ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00629

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 678 del 19/04/2022
Abbinamenti
Atto 1/00609 abbinato in data 10/05/2022
Atto 1/00627 abbinato in data 10/05/2022
Atto 1/00630 abbinato in data 10/05/2022
Atto 1/00631 abbinato in data 10/05/2022
Atto 1/00634 abbinato in data 10/05/2022
Firmatari
Primo firmatario: MELONI GIORGIA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 19/04/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LOLLOBRIGIDA FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
ALBANO LUCIA FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
BIGNAMI GALEAZZO FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
BUCALO CARMELA FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
BUTTI ALESSIO FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
CAIATA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
DE TOMA MASSIMILIANO FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
DEIDDA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
DONZELLI GIOVANNI FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
FERRO WANDA FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
FRASSINETTI PAOLA FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
GALANTINO DAVIDE FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
GEMMATO MARCELLO FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
LUCASELLI YLENJA FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
MANTOVANI LUCREZIA MARIA BENEDETTA FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
MASCHIO CIRO FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
MONTARULI AUGUSTA FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
OSNATO MARCO FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
PRISCO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
ROTELLI MAURO FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
RUSSO GIOVANNI FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
SILVESTRI RACHELE FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
SILVESTRONI MARCO FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
TRANCASSINI PAOLO FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
VARCHI MARIA CAROLINA FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
VINCI GIANLUCA FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022
ZUCCONI RICCARDO FRATELLI D'ITALIA 19/04/2022


Stato iter:
11/05/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 19/04/2022
Resoconto CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 19/04/2022
Resoconto OCCHIONERO GIUSEPPINA ITALIA VIVA
 
PARERE GOVERNO 11/05/2022
Resoconto PATUANELLI STEFANO MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI)
 
INTERVENTO GOVERNO 11/05/2022
Resoconto PATUANELLI STEFANO MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 11/05/2022
Resoconto ANGIOLA NUNZIO MISTO-AZIONE-+EUROPA-RADICALI ITALIANI
Resoconto FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI
Resoconto CARELLI EMILIO CORAGGIO ITALIA
Resoconto GADDA MARIA CHIARA ITALIA VIVA
Resoconto CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto SPENA MARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto LIUNI MARZIO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto CILLIS LUCIANO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CUNIAL SARA MISTO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/04/2022

DISCUSSIONE IL 19/04/2022

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 19/04/2022

ATTO MODIFICATO IL 06/05/2022

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 10/05/2022

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 11/05/2022

ACCOLTO IL 11/05/2022

PARERE GOVERNO IL 11/05/2022

DISCUSSIONE IL 11/05/2022

APPROVATO IL 11/05/2022

CONCLUSO IL 11/05/2022

Atto Camera

Mozione 1-00629
presentato da
MELONI Giorgia
testo presentato
Martedì 19 aprile 2022
modificato
Mercoledì 11 maggio 2022, seduta n. 692

   La Camera,

   premesso che:

    la globalizzazione economica, in particolar modo dal termine della guerra fredda in poi, ha portato ad una forte crescita dei livelli di interdipendenza dell'Italia dai mercati internazionali, in particolar modo per l'approvvigionamento di materie prime ad ogni livello, anche agricolo, considerando che l'Italia è essenzialmente un Paese trasformatore di materie prime;

    una elevata dipendenza da fornitori stranieri per l'approvvigionamento di prodotti strategici come le materie prime solleva dunque numerosi profili di rischio per la sicurezza nazionale nel momento in cui tali fornitori corrispondono a Paesi stranieri al di fuori dell'Unione europea e dunque dell'ambito applicativo delle garanzie di diritto dell'Unione;

    la pandemia da COVID-19 con le misure di restrizione e contenimento, in particolar modo in riferimento alla prima metà dell'anno 2020, nonché il conseguente arresto delle attività economiche e la successiva immediata ripresa hanno dato luogo ad una cosiddetta crisi di saturazione, con elevati livelli di inflazione, costanti rincari di materie prime ed energia, ed una perturbazione delle catene di rifornimento globali, con conseguente rincaro dei costi della logistica;

