ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00428

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 466 del 10/03/2021
Abbinamenti
Atto 1/00423 abbinato in data 22/03/2021
Atto 1/00435 abbinato in data 24/03/2021
Atto 1/00437 abbinato in data 24/03/2021
Atto 1/00439 abbinato in data 24/03/2021
Firmatari
Primo firmatario: ROSSELLO CRISTINA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 10/03/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
OCCHIUTO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 10/03/2021
VALENTINI VALENTINO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 10/03/2021
MANDELLI ANDREA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 10/03/2021
BATTILOCCHIO ALESSANDRO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 10/03/2021
MARROCCO PATRIZIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 10/03/2021
PETTARIN GUIDO GERMANO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 10/03/2021
RUGGIERI ANDREA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 10/03/2021
SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 10/03/2021
SIBILIA COSIMO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 10/03/2021
SACCANI JOTTI GLORIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 10/03/2021
BALDINI MARIA TERESA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 10/03/2021
BARONI ANNA LISA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 22/03/2021


Stato iter:
24/03/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 22/03/2021
Resoconto ROSSELLO CRISTINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 22/03/2021
Resoconto MONTARULI AUGUSTA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto DE ANGELIS SARA LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto RIZZO NERVO LUCA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 22/03/2021

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 22/03/2021

DISCUSSIONE IL 22/03/2021

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 22/03/2021

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 24/03/2021

RITIRATO IL 24/03/2021

CONCLUSO IL 24/03/2021

Atto Camera

Mozione 1-00428
presentato da
ROSSELLO Cristina
testo presentato
Mercoledì 10 marzo 2021
modificato
Mercoledì 24 marzo 2021, seduta n. 474

