CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 7 aprile 2009
163.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI

Martedì 7 aprile 2009. - Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Guido Crosetto.

La seduta comincia alle 14.05.

5-00034 Cavallaro: Sulla possibile nocività di vaccini somministrati a militari.

Il sottosegretario Guido CROSETTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Mario CAVALLARO (PD), nel ringraziare il rappresentante del Governo per la

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completezza della risposta fornita, prende atto positivamente del fatto che il Governo reputi necessari ulteriori studi ed approfondimenti per fare maggiore chiarezza sulla vicenda oggetto dell'interrogazione in titolo. Si dichiara pertanto parzialmente soddisfatto della risposta.

Edmondo CIRIELLI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento dell'interrogazione all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.20.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 7 aprile 2009. - Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI. - Interviene il Sottosegretario di Stato per la difesa, Guido Crosetto.

La seduta comincia alle 14.20.

Legge comunitaria 2008.
C. 2320 Governo, approvato dal Senato.

(Relazione alla XIV Commissione).
Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2007.
Doc. LXXXVII, n. 1.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 126-ter, comma 2, del regolamento, e conclusione - Relazione e parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

Edmondo CIRIELLI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 126-ter del regolamento, si procederà all'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.
Ricorda inoltre che la Commissione dovrà trasmettere alla XIV Commissione la relazione sul disegno di legge comunitaria 2008 ed il parere sulla relazione annuale entro la giornata di domani.

Giuseppe FALLICA (PdL), relatore, osserva che, con il presente disegno di legge, il Governo adempie all'obbligo di proporre al Parlamento l'approvazione del principale provvedimento legislativo volto all'adeguamento dell'ordinamento interno al diritto comunitario.
Il disegno di legge - la cui struttura recepisce le innovazioni introdotte dalla legge di riforma n. 11 del 2005 - nel testo presentato al Senato, riproduce in gran parte il contenuto dispositivo del disegno di legge comunitaria per l'anno 2008, presentato in Parlamento il 26 febbraio 2008 (atto Camera n. 3434), che ha visto interrompersi il proprio iter di approvazione a causa dello scioglimento delle Camere.
Il provvedimento, come modificato dal Senato, consta di 46 articoli, suddivisi in quattro capi, e di due allegati A e B, che elencano le direttive da recepire mediante decreti legislativi (recanti rispettivamente 8 e 42 direttive).
Il Capo I (articoli 1-6) reca le disposizioni che conferiscono al Governo delega legislativa per l'attuazione delle direttive, riportate negli allegati A e B, che richiedono l'introduzione di normative organiche e complesse. Viene conferita, inoltre, delega al Governo per l'adozione di decreti legislativi recanti sanzioni penali e amministrative di competenza statale per l'adempimento di obblighi derivanti dall'ordinamento comunitario.
Il Capo II (articoli. 7-39) reca modificazioni e abrogazioni di disposizioni vigenti in contrasto con gli obblighi derivanti dall'appartenenza all'Unione europea nonché principi e criteri specifici di delega per l'attuazione di alcune direttive comunitarie.
Il Capo III (articoli 40-42) dà attuazione al regolamento (CE) n. 1082/2006 relativo al Gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT), che rappresenta una nuova tipologia di gruppo europeo finalizzato a promuovere la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale, al fine esclusivo di rafforzare la coesione economica e sociale ed in ogni caso senza fini di lucro.

