ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00647

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 690 del 09/05/2022
Abbinamenti
Atto 1/00618 abbinato in data 09/05/2022
Atto 1/00643 abbinato in data 09/05/2022
Atto 1/00645 abbinato in data 09/05/2022
Firmatari
Primo firmatario: MANDELLI ANDREA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 09/05/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BAGNASCO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/05/2022
NOVELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/05/2022
SACCANI JOTTI GLORIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/05/2022
BOND DARIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/05/2022
BRAMBILLA MICHELA VITTORIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/05/2022
SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/05/2022
D'ATTIS MAURO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/05/2022


Stato iter:
14/06/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 09/05/2022
Resoconto SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 09/05/2022

DISCUSSIONE IL 09/05/2022

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 09/05/2022

RITIRATO IL 14/06/2022

CONCLUSO IL 14/06/2022

Atto Camera

Mozione 1-00647
presentato da
MANDELLI Andrea
testo di
Lunedì 9 maggio 2022, seduta n. 690

   La Camera,

   premesso che:

    la pandemia da COVID-19 ha evidenziato diverse problematiche del nostro sistema sanitario nazionale e ha fatto emergere lo squilibrio tra i sistemi sanitari delle singole regioni;

    i due Governi che si sono succeduti durante l'emergenza pandemica hanno dovuto affrontare in un breve lasso di tempo le criticità relative alla carenza di personale sanitario, alla mancanza di posti letto – anzitutto nelle terapie intensive – e alla inadeguatezza dei sistemi informatici;

    gli esperti dell'Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) della facoltà di economia dell'Università Cattolica, hanno calcolato in un report che due anni di pandemia, dal primo paziente italiano a oggi, hanno determinato in Italia una spesa di 19 miliardi di euro; 11,5 miliardi di questi legati all'incremento della spesa sanitaria delle regioni, 4,3 miliardi per l'acquisto di dispositivi di protezione (Dpi), anticorpi monoclonali, fiale remdesivir, gel, siringhe, tamponi, ventilatori, monitor, software, voli, (acquisti direttamente e gestiti dalla struttura commissariale dell'emergenza COVID); infine 3,2 miliardi di euro per l'acquisto dei vaccini;

    la maggior parte dei provvedimenti adottati hanno cercato di intervenire sulle carenze infrastrutturali e sull'adeguamento degli organici grazie anche all'approvazione di 6 scostamenti di bilancio;

    i decreti adottati hanno rafforzato soprattutto la rete ospedaliera, assumendo più di 36 mila unità tra personale sanitario, infermieristico e socio-sanitario e l'ultima legge di bilancio ha previsto fondi per investimenti in infrastrutture sanitarie, per adeguare l'impianto tecnologico, nonché per l'implementazione dei sistemi digitali sia in ambito nazionale che regionale;

    il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede uno stanziamento totale di 15,6 miliardi di euro di risorse aggiuntive da destinare al Servizio sanitario nazionale nella Missile 6 «Salute»;

    il Governo ha strutturato la Missione 6 del Pnrr su due aspetti considerati prioritari:

     component 1 sulle reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale;

     component 2 sull'innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale;

     il 12 gennaio 2022 è stata approvata in Conferenza Stato-regioni la proposta di riparto dei primi 8 miliardi dei fondi della missione 6 Salute del Pnrr che verranno destinati alle regioni responsabili dell'attuazione di specifiche linee progettuali;

    per quel che concerne la Missione M6 – C1 vengono stanziati 2 miliardi per 1.350 case della comunità e presa in carico della persona, 204.517.588 per telemedicina – sub investimenti COT, Interconnessione aziendale, device, e un miliardo per il rafforzamento dell'assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture – ospedali di comunità (almeno 400). Le regioni avevano tempo fino al 28 febbraio 2022 per presentare i piani regionali al fine di sottoscrivere il contratto istituzionale di sviluppo che in ogni caso dovrà essere firmato entro il 31 maggio 2022. A vigilare sarà il Ministero della salute;

    in questo contesto si colloca lo schema di regolamento trasmesso dal Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, alla Conferenza Stato-regioni, recante gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi delle strutture dedicate all'assistenza territoriale e al sistema di prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico, standard che le regioni e province autonome saranno tenute a garantire, in coerenza con la Missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), per assicurare una risposta assistenziale appropriata ed efficace, che riesca a deflazionare il carico degli ospedali;

