ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00074

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 81 del 12/11/2018
Abbinamenti
Atto 1/00070 abbinato in data 12/11/2018
Atto 1/00075 abbinato in data 14/11/2018
Firmatari
Primo firmatario: D'ARRANDO CELESTE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/11/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PANIZZUT MASSIMILIANO LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2018
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
ASCARI STEFANIA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
SPORTIELLO GILDA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
SALAFIA ANGELA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
AIELLO PIERA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
BARBUTO ELISABETTA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
CATALDI ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
DI SARNO GIANFRANCO MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
DI STASIO IOLANDA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
DORI DEVIS MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
D'ORSO VALENTINA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
GIULIANO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
PALMISANO VALENTINA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
PERANTONI MARIO MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
SAITTA EUGENIO MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
SCUTELLA' ELISA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
CANTALAMESSA GIANLUCA LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2018
BISA INGRID LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2018
BONIARDI FABIO MASSIMO LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2018
DI MURO FLAVIO LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2018
MARCHETTI RICCARDO AUGUSTO LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2018
PAOLINI LUCA RODOLFO LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2018
POTENTI MANFREDI LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2018
TATEO ANNA RITA LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2018
TURRI ROBERTO LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2018
BOLOGNA FABIOLA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
LAPIA MARA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
MAMMI' STEFANIA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
MENGA ROSA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
NAPPI SILVANA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
PROVENZA NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
SARLI DORIANA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
TRIZZINO GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
VOLPI LEDA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
BOLDI ROSSANA LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2018
LOCATELLI ALESSANDRA LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2018
LAZZARINI ARIANNA LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2018
DE MARTINI GUIDO LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2018
FOSCOLO SARA LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2018
SEGNANA STEFANIA LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2018
TIRAMANI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2018
ZIELLO EDOARDO LEGA - SALVINI PREMIER 12/11/2018
IOVINO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
CARBONARO ALESSANDRA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
TUZI MANUEL MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
LATTANZIO PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
TESTAMENTO ROSA ALBA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
CASA VITTORIA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
SURIANO SIMONA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
DI LAURO CARMEN MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
GALIZIA FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
BRUNO RAFFAELE MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
GIORDANO CONNY MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
RUSSO GIOVANNI MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
BILOTTI ANNA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018
MANZO TERESA MOVIMENTO 5 STELLE 12/11/2018


Stato iter:
14/11/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 12/11/2018
Resoconto FOSCOLO SARA LEGA - SALVINI PREMIER
 
ILLUSTRAZIONE 12/11/2018
Resoconto D'ARRANDO CELESTE MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 12/11/2018
Resoconto ZANELLA FEDERICA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto SPORTIELLO GILDA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto MARROCCO PATRIZIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto IOVINO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO GOVERNO 14/11/2018
Resoconto SPADAFORA VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 14/11/2018
Resoconto BENEDETTI SILVIA MISTO-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Resoconto BOLDRINI LAURA LIBERI E UGUALI
Resoconto FRASSINETTI PAOLA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto VERSACE GIUSEPPINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto ANNIBALI LUCIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto LOCATELLI ALESSANDRA LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE
 
PARERE GOVERNO 14/11/2018
Resoconto SPADAFORA VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/11/2018

DISCUSSIONE IL 12/11/2018

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 12/11/2018

ATTO MODIFICATO IL 13/11/2018

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 14/11/2018

DISCUSSIONE IL 14/11/2018

ACCOLTO IL 14/11/2018

PARERE GOVERNO IL 14/11/2018

VOTATO PER PARTI IL 14/11/2018

APPROVATO IL 14/11/2018

CONCLUSO IL 14/11/2018

Atto Camera

Mozione 1-00074
presentato da
D'ARRANDO Celeste
testo presentato
Lunedì 12 novembre 2018
modificato
Mercoledì 14 novembre 2018, seduta n. 83