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Il Capo IV (articoli 43-46) reca la delega al Governo per l'attuazione di tre decisioni quadro adottate nell'ambito della cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale, relative all'applicazione del principio del reciproco riconoscimento delle decisioni di confisca, alla semplificazione dello scambio di informazioni e di intelligence e all'applicazione del principio del reciproco riconoscimento alle sentenze penali che irrogano pene detentive o misure privative della libertà personale, ai fini della loro esecuzione nell'Unione europea.
Segnala inoltre che dalla relazione illustrativa che accompagna il provvedimento presentato al Senato, tra le 181 procedure di infrazione per violazione del diritto comunitario o per mancata attuazione di direttive nell'ordinamento italiano ufficialmente aperte nei confronti dell'Italia, non risultano procedure di infrazione concernenti il Ministero della difesa.
In conclusione, osserva che il provvedimento in oggetto non appare presentare profili di specifico interesse della Commissione Difesa.
Con riferimento alla relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2007, osserva preliminarmente che essa era stata presentata nel corso della XV legislatura, il 31 gennaio 2008, dal Ministro per le politiche europee pro tempore Bonino ed è stata formalmente ripresentata nella legislatura in corso dal Ministro Ronchi, il 6 ottobre 2008. Poiché la relazione contiene un resoconto delle attività svolte dal Governo nel 2007 nonché alcune indicazioni sugli orientamenti che il Governo stesso avrebbe inteso seguire nel 2008 - ossia si riferisce ad un periodo ormai trascorso - ritiene opportuno procedere ad un esame sommario della relazione.
Ciò premesso, per quanto riguarda la Politica europea di difesa (PESD), con particolare riferimento alla partecipazione dell'Unione europea alle missioni internazionali, la Relazione evidenzia come l'Unione abbia ulteriormente sviluppato il proprio impegno in questo settore attraverso la partecipazione a missioni civili e militari che vanno dal mantenimento della pace e dal monitoraggio dell'attuazione dei processi di pace fino alla consulenza e all'assistenza nel settore militare, della polizia, del controllo delle frontiere e del consolidamento dello stato di diritto.
In particolare, la citata Relazione pone in risalto l'importante contributo che, nel quadro del processo di riforma della polizia afghana, viene svolto dall'Unione nell'ambito della missione EUPOL Afghanistan. La missione ha il compito di favorire lo sviluppo di una struttura di sicurezza afghana sostenibile ed efficace, in conformità agli standard internazionali.
Analogo risalto è dato dalla Relazione alla missione dell'Unione europea sullo Stato di diritto in Kosovo (EULEX KOSOVO), istituita con l'Azione comune 2008/124/PESC del Consiglio del 4 febbraio 2008. Ricorda che la missione sostiene le istituzioni, le autorità giudiziarie e i servizi di contrasto kosovari nell'evoluzione verso la sostenibilità e la responsabilizzazione del Paese, supportando, in particolare, lo sviluppo e il rafforzamento dei sistemi giudiziario, di polizia e doganale e favorendo, altresì, l'adesione di tali sistemi alle norme riconosciute a livello internazionale.
Sempre con riferimento all'area dei Balcani la Relazione pone, inoltre, in evidenza l'impegno dell'Unione nell'ambito dell'operazione ALTHEA e nella missione di polizia EUPM entrambe in Bosnia Erzegovina.
Conclude con l'osservare che la Relazione in esame riserva particolare attenzione alle iniziative assunte dall'Unione europea per sviluppare le capacità militari della difesa europea, con particolare riferimento alle iniziative intraprese nel settore industriale della difesa. Tali iniziative, si legge nella Relazione, sono dirette alla realizzazione di un sistema industriale integrato e interdipendente a livello europeo «senza il quale la maggiore autonomia operativa ricercata perderebbe concretezza e diventerebbe velleitaria».
In conclusione, nell'esprimere una valutazione positiva sui provvedimenti in esame, si riserva di presentare a conclusione

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del dibattito una proposta di relazione con riferimento al disegno di legge comunitaria e una proposta di parere con riguardo alla relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione Europea.

Edmondo CIRIELLI, presidente, considerato che il disegno di legge comunitaria 2008, come emerso dalla relazione svolta dal relatore, non reca disposizioni di specifica competenza della Commissione e preso atto dell'intendimento dei gruppi di non presentare proposte emendative al testo del citato provvedimento, non essendovi obiezioni, chiede al relatore di formulare una proposta di relazione sul disegno di legge in esame e una proposta di parere in ordine alla relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2007.