    dopo una serie di modifiche all'allegato tecnico richieste dalle regioni, perdurando la mancata intesa in Conferenza Stato-regioni, il 21 aprile il Consiglio dei ministri ha approvato una delibera motivata che autorizza il Ministero della salute ad adottare il decreto ministeriale (di concerto col Ministero dell'economia e delle finanze) sui «modelli e standard per lo sviluppo dell'Assistenza territoriale», tenuto conto che l'entrata in vigore del predetto provvedimento costituisce una tappa necessaria, secondo quanto previsto dalla programmazione comunitaria, da raggiungere entro il 30 giugno 2022;

    lo schema di Regolamento è ora all'esame del Consiglio di Stato per il prescritto parere, poi dovrà essere sottoposto al vaglio della Corte dei conti e poi sarà definitivamente pubblicato in Gazzetta Ufficiale;

    per la prima volta vengono definiti degli standard dell'assistenza territoriale che dovranno essere assicurati dai servizi sanitari territoriali di ogni regione, sui quali a vigilare sarà l'Agenas che presenterà una relazione semestrale;

    il perno del sistema sarà il distretto sanitario al cui interno rivestirà un ruolo fondamentale la Casa della comunità dove i cittadini potranno trovare assistenza 24 ore su 24 ogni giorno della settimana;

    rimangono operativi gli ambulatori di medici di medicina generale e pediatri di libera scelta (definiti spoke delle case della comunità) che, tenendo conto delle caratteristiche orografiche e demografiche del territorio, saranno collegati in rete per garantire aperture di 12 ore, sei giorni su sette, al fine di favorire la capillarità dei servizi e maggiore equità di accesso, in particolare nelle aree interne e rurali;

    all'interno del distretto vi saranno poi gli ospedali di comunità con una forte assistenza infermieristica e saranno decisivi ad esempio per la presa in carico dei pazienti nelle fasi post ricovero ospedaliero e in tutti quei casi dove c'è bisogno di una particolare assistenza vicina al domicilio del paziente;

    nel nuovo sistema un forte ruolo rivestiranno gli infermieri di famiglia che saranno impiegati in molte delle nuove strutture definite dal decreto;

    a coordinare i vari servizi presenti nel distretto vi saranno poi le centrali operative territoriali e forte impulso verrà dato al numero di assistenza territoriale europeo 116117 che i cittadini potranno chiamare per richiedere tutte le prestazioni sanitarie e sociosanitarie a bassa intensità assistenziale; vengono poi fissati gli standard per l'assistenza domiciliare e viene definito l'utilizzo dei servizi di telemedicina;

    restano operative, dopo la sperimentazione in pandemia le unità speciali di continuità assistenziale (Usca);

    vengono fissati gli standard per i servizi delle cure palliative (ad esempio, gli hospice), per i dipartimenti di prevenzione e consultori familiari;

    nel nuovo sistema di cure primarie, ruolo rilevante avranno anche le farmacie che sono identificate a tutti gli effetti come presidi sanitari di prossimità dove il cittadino potrà trovare sempre più servizi aggiuntivi rispetto alla dispensazione del farmaco;

    gli standard del distretto sono in media un distretto ogni circa 100 mila abitanti, mentre quelli previsti per le case della comunità sono di almeno 1 casa della comunità hub ogni 40.000-50.000 abitanti;

    nella casa della comunità hub lo standard è di 7-11 infermieri e 5-8 unità di personale di supporto (sociosanitario, amministrativo);

    è poi previsto tra gli standard la presenza di almeno 1 Infermiere di Famiglia e Comunità ogni 3.000 abitanti;

    per l'Usca, équipe mobile distrettuale per la gestione di situazioni condizioni clinico-assistenziali di particolare complessità e di comprovata difficoltà operativa di presa in carico sia in favore di individui che di comunità, si prevede la presenza di almeno 1 medico e 1 infermiere ogni 100.000 abitanti;

    quindi dovrebbe essere realizzata una Centrale operativa territoriale ogni 100.000 abitanti o comunque a valenza distrettuale, qualora il distretto abbia un bacino di utenza maggiore con uno standard di personale di 1 COT per 100.000 abitanti: 1 coordinatore infermieristico, 3-5 infermieri, 1-2 unità di personale di supporto;

