XVII LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 2783



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

VEZZALI, RABINO, GALGANO, LIBRANDI, PORTA, SOTTANELLI, MARAZZITI, FALCONE, FITZGERALD NISSOLI, MATARRESE, VARGIU, MONCHIERO, OLIARO

Istituzione dell'insegnamento dell'educazione socio-affettiva nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado nonché nei corsi di studio universitari

Presentata il 18 dicembre 2014


      Onorevoli Colleghi! Il dibattito sul tema dell'introduzione dell'educazione socio-affettiva nelle scuole è iniziato in Italia già nei primi anni del secolo scorso, quando fu presentata una proposta di legge per l'introduzione di un corso di educazione sessuale nelle scuole, ma non si è mai arrivati a un risultato concreto.
      A differenza della situazione europea, che ci mostra come l'educazione sessuale a scuola sia presente in quasi tutti i Paesi e sia svolta dai docenti stessi, in Italia esiste un vuoto legislativo in tale ambito. La materia socio-affettiva trova pari dignità di studio di altre discipline ed è quindi auspicabile la sua introduzione nel piano dell'offerta formativa.
      In Olanda, ad esempio, il Parlamento ha messo a punto programmi di educazione sessuale in cui gli insegnanti sono incoraggiati a parlare di sessualità senza impedimenti. Non a caso, l'Olanda è il Paese in Europa con minore tasso di gravidanze delle giovani donne, e sebbene gli studenti olandesi comincino le lezioni sulla sessualità in giovanissima età, il loro primo rapporto sessuale avviene intorno ai diciassette anni, più tardi che in Italia o in Inghilterra.
      La ragione che sta alla base della proposta di legge parte dalla considerazione che a distanza di quaranta anni dall'entrata in vigore di leggi specifiche sulle pari opportunità, è necessario fare il

 

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punto sull'attuazione delle normative di riferimento, soprattutto nel campo dell'educazione e della formazione.
      Nelle scuole non esistono percorsi formativi per gli alunni e per gli insegnanti in materia di educazione sentimentale e sessuale, mentre assistiamo inermi, dopo un ventennio di utilizzo del corpo femminile nella comunicazione, a fenomeni di sessismo, bullismo e violenza sessuale tra i giovani. La proposta di legge ha anche l'obiettivo di contribuire al cambiamento di mentalità dei giovani favorendo la creazione di un giusto modello culturale tra i generi, nonché di colmare il divario tra la qualità dei saperi prodotti dalle donne e la diffusione delle conoscenze nel mondo scolastico e formativo.
      Sebbene vi siano stati anche in passato sporadici tentativi di insegnare gli argomenti della sessualità nelle scuole, ben pochi possono affermare di aver trovato nell'istituzione scolastica il luogo e il mezzo più idoneo per la divulgazione di informazioni e la principale fonte dell'apprendimento su tali argomenti. Gli aspetti della sessualità si imparano, di fatto, dagli amici, in famiglia e sempre più spesso dai media, purtroppo in modo fuorviante.
      Le linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità per l'educazione alla salute invitano a trattare l'argomento in maniera curricolare e multidisciplinare fin dalla scuola primaria. Infatti, il compito di condurre i bambini e i ragazzi alla scoperta dei rapporti affettivi e di rispetto dell'altro genere ricade prima di tutto sulla scuola, sugli psicologi, sugli psicoterapeuti e sui sessuologi e non sui genitori che, spesso, non sono in grado di svolgere correttamente questo compito.
      I temi da trattare in ambito scolastico sono molteplici: dalla prevenzione e dalla tutela della salute sessuale, intesa come benessere psico-fisico e prevenzione delle malattie trasmissibili, alla competenza del mondo degli adulti a costruire un confronto positivo tra i sessi rispettoso della parità e delle differenze, al superamento delle difficoltà tra i sessi e al rispetto degli atteggiamenti e dei comportamenti.
      L'emergenza sul piano sanitario legate alla diffusione delle malattie a trasmissione sessuale, molte delle quali in aumento soprattutto tra i giovanissimi, è un fenomeno preoccupante che richiede un'informazione puntuale congiunta all'insegnamento di atteggiamenti positivi e responsabili che inducano la consapevolezza degli eventuali rischi e quindi dei necessari comportamenti protettivi.
      Occorre agire anche sul fenomeno del disagio giovanile espresso attraverso i comportamenti a rischio, che molto spesso sfocia in comportamenti violenti, e sul fenomeno sempre più diffuso del bullismo o del ricorso ad alcool e a droghe.
      Aiutare i giovani e insegnare loro comportamenti corretti e di dialogo nel rispetto delle differenze di genere è senza dubbio lo strumento fondamentale per favorire lo sviluppo dell'autostima, della tolleranza e della consapevolezza dei propri sentimenti.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. È istituito presso le scuole secondarie di primo e di secondo grado l'insegnamento dell'educazione socio-affettiva finalizzato al rispetto di sé e dell'altro, alla responsabilità sociale e alla valorizzazione della diversità di genere.
      2. La scuola, nell'adempimento delle proprie funzioni, attraverso l'educazione socio-affettiva provvede a favorire i modelli positivi di comportamento socio-culturali al fine di rimuovere i pregiudizi, gli stereotipi di genere, la discriminazione e la violenza.

Art. 2.

      1. Lo studio dei temi concernenti l'educazione socio-affettiva costituisce parte integrante degli orientamenti educativi, dei programmi didattici e delle materie di insegnamento. Esso riguarda gli aspetti scientifici, storici e culturali della sessualità ed è adeguato alle diverse età degli studenti cui è destinato.

Art. 3.

      1. All'inizio di ogni anno scolastico, il collegio dei docenti, d'intesa con il consiglio di istituto, predispone e approva un progetto per l'inserimento dell'educazione socio-affettiva nella programmazione didattica complessiva.

Art. 4.

      1. Le linee guida relative all'insegnamento dell'educazione socio-affettiva sono stabilite dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, d'intesa con il

 

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Ministro della salute e con il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, sentiti esperti della sessualità umana, psicoterapeuti infantili e dell'età evolutiva e psicologi.
      2. Nel rispetto dell'autonomia scolastica, i docenti di scienze sono preposti all'insegnamento dell'educazione socio-affettiva inserito nel piano dell'offerta formativa di ciascun ciclo scolastico secondario di primo e di secondo grado.

Art. 5.

      1. A partire dall'anno scolastico 2015/2016, l'orario di insegnamento dell'educazione socio-affettiva è di almeno due ore al mese.

Art. 6.

      1. Le università, nell'ambito della propria offerta formativa, introducono corsi di studi in materia di educazione socio-affettiva al fine di formare le competenze per l'insegnamento dell'educazione socio-affettiva.

Art. 7.

      1. Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca demanda alle istituzioni scolastiche l'organizzazione dei corsi di formazione obbligatoria per i docenti della scuola primaria e secondaria, al fine di garantire l'acquisizione delle conoscenze e delle competenze per la realizzazione delle finalità di cui all'articolo 1.

Art. 8.

      1. Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, d'intesa con la Conferenza delle regioni e delle province autonome, sono definiti i programmi e le linee guida dell'insegnamento dell'educazione socio-affettiva.

 

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Art. 9.

      1. A decorrere dall'anno scolastico 2015/2016, possono essere utilizzati libri di testo e materiali didattici che attestino il rispetto delle indicazioni contenute nel codice di autoregolamentazione POLITE (pari opportunità nei libri di testo) redatto di concerto con il contributo del Governo italiano e della Commissione europea.