    come indicato già nella prima metà dell'anno 2021 dal FAO Food Price Index (FFPI), sono stati registrati incrementi dei prezzi delle principali materie prime in agricoltura per oltre dodici mesi consecutivi, anche in virtù dell'impatto che il mercato interno cinese, particolarmente attivo nell'acquisto di materie prime agricole, ha avuto sui mercati internazionali;

    il rincaro delle materie prime agricole e dei costi della logistica, congiuntamente alla recente spirale inflattiva ed all'erosione del potere di acquisto di cittadini ed imprese, ha riversato le sue conseguenze direttamente sui consumatori finali e sulle aziende della filiera, anche per quanto attiene all'acquisto di prodotti di prima necessità;

    lo scenario economico, già abbastanza preoccupante al termine del quarto trimestre del 2021, è stato successivamente aggravato dall'invasione dell'Ucraina ad opera della Federazione russa, che ha portato all'interruzione di tutti i canali di fornitura relativi all'area strategica del Mar Nero nonché al blocco temporaneo delle esportazioni di materie prime agricole da Russia e Ucraina verso i mercati occidentali, con conseguenti difficoltà nel reperimento di numerose materie prime che vanno dal mais al grano duro ai materiali chimici per la produzione di fertilizzanti, senza contare le ripercussioni sui costi dell'energia;

    sul punto, infatti, come riportato dal Centro di ricerca politiche e bioeconomia del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea), la Russia produce il 23 per cento del gas naturale mondiale e circa il 40 per cento del gas naturale dell'Unione europea proviene dalla Russia, che è anche un importante esportatore di petrolio, il cui prezzo (brent) è salito di oltre il 60 per cento dall'inizio del 2022, portando, tra rincaro di gas e petrolio, ad aggravare l'inflazione dei prodotti alimentari;

    Russia e Ucraina rappresentano oltre il 30 per cento del commercio mondiale di frumento e orzo, il 17 per cento del mais e oltre il 50 per cento dell'olio di girasole, prodotti essenziali sia per la trasformazione alimentare che per la mangimistica che per la produzione di beni di prima necessità come pane o pasta;

    in tal senso, l'Italia importa, tra le altre, il 64 per cento del grano tenero per il pane e i biscotti, il 44 per cento di grano duro per la pasta ed il 47 per cento di mais, al punto che i rincari di tali materie incide di per sé sul 10 per cento del prezzo del prodotto finale sul consumatore, con ulteriori rincari dovuti al costo dell'energia (essenziale per alimentare i processi di trasformazione della materia prima agricola) ed al maggiore costo di trasporti, imballaggi e carburate;

    secondo le elaborazioni del Crea, la variazione percentuale dei costi legati a componenti come fertilizzanti e gasolio ha superato rispettivamente il 170 per cento ed il 129 per cento, ha portato complessivamente ad un rincaro annuale dei costi correnti per le aziende agricole stimato di oltre 15.700 euro, valore che ha punte di 47.000 euro per stalle da latte e picchi di 99.000 euro per aziende che allevano granivori, come gli allevamenti di polli, con un impatto stimato dell'impennata dei costi che supera i 9 miliardi di euro;

    questo scenario vede inoltre oltre un'azienda agricola su dieci in una situazione di elevata criticità, tale da poter condurre alla cessazione dell'attività, con almeno il 30 per cento delle attività agricole nazionali costrette a lavorare in una condizione di reddito negativo, per l'aumento dei costi di produzione, mediamente di oltre il 30 per cento;

