osservazioni del deputato Moles, dà lettura di una nota del 6 giugno 2006 del comune di Potenza, con cui il Sindaco chiede allo Stato Maggiore dell'Esercito un incontro da svolgersi nel successivo mese di giugno per procedere ad un approfondimento di tipo tecnico per la realizzazione nella città di Potenza di un presidio dell'Esercito, nel quadro della riorganizzazione delle Forze armate. Segnala come a tale nota abbia tuttavia fatto seguito una lettera dello Stato Maggiore dell'Esercito, di cui dà altresì lettura, nella quale, pur confermandosi la volontà della Forza armata di mantenere il proprio significativo presidio nel capoluogo locale, si ravvisava l'opportunità di rinviare l'incontro tecnico e si faceva riserva di promuovere successivamente tale incontro in attesa di disporre di chiari e certi elementi di situazione. Ritiene pertanto che l'ampio lasso di tempo durante il quale non sono avvenute comunicazioni tra il comune di Potenza e lo Stato Maggiore dell'Esercito non possa essere imputato all'inerzia dell'amministrazione locale.

Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD) sottolinea come, al di là della ricerca di eventuali responsabilità in merito a decisioni non assunte in passato, il problema da affrontare ora in Commissione sia quello di stabilire il percorso migliore per evitare che la Lucania sia privata, nel prossimo futuro, di strutture militari. Segnala infatti come tali strutture stiano subendo nel Mezzogiorno una sensibile contrazione che, oltre a non essere giustificabile alla luce del mutato quadro strategico internazionale, rischia di produrre gravi ripercussioni sull'economia locale, in considerazione degli effetti negativi che tale contrazione determinerebbe sull'indotto.

Giuseppe MOLES (PdL), nel condividere le preoccupazioni della deputata Villecco Calipari, sottolinea come i profili poc'anzi evidenziati nel proprio intervento non intendevano mettere in luce eventuali responsabilità, quanto piuttosto chiarire se l'area messa a disposizione dal comune di Potenza presenti effettivamente i requisiti tecnici richiesti dalle Forze armate.

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Edmondo CIRIELLI, presidente, nel condividere le finalità della risoluzione in oggetto, si associa alle considerazioni svolte dai deputati Moles e Villecco Calipari.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA, in considerazione della complessità delle richieste formulate dal deputato Moles, si riserva di fornire gli opportuni chiarimenti nel corso della prossima seduta.

Edmondo CIRIELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.20.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE REFERENTE

Disposizioni per la promozione e la diffusione della cultura della difesa attraverso la pace e la solidarietà.
C. 2596 Di Stanislao.

Concessione della medaglia d'oro al valore alle Associazioni «Libero Comune di Fiume in esilio», «Libero Comune di Zara in esilio» e «Libero Comune di Pola in esilio».
C. 684 Menia, C. 685 Menia e C. 1903 Raisi.