ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01069

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 663 del 27/07/2016
Firmatari
Primo firmatario: VENITTELLI LAURA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 27/07/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CRIVELLARI DIEGO PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2016
ARLOTTI TIZIANO PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2016
MONGIELLO COLOMBA PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2016
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2016
RIBAUDO FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2016
D'INCECCO VITTORIA PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 28/02/2017
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO GOVERNO 28/02/2017
CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 28/02/2017
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 28/02/2017
CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 28/02/2017
ZACCAGNINI ADRIANO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 28/02/2017

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 28/02/2017

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01069
presentato da
VENITTELLI Laura
testo di
Mercoledì 27 luglio 2016, seduta n. 663

   La XIII Commissione,
   premesso che:
    l'accordo sulle misure dello stato di approdo (Port State Measures Agreement – PSMA, l'acronimo inglese) – entrato in vigore il 5 giugno 2016 – è il primo trattato internazionale che ha l'obiettivo di contrastare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata;
    oltre 30 Paesi, inclusa l'Unione europea con 28 Paesi membri, hanno sottoscritto l'accordo; altri Paesi hanno iniziato il processo di adesione; complessivamente, i 29 Paesi e l'Unione europea (che ha firmato come soggetto unico) nel 2013 rappresentavano circa il 62 per cento delle importazioni ed il 48 per cento delle esportazioni mondiali di pesce, per un valore totale di 133 miliardi di dollari e 139 miliardi di dollari rispettivamente; a livello globale, la Fao stima che la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IUU) raggiunga all'incirca 26 milioni di tonnellate, per un valore di quasi 23 miliardi di dollari; la pesca IUU non solo mette a rischio gli ecosistemi, ma minaccia il reddito e la sussistenza dei pescatori e la sicurezza alimentare di milioni di persone nel mondo;
    l'applicazione dell'accordo – molto complessa in particolare per i piccoli Paesi insulari e per quelli in via di sviluppo – potrà contare sul sostegno finanziario e sull'assistenza dei Paesi sottoscrittori e della Fao, che ha promosso l'accordo sin dal 2009 e che ha istituito ad hoc un programma di cooperazione tecnica interregionale e un programma ombrello di sviluppo delle capacità a livello globale per aiutare i Paesi a gestire gli aspetti logistici, legislativi e legali necessari per mettere in atto l'accordo; il PSMA, richiede alle imbarcazioni da pesca di accettare ispezioni ad ogni porto di scalo e ai porti – a loro volta – di condividere le informazioni relative ad eventuali violazioni; in tal modo si contrasta in modo efficace la pesca illegale, impedendo lo sbarco e il collocamento sui mercati dei prodotti pescati illegalmente, mentre le regole internazionali in vigore prima dell'accordo si limitavano a vincolare i singoli Paesi al monitoraggio della propria flotta;
    la pesca è una risorsa alimentare strategica, per tutti i continenti, in particolare per l'Africa; la pesca eccessiva e incontrollata mette a rischio la sicurezza alimentare sostenibile; poiché più della metà di tutte le esportazioni di prodotti ittici, arriva da Paesi in via di sviluppo, la pesca incide inoltre in misura significativa – in termini di ricavi – sulla bilancia commerciale di questi Paesi, e per queste ragioni è importante una gestione oculata e sostenibile delle risorse ittiche;
    l'accordo è un forte deterrente alla pesca illegale: prevede che le parti stabiliscano porti riservati alle navi straniere, che devono richiedere in anticipo il permesso ad entrare nei porti – anche solo per il rifornimento – e dare alle autorità locali le informazioni richieste, permettendo l'ispezione dei libri contabili, delle licenze, delle attrezzature e del pescato a bordo;
    l'Unione europea ha riformato le proprie politiche ittiche nel 2013, con l'obiettivo di assicurare la sostenibilità ambientale, economica e sociale di pesca e acquacoltura, anche di frutti di mare (l'Unione europea è uno dei maggiori mercati di consumo di frutti di mare; nella filiera di fornitura le importazioni hanno un ruolo rilevante); l'Unione europea è da tempo attiva nel contrasto alla pesca illegale e alle frodi ittiche; il 2 marzo 2016, il Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, in risposta ad un'interrogazione, ha sottolineato che nel 2015 la Commissione ha organizzato un piano coordinato di controllo UE per accertare talune pratiche fraudolente nella commercializzazione dei prodotti ittici, con test su circa 4.000 campioni prelevati nelle diverse fasi della filiera di produzione; sono in programma verifiche negli Stati membri sull'etichettatura e la tracciabilità dei prodotti ittici e campagne di sensibilizzazione sui requisiti per l'etichettatura; per quanto riguarda la tracciabilità dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura e la fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori il quadro vigente è stabilito dal regolamento (UE) n. 1379/2013 e dal regolamento (UE) n. 1169/2011;
    la relazione controllo pesca 2014 della Guardia costiera presso il Comando generale del corpo delle capitanerie di porto ha rilevato un elevato numero di irregolarità nell'ambito degli scambi commerciali dei prodotti ittici, dalla cattura al consumatore finale, e nella fase di approvvigionamento dall'estero di pescato destinato ai mercati nazionali; l'analisi e la conoscenza delle frodi nel settore e l'azione di contrasto del corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera è particolarmente rilevante ed incisiva grazie alla capillare presenza della Guardia costiera lungo gli 8.000 chilometri di costa;
