ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00445

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 475 del 26/03/2021
Firmatari
Primo firmatario: BOSCHI MARIA ELENA
Gruppo: ITALIA VIVA
Data firma: 26/03/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NOJA LISA ITALIA VIVA 26/03/2021
DEL BARBA MAURO ITALIA VIVA 26/03/2021
FREGOLENT SILVIA ITALIA VIVA 26/03/2021
DI MAIO MARCO ITALIA VIVA 26/03/2021
OCCHIONERO GIUSEPPINA ITALIA VIVA 26/03/2021
ANNIBALI LUCIA ITALIA VIVA 26/03/2021


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00445
presentato da
BOSCHI Maria Elena
testo di
Venerdì 26 marzo 2021, seduta n. 475

   La Camera,

   premesso che:

    al momento in cui si scrive, l'indice R(t) nazionale è risalito sopra l'1 rispetto alle settimane scorse, gran parte del Paese è in zona «rossa» e gli interventi di chiusura da ultimo adottati riusciranno a dare effetti unicamente tra diversi giorni, mentre si assiste, inevitabilmente, ad un incremento del numero di casi di contagio;

    il carico sanitario risulta essere profondamente diverso se paragonato ad ottobre 2020 quando l'indice R(t) ebbe picchi superiori ai dati attuali ma con numero di infetti decisamente più basso, pari a 50.000 unità, impiegando oltre un mese per raggiungere i 500.000 casi;

    la situazione odierna – sulla base delle osservazioni del dottor Roberto Battiston, responsabile dell'Osservatorio del dato epidemiologico dell'Università di Trento — pochi giorni fa evidenziava invece un numero di 400.000 infetti con un numero di nuovi infetti in una sola settimana pari a 142.000 unità, un incremento paragonabile a quello di ottobre, quando però l'R(t) aveva intrapreso una curva discendente, con la conseguenza che si vede oggi la curva di contagio salire in modo più rapido in proporzione all'indice R(t), questo a causa dell'enorme quantità di infetti attivi presenti;

    nelle province nelle quali si sono adottate misure di contenimento da circa tre settimane, si è avuto modo di registrare un calo dell'indice R(t) a 1, soglia ritenuta dagli esperti come livello «tollerabile» di allerta;

    il sistema sanitario nazionale, preso originariamente alla sprovvista durante la prima fase della situazione emergenziale, ha risposto nel miglior modo possibile alla richiesta di assistenza, ma la terza ondata rischia di trovare nuovamente le nostre strutture in affanno, anche perché non sono state portate a compimento tutte le misure necessarie per rendere il sistema nazionale resiliente rispetto alle differenti fasi di decrescita e quindi ricrescita dei contagi;

    il nuovo commissario straordinario all'emergenza Covid-19, generale Francesco Paolo Figliuolo, ha presentato il piano per la campagna vaccinale nazionale che ha caratteristiche di maggior ordine, con una organizzazione e regia chiara in capo allo Stato e con una pianificazione dettagliata volta ad assicurare una somministrazione dei vaccini capillare ed omogenea su tutto il territorio nazionale, recuperando errori e ritardi registratesi nella prima fase di avvio della campagna vaccinale;

    nonostante l'accelerazione che si intende offrire alla vaccinazione nazionale, sarà in ogni caso necessario attendere ancora qualche mese prima che gran parte della nostra popolazione possa ottenere il vaccino, raggiungendo in tal modo la tanto auspicata «immunità di gregge» che ci porterà fuori dalla crisi sanitaria;

    prima di quel momento, sarà inevitabile la convivenza con il virus con l'obiettivo principale di limitarne quanto più possibile i danni e di evitare perdite umane attraverso trattamenti sempre più efficaci e innovativi, come quelli che fanno uso di anticorpi monoclonali;

    gli anticorpi monoclonali potrebbero essere di estrema utilità, in quanto rappresentano uno strumento importante con cui accompagnare il piano di vaccinazioni, consentendo anche di gestire con meno apprensione i ritardi nelle forniture o altri possibili rallentamenti rispetto agli obiettivi previsti;

