CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 24 settembre 2008
60.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI

Mercoledì 24 settembre 2008. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Giuseppe Maria Reina.

La seduta comincia alle 14.15.

5-00331 Tommaso Foti: Adeguamento dello svincolo autostradale di Castel San Giovanni.

Il sottosegretario Giuseppe Maria REINA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Tommaso FOTI (PdL) si dichiara soddisfatto della risposta del Governo.

5-00332 Tommaso Foti: Condizioni della strada statale n. 45 di Val Trebbia.

Il sottosegretario Giuseppe Maria REINA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Tommaso FOTI (PdL) si dichiara soddisfatto della risposta del Governo.

La seduta termina alle 14.20.

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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Mercoledì 24 settembre 2008. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia.

La seduta comincia alle 14.30.

Angelo ALESSANDRI, presidente, comunica che, come concordato nell'ambito dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, le interrogazioni a risposta immediata hanno ad oggetto questioni relative alla protezione dell'ambiente e alla tutela del territorio e del mare.
Ricorda altresì che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del Regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Ne dispone, pertanto, l'attivazione.

5-00355 Guido Dussin: Interpretazione delle norme sulle materie prime secondarie.

Renato Walter TOGNI (LNP), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, rinuncia ad illustrarne il contenuto.

Il sottosegretario Roberto MENIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Renato Walter TOGNI (LNP) ringrazia il rappresentante del Governo per la risposta, di cui si dichiara soddisfatto.

5-00356 Tortoli: Inquinamento di un bacino nel complesso del Monte Amiata.

Roberto TORTOLI (PdL) illustra l'interrogazione in titolo, sottolineando che essa riguarda il serio problema dell'impatto ambientale delle centrali geotermiche presenti sul Monte Amiata. Al riguardo, ritiene che le opzioni in materia siano le seguenti: chiudere da subito tutti gli impianti; continuare a svolgere le attività come se non vi sia alcun problema; intervenire sulle questioni ambientali in modo serio, con una soluzione di tipo strutturale. Osserva che, a suo avviso, l'opzione che si è finora seguita è la seconda, mentre l'opzione ideale da perseguire sarebbe la terza, che richiede l'individuazione di soluzioni stabili e durature.

Il sottosegretario Roberto MENIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Roberto TORTOLI (PdL) ringrazia il rappresentante del Governo per la risposta fornita, che indica la chiara volontà del Ministero di affrontare con serietà il problema, per la prima volta, nella consapevolezza della complessità delle questioni sul tappeto. Si augura, pertanto, che lo stesso Ministero possa finalmente ovviare a talune perplessità insorte sulla vicenda della geotermia nelle aree del Monte Amiata, verificando come sia possibile che le centrali geotermiche continuino a produrre una serie di emissioni di gas inquinanti in atmosfera, in assenza di attività di monitoraggio continuo da parte dei soggetti competenti. Auspica, in particolare, che il Governo - come sembra emergere dalla risposta odierna - ponga al centro del proprio impegno la soluzione di talune problematiche prioritarie, che - a suo giudizio - riguardano i seguenti aspetti: le incongruenze tra le reiterate relazioni integrative dell'ARPAT, che hanno confermato l'esistenza di problemi di natura ambientale, e l'attuale situazione di continuità nell'esercizio degli impianti; l'anomala metodologia di calcolo dei valori inquinanti, che vengono arbitrariamente frazionati in ragione degli impianti e delle turbine di produzione di energia elettrica, oltre che dei volumi di aria pompata attraverso le torri di raffreddamento; il mantenimento di un volume di emissioni che anche la magistratura ha definito

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intollerabili; la circostanza per cui l'ENEL, più volte condannata per tali attività, non adempie alle prescrizioni ambientali; il rinnovo delle concessioni e l'autorizzazione alle varianti agli impianti, pur in assenza di agibilità e di valutazione di impatto ambientale positiva; il mancato utilizzo delle migliori tecnologie disponibili; la mancata soluzione del problema relativo all'inquinamento delle falde acquifere, che alimentano la numerosa popolazione residente.

5-00357 Libè: Effetti ambientali del recente incendio verificatosi in una raffineria nel comune di Busalla.

Mauro LIBÈ (UdC) illustra l'interrogazione in titolo, segnalando come l'intervento della regione Liguria nella soluzione dei problemi legati all'impianto in questione appare al momento debole, considerato anche che tale struttura è collocata nel pieno centro abitato. Chiede, a tal fine, la massima attenzione del Governo sulla questione, per quanto è nelle sue competenze.

