CAMERA DEI DEPUTATI
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N. 3710 |
Onorevoli Colleghi! L'idea delle «razze umane» non ha più alcun valore scientifico né in antropologia fisica o biologica, né in antropologia culturale. È ormai acquisito che le differenze fisiche più o meno evidenti tra gli individui non hanno alcuna relazione con le loro capacità cognitive, con i loro comportamenti sociali o con le loro qualità morali. Inoltre, le nuove conoscenze sul DNA mostrano che gli esseri umani condividono il 99,9 per cento del patrimonio genetico e che il restante 0,1 per cento non rimanda a distinzioni discrete fra i gruppi. Coerentemente, la diversità umana viene oggi descritta dagli studiosi facendo riferimento alle popolazioni, termine che rifiuta ogni intento classificatorio o gerarchia valoriale dell'umanità. Su queste basi, Gianfranco Biondi e Olga Rickards, attraverso una lettera aperta alle più alte cariche dello Stato, hanno proposto di eliminare il termine «razza» dalla Costituzione (Gianfranco Biondi, Olga Rickards, L’errore della razza, Carocci, 2011; www.scienzainrete.it).
Tuttavia, la nozione di razza è ben presente nell'immaginario collettivo e anche nella retorica politica. In tali contesti, la razza, utilizzata anche come strumento di stigmatizzazione della diversità culturale, mantiene un potenziale discriminatorio e violento così forte da poter essere facilmente riattualizzato (Guido Barbujani, L'invenzione delle razze, Bompiani, 2006).
Per queste diverse ragioni, l'Istituto italiano di antropologia ha riunito antropologi fisici e culturali, sociologi, storici e filosofi della scienza, dai quali è venuta la
1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, negli atti e nei documenti delle pubbliche amministrazioni il termine: «razza» è sostituito dal seguente: «nazionalità».