ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01389

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 884 del 10/11/2017
Abbinamenti
Atto 7/01362 abbinato in data 15/11/2017
Atto 7/01390 abbinato in data 15/11/2017
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00271
Firmatari
Primo firmatario: SEGONI SAMUELE
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-TUTTI INSIEME PER L'ITALIA
Data firma: 09/11/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-TUTTI INSIEME PER L'ITALIA 09/11/2017
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-TUTTI INSIEME PER L'ITALIA 09/11/2017
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-TUTTI INSIEME PER L'ITALIA 09/11/2017
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-TUTTI INSIEME PER L'ITALIA 09/11/2017


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Stato iter:
15/11/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 15/11/2017
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-TUTTI INSIEME PER L'ITALIA
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO GOVERNO 15/11/2017
VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 15/11/2017
MANFREDI MASSIMILIANO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 15/11/2017
VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 15/11/2017

DISCUSSIONE IL 15/11/2017

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 15/11/2017

ACCOLTO IL 15/11/2017

PARERE GOVERNO IL 15/11/2017

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 15/11/2017

CONCLUSO IL 15/11/2017

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01389
presentato da
SEGONI Samuele
testo di
Venerdì 10 novembre 2017, seduta n. 884

   La VIII Commissione,

   premesso che:

    i contratti di fiume normativamente sono trattati dall'articolo 68-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006 (Norme in materia ambientale), come modificato dall'articolo 59 della legge n. 221 del 2015 (cosiddetto «Collegato Ambientale»), che riporta: «I contratti di fiume concorrono alla definizione e all'attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a livello di bacino e sottobacino idrografico, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree»;

    nel presente atto di indirizzo si concepisce il termine «contratti di fiume» in senso lato, includendovi anche contratti che hanno ad oggetto categorie di corpo idrico diverse dal fiume come ad esempio i contratti di lago, di costa, di acque di transizione, di foce e di falda;

    i contratti di fiume sono strumenti fondamentali per affrontare in maniera organica una serie di tematiche apparentemente eterogenee ma in realtà profondamente interconnesse tra loro: la qualità delle acque e degli ecosistemi dei corpi idrici, l'esposizione del territorio ai rischi idraulici ed idrogeologici, la difesa del suolo, una gestione del territorio in grado di coniugare sostenibilità economica e sostenibilità ambientale, lo sviluppo di una società e di un tessuto produttivo resiliente alle dinamiche naturali e ai cambiamenti climatici;

    i contratti di fiume sono riconosciuti nelle linee guida per il contrasto al rischio idrogeologico redatte dall'unità di missione Italia sicura, sono richiamati nella strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, e sono presenti nei criteri di selezione previsti per il Programma di sviluppo rurale nazionale del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali;

    i contratti di fiume non sono elementi statici, ma sono costituiti da processi continui di negoziazione tra le pubbliche amministrazioni e i soggetti privati coinvolti a diversi livelli territoriali e si sostanziano in accordi multisettoriali e multiscalari caratterizzati dalla volontarietà e dalla flessibilità tipiche di processi decisionali dal basso;

    il fondamento del concetto del «contratto di fiume» è la visione condivisa del bacino idrografico, che guida i sottoscrittori del contratto ad elaborare un progetto coerente con le reali potenzialità che il territorio esprime. Un punto saliente e dirimente è la spinta propulsiva «dal basso», per cui la comunità è chiamata a elaborare una visione condivisa delle problematiche e delle possibili soluzioni, facendo emergere i conflitti, gli interessi, ma anche le vocazioni territoriali e le capacità di «fare sistema», promuovendo il dialogo tra i soggetti a vario titolo portatori di interesse e l'integrazione dei diversi strumenti di programmazione, di pianificazione territoriale e di tutela ambientale;

    inoltre, i contratti di fiume possono essere considerati uno strumento utile ad ovviare alla frammentazione della gestione del territorio, che in alcuni casi può sfociare in sovrapposizioni di competenze amministrative e gestione conflittuale da parte della pubblica amministrazione;

    d'altra parte, da un punto di vista prettamente tecnico-scientifico, occorre sottolineare come la gestione dei corpi idrici e dei territori prospicienti non possa essere affrontata a scala puntuale, perché non è infrequente che un determinato intervento generi localmente effetti positivi, inducendo al contempo effetti molto negativi a valle o a monte, sia a livello idraulico che a livello sedimentario (dannosi fenomeni di erosione o sedimentazione possono innescarsi anche a chilometri di distanza da un intervento mal progettato). È pertanto fondamentale che i contratti di fiume trovino il loro naturale ambito di progettazione ed applicazione nella pianificazione di bacino. Conseguentemente, appare scontato un coinvolgimento prioritario ed un ruolo preminente da parte dei distretti idrografici, coerentemente peraltro alla definizione normativa di contratto di fiume;

    in diverse regioni italiane sono stati già da tempo sperimentati processi partecipativi per la gestione delle risorse idriche e dei territori, che hanno dato vita a contratti di fiume;

