ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01092

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 673 del 15/09/2016
Abbinamenti
Atto 7/00934 abbinato in data 27/09/2016
Atto 7/00983 abbinato in data 10/10/2017
Atto 7/01311 abbinato in data 10/10/2017
Atto 7/01325 abbinato in data 10/10/2017
Atto 7/01354 abbinato in data 10/10/2017
Atto 7/01373 abbinato in data 07/11/2017
Firmatari
Primo firmatario: CIPRINI TIZIANA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/09/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 15/09/2016
CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/09/2016
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 15/09/2016
DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 15/09/2016
LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE 15/09/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 27/09/2016
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 27/09/2016
DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 05/10/2017
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
MAESTRI PATRIZIA PARTITO DEMOCRATICO
SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 10/10/2017
GNECCHI MARIALUISA PARTITO DEMOCRATICO
MAESTRI PATRIZIA PARTITO DEMOCRATICO
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE
ALBANELLA LUISELLA PARTITO DEMOCRATICO
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 07/11/2017
GNECCHI MARIALUISA PARTITO DEMOCRATICO
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
AIRAUDO GIORGIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
MARTELLI GIOVANNA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
 
INTERVENTO GOVERNO 07/11/2017
BIONDELLI FRANCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 07/11/2017
DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 16/11/2017
BIONDELLI FRANCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 16/11/2017
GNECCHI MARIALUISA PARTITO DEMOCRATICO
AIRAUDO GIORGIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
GIACOBBE ANNA PARTITO DEMOCRATICO
MAESTRI PATRIZIA PARTITO DEMOCRATICO
MICCOLI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
AUCI ERNESTO SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 27/09/2016

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 27/09/2016

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 27/09/2016

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 05/10/2017

DISCUSSIONE IL 05/10/2017

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 05/10/2017

ATTO MODIFICATO IL 09/10/2017

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 10/10/2017

DISCUSSIONE IL 10/10/2017

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 10/10/2017

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 07/11/2017

DISCUSSIONE IL 07/11/2017

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 07/11/2017

DISCUSSIONE IL 16/11/2017

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 16/11/2017

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01092
presentato da
CIPRINI Tiziana
testo presentato
Giovedì 15 settembre 2016
modificato
Lunedì 9 ottobre 2017, seduta n. 866

   La XI Commissione,

   premesso che:

    il legame tra requisiti previdenziali e aspettativa di vita, così come misurata dall'Istat, è stato introdotto in Italia per la prima volta nel 2009 e perfezionato nel 2010 sulla base di provvedimenti proposti dai Ministri pro tempore dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali Tremonti e Sacconi;

    in particolare, il decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, ha previsto dal 2013 il progressivo innalzamento dei requisiti per l'accesso alla pensione (di vecchiaia ed anticipata); parafrasando un eufemismo giornalistico, tale provvedimento ha consentito di «sterilizzare gli effetti dell'allungamento della vita media della popolazione»;

    infatti, in attuazione di quanto disposto dall'articolo 12, comma 12-bis, del decreto-legge 30 luglio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, il 16 dicembre 2014, è stato pubblicato il decreto direttoriale del Ministero dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che reca norme in materia di adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita; nello specifico, il predetto decreto ha stabilito che: «A decorrere dal 1° gennaio 2016, i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici [...] sono ulteriormente incrementati di 4 mesi e i valori di somma di età anagrafica e di anzianità contributiva di cui alla Tabella B allegata alla legge 23 agosto 2004, n. 243, e successive modificazioni, sono ulteriormente incrementati di 0,3 unità»; pertanto, i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici sono ulteriormente incrementati di 4 mesi e i valori di somma di età anagrafica e di anzianità contributiva di cui alla tabella B allegata alla legge 23 agosto 2004, n. 243, e successive modificazioni, per coloro che perfezionano il diritto alla pensione di anzianità con il sistema delle cosiddette «quote», sono ulteriormente incrementati di 0,3 unità; dunque, sia l'età per raggiungere la pensione di vecchiaia, che i contributi per ottenere la pensione anticipata sono stati notevolmente innalzati in conseguenza degli aumenti legati alla speranza di vita;

    l'Inps ha peraltro applicato gli adeguamenti anche a coloro che, a vario titolo, mantengono in vigore la vecchia disciplina di pensionamento, sia dei lavoratori salvaguardati, sia di coloro che accedono alla pensione con i requisiti anagrafici e contributivi, rispettivamente di 57 e 35, di cui alla legge n. 335 del 1995 (come, ad esempio, coloro che optano per il regime sperimentale «opzione donna»);

