XVII LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 4043



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

VEZZALI, ANTEZZA, BONOMO, CIRACÌ, MARCO DI STEFANO, GASPARINI, LODOLINI, MINNUCCI, MONGIELLO, PALMIZIO, SALVATORE PICCOLO, RABINO, ROSTELLATO, RUSSO, VILLECCO CALIPARI

Istituzione della Giornata nazionale della «divisa amica»

Presentata il 20 settembre 2016


      Onorevoli Colleghi! – La presente proposta di legge nasce dall'esigenza di superare il luogo comune che vuole la divisa associata alla punizione. Per anni, e forse lo si fa ancora, si è provato a dissuadere dai capricci i bambini più piccoli evocando prigioni, punizioni e l'arrivo di carabinieri o poliziotti, comunque uomini in divisa.
      Oggi la situazione è totalmente cambiata. Abbiamo una società che ha un estremo bisogno di comportamenti virtuosi, di modelli positivi da emulare, di solidarietà, di eroi buoni, di esperienze che, oltre a tutti i volontari, nessuno meglio delle Forze dell'ordine può rappresentare.
      Va ricordato l'immane lavoro che ogni giorno viene fatto lungo le nostre coste per portare aiuto alle migliaia di disperati che arrivano sui barconi e che rischiano di affogare. Dobbiamo avere presente l'impegno quotidiano di decine e decine di uomini in divisa, appartenenti ai corpi civili e militari, che ci sono vicini il più delle volte senza essere visti e che assicurano ogni forma di controllo, il rispetto delle regole, la sicurezza, consapevoli del fatto che senza legalità non è possibile lo sviluppo.
      Oggi siamo di fronte a una società complessa, aperta all'integrazione, senza barriere linguistiche né confini. L'Europa ha promosso la libera circolazione dei 500 milioni di cittadini, ha incoraggiato spostamenti per studio, lavoro, turismo e favorito gli scambi commerciali. Abbiamo assistito alla capillare diffusione delle tecnologie che hanno reso accessibile il mondo di internet anche ai minori, sovente più avvezzi all'uso di dispositivi complessi dei

 

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loro stessi genitori. Ci confrontiamo con nuovi reati, violenze perpetrate attraverso i social, come bullismo e cyber bullismo, non meno grave l'adescamento di minori e l'uso indiscriminato della pedo-pornografia. Sul web vanno combattuti il commercio illegale che non risparmia i prodotti farmaceutici, troppo spesso dannosi per la salute, e la pirateria, che rendono necessario un adeguamento costante delle competenze e un ampliamento degli ambiti di specializzazione dei corpi di polizia.
      Molte competenze in ambito sociale oggi sono affidate alle innumerevoli donne che fanno parte di questi corpi e che assicurano sostegno psicologico alle vittime di violenza, a coloro che hanno subito un trauma o uno shock, a chiunque abbia bisogno di essere soccorso a seguito di eventi delittuosi o imprevedibili.
      Abbiamo avuto prova, proprio nei giorni scorsi, del grande, instancabile lavoro che questi servitori dello Stato hanno svolto nei luoghi del terremoto. La discrezione, la grande abnegazione che hanno dimostrato, l'impegno che hanno messo nel portare aiuto ai sopravvissuti di una immane catastrofe. La prova di grande cuore che hanno dato nel mettere in salvo i bambini e nel recuperare i corpi di chi non ce l'ha fatta.
      Ma è importante anche il lavoro di intelligence e di collaborazione internazionale che assicurano per proteggere il Paese e tutelarlo dagli attacchi terroristici. Come è importante il contributo che donne e uomini in divisa garantiscono nelle missioni di pace, nella cooperazione, negli scenari di guerra nei quali sono impegnati al solo fine di stabilizzare le aree e portare assistenza alle popolazioni civili coinvolte nei conflitti.
      Non meno importante è il lavoro che svolgono a tutela del patrimonio artistico e architettonico e per difendere il Made in Italy dalla contraffazione e dalle frodi.
      Le divise sono entrate da tempo anche nelle scuole, non è un caso che alcuni progetti prevedano l'insegnamento dell'educazione stradale e dell'educazione civica da parte delle forze dell'ordine, in alcuni casi anche dell'educazione ambientale. È già consolidata la loro presenza anche negli istituti superiori per promuovere comportamenti responsabili come l'uso del casco e delle cinture di sicurezza se ci si mette alla guida, il rispetto dei limiti di velocità e la moderazione nell'assunzione di alcolici e per dissuadere i giovani dall'uso di sostanze stupefacenti, soprattutto se si prevede di avvalersi di un'auto o di una moto per il rientro a casa dopo una serata trascorsa con gli amici.
      In molti istituti scolastici, grazie alla loro collaborazione, sono previste esercitazioni e prove di evacuazione nell'eventualità che si verifichino incendi o altri eventi che necessitano di un abbandono in sicurezza degli edifici e in alcuni casi vengono coinvolti nelle lezioni di primo soccorso anche gli insegnanti, il personale non docente e perfino i genitori dei ragazzi.
      La Polizia di Stato, per citare qualche esempio, ha già portato avanti con successo progetti contro l'omofobia, per favorire l'integrazione, e ne sta promuovendo uno per combattere la violenza sulle donne, utilizzando materiale didattico da distribuire nelle scuole.
      La cronaca ci ha anche raccontato belle storie. Quelle di carabinieri chiamati per arrestare ladri che, trovatisi al cospetto di persone indigenti, hanno provveduto a pagare il dovuto per evitare problemi a padri di famiglia che provavano a dare da mangiare ai propri figli senza averne i mezzi. Ma ci ha anche fatto vedere poliziotti che hanno cucinato un piatto di pasta per anziani soli e chissà quanti altri gesti di solidarietà hanno compiuto vigili del fuoco, finanzieri, guardie forestali e agenti di polizia penitenziaria nell'espletamento del loro dovere e fuori ordinanza.
      Queste storie, fino a qualche anno fa, portavano i bambini ad associare la divisa al supereroe, oggi più spesso i bambini sono carnefici e combattenti nel mondo parallelo del videogioco, troppe volte cinico e cruento.
      Proprio per le mutate esigenze ed esperienze e per il loro diversificato impegno, ma anche per l'imponente e necessaria presenza dei corpi civili e militari nella nostra società, è il momento di superare l'idea che la divisa possa essere associata a
 