    come indicato dall'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) pesa su questo scenario, relativamente all'approvvigionamento della materia grano duro, il crollo dei raccolti nel primo Paese mondiale per produzione di grano duro, il Canada, pari al 59,6 per cento dovuto, tra le altre alla forte siccità che ha colpito il Paese, portando ad un vuoto di offerta che ha impattato in modo rilevanti sia sui mercati internazionali (con un declino delle scorte globali di oltre il 24 per cento) che sulla tenuta dell'industria molitoria;

    in relazione al mais, di cui l'Ucraina è quarto esportatore mondiale, detenendo il 15 per cento delle forniture globali, nel febbraio 2022 Ismea ha registrato un valore di picco storico, con la quotazione di 283,10 euro per tonnellata (+27 per cento su febbraio 2021), superato dall'ulteriore rialzo registrato nel mese di marzo 2022, con picchi di 375 euro a tonnellata, sollevando numerose preoccupazioni sul fronte interno sia per il calo della produzione nazionale di mais di circa il 30 per cento negli ultimi 10 anni, sia perché la quota di autoproduzione nazionale è attualmente in grado di coprire il solo 53 per cento della domanda interna, lasciando il restante 47 per cento totalmente in mano alle importazioni straniere, con particolare sensibilità alle oscillazioni di mercato e conseguenti rincari a cascata per le aziende agricole, ed in modo particolare il comparto mangimistico, il quale ha visto rincari del 90 per cento;

    il rincaro del comparto mangimistico costituisce un grave danno a tutti gli allevamenti e produzioni a monte delle filiere, che non riescono a mantenere la sostenibilità economica delle proprie attività, con il rischio della chiusura di numerose attività e potenziali scarsità, con ripercussioni su tutto il sistema alimentare nazionale;

    lo stanziamento di circa 50 milioni di euro a fronte della riserva di emergenza della Pac, anche se associabili a cofinanziamento al 200 per cento, è inadeguato a dare risposte concrete alle difficoltà che stanno subendo le aziende agricole e della pesca e gli allevamenti, costretti ad affrontare aumenti insostenibili per energia, mangimi, concimi;

    per il grano tenero, il mercato è fortemente influenzato dalle esportazioni di Russia e Ucraina che, insieme, esprimono oltre il 30 per cento delle esportazioni globali, portando a oscillazioni di mercato molto marcate, con il raggiungimento del valore di 325,63 euro a tonnellata nel dicembre 2021, con i picchi registrati nel mese di marzo 2022 di 397 euro a tonnellata per il grano tenero destinato alla panificazione e di 425 euro a tonnellata per il grano tenero «di forza» (valori più elevati dal 1993);

    per quanto attiene al grano tenero, l'Italia ne importa circa il 60 per cento per uso interno di prima e seconda trasformazione, esponendo l'industria molitoria ad una estrema vulnerabilità, nonostante le importazioni italiane provengano principalmente da Paesi dell'Unione europea;

    è in questo caso fondamentale il raggiungimento di strategie condivise in sede europea per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento alimentare a tutti i Paesi membri, considerando anche la forte attività di approvvigionamento di grano da parte della Repubblica popolare cinese;

    altre materie come orzo e soia hanno visto rincari rispettivamente del 40 per cento e del 12 per cento;

    l'inflazione alimentare ha colpito anche il settore lattiero-caseario, con un incremento dei costi di produzione di almeno il 20 per cento e conseguente rincaro per i consumatori del 30 per cento anche per via del costo medio del latte pari a 48 centesimi al litro (secondo rilevazioni di aprile 2022) e per la riduzione del numero di capi utilizzati dai produttori, necessario per contenere i costi;

    i rincari, avendo colpito a tutto tondo, anche per ragioni esterne rispetto al conflitto tra Ucraina e Russia, anche le quotazioni delle terre rare e delle produzioni tecnologiche, hanno portato ad un rincaro dei mezzi agricoli e dei prodotti ad alto livello di tecnologia, sempre più necessari per le aziende agricole;