   La Camera,
   premesso che:
    la violenza sulle donne è un fenomeno sociale drammatico, difficile da quantificare; i dati disponibili ne evidenziano le enormi proporzioni: quasi sette milioni di donne hanno subito qualche forma di abuso nel corso della loro vita, come violenze domestiche, stalking, stupro, insulto verbale e violazioni della propria sfera intima e personale, che rappresentano spesso tentativi di cancellarne l'identità, di minarne l'indipendenza e la libertà di scelta;
    i numeri del femminicidio, forma estrema del fenomeno, sono inquietanti: negli ultimi 5 anni se ne registrano 774, una media di circa 150 all'anno; in Italia, ogni due giorni circa, viene uccisa una donna: nel 2016 ci sono stati 120 casi di femminicidio e anche nel 2017 la media è stata di una vittima ogni tre giorni; negli ultimi dieci anni le donne uccise in Italia sono state 1.740, di cui 1.251 (il 71,9 per cento) in famiglia;
    particolarmente allarmante, come anche attestato da più recenti fatti di cronaca, risulta in Italia l'aumento del numero e della ferocia dei reati di natura sessuale contro le donne, spesso minorenni e quindi più vulnerabili, da parte di stranieri irregolari, in quanto evidente conseguenza di una pregressa e carente gestione del fenomeno migratorio, ed altresì degli atti di violenza, di diversa natura, nei confronti delle donne finalizzati ad impedire alle stesse l'esercizio in Italia dei diritti e delle libertà a loro riconosciute dalla nostra Costituzione, la cui condivisione deve essere, invece, considerata fondamentale per un reale processo di integrazione;
    l'Italia ha firmato e ratificato la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, ovvero la cosiddetta Convenzione di Istanbul, aperta alla firma l'11 maggio del 2011: si tratta del primo strumento internazionale giuridicamente vincolante volto a creare un quadro normativo completo a tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza;
    la XVII legislatura si è caratterizzata per la ratifica della citata Convenzione di Istanbul, con la legge n. 77 del 2013, per l'introduzione di modifiche al codice penale e di procedura penale per inasprire le pene di alcuni reati, più spesso commessi nei confronti di donne, per l'emanazione del «Piano d'azione contro la violenza sessuale e di genere 2015-2017» e per l'adeguamento di stanziamenti per il supporto delle vittime;
    l'articolo 3 della legge n. 77 del 2013 precisa che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani ed è una forma di discriminazione contro le donne;
    con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 7 luglio 2015 è stato adottato il piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e sulle donne, previsto dall'articolo 5 del decreto-legge n. 93 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 119 del 2013, con l'obiettivo di disegnare un sistema di politiche pubbliche che integri dal punto di vista degli interventi le previsioni di carattere penale contenuti nella legge;
    per tali finalità il decreto-legge n. 93 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 119 del 2013, ha stanziato risorse per finanziare progetti territoriali e formazione al fine di dare attuazione agli interventi per la valorizzazione dei progetti territoriali, per la formazione degli operatori impegnati negli interventi, per il sostegno all'emancipazione delle donne maltrattate e alle iniziative di prevenzione culturale della violenza sessuale e sulle donne, soprattutto sul fronte dell'educazione e del recupero;
    nel dicembre 2017 è stato emanato il Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020. Il Piano si fonda su quattro linee di intervento: prevenzione, protezione e sostegno, repressione dei reati, assistenza e promozione;
    tra le finalità del piano nazionale emerge quella di creare e mettere in esercizio una banca dati nazionale e informatizzata, come strumento determinante e completo per lo studio del fenomeno della violenza contro le donne e per la conseguente definizione di azioni e politiche di intervento attraverso il miglioramento della conoscenza di dettaglio, tanto per la tutela delle vittime quanto per la prevenzione e la repressione dei fenomeni stessi, nonché per il monitoraggio dell'incidenza dei suddetti interventi;
    ai sensi della Convenzione, è stato istituito un gruppo di esperti indipendenti sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Group of experts on action against violence against women and domestic violence – Grevio), incaricato di monitorare l'attuazione della stessa da parte degli Stati aderenti; il Grevio è tenuto a pubblicare i report valutativi degli strumenti adottati dalle parti per attribuire efficacia alle previsioni contenute nella Convenzione;
    il 29 ottobre 2018 è stato trasmesso al Gruppo esperte sulla violenza del Consiglio d'Europa (Grevio) presso il Consiglio d'Europa, il rapporto delle associazioni di donne sull'attuazione della Convenzione di Istanbul in Italia, che analizza la situazione italiana in materia di contrasto alla violenza sulle donne. Due i nodi principali all'interno di un contesto culturale italiano fortemente permeato da pregiudizi e stereotipi sessisti: la distanza tra le norme adottate e declamate e la loro applicazione in concreto, l'applicazione disomogenea nel territorio nazionale delle norme e dei finanziamenti per azioni/servizi in contrasto alla violenza contro le donne, con conseguente mancanza di tutela dei diritti delle vittime di violenza;
    nel marzo 2016 è stata approvata all'unanimità dal Consiglio d'Europa la risoluzione Systematic collection of data on violence against women, della prima firmataria del presente atto di indirizzo, sulla necessità di creare una banca dati sistematica secondo metodologie omogenee fra Paesi; basti pensare che allo stato attuale, nelle banche dati esistenti, non è stato ancora inserito il dato riguardante la relazione fra autore e vittima;
    la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna, adottata a livello internazionale nel 1979 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite ed entrata in vigore il 3 settembre 1981, ha istituito un comitato (Committee on the elimination of discrimination against women – Cedaw) con il compito di verificare lo stato di applicazione delle norme contenute nella Convenzione e che è composto da esperte nel campo dei diritti delle donne, provenienti da 23 Paesi ed elette a scrutinio segreto da una lista di candidature presentate dagli Stati firmatari della Convenzione;