Giuseppe FALLICA (PdL), relatore, presenta una proposta di relazione favorevole sul disegno di legge comunitaria 2008, che illustra.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di relazione favorevole del relatore sul disegno di legge comunitaria 2008 e nomina il deputato Fallica relatore per riferire presso la Commissione Politiche dell'Unione europea (vedi allegato 2).

Giuseppe FALLICA (PdL), relatore, presenta una proposta di parere favorevole in ordine alla relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2007, che illustra (vedi allegato 3).

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva all'unanimità la proposta di parere favorevole in ordine alla relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2007.

La seduta termina alle 14.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'Ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.30 alle 14.35.

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 7 aprile 2009. - Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Guido Crosetto.

La seduta comincia alle 14.35.

Sui lavori della Commissione.

Edmondo CIRIELLI, presidente, ricorda che nell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, riunitosi poc'anzi, il rappresentante del Governo ha rappresentato l'esigenza che la Commissione esprima i pareri di competenza in ordine ai programmi iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna nel termine prescritto dalla legge n. 436 del 1988, attesa la necessità da parte del Governo di procedere all'emanazione degli atti concernenti i citati programmi subito dopo la scadenza del predetto termine. Ciò posto, non potrà farsi luogo alle audizioni prospettate dalla deputata Villecco Calipari nel corso della riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi la scorsa settimana, considerata la necessità che la Commissione esprima i pareri di propria competenza entro il prossimo 11 aprile.

Il sottosegretario Guido CROSETTO assicura che, nella seduta odierna, fornirà i necessari chiarimenti in ordine ai profili problematici evidenziati nel corso della seduta del 25 marzo 2009 in ordine ai programmi d'arma all'esame della Commissione.

Programma pluriennale di A/R n. SMD 02/2009, relativo all'acquisizione del sistema d'arma Joint Strike Fighter e realizzazione dell'associata linea FACO/MRO&U (Final assembly and check out/Maintenance, repair, overhaul&upgrade) nazionale.
Atto n. 65.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 25 marzo 2009.

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Edmondo CIRIELLI, presidente, esprime preoccupazione circa i rapporti commerciali Italia-USA che riguardano anche il presente programma di armamento, alla luce dei recenti sviluppi della vicenda concernente la possibile revoca dell'acquisto da parte degli Stati Uniti degli elicotteri presidenziali prodotti dall'industria italiana.