    è inoltre prevista la presenza di una Centrale operativa numero europeo armonizzato (Nea) 116117 ogni 1-2 milioni di abitanti o comunque a valenza regionale (se con popolazione inferiore allo standard), incrementabile sulla base della numerosità della popolazione, per raccogliere le chiamate di uno o più distretti telefonici in funzione delle dimensioni dei distretti stessi e delle modalità organizzative delle Regioni/pubblica amministrazione;

    per l'assistenza domiciliare è previsto un servizio a valenza distrettuale che copra 10 per cento della popolazione over 65 da prendere in carico progressivamente;

    ogni regione dovrà garantire almeno 1 ospedale di comunità dotato di 20 posti letto ogni 100.000 abitanti di cui 0,4 posti letto per 1.000 abitanti da attuarsi in modo progressivo secondo la programmazione regionale; lo standard minimo di personale per 1 ospedale di comunità dotato di 20 posti letto è fissato in 7-9 infermieri, 4-6 operatori sociosanitari, almeno 1-2 unità di altro personale sanitario e un medico per almeno 4,5 ore al giorno 6 giorni su 7;

    per la rete delle cure palliative occorre garantire 1 unità di cure palliative domiciliari (UCP – DOM) ogni 100.000 abitanti, nonché 1 hospice con almeno 8-10 posti letto ogni 100.000 abitanti;

    sarà presente un consultorio familiare ogni 20.000 abitanti con la possibilità di 1 ogni 10.000 nelle aree interne e rurali; l'attività consultoriale può svolgersi all'interno delle case della comunità, privilegiando soluzioni logistiche che tutelino la riservatezza;

    deve essere garantito un dipartimento di prevenzione (DP) per ogni 500.000 abitanti (necessario per mantenere efficienza organizzativa e conoscenza del territorio che ha identità, omogeneità culturale e socioeconomica imprescindibili nell'azione preventiva);

    dovrà, inoltre, essere potenziata la telemedicina e la dotazione dei sistemi per darne piena attuazione;

    le farmacie convenzionate con il Servizio sanitario nazionale, ubicate uniformemente sull'intero territorio nazionale, vengono definite presidi sanitari di prossimità e rappresentano un elemento fondamentale ed integrante del Servizio sanitario nazionale; in particolare, la rete capillare, delle farmacie assicura quotidianamente prestazioni di servizi sanitari a presidio della salute della cittadinanza; in tale ambito vanno inquadrate la dispensazione del farmaco, per i pazienti cronici la possibilità di usufruire di un servizio di accesso personalizzato ai farmaci, la farmacovigilanza, le attività riservate alle farmacie dalla normativa sulla cosiddetta «farmacia dei servizi» e l'assegnazione delle nuove funzioni tra le quali le vaccinazioni anti-COVID e antinfluenzali, la somministrazione di test diagnostici a tutela della salute pubblica;

    i fondi del Pnrr non sono a fondo perduto, ma devono essere considerati un investimento;

    le misure previste per l'attuazione dell'assistenza sanitaria territoriale si concentrano sulle case della salute e gli ospedali di comunità, che dovranno essere realizzati ex novo in buona parte del Paese;

    appare necessario dotare tutte le infrastrutture presenti nel progetto di personale sanitario, secondo gli standard minimi previsti, e di impianti tecnologici di nuova generazione, adeguando allo stesso tempo i percorsi formativi,

impegna il Governo:

1) ad adottare le necessarie iniziative volte ad assicurare che la rete di assistenza sanitaria territoriale, così come definita attraverso gli standard che verranno adottati nell'ambito della prima componente della missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), sia attuata uniformemente su tutto il territorio nazionale;

2) ad adottare iniziative per potenziare le infrastrutture del Sistema sanitario nazionale già esistenti e valorizzare il ruolo dei professionisti e degli operatori sanitari in esse operanti, anche utilizzando gli specializzandi delle professioni sanitarie;

3) ad adottare le opportune iniziative per adeguare i percorsi di studio all'utilizzo delle nuove tecnologie esistenti;

4) ad avviare tutte le iniziative per potenziare, anche organizzando momenti formativi, le équipe multiprofessionali, individuate nel regolamento sugli standard dell'assistenza territoriale;

5) a valorizzare la rete territoriale di assistenza e presa in carico del paziente anzitutto cronico, in modo da individuare i bisogni di cura anche attraverso attività di screening e sviluppare terapie adeguate, partendo dalla piena valorizzazione dei presidi di prossimità già esistenti, a cominciare dalla erogazione delle prestazioni di cui all'articolo 11 della legge n. 69 del 2009 e dalla loro piena inclusione nei Livelli essenziali di assistenza dando così finalmente attuazione all'articolo 8, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017;

6) ad adottare le opportune iniziative per garantire un costante monitoraggio dell'attuazione degli obiettivi previsti dal Pnrr e delle riforme di adeguamento a livello regionale.
(1-00647) «Mandelli, Bagnasco, Novelli, Saccani Jotti, Bond, Brambilla, Elvira Savino, D'Attis».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

professione sanitaria

cure palliative

aiuto a domicilio