ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/12481

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 873 del 18/10/2017
Firmatari
Primo firmatario: COMINARDI CLAUDIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/10/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FERRARESI VITTORIO MOVIMENTO 5 STELLE 18/10/2017


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 18/10/2017
Stato iter:
21/11/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 21/11/2017
Resoconto MIGLIORE GENNARO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 21/11/2017
Resoconto COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 18/10/2017

DISCUSSIONE IL 21/11/2017

SVOLTO IL 21/11/2017

CONCLUSO IL 21/11/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-12481
presentato da
COMINARDI Claudio
testo di
Mercoledì 18 ottobre 2017, seduta n. 873

   COMINARDI e FERRARESI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 5 luglio 2017 gli interroganti inviavano una raccomandata all'ambasciatore Moez Sinaoui chiedendo il suo intervento affinché, venissero attivate tutte le autorità preposte per ottenere la cattura e l'estradizione in Italia di Mootaz Chaambi. Quest'ultimo è infatti il responsabile di un gravissimo fatto di sangue accaduto a Palazzolo Sull'Oglio (BS): qui il 22 settembre 2014 ha ucciso a coltellate la moglie Daniela Bani, madre dei suoi due figli. Subito dopo aver commesso l'atroce delitto, Mootaz Chaambi è fuggito in Tunisia. Il 26 giugno 2017 la corte d'assise di Brescia l'ha condannato a 30 anni di carcere, riconoscendo alle parti civili costituite, in aggiunta ad un risarcimento del danno da stabilirsi in separata sede, una provvisionale di euro 100.000,00 ciascuno per la madre ed il padre della vittima, euro 100.000,00 ciascuno ai due figli minori ed euro 50.000,00 per il fratello. L'assassino, tuttavia, oltre ad essere nullatenente, sin dal giorno dell'efferato delitto è latitante, presumibilmente in Tunisia, nonostante il mandato di cattura internazionale e la richiesta di estradizione avanzata dalla procura della Repubblica di Brescia;

   dopo numerosi contatti telefonici effettuati dagli interroganti, con una lettera in data 19 luglio 2017 le ambasciate, sia l'ambasciata italiana in Tunisia, sia a quella tunisina in Italia, rispondevano affermando di non essere a conoscenza della richiesta di estradizione o di altro provvedimento di cattura riguardante il cittadino tunisino Mootaz Chaambi. In seguito alla predetta risposta, gli interroganti in data 28 luglio 2017 inviavano una nuova richiesta a tutte le autorità competenti ed in data 19 settembre 2017 incontravano al Ministero della giustizia il sottosegretario Cosimo Maria Ferri ed i suoi funzionari, i quali, nonostante l'inesistenza di accordi bilaterali tra l'Italia e la Tunisia in materia di estradizione, tranne un trattato datato 1967 che nulla dispone nel merito, hanno preso l'impegno di attivarsi chiedendo ai Ros aggiornamenti sullo stato delle ricerche dell'omicida, informando, altresì, della vicenda il Ministro della giustizia –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti e degli elementi riportati in premessa;

   quali iniziative abbiano intrapreso o intendano intraprendere al fine di avviare un concreto e fattivo dialogo diplomatico con le autorità tunisine per consentire la cattura e l'estradizione di Mootaz Chaambi.
(5-12481)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 21 novembre 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione II (Giustizia)
5-12481