    sulla base delle sopra citate normative, ogni tre anni (e poi ogni due a decorrere dall'anno 2019) l'età pensionabile sarà adeguata all'aumento della speranza di vita, come calcolato dall'Istat sulla base della media del triennio precedente; tale adeguamento è stato applicato anche ai regimi pensionistici armonizzati (ad esempio, Inpdap ed Enpals), nonché ai regimi e alle gestioni pensionistiche per cui siano previsti requisiti diversi da quelli vigenti nell'assicurazione generale obbligatoria, compresi quelli relativi ai «lavoratori impegnati in lavori di sottosuolo presso miniere, cave e torbiere, nonché al personale (compresi i rispettivi dirigenti) delle Forze di polizia, Forze armate, vigili del fuoco». Sono esclusi i lavoratori per i quali viene meno il titolo abilitante allo svolgimento della specifica attività lavorativa (ad esempio, gli autisti di mezzi pubblici);

    per consentire la determinazione dell'incremento dell'età, l'Istat deve rendere disponibili annualmente i dati della variazione della speranza di vita all'età di 65 anni, con riferimento alla media della popolazione residente in Italia, rispetto al triennio precedente. Ovviamente, «l'aggiornamento non sarà applicato in caso di diminuzione della speranza di vita»;

    secondo il rapporto Osservasalute, nel 2015 la speranza di vita per gli uomini è stata 80,1 anni, 84,7 anni per le donne; nel 2014 la speranza di vita alla nascita era maggiore e pari a 80,3 anni per gli uomini e 85,0 anni per le donne;

    tale decremento produce anche una qualità della vita che si riflette negativamente sui meno abbienti, bisognosi di prestazioni assistenziali socio-economiche;

    il rapporto del Ministero dell'economia e delle finanze mette in luce che, per effetto dell'attuazione dell'adeguamento dei requisiti all'incremento della speranza di vita, si stima una riduzione dell'incidenza della spesa pensionistica in rapporto al prodotto interno lordo di circa 0,1 punti percentuali attorno al 2020, crescente fino a 0,3 punti percentuali nel decennio 2030-2040, per poi decrescere a 0,1 punti percentuali nel 2045 e sostanzialmente annullarsi successivamente. Il combinato dei due interventi comporta complessivamente una riduzione dell'incidenza della spesa pensionistica in rapporto al prodotto interno lordo di circa 0,2 punti percentuali nel 2015, crescente fino a 0,5 punti percentuali nel 2030, per poi scendere attorno a 0,4 punti percentuali nel 2040, 0,1 punti percentuali nel 2045 ed annullarsi sostanzialmente negli anni successivi;

    l'innalzamento dell'età pensionabile in base al suddetto meccanismo ha interessato tutti i lavoratori, ma in particolar modo è apparso iniquo soprattutto per alcune professioni e mestieri che risultano particolarmente «pesanti» e logoranti, pur rivestendo un ruolo fondamentale nella nostra società;

    in particolare, la categoria professionale degli infermieri, degli operatori socio sanitari, dei vigili del fuoco e dei conducenti di mezzi pesanti per conto terzi sicuramente possono rientrare tra le professioni usuranti per lo stress cui sono sottoposti, i turni di lavoro (spesso notturni) che sono chiamati ad affrontare e per la delicatezza ed importanza del ruolo che svolgono e delle mansioni cui sono adibiti;

    il decreto del Ministero della sanità 14 settembre 1994, n. 739, ha individuato la figura professionale dell'infermiere: egli è l'operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante e dell'iscrizione all'albo professionale, è responsabile dell'assistenza generale infermieristica. Le principali funzioni sono le attività nell'ambito della prevenzione delle malattie, l'assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età e l'educazione sanitaria, tale operatore sanitario svolge un'assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa di natura tecnica, relazione ed educativa;

