ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/03166/024

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 532 del 29/06/2021
Firmatari
Primo firmatario: PRISCO EMANUELE
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 29/06/2021


Stato iter:
30/06/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 29/06/2021
SARTORE ALESSANDRA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

ACCOLTO IL 29/06/2021

PARERE GOVERNO IL 29/06/2021

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 29/06/2021

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 30/06/2021

CONCLUSO IL 30/06/2021

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03166/024
presentato da
PRISCO Emanuele
testo presentato
Martedì 29 giugno 2021
modificato
Mercoledì 30 giugno 2021, seduta n. 533

   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare da 30,6 miliardi finalizzato ad integrare con risorse nazionali il Piano nazionale di ripresa e resilienza, stabilendone la ripartizione, unitamente a misure urgenti per gli investimenti;
    alcune associazioni di categoria del comparto edilizio hanno richiamato l'attenzione mediatica sull'aumento dei prezzi che sta interessando le materie prime utilizzate;
    un fenomeno di estremo rilievo, considerato che i rincari record dei materiali per le costruzioni stanno mettendo a rischio la prosecuzione dei cantieri in corso, già rallentati dal difficile reperimento di alcune tipologie di materiali, come i ponteggi in ferro, riducendo ulteriormente i margini delle imprese di appalti pubblici e privati, già limitati da una crisi decennale;
    il rincaro più evidente dei prezzi riguarda l'acciaio e il ferro, con un innalzamento record del 117 per cento del prezzo del tondo per cemento armato tra novembre 2020 e aprile 2021; in aggiunta, il prezzo del polietilene è salito del 48 per cento tra novembre 2020 e febbraio 2021; quello del rame del 17 per cento, mentre il petrolio e i suoi derivati fanno registrare un incremento del 34 per cento, nello stesso periodo di riferimento; infine, incrementi di prezzi si sono verificati anche in relazione ai prodotti legati all'impiantistica e ai serramenti;
    l'ultimo rapporto dell'Ocse ha correlato questo fenomeno all'improvviso incremento della domanda del settore delle costruzioni in Cina; nei primi mesi della pandemia i valori dei prezzi delle materie prime sono crollati del 20-30 per cento e la Cina, essendo ripartita per prima dopo l'esplosione della pandemia, è stata anche la prima a fare scorte e da ciò sarebbe derivato un effetto al rialzo sul prezzo di tutta la filiera dell'acciaio, a livello mondiale, in quanto la Cina rappresenta oltre il 50 per cento della produzione e del consumo mondiale di tale materiale;
    a ciò si aggiungono gli effetti della pandemia, che ha comportato scarsità di offerta per le continue chiusure industriali e commerciali e, al contempo, i primi segnali della ripresa che ha consentito un aumento della domanda molto evidente;
    i fenomeni di rialzo dei prezzi hanno coinvolto anche i mercati internazionali e non sono determinati, almeno in via principale, da dinamiche interne al mercato italiano; non a caso, anche Francia, Germania e Regno Unito stanno assistendo a tali rincari;
    di diverso avviso è il Cresme, secondo il quale alle dinamiche internazionali si aggiungono, invece, anche fattori legati al mercato interno, come la forte domanda per materiali e prodotti per l'edilizia e per gli impianti collegati, come quelli termoidraulici; a questa forte domanda contribuiscono in misura rilevante gli incentivi fiscali per l'edilizia, fra cui il bonus facciate e il superbonus;
    sempre secondo quanto analizzato dal Cresme, «Tutte le linee di prodotto hanno mostrato incrementi importanti, con una ripresa ancora più marcata per le soluzioni dedicate alla manutenzione e al ripristino delle facciate esterne. Il contesto appare oggi molto favorevole, grazie soprattutto al pacchetto di agevolazioni fiscali per la riqualificazione edilizia che sta svolgendo un ruolo trainante. Bene tutti i canali di vendita. Continua la performance brillante del canale diretto di vendita b2c, ed aumenta il contributo dell’e-commerce; prosegue la tendenza di crescita per i prodotti smart e connessi; ancora positiva la performance del settore macchine, persino nel confronto con lo stesso periodo del 2019. Al livello geografico, la crescita è generalizzata. In questa fase, tuttavia, emergono difficoltà legate all'aumento dei prezzi delle materie prime e alla poca disponibilità delle stesse, con conseguente rallentamento nei tempi di approvvigionamento in cantiere»;