Il sottosegretario Roberto MENIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

Mauro LIBÈ (UdC) ringrazia il rappresentante del Governo per la dettagliata risposta, che ha fornito rassicurazioni sull'evento occorso alla fine del mese di luglio. Sollecita, peraltro, il Ministero a monitorare - per quanto di competenza statale - la situazione dell'impianto di Busalla, tenendo in considerazione tutti i problemi sul tappeto, con particolare riferimento alle questioni ambientali e sanitarie, che continuano a causare forti preoccupazioni presso le popolazioni locali.

Angelo ALESSANDRI, dichiara conclusa la seduta dedicata allo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta termina alle 14.55.

RISOLUZIONI

Mercoledì 24 settembre 2008. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia.

La seduta comincia alle 14.55.

7-00039 Alessandri: Recupero ambientale dello stabilimento metallurgico di Servola.
(Discussione e conclusione - Approvazione della risoluzione n. 8-00009).

La Commissione inizia la discussione.

Angelo ALESSANDRI, presidente, illustra il contenuto della risoluzione in discussione, che affronta l'annosa vicenda della cosiddetta «Ferriera di Servola», un impianto siderurgico che sorge nel rione di Servola a Trieste, volto alla produzione di coke siderurgico, ghise di alto forno ed altri materiali della siderurgia. Preliminarmente, rileva che da anni l'impianto è al centro delle attenzioni della cronaca nazionale e di quella locale, per via dell'estremo grado di pericolosità ambientale in cui esso versa, per i rischi che il suo funzionamento comporta per la salute dei cittadini, oltre che per i danni da inquinamento che sta provocando ai suoli ad alle acque, sia di falda sia marine. Negli ultimi anni, inoltre, il caso della Ferriera di Servola è finito sotto l'attenzione della magistratura ed è divenuto oggetto d'intervento del Ministero dell'ambiente della tutela del territorio e del mare, che ha constatato, già a decorrere dal 2003, la sua grave insicurezza ambientale ed intimato alla proprietà di provvedere con massima urgenza alla realizzazione di interventi di caratterizzazione e di messa in sicurezza d'emergenza.
Sottolinea, quindi, da un lato, che lo stabilimento in questione opera con impianti ormai obsoleti, poco efficienti e perciò assai inquinanti, emettendo polveri

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diffuse, sostanze aromatiche e scarichi nocivi, dall'altro, che la popolazione di Servola non è più disponibile a convivere con questo disastro ambientale sul proprio territorio, temendo ormai che tra i gas inquinanti che è costretta a respirare vi sia anche diossina. Ricorda, quindi, di avere effettuato personalmente un sopralluogo nell'area, ascoltando le doglianze della popolazione e verificando la gravità della situazione che risulta di estrema criticità ambientale. Ricorda, altresì, che nel 2003, su iniziativa dell'allora Ministero delle attività produttive, furono assunte azioni per la definizione di un accordo di programma per l'organico riassetto dell'area industriale e che in quell'ambito venne tra l'altro siglato un Protocollo di intesa per lo «Sviluppo dell'area industriale di Servola (Trieste)», che prevedeva la dismissione delle attività siderurgiche nell'area entro il 2009. Tuttavia, della volontà di chiudere il complesso industriale entro il 2009 e di riconvertire la ferriera in attività economiche maggiormente sicure e compatibili non sembra vi sia più traccia, tanto che neppure l'impegno della società Servola s.p.a. di realizzare interventi urgenti di messa in sicurezza di emergenza sembra avere avuto riscontri concreti, dal momento che lo stesso Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, appena otto mesi fa, ha inoltrato alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Trieste una informativa per gli eventuali provvedimenti del caso, evidenziando le inadempienze della società in tema di caratterizzazione e messa in sicurezza d'emergenza nelle aree di proprietà ed in concessione.
Segnala, quindi, che per questi gravi motivi è intervenuta anche la Regione Friuli Venezia Giulia, decidendo di attivarsi per giungere alla chiusura di questo impianto siderurgico e per procedere alla sua bonifica ed alla riconversione totale dell'area, precisando che, se è vero che si tratta di competenze regionali, è altrettanto vero che in materia può agire anche lo Stato. Evidenzia, infatti, che con la risoluzione in discussione si intendere chiedere al Governo di attivarsi affinché, collaborando con la regione Friuli Venezia Giulia e in sintonia con la popolazione locale, si possa realizzare un accordo di programma per la reindustrializzazione dell'area inquinata che ospita gli impianti della Ferriera di Servola, prioritariamente prevedendo interventi compensativi anche per il mantenimento occupazionale dei lavoratori interessati e, se del caso, operando a norma dell'articolo 252-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006, relativo ai siti di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale.
Al riguardo, esprime la propria ferma convinzione che un tale impegno possa essere concretamente assunto dal Governo, anche alla luce del fatto che lo stesso Governo ha previsto nel disegno di legge collegato alla manovra finanziaria (A.C. 1441-ter), attualmente all'esame della X Commissione della Camera, specifici interventi volti alla reindustrializzazione di aree industriali inquinate del tutto comparabili alla situazione della Ferriera di Servola. Formula, pertanto, l'auspicio che la Commissione possa approvare sin dalla seduta odierna la risoluzione in discussione.