   La Camera,
   premesso che:
    i leader dell'Unione europea nel Consiglio europeo che si è svolto il 25-26 febbraio 2021, a fronte dei ritardi nelle consegne già contrattualizzate con AstraZeneca e Moderna, hanno concordato la necessità di accelerare con urgenza l'autorizzazione, la produzione, la distribuzione dei vaccini e di velocizzare la campagna di vaccinazione, nonché di potenziare la capacità di sorveglianza, intensificando gli sforzi per collaborare con l'industria e gli Stati membri, al fine di aumentare la produzione di vaccini e adeguarli alle nuove varianti;
    ad oggi la strategia europea sulla campagna di vaccinazione ha prodotto scarsi risultati, tenendo conto che meno del 5 per cento degli europei è stato vaccinato e che, nell'ambito delle quote redistribuite, una dose di vaccino su tre non è ancora utilizzata, secondo quanto affermato di recente dallo stesso Thierry Breton, Commissario europeo al mercato interno che guida la task force per aumentare la capacità produttiva dei vaccini nell'ambito dell'Unione europea;
    occorre superare la posizione timida, sia della Commissione europea che degli Stati membri, verso le grandi aziende produttrici di vaccini che producono in Europa ed esportano fuori dall'Unione europea, ritardando le consegne già contrattualizzate con la Commissione; in tal senso, è da accogliere positivamente la recente decisione del nostro Paese di bloccare le esportazioni di 250 mila dosi di AstraZeneca assemblate in Italia e destinate all'Australia, dando seguito all'orientamento espresso dal Presidente Draghi in sede di Consiglio dell'Unione europea, in applicazione del recente regolamento europeo in materia;
    è necessario scongiurare ulteriori errori, ritardi e scarsi risultati sulla strategia vaccinale, che incentivano la moltiplicazione di iniziative unilaterali non concordate, minando sempre di più la solidarietà europea, in uno scenario di rischio che vede il continente europeo sempre più schiacciato dalle potenze globali in azione, per un uso geopolitico dei vaccini, dai quali dipende la principale scommessa per superare la crisi sanitaria ed economica. La sfida sui vaccini è una competizione a livello internazionale: dall'approvvigionamento dei vaccini e dalla tempestività della campagna vaccinale dipenderà la ripresa anche in termini economici, pena il declassamento del continente in un prossimo futuro;
    il Presidente Draghi, in occasione del suo discorso di insediamento in Parlamento, ha sottolineato come scienza, salute e sostenibilità vadano di pari passo e che questa è una sfida nella quale l'urgenza sui vaccini, su scala nazionale ed europea, si innesta con politiche di lungo periodo;
    nell'ambito di una necessaria rinnovata strategia vaccinale, il Consiglio europeo di febbraio 2021 ha, inoltre, concordato la necessità di un approccio e di un piano comune sui certificati di vaccinazione, con la realizzazione di un Green pass digitale europeo entro l'estate;
    si è aperto un grande dibattito in sede di Unione europea circa la necessità di un green pass digitale europeo e su come debba essere configurato e usato, con opinioni diversificate da parte degli Stati membri, che evidenziano la stretta connessione tra il tema dell'accelerazione della campagna vaccinale e quello di un passaporto europeo;
    la Commissione europea presenterà a breve (17 marzo 2021) una proposta per un «passaporto verde» per i vaccini dell'Unione europea; un pacchetto incentrato sui viaggi e sulla revoca delle restrizioni per una riapertura comune sicura;
    il Vicepresidente dell'esecutivo comunitario, Margaritis Schinas, al termine della recente videoconferenza dei Ministri della salute dell'Unione europea, ha chiarito che il « Digital green pass» fornirà una prova della vaccinazione per la persona in possesso del documento, con i risultati dei test effettuati da coloro che ancora non si sono potuti sottoporre al vaccino COVID-19 ed eventuali informazioni sulla guarigione dal Coronavirus, avendo cura di sottolineare: «senza comportare discriminazioni tra chi ha effettuato la vaccinazione e chi no»;
    la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha sottolineato come il nuovo documento rispetterà la protezione dei dati, la sicurezza e la privacy e faciliterà la vita degli europei allo scopo di consentire gradualmente ai cittadini di muoversi in sicurezza nell'Unione europea o all'estero, per lavoro o per turismo;
    il passaporto vaccinale ha precedenti importanti nella storia e un suo impiego secolare; basti pensare alle «Fedi di sanità» o alle «Fedi di salute marittime», che certificavano la provenienza di persone, animali e merci, antesignani dei moderni certificati sanitari, durante le secolari epidemie di peste; stando all'attualità, i precedenti sono rinvenibili nei certificati dell'Organizzazione mondiale della sanità, che permettono di viaggiare, previa vaccinazione, in taluni Paesi afflitti dalla febbre gialla;
    i 27 Paesi dell'Unione europea dovranno, dunque, accelerare il processo per definire un protocollo comune e un sistema digitale valido in tutta Europa per permettere ai cittadini dotati di passaporto vaccinale di viaggiare più liberamente. La proposta è partita dal Primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis il 12 gennaio 2021, anche se all'interno dell'Unione europea ci si divide tra i Paesi che lo adotterebbero subito ed altri che creano resistenze, considerando tale certificato come discriminatorio;
    la questione dell'introduzione del passaporto vaccinale è, infatti, delicata sotto il profilo del bilanciamento tra l'interesse alla ripresa dei settori economici e la garanzia dei diritti individuali, affinché siano evitati discriminazioni, uso improprio ai fini delle privacy e la non sufficiente tutela da frodi e abusi, nell'ambito di realtà sempre più complesse;
    pur avendo tutti i passaporti vaccinali un potenziale nel bloccare le persone dall'accesso a beni e servizi essenziali ed escludere coloro che mancano di identificazione o non possiedono o non possono permettersi uno smartphone, tuttavia è possibile prefigurare ed istituire un certificato di vaccinazione con regole semplici, per un tempo determinato in relazione al periodo di immunizzazione dei vaccini quale individuato dalla comunità scientifica, con una regolamentazione che eviti forme di discriminazione per chi ne sarà sprovvisto; in tal senso, il Commissario europeo alla giustizia, Didier Reynders, ha suggerito che anche chi non si è sottoposto all'immunizzazione possa continuare a muoversi, avvalendosi dei test e delle quarantene, escludendo dunque l'idea di una limitazione alla circolazione sulla base della certificazione vaccinale; inoltre, come alcuni Stati ipotizzano, potrebbe essere rilasciata una versione cartacea del passaporto vaccinale per coloro che non dispongano di uno smartphone;
    la Commissione europea sta lavorando, inoltre, anche con organismi internazionali come Organizzazione mondiale della sanità, Ocse e Iata, per far sì che il « green pass» venga riconosciuto al di fuori dell'Unione europea, cercando di non subire «decisioni assunte altrove» con riferimento ai programmi di alcuni colossi digitali, affinché vi sia l'adozione di una certificazione dell'avvenuta vaccinazione contro il Coronavirus, da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità. David Nabarro, inviato speciale su COVID-19 per l'Organizzazione mondiale della sanità, prevede che in futuro verrà introdotto un documento che attesti l'immunità. La Presidente von der Leyen ha aperto all'idea, sostenendo che la proposta andrà discussa non appena esisterà un certificato vaccinale riconosciuto dall'Organizzazione mondiale della sanità stessa; è evidente la necessità di standard globali come il certificato di vaccinazione intelligente dell'Organizzazione mondiale della sanità;
    occorrerà soppesare i diritti umani e la protezione dei dati contro il dovere di cura e la libertà commerciale di agire e, in tale direzione, si potranno rendere obbligatori i passaporti dei vaccini per motivi economici o per proteggere la salute pubblica, evitando un'ingerenza eccessiva da parte delle autorità sul cittadino;
    in relazione al dibattito sul «passaporto verde» in Europa e alla diversa situazione dei Paesi membri, è utile rilevare che:
    a) la Grecia è uno dei Paesi precursori, con la lettera inviata dal Primo ministro greco a Ursula von der Leyen e con la firma di un accordo con Israele, al fine di far circolare liberamente i turisti vaccinati tra i due Paesi;
    b) la Francia, il Belgio e la Germania al momento sono i Paesi più «attendisti», propensi a rinviare la decisione tra qualche mese, in considerazione della mancanza di un obbligo vaccinale e in attesa di risultati più consistenti circa il numero di vaccinati; in particolare, la Ministra degli esteri e Vice Premier belga Sophie Wilmès ha espresso preoccupazioni relative al rischio discriminazione, dal momento che non è garantito un accesso universale ai vaccini. La Germania appare divisa tra chi vorrebbe allentare le restrizioni per gli immuni, come il Ministro degli esteri Heiko Maas, e chi invita alla prudenza, come il titolare degli interni Horst Seehofer, secondo il quale distinguere fra vaccinati e non, renderebbe, di fatto obbligatorio il vaccino nel proprio Paese;
    nel nostro Paese non è stato ancora indicato un vero e proprio piano in merito ai certificati di vaccinazione. Va segnalato, tuttavia, che: a) la Federazione nazionale dell'industria dei viaggi e del turismo del sistema Confindustria ha invitato il Governo italiano ad accelerare l'implementazione della vaccinazione nazionale, anche al fine di rilasciare certificati a coloro che saranno, o sono stati, sottoposti al vaccino contro il virus, segnalando che dopo dieci mesi di inattività l'industria turistica italiana ha necessità di ripartire, sollecitando il Governo a trovare soluzioni compatibili, come il rilascio di certificati di vaccinazione per i viaggi; b) il certificato vaccinale, da istituire entro la metà di marzo 2021, è stato annunciato dalla regione Lazio, anticipando una soluzione, nelle more di una disciplina a livello nazionale e a livello europeo, secondo cui tutti i cittadini vaccinati potranno scaricare on line il certificato vaccinale dal fascicolo sanitario elettronico di ogni residente, un certificato in doppia lingua, nel quale verrà segnalata la doppia somministrazione e l'attestazione con la tecnologia QR Code;
    nell'ambito del dibattito brevemente descritto, rilevano anche posizioni e interessi degli attori privati e le raccomandazioni delle organizzazioni internazionali, come quella dell'Associazione delle compagnie aeree (Iata) che richiedono al più presto l'introduzione del «passaporto verde»,