    le associazioni di categoria del settore metallurgico hanno recentemente fatto luce sulla strategicità del rottame come vera materia prima alla base della manifattura italiana, sostenendo che è alla scarsità di quest'ultimo, e alla conseguente impennata dei prezzi, che molte imprese stanno guardando con preoccupazione in queste settimane. Il rottame ferroso è alla base del ciclo produttivo dell'acciaio da forno elettrico, vale a dire la maggioranza dell'acciaio italiano, visto che l'unico ciclo integrale attivo in Italia, quello di Taranto, oggi contribuisce a sole 4 milioni di tonnellate sulle 24 di output nazionale. Ma di rottame vivono, sempre più, anche gli impianti siderurgici turchi, russi, ucraini, cinesi, e così, mentre la Cina produce il 60 per cento dell'acciaio mondiale, buona parte del rottame europeo, una vera e propria ricchezza, finisce altrove e viene esportato invece di essere valorizzato: l'Europa esporta 17 milioni di tonnellate di rottame ferroso, materiale da riciclo fondamentale e l'Italia, grande importatore, esporta comunque circa 400 mila tonnellate di rottame, un patrimonio che andrebbe tesaurizzato. Alcuni Paesi come Russia, Ucraina, Egitto, India e Vietnam hanno imposto dazi all’export di rottame, altri lo hanno addirittura vietato, soluzioni non percorribili in Europa ma che fanno riflettere sulla necessità di approntare politiche idonee a modulare il trend dell’export per meglio gestire i periodi di picco del costo dell'acciaio;
    anche il Presidente della Fiec (Federazione europea dei costruttori), Thomas Bauer, ha sollecitato la Commissione europea ad adottare delle opportune iniziative, in primis per sollecitare gli Stati membri dell'Unione europea ad implementare i meccanismi di revisione dei prezzi per i contratti in corso; in secondo luogo, per adottare una raccomandazione che solleciti l'adeguamento dei termini di fine lavoro, o un documento guida indirizzato ai Paesi membri per calmierare queste dinamiche;
    infatti, il fenomeno dell'incremento dei prezzi delle materie prime potrebbe causare ritardi o blocchi nell'attuazione dei progetti legati al Recovery Fund;
    l'introduzione della misura di incentivazione del Superbonus 110 per cento è stata più volte messa in correlazione con recenti dati economici e occupazionali incoraggianti per il settore, tanto da richiederne la proroga al 2023 da parte del mondo imprenditoriale e associazionistico di categoria;
    il predetto aumento dei prezzi delle materie prime e dei materiali propri del comparto edilizio è al momento avvertito quale possibile elemento di disinnesco del potenziale espansivo del Superbonus 110 per cento sull'economia;
    in relazione all'aumento dei prezzi delle materie prime impiegate nel comparto edilizio, ai sensi del comma 27-ter dell'articolo 216 del decreto legislativo n. 50 del 2016, ai contratti di lavori affidati prima dell'entrata in vigore del medesimo decreto e in corso di esecuzione continua ad applicarsi l'articolo 133 del soppresso decreto legislativo n. 163 del 2016;
    in attuazione del citato articolo il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile rileva con proprio decreto le variazioni percentuali annuali dei singoli prezzi dei materiali da costruzione più significativi relativamente ai contratti di lavori affidati, prima dell'entrata in vigore dell'attuale codice dei contratti e in corso di esecuzione;
    il Ministero si avvale della Commissione consultiva centrale per il rilevamento del costo dei materiali da costruzione, la quale, sulla base dell'attività istruttoria effettuata dalla competente Direzione generale del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, ha il compito di esprimere un parere in ordine alla sussistenza delle circostanze eccezionali che hanno causato le variazioni di prezzo dei materiali da costruzione più significative;
    per i contratti relativi al nuovo codice, il comma 1 dell'articolo 106 del medesimo codice, prevede, in linea generale, che le modifiche e le varianti dei contratti di appalto in corso di validità devono essere autorizzate dal Rup;
    in caso di variazioni in aumento o in diminuzione dei prezzi, le stesse possono essere valutate solo per l'eccedenza rispetto al 10 per cento rispetto al prezzo originario e comunque in misura pari alla metà;
    la possibilità di aggiornamento dei prezzi, dunque, è rimessa agli accordi tra le parti, ferma restando l'impossibilità di modificare la natura generale del contratto;
    con riferimento ai prezzari l'articolo 23, comma 16, del citato decreto legislativo n. 50 del 2016 prevede che, per i contratti relativi a lavori, il costo dei prodotti, delle attrezzature e delle lavorazioni è determinato sulla base dei prezzari regionali aggiornati annualmente. Tali prezzari cessano di avere validità il 31 dicembre di ogni anno e possono essere transitoriamente utilizzati fino al 30 giugno dell'anno successivo, per i progetti a base di gara la cui approvazione sia intervenuta entro tale data. In caso di inadempienza da parte delle regioni, i prezzari sono aggiornati, entro i successivi trenta giorni, dalle competenti articolazioni territoriali del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, sentite le regioni interessate,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di adottare un meccanismo di compensazione urgente e straordinario delle maggiori spese sostenute dalle imprese per i lavori eseguiti nell'anno 2021, attraverso il quale mitigare l'incremento superiore all'8 per cento dei prezzi medi delle materie prime nel settore edile;
   a valutare l'opportunità di prevedere appositi stanziamenti da erogare alle stazioni appaltanti per compensare le aziende delle maggiori spese sostenute per l'acquisizione delle materie prime;
   a valutare politiche mirate a tesaurizzare il patrimonio rappresentato dal rottame ferroso, per arginare le bolle speculative nei periodi di limitata disponibilità della materia prima sui mercati e di conseguente picco dei costi.
9/3166/24Prisco.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

rifiuti metallici

contratto di lavoro

prezzo