ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/12433

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 868 del 11/10/2017
Firmatari
Primo firmatario: FERRARESI VITTORIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/10/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 11/10/2017


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 11/10/2017
Stato iter:
12/10/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 12/10/2017
Resoconto TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 12/10/2017
Resoconto FERRI COSIMO MARIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 12/10/2017
Resoconto TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 12/10/2017

SVOLTO IL 12/10/2017

CONCLUSO IL 12/10/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-12433
presentato da
FERRARESI Vittorio
testo di
Mercoledì 11 ottobre 2017, seduta n. 868

   FERRARESI e TRIPIEDI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il primo firmatario del presente atto da tempo segue e denuncia, insieme al suo gruppo parlamentare, il grave problema del bracconaggio sul fiume Po e sui suoi immissari e, a sua prima firma, ha depositato gli atti parlamentari n. 5-06210 e n. 5-05053;

   gli articoli 39 e 40 della legge n. 154 del 2016, stabiliscono i divieti, le contravvenzioni, le pene detentive e le misure per il contrasto del bracconaggio ittico nelle acque interne e marine;

   spiace constatare che anche dopo l'entrata in vigore della sopraindicata legge, il problema della pesca di frodo non si sia risolto. Le bande di bracconieri, ben identificabili dato che hanno sedi precise ove stoccano il loro pescato abusivo ma anche quando svolgono le loro azioni sui fiumi, continuano praticamente indisturbate a svolgere le loro operazioni di pesca fraudolenta. Dopo avere completamente ripulito la fauna ittica del delta del Po, stanno lentamente risalendo il fiume alla ricerca di nuovo pescato;

   a giudizio degli interroganti, per fermare definitivamente i bracconieri che agiscono sul fiume Po e sui suoi immissari, sarebbe necessario aumentare in maniera considerevole le unità di forze dell'ordine operanti in loco accompagnandole ad operazioni di coordinamento tra loro ed inasprendo le contravvenzioni e le pene previste nelle suindicate norme vigenti –:

   a circa un anno dall'entrata in vigore degli articoli 39 e 40 della legge n. 154 del 2016, di quali elementi disponga il Governo circa la cifra totale relativa alle sanzioni pecuniarie applicate, la cifra totale effettivamente riscossa dai trasgressori, il numero degli arresti effettuati e dei procedimenti penali avviati per i reati legati alla pesca di frodo nelle acque interne e, nel dettaglio, sul fiume Po e sui suoi immissari.
(5-12433)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 12 ottobre 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione II (Giustizia)
5-12433

  L'atto di sindacato ispettivo oggi in discussione affronta il tema del bracconaggio sul fiume Po e sui suoi emissari. Una volta ricordato che «gli articoli 39 e 40 della legge n. 154 del 2016, stabiliscono i divieti, le contravvenzioni, le pene detentive e le misure per il contrasto del bracconaggio ittico», gli Onorevoli interroganti chiedono di conoscere «la cifra totale relativa alle sanzioni pecuniarie applicate, la cifra totale effettivamente riscossa dai trasgressori, il numero degli arresti effettuati e dei procedimenti penali avviati per i reati legati alla pesca di frodo».
  Va, in proposito, immediatamente evidenziato come l'introduzione delle norme citate nel corpo dell'interrogazione rappresenti l'approdo del dibattito parlamentare su un disegno di legge governativo, che ha portato all'approvazione della legge n. 154 del 2016, in vigore dal 25 agosto 2016, poco più di un anno fa.
  La legge introduce misure per il riassetto della normativa in materia di pesca e acquacoltura ed incide – opportunamente – anche sul bracconaggio ittico nelle acque interne per contrastare ogni attività connessa all'esercizio illegale della pesca, al prelievo, alla cattura, al trasporto e alla commercializzazione di specie ittiche con mezzi e attrezzature vietate dalla legge ovvero con modalità vietate dai regolamenti in materia.
  Salvo che il fatto costituisca più grave reato (ad esempio il danneggiamento ambientale finalizzato alla cattura di esemplari ittici) si sono introdotte sanzioni gravi – come l'arresto fino a due anni e l'ammenda fino a dodici mila euro – raddoppiate in caso di recidiva, con la confisca e la reimmissione nei corsi d'acqua del pescato (se ancora vivo), il sequestro dei mezzi di trasporto utilizzati con la rifusione all'ente territoriale competente per la gestione delle acque di 20 euro per ciascun capo pescato e con il ristoro delle spese per il ripopolamento delle acque.
  Per quanto riguarda il monitoraggio relativo all'applicazione delle nuove disposizioni contravvenzionali non è stato ancora possibile raccogliere dagli uffici giudiziari elementi statisticamente attendibili in considerazione della recente entrata in vigore delle norme; a maggior ragione, il breve lasso temporale intercorso non ha ancora consentito di pervenire all'emissione di sentenze irrevocabili così da potersi quantificare l'ammontare complessivo delle sanzioni pecuniarie irrogate ed effettivamente riscosse dall'Erario, come pure delle pene detentive dell'arresto comminate.
  In ogni caso, sulla base delle informazioni acquisite presso gli uffici giudiziari territorialmente interessati in merito ai procedimenti penali aperti per i reati contravvenzionali previsti dagli articoli di legge citati, si rappresenta come la Procura della Repubblica presso il tribunale di Rovigo abbia comunicato che dalla data di entrata in vigore della legge sono state sottoposte a indagini quattro persone nell'ambito di due procedimenti penali. Il primo è stato definito con richiesta di decreto penale di condanna a pena pecuniaria, mentre il secondo è in fase di indagini preliminari, nel corso delle quali si è proceduto al sequestro di un natante.

  Quanto alle attività di accertamento e di polizia si rileva come la tematica investa la competenza delle amministrazioni provinciali e regionali trattandosi di tutela della fauna delle acque interne, con la conseguenza che le attività di sorveglianza sono demandate agli ufficiali di polizia giudiziaria dei citati enti locali, oltre che alle associazioni di volontariato. La stessa legge n. 154 del 2016 prevede che le regioni e le province autonome possano adeguare ove necessario i propri ordinamenti interni: lo ha fatto, ad esempio, la regione Emilia Romagna con una legge che attua precetti e sanzioni della legge statale.

  A livello nazionale massiccia e costante è l'attività di controllo svolta – con continuità in ogni periodo dell'anno ed anche in orari notturni – per stroncare i traffici in punti nevralgici, quali il delta del Po ed i laghi nella provincia di Foggia. Per completezza, dal gennaio di quest'anno la competenza è passata al Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei Carabinieri e, in particolare, al SOARDA (Servizio operativo antibracconaggio e reati a danno degli animali) una risorsa nel contrasto a questo crimine e per la tutela della biodiversità e degli ecosistemi.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

corso d'acqua

acque interne

ammenda