ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04614

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 372 del 05/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Data firma: 29/01/2015


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 29/01/2015
Stato iter:
25/10/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/10/2016
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 25/10/2016
Resoconto BINETTI PAOLA AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 05/02/2015

DISCUSSIONE IL 25/10/2016

SVOLTO IL 25/10/2016

CONCLUSO IL 25/10/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04614
presentato da
BINETTI Paola
testo di
Giovedì 5 febbraio 2015, seduta n. 372

   BINETTI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   ogni anno nel mondo nascono circa 15 milioni di bambini prima del termine e un milione di loro non sopravvive. In Europa i prematuri sono circa 500.000 e in Italia un neonato su 10 è prematuro;
   i bambini nati prima del termine, in generale, presentano un più elevato rischio di complicazioni per la salute che potrà avere un impatto non indifferente sul loro sviluppo futuro;
   la prematurità e il basso peso corporeo alla nascita rappresentano due delle principali cause di mortalità infantile e di morbilità: il 63 per cento dei bambini che muoiono prima dei cinque anni, infatti, sono neonati;
   molte delle cause che inducono a nascere prematuri possono spesso essere prevenute, se si interviene sui fattori di rischio, migliorando l'assistenza e le cure prima e dopo il parto, sia per le madri che per i neonati, e intervenendo sui determinanti di salute legati allo stile di vita delle madri;
   tra i fattori di rischio legati allo stile di vita vanno considerati il fumo, il consumo di alcol, l'uso di droghe, un alto livello di stress e un prolungato orario di lavoro, a cui si aggiungono anche cure prenatali tardive o assenti, assenza di supporto sociale;
   tra i fattori di rischio legati alle condizioni mediche vanno ricordate alcune infezioni, soprattutto se localizzate lungo il tratto urinario e/o vaginale, un'alta pressione sanguigna, diabete, disordini della coagulazione, obesità e altro;
   alcuni fattori socio-demografici possono contribuire ad aumentare il rischio di parto prematuro, come ad esempio un'età inferiore ai 17 anni o superiore ai 35, condizioni economiche precarie, e altro;
   ancora oggi però sono pochi i Paesi europei che hanno messo in atto politiche mirate per l'assistenza specifica per i neonati, anche se laddove queste strategie sono state attuate, il tasso di neonati prematuri è sceso al di sotto della media europea;
   in Italia i programmi di prevenzione non sono ancora stati strutturati in maniera omogenea e ci sono differenze significative tra le diverse regioni e tra le linee guida ospedaliere e le procedure individuali;
   un aspetto importante su cui agire riguarda la prevenzione e la consapevolezza dei genitori: talvolta l'informazione sui rischi, sui sintomi e sulle raccomandazioni relative allo stile di vita risulta carente o assente; inoltre, non c’è un supporto specifico e/o finanziario rivolto alle famiglie dei bambini nati prematuri, anche quando viene diagnosticata una specifica disabilità;
   recentemente il Ministro Lorenzin in una intervista ha affermato che la tutela dei neonati «fragili» dovrebbe concentrarsi su tre punti cardine: prevenzione, sicurezza dei punti nascita e assistenza post-ospedaliera. A questi tre punti, inoltre, va aggiunta la realizzazione di una rete di neonatologia-rianimazione che preveda un trasporto veloce per i bambini prematuri verso strutture in cui sia attiva un unità di terapia intensiva neonatale scientificamente e tecnologicamente avanzata, ma anche esperta in assistenza neonatale e in supporto psicologico ai genitori;
   nella prossima attuazione del patto della salute il Ministro ha inserito lodevolmente il parto senza dolore e l'allargamento dello screening neonatale –:
   se il Ministro sia a conoscenza di quanto illustrato in premessa;
   in che misura il Ministro intenda procedere per rendere l'evento nascita sempre più sicuro, inserendolo in un percorso diagnostico-terapeutico che abbia linee guida efficacemente strutturate e omogenee su tutto il territorio nazionale. (5-04614)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 25 ottobre 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-04614

