XVII LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 4204



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

BIANCOFIORE, CARFAGNA, CRIMI, GARNERO SANTANCHÈ, GIAMMANCO, ALBERTO GIORGETTI, LAFFRANCO, MILANATO, OCCHIUTO, PALMIZIO, POLIDORI, RAMPELLI, SANDRA SAVINO

Istituzione di un fondo per il sostegno della comunità di lingua italiana della provincia autonoma di Bolzano

Presentata il 5 gennaio 2017


      Onorevoli Colleghi! – Negli ultimi anni del XX secolo e nei primi anni del XXI secolo si è assistito alla diffusione di un progressivo disagio della popolazione di lingua italiana nella provincia autonoma di Bolzano, che è in progressivo calo. Il timore di una todesmarsch o marcia della morte (cioè la scomparsa progressiva del gruppo linguistico tedesco), diffuso negli anni sessanta, si sta ora diffondendo tra gli italiani a proposito del proprio gruppo linguistico. Qual è la minoranza linguistica meglio tutelata? L'italiana nell'ambito della provincia autonoma di Bolzano o la tedesca in tutto il territorio nazionale? Paradossalmente la comunità italiana della provincia autonoma di Bolzano si trova in una condizione di declino demografico per penalizzazioni di varia natura. Tutto ciò nasce da un'interpretazione errata dello statuto d'autonomia e della gestione della provincia autonoma di Bolzano (che è stata lasciata nelle mani dei partiti di lingua tedesca ininterrottamente per più di mezzo secolo) che è diventata sempre più estensiva e pervasiva fino al punto di comportare una cristallizzazione della posizione dominante della comunità tedesca e una lenta e indiretta marginalizzazione del gruppo linguistico italiano. A causa del crollo del Patto di Varsavia, dell'ingresso dell'Austria nell'Unione europea e della sua adesione al Trattato di Schengen e all'eliminazione del servizio di leva obbligatorio si è assistito al trasferimento di un consistente numero di militari dell'esercito (che avevano la residenza in Alto Adige) dalla frontiera altoatesina verso altre regioni d'Italia,

 

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che ha contribuito a questo fenomeno che appare ormai inarrestabile.
      Da tempo si osserva lo stato di subalternità in cui è costretto il gruppo italiano, quasi sempre lontano dalle posizioni di maggior rilievo politico, sociale ed economico. Ciò si deve al fatto che il potere politico è saldamente nelle mani del Südtirol Volkspartei (SVP), il partito popolare sudtirolese, che si considera rappresentante degli interessi tedeschi e ladini, ma non italiani, tanto che gli altoatesini di lingua italiana non vi si possono iscrivere. Si aggiungano poi le difficoltà di comunicazione: mentre gli italofoni apprendono la lingua tedesca standard, la popolazione germanofona si esprime in un colorito dialetto, molto diverso rispetto all’Hochdeutsch o dialetto alto-tedesco. Si pensi, inoltre, che l'immigrazione di italiani verso questa prospera regione viene ostacolata da una normativa rigidissima, che consente di votare per le elezioni provinciali e di godere di sussidi pubblici, indispensabili in un territorio dove il costo della vita è altissimo, soltanto dopo quattro anni di residenza. Per non parlare del disagio provato dagli italofoni già residenti, considerati i maggiori privilegi e un trattamento di favore riservato alla comunità tedesca.
      Nel dicembre 1971 è stato poi approvato dal Parlamento italiano un «pacchetto» contenente provvedimenti che hanno ampliato ulteriormente i poteri amministrativi e legislativi delle province autonome di Trento e di Bolzano, ma a tali provvedimenti, molto favorevoli alla comunità di lingua tedesca, si è data un'attuazione eccessivamente estensiva che ha finito per rendere la comunità di lingua italiana una comunità di «figli di un dio minore».
      È senza dubbio anacronistico che in un momento in cui si sta puntando ad abbattere tutti i muri in un'Europa che dovrebbe vedere uniti i popoli in una battaglia contro il terrorismo, si indugi ancora nella difesa di localismi obsoleti e di comunità di persone che dovrebbero sentirsi ora più che mai cittadini europei invece di ricercare privilegi amministrativi e fiscali immotivati.
      Venendo incontro ai problemi della minoranza italiana in Alto Adige, la presente proposta di legge prevede un finanziamento di 50 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2017 per fare fronte agli svantaggi di cui risente la comunità stessa, disagi provocati dall'ultronea applicazione di norme a tutela del gruppo linguistico tedesco che ha messo in difficoltà la comunità italiana. Tali risorse sono destinate appunto a correggere e a compensare questa disparità di trattamento.
      L'articolo 1 prevede, quindi, l'istituzione di un fondo con una dotazione pari a 50 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2017 per il sostegno della minoranza italiana nella provincia autonoma di Bolzano, la cui gestione è disciplinata con decreto del Ministro dell'interno.
      L'articolo 2 indica i criteri di copertura degli oneri derivanti dall'attuazione della legge.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.
(Fondo per il sostegno della comunità di lingua italiana della provincia autonoma di Bolzano).

      1. Al fine di tutelare la minoranza costituita dalla comunità di lingua italiana della provincia autonoma di Bolzano, nello stato di previsione del Ministero dell'interno è istituito un fondo con una dotazione pari a 50 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2017.
      2. Il fondo è finalizzato a contenere il disagio abitativo e a migliorare l'inserimento nella vita economica e sociale della comunità di lingua italiana della provincia autonoma di Bolzano.
      3. Con decreto del Ministro dell'interno, da emanare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono disciplinati l'impiego e la destinazione delle risorse del fondo.

Art. 2.
(Copertura finanziaria).

      1. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, pari a 50 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2017, si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2017-2019, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2017, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
      2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.