Il sottosegretario Guido CROSETTO, ricorda che nella scorsa seduta aveva osservato che «la scheda dello Stato Maggiore della difesa non contiene indicazioni specifiche sulle modalità di finanziamento dei costi del programma, ma riferisce che il finanziamento potrà avvenire attraverso risorse contenute nello Stato di previsione del Ministero della difesa o verosimilmente attraverso fondi allocati in altre poste di bilancio esterne a quello della Difesa. La nota illustrativa allegata alla richiesta di parere evidenzia altresì che il ricorso a fondi extrabilancio della Difesa appare ancora più ipotizzabile a partire dal 2011». In proposito, osserva come il programma JSF risulti importante sia operativamente che finanziariamente, si sviluppa su oltre un ventennio, mentre il bilancio sottostà ancora al principio di annualità e previsionalmente della triennalità, come recentemente definito dalle disposizioni pluriennali recate dai documenti di finanza pubblica. In tale contesto, appare doversi applicare a detto programma, per il futuro e sotto gli indirizzi e valutazioni governative del caso, un approccio olistico e sistemico con gli altri principali programmi di investimento della Difesa, per individuare ogni consentita fonte di alimentazione finanziaria che certamente potrà basarsi anche sulle disponibilità a bilancio già individuate nell'ambito del bilancio triennale. Successivamente dovranno essere predisposti e rinnovati idonei strumenti di prosecuzione a livello governativo, quale ad esempio, ma non solo, la idonea ridotazione del «Fondo per la realizzazione di programmi di investimento pluriennale per esigenza di difesa nazionale, anche derivante da accordi internazionali» (attualmente ridotato fino al 2011), attese le importanti ricadute imprenditoriali, tecnologiche e occupazionali. Ciò, nella medesima ottica che ha portato il Governo a dar corso ai lavori di una Commissione interministeriale di alta consulenza per la riforma della Difesa, funzione istituzionale che non è confinata al solo Dicastero competente, ma costituisce bene comune di tutte le articolazioni dello Stato.
In questo quadro, sarà svolta un'analisi attenta e saranno individuate le azioni concrete da intraprendere che saranno oggetto di puntuale e periodica relazione al Parlamento.
Sempre in occasione della precedente seduta, ricorda che il Presidente Cirielli aveva rilevato l'opportunità che il Governo fornisse chiarimenti su taluni aspetti del Programma in esame, ritenendo in particolare necessario che si chiarissero i motivi che sono alla base della decisione di porre mano ad un gravoso programma di realizzazione di caccia di quinta generazione, non essendo ancora stato completato il programma relativo a quello di quarta generazione, ovvero gli Eurofighter.
In proposito, osserva che il principale motivo che ha determinato la partecipazione dell'Italia al Programma è il soddisfacimento dell'esigenza operativa redatta congiuntamente dalle due Forze Armate (2001), che delinea un sistema necessario per operare nei futuri scenari prevedibili, che richiedono spiccate caratteristiche net-centriche ed avanzatissime capacità di rilevamento e scambio delle informazioni, con elevato grado di interoperabilità e supportabilità fuori area, aumentando il livello di sopravvivenza degli equipaggi nazionali e riducendo moltissimo l'evenienza di causare danni collaterali.
L'Italia potrà così disporre di un assetto idoneo ad assolvere tutte le prevedibili tipologie d'intervento degli scenari futuri. Inoltre, nelle future coalizioni internazionali e l'Italia potrà offrire un elevato contributo qualitativo in ambienti con spiccati requisiti net-centrici che escluderanno di fatto i Paesi che non saranno in grado di integrarsi.

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Tale esigenza operativa si sposa con la necessità di sostituire le attuali linee AM-X, Tornado e AV-8B a partire dal 2014 per problematiche di obsolescenza (elevati costi per assicurare un adeguato supporto logistico) e di inadeguate capacità ad operare negli attuali scenari.
Per quanto riguarda la sovrapposizione con Eurofighter, fa presente che la fase di produzione, grazie agli accordi che si stanno finalizzando con i partners del programma europeo, l'eventuale sovrapposizione dovrebbe essere estremamente limitata nel tempo in quanto la fine della produzione di EFA sarà praticamente allineata con l'inizio di quella del JSF. Dal punto di vista delle capacità, inoltre, evidenzia che il programma JSF non è in contrasto con Eurofighter, ma è ad esso complementare; si tratta, infatti, di velivoli di generazione diversa rispetto ad Eurofighter che non sarà mai in grado di esprimere alcune delle capacità di JSF che, per diversi aspetti progettuali ne fanno un sistema dalle caratteristiche rivoluzionarie con applicazioni che introdurranno delle metodologie altrettanto rivoluzionarie nell'impiego del mezzo aereo.
Inoltre, ricorda altresì che nella scorsa seduta il Presidente aveva inoltre segnalato l'esigenza di fornire le motivazioni che sono alla base della scelta di un programma, quale il JSF, basato sul criterio della best value, rispetto ad un programma quale l'Eurofighter, che è tutto europeo e consente di dare pieno risalto alle aziende nazionali.
In proposito, sottolinea che, allo scopo di contenere quanto più possibile i costi e conseguire gli obiettivi di sostenibilità che costituiscono uno dei pilastri fondamentali del programma, la partecipazione industriale nel programma JSF è basata sul principio competitivo del «Best Value». Ciò significa che, a differenza di quanto accade per molti altri programmi per la Difesa a cui l'Italia ha partecipato e partecipa, i contratti governativi di approvvigionamento non prevedono ritorni industriali garantiti. I fornitori, infatti, sono individuati dalle ditte capocommesse in regime di competizione e di verifica delle prestazioni in termini di competenza, qualità, costo e affidabilità.
L'industria nazionale è quindi chiamata a partecipare alle competizioni indette dai Prime Contractors e/o dagli Original Equipment Manufacturer (OEM), nonché a negoziare accordi di cooperazione interindustriale.
Chiaramente, come è stato rappresentato anche in occasione dell'adesione al PSFD MoU, non si tratta di un principio assoluto ma temperato da accordi sia governativi sia industriali. Il ruolo della Difesa, in questo programma, è proprio quello di agire a supporto e monitorando la partecipazione industriale nazionale. A tale scopo, il Ministero Difesa ha effettuato, effettua tuttora e continuerà ad effettuare numerose attività ed iniziative, sia a livello strategico che operativo, a supporto dell'industria nazionale mediante continui contatti sia con gli enti governativi sia con le tre ditte capocommesse del programma per facilitare la concretizzazione delle opportunità di partecipazione industriale.
Uno degli aspetti da sottolineare è che il principio Best Value ha permesso una decisa apertura della nostra industria alla competizione internazionale che, volenti o nolenti, rappresenta il futuro delle attività industriali proiettate non più in un mercato chiuso e protetto, ma aperto e competitivo.
La decisione nazionale di aderire anche alla fase di acquisizione del sistema darà ulteriore impulso alla capacità negoziale sia governativa sia industriale.
Esiste, poi, un aspetto di strategia industriale della difesa che il Governo, in continuità con le importanti decisioni bipartisan adottate dal 1998 al 2007 in relazione al programma JSF, ritiene necessario preservare l'opportunità che la nostra industria aerospaziale possa far parte dell'unico programma di sviluppo e produzione di un sistema di quinta generazione necessario a far rimanere la nostra industria nel ristretto novero di quelle ad alta tecnologia. Non partecipare a questo programma vorrebbe dire relegare l'industria