  Il Ministero della salute pone particolare attenzione all'evento nascita; ecco perché ha avviato iniziative per l'identificazione di percorsi assistenziali idonei a garantire la salute di mamma e bambino in tutto il percorso nascita. Basti pensare, a tal riguardo, all'implementazione delle azioni previste dall'accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 «Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo» e al documento «Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali in area pediatrico-adolescenziale» che sarà adottato su tutto il territorio nazionale, tramite apposito accordo che, a breve, verrà stipulato in sede di Conferenza Stato-Regioni.
  Entrambi i documenti si fondano sui principi di equità/facilità di accesso, appropriatezza, qualità e sicurezza ma anche sullo sviluppo di tutte le professionalità sanitarie e sul coinvolgimento delle comunità, al fine di individuare meglio i bisogni e trovare ad essi soluzioni adeguate.
  Strumenti di orientamento a cittadini e operatori si stanno offrendo attraverso azioni già consolidate, quali i programmi di prevenzione nazionali, Pensiamoci prima e Genitori più, ma anche attraverso gli obiettivi previsti dal Piano Nazionale per la Fertilità, nonché progetti specifici finanziati dal Ministero, quali, ad esempio, il « Contrasto alla maternità e alla paternità fragili per la prevenzione della Depressione Post Partum e dei maltrattamenti».
  Nello specifico, l'Accordo Percorso Nascita del 2010 ha dato una spinta decisiva per l'attuazione di misure di politica sanitaria per migliorare il percorso nascita in tutti i suoi molteplici aspetti.
  Tale Accordo, che ha impegnato tutte le Regioni e province Autonome, comprese quelle cosiddette «in piano di rientro» dal deficit sanitario, ad attuare azioni di riorganizzazione e di ridefinizione del percorso nascita, è scaturito dalla generale consapevolezza di dover implementare alcune misure fondamentali per garantire livelli accettabili di qualità e sicurezza per la madre e il nascituro e ridurre, nel contempo, il tasso dei tagli cesarei.
  La prima delle linee di attività contenute nell'Accordo, «Misure di politica sanitaria e di accreditamento», ha previsto la chiusura dei Punti Nascita con un volume di attività inferiore a 500 parti/anno in quanto non in grado di garantire la sicurezza per la madre ed il neonato.
  Tale criterio non va assolutamente letto con accezione punitiva nei confronti della popolazione, poiché non scaturisce da mere finalità economiche di contenimento della spesa, bensì quale conditio sine qua non, secondo la letteratura e le esperienze in materia, necessaria per garantire alla donna ed al neonato un'assistenza di livello elevato che può essere assicurata innanzitutto dall’expertice degli operatori e dalla presenza di adeguati standard operativi, tecnologici e di sicurezza nei Punti Nascita. Uno degli standard fondamentali, infatti, è rappresentato dal livello di operatività in guardia attiva h24 di personale qualificato che, avendo la possibilità di seguire una casistica numerosa, è in grado di effettuare un corretto inquadramento delle pazienti ed una corretta gestione della gravidanza, mantenendo ed accrescendo nel tempo la propria competenza.
  In tal senso, si sottolinea che, come dimostrato dai dati Cedap 2013, i Punti Nascita (PN) con volumi di attività inferiori a 1000 parti/anno, presentano un'incidenza media di cesarei del 38 per cento e che tale incidenza si abbassa nei Punti Nascita con volumi maggiori.
  Ciò vale, ancor più, rispetto ad eventuali situazioni di emergenza che dovessero verificarsi durante il decorso della gravidanza, il parto e il post partum e che richiedono interventi appropriati, tempestivi ed efficaci.
  L'Accordo identifica, due livelli di complessità assistenziale delle UU.OO di ostetricia/ginecologia e di neonatologia e terapia intensiva neonatale/pediatria e definisce gli standard operativi, di sicurezza e tecnologici cui le Regioni devono conformarsi nel percorso di ridefinizione dei Punti nascita; si tratta, peraltro, di standard a cui fa specifico riferimento anche il decreto ministeriale n. 70 del 2 aprile 2015 «Regolamento sugli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera», condiviso con le Regioni e Province autonome con Intesa Stato-Regioni del 5 agosto 2014 in esecuzione delle previsioni del Patto per la Salute 2013-2016 e del D. L. n. 95/2012, convertito in legge n. 135/2012.
  Sempre nel decreto ministeriale 70 del 2015 viene definito lo standard di riferimento del 25 per cento per la percentuale di tagli cesarei nei Punti Nascita con più di 1000 parti/annui e del 15 per cento nei PN con meno di 1000 parti/annui.
  Le linee di azione contenute nel citato Accordo, che si conformano al modello di rete dei Punti nascita del tipo Hub e Spoke, vincolano inoltre le Regioni ad attivare il sistema di trasporto assistito materno (STAM) e il sistema di trasporto in emergenza del neonato (STEN).
  È, pertanto, assolutamente necessario che, in connessione con la riorganizzazione dei punti nascita, si proceda ad un parallelo ridisegno delle Unità Operative di assistenza neonatale, corrispondenti per intensità di livello assistenziale ai punti nascita, nonché all'assicurazione dei servizi di trasporto assistito materno (STAM) e neonatale d'urgenza (STEN).
  Altro punto fondamentale del citato Accordo del 2010 è stato lo sviluppo di linee guida nazionali sulla gravidanza fisiologica e per la riduzione del taglio cesareo e la previsione di un programma di implementazione delle stesse.
  Le azioni di riorganizzazione della rete del percorso nascita, che riguardano ovviamente sia le strutture pubbliche, che quelle private accreditate, stanno impegnando tutte le regioni che, pur con alcune difficoltà oggettive, presenti sia nelle regioni del nord come nel centro-sud, si avviano verso una completa realizzazione di quanto previsto nell'Accordo del 2010.
  Il Ministero della salute verifica costantemente che le strategie di riorganizzazione dei Punti nascita siano coerenti con le politiche convenute nell'Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010; inoltre, ha operato e opera tuttora sulle tematiche della sicurezza del percorso nascita una costante azione di affiancamento alle Regioni attestata, tra l'altro, dal rinnovo, con decreto ministeriale del 19 dicembre 2014, del Comitato Percorso Nascita Nazionale (CPNn) che supporta tutte le Regioni e Province Autonome nell'attuare le migliori soluzioni per la qualità e la sicurezza del percorso nascita ed assicura, nel contempo, un efficace coordinamento permanente tra le istituzioni centrali e periferiche.
  La particolare attenzione del Ministero verso tale problematica è attestata anche dall'inserimento nella verifica LEA di uno specifico set di indicatori punto dedicati al percorso nascita, attraverso cui viene svolta un'azione di monitoraggio specifico sullo stato di attuazione di alcuni aspetti delle 10 linee di azione sottoscritte da Regioni e Province Autonome nell'Accordo del 16 dicembre 2010.
  Infine, recentemente, il CPNn ha avviato azioni specifiche di monitoraggio per quanto riguarda il taglio cesareo attraverso un'analisi di dettaglio dei parti secondo la classificazione di Robson, come raccomandato anche dall'Organizzazione mondiale della sanità. Detta classificazione divide le pazienti sottoposte a taglio cesareo in 10 classi mutuamente esclusive definite in base alla parità, numero di feti, presentazione fetale, età gestazionale e decorso del travaglio e del parto e consente di:
   1) comprendere se la variabilità nel tasso di cesarei tra punti nascita sia ascrivibile a una diversa composizione della popolazione che afferisce ai diversi punti nascita;
   2) identificare le sottopopolazioni di partorienti maggiormente rappresentate nelle diverse classi di Robson;
   3) confrontare lo scostamento della proporzione di cesarei nelle diverse classi di Robson rispetto ad uno standard di riferimento;
   4) scegliere le classi su cui promuovere percorsi di miglioramento della pratica clinica per ridurre la proporzione di cesarei;
   5) seguire nel tempo l'andamento del fenomeno.