    la Russia è il primo esportatore al mondo di fertilizzanti, detenendo oltre il 13 per cento della loro produzione mondiale, con il costo del nitrato di ammonio passato da 250 euro a 675 euro a tonnellata, dell'urea da 350 euro a 875 euro a tonnellata (con picchi di oltre 1000 euro/t), il perfosfato minerale da 170 euro a 350 euro a tonnellata e concimi a contenuto di potassio da 450 a 850 euro a tonnellata, costringendo almeno il 30 per cento delle imprese agricole a ridurre i raccolti;

    il rincaro dei costi energetici ha portato alla riduzione degli output delle industrie produttrici di fertilizzanti in Europa, portando anche ad una prospettiva di effettiva scarsità dei fertilizzanti stessi;

    l'Italia è il secondo fornitore di prodotti agroalimentari dell'Ucraina, con una quota rilevante di esportazioni di tabacco e prodotti ad alto valore aggiunto come vino, caffè, pasta;

    tale scenario, unito al rincaro dei costi dell'energia, porta ad un generale aggravio dei costi di produzione industriale a qualsiasi livello, con particolare incidenza per l'industria agroalimentare a qualsiasi livello, con costi di utenze energetiche superiori anche del 1.500 per cento rispetto a febbraio 2020;

    nonostante le prime avvisaglie della crisi corrente fossero state sollevate ed evidenziate a più riprese nel corso del 2021, la mancata adozione di misure sistemiche a livello italiano ed europeo ha portato il sistema-Paese Italia in una situazione di enorme vulnerabilità, sia per quanto riguarda la produzione agroalimentare che l'approvvigionamento di componentistica per i macchinari industriali che per il procacciamento di materie prime agricole;

    sul piano dei costi, l'attuale contingenza internazionale ha visto un incremento dei costi su ogni livello, anche di quello logistico e degli imballaggi, con un aumento rispetto al 2021 del 30 per cento per il vetro, del 15 per cento per il tetrapak, del 35 per cento per le etichette, del 45 per cento per il cartone, del 60 per cento per i barattoli di banda stagnata, fino al 70 per cento per la plastica a cui si aggiungono rincari del trasporto su gomma superiori al 25 per cento ed aumenti dei costi di trasporto marittimo che vanno dal 400 per cento al 1000 per cento;

    l'attuale livello di rincari e di conseguente speculazione sugli stessi è tale che, secondo varie elaborazioni sugli attuali dati di mercato, solo il 10 per cento del prezzo del prodotto finale viene riconosciuto al produttore;

    considerando che la produzione agroalimentare nazionale assorbe oltre l'11 per cento dei consumi energetici nazionali, il rincaro dell'energia ed il fenomeno dell'energy crunch rappresentano un duro colpo per un sistema, quello agroalimentare, che vale oltre 570 miliardi di euro;

    l'attuale combinato disposto di rincari energetici e spirale inflattiva delle materie prime ha colpito anche il settore florovivaistico, con almeno il 15 per cento delle aziende del settore che rischiano la chiusura, con il rincaro per sementi e piantine di oltre il 134 per cento, delle torbe del 20 per cento, nonché col citato rincaro generalizzato di fertilizzanti, logistica ed imballaggi che, in un Paese dove l'85 per cento delle merci viaggia su gomma, ha un impatto non indifferente sulla tenuta di un comparto che nel 2021 ha generato valore per oltre 2,5 miliardi di euro, per 30.000 ettari di terreno coltivati, 200.000 addetti e 27.000 aziende, tuttavia in calo rispetto al 2020, anche per via delle incidenze congiunturali dovute alla pandemia da Covid-19;

    le imprese florovivaistiche, infatti, non possono interrompere le proprie attività, in quanto ciò porterebbe alla morte delle piante, rendendo inutile le attività di semina, a fronte di uno scenario in cui l'attività produttiva florovivaistica costa genericamente il 30 per cento in più;