    l'infermiere, infatti, per il lavoro che svolge, è soggetto ad una serie di rischi per la salute, pericoli e patologie: a) il dramma delle diffusissime patologie del rachide che limitano i movimenti nell'assistenza; b) lo stress psicofisico lavoro correlato essendo richiesto di fornire prestazioni superiori alla media sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo; c) l'alta esposizione ad agenti biologici dovuta al contatto ravvicinato con i pazienti; d) l'esposizione ad agenti cancerogeni di diversa natura: chimici, da radiazioni, biologici, fisici e ai quali deve essere sommato ciò che di dannoso può derivare da condizioni ambientali o turni di lavoro non adeguati; e) l'alta incidenza di infortuni sul lavoro dovuti a cadute accidentali, perdita di controllo o rottura di attrezzature o macchinari; f) movimenti sotto sforzo fisico e aggressioni o violenze da parte di estranei; g) il burn-out da elevato impegno emotivo e organizzativo tipico delle professioni che si prendono cura di altre persone; h) le molestie sessuali, il disequilibrio lavoro-vita privata per orari di lavoro ostili con inattesi raddoppi di turni o improvvisi turni di notte, per i quali la famiglia e il coniuge sono sempre relegati al secondo posto; tali situazioni sono spesso alla base delle ormai frequentissime crisi coniugali; secondo un rapporto del Bureau International du Travail (Bit)/Organizzazione mondiale della sanità sulle condizioni di lavoro, il lavoro notturno e il sistema dei turni sono tra i fattori che causano i problemi più gravi in tutti i servizi infermieristici del mondo. Da decenni, la scienza studia ed analizza gli effetti dei turni di lavoro sulla vita degli uomini, che alterano i ritmi dettati dalla natura (circadian rhythm), individuando patologie e disturbi, che, a lungo andare, danneggiano la salute e rendono l'attività lavorativa più pesante e pericolosa. Chi lavora di notte, alterando il bioritmo luce-buio, non consentirebbe al proprio cervello di produrre l'ormone della melatonina nel modo giusto e, per questo motivo, si ammalerebbe più facilmente. Inoltre dormire poco e male, andare a letto quando il sole sorge e svegliarsi quando tramonta indebolirebbe le difese immunitarie e renderebbe il fisico più vulnerabile rispetto a fenomeni cancerogeni. Secondo gli studiosi, nelle lavoratrici che hanno lavorato a lungo di notte (ad esempio, oltre sei anni) il rischio aumenta, arrivando al 70 per cento in più rispetto alle colleghe occupate nelle ore diurne; i) il doppio lavoro (casa e ospedale) per una professione che riguarda all'80 per cento il genere femminile; a ciò si aggiunga che l'allungamento dell'età lavorativa pone seri problemi per una categoria che è sottoposta a carichi di lavoro assistenziale sempre più pesanti e complessi, la cui rilevanza ha diretto impatto su un bene costituzionalmente tutelato come la salute;

    tale categoria professionale, dunque, sicuramente, potrebbe rientrare tra le professioni usuranti per lo stress cui gli infermieri sono sottoposti, non solo per i turni di lavoro (spesso notturni) che sono chiamati ad affrontare ma anche per la delicatezza ed importanza del ruolo che svolgono e delle responsabilità connesse, nonché per tutti gli altri rischi e gli effetti sopra elencati;

    tuttavia, l'articolo 1, lettera a) e b), del decreto legislativo n. 67 del 2011 annovera tra le attività considerate usuranti solo i lavori indicati nel decreto del Ministero del lavoro del 19 maggio 1999, nonché determinate categorie di lavoratori notturni a turni elencati nella lettera b) del decreto n. 67 del 2011: tra di essi non vi rientrano quelli degli infermieri;

    il beneficio per i lavoratori che svolgono lavori usuranti consiste nella possibilità di andare in pensione con il vecchio sistema delle quote se più favorevole rispetto alle regole di pensionamento introdotte con la «riforma Fornero». Nello specifico, coloro che svolgono lavori usuranti possono andare in pensione dal 10 gennaio 2016, con una anzianità contributiva minima di 35 anni, una età minima pari a 61 anni e 7 mesi ed il contestuale perfezionamento della quota 97,6;

    recentemente, il legislatore, con la legge n. 232 del 2016 (legge di bilancio per il 2017), evidentemente preso atto della peculiarità del lavoro svolto dagli infermieri, ha inserito il «personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzati in turni» nella nuova categoria dei lavoratori impegnati in mansioni definite gravose: «attività lavorative per le quali è richiesto un impegno tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento in modo continuativo»; ad essi viene consentito l'accesso all'anticipo pensionistico sociale (cosiddetta «APE social») ma solo a determinate condizioni previste dai commi 185 e 186 dell'articolo 1 della medesima legge;

    nonostante la categoria degli infermieri eserciti un'attività di fatto altamente usurante, le viene concessa solo una limitata possibilità di accesso a tali benefici pensionistici;

    l'infermiere è un professionista della salute responsabile dell'assistenza infermieristica che in autonomia pianifica l'assistenza ed è chiamato a svolgere funzioni che comportano responsabilità importanti e spesso turni lavorativi notturni fronteggiando situazioni fonte di forte stress;

    anche la figura, sempre maggiormente presente nella nostra società e vita familiare, degli operatori sociosanitari (OSS) che svolgono attività di supporto alla persona svolge mansioni particolarmente dure, che richiedono continui sforzi fisici, producono forte stress psicologico, necessitano di forza fisica, concentrazione mentale, prontezza di riflessi, adattamento al continuo cambio dei turni che viene svolto anche durante l'orario notturno. Tali condizioni, anche di forte stress psicologico, possono provocare, in taluni casi, disturbi patologici, talvolta permanenti, rendendo difficile svolgere quest'attività per un lungo periodo di lavoro;