  Inoltre, nell'ambito degli interventi di prevenzione secondaria neonatale, per la diagnosi precoce di patologie che potrebbero compromettere la salute del neonato e determinare disabilità, nei nuovi LEA sono stati introdotti screening neonatale per la sordità congenita e la cataratta congenita e l'estensione a tutti i nuovi nati dello screening neonatale, come previsto dalla recente legge n. 167 del 2016 «Disposizioni in materia di accertamenti diagnostici neonatali obbligatori per la prevenzione e la cura delle malattie metaboliche ereditarie».
  Riguardo a quest'ultimo punto, anche al fine di dare attuazione a quanto precedentemente previsto dalla legge n. 147 del 2013, «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014)», ritengo opportuno comunicare che è in corso di registrazione presso gli organi di controllo il previsto decreto ministeriale per la definizione delle modalità e delle patologie su cui effettuare detto screening.
  Infine, lo scorso 26 luglio presso il Ministero della salute è stato attivato uno specifico tavolo tecnico in materia di tutela e promozione della salute nei primi 1.000 giorni di vita: dal concepimento ai due anni di età, con il compito di redigere un documento di indirizzo destinato ad operatori sanitari, genitori, educatori e care giver, sui principali fattori di rischio prevenibili/riducibili nei primi 1.000 giorni di vita e sulle azioni preventive utili ed efficaci per minimizzarli, prendendo in considerazione dal periodo preconcezionale, al concepimento, gravidanza, nascita, periodo perinatale e neonatale, ai primi due anni di vita del bambino.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

tutela

prima infanzia

malattia