ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00449

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 280 del 06/08/2014
Abbinamenti
Atto 7/00808 abbinato in data 21/10/2015
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00236
Firmatari
Primo firmatario: COMINARDI CLAUDIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 06/08/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 06/08/2014
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 06/08/2014
BALDASSARRE MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 06/08/2014
ROSTELLATO GESSICA MOVIMENTO 5 STELLE 06/08/2014
CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 06/08/2014
BECHIS ELEONORA MOVIMENTO 5 STELLE 06/08/2014
RIZZETTO WALTER MOVIMENTO 5 STELLE 06/08/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Stato iter:
03/05/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 03/03/2015
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 03/03/2015
CASSANO MASSIMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 03/03/2015
DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 21/10/2015
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE
BARUFFI DAVIDE PARTITO DEMOCRATICO
GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 21/10/2015
BOBBA LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 03/05/2017
DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 03/05/2017
BOBBA LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 03/05/2017
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE
 
PARERE GOVERNO 03/05/2017
BOBBA LUIGI SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 03/03/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 03/03/2015

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 21/10/2015

DISCUSSIONE IL 21/10/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 21/10/2015

DISCUSSIONE IL 03/05/2017

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 03/05/2017

IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 03/05/2017

PARERE GOVERNO IL 03/05/2017

VOTATO PER PARTI IL 03/05/2017

IN PARTE APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 03/05/2017

CONCLUSO IL 03/05/2017

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00449
presentato da
COMINARDI Claudio
testo di
Mercoledì 6 agosto 2014, seduta n. 280

