ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00667

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 707 del 14/06/2022
Abbinamenti
Atto 1/00639 abbinato in data 15/06/2022
Atto 1/00642 abbinato in data 15/06/2022
Atto 1/00644 abbinato in data 15/06/2022
Atto 1/00646 abbinato in data 15/06/2022
Atto 1/00653 abbinato in data 15/06/2022
Atto 1/00666 abbinato in data 15/06/2022
Firmatari
Primo firmatario: RIPANI ELISABETTA
Gruppo: CORAGGIO ITALIA
Data firma: 14/06/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARIN MARCO CORAGGIO ITALIA 14/06/2022
LOMBARDO ANTONIO CORAGGIO ITALIA 14/06/2022


Stato iter:
15/06/2022
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 15/06/2022

RITIRATO IL 15/06/2022

CONCLUSO IL 15/06/2022

Atto Camera

Mozione 1-00667
presentato da
RIPANI Elisabetta
testo presentato
Martedì 14 giugno 2022
modificato
Mercoledì 15 giugno 2022, seduta n. 708

   La Camera,

   premesso che:

    la peste suina africana (Psa) è una malattia infettiva altamente contagiosa e con una letalità del 90-100 per cento dei casi, originata da un virus che colpisce i suini domestici e selvatici ma che, non essendo una zoonosi, non mette a rischio direttamente la salute umana;

    la malattia è endemica nel continente africano, ma si propaga con estrema facilità da un continente all'altro. Al momento, nell'Unione europea risulta un'area infetta da peste suina africana di circa 350 mila chilometri quadrati. I primi casi sono stati rilevati nel 2014 in alcuni Paesi dell'est Europa e oggi la situazione coinvolge Polonia, Germania, Belgio, Estonia, Lettonia, Slovacchia, Grecia, Lituania, Romania, Ungheria, Bulgaria; secondo il Ministero della salute, in ambito internazionale è presente in Cina, India, Filippine, Oceania (Papua Nuova Guinea) e in diverse aree del Sud-Est asiatico;

    la malattia si è diffusa fino ad arrivare in Italia (dal 1978 è presente esclusivamente in Sardegna, dove negli ultimi anni si registra un costante e netto miglioramento della situazione epidemiologica); nel gennaio 2022 la Psa è stata riscontrata in diversi cinghiali in Piemonte, in provincia di Alessandria, e in Liguria, nelle provincie di Genova e Savona; la problematica ha di recente coinvolto nel mese di maggio anche la regione Lazio e, in particolare, la città di Roma; il Ministero della salute segnala che il virus rilevato nell'Italia continentale è geneticamente diverso da quello presente in Sardegna e corrisponde a quello circolante in Europa da alcuni anni;

    l'eccessiva proliferazione dei cinghiali, considerati i principali vettori della malattia, che rappresenta già un problema per la sicurezza della circolazione stradale, l'incolumità pubblica e gli ingenti danni per le attività agricole e zootecniche, rischia oggi di aggravare la propagazione del virus sul territorio nazionale, nel caso in cui la malattia sconfinasse nelle regioni attualmente indenni, quali la Lombardia, Emilia-Romagna, il Veneto e la Toscana, regioni che rappresentano complessivamente più del 75 per cento dei suini allevati in Italia;

    nel rispetto della strategia comunitaria di prevenzione e controllo della Psa, dal 2020 l'Italia presenta annualmente alla Commissione europea, per l'approvazione e il cofinanziamento, un piano di sorveglianza nazionale, che comprende, in particolare, misure per l'eradicazione della Psa nelle zone in cui si verifichino casi di contagio; nel 2021 il Ministero della salute, in collaborazione con i Ministeri delle politiche agricole alimentari e forestali e della transizione ecologica, competenti in materia di gestione della fauna selvatica, e con l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e il Cerep, Centro di referenza nazionale per le pesti suine, in considerazione del riconosciuto ruolo epidemiologico dei cinghiali nella epidemia europea, ha messo a punto un documento di indirizzo con indicazioni tecnico operative per la prevenzione della Psa in ambiente selvatico, e per sostenere le regioni e la pubblica amministrazione, in particolare nella gestione della popolazione di cinghiali e nel contrasto del rischio di diffusione del virus della Psa in Italia; per il controllo dell'epidemia, il Ministero della salute ha avviato una collaborazione con la Protezione civile per la programmazione delle attività di prevenzione e di controllo nonché contatti costanti con le principali associazioni di categoria del settore, anche al fine di aumentare il livello di conoscenza e sensibilizzazione;