    l'avanguardia italiana nella ricerca in questo settore è ben rappresentata dalla rete di laboratori e aziende del Toscana Life Sciences di Siena, un polo «biotech» composto da realtà che lavorano allo sviluppo di test e terapie contro il Covid-19;

    in particolare, ha assunto grande rilevanza nazionale e internazionale la ricerca sull'anticorpo monoclonale umano Mad0004J08, individuato dal team di ricerca come il più promettente in risposta all'infezione da Sars-CoV-2, che sarà sottoposto ai trial clinici e ha dimostrato finora (in vitro e in vivo) una potenza di neutralizzazione tale per cui è sufficiente un dosaggio più basso rispetto ad altri trattamenti analoghi. Auspicabilmente, il trattamento in questione potrà così essere somministrato attraverso una modalità meno invasiva per il paziente, più agevole per il medico e con un impatto ridotto su strutture ospedaliere e Servizio sanitario nazionale. Inoltre, si tratta di un anticorpo monoclonale capace di neutralizzare anche la variante inglese e virus che contengono le mutazioni chiave delle varianti sudafricana e brasiliana;

    è indispensabile allineare maggiormente i numeri dei contagi con le misure restrittive connesse, evitando che il Comitato tecnico scientifico (Cts) si trovi a fornire osservazioni su risultanze non strettamente connesse alla contingenza del momento, scongiurando il pericolo di un utilizzo di dati divenuti ormai obsoleti e, pertanto, non più utilizzabili quali parametro sul quale basare le decisioni da intraprendere;

    le nuove varianti impongono una maggiore attenzione sul sequenziamento genomico delle mutazioni, rendendo necessaria una maggiore accuratezza nell'osservare le zone dove i contagi raggiungono una incidenza più significativa, tale da richiedere misure di contenimento più stringenti;

    la perdurante difficoltà economica che ha colpito le famiglie italiane risulta ulteriormente aggravata dalla circostanza che vede i cittadini costretti a dover pagare di tasca propria i tamponi; tale situazione risulta maggiormente preoccupante nei confronti delle persone potenzialmente venute a contatto con il virus che, in alcuni casi, proprio al fine di evitare i costi — anche in seguito allo scarso funzionamento e diffusione dell'«app immuni» che avrebbe dovuto tracciare i contatti — si sottraggono al controllo di tipo volontario;

    a seguito della diffusione del virus Sars-CoV-2, il personale scolastico e universitario, docente e non docente rientra tra le categorie maggiormente esposte al rischio di contagio e Piemonte, Toscana, Lazio, Campania e Puglia sono fra le regioni che per prime hanno aperto le prenotazioni e le pratiche per la somministrazione del vaccino ad insegnanti e personale Ata della scuola e dell'università, ma tale possibilità riscontra delle differenze a livello regionale;

    il Lazio, ad esempio, ha attivato un sistema che consente la prenotazione gratuita del vaccino anti Covid-19 per il personale scolastico e universitario. Tale vaccinazione, tuttavia, è destinata solamente ai residenti nella suddetta regione e non al personale scolastico che presti servizio nelle scuole laziali, ma è residente in altre regioni;

    così facendo il Lazio si troverà con dosi consistenti di vaccino parametrate al numero di prenotazioni, ma la somministrazione — sulla base della suddetta disciplina — potrà avvenire unicamente nei confronti degli insegnanti di ruolo residenti nella regione e non nei confronti di quelli che risiedono in regioni diverse ma che prestino comunque servizio nel Lazio;

    nella regione Campania, invece, gli istituti scolastici caricano gli elenchi del personale docente e Ata in servizio su una piattaforma dedicata, garantendo loro la possibilità di somministrazione del vaccino senza alcun riferimento alla residenza;

    si evidenzia pertanto una differente disciplina in merito alla residenza dei vaccinandi tra le diverse regioni, ingenerando una discriminazione che penalizza i docenti che prestano servizio fuori dalla propria regione di residenza;