   La Commissione XI,
   premesso che:
    negli ultimi decenni il numero dei disoccupati è cresciuto da 1 milione 340 mila del 1977 a 3 milioni 348 mila a marzo del 2014, con un tasso di disoccupazione pari al 12,7 per cento, ed un incremento demografico di circa 6 milioni di residenti;
    ogni Governo ha tentato di risolvere il problema della disoccupazione al fine di rilanciare l'economia e la domanda interna intervenendo sulla contrattualistica ma destrutturando il diritto del lavoro;
    difatti, per far fronte a questa problematica sociale, sono state introdotte numerose norme volte a flessibilizzare il mondo del lavoro, riducendo le tutele per i lavoratori, con forme contrattuali atipiche e precarie;
    nello specifico, con il «Pacchetto Treu», legge 24 giugno 1997 n. 196, «Norme In materia di promozione dell'occupazione», e la legge Biagi, decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, vi è stata una riduzione del tasso di disoccupazione ed un aumento del numero di assunzioni ma non la creazione di nuovi posti di lavoro;
    l'aumento del numero dei lavoratori «precari» ha semplicemente rinviato il problema dell'aumento cronico ed esponenziale della disoccupazione che nel sistema capitalistico attuale è stato risolto con una svalutazione dei diritti dei lavoratori ed una forte riduzione dei salari;
    dal 2007 in poi la disoccupazione è tornata a crescere fino a raggiungere quasi il 13 per cento, ragione per cui l'attuale Governo ha deciso di intervenire adottando gli stessi modelli economici, riducendo le tutele ed aumentando o le assunzioni di lavoratori precari attraverso la liberalizzazione dei contratti a termine prevista dal decreto legge n. 34 del 2014, convertito, con modificazioni dalla legge n. 78 del 2014, a giudizio dei firmatari del presente atto in palese contrasto con i principi e le clausole della direttiva comunitaria 1999/70/CE;
    tale intervento amplierà semplicemente la platea del numero dei precari che potrebbe incidere sul tasso di disoccupazione senza risolvere la disoccupazione a lungo termine;
    pur ammettendo anche una riduzione del tasso di disoccupazione per effetto di un intervento normativo di liberalizzazione contrattuale o di semplificazione normativa, le circostanze generatrici della patologia disoccupazionale – tecnologica – non vengono affrontate;
    l'economia capitalistica, del resto, non appare in grado di riassorbire quei lavoratori che perdono il posto di lavoro o comunque che cessano il loro rapporto per qualunque ragione, soprattutto a causa di riorganizzazioni aziendali realizzate per migliorare l'efficienza produttiva ed aumentare i profitti;
    è evidente che si assiste globalmente ad un incremento esponenziale dell'innovazione tecnologica nei settori dell'informatica, nanotecnologia, biotecnologia, intelligenza artificiale, automazione, domotica, internet delle cose, robotica e soprattutto ad un ampliamento degli spazi dell’e-commerce, della società dell'informazione, anche nel settore della pubblica amministrazione attraverso l'agenda digitale per l'Italia, il processo telematico, nonché l’e-gov;
    questa «terza rivoluzione industriale», che si manifesta con la fine del lavoro conosciuto nella seconda rivoluzione industriale, produce un aumento del numero di disoccupati in quanto numerosi lavori vengono sostituiti nei processi produttivi da automazione, tecnologia, informatica e più genericamente innovazione tecnologica;
    secondo l'economista John Maynard Keynes la disoccupazione dovuta alla scoperta di strumenti economizzatori di manodopera procede a ritmo più rapido di quello con cui è possibile ricercare o creare nuovi impieghi per la stessa manodopera, per cui i lavoratori disoccupati per ragioni tecnologiche divengono obsoleti;
    tra le principali cause della disoccupazione, e quindi della fine del lavoro o di alcuni lavori, c’è infatti la tecnologia essendo la sua crescita non lineare bensì esponenziale;
    la maggioranza dei modelli economici esistenti relativi alla crescita economica si fondano sul rapporto tra incremento del prodotto interno lordo ed incremento dell'occupazione secondo teorie di crescita lineare;
    le tecnologia aumenta la sua portata innovativa in modo esponenziale e difatti, secondo la legge di Moore, le prestazioni dei processori, così come i transistor, raddoppiano ogni 18 mesi, rendendo alcune attività umane obsolete nell'arco di brevissimo tempo;
    rispetto al commercio elettronico, secondo l'Istat, le imprese attive in questo settore sono passate dal 37,5 per cento, nel 2012, al 44,4 per cento nel 2013 e la vendita di software specifici per la raccolta di informazioni sulla clientela è passata dai 13,3 per cento, nel 2009, al 23,1 per cento, nel 2013;
    l'impatto del 3d printing e la diffusione di questo nuovo «impianto industriale», settore che vale alcuni miliardi di euro, determina una nuova modalità di produzione e di consumo a livello individuale, con un decentramento produttivo attraverso la stampa del singolo oggetto da parte del consumatore/produttore; 
    negli ultimi dieci anni si è assistito ad un incremento della produttività per ora lavorata, con un decremento dell'occupazione oltre ad un crollo del reddito mediano familiare, come Banca d'Italia ha avuto modo di certificare nelle sue recenti relazioni;
    l'Italia è il secondo Paese in Europa e il quarto al mondo per densità di robot, come risulta da un accurato studio statistico dell'Unece risalente al 2004, essendo state superate le 50.000 unità, dato in costante crescita;
    nel 2003, ogni 10.000 persone occupate nell'industria manifatturiera italiana erano presenti ben 116 robot industriali (fonte UNECE-IFR), un numero che fa del nostro Paese uno tra i primi al mondo nel settore della robotica e dell'automazione;
    del resto, la normativa italiana non è intervenuta per regolare e definire lo stretto rapporto tra reddito da lavoro e tassazione sull'automazione secondo un bilanciamento di valori e principi da effettuarsi entro limiti di sostenibilità dei sistema economico e finanziario;
    questo processo di trasformazione del lavoro è visibile nelle più grandi multinazionali esistenti, quali Google, Facebook, Amazon, Apple dove si riscontra un numero decisamente basso di lavoratori, ma un alto grado di produttività, profitto e, soprattutto, specializzazione dei lavoratori; all'interno di questa «terza rivoluzione industriale» sì inserisce il telelavoro quale strumento contrattuale capace di fornire una copertura normativa, anche se attualmente poco funzionale, al mondo della società dell'informazione;
    del resto, si assiste ad una parcellizzazione dell'orario di lavoro giornaliero che passa da una attività lavorativa continuativa giornaliera ad un'attività lavorativa frammentata che si protrae paradossalmente anche nei giorni festivi;
    ad esempio, mentre alcune aziende del settore automobilistico – Volkswagen – hanno vietato l'invio delle mail dopo la fine dell'orario di lavoro giornaliero, il Brasile ha riconosciuto al lavoratore il diritto di richiedere la retribuzione per lavoro straordinario laddove il dipendente riceva mail dal datore di lavoro al di fuori dell'orario di lavoro;
    con riferimento alla normativa italiana, il decreto del Presidente della Repubblica dell'8 marzo 1999, n. 70 –Regolamento recante disciplina del telelavoro nelle pubbliche amministrazioni – fornisce una sommaria definizione del Telelavoro quale «la prestazione di lavoro eseguita dal dipendente di una delle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, in qualsiasi luogo ritenuto idoneo, collocato al di fuori della sede di lavoro, dove la prestazione sia tecnicamente possibile, con il prevalente supporto di tecnologie dell'informazione e della comunicazione, che consentano il collegamento con l'amministrazione cui la prestazione stessa inerisce»;
    sul versante privato, l'accordo interconfederale dei 9 giugno 2004 – che recepisce l'accordo quadro europeo sul telelavoro del 16 luglio 2002 e firmato da UNICE/UEAPME, CEEP e CES – definisce il telelavoro come «forma di organizzazione e/o di svolgimento del lavoro che si avvale delle tecnologie dell’ informazione nell'ambito di un contratto o di un rapporto di lavoro, in cui l'attività lavorativa, che potrebbe anche essere svolta nei locali dell'impresa, viene regolarmente svolta al di fuori dei locali della stessa»;
    le nuove tecnologie permettono una veloce e continuativa interazione tra le persone che, tuttavia, dovrebbe essere contemperata anche alla luce delle disposizioni di cui alla direttiva 93/104/CE del consiglio del 23 novembre 1993, concernente taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario. di lavoro che prevede, all'articolo 3, un periodo di riposo giornaliero di 11 ore consecutive;
    ad oggi, il decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66 –Attuazione delle direttive 93/104/CE e 2000/34/CE concernenti taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro – stabilisce che l'orario normale di lavoro è fissato in 40 ore settimanali e che la durata media dell'orario di lavoro non può in ogni caso superare, per ogni periodo di sette giorni, le quarantotto ore, comprese le ore di lavoro straordinario, riservando ai contratti collettivi la possibilità di determinare una durata minore dell'orario di lavoro e la sua durata massima settimanale;
    inoltre, è bene evidenziare, che non si applicano al telelavoro, ai sensi dell'articolo 17, comma 5 lettera d), del decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66, le disposizioni relative all'orario normale e durata massima, lavoro straordinario, riposo giornaliero, pause, lavoro notturno;
    secondo uno studio dell'OECD, in Italia la durata media dell'orario di lavoro per lavoratore si attesta a 37 ore settimanali, a differenza della Grecia ove si attesta a 42 ore e la Danimarca a 33 ore settimanali;
    recentemente il comune di Göteborg, seconda città della Svezia, ha intrapreso un esperimento coinvolgendo una parte dei dipendenti dell'amministrazione comunale riducendo l'orario di lavoro giornaliero da 8 a 6 ore, ritenendo che tale intervento riduca le assenze per malattia e incrementi la produttività degli impiegati, lasciando inalterato il salario e quindi senza riduzione dello stipendio;
    Larry Page, cofondatore e amministratore delegato di Google, ha recentemente avallato questa nuova formula di distribuzione dell'orario di lavoro, riconoscendo alla riduzione dell'orario di lavoro il merito di incrementare produttività e migliorare la qualità della vita delle persone;
    compatibilmente all'evoluzione della società dell'informazione, sembra opportuno intervenire per migliorare la normativa relativa al telelavoro subordinato, parasubordinato e autonomo, assicurando tutele e forme universali di ammortizzatori sociali;
    in sostanza, le professioni e gli impieghi stanno subendo una profonda trasformazione poiché vengono cancellati non posti di lavoro ma «lavori» veri e propri, generando profonde disuguaglianze sociali tra coloro che controllano i mezzi «tecnologici» di produzione e coloro che non hanno accesso a nuove forme di occupazione;
    l'offerta formativa e scolastica dovrebbe tener conto anche di questa trasformazione della società e dell'economia, permettendo ai lavoratori divenuti «obsoleti» di riaccedere al mondo del lavoro;
    è necessario, quindi, comprendere l'impatto della tecnologia sull'occupazione, sia nel settore pubblico quanto nel settore privato, al fine di intervenire normativamente, anche mediante strumenti di sostegno reddituale universale,