    da gennaio 2022 – con la conferma di Psa nel cinghiale rinvenuto in Piemonte – il Ministero della salute ha attivato il Gruppo degli esperti per la definizione della zona infetta, e l'unità di crisi centrale che ha, tra l'altro, il compito di definire la strategia di controllo ed eradicazione della malattia nelle aree interessate e in quelle limitrofe; nelle zone infette è stata vietata qualsiasi attività agro-forestale e l'accesso del pubblico – la malattia risulta infatti trasmissibile attraverso le movimentazioni di animali, persone, veicoli e materiali contaminati; il Piano di sorveglianza nazionale in vigore, viene applicato anche nelle aree del Paese al momento non interessate dalla malattia; questo dispone, tra le principali misure, la sorveglianza passiva in ambito domestico e in ambiente selvatico, la verifica del livello di applicazione delle misure di biosicurezza in allevamento, l'attività di formazione ed informazione degli allevatori, ma anche dei cacciatori e di tutti i soggetti direttamente e indirettamente coinvolti, al fine di accrescere la conoscenza della malattia e la consapevolezza del rischio per gli allevamenti e per l'economia;

    nella comunicazione del Ministero della salute alle regioni – tempestivamente inviata dopo la conferma dei primi casi – è stata sottolineata l'importanza della sorveglianza passiva e della necessità di segnalazione immediata di qualsiasi carcassa di cinghiale rinvenuta sull'intero territorio nazionale, anche a seguito di incidente; si prescrive, per gli allevamenti suinicoli, l'immediata segnalazione ai servizi veterinari di eventuali sintomi di malattia negli animali; sono sottoposti a controllo diagnostico i suini deceduti in azienda; si prevede la verifica della corretta applicazione delle misure di biosicurezza degli allevamenti suini, fondamentali per la prevenzione dell'infezione, con particolare riferimento alle possibilità di contatto con i selvatici, alle operazioni di pulizia e disinfezione in azienda e alla corretta applicazione delle norme igienico-sanitarie;

    con il decreto-legge 17 febbraio 2022, n. 9, il Governo ha disposto misure necessarie e urgenti per l'eradicazione dalla peste suina africana nei cinghiali e per prevenirne la diffusione nei suini da allevamento, allo scopo di proteggere la salute animale, tutelare il patrimonio suino nazionale e dell'Unione europea, salvaguardare il sistema produttivo nazionale, l'intera filiera, le esportazioni;

    l'urgenza del provvedimento è pienamente giustificata dalle pesanti ricadute della Psa sul patrimonio zootecnico, che obbliga all'eliminazione degli animali malati e sospetti tali, e dagli ingenti danni per il comparto produttivo suinicolo e alle esportazioni dei prodotti nazionali, di rinomata eccellenza all'interno dell'Unione europea e nei mercati internazionali;

    il decreto-legge n. 9 ha attribuito alle regioni, il compito di predisporre, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, il Piano regionale di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l'eradicazione della Psa nella specie cinghiale e nei suini da allevamento, in conformità al Piano nazionale di sorveglianza ed eradicazione delle peste suina, presentato dal Ministero della salute alla Commissione europea in data 30 giugno 2021; per evitare la diffusione della Psa negli allevamenti, il decreto ha previsto l'emanazione di apposito decreto ministeriale per definire, anche in deroga ai regolamenti edilizi, i requisiti tecnici per la messa in opera di misure per ridurre il rischio di introduzione e diffusione di agenti patogeni, e per migliorare le condizioni di biosicurezza degli allevamenti suinicoli sia dal punto di vista strutturale (recinzioni per evitare contatti con animali selvatici, strutture per gestire gli animali morti, zone filtro per consentire la disinfezione degli operatori prima dell'ingresso, piazzole per disinfettare i mezzi di trasporto e altro) che gestionale (evitare di far accedere estranei negli allevamenti, disinfettarsi prima di accedere, derattizzazione, e altro); il decreto n. 9 ha disposto, infine, la nomina di un immissario straordinario, con il compito di presiedere al coordinamento e al monitoraggio delle azioni e delle misure poste in essere per prevenire e contenere la diffusione della Psa e adottare, se necessario, provvedimenti contingibili e urgenti per prevenire ed eliminare gravi pericoli per la salute animale e far fronte a situazioni eccezionali; nel corso dell'esame, il Parlamento ha integrato il testo del provvedimento al fine di prevedere che le regioni e le province autonome, oltre agli interventi urgenti disposti dal decreto, possano attuare le ulteriori misure disposte dal commissario straordinario per l'eradicazione e la prevenzione della diffusione della peste suina africana, ivi inclusa la messa in opera di recinzioni o altre strutture temporanee ed amovibili, idonee al contenimento dei cinghiali selvatici nella zona infetta corrispondente alla zona soggetta a restrizioni; per far fronte agli oneri per la messa in opera delle recinzioni e delle strutture temporanee, pari a 10 milioni di euro per il 2022, si prevede la riduzione della dotazione del «Fondo di parte corrente per il sostegno della filiera suinicola» (35 milioni per il 2022) di cui all'articolo 26, comma 1, del decreto-legge n. 4 del 2022 (legge n. 25 del 2022), il cosiddetto decreto «Ristori-ter», che ha anche istituito nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il Fondo di parte capitale per gli interventi strutturali e funzionali in materia di biosicurezza, con una dotazione di 15 milioni di euro per l'anno 2022; entrambi i fondi sono destinati a tutelare gli allevamenti suinicoli dal rischio di contaminazione dal virus responsabile della peste suina africana e a indennizzare gli operatori della filiera danneggiati dal blocco della movimentazione degli animali e delle esportazioni di prodotti trasformati;