    nel corso della seduta del 20 febbraio 2021, la Conferenza delle regioni ha affrontato la problematica degli insegnanti pendolari ritenendo necessario che si debba garantire la vaccinazione a tutti gli insegnanti indipendentemente dalla regione in cui questi prestino servizio;

    il domicilio lavorativo spesso non è coincidente con quello della residenza, e molte persone, qualora non dovessero essere fornite indicazioni differenti, saranno costrette a fare ritorno presso la propria residenza al fine di effettuare il vaccino, con evidenti problemi logistici e possibilità di contagio durante lo spostamento;

    la macchinosità dell'attuale procedura di assegnazione del medico di base per gli studenti fuorisede, nonché le difficoltà che questi dovrebbero affrontare qualora la vaccinazione potesse essere effettuata esclusivamente presso la regione di residenza, rischierebbero parimenti di minare il raggiungimento di una campagna vaccinale inclusiva e capillare;

    in questa fase delicata non è possibile neanche trascurare la condizione degli anziani, spesso trasferitisi presso le abitazioni dei figli per esigenze di assistenza, che, pur essendo residenti in altre regioni, costituiscono tuttavia una categoria ad alto rischio e necessitano quindi di essere anch'essi vaccinati in concomitanza con i propri familiari conviventi;

    si rende necessario agire urgentemente sulle tre matrici che appaiono indispensabili al fine di un contenimento adeguato della diffusione del virus: dati epidemiologici aggiornati, sorveglianza attiva sui territori e protocolli aggiornati per le cure domiciliari;

    il mancato controllo periodico e capillare della popolazione, oltre a non consentire al singolo di conoscere circa l'eventualità del contagio, non permette di interrompere la conseguente trasmissione del virus, in particolar modo nei casi di incubazione asintomatica;

    studi e sperimentazioni effettuati anche da prestigiosi atenei italiani, i cui esiti sono stati pubblicati su riviste scientifiche di massimo standing, dimostrano come i test salivari siano affidabili e, addirittura, particolarmente efficaci sugli asintomatici e su chi ha bassa carica virale;

    nonostante i test salivari costituiscano un sistema diagnostico autosomministrabile (con conseguente sgravio di molto personale sanitario oggi prezioso per la campagna vaccinale), non invasivo e che consentirebbe di fare diagnosi precoce e sorveglianza attiva di massa in comunità strategiche come le scuole, ad oggi non è chiaro quali siano le procedure che i centri di ricerca sviluppatori debbano seguire per poter validare questa tipologia di test;

    risulta quanto mai necessario rivedere il protocollo di cure domiciliari per i pazienti ammalati di Covid-19, anche alla luce della recente pronuncia del Tar del Lazio con la quale si è contestata la nota di Aifa del 9 dicembre 2020 che prevedeva, nei primi giorni di malattia, la sola «vigile attesa», stabilendo, al contrario, la necessità da parte dei medici di prescrivere i farmaci che ritengano più opportuni, evitando di sottoporre a cure unicamente i pazienti che abbiano sviluppato una sintomatologia accentuata, prevenendo in tal modo l'eventuale aggravarsi della malattia;

   rilevato inoltre che:

    il Ministro della salute, in collaborazione con il commissario straordinario per l'emergenza da Covid-19, Aifa, Iss e Agenas, ha reso note le raccomandazioni, pubblicate in data 8 febbraio, con le quali si prevedeva, dopo il completamento della vaccinazione delle persone over 80, la precedenza alle «persone estremamente vulnerabili»;

    tra queste rientravano anche i soggetti con «condizioni neurologiche e disabilità (fisica, sensoriale, intellettiva, psichica)» e tali condizioni erano poi specificamente definite nella Tabella 2 delle raccomandazioni, prevedendo una serie di patologie ma non menzionando numerose altre malattie rare o croniche con comorbilità del tutto equivalenti e disabilità altrettanto gravi;

    in data 10 marzo 2021 è stata sottoposta alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano una nuova versione del documento curato da Ministero della salute, commissario straordinario, Iss, Agenas e Aifa;