    il più elevato numero d'irregolarità sono state riscontrate nella fase di commercializzazione e in particolare nella tracciabilità, nella pesca illegale e nel settore della conservazione dei prodotti presso depositi e magazzini di stoccaggio;
    l'Italia importa circa il 70 per cento del prodotto ittico; molte delle violazioni riguardano specie ittiche commercializzate come prodotti freschi dei nostri mari che in realtà provengono da mari lontani e sono scongelati; in applicazione del Regolamento (CE) 1379/2013, il Corpo delle capitanerie è riuscito a risalire lungo l'intera filiera di distribuzione rilevando, tra l'altro, vere e proprie forme di concorrenza sleale con effetti a cascata sui redditi di onesti operatori che rispettano le norme e tutelano gli stock ittici;
    molte delle violazioni che riguardano il prodotto ittico sono state rilevate nella ristorazione: le principali frodi riguardano lo stato di conservazione del prodotto ittico congelato servito come fresco ai clienti;
    negli esercizi commerciali – sia all'ingrosso, che al dettaglio – altre violazioni riguardano l'assenza di elementi essenziali per la tracciabilità del prodotto che rendono impossibile risalire la filiera fino al primo fornitore; in questo caso si prospetta, oltre alla violazione di disposizioni amministrative, anche un serio pericolo per il consumatore soprattutto nel caso dei molluschi bivalvi provenienti da campi mitili abusivi in acque non certificate venduti senza essere sottoposti alle prassi igieniche di stabulazione e depurazione necessarie per evitare rischi per la salute umana;
    l'operazione «LABYRINTH», che ha interessato tutto il territorio nazionale, tra dicembre 2014 e gennaio 2015, condotta dalla Guardia costiera e coordinata dal Comando Generale, ha rilevato che il maggior numero di violazioni accertate riguardano la normativa sull'etichettatura e sulla tracciabilità del prodotto ittico, nonostante i nuovi sistemi di tracciabilità del pescato contribuiscano a promuovere il prodotto locale, pescato nel Mediterraneo, nell'ambito della più ampia salvaguardia del prodotto «made in Italy» apprezzato in tutto il mondo; la medesima operazione ha rilevato molte altre frodi frequenti nel settore ittico: la pesca in zone vietate, la cattura di novellame, gli impianti abusivi, i prodotti in cattivo stato di conservazione; la commercializzazione di prodotto sotto la taglia minima di cattura; il depauperamento delle risorse marine; lo stoccaggio e il deposito in violazione delle norme igienico-sanitarie; la violazione delle norme a tutela delle specie protette, come il dattero di mare la cui raccolta determina conseguenze estremamente dannose per le scogliere rocciose dove vive il mollusco; complessa, onerosa e impegnativa si è rivelata – secondo quanto segnalato dal rapporto della Guardia costiera – la verifica delle catture allo sbarco e nelle varie fasi di commercializzazione del tonno rosso, specie sottoposta a piano di ricostituzione da parte dell'ICCAT (International Commission for the Conservation of Atlantic Tuna), ma anche del pesce spada e dei piccoli pesci pelagici nel mare Adriatico, con l'applicazione dello specifico piano di ispezione e controllo (SCIP) della Commissione europea, che ha coinvolto tutti gli Stati dell'Unione europea interessati da tali tipologie di pesca;
    particolarmente importante il monitoraggio e la repressione della pesca con attrezzi da posta derivanti che, soprattutto in talune zone di mare, come il Tirreno meridionale ed il Canale di Sicilia, ha richiesto un impiego costante dei velivoli della Guardia costiera, con a bordo personale specializzato nella lotta alla pesca illegale in appoggio a operazioni navali di identificazione di pescherecci che praticano tale pesca illegale, finalizzate al sequestro/confisca dei cosiddetti «muri della morte»;
    il capo IV del regolamento n. 1379/2013 ha stabilito le nuove norme sull'informazione dei consumatori, applicate a decorrere dal 13 dicembre 2014; in particolare, l'articolo 35 del regolamento n. 1379/2013 prevede che, fatto salvo il regolamento (UE) n. 1169/2011, i prodotti della pesca e dell'acquacoltura commercializzati nell'Unione, indipendentemente dall'origine e dal loro metodo di commercializzazione, possono essere offerti per la vendita al consumatore finale o a una collettività solo a condizione che un contrassegno o un'etichettatura adeguati segnali, in aggiunta a quanto deve essere indicato sulla base della normativa previgente, la categoria di attrezzi da pesca usati nella cattura; l'eventuale scongelamento del prodotto; il termine minimo di conservazione, se appropriato; il citato regolamento n. 1169/2013 contiene, all'articolo 10, la previsione di ulteriori indicazioni obbligatorie complementari, per tipi o categorie specifici di alimenti previsti dall'allegato III allo stesso regolamento n. 1169, tra cui i prodotti non trasformati a base di pesce congelato che devono obbligatoriamente segnalare la data di congelamento o la data del primo congelamento, per i prodotti che sono stati congelati più di una volta;
    grazie a un'intensissima e costante attività di monitoraggio, verifica e sequestro di attrezzi illegali da parte della Guardia Costiera, nel 2014 è stata finalmente chiusa la procedura d'infrazione contro lo Stato italiano, per l'uso indiscriminato delle reti da posta derivanti, cosiddette «spadare» e «ferrettare irregolari», uno strumento di cattura poco selettivo che colpisce anche specie protette come cetacei, squali e tartarughe; il corpo della Guardia Costiera ha partecipato, con i propri mezzi aeronavali, alle attività operative pianificate nell'ambito del JDP (Joint Deployment Plan) per la verifica del rispetto delle catture, dei periodi di divieto, del volume massimo di catture e delle successive fasi di commercializzazione del tonno rosso, coordinandosi con l'Agenzia europea per il controllo della pesca (EFCA) nell'attività di controllo congiunta per lo stesso tonno rosso, il pesce spada nel Mediterraneo ed i piccoli pelagici nel mare Adriatico;
    l'impiego nel controllo e monitoraggio della filiera del tonno rosso, di un sistema elettronico nazionale (software di validazione del BCD (Bluefin tuna catch document), ideato e realizzato dal Comando Generale, aiuta a monitorare la pesca e a limitare le attività irregolari nei nostri mari,