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un potenziale nemico da temere, alla sola repressione, e di promuovere «la divisa amica dei cittadini», una presenza che accompagna in un percorso di vita, uno sviluppo e una crescita da affrontare nel rispetto delle regole, senza discriminazioni e che avvicini i giovani alla solidarietà; un percorso che aiuti a maturare la consapevolezza che si può interagire in molti modi, perfino giocando.
      E per far sì che tale approccio sia condiviso da tutti, con questa proposta di legge si propone l'istituzione di una giornata nazionale da denominare «divisa amica» da celebrare ogni anno il 17 settembre e che rappresenti la conclusione di un percorso da promuovere nelle scuole di ogni ordine e grado. Progetto che per i più piccoli preveda percorsi ludici e mini competizioni sportive da svolgere in aree verdi con rappresentanti dei corpi civili e militari e ai più grandi riservi lezioni e percorsi di responsabilizzazione adattati all'età per prevenire microcriminalità, teppismo e bravate che molto spesso i singoli non avrebbero il coraggio di portare a termine, ma che il gruppo potrebbe giustificare.
      Un progetto con diverse finalità, ma importante per avvicinare i giovani alle istituzioni e allo Stato. Un dialogo con le Forze dell'ordine che aumenti nei ragazzi il senso dell'appartenenza alla comunità e che accresca la fiducia dei cittadini e insegni alle giovani generazioni il senso del dovere, troppo spesso penalizzato dalla rivendicazione di diritti, dall'aumento delle forme di individualismo e dai crescenti e diffusi egoismi di una generazione di figli unici.
      La scelta della data non è casuale. Fa riferimento alla costituzione di Eurogendfor, un'iniziativa multinazionale di cui fanno parte Francia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna, ai quali si è aggiunta nel 2008 la Romania, che ha lo scopo di rafforzare le capacità di gestione delle crisi internazionali e contribuire alla Politica di difesa e sicurezza comune (PSDC). La Forza di gendarmeria europea venne fondata il 17 Settembre 2004, a Noordwijk (Paesi Bassi). Gli importanti scenari nei quali si è distinta, in collaborazione con Unione europea, NATO e ONU, hanno consentito ad Eurogendfor di accrescere la sua affidabilità nell'ambito della comunità internazionale. Ha già dato prova di essere uno strumento altamente idoneo per un ampio spettro di operazioni (gestione delle crisi, repressione della criminalità in assenza di un adeguato stato di diritto, addestramento della polizia locale al fine di aumentarne la professionalità, operazioni umanitarie in caso di disastri naturali o causati dall'uomo, bonifica di ambienti insicuri, mancanza di infrastrutture adeguate, assistenza ai rifugiati), ed è capace di contribuire alla pace e alla sicurezza internazionale avendo la possibilità di agire sotto catena di comando tanto militare quanto civile. I pericoli a cui siamo esposti hanno sempre più portata sovranazionale e dobbiamo preferibilmente avere come riferimento la dimensione europea, quella più idonea a garantire pace e sicurezza.
      Va detto, in conclusione, che alcuni princìpi sacrosanti tra i quali la legalità e la sicurezza non possono avere colore politico, vanno condivisi e insegnati fin dall'infanzia, perché se è vero che i bambini imparano emulando, la responsabilità dei genitori è inversamente proporzionale all'età dei loro figli.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. È istituita la giornata nazionale della «divisa amica» da celebrare ogni anno il 17 settembre.

Art. 2.

      1. Dalla data di entrata in vigore della presente legge alla celebrazione della prima giornata nazionale «divisa amica» è promosso un progetto pilota che consenta a tutte le scuole italiane, statali e paritarie, di attivare collaborazioni con i corpi civili e militari presenti sul territorio nazionale al fine di prevedere percorsi ludici e formativi che facciano maturare la consapevolezza che la divisa è amica dei cittadini.

Art. 3.

      1. La giornata di cui all'articolo 1 della presente legge non è considerata solennità civile ai sensi dell'articolo 3 della legge 27 maggio 1949, n. 260.

Art. 4.

      1. Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, d'intesa con la Presidenza del Consiglio dei ministri, con propria circolare stabilisce le direttive per il coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado nella promozione delle iniziative di cui all'articolo 2.

Art. 5.

      1. Le scuole di ogni ordine e grado, statali e paritarie, possono aderire al progetto inserendolo nelle proposte del piano dell'offerta formativa (POF) grazie a moduli differenziati e adattati all'età dei soggetti beneficiari, preventivamente concordati

 

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con i corpi civili e militari presenti sul territorio.

Art. 6.

      1. Le scuole dell'infanzia possono aderire al progetto prevedendo ore di gioco con i rappresentanti dei corpi civili e militari presenti sul territorio concordando la loro partecipazione al progetto con le amministrazioni locali.

Art. 7.

      1. Dal progetto pilota e dalla celebrazione della giornata nazionale denominata «divisa amica» non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

 

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