    tale documento, sul quale la Conferenza – in data 11 marzo 2021 – ha espresso parere favorevole, contiene importanti aggiornamenti che fanno convergere le raccomandazioni in merito alle priorità vaccinali verso un sistema basato sulle fasce di età, con l'obiettivo di accelerare il Piano vaccinale nazionale, considerata la necessità di somministrare, nel prossimo trimestre, circa 50 milioni di dosi;

    in data 24 marzo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il decreto del Ministro della salute 12 marzo 2021 recante «Approvazione del Piano strategico nazionale dei vaccini per la prevenzione delle infezioni di SARS-CoV-2» costituito sia dalle suddette nuove Raccomandazioni, sia dal documento recante «Elementi di preparazione della strategia vaccinale», di cui al decreto 2 gennaio 2021;

    le nuove raccomandazioni prevedono, dunque, di procedere, prioritariamente e in parallelo con «la vaccinazione dei soggetti over 80 e dei soggetti con elevata fragilità» secondo le specifiche indicazioni delle Tabelle 1 e 2 del documento;

    in particolare, i soggetti con elevata fragilità da vaccinare con precedenza sono i pazienti con «patologie valutate come particolarmente critiche in quanto correlate al tasso di letalità associata a COVID-19 per danno d'organo preesistente o compromessa capacità di risposta immunitaria a SARS-CoV-2» (Tabella 1) e le persone con disabilità gravi ai sensi della legge n. 104 del 1992, articolo 3, comma 3 (Tabella 2);

    la Tabella 1 prevede anche, con riferimento ad alcune delle patologie ivi menzionate, la priorità vaccinale dei conviventi del paziente e specifica che, «nel caso di minori che rientrano nella definizione di estremamente vulnerabili e che non possono essere vaccinati per mancanza di vaccini indicati per la loro fascia di età», sussista l'indicazione di «vaccinare i relativi genitori/tutori/affidatari»;

    con riferimento alle persone con disabilità grave, la Tabella 2 indica la precedenza vaccinale anche per «familiari conviventi e caregiver che forniscono assistenza continuativa in forma gratuita o a contratto» alla persona interessata, senza tuttavia la precisazione sui minori con disabilità grave espressamente prevista nella Tabella 1, elemento che potrebbe indurre dubbi interpretativi;

    le raccomandazioni prevedono, altresì, il completamento della vaccinazione delle categorie ricomprese nella fase 1, del personale docente e non docente, scolastico e universitario, delle Forze armate, di Polizia e del soccorso pubblico, dei servizi penitenziari e altre comunità residenziali;

    vengono poi identificate 4 categorie prioritarie successive in base all'età e alla presenza di condizioni patologiche;

    le nuove raccomandazioni chiariscono i dubbi interpretativi e colmano le gravi carenze della versione precedente, che avevano comportato il rischio che alcune regioni includessero nelle categorie prioritarie soggetti individuati sulla base di criteri definiti in via autonoma e differenziata, con la conseguenza di trattamenti territoriali disomogenei e potenzialmente discriminatori, come ben evidenzia la lettera del gruppo interparlamentare malattie rare indirizzata al Ministro della salute, e come, da ultimo messo in luce anche dalla Corte costituzionale in una recente sentenza con la quale ha stabilito che la gestione della crisi pandemica appartiene al Governo e non alle regioni, in quanto rientrante nella esclusiva competenza statale relativa alla cosiddetta profilassi internazionale prevista ex articolo 117, secondo comma, lettera q), della Costituzione;

    nonostante tali chiarimenti, però, molte regioni non si sono ancora adeguate alle nuove raccomandazioni e, in molti casi, non hanno ancora avviato la somministrazione, ma nemmeno il sistema di adesione e prenotazione per le vaccinazioni dei soggetti fragili, come individuati nelle Tabelle 1 e 2 delle raccomandazioni, né dei loro caregiver;

    inoltre, persistono dubbi interpretativi in merito all'inclusione di alcune malattie nella categoria delle patologie di cui alla Tabella 1 delle raccomandazioni, dubbi che potrebbero essere chiariti ove fossero indicati anche i codici di esenzione legati a tali categorie di patologie;