impegna il Governo:

1) ad attivarsi nelle competenti sedi europee in favore dell'istituzione di un passaporto vaccinale UeB (green pass digitale europeo) che diventi operativo entro pochi mesi, in concomitanza con la necessità di imprimere avanzamenti e accelerazioni della campagna vaccinale, anche allo scopo di facilitare i viaggi per lavoro e per turismo in ambito europeo;

2) a sostenere un sistema di «passaporto verde» che fornisca la prova sia della vaccinazione che dei risultati del test COVID-19, con carattere di eventuale temporaneità sulla base della durata delle relative immunizzazioni, nel rispetto della protezione dei dati, della sicurezza, della privacy e del principio di non discriminazione, con riguardo alla libertà di circolazione, tra vaccinati e non vaccinati, i quali potranno avvalersi di test e quarantene;

3) a lavorare in tutte le sedi sovranazionali, anche in vista del summit globale per la salute (Global health summit) che si terrà a Roma nel mese di maggio 2021 e in considerazione dell'attuale Presidenza italiana del G20, affinché il passaporto vaccinale dell'Unione europea sia coerente con gli standard internazionali e riconosciuto al di fuori dell'Unione europea, avendo particolare riguardo alle decisioni da concordare (e non subire) nell'ambito di organismi internazionali come Organizzazione mondiale della sanità, Ocse e Iata per il riconoscimento dei certificati vaccinali;

4) a valutare, in tutte le sedi europee e internazionali competenti, l'esigenza di un passaporto vaccinale internazionale che risponda alle seguenti caratteristiche: a) soddisfare i parametri di riferimento per l'immunità COVID-19; b) rispettare le differenze tra i vaccini nella loro efficacia e i cambiamenti nell'efficacia del vaccino contro le varianti emergenti; c) essere conforme agli standard internazionali; d) avere credenziali verificabili; e) avere usi definiti; f) essere basato su una piattaforma di tecnologie interoperabili; g) essere sicuro per i dati personali; h) essere portatile; i) essere accessibile a individui e Governi; l) rispettare gli standard legali; m) rispettare gli standard etici; n) avere condizioni di utilizzo comprese e accettate dai titolari del passaporto;

5) a proseguire con fermezza l'indirizzo, appena avviato, in favore di un'autosufficienza europea tecno-scientifica in ambito farmaceutico e bio-medicale, anche mediante la promozione di un consorzio pubblico-privato per la produzione di vaccini che tenga conto delle specializzazioni e delle eccellenze degli Stati membri;

6) ad adottare iniziative per rafforzare le capacità nazionali di partecipazione (anche parziale) alla produzione dei vaccini nell'ambito dell'Unione europea ed extra-Unione europea, insieme alla produzione futura di vaccini italiani, con la creazione di un polo nazionale per la ricerca di farmaci e vaccini, allo scopo di rafforzare il contrasto al COVID-19, con le nuove varianti che pongono ulteriori sfide, e di prevenire future crisi pandemiche.
(1-00428) «Rossello, Occhiuto, Valentini, Mandelli, Battilocchio, Marrocco, Pettarin, Ruggieri, Elvira Savino, Cosimo Sibilia, Saccani Jotti, Baldini, Anna Lisa Baroni».