    l'Italia ha ratificato la Cedaw il 10 giugno 1985 e aderito al Protocollo opzionale il 29 ottobre 2002;
    ogni Stato che ratifica la Convenzione, o vi aderisce, ha l'obbligo di presentare al Cedaw dei rapporti periodici in cui vengano illustrate le azioni compiute dallo Stato in questione per dare applicazione alle norme contenute nella suddetta Convenzione. Il primo rapporto va presentato entro un anno dalla data di ratifica, e successivamente, i rapporti vanno presentati ogni quattro anni;
    a seguito dell'analisi del rapporto, a carattere quadriennale, presentato a Ginevra dal Governo italiano il 4 luglio 2017, il Cedaw ha pubblicato il « Concluding observations on the seventh periodic report of Italy», datato 21 luglio 2017, nel quale sulla base di diffuse criticità, ha esplicitato le proprie perplessità e indicato le lacune alle quali il Governo italiano dovrà provvedere e rispondere con un nuovo rapporto fra due anni;
    in particolare, il Comitato evidenzia che per l'Italia è necessario rafforzare la consapevolezza delle donne circa i loro diritti ai sensi della Convenzione e i rimedi a loro disposizione per denunciare le violazioni di tali diritti. Allo stesso tempo, si afferma anche che il Governo italiano dovrà impegnarsi a rendere fruibili le informazioni sulla Convenzione, sul protocollo facoltativo e sulle raccomandazioni generali del Comitato a tutte le donne, nessuna esclusa. Dal rapporto si evince che in Italia manca il coordinamento tra le varie componenti regionali e locali e una chiara definizione dei mandati e delle responsabilità. Il Comitato suggerisce di aumentare le risorse assegnate al Dipartimento per le pari opportunità e di istituire un Ministero ad hoc necessario per avviare, coordinare e attuare le politiche di uguaglianza tra uomini e donne;
    per una più incisiva prevenzione appare fondamentale intervenire nelle scuole, avviando con gli studenti un'attività interdisciplinare che conduca a riflettere sulle situazioni attuali e combatterle e a mostrare le continue e distorte costruzioni dei ruoli maschili e femminili. Solo instaurando un dialogo attivo su queste tematiche sarà possibile combattere e superare quei presupposti culturali che alimentano e incentivano la discriminazione tra i sessi e che, se non contrastati, continueranno a crescere;
    pertanto, sarebbe oltremodo auspicabile che sia garantita pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, superando diseguaglianze e barriere, nonché ai fini della conciliazione tra tempi di vita, di cura e di lavoro dei genitori, della promozione della qualità dell'offerta educativa e della continuità tra i vari servizi educativi e scolastici e la partecipazione delle famiglie;
    il triste fenomeno di violenza sulle donne si radica soprattutto nel contesto familiare, portando con sé, oltre alle drammatiche conseguenze che ormai sono sempre più frequentemente oggetto di cronaca, anche tutta una serie di situazioni paradossali che vedono il reo autore di violenza, anziché essere considerato indegno, in caso di morte della vittima, mantenere una serie di benefici economici successori legati allo status di coniuge, anche spesso a discapito dei figli;
    il Parlamento ha approvato la legge 11 gennaio 2018, n. 4, in materia di modifiche al codice civile, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore degli orfani di crimini domestici;
    quando si parla di violenza contro le donne, più spesso ci si riferisce alla violenza fisica, sessuale, psicologica, ma si parla poco di una violenza altrettanto diffusa e lesiva quale la violenza economica, che rappresenta una forma di violenza difficilmente riconoscibile e poco denunciata e che, ancora prima di radicarsi nell'ambito familiare, comincia nella nostra cultura, dove la donna viene ancora oggi penalizzata da molti punti di vista, compreso il mondo del lavoro, determinando di fatto uno stato di subalternità economica, fisica e psicologica, con tutte le devastanti conseguenze che ne derivano;
    nella seduta del Consiglio dei ministri del 23 novembre 2017, previa intesa raggiunta in sede di Conferenza unificata del medesimo giorno, è stato approvato il «Piano strategico nazionale contro la violenza maschile sulle donne (2017-2020)» che definisce la strategia complessiva per dare attuazione alla Convenzione di Istanbul, attraverso un percorso condiviso tra tutti gli attori istituzionali e non coinvolti nella tematica, secondo una logica di partenariato e di definizione di politiche integrate;
    il predetto piano è articolato secondo tre assi di intervento: prevenzione, protezione e sostegno, perseguire e punire congiuntamente a un asse trasversale di supporto all'attuazione (assistenza e promozione) nel cui ambito è prevista la costruzione di un sistema integrato di raccolta dati e una azione continua e puntuale di monitoraggio e valutazione;
    il 26 settembre 2018, si è svolta la prima riunione della cabina di regia politico-programmatica prevista dal Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020, convocata dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle pari opportunità, al fine di dare concreta attuazione al Piano strategico attraverso la stesura di un Piano operativo;
    parallelamente è stato istituito un comitato tecnico composto da delegati degli stessi Ministeri, regioni ed enti locali componenti della cabina di regia, integrato dalle principali associazioni ed organizzazioni di settore, che si è riunito il 29 ottobre 2018;
    nel 2017 è stato sottoscritto l'accordo tra il Dipartimento per le pari opportunità e il Consiglio nazionale delle ricerche per la realizzazione di un'indagine quali-quantitativa sull'offerta dei servizi di supporto alle donne vittime di violenza esistenti a livello nazionale, nonché di un'analisi valutativa dei processi attuativi del «Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere» (2015-2017) e di quelli del «Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne (2017-2020)»;
    complementare al citato accordo è quello sottoscritto nel 2016 tra il Dipartimento per le pari opportunità e l'Istat per elaborare una banca dati nazionale sul fenomeno della violenza e sulla conduzione di indagini sul tema;
    il 25 ottobre 2018, nel corso di una conferenza stampa tenuta presso il Ministero della giustizia, è stato presentato il disegno di legge per la tutela delle vittime di violenza domestica e sulle donne, cosiddetto «Codice Rosso», che sarà portato a breve in Consiglio dei ministri,