    ulteriori danni a scapito del comparto florovivaistico italiano, con la conseguente scomparsa dei fiori italiani dai mercati rischia peraltro di favorire le acquisizioni di quote di mercato da parte di produttori stranieri, che già nel 2021 hanno visto registrare un incremento del proprio valore del 20 per cento, valore creato prevalentemente nell'ambito di produzioni di Paesi che non rispettano i diritti basilari dei lavoratori;

    il deficit logistico italiano per la carenza di infrastrutture per il trasporto merci costa all'Italia oltre 13 miliardi di euro l'anno, con un gap di competitività che penalizza in modo costante il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell'Unione europea, con un costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante superiore a 1,12 per chilometro, molto più elevato rispetto a Francia e Germania e più caro del 200 per cento rispetto ai Paesi dell'est Europa;

    tra i vari settori colpiti figura anche in modo robusto quello ittico, colpito a più riprese sia dal costante incremento delle giornate di fermo pesca, ulteriormente incrementate nell'ambito dell'Unione europea anche nel 2022, sia dalla lenta e deficitaria erogazione dei contributi del fermo pesca così come anche dalla temporanea chiusura dei canali di distribuzione Ho.Re.Ca. nel corso della pandemia da Covid-19;

    a fronte di questo scenario fortemente negativo, su cui il Governo italiano è stato a più riprese portato ad impegnarsi per garantire la tenuta economica e la redditività del comparto, pesa il rincaro dell'energia, che ha portato non solo ad un rincaro del costo del prodotto ittico, ma anche a picchi di prezzi per il gasolio al punto che un pieno, per un'imbarcazione, arriva a costare oltre 1300 euro;

    con costi fissi sempre crescenti e rendite sempre minori, a fronte di uno scenario restrittivo dovuto al fermo pesca in costante espansione, numerose imbarcazioni sono incentivate a non uscire dai porti per contenere i costi;

    altri Paesi europei hanno adottato, sia in sede di piano di rilancio nazionale post-pandemico, che in risposta all'attuale contingenza internazionale, strategie di rilancio delle produzioni strategiche nazionali in agricoltura, con particolare attenzione alla creazione di catene di fornitura strategiche, diversificate e con una importante quota di autoapprovvigionamento;

    ciò rende improcrastinabile l'esigenza di raggiungere una piena sovranità alimentare con la creazione di filiere nazionali che riducano la vulnerabilità del sistema industriale agroalimentare italiano dalle oscillazioni e speculazioni di mercato, in modo da garantire anche una piena sicurezza alimentare in termini di approvvigionamento nazionale e fornitura di prodotti di qualità ai cittadini italiani, considerando anche il ruolo di presidio ricoperto dal comparto agricolo nel corso della pandemia da COVID-19;

    la crisi pandemica da COVID-19, il rincaro di energia e materie prime, la contrazione della domanda di prodotti e la riduzione del potere di acquisto hanno incrementato i costi sostenuti dalle imprese nel procacciarsi i materiali da trasformare, i costi sostenuti per alimentare i processi produttivi, nonché quelli di produzione finale e trasporto, con conseguenti rincari in capo ai consumatori ed un minore guadagno per tutti;

    le politiche di transizione energetica verde sostenute a livello nazionale ed europeo hanno reso Italia ed Unione europea particolarmente fragili di fronte all'attuale scenario internazionale, creando ulteriori costi in capo a imprese e cittadini, dando luogo ad un rischio di stagflazione per tutta l'economia europea, la quale porterebbe al tracollo del secondo blocco economico mondiale;

    in tal senso, il piano REPowerEU, presentato dalla Commissione europea per prevedere una maggiore indipendenza energetica europea da fornitori quali la Federazione russa, necessita di essere integrato, così come il Piano nazionale di ripresa e resilienza e, a livello europeo, il piano Next Generation EU, in quanto l'attuale contingenza economica è estremamente aggravata, a tutti i livelli, rispetto alle premesse iniziali di elaborazione dei piani;

