XVII LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 2522



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

QUINTARELLI, COPPOLA, BARGERO, BONACCORSI, BRUNO BOSSIO, CAPUA, CARROZZA, DALLAI, MARCO DI MAIO, GALGANO, MALPEZZI, RAMPI, TINAGLI, VARGIU, BALDUZZI, BOMBASSEI, ANTIMO CESARO, CIMMINO, DAMBRUOSO, MATARRESE, MOLEA, VECCHIO, SOTTANELLI

Disposizioni per assicurare la tracciabilità digitale dei prodotti italiani

Presentata l'8 luglio 2014


      Onorevoli Colleghi! Il made in Italy rappresenta non solo un marchio conosciuto nel mondo, ma anche un tessuto produttivo di altissima qualità, a vari livelli e nei settori più differenti, caratterizzato da ingegno, lavoro e capacità di produrre ricchezza.
      La contraffazione del marchio made in Italy si sta diffondendo sempre più, creando danni gravissimi alla nostra economia in un momento di crisi profonda e perdurante come quella attuale, nonché rischi diretti per la salute dei cittadini e per la sicurezza dei consumatori.
      I settori più colpiti dalla contraffazione sono l'abbigliamento e gli accessori (2,5 miliardi di euro), il comparto dei cd, dvd e software (1,8 miliardi di euro) e i prodotti alimentari (1,1 miliardi di euro).
      Si sente spesso parlare dell’italian sounding, ovvero dell'utilizzo di denominazioni geografiche, immagini e marchi che evocano l'Italia per promuovere e commercializzare prodotti non riconducibili al nostro Paese. Esso rappresenta la forma più eclatante di concorrenza sleale e di frode nei confronti dei consumatori, soprattutto nei settori agroalimentare e dell'abbigliamento.
      La contraffazione dei prodotti made in Italy e l’italian sounding rappresentano gravi ostacoli all'espansione delle nostre

 