    anche l'attività di conducente di mezzi pesanti è sicuramente usurante in virtù in particolare di quattro fattori: i tempi (orari) lavorativi, lo stress derivante dal lavorare in un ambiente a rischio di incidenti, la postura ergonomica sfavorevole, l'alimentazione non corretta che favorisce l'insorgenza di patologia cardiovascolari e/o legate a disturbi del sonno;

    un operaio autista che lavora rispettando le regole, è sottoposto ad uno stress notevole. Basti pensare che la disponibilità oraria giornaliera di un conducente varia dalle 13 alle 15 ore, per sei giorni alla settimana. Solo questo dato fa capire il sacrificio che viene compiuto. Senza contare che l'autista, oltre che guidare, deve caricare, scaricare, effettuare piccola e media manutenzione ordinaria e straordinaria, occuparsi della documentazione, avere la responsabilità del carico e altro. Se poi dorme in camion perché compie lunghe tratte, non può nemmeno usufruire, come stabilisce la legge, come meglio crede del suo tempo libero, peraltro, rimanendo in camion e in un posto che non è casa sua, alla fine si ritrova prigioniero del veicolo e del lavoro;

    non diversa è la situazione del lavoratore impegnato nell'attività agricola; tale attività costringe il lavoratore a sforzi fisici in condizioni ambientali e climatiche spesso difficili seppur tali condizioni possano cambiare a seconda degli impieghi concretamente ed effettivamente esercitati: basti pensare all'attività di boscaiolo che potrebbe essere senz'altro inclusa tra le attività usuranti;

    i vigili del fuoco sono chiamati anch'essi ad assolvere funzioni delicatissime e spesso anche di notevole valore sociale; tuttavia, hanno turni notturni obbligatori nell'intera vita lavorativa, sono esposti al rischio di sostanze tossiche che possono inalare o con le quali possono venire a contatto durante gli interventi, operano spesso in spazi ristretti o sotterranei, hanno responsabilità nella conduzione di veicoli pesanti, svolgono anche attività subacquea o aerea e sono esposti a situazioni di continuo stress fisico e psicologico quando sono impiegati in attività di emergenza e soccorso, difesa civile, servizi al cittadino, prevenzione e sicurezza, come sta accadendo in occasione del recente sisma del centro Italia;

    in particolare, per tali categorie di lavoro e anche per altre attività di lavoro rientranti nella classificazione di «attività usurante» forte è l'iniquità prodotta dall'introduzione del parametro dell'aspettativa di vita che ne ha innalzato l'età pensionabile e appare improcrastinabile l'esigenza almeno di una modifica ovvero di un'applicazione differenziata dell'aspettativa di vita rispetto alle tipologie di mansioni svolte durante la vita lavorativa;

    grave rimane l'iniquità, prodotta anche nei confronti di tutti i cittadini, dell'innalzamento dell'età pensionabile in base al meccanismo del parametro dell'aspettativa di vita, poiché la speranza di vita media in realtà non aumenta, ma si allunga solo il tempo per accedere all'assegno pensionistico,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative normative urgenti per eliminare gli effetti pregiudizievoli che stanno subendo tutti i cittadini dall'attuale sistema di accesso al trattamento pensionistico, modificando la disciplina vigente che prevede l'innalzamento dell'età pensionabile in base a parametri dell'aumento della aspettativa di vita non reali, tenendo conto del rapporto tra età media, attesa di vita concreta e quella dei singoli settori di attività, soprattutto usuranti, e prevedendo anche, alla luce della riduzione dell'incidenza del prodotto interno lordo negli anni a venire, l'abrogazione del suddetto meccanismo legato alla presunzione dell'aumento della speranza di vita;

   ad assumere iniziative per prevedere l'estensione del riconoscimento di lavoratori impegnati in attività/lavoro usurante e pesante anche alla categoria degli autisti conto terzi, siano essi titolari dell'attività e/o operai autisti, alla categoria dei conducenti di mezzi pesanti, a quella degli infermieri, a quella di operatore socio-sanitario (OSS) e a quella di vigile del fuoco, attribuendo ai lavoratori di tali categorie tutte le garanzie e le tutele previste ai fini del trattamento previdenziale;

   assumere iniziative per prevedere la costituzione di un Osservatorio permanente volto alla individuazione e monitoraggio di tutte le attività presenti, anche (e non solo) nell'agricoltura (nella forma del lavoro dipendente e autonomo) classificabili come pesanti e usuranti in base all'attività di lavoro effettivamente e concretamente prestata dal lavoratore, e dei lavoratori interessati dalle stesse, al fine di una estensione delle tutele e delle garanzie previste per tali tipologie di lavoro.
(7-01092) «Ciprini, Tripiedi, Chimienti, Cominardi, Dall'Osso, Lombardi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

tensione mentale

sicurezza del lavoro

condizione di pensionamento