    numerose iniziative del Pnrr, in tutti i livelli, rischiano di essere di fatto sterilizzate dal fenomeno dell'energy crunch;

    come indicato anche nel Documento di economia e finanza (Def 2022), la guerra tra Russia e Ucraina ha un fortissimo peso sulla crescita, rendendo incerti gli scenari per il 2022, con conseguenti ripercussioni anche sul 2023;

    a livello internazionale la Cina sta stoccando materia prima industriale ed agricola, arrivando oggi a detenere l'82 per cento delle scorte mondiali di rame, il 69 per cento di quelle di mais, il 49 per cento di quelle di frumento, il 45 per cento di quelle di fagioli di soia, il 26 per cento di quelle di petrolio;

    l'attuale crisi energetica e alimentare ha ripercussioni sistemiche anche sugli scenari internazionali di prossimità rispetto all'Italia, in quanto dalle esportazioni alimentari di Russia e Ucraina dipendono Paesi come Egitto, Nigeria, Tunisia, Mali ed in generale tutta l'area africana;

    in tal senso l'interruzione delle forniture di prodotti alimentari nonché il rincaro di materie prime agricole possono portare sia a nuove ondate migratorie dovute alla mancanza di derrate alimentari nel continente africano sia ad una maggiore influenza nell'area da parte della Cina, che già sta imponendosi come sostituto di Russia e Ucraina per il rifornimento di materie prime in agricoltura, come da ultimo attestato da un accordo stipulato con l'Algeria per la produzione di fertilizzanti;

    la crisi dell'approvvigionamento alimentare interviene quindi in ottica interna nazionale, europea, ma anche internazionale e strategica, aprendo nuovi spiragli di rischio ed opportunità per l'Italia e l'Unione europea;

    in tal senso il superamento degli obblighi di inverdimento posti in capo alle aziende agricole, disposto con decisione di esecuzione (UE) 2022/484 della Commissione del 23 marzo 2022, relativo alle deroghe di gestione dei terreni a riposo e delle aree di interesse ecologico rappresenta una misura temporanea, ma insufficiente e parziale rispetto alle esigenze effettive espresse dal comparto, in quanto tale misura necessita di una prospettiva applicativa di medio lungo periodo per rendere i terreni effettivamente produttivi;

    l'aumento dei prezzi, ad ogni livello, ha un impatto particolarmente marcato sui ceti meno abbienti, in particolar modo famiglie e cosiddetto working poor, anche alla luce della dinamica di mancata crescita dei salari italiani a parità dei principali competitor europei, come Francia e Germania;

    il rilancio della produzione agricola nazionale può partire unicamente dall'adozione di una strategia di politica agricola di ampio respiro e lungo periodo, anche operando sullo stravolgimento dei paradigmi finora adottati,

impegna il Governo:

1) a incrementare il sostegno alle filiere nazionali aumentando l'autoapprovvigionamento, attraverso una strategia di tutela del reddito degli operatori del comparto agroalimentare ed ittico, e per diversificare le fonti di approvvigionamento di materie prime agricole, con riferimento a grano duro, tenero, mais, fertilizzanti e a tutte le materie prime dove sia presente una sostanziale quota di importazioni, operando altresì per incrementare lo stoccaggio di materie prime;

2) a incrementare le iniziative necessarie per sostenere la filiera ittica e dell'acquacoltura in relazione all'incremento dei costi di energia e materie prime, sia tramite interventi mirati ad efficientare la qualità tecnologica delle strumentazioni e delle imbarcazioni utilizzate, sia tramite iniziative come ulteriori sgravi contributivi, nonché iniziative, in ambito europeo, per contenere e ridurre la continua espansione delle giornate di fermo pesca a danno del comparto ittico nazionale;

