ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00435

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 372 del 22/09/2010
Abbinamenti
Atto 1/00438 abbinato in data 04/10/2010
Atto 1/00446 abbinato in data 04/10/2010
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 22/09/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI 22/09/2010
DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI 01/10/2010


Stato iter:
05/10/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 04/10/2010
Resoconto DI STANISLAO AUGUSTO ITALIA DEI VALORI
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 04/10/2010
Resoconto VIGNALI RAFFAELLO POPOLO DELLA LIBERTA'
Resoconto LULLI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 04/10/2010
Resoconto SAGLIA STEFANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 04/10/2010
Resoconto GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 04/10/2010

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 04/10/2010

DISCUSSIONE IL 04/10/2010

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 04/10/2010

RITIRATO IL 05/10/2010

CONCLUSO IL 05/10/2010

Atto Camera

Mozione 1-00435
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
testo di
mercoledì 22 settembre 2010, seduta n.372

La Camera,
premesso che:
la procurata eutanasia del dicastero dello sviluppo economico è iniziata il cinque maggio 2010, giorno in cui il suo titolare, onorevole Claudio Scajola, si è dimesso perché travolto da uno scandalo; da oltre quattro mesi, il Presidente del Consiglio dei ministri è titolare dell'interim;
si assiste, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, alla riduzione del Ministero dello sviluppo economico ad una scatola vuota, ad una «dependance» di palazzo Chigi: il Ministero dello sviluppo economico è scomparso praticamente e politicamente da oltre quattro mesi, ha perso competenze, risorse e potere, proprio nel momento in cui occorrerebbe invece una cabina di regia per guidare la ripresa e lo sviluppo nazionale, mentre sono aperti, in vana attesa di soluzione, quasi 200 tavoli di vertenze di aziende in crisi e sono oltre 200 mila i lavoratori i cui posti di lavoro sono in bilico;
il 24 giugno 2010, circa centocinquanta imprenditori vincitori delle agevolazioni previste da «Industria 2015» hanno scritto al Presidente del Consiglio dei ministri in qualità di Ministro ad interim dello sviluppo economico perché, dopo quindici mesi sono ancora in vana attesa;
l'ultima manovra finanziaria, del luglio 2010, è passata sullo sviluppo economico come uno schiacciasassi: al dicastero sono state sottratte risorse per circa 900 milioni di euro, 800 milioni di euro sono stati trasferiti alla competenza del Ministro del turismo; il dicastero ha perso la gestione dei fondi europei e del fondo per le aree sottoutilizzate, entrambi finiti in mano alla Presidenza del Consiglio dei ministri che li ha poi delegati al Ministro per gli affari regionali a cui, di fatto, è stato affidato il dipartimento per le politiche dello sviluppo, conteso ad inizio legislatura proprio tra il Ministro Scajola ed il Ministro Tremonti; sarà il Ministro per gli affari regionali a dover varare il piano per il Sud; il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Sacconi ha occupato lo spazio tradizionalmente dello sviluppo economico, gestendo le vertenze industriali Glaxo, Fiat-Pomigliano e Telecom; sono state invertite le competenze in merito alle nomine dei vertici della Sace e della Sogin, che ora spetteranno al Ministro dell'economia e delle finanze, solo di concerto con il Ministro dello sviluppo economico;
al Ministro dello sviluppo economico è demandato il compito di sovrintendere al settore nevralgico delle telecomunicazioni: un comparto industriale che - come ha ricordato il presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni - corrisponde al 3 per cento del prodotto interno lordo; all'interno di questo mercato, c'è il settore televisivo - la Rai, Mediaset, insieme a tutti gli altri concorrenti - ed è ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, paradossale ed insostenibile l'intreccio tra gli interessi aziendali e le responsabilità istituzionali;
il Presidente del Consiglio dei ministri aveva il dovere di lasciare nel più breve tempo possibile la guida dello sviluppo economico per nominare un titolare effettivo, nella pienezza dei suoi poteri e della sua autonomia, una figura qualificata, autorevole e rispettabile, in grado di tutelare gli interessi generali del Paese e di tutti gli operatori del mercato;
gli eventi occorsi, con il trascorrere delle settimane e poi dei mesi, danno l'impressione di uno smantellamento di funzioni vitali di un dicastero che deve occuparsi di questioni essenziali, quali le liberalizzazioni e la concorrenza, di comunicazioni, di imprese, di incentivi allo sviluppo, di energia e di commercio estero, oltre ad affrontare le vertenze delle aziende in crisi, e segnano tutta la gravità di un'assenza in un momento molto pesante per il sistema economico;
nonostante gli autorevolissimi solleciti nelle più alte sedi istituzionali, del Ministro dell'economia e delle finanze, del presidente della Confindustria e dei leader delle organizzazioni sindacali dei lavoratori, il Presidente del Consiglio non si decide ancora concludere l'interim e a proporre al Capo dello Stato il nome del nuovo Ministro dello sviluppo economico;
la legge n. 121 del 2008 ha assegnato al Ministero dello sviluppo economico le competenze del Ministero delle comunicazioni, ivi compresa la gestione delle concessioni delle frequenze televisive e dell'intero settore delle televisioni: la recentissima autorizzazione concessa dal Ministero dello sviluppo economico a Mediaset per trasmettere in alcune regioni sul digitale terrestre con una quinta frequenza, e segnatamente sul canale 58, è solo una delle distorsioni del mercato dovute, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, all'evidente situazione di conflitto di interessi in cui versa l'attuale titolare dell'interim, che arriverà al suo culmine quando, entro la fine dell'anno, il titolare del dicastero dello sviluppo economico sarà chiamato alla definizione e alla stipula del contratto di servizio con la RAI-Radiotelevisione Italiana,
impegna il Governo ed, in particolare, il Presidente del Consiglio dei ministri
nel rigoroso rispetto delle procedure giuridiche in tema di revoca e conferimento di incarichi pubblici e ferme restando le prerogative del Capo dello Stato, ad assumere le iniziative di competenza affinché cessi l'incarico ad interim di Ministro dello sviluppo economico e siano avviate immediatamente le procedure per la nomina di un nuovo Ministro.
(1-00435) «Di Pietro, Evangelisti, Di Stanislao».