impegna il Governo:

   ad avviare un'indagine conoscitiva Ministeriale volta ad accertare quale sia l'incidenza dell'innovazione tecnologica degli ultimi decenni sull'occupazione, nel settore pubblico e privato;
   a promuovere iniziative normative di adeguamento degli strumenti contrattuali esistenti, rispetto all'impatto delle nuove tecnologie nel mondo del lavoro, anche attraverso iniziative volte a ridurre progressivamente l'orario di lavoro al fine di migliorare la conciliazione tra la giornata lavorativa e la vita familiare e sociale;
   ad intervenire a livello normativo per migliorare il rapporto tra istruzione e lavoro, incrementando l'offerta formativa soprattutto nei settori ad alta specializzazione tecnologica;
   a promuovere, anche in sede europea, un'agenda per incentivare impieghi tecnologicamente innovativi, con particolare attenzione all'utilità sociale degli stessi, al fine di tutelare i lavoratori dall'incremento della disoccupazione di carattere tecnologico, nel settore pubblico e privato.
(7-00449) «Cominardi, Tripiedi, Ciprini, Baldassarre, Rostellato, Chimienti, Bechis, Rizzetto».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

orario di lavoro

diritto del lavoro

riduzione dell'orario di lavoro

contratto di lavoro

informatica

organizzazione del tempo di lavoro