3) ad adottare iniziative per anticipare, nelle more dell'attuazione di altre misure di sostegno di carattere più strutturale, le somme dovute agli operatori del comparto ittico nel quadro del fermo pesca, in modo da fornire l'adeguata liquidità di breve periodo per continuare a garantire la sostenibilità economica delle proprie attività, compatibilmente con la disponibilità finanziaria;

4) nei limiti consentiti dalle norme dell'Unione europea, ad adottare le necessarie iniziative di competenza presso i competenti tavoli europei per riorganizzare gli obiettivi programmatici della Politica agricola comune (Pac) sulla base del nuovo scenario internazionale, con la finalità di sostenere la creazione di filiere agricole strategiche nazionali e garantire approvvigionamento e sovranità alimentare a livello italiano ed europeo, anche mediante iniziative strategiche per la creazione di filiere nazionali di proteine vegetali;

5) ove compatibile con la normativa comunitaria, ad arrestare l'entrata in vigore delle misure contenute nella Pac con effetti riduttivi e distorsivi nei confronti delle produzioni agricole nazionali, con riferimento anche agli obblighi di semina, rotazione delle colture o messa a riposo dei terreni;

6) a richiedere alla Commissione europea l'incremento del tetto per l'erogazione degli aiuti di Stato alle attività colpite dai rincari conseguenti alla guerra tra Russia e Ucraina, con riferimento alle attività del comparto agroalimentare, ittico, dell'acquacoltura e florovivaistico;

7) a richiedere, presso i competenti tavoli europei, una proroga delle deroghe in materia di inverdimento, terreni a riposo e set-aside, in modo da permettere un effettivo utilizzo e produttività dei nuovi terreni coltivabili, anche in ragione dei maggiori sforzi necessari per incrementare la resa di terreni ad oggi non coinvolti in attività di produzione agricola;

8) ove compatibile con la norma comunitaria, ad adottare iniziative per consentire l'utilizzo delle aree ecologiche ad oggi non coltivate, nonché delle superfici coltivabili lasciate a riposo o ad altra destinazione agroalimentare, ove compatibile, con la finalità di rilanciare le produzioni agroalimentari nazionali, adottando iniziative per prevedere una ridefinizione delle politiche agricole europee finalizzata ad incrementare la produttività nei Paesi membri, anche introducendo contributi per le superfici agricole utilizzate o, in ogni caso, misure compensative nei confronti dei maggiori costi di produzione;

9) ad adottare iniziative per il contrasto delle attività di speculazione in corso sui mercati delle materie prime agricole, adottando tutte le misure necessarie per garantire la redditività dei produttori a fronte dei continui rincari di mercato;

10) ad adottare iniziative per riformare gli strumenti di finanza agevolata a sostegno del settore agroalimentare, in riferimento sia alla ristrutturazione e rinegoziazione delle esposizioni bancarie delle imprese agricole, sia in riferimento alla concessione di credito, anche con garanzie statali e lunghi periodi di ammortamento, necessari per il lancio di nuove attività agricole ed il risanamento di stazioni di particolare esposizione ed insolvenza di attività agricole già esistenti, nonché per il sostegno dei costi legati all'approvvigionamento energetico, di macchinari e di materie prime per l'attività delle aziende agroalimentari;

11) ad adottare iniziative per prevedere come parametri di accesso per le misure di sostegno a favore dei settori economici indicati in premessa colpiti dalle ripercussioni della guerra tra Russia e Ucraina la variazione dei costi fissi in relazione all'energy crunch e la corrispondente variazione di fatturato nella fase antecedente al conflitto o, se più favorevole al beneficiario, antecedente la pandemia da Covid-19;

12) ad adottare iniziative per calmierare, nel breve periodo, il costo dei carburanti utilizzati dalle imprese agricole e dalle filiere agroalimentari per tutti i processi di lavorazione agricola almeno per l'anno 2022 o anche successivamente qualora perdurino gli aumenti del costo del gasolio agricolo, valutando anche la revisione del regime di sussidi ambientalmente dannosi (Sad) per ridurre ulteriormente gli oneri sui carburanti usati dalle filiere;