    peraltro, anche tra le regioni che hanno avviato le vaccinazioni delle persone estremamente vulnerabili risultano attivate modalità di reclutamento differenti (e.g. attraverso le strutture dove sono in carico per le cure e le terapie, i medici di famiglia, la prenotazione online), a volte distinte all'interno della stessa regione a seconda della patologia interessata;

    quanto alla vaccinazione dei caregiver, attualmente, non risultano attivate procedure di prenotazione nella maggior parte delle regioni, con conseguente discrasia tra i tempi di vaccinazione della persona vulnerabile e di chi la assiste;

    inoltre le raccomandazioni prevedono «il completamento della vaccinazione delle categorie ricomprese nella fase 1, promuovendo la vaccinazione nei soggetti che non hanno ancora aderito alla campagna e avendo cura di includere, nel personale sanitario e sociosanitario, tutti i soggetti che operano in presenza presso strutture sanitarie e sociosanitarie, utilizzando anche vaccini a vettore virale per chi non ha ancora iniziato il ciclo di vaccinazione», senza chiarire se nel personale sanitario debbano intendersi ricopersi odontoiatri e farmacisti;

    allo stato non è specificato se i medici e gli infermieri della libera professione che non operano nelle strutture convenzionate rientrino nella categoria di priorità vaccinale prevista dalle nuove raccomandazioni del Ministero della salute e risulta che le regioni al riguardo stiano adottando approcci differenti;

    le attività di odontoiatria risultano di per sé ad alto rischio, perché comportano contatti personali ravvicinati con pazienti che non possono indossare dispositivi di protezione individuale nel momento del trattamento;

    a ciò si aggiunga che sia gli odontoiatri, sia i farmacisti sono operatori che potranno essere coinvolti nella campagna vaccinale in qualità di inoculatori e già svolgono spesso attività di somministrazione di tamponi per la diagnosi da Covid-19, risultando quindi opportuna anche la loro copertura vaccinale a tutela della salute pubblica,

impegna il Governo:

1) a rivedere il metodo di rilevazione dei dati epidemiologici sul Coronavirus per avere informazioni aggiornate, semplificando i parametri dell'indice Rt e considerando, oltre all'incidenza, la prevalenza degli infetti, prevedendo altresì un sistema di catalogazione dei dati semplice e fruibile anche a livello comunale, al fine di evitare una sfasatura tra misure intraprese e attualità dei dati, con l'obiettivo di intraprendere decisioni quanto più veloci e tempestive rispetto a situazioni localizzate;

2) ad adottare iniziative per prevedere un «Piano nazionale di sorveglianza attiva» con uno screening capillare e gratuito della popolazione, rivolto principalmente ai più giovani, sia nelle scuole quanto nelle università, evitando che i costi dei tamponi acuiscano le diseguaglianze sociali, con parte della popolazione portata ad evitare il controllo per non sobbarcarsi le relative spese;

3) a indicare procedure chiare e trasparenti ai fini della validazione di ulteriori strumenti diagnostici del Covid-19, quali i tamponi salivari, che possano essere utilizzati anche ai fini del «Piano nazionale di sorveglianza attiva» sopra citato;

4) a supportare un piano di monitoraggio delle varianti per bloccare con misure tempestive e territoriali la circolazione del virus, evitando il diffondersi delle sue mutazioni e scongiurando il rischio di inefficacia dei vaccini;

5) ad implementare il piano vaccinale del commissario straordinario, superando le differenze e discriminazioni che l'attuale assetto comporta tra le diverse regioni, anche alla luce delle indicazioni della Corte istituzionale, stabilendo al contempo che le priorità vaccinali per gli over 80 e per i pazienti estremamente vulnerabili, ivi incluse le persone con disabilità grave ai sensi della legge 104 del 1992, articolo 3, comma 3, come individuate dalle Tabelle 1 e 2 delle raccomandazioni approvate dalla Conferenza unificata dell'11 marzo 2021, siano pienamente e tempestivamente applicate da tutte le regioni in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale;