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aerospaziale italiana ad un ruolo di secondo livello nel panorama mondiale.
Ricorda altresì che il Presidente Cirielli aveva ritenuto inoltre necessario un chiarimento sul ruolo delle aziende italiane nel Programma, sollecitando un impegno specifico da parte del Governo per assicurare un ritorno in termini di tecnologia e di ricadute economiche.
Al riguardo, rileva che il sistema industriale italiano, grazie alla realizzazione della capacità FACO/MRO&U, potrà disporre di un ritorno tecnologico senza pari tra i Paesi che partecipano al programma. La possibilità di poter assemblare e testare il sistema prima della consegna garantirà una visibilità preclusa agli altri partners di II e III livello. La FACO/MRO&U inoltre intende proporsi quale centro di riferimento per le attività di manutenzione, riparazione ed aggiornamento dei velivoli JSF che opereranno nel bacino europeo e mediterraneo, consentendo all'industria nazionale di assumere un ruolo di naturale leadership nel panorama europeo nel settore del sostegno logistico per tutto il ciclo di vita del velivolo.
In alcuni settori, considerati oggi di importanza strategica per la difesa statunitense, il coinvolgimento di alcune ditte nazionali è ancora limitato. L'esperienza insegna, tuttavia, che un deciso impegno verso un programma consente il rilascio costante di informazioni che in una fase iniziale non sarebbero pensabili; si tratta anche di una sorta di difesa delle tecnologie pregiate e che è comune a tutte le Nazioni, Italia compresa, quando un potenziale acquirente dimostra interesse verso un prodotto di nicchia, frutto di intensivi programmi di sviluppo, senza che ci sia un forte impegno all'acquisizione.
D'altro canto non si può ignorare che l'autorizzazione a realizzare la capacità FACO, che oggi viene data per acquisita, fino a pochi anni fa sembrava estremamente difficile da conseguire. Inoltre, bisogna tenere conto della disponibilità data all'Italia dal Governo statunitense di partecipare ad un'attività altamente classificata quale l'Initial Operational Test and Evaluation del sistema JSF e la recente ammissione alla fase di Development Test and Evaluation di alcuni ingegneri sperimentatori del Reparto Sperimentale di Volo dell'Aeronautica militare.
Infine, il Presidente Cirielli aveva segnalato l'esigenza che il Governo motivasse adeguatamente l'opzione a favore di Cameri in luogo di altre località economicamente più svantaggiate.
A tale riguardo, evidenzia che il Governo statunitense ha chiesto che, per ragioni di sicurezza, la FACO/MRO&U venga realizzata su un sedime militare. In proposito, ritiene che la base di Cameri offra delle garanzie superiori a quelle di altri siti ed è stata selezionata anche in base a criteri di competenza tecnica, ottimizzazione delle risorse e degli investimenti a suo tempo fatti per costituire il 1o Reparto Manutenzione Velivoli per le linee dei velivoli Tornado ed EF2000.
Osserva che tale Reparto ha conseguito livelli di eccellenza e che al suo interno vi sono esempi di «partecipazione pubblica privata» (Amministrazione Difesa/Alenia) che caratterizzeranno sicuramente il prosieguo del programma nelle sue fasi di sostegno logistico.
Non può essere negato, poi, che l'eccellenza industriale nazionale sui velivoli ad elevate prestazioni si trova nell'area del nord-ovest e che la collocazione della FACO/MRO&U in quest'area godrebbe anche di quelle sinergie.
In ordine ai rilievi formulati dal deputato Cicu che aveva prospettato ritorni industriali inferiori a 150 milioni di dollari che, non soddisfacendo le aspettative dell'industria nazionale, richiederebbero un supporto sul piano politico, militare e finanziario per superare le resistenze degli Stati Uniti al trasferimento delle tecnologie e aveva pertanto formulato l'auspicio che il Governo gestisca la questione promuovendo l'autentica partecipazione al processo, evidenzia che i contratti già firmati dalle industrie nazionali ammontano a circa 188 milioni di dollari. Tale cifra può sembrare esigua ma è coerente con il previsto profilo globale di produzione che vedrà aumentare la nostra partecipazione man mano che aumenterà la