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imprese nel mercato italiano e mondiale, che sottraggono al prodotto interno lordo (PIL) italiano milioni di euro ogni anno.
      Secondo le analisi più recenti, il commercio del falso nel nostro Paese, con il solo riferimento al mercato interno (senza dunque considerare la quota di merci contraffatte che partono dall'Italia verso l'estero), avrebbe prodotto un fatturato annuo di circa 7 miliardi e 109 milioni di euro. Le perdite per il bilancio dello Stato in termini di mancate entrate fiscali sono state calcolate in 5 miliardi e 281 milioni di euro, mentre sono oltre 130.000 i posti di lavoro sottratti all'economia reale. A tali effetti negativi sul piano dell'economia nazionale si aggiungono i pericoli che l'utilizzo di prodotti contraffatti può comportare per la salute dei cittadini, considerato che essi tendono ad inserirsi con sempre maggiore frequenza nel circuito produttivo legale, sfuggendo a qualsiasi tipologia di controllo e senza alcun tipo di garanzia per i consumatori.
      La Commissione europea ha presentato in data 13 febbraio 2013 un nuovo pacchetto normativo finalizzato a rendere più sicuri i prodotti di consumo che circolano nel mercato unico e a potenziare la vigilanza per tutti i prodotti non alimentari, compresi quelli importati da Paesi terzi. Il pacchetto, la cui entrata in vigore è prevista per il 2015, mira a rendere i prodotti più sicuri e conformi nell'Unione europea, con un livello di protezione ancora più elevata per il consumatore, e si compone, tra i vari documenti, di una proposta di regolamento sulla vigilanza del mercato dei prodotti, COM (2013) 75, e di una proposta di regolamento relativa alla sicurezza dei prodotti di consumo, COM (2013) 78. In particolare, questa seconda proposta definisce una serie di norme che intendono assicurare la piena tracciabilità dei beni e prevede obblighi, proporzionati e calibrati, per tutta la filiera, dal fabbricante all'importatore e al distributore.
      È fondamentale per il nostro sistema produttivo che le norme previste dal citato pacchetto per la sicurezza dei prodotti e la vigilanza del mercato siano adottate in tempi rapidi in Italia, al fine di fornire un'adeguata tutela al consumatore.
      Un rimedio per combattere le forme di contraffazione e di concorrenza sleale e per contrastare questo fenomeno nocivo per l'economia nazionale e per i consumatori è ricorrere a nuove tecnologie più efficaci per tutelare meglio i prodotti made in Italy, nonché sviluppare soluzioni innovative specifiche volte alla valorizzazione e alla protezione dei diritti di proprietà industriale.
      La presente proposta di legge introduce la certificazione digitale del prodotto che permette alle aziende di tracciare l'intera filiera del made in Italy e di certificare i prodotti realmente realizzati in Italia. Tale sistema innovativo è in grado di verificare l'identità e l'autenticità di un prodotto, per tenere sotto controllo eventuali contraffazioni, mercati paralleli e anomalie presenti, nonché per tutelare sia i produttori attivi nel territorio italiano sia i consumatori di tutto il mondo che scelgono di investire in un prodotto italiano al 100 per cento.
      La proposta di legge, composta da un solo articolo, al fine di favorire la tracciabilità e la rintracciabilità di un prodotto così da poterne verificare l'autenticità e rendere trasparente l'intera filiera di produzione, anche prevenendo fenomeni di contraffazione, frode ed evasione fiscale, prevede la tracciabilità digitale del prodotto mediante l'associazione ai prodotti made in Italy di un codice verificabile on line.
      Tale codice è contenuto in un chip RFID (Radio Frequency Identification), contenente le informazioni relative al produttore, al prodotto e agli indirizzi internet di questi ultimi, ovvero in un codice a barre bidimensionale contenente le medesime informazioni.
      Il codice è rilasciato al produttore da soggetti certificatori all'uopo autorizzati dal Ministero dello sviluppo economico.
      Con decreto del medesimo Ministero sono definiti i requisiti minimi che i soggetti certificatori devono soddisfare per ottenere l'autorizzazione, nonché sono disciplinate
 

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le modalità di funzionamento degli stessi e le eventuali sanzioni a fronte di loro comportamenti fraudolenti.
      Si prevede infine che l'Agenzia per l'Italia digitale definisca le modalità tecniche relative all'emissione dei codici, ai chip RFDI e ai codici a barre bidimensionali, vigili sull'operato dei soggetti certificatori e provveda alla creazione di un database dei codici emessi da tali soggetti.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Al fine di favorire la tracciabilità dei prodotti italiani per verificarne l'autenticità e rendere trasparente l'intera filiera di produzione, anche prevenendo fenomeni di contraffazione, frode ed evasione fiscale, è prevista la tracciabilità digitale degli stessi mediante l'associazione ai prodotti «made in Italy» di un codice verificabile on line.
      2. Il codice di cui al comma 1 è contenuto in un chip Radio Frequency Identification (RFID) recante le informazioni relative al produttore e al prodotto nonché ai relativi indirizzi internet. Il codice e le altre informazioni memorizzati nel chip possono essere riportati anche in un codice a barre bidimensionale.
      3. Il codice di cui al comma 1 è rilasciato al produttore da soggetti certificatori autorizzati dal Ministero dello sviluppo economico. Al fine di ottenere l'autorizzazione i soggetti certificatori devono soddisfare i requisiti minimi definiti con decreto del Ministero dello sviluppo economico. Con il medesimo decreto sono altresì disciplinate l'attività dei soggetti certificatori e le eventuali sanzioni a fronte di comportamenti fraudolenti degli stessi.
      4. L'Agenzia per l'Italia digitale definisce le modalità tecniche relative all'emissione dei codici, ai chip RFID e ai codici a barre bidimensionali, vigila sull'operato dei soggetti certificatori e provvede alla costituzione di un database dei codici rilasciati dai citati soggetti certificatori. L'Agenzia rende il database liberamente accessibile in consultazione.