    in alcuni realtà regionali e territoriali, processi partecipativi simili hanno portato alla sigla di protocolli di intesa tra le amministrazioni pubbliche, il tessuto sociale ed il settore tecnico-professionale; tali protocolli non sempre sono stati portati a compimento, soprattutto per carenza di risorse o per mancanza di una governance chiara e univoca;

    nel 2007 è stato costituito un tavolo nazionale dei contratti di fiume; grazie al quale nel 2010 si è giunti alla condivisione in sede di Conferenza Stato-regioni di una carta nazionale dei contratti di fiume, a cui risultano aver aderito 14 regioni, mentre le altre hanno avviato le procedure di adesione;

    i contratti di fiume si sono già dimostrati uno strumento estremamente efficace nell'armonizzare le istanze di diversi portatori d'interesse ed il coinvolgimento di vari livelli istituzionali, dando luogo a forme di collaborazione che superano la mancanza di dialogo e l'approccio settoriale, permettendo di approdare a interventi efficaci, condivisi ed accettati dalle comunità;

    i contratti di fiume possono costituire inoltre un valido strumento per riconciliare le comunità con i corsi d'acqua, spesso visti come fonte di pericolo da cui difendersi o come una zona «tabù» in cui amministrazioni ed enti percepiti come distanti pongono incomprensibili veti a qualsiasi tipo di attività produttiva, imprenditoriale e ricreativa;

    la chiave di un buon contratto di fiume è il coinvolgimento e la responsabilizzazione non solo nelle decisioni, ma anche nella fase di realizzazione degli interventi, dei privati proprietari o fruitori a vario titolo di terreni in area golenale o in aree prospicienti ai corpi d'acqua minori e maggiori. Senza sottovalutare l'importanza che la gestione virtuosa di ampi terreni montani e collinari, anche lontani dal reticolo idrografico, può avere sull'equilibrio idraulico e sedimentologico di un intero bacino idrografico;

    in particolare, appare fondamentale il coinvolgimento degli agricoltori in duplice veste di elementi di presidio territoriale e categoria produttiva direttamente connessa alla qualità delle risorse idriche e direttamente esposta alle dinamiche naturali dei corsi d'acqua,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative per istituire una struttura nazionale di coordinamento per l'attuazione dei contratti di fiume, attraverso la creazione di un Osservatorio nazionale dei contratti di fiume che operi in stretta collaborazione con le regioni e le autorità di distretto, con l'obiettivo primario di indirizzo, monitoraggio, supporto informativo e di formazione ai vari livelli territoriali;

   a promuovere una ricognizione, in collaborazione con le regioni, i comuni, gli ordini nazionali delle professioni tecniche, dell'eventuale esistenza di protocolli d'intesa che se aggiornati e resi pienamente operativi potrebbero costituire una base di partenza per l'implementazione di contratti di fiume, con notevole risparmio di tempi e risorse;

   a farsi promotore presso tutte le regioni e province autonome affinché l'adesione alla carta nazionale dei contratti di fiume condivisa in sede di Conferenza Stato-regioni sia completata in tempi brevi su tutto il territorio nazionale;

   ad assumere iniziative di competenza per salvaguardare, coerentemente con quanto disposto all'articolo 68-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006 con cui è disposto che i contratti di fiume concorrono alla definizione e all'attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a livello di bacino e sottobacino idrografico, la preminenza della pianificazione a scala di bacino idrografico, e di conseguenza il ruolo predominante delle autorità di distretto idrografico;

   a dar seguito con sollecitudine, in stretto raccordo con le regioni e le autorità di distretto interessate, alle attività formative e di supporto tecnico già previste dall'apposito progetto proposto dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nell'ambito del PON governance 2014-2020;

   ad adottare iniziative per il finanziamento di azioni e progetti previsti dai programmi d'azione di contratti di fiume, sottoscritti, ufficializzati, e definiti in stretto raccordo con le misure previste dai piani di gestione di distretto e dai piani di tutela delle acque regionali;

   ad assumere iniziative volte a considerare come destinatari prioritari di finanziamenti economici i singoli soggetti privati, soprattutto agricoltori, che tramite i contratti di fiume accettano di svolgere attivamente un ruolo di presidio e manutenzione del territorio;

   a favorire processi per cui, tramite lo strumento dei contratti di fiume, i terreni demaniali o di proprietà di enti pubblici possano essere affidati temporaneamente in gestione o in usufrutto a soggetti privati che nel contempo curino la manutenzione e la gestione sostenibile del territorio;

   ad assumere iniziative volte a considerare i «contratti di fiume» in senso lato, includendovi anche contratti che hanno ad oggetto categorie di corpo idrico diverse dal fiume come ad esempio i contratti di lago, di costa, di acque di transizione, di foce e di falda.
(7-01389) «Segoni, Artini, Baldassarre, Bechis, Turco».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

corso d'acqua

contratto

protezione delle acque