impegna il Governo:

1) ad assicurare che i finanziamenti stanziati annualmente siano erogati regolarmente senza ritardi e vincolati all'assunzione di impegni precisi, all'individuazione delle priorità e alla valutazione dei risultati ottenuti;

2) ad assumere iniziative, anche di tipo normativo, per compensare nel breve periodo le gravi lacune del sistema italiano evidenziate dal rapporto « Concluding observations on the seventh periodic report of Italy», secondo quanto segnalato in premessa;

3) a prevedere indicatori per la valutazione, da effettuarsi con cadenza annuale o comunque per ogni ciclo di finanziamento, dell'impatto degli stanziamenti per informare circa le future strategie di intervento, tramite la consultazione delle organizzazioni della società civile e dei centri antiviolenza;

4) a predisporre una sezione all'interno del sito del Dipartimento per le pari opportunità volta a rendere accessibile, in tempi rapidi, la rendicontazione completa delle attività finanziate con i fondi del decreto-legge n. 93 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 119 del 2013, nella quale le amministrazioni regionali e locali possano caricare direttamente e in autonomia la documentazione rilevante (delibere, risultati bandi, reportistica delle attività svolte da parte dei beneficiari dei fondi e altro), facendo sì che tali informazioni siano disponibili in formato «aperto» (open data), nonché uno strumento efficace e incisivo di segnalazione di materiale sessista che non si limiti esclusivamente all'ambito pubblicitario;

5) ad aggiornare la mappatura dei centri antiviolenza del Dipartimento per le pari opportunità, secondo la reportistica ricevuta da regioni e province autonome, anche al fine di stimare il fabbisogno reale dei centri antiviolenza per la loro sopravvivenza e il loro adeguato funzionamento, informando di conseguenza circa lo stanziamento necessario per assicurare servizi adeguati su tutto il territorio;

6) ad implementare tutti gli strumenti necessari per perseguire le priorità contenute nel «Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne (2017/2020)», nonché a valutare di assumere iniziative in relazione all'ormai improcrastinabile necessità di superare il carattere di straordinarietà del piano stesso a favore di azioni non improntate all'eccezionalità, ma di carattere sistematico;

7) ad assumere iniziative per incoraggiare il settore privato, il settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e i mass-media, nel rispetto della loro indipendenza e della libertà di espressione, a partecipare all'elaborazione e all'attuazione di politiche e alla definizione di linee guida e di norme di autoregolamentazione per prevenire la violenza contro le donne e rafforzare il rispetto della loro dignità, anche promuovendo una comunicazione improntata al pieno rispetto della dignità culturale e professionale delle donne e vietando forme di comunicazione che possano indurre una fuorviante percezione dell'immagine femminile;