    le necessarie misure di contenimento del virus nelle zone infette hanno causato ingenti perdite economiche per gli allevatori, gli agricoltori, le attività con finalità turistico-ricettive e le attività ludico sportive outdoor. La peste suina africana è un'emergenza di carattere sanitario che rischia di compromettere il tessuto produttivo ed economico nazionale legato alla filiera suinicola: nel comparto suinicolo italiano operano circa 25.000 aziende agricole e circa 3.500 aziende di trasformazione; una prima stima su dati del Ministero della salute e dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) segnala che, nel caso in cui la malattia si diffondesse nelle regioni Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana, dove sono presenti la maggior parte dei suini allevati in Italia, sarebbe necessario stanziare risorse pari a circa 1.441.490.120 solo per l'indennità di abbattimento (necessario) degli animali;

    assume, a tal proposito, importanza fondamentale l'adozione di misure volte al monitoraggio ed al controllo della peste suina africana, alla messa in sicurezza degli allevamenti a tutela del comparto suinicolo nazionale che conta oltre 9 milioni di capi, alla riduzione della densità numerica e spaziale dei cinghiali mediante un efficace piano di gestione faunistico-venatoria che renda compatibile la presenza degli ungulati con le attività agricole e l'ecosistema circostante;

    le associazioni di categoria chiedono misure che non aggiungano ulteriori incombenze per gli allevatori che si trovano a fronteggiare, in questa fase, una grave crisi geopolitica internazionale, e che sia valutato attentamente sia il rischio sanitario che l'impatto economico del danno provocato dalla presenza dei cinghiali; per il piano di eradicazione dei cinghiali, le associazioni di categoria chiedono fondi sufficienti a sostenere le spese di abbattimento e recupero dell'esemplare morto; chiedono, soprattutto, iniziative e risorse sufficienti a mettere in sicurezza il patrimonio suinicolo e ristori adeguati per indennizzare al 100 per cento allevatori ed agricoltori che si trovano nelle zone sottoposte a restrizioni e che devono sostenere costi ingenti per adeguarsi alle nuove normative igienico-sanitarie, per la macellazione d'emergenza dei suini per il divieto di movimentazione e commercializzazione di carni e foraggi; talune associazioni denunciano i ritardi nell'adeguamento e nell'applicazione dei piani regionali di intervento, e che gli indennizzi per le imprese nelle aree infette non siano ancora arrivati,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per stanziare ulteriori risorse per indennizzare – in tempi brevi – gli operatori del comparto della suinicoltura colpito dalle restrizioni adottate per il contenimento della Psa, nonché le attività economiche, professionali, turistico-ricettive e dell'indotto che operano nelle aree infette e che abbiano riscontrato un danno diretto o indiretto derivante dall'applicazione delle misure di contenimento;

2) ad adottare iniziative volte a impiegare le risorse necessarie, a sostegno delle regioni interessate dalla Psa, per realizzare le misure necessarie all'emergenza, oltre alle dovute attività di controllo, prevenzione e contenimento;

3) ad adottare iniziative volte a realizzare un efficace piano di gestione faunistico-venatoria per contrastare l'eccessiva proliferazione dei cinghiali, anche attraverso una revisione organica della legge n. 157 del 1992.
(1-00667) «Ripani, Marin, Lombardo».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prevenzione delle malattie

suino

malattia