Carlo MONAI (IdV) dichiara anzitutto l'intenzione di sottoscrivere la risoluzione in discussione, ringraziando il Presidente per aver voluto accogliere favorevolmente tale intendimento. Sottolinea, infatti, che l'atto di indirizzo in titolo interpreta correttamente le preoccupazioni e le giuste istanze delle popolazioni coinvolte, poiché non intende ignorare la gravità della situazione in cui versano da anni strutture e impianti ormai obsoleti, «accerchiati» da numerose abitazioni, a loro volta «soffocate» dalle esalazioni nocive che da quegli impianti provengono. Ricorda che la presa in carico del problema da parte della regione ha portato, negli anni scorsi, alla definizione di un Protocollo di intesa per lo sviluppo dell'area industriale di Servola; tuttavia, la proprietà dello stabilimento non ha assolto agli impegni assunti, con conseguenti

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strascichi anche di tipo giudiziario. Sottolinea, inoltre, come su questo tema si sia radicato sul territorio un forte movimento di opinione, fondato sulla consapevolezza che il futuro e lo sviluppo della città di Trieste non è conciliabile con un problema e una minaccia ambientale di tali proporzioni.
In conclusione, ritiene che sia senz'altro da condividere sia l'obiettivo che la risoluzione in discussione si prefigge, vale a dire quello della chiusura dello stabilimento in questione (fatte salve, naturalmente, le più ampie garanzie sul versante occupazionale), sia il metodo di lavoro che si prefigura, che è quello di una leale collaborazione fra Stato e regione per rendere possibile, concretamente, una riconversione dell'area compatibile con lo sviluppo delle attività portuali della città. Coglie l'occasione, infine, per segnalare che una situazione analoga in Friuli si registra nel caso dello stabilimento della società Caffaro, anch'esso caratterizzato da obsolescenza degli impianti e da rilevanti problemi di inquinamento ambientale: anche in quest'ultima situazione è necessario, a suo avviso, attivare tutte le energie disponibili, procedendo in stretta collaborazione fra lo Stato e la regione Friuli Venezia Giulia, anche per dare una risposta positiva alle esigenze di tutela della salute dei cittadini e di riconversione e sviluppo industriale delle aree interessate.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) ringrazia anzitutto il Presidente per l'interessamento e per l'impegno profuso in prima persona per arrivare ad una positiva soluzione della questione oggetto della risoluzione in discussione. Ringrazia, inoltre, il rappresentante del Governo per l'attenzione con cui ha costantemente seguito la vicenda, oltre che il deputato Monai, per la coraggiosa presa di posizione appena espressa, la quale rappresenta un chiaro segnale di discontinuità rispetto ai recenti orientamenti delle forze di centrosinistra triestine e della stessa regione Friuli Venezia Giulia. Rimarca, quindi, la gravità della situazione ambientale della Ferriera di Servola e sottolinea l'urgenza di una risposta forte delle istituzioni rispetto alle giuste esigenze e preoccupazioni delle popolazioni coinvolte, le quali rischiano di rimanere sempre più disorientate e distaccate rispetto a una politica che continua a discutere sui livelli di inquinamento e non tiene conto di una realtà quotidiana nella quale i segnali di estremo pericolo ambientale e sanitario, soprattutto per le giovani generazioni, sono di tutta evidenza.
Nel sottolineare, inoltre, che la società proprietaria degli impianti ha già annunciato di voler procedere, comunque, alla chiusura dello stabilimento industriale nel 2013 e che, pertanto, al di là di ogni ragionevole preoccupazione per la salvaguardia dei livelli occupazionali, ogni ritardo nell'azione per la riconversione delle aree interessate rischia di tradursi in un regalo alla stessa proprietà delle aree interessate, auspica che il Governo intervenga rapidamente per restituire dignità ai cittadini, nella convinzione che all'intervento trainante dell'Esecutivo farà seguito un convergente impegno della regione.

Raffaella MARIANI (PD), preso atto dell'auspicio formulato dal Presidente di concludere sin dalla corrente seduta - e senza la possibilità di svolgere ulteriori approfondimenti istruttori - la discussione sull'atto di indirizzo in titolo, fa presente che il suo gruppo condivide le finalità della risoluzione, considerata anche l'esigenza di giungere in tempi quanto mai rapidi all'avvio di un piano di riconversione dell'area, in modo da assicurare - per un verso - la tutela ambientale e sanitaria dei cittadini e - per altro verso - la garanzia dei livelli occupazionali esistenti. Al riguardo, peraltro, intende precisare che l'eventuale assenso al testo della risoluzione in discussione è condizionato ad una sua riformulazione, nel senso di assicurare che vi sia un serio progetto di bonifica e dismissione dell'area, da adottare in tempi certi, che valuti in prospettiva le

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migliori soluzioni possibili, anche al fine di garantire la tutela dell'occupazione dei lavoratori coinvolti.