8) ad assumere iniziative per introdurre, nell'ambito delle istituzioni scolastiche, anche contemplando il potenziamento dell'offerta formativa, percorsi e progetti mirati a garantire pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, con il coinvolgimento delle famiglie, al fine di superare ogni tipo di disuguaglianza e discriminazione, in tal modo educando le nuove generazioni alla parità tra uomo e donna e all'affettività, nonché a definire linee guida che forniscano indicazioni per includere nei programmi scolastici i temi dell'educazione alla legalità, del diritto all'integrità dell'identità personale e del contrasto alla violenza sulle donne e allo sfruttamento della prostituzione;

9) ad assumere iniziative, per quanto di competenza, finalizzate a rendere obbligatoria una formazione specifica di tutti/e gli/le operatori/operatrici di giustizia (giudici, pubblici ministeri, appartenenti alle forze dell'ordine, operatori/operatrici dei servizi sociali, polizia penitenziaria, personale addetto alle case di accoglienza o case rifugio o comunità) per meglio affrontare e contrastare il dilagante fenomeno della violenza sulle donne e dello sfruttamento della prostituzione;

10) ad assumere iniziative normative finalizzate ad introdurre (in caso di condanna per omicidio di una donna) come pena accessoria la «indegnità» del reo rispetto agli eredi, affinché il giudice penale dichiari il condannato decaduto da ogni diritto ereditario in quanto «indegno a succedere», senza necessità di un'azione civile da parte degli eredi, nonché iniziative normative volte ad escludere, dall'applicabilità dell'istituto introdotto all'articolo 162-ter del codice penale relativo all'estinzione del reato per condotte riparatorie, i delitti che implichino violenza nei confronti delle donne e ad inasprire le pene per la violenza sessuale, con l'introduzione di nuove aggravanti e aumenti di pena per i soggetti più vulnerabili;

11) ad adottare iniziative normative finanziarie o ogni altra utile iniziativa di competenza, nel rispetto dell'articolo 16 della Convenzione di Istanbul, per sostenere programmi di trattamento per la prevenzione della recidiva degli autori di violenza, in particolare per i reati di natura sessuale, anche tramite centri di ascolto coordinati a livello nazionale;

12) ad assumere iniziative normative o regolamentari, volte a prevedere percorsi specifici in carcere per gli autori di reati di violenza sessuale sulle donne e di sfruttamento della prostituzione, inclusi interventi sulla disciplina concernente l'ordinamento penitenziario volti a rendere obbligatoria per i detenuti per reati contro le donne la destinazione di una percentuale del reddito generato da lavoro in favore del risarcimento delle vittime;

13) ad assumere iniziative volte a verificare l'attività del comitato tecnico composto da delegati dei diversi Ministeri competenti di cui in premessa, delle regioni e degli enti locali, componenti della cabina di regia;

14) ad adottare le iniziative necessarie a garantire, su tutto il territorio nazionale, che le vittime di reati, come lo sfruttamento della prostituzione, possano essere inserite in percorsi sociali al fine di rompere definitivamente il legame con gli sfruttatori;

15) ad assumere ogni più opportuna iniziativa, anche a scopo preventivo, avverso qualsiasi atto di violenza nei confronti delle donne volto ad impedire in Italia alle stesse l'esercizio dei diritti e delle libertà a loro riconosciute dalla Costituzione e per garantire che l'effettiva condivisione dei valori in essa sanciti sia un requisito fondamentale per un reale processo di integrazione.
(1-00074)
(Nuova formulazione) «D'Arrando, Panizzut, Spadoni, Dadone, Ascari, Sportiello, Salafia, Piera Aiello, Barbuto, Businarolo, Cataldi, Di Sarno, Di Stasio, Dori, D'Orso, Giuliano, Palmisano, Perantoni, Saitta, Sarti, Scutellà, Cantalamessa, Bisa, Boniardi, Di Muro, Marchetti, Paolini, Potenti, Tateo, Turri, Bologna, Lapia, Lorefice, Mammì, Menga, Nappi, Nesci, Provenza, Sarli, Trizzino, Leda Volpi, Boldi, Locatelli, Lazzarini, De Martini, Foscolo, Segnana, Tiramani, Ziello, Iovino, Carbonaro, Tuzi, Lattanzio, Testamento, Casa, Suriano, Di Lauro, Galizia, Bruno, Giordano, Giovanni Russo, Bilotti, Manzo».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

violenza sessuale

ratifica di accordo

diritti della donna