ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00422

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 267 del 18/07/2014
Abbinamenti
Atto 7/00525 abbinato in data 03/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: PESCO DANIELE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/07/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014
BARBANTI SEBASTIANO MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014
PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014
RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 18/07/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 03/12/2014
CAPEZZONE DANIELE FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
ILLUSTRAZIONE 03/12/2014
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 03/12/2014
PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
INTERVENTO GOVERNO 03/12/2014
DE MICHELI PAOLA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO GOVERNO 10/12/2014
ZANETTI ENRICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 10/12/2014
CAPEZZONE DANIELE FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 16/12/2014
DE MICHELI PAOLA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 18/12/2014
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO GOVERNO 14/01/2015
DE MICHELI PAOLA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 14/01/2015
CAPEZZONE DANIELE FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 03/12/2014

DISCUSSIONE IL 03/12/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 03/12/2014

DISCUSSIONE IL 10/12/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 10/12/2014

DISCUSSIONE IL 16/12/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 16/12/2014

DISCUSSIONE IL 18/12/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 18/12/2014

DISCUSSIONE IL 14/01/2015

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 14/01/2015

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00422
presentato da
PESCO Daniele
testo di
Venerdì 18 luglio 2014, seduta n. 267

   La VI Commissione,
   premesso che:
    nell'ultimo decennio l'aliquota delle accise sulla birra è aumentata del 93 per cento, raggiungendo livelli di tassazione tra i più alti di Europa. A partire dall'anno 2003, infatti, il legislatore è più volte intervenuto in materia di accise sulla birra con continui aumenti di aliquota. Le ultime modifiche al riguardo sono state apportate con i seguenti recenti interventi normativi:
     1) l'articolo 14, comma 2, del decreto-legge n. 91 dell'8 agosto 2013, ha previsto, a decorrere dall'anno 2014 e 2015, un aumento dell'aliquota pari rispettivamente a 2,39 e 2,48 euro per ettolitro e per grado-Plato. Il successivo articolo 15, lettere e-bis) ed e-ter), con finalità di copertura di disposizioni introdotte in sede parlamentare nello stesso provvedimento, ha poi previsto la possibilità di incrementare ulteriormente le dette aliquote di accisa sui prodotti alcolici;
     2) l'articolo 25, comma 1, del decreto legge del 12 settembre 2013, n. 104, ha previsto nuove aliquote di accisa sulla birra in misura ben superiore a quella che erano state disposte poco prima dal menzionato decreto-legge 91. Precisamente, l'aliquota è stata fissata nella misura di 2,66 euro per ettolitro e per grado-Plato a decorrere dal 10 ottobre 2013. Inoltre, il comma 2 del citato articolo, ha rideterminato le aliquote previste dall'articolo 14, comma 2, del decreto-legge 91, fissandone le nuove misure al successivo comma 3:
   2,70 euro a decorre dal 1o gennaio 2014;
   2,99 a decorrere dal 1o gennaio 2015;
     3) l'articolo 7 del decreto-legge n. 133 del 30 novembre 2013, ha poi chiarito che gli incrementi autorizzati dall'articolo 15, lettere e-bis ed e-ter, del decreto-legge 91 dovessero aggiungersi alle aliquote di accisa così come rideterminate dal decreto-legge n. 104 del 2013. Di conseguenza, con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle dogane n. 145744 del 23 dicembre 2013 sono stati disposti i seguenti ulteriori aumenti di accisa:
   2,77 euro per ettolitro e per grado-Plato a decorrere dal 1o marzo 2014;
   3,04 euro per ettolitro anidro a decorrere dal 1o gennaio 2015;
     4) sennonché, con l'articolo 12, comma 1-ter del decreto-legge n. 145 del 23 dicembre 2013, il Governo è nuovamente intervenuto prevedendo la modificazione, per il solo anno 2014, della determinazione assunta dal direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli con il menzionato provvedimento del 23 dicembre 2013. È seguito il provvedimento del direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli del 25 febbraio 2014 con il quale, per l'anno 2014, è stato eliminato l'incremento dell'accisa sulla birra previsto dal precedente decreto del 23 dicembre 2013;
    al momento e fino al 31 dicembre 2014, dunque, l'aliquota di accisa sulla birra sarà di 2,70 euro, così come previsto dal decreto-legge 104. A decorrere dal 1o gennaio 2015, invece, l'aliquota salirà a 3,04 euro;
    fra le bevande alcoliche da pasto, la birra è l'unica a scontare l'accisa in Italia, e per di più con livelli di tassazione di gran lunga superiori rispetto a quelli mediamente previsti in altri Paesi europei (basti pensare che l'aliquota sulla birra in Italia è superiore al triplo di quella applicata in Germania e Spagna). Peraltro, i consumi nazionali di tale bevanda sono significativamente più bassi rispetto a quelli degli altri Paesi europei. Dallo studio condotto dal Centro studi Ref Ricerche commissionato dalla AssoBirra — Associazione degli industriali della Birra e del Malto (che riunisce aziende rappresentative del 98 per cento della produzione nazionale), il consumo di birra in Italia è addirittura tra i più bassi al mondo. In un tal contesto, l'inasprimento fiscale sulla birra non si giustifica neanche come disincentivo al suo consumo;