13) ad adottare iniziative per estendere l'applicazione di tutte le misure di sostegno per l'acquisto di combustibile per qualsiasi uso, agricolo ed imprenditoriale, in riferimento anche al gasolio destinato ad attività ittica, nonché per prorogarne la durata per tutto il 2023 e comunque fino al perdurare delle condizioni di criticità conseguenti all'emergenza della guerra tra Russia e Ucraina;

14) ad aprire i necessari tavoli di confronto e di filiera tra le competenti autorità governative e le categorie imprenditoriali per la gestione degli effetti e delle ripercussioni della chiusura dei mercati di Russia e Ucraina sulle esportazioni agroalimentari nazionali, promuovendo opportune misure idonee a ridirezionare il flusso delle merci verso altri mercati;

15) ad adottare iniziative per rimuovere i vincoli di origine normativa e burocratica che rallentino la produttività delle aziende agroalimentari, erogando contributi per stimolare le produzioni agricole più strategiche e da cui si registra una maggiore dipendenza dalle importazioni straniere;

16) ad adottare iniziative per disporre una radicale semplificazione delle modalità di erogazione dei pagamenti da parte dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) anche prevedendo deroghe e rinvii rispetto ad oneri di controllo propedeutici alle erogazioni stesse;

17) a promuovere iniziative finalizzate ad incrementare le moderne tecnologie nel campo agroalimentare, includendo iniziative di formazione a beneficio dei giovani agricoltori, con la finalità di incrementare la produttività agricola e la competitività del mercato agricolo nazionale;

18) a promuovere in sede comunitaria una strategia finalizzata alla creazione, ove possibile, di una filiera di lavorazione, produzione e distribuzione dei fertilizzanti, anche organici, nell'Unione europea e nei Paesi membri, nonché ad adottare iniziative per diversificare le fonti di approvvigionamento di prodotti fertilizzanti, anche organici, in modo tale da ridurre la dipendenza nazionale italiana da fornitori extra-europei e dai fertilizzanti ivi prodotti in modo prevalentemente esclusivo;

19) a potenziare le filiere produttive, a fronte dell'incremento della produzione alimentare nazionale, prevedendo iniziative di contrasto allo spreco alimentare nonché potenziando le misure di sostegno agli indigenti e favorendo l'utilizzo delle biomasse come fonte energetica, privilegiandone lo sviluppo nelle aree montane;

20) a promuovere l'apertura dei necessari tavoli europei per rimodulare in modo organico le iniziative quali Next Generation EU, Green New Deal, REPowerEU e la Politica agricola comune e, ove applicabile e necessario, la politica comune della pesca, nell'ottica dell'incentivo alla produzione nazionale di prodotti alimentari e dell'abbandono di strategie energetiche eccessivamente dannose per i comparti industriali europei del settore agroalimentare fronteggiando le gravi ripercussioni sulle fasce di popolazione meno abbienti conseguenti alla crisi internazionale di energia e materie prime;

21) a promuovere i competenti tavoli europei per l'istituzione di una misura di ambito europeo per il rilancio dei mercati agroalimentari, della competitività della filiera, della redditività degli operatori del settore nell'alveo delle strategie europee già esistenti e della politica agricola comune (Pac);

22) a programmare, per quanto di competenza, in sede nazionale ed europea, iniziative di politica estera volte ad accrescere la presenza dell'Italia e dell'Unione europea nel continente africano per contrastare le gravi conseguenze della sopravvenuta crisi alimentare operando al contempo anche con accordi di natura economico-politica per rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento alimentare nelle aree di interesse strategico nazionale.
(1-00629) (Nuova formulazione – Testo modificato nel corso della seduta) «Meloni, Lollobrigida, Caretta, Ciaburro, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Cirielli, De Toma, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Giovanni Russo, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto agricolo

messa a riposo delle terre

industria dei fertilizzanti