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produzione dei velivoli e che progrediranno le attività reali di produzione, fase questa che, ricorda, è oggi solo all'inizio.
La stima della partecipazione industriale cumulativa per le fasi di sviluppo e produzione del velivolo, separatamente per le differenti categorie di opportunità, è in costante evoluzione, e il piano delle opportunità viene aggiornato periodicamente. La realizzazione completa di tutte le opportunità finora individuate porterebbe ad un volume complessivo di circa 10 B$, di cui circa 2 B$ da realizzare prima del lancio della Full Rate Production (2017).
A queste opportunità devono inoltre essere aggiunti i ritorni legati alla produzione dei componenti per il motore del velivolo, volume che eccede il miliardo di dollari
È da sottolineare che la suddetta stima delle opportunità non include quelle relative alla FACO/MRO&U, stimate al momento in 1,5 B$, né quelle relative alle fasi di supporto logistico e sviluppo successivo, enorme volume di attività le cui opportunità sono tutte da identificare. Non includono inoltre le attività relative all'integrazione di eventuali requisiti specifici nazionali, che possono essere dirette sull'industria nazionale.
Se da una parte l'industria nazionale paventa un ritorno inadeguato soprattutto nei confronti di programmi come Eurofighter, si desidera rappresentare, a titolo di esempio, che a fronte di una produzione di 600 semiali del caccia europeo Alenia produrrà più di 1200 ali complete e di tronco di fusoliera associata per un totale di più di 2400 semiali; ed ancora, a fronte dei recenti programmi di cooperazione europea che hanno visto l'impegno di produzione attorno al centinaio di unità, nella FACO italiana saranno assemblati più di 210 aerei ad elevate prestazioni.
Per quanto riguarda il supporto del Governo al programma, assicura il massimo impegno da parte del Ministero della Difesa e ritiene che un ulteriore impulso alla capacità negoziale sarà dato dall'approvazione del programma in esame, in quanto risulterà chiara al partner principale la reale intenzione dell'Italia di perseguirlo in maniera convinta e adeguata al suo livello di partecipazione.
In merito alle osservazioni formulate dalla deputata Villecco Calipari, rinvia ai chiarimenti poc'anzi forniti in merito ai diversi profili problematici che erano stati evidenziati dal Presidente Cirielli e dal deputato Cicu.
Per quanto riguarda le osservazioni del deputato Ascierto, secondo il quale si dovrebbe proseguire nel gettare le basi per la realizzazione di un esercito europeo e di progetti tecnologici ai quali prenda parte l'Europa come tale, ricorda che a partire dal 2006, l'Italia ha iniziato un dialogo con l'Olanda per definire una spiccata impronta europea del programma JSF. Tale iniziativa, denominata «European Footprint», è culminata con la firma nel marzo 2006 di un accordo intergovernativo tra Italia e Olanda, successivamente allargato alla Norvegia nel giugno 2007. Tale Production & Sustainment MOU, accordo ombrello di collaborazione nel campo della produzione e del supporto logistico, si pone l'obiettivo di favorire l'implementazione del programma JSF in Europa, realizzando sinergie tra le aspirazioni nazionali dei Paesi partecipanti.
Si ritiene che questa iniziativa sia in accordo ad una politica di rafforzamento della cooperazione europea, sia pur nel rispetto dei principi del programma di cooperazione internazionale del JSF.
Per quanto riguarda le preoccupazioni espresse dal deputato Di Stanislao in merito alla possibile perdita di dignità che il nostro Paese potrebbe subire a causa del ruolo che esso è destinato a giocare nel partenariato connesso alla realizzazione del programma JSF, sottolinea che la partecipazione italiana al programma metterà l'Italia in una posizione di rilievo in ambito internazionale ed europeo.
La disponibilità di un sistema quale il JSF permetterà all'Italia di avere in dotazione un assetto idoneo ad assolvere tutte le prevedibili tipologie d'intervento degli scenari futuri. Inoltre, nelle future coalizioni internazionali il Paese potrà offrire un elevato contributo qualitativo in ambienti