    con l'aumento dell'aliquota a decorrere dal 1o gennaio 2015, il gettito previsto dal Governo sarebbe di circa 177 milioni di euro all'anno. Tuttavia, come evidenziato dal menzionato dossier del Centro Studi Ref, l'aumento delle accise determina, allo stesso tempo, un inevitabile aumento del prezzo di vendita della bevanda. L'effetto che si genera, sarà una significativa contrazione dei consumi (specialmente in un contesto quale quello attuale ove il potere d'acquisto delle famiglie è messo a dura prova dalla crisi economica) e con essa la riduzione del gettito derivante dalle imposte indirette (accisa ed IVA). In altre parole, il sacrificio derivante dall'aumento dell'aliquota dell'accisa sulla birra rischia di non produrre l'effetto finanziario previsto a fronte della inevitabile riduzione dei consumi. Del resto, è quanto insegna l'esperienza avutasi in altri Paesi europei: ad esempio, in Gran Bretagna, dove è stato a lungo in vigore un meccanismo di aumento automatico delle accise sulla birra, ai progressivi aumenti delle accise è conseguita negli anni una corrispondente riduzione della domanda e del gettito fiscale complessivo;
    la stessa ragioneria generale dello Stato, nel parere reso alla Commissione bilancio della Camera dei deputati in data 26 luglio 2013, ha evidenziato l'inopportunità dell'aumento delle accise quale strumento di copertura finanziaria: «Al riguardo, sul criterio di copertura proposto, si esprime parere contrario, in quanto lo stesso, incrementando in modo consistente la tassazione sugli alcolici determina, in un contesto di difficoltà economiche diffuse, sicuri effetti regressivi, con diminuzione dei consumi e conseguente aumento dei consumi illegali, peraltro privi dei necessari controlli sanitari, correlati al fenomeno contrabbandiero. Inoltre, l'introduzione di rilevanti maggiori spese, utilizzando a compensazione un aumento della pressione fiscale, rende certamente più arduo e problematico il rispetto della regola sulla dinamica complessiva della scesa prevista dal fiscal compact recentemente ratificato dal Parlamento richiedendo, a tal fine, l'individuazione di spesa corrispondenti misure compensative sul versante della spesa, e non delle entrate, del comparto delle Pubbliche Amministrazioni»;
    il settore della birra in Italia rappresenta una fetta importante dell'industria alimentare nazionale. Esso comprende, infatti, oltre 500 produttori sparsi in tutta Italia, tra grandi marchi (14 stabilimenti industriali, 2 impianti produttivi di malto) e microbirrifici artigianali, e che sta creando concrete opportunità imprenditoriali, soprattutto per i giovani. Come evidenziato da AssoBirra nel corso delle audizioni tenutesi alla VI Commissione Finanze della Camera dei deputati in data 5 novembre 2013, negli ultimi 5 anni sono nate circa 300 micro aziende birrarie, con imprenditori nella maggior parte dei casi under 35 e con una produzione di circa 13,5 milioni di ettolitri di birra all'anno (dato 2012). Positivi anche gli effetti sul piano occupazionale: 4.700 occupati diretti (+4,4 per cento sull'anno precedente), 18.000 fra diretti e indiretti e 144.000 compreso l'indotto allargato. Da non sottovalutare poi il significato contributo economico e finanziario dato ad altri settori merceologici e produttivi quali l'agricoltura nazionale e il settore dei pubblici esercizi: i produttori birrai acquistano ogni anno in Italia beni e servizi per quasi 1 miliardo di euro, di cui 100 milioni dal settore agricolo. In un tal contesto, il programmato aumento dell'aliquota delle accise sulla birra a decorrere dal 1° gennaio 2015, oltre a gravare direttamente sulla domanda interna di tale prodotto, rischia di ripercuotersi negativamente anche su altri settori merceologici e produttivi nonché, come evidenziato dal Centro Studi Ref, sugli stessi livelli occupazionali (ove si rischia di perdere ben 2.400 unità di lavoro);
    gli aumenti delle accise rischiano inoltre di danneggiare lo stesso Stato italiano anche in altra misura, se consideriamo che peggiorerà anche la bilancia commerciale con l'estero, dato che l'aumento delle accise renderebbe ancor meno competitiva la birra italiana rispetto a quella proveniente dai Paesi stranieri in cui l'accisa sulla birra è più bassa,

impegna il Governo

ad assumere tutte le iniziative necessarie, anche a carattere normativo, al fine di evitare l'ulteriore aumento di accisa sulla birra (pari a 3,04 euro per ettolitro anidro), previsto a decorrere dal 1o gennaio 2015, così tutelando un settore in crescita e in fermento che appena due anni fa aveva fatto segnare un + 4,4 per cento di occupazione, e dando peraltro credito al citato parere della ragioneria dello Stato del 26 luglio 2013 con il quale si invitava il Parlamento ad agire sul versante della spesa pubblica e non delle entrate.
(7-00422) «Pesco, Gagnarli, Benedetti, Massimiliano Bernini, Gallinella, L'Abbate, Parentela, Lupo, Alberti, Barbanti, Cancelleri, Pisano, Ruocco, Villarosa».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

accisa

consumo alimentare

produzione nazionale

aiuto finanziario

controllo sanitario

prezzo di vendita