6) a garantire che, in concomitanza con la vaccinazione delle categorie di persone fragili, sia effettuata la vaccinazione anche dei relativi conviventi e caregiver, secondo quanto stabilito nelle Tabelle 1 e 2 delle raccomandazioni approvate dalla Conferenza Unificata l'11 marzo 2021, definendo criteri di reclutamento e adesione di tali soggetti alla campagna vaccinale uniformi su tutto il territorio nazionale e assicurando la priorità di vaccinazione anche ai caregiver dei minori con disabilità grave ai sensi della legge n. 104 del 1992 per i quali, allo stato, non è possibile la vaccinazione;

7) a indicare espressamente i codici di esenzione ricollegabili a tutte le malattie che devono intendersi ricomprese nella categoria delle patologie di cui alla Tabella 1 delle raccomandazioni;

8) a chiarire espressamente che nella categoria del personale sanitario con priorità vaccinale ai sensi delle nuove raccomandazioni rientrano anche i medici e gli infermieri della libera professione che non operano nelle strutture convenzionate, nonché gli odontoiatri che svolgono attività in presenza a rischio, come pure i farmacisti in quanto siano coinvolti in attività diagnostica e di vaccinazione che comporta contatti ravvicinati, prevedendo per tali operatori l'utilizzo anche di vaccini a vettore virale per chi non ha ancora iniziato il ciclo di vaccinazione;

9) a consentire la vaccinazione degli over 80 che si trovano presso le abitazioni dei figli per motivi di assistenza familiare, prescindendo dal luogo di residenza;

10) a consentire altresì al personale scolastico e universitario di essere vaccinato indipendentemente dalla residenza o dal luogo in cui presti servizio, allargando la medesima possibilità, quando sarà il momento secondo l'ordine di priorità stabilito dalle raccomandazioni, anche nei confronti degli studenti universitari o lavoratori, consentendo loro di effettuare la vaccinazione contro il Sars-CoV-2 gratuitamente e presso il servizio sanitario della regione ove sono impegnati negli studi o per lavoro, evitando complicati e disfunzionali ritorni presso la regione di residenza;

11) a consentire la possibilità di vaccinazione anche per gli italiani all'estero che si trovino temporaneamente in Italia qualora appartenenti alle categorie prioritarie previste dalla normativa nazionale, estendendo il suddetto diritto a tutti gli italiani iscritti all'Aire, secondo le tempistiche previste per le medesime categorie di soggetti residenti in Italia;

12) a favorire la vaccinazione nei luoghi di lavoro, quando, per le dimensioni degli stessi, questi siano dotati di un presidio medico, e a coinvolgere nell'erogazione dei vaccini anche strutture sanitarie private, accreditate e non, tramite apposite convenzioni;

13) a istituire un organismo che stabilisca un protocollo di cure domiciliari per i pazienti affetti da Covid-19;

14) ad organizzare una comunicazione istituzionale trasparente rispetto ai diversi tipi di vaccino da somministrare, con una chiara rappresentazione delle motivazioni che sottendono le diverse scelte di vaccino per categorie, anche alla luce delle recenti vicende legate al blocco d'uso temporaneo, a scopo precauzionale da parte di Aifa, di una tipologia vaccinale;

15) a valutare l'opportunità di istituire un sistema di formazione permanente di operatori sanitari e volontari per i rischi connessi a future emergenze pandemiche, predisponendo liste di tali soggetti specializzati da attivarsi nei casi di riacutizzazione dell'emergenza sanitaria, spostando il paradigma da un approccio «reattivo», tipico dell'attesa passiva di eventi morbigeni, a un sistema «proattivo», improntato sul paradigma della prevenzione;

16) a promuovere, anche attraverso investimenti pubblici strategici, la ricerca, lo sviluppo e la produzione da parte di imprese che operano in Italia di vaccini a mRNA e di medicinali e trattamenti innovativi – a partire dagli anticorpi monoclonali – e dispositivi medici ritenuti essenziali per far fronte a rischi pandemici anche futuri.
(1-00445) «Boschi, Noja, Del Barba, Fregolent, Marco Di Maio, Occhionero, Annibali».