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con spiccati requisiti net-centrici che escluderanno di fatto i Paesi che non saranno in grado di integrarsi.
Inoltre, nell'analisi della capacità FACO/MRO&U, deve essere tenuto in adeguata considerazione il fatto che tale capacità si pone per il futuro quale spina dorsale di un sistema di supporto regionale europeo/mediterraneo pienamente integrato nella soluzione globale di supporto logistico del programma, a favore di tutti i velivoli JSF dei partecipanti che opereranno in Europa e nell'area mediterranea e assumerà quindi un ruolo di preminenza nello scacchiere europeo e mediterraneo.
Sempre riguardo ai chiarimenti chiesti dal deputato Di Stanislao circa il modo in cui i benefici si potranno distribuire sul territorio nazionale e sugli effetti del programma in termini occupazionali, fa presente che attualmente sono coinvolte nel programma JSF 30 industrie nazionali con circa 40 siti distribuiti sul territorio nazionale, in una forma o nell'altra e a diversi livelli di partecipazione.
Per quanto riguarda, il ritorno occupazionale, stime industriali quantificano nel numero di 10000 i lavoratori che saranno direttamente impiegati nel programma, senza considerare l'indotto. Il programma JSF assicurerà, pertanto, un ritorno occupazionale simile a quello oggi garantito dal programma Eurofighter.
Per quanto riguarda inoltre le osservazioni del deputato Rosato in ordine alla sussistenza di un gap considerevole, pari a circa il 50 per cento, tra i costi stimati e i ritorni e le quote di mercato che le imprese italiane acquisirebbero, rinvia ai chiarimenti già forniti in merito ai profili problematici inerenti i ritorni industriali evidenziati dal deputato Cicu.
Infine, intende effettuare una precisazione rispetto a quanto riferito dal presidente di Finmeccanica nell'intervento svolto presso la Commissione Difesa della Camera nel corso della sua audizione del 1o aprile scorso, circa l'aumento del costo di ciascun velivolo JSF da 30 milioni a 120 milioni di dollari.
In proposito, osserva che il modello di stima del costo unitario del velivolo JSF (Unit Recurring Flyaway - URF) si è progressivamente affinato nel tempo dall'inizio del programma ad oggi, man mano che sono stati raccolti e resi disponibili dati sempre più oggettivi sui processi produttivi ed i relativi costi. Ciò premesso, evidenzia quindi la difficoltà di stimare il costo del ciclo produttivo di un velivolo di nuova generazione, in un momento in cui il primo lotto di produzione (LRIP 1) è stato lanciato solo da 3 anni (nel 2006) e non è ancora terminato. Nell'evoluzione del modello la stima di costo URF è passata nel tempo da circa 37M$ a circa 50M$ (a condizioni economiche 2002).
Probabilmente, il dott. Guarguaglini ha paragonato l'URF iniziale all'Average Procurement Unit Cost del JSF stimato dal JPO, ossia ha paragonato la stima iniziale del costo URF, che include solo il velivolo e i sistemi di bordo, al costo di Procurement che include anche gli equipaggiamenti non ricorrenti, gli ancillary equipment, i dati tecnici e le pubblicazioni, i servizi della ditta, gli equipaggiamenti di supporto e di addestramento, l'addestramento industriale e i pezzi di ricambio iniziali. Il costo di procurement, infatti, include oltre al velivolo, tutto ciò che serve per poterlo operare. Si tratta pertanto di un raffronto che, a suo avviso, non risulta corretto.