Mauro LIBÈ (UdC) condivide il contenuto della risoluzione in discussione, alla cui approvazione il suo gruppo si dichiara disponibile anche in tempi rapidi e pur in assenza dei consueti approfondimenti istruttori. In ogni caso, ritiene necessario che il testo della risoluzione sia opportunamente riformulato, nel senso di assicurare tempi certi alle procedure di pianificazione del progetto di riconversione, in modo da non concedere alcun «alibi» rispetto alla definitiva soluzione della vicenda.

Angelo ALESSANDRI, presidente, alla luce degli elementi emersi nel corso della discussione, presenta una nuova versione della sua risoluzione (vedi allegato 6), con cui intende recepire le sollecitazioni ricevute dai deputati intervenuti.

Il sottosegretario Roberto MENIA condivide il rilievo dato alla vicenda oggetto della risoluzione in discussione, che dichiara di conoscere in modo approfondito e che, da anni, è oggetto di ampio e appassionato dibattito fra le forze politiche sul territorio. Puntualizza che, se è vero che la Ferriera di Servola venne insediata cent'anni fa su un'area allora scollegata dal tessuto urbano e su questo dato la proprietà dello stabilimento ha sempre fondato le proprie prese di posizione, è altrettanto vero che proprio su quelle aree, nel dopoguerra, vennero insediate comunità di profughi istriani e che, da quei primi insediamenti, è derivato un consolidamento del tessuto urbano a ridosso del sito industriale, il quale è all'origine della grave situazione attuale e dei pesanti rischi amibientali e sanitari che quotidianamente subiscono le popolazioni. Pur riconoscendosi pienamente nel contenuto della risoluzione in discussione, osserva peraltro che per il Governo è oggettivamente difficile assumere un impegno per la chiusura, in tempi quanto mai ravvicinati, di uno stabilimento la cui proprietà è di natura privata: si tratta, infatti, di un impegno che confliggerebbe con i principi fondamentali dell'ordinamento, che riconosce pienamente la proprietà privata e il libero esercizio dell'impresa. Si dichiara convinto che esistano regole che limitano e regolamentano tale libertà: nel caso in questione, ritiene che tali limiti vadano pienamente osservati a tutela della salute dei cittadini e nell'interesse dello sviluppo e del futuro della città di Trieste. Al riguardo, ricorda che proprio dalla loro applicazione, da parte degli organi competenti, nel corso degli anni sono scaturiti diversi provvedimenti restrittivi, anche di natura giudiziaria. Sottolinea, altresì, che l'area sulla quale insiste lo stabilimento della Ferriera di Servola ricade in un territorio di importanza strategica per lo sviluppo delle attività portuali triestine e che, per questo, il futuro di tale area è al centro della riflessione sul futuro e sullo sviluppo di Trieste. Il fatto che l'area industriale in questione sia adiacente a quella del sito di bonifica di interesse nazionale rafforza, poi, la sua convinzione che il mantenimento delle attività industriali della Ferriera di Servola sia incompatibile con il futuro sviluppo della città e che sia necessario procedere in tempi stretti ad una complessiva opera di riconversione e di bonifica di quelle aree, progetto sul quale si ritrovano tutte le istituzioni locali e il Governo nazionale.
In conclusione, alla luce delle considerazioni esposte e valutate in termini positivi le proposte di modifica del testo testé formulate dal Presidente, che affrontano in modo più equilibrato le scadenze temporali, esprime l'orientamento favorevole del Governo sulla nuova versione della risoluzione in titolo.

Mauro LIBÈ (UdC) dichiara l'intenzione di sottoscrivere la nuova versione della risoluzione in discussione, preannunciando che, a nome del suo gruppo, essa sarà sottoscritta anche dal deputato Compagnon.

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Raffaella MARIANI (PD) dichiara l'intenzione di sottoscrivere la nuova versione della risoluzione in discussione, preannunciando che, a nome del suo gruppo, essa sarà sottoscritta anche dal deputato Rosato.

Chiara BRAGA (PD) dichiara di sottoscrivere la nuova versione della risoluzione in discussione.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la nuova versione della risoluzione in titolo, che assume il numero 8-00009.

La seduta termina alle 15.25.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 24 settembre 2008.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.25 alle 15.40.