impegna il Governo:

   a favorire le attività di contrasto della pesca illegale e delle frodi ittiche delle Capitanerie di porto mediante il coordinamento delle azioni messe in atto da Carabinieri, dal Corpo forestale dello Stato (anche in ragione del processo di rafforzamento della struttura d'intervento nel settore, in esito all'accorpamento) nonché dalla Guardia di finanza;
   a rafforzare i controlli sui flussi di importazione dei prodotti ittici attraverso l'analisi doganale d'ingresso in modo da monitorare l'operatività dei principali soggetti;
   ad assumere iniziative per garantire il rispetto delle disposizioni sull'etichettatura e, in generale, di tutte le disposizioni utili a valutare la qualità del prodotto pescato che rappresentano il momento fondamentale per la tutela della salute e la scelta consapevole dell'acquirente;
   a promuovere e favorire l'effettiva e diffusa applicazione del capo IV del regolamento n. 1379/2013 e le norme sull'informazione dei consumatori, in modo da garantire sia la qualità del prodotto, sia la capacità di scelta del consumatore sul mercato;
   ad assicurare il pieno ed adeguato impiego delle risorse del fondo per le attività marittime e per la pesca (FEAMP), in particolare dei fondi dedicati alle attività di controllo sulla filiera di pesca;
   ad assumere iniziative per prevenire gli illeciti, con misure a favore degli operatori della filiera della pesca, implementando gli interventi previsti dal regolamento n. 1379/13 «organizzazione comune dei mercati» e dal regolamento n. 1380/13 «nuova politica comune della pesca», al fine di adeguare il comparto alle nuove procedure e ai nuovi strumenti tecnologici impiegati, in applicazione della normativa europea, con strumenti snelli, veloci e fruibili in modo agevole.
(7-01069) «Venittelli, Crivellari, Arlotti, Mongiello, Carra, Ribaudo, D'Incecco».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica delle importazioni

prodotto della pesca

risorse del mare