Edmondo CIRIELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Programma pluriennale di A/R n. SMD 03/2009, relativo all'acquisizione di due velivoli con capacità SIGINT - multi sensore e multi missione JAMMS - Joint airborne multisensor multimission system.
Atto n. 66.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 25 marzo 2009.

Il sottosegretario Guido CROSETTO, in merito ai rilievi formulati dal relatore

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riguardo al fatto che la Nota aggiuntiva allo stato di previsione della difesa per il 2009 non indica alcuno stanziamento finalizzato al programma di acquisizione di velivoli con capacità JAMMS, evidenzia che sono in corso le pertinenti attività di valutazione e compatibilità/percorribilità di alimentazione finanziaria del programma in esame. Al riguardo, fa presente che sono stati identificati gli idonei spazi finanziari, in seguito anche alla rimodulazione di programmi in fase di attuazione tecnico/amministrativa e alla luce delle rinnovate esigenze in termini capacitivi, emerse nel corso del corrente esercizio finanziario.

Edmondo CIRIELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Programma pluriennale di A/R n. SMD 01/2009, relativo alla digitalizzazione dei principali mezzi, sistemi e componenti di una Forza NEC (Network enabled capability) articolata su una Forza media digitalizzata a connotazione terrestre e su una Forza da sbarco digitalizzata (prima fase).
Atto n. 67.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 25 marzo 2009.

Il sottosegretario Guido CROSETTO, in merito ai chiarimenti chiesti dal relatore riguardo a quanto riportato dalla Nota aggiuntiva allo Stato di previsione del Ministero della difesa per il 2009 secondo cui « il Programma è in parte sostenuto anche con risorse a valere sul Dicastero dello Sviluppo economico», sottolinea che allo stato attuale sono state avviate tutte le attività tecnico/amministrative per l'attivazione della convenzione con il Ministero dello sviluppo economico per il sostegno del programma «Forza NEC» attraverso i contributi previsti dalla legge n. 421 del 1996, nell'ambito della confermata disponibilità dei volumi finanziari necessari per il corrente triennio, come recentemente definito dalle disposizioni pluriennali recate dai documenti di finanza pubblica.

Edmondo CIRIELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE REFERENTE

Incentivi per favorire, nelle regioni dell'arco alpino, il reclutamento di militari volontari nei reparti delle truppe alpine.
Testo unificato C. 607 Caparini e C. 1897 Cirielli.