ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00091

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 74 del 30/10/2018
Abbinamenti
Atto 7/00159 abbinato in data 29/01/2019
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 30/10/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MIGLIORE GENNARO PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2018
ROSATO ETTORE PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2018
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2018
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2018
SCALFAROTTO IVAN PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2018
LA MARCA FRANCESCA PARTITO DEMOCRATICO 30/10/2018
DI MAIO MARCO PARTITO DEMOCRATICO 05/11/2018
BOLDRINI LAURA LIBERI E UGUALI 10/12/2018


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
29/01/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 19/12/2018
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 19/12/2018
BOLDRINI LAURA LIBERI E UGUALI
EMILIOZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO
FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER
MIGLIORE GENNARO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 23/01/2019
DEL RE EMANUELA CLAUDIA ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 23/01/2019
BOLDRINI LAURA LIBERI E UGUALI
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 23/01/2019
DEL RE EMANUELA CLAUDIA ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 23/01/2019
EMILIOZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE
FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER
EHM YANA CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 29/01/2019
BOLDRINI LAURA LIBERI E UGUALI
FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER
EMILIOZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE
 
PARERE GOVERNO 29/01/2019
MERLO RICARDO ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 05/11/2018

ATTO MODIFICATO IL 10/12/2018

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 10/12/2018

DISCUSSIONE IL 19/12/2018

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 19/12/2018

DISCUSSIONE IL 23/01/2019

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 23/01/2019

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 29/01/2019

DISCUSSIONE IL 29/01/2019

NON ACCOLTO IL 29/01/2019

PARERE GOVERNO IL 29/01/2019

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 29/01/2019

RESPINTO IL 29/01/2019

CONCLUSO IL 29/01/2019

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00091
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo presentato
Martedì 30 ottobre 2018
modificato
Lunedì 10 dicembre 2018, seduta n. 98

   Le Commissioni I e III,

   premesso che:

    nel 1993, dopo decenni di guerre, l'Eritrea diventava indipendente con un referendum svoltosi sotto l'egida dell'ONU e vedeva instaurarsi come presidente Isaias Afewerki, riconosciuto dalla comunità internazionale «un presidente-padrone»;

    nonostante l'indipendenza, si registrano ancora per tutti gli anni Novanta, conflitti, prima con lo Yemen e poi con lo storico avversario Etiopia per una questione legata ai confini. Fino al 2000 quando viene negoziato un accordo di pace ad Algeri, dopo 42 anni di guerre, lotte armate, devastazioni, rimasta però «lettera morta»;

    l'8 luglio 2018, i leader dell'Etiopia, Abiy Ahmed Ali, e dell'Eritrea, Isaias Afewerki, hanno firmato a Gedda, in Arabia Saudita, un nuovo trattato di pace, con la mediazione del Paese ospitante, dell'Onu, rappresentato dal segretario generale Antonio Guterres, dell'Unione africana e degli Emirati arabi uniti, ponendo fine ad una stagione di guerra durata 20 anni;

    nel 2009 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sanziona l'Eritrea con l'accusa di sostenere i fondamentalisti somali di Al Shaabab: il pacchetto delle sanzioni prevede l'embargo sulla vendita di armi e di qualsiasi equipaggiamento militare e il blocco delle risorse finanziarie dell'Eritrea all'estero;

    secondo alcune dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa da esponenti delle forze di Governo, il nostro paese, insieme alla Russia, vorrebbe sostenere la fine delle sanzioni all'Eritrea da parte dell'Onu;

    il Governo eritreo è stato accusato di repressione e di impedire lo sviluppo della democrazia: le elezioni politiche che, secondo gli accordi Onu, avrebbero dovuto tenersi nel 2001 non sono mai avvenute;

    approfittando della condizione di stato d'emergenza che perdura da circa 20 anni, il presidente Isaias Afewerki ha instaurato nel suo Paese una vera dittatura, con violazioni dei diritti umani denunciate da organizzazioni umanitarie per ben due volte, nel 2015 e nel 2016, dalla Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite, ha sospeso la Costituzione, chiuso la stampa libera e imprigionato migliaia di oppositori;

    nel 2011, quando tutto il Corno d'Africa è stato interessato da una severa crisi alimentare, l'Eritrea, ha rifiutato gli aiuti, e sempre negato la crisi. Il servizio militare è obbligatorio nel Paese per tutti gli uomini e le donne dai 17 anni in poi, a tempo indeterminato; nessuno può avere un passaporto prima dei 60 anni per questo motivo; la popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e lo stipendio medio è di circa 10 euro al mese;

    il rapporto «Service For Life: State Repression and Indefinite Conscription in Eritrea» prodotto da Human Rights Watch nel 2009 ha documentato gravi violazioni dei diritti umani da parte del Governo eritreo, tra le quali arresti arbitrari, tortura, terrificanti condizioni detentive, lavoro forzato e severe restrizioni alle libertà di movimento, di espressione e di culto;

    in un recente rapporto Amnesty International ha denunciato che il Governo eritreo ha sistematicamente utilizzato arresti arbitrari e detenzioni senza processo. Si stima che nel Paese ci siano più di 200 strutture di detenzione che gli ex detenuti hanno descritto come un «inferno», sotto minaccia quotidiana di percosse, punizioni, pochissimo cibo e condizioni igienico-sanitarie al limite. Inoltre, migliaia di prigionieri in Eritrea non riescono ad avere alcun contatto con la famiglia che spesso non sa se sono vivi o morti;

    anche coloro che riescono a fuggire in altri Paesi come Libia, Sudan, Egitto ed Italia continuano a subire minacce e ricatti. Il Governo eritreo ha infatti deciso di tassare, con la «diaspora taxation» tutti i redditi ottenuti all'estero dai propri cittadini per un valore pari al 2 per cento di quanto guadagnato, indipendentemente da quanto i cittadini eritrei versino in termini di imposte nel Paese in cui il reddito è prodotto o dall'esistenza di accordi sulla doppia imposizione,

impegnano il Governo:

   a continuare a seguire con attenzione la situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Eritrea, anche a livello multilaterale, in particolare in ambito Onu, e ad attivarsi, anche in sede di rapporti bilaterali, per favorire la promozione e la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Eritrea, in particolare adottando iniziative per:

    a) caldeggiare l'attuazione della Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti;

    b) rappresentare all'Eritrea l'urgenza di modificare la legge sulla coscrizione obbligatoria;

    c) consentire l'accesso nel Paese del Relatore speciale del Consiglio diritti umani e stabilendo con lo stesso una proficua collaborazione;

    d) adottare misure per garantire il diritto di proprietà conformemente agli standard internazionali in materia;

   a sostenere, attraverso gli strumenti della cooperazione, progetti che aiutino le comunità civili eritree nei Paesi confinanti e in Eritrea stessa;

   ad adottare iniziative per garantire il riconoscimento del diritto di asilo in Italia ai cittadini eritrei che ne fanno richiesta fintanto che non vengano garantite le libertà civili e non venga abolita la coscrizione militare obbligatoria nel Paese.
(7-00091) «Quartapelle Procopio, Migliore, Rosato, Braga, Fassino, Scalfarotto, La Marca».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

trattamento crudele e degradante

sanzione internazionale