  Con l'atto di sindacato in discussione, gli Onorevoli interroganti ripropongono all'attenzione del Governo la vicenda relativa al cittadino tunisino Mootaz Chaambi, il quale è stato condannato dalla corte d'assise di Brescia il 26 giugno 2017 alla pena di trenta anni di reclusione perché riconosciuto responsabile del delitto di omicidio aggravato commesso in data 22 settembre 2014 ai danni della moglie, Daniela Bani.
  Fin dall'inizio del procedimento relativo all'omicidio, Mootaz Chaambi aveva fatto perdere le sue tracce e, infatti, l'ordinanza di custodia cautelare in carcere adottata nei suoi confronti dal Giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Brescia non è stata mai eseguita per irreperibilità del medesimo.
  Come comunicato dal Ministero dell'interno, su disposizione del Ministero della giustizia, sin dal 19 novembre 2014, il segretariato generale dell'interpol, su richiesta del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, aveva provveduto alla diffusione delle ricerche in campo internazionale ai fini estradizionali di Mootaz Chaambi, in esecuzione della citata ordinanza cautelare.
  In data 3 dicembre 2014, il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia ha preso contatti con il collaterale ufficio tunisino per la possibile localizzazione ed il conseguente arresto in quel Paese del ricercato.
  Le ricerche avviate già nel corso del procedimento non hanno avuto alcun riscontro dalle autorità tunisine e, allo stato, risultano parimenti vani i tentativi di localizzazione del Mootaz Chaambi anche dopo la condanna inflittagli dalla corte d'assise bresciana. Come ha comunicato il Ministero dell'interno, infatti, in data 20 settembre 2017, i competenti organi italiani hanno sollecitato un intervento da parte dell'ufficio centrale nazionale Interpol di Tunisi, al quale è stato richiesto nuovamente se il latitante fosse reperibile in Tunisia e, in caso positivo, di provvedere per l'arresto del medesimo.
  Purtroppo, alla data del 13 novembre, non risultano notizie circa la localizzazione del condannato.
  Ferma la necessità di proseguire nelle attività, da tempo avviate, volte all'individuazione del condannato, occorre osservare quello che è il quadro normativo e convenzionale che disciplina i rapporti di cooperazione ed assistenza giudiziaria intrattenuti dall'Italia con lo stato tunisino.
  Tuttora vigente, infatti, è la «Convenzione relativa all'assistenza giudiziaria in materia civile, commerciale e penale, al riconoscimento ed all'esecuzione delle sentenze e all'estradizione» sottoscritta a Roma il 15 novembre 1967 ed entrata in vigore il 19 aprile 1972.
  L'articolo 15 del trattato predetto recita: «Le Alte Parti Contraenti non concederanno la estradizione dei propri cittadini. La qualità di cittadino si accerterà al momento della domanda di estradizione. Tuttavia, la parte richiesta si impegna, nella misura in cui essa ha competenza a giudicarli, a fare perseguire i propri cittadini che avranno commesso nel territorio dell'altro stato infrazioni punite come crimine o delitto nei due stati, allorché l'altra parte invierà per via diplomatica una domanda di azione penale corredata da fascicoli, documenti, oggetti e informazioni in suo possesso. La parte richiedente sarà informata del seguito che sarà dato alla domanda».
  Emerge dunque che, a disciplina vigente, un cittadino tunisino, come risulta essere Mootaz Chaanbi, non può essere estradato in Italia sempre che lo stesso si trovi effettivamente in Tunisia: ad oggi, infatti, questo Ministero non ha ancora ricevuto alcuna comunicazione da Interpol in merito alla localizzazione.
  A localizzazione avvenuta, questo Ministero, come di consueto, richiederà il parere favorevole della competente Procura generale della Repubblica ad avanzare richiesta di perseguimento penale in Tunisia nei confronti di Mootaz Chaanbi ed il Ministro della Giustizia potrà procedere, in ossequio al disposto del ricordato articolo 15 della convenzione bilaterale, a richiedere il perseguimento penale alle competenti autorità tunisine.
  La disciplina convenzionale attualmente vigente, tuttavia, non può ritenersi tale da soddisfare le esigenze di una seria ed efficiente cooperazione giudiziaria in materia penale.
  Nella chiara consapevolezza che solo rapidi ed incisivi mezzi di assistenza giudiziaria internazionale possono agevolare il fermo contrasto alle nuove forme di criminalità, in primo luogo di matrice terroristica, l'impegno di questo Ministero è stato, nel corso degli ultimi anni proprio quello di migliorare l'efficacia degli strumenti di assistenza giudiziaria in materia penale: in questo senso, risultati di assoluto rilievo risultano quelli alla recente riforma organica del titolo XI del codice di procedura penale, attuata con l'approvazione del decreto legislativo 3 ottobre 2017, n. 149, nonché i decreti legislativi di adeguamento dell'ordinamento nazionale alle direttive ed alle discipline convenzionali comunitarie in materia di ordina europeo di indagine ed in materia di assistenza penale.
  Nella medesima direzione, poi, sono state svolte incisive azioni positive volte ad intavolare e portare a termine negoziati internazionali funzionali al medesimo scopo.
  In questo quadro complessivo, la competente articolazione ministeriale ha comunicato che più volte, anche nel corso del corrente anno, il Ministero della giustizia, dopo aver inoltrato alle autorità tunisine proposte di nuovi ed aggiornati trattati in materia di estradizione, assistenza giudiziaria penale e trasferimento delle persone condannate, ha sollecitato un incontro per agevolare lo svolgimento dei negoziati, senza purtroppo ricevere, allo stato, una pronta disponibilità dalla controparte.
  Il Ministero della giustizia proseguirà comunque negli sforzi sinora compiuti per portare a compimento i negoziati per la sottoscrizione, anche con la Tunisia, di accordi bilaterali adeguati alla soddisfazione delle esigenze più attuali della giustizia e dell'esecuzione penali.
  Allo stesso modo, dovrà proseguire l'impegno del Governo affinché il responsabile dell'efferato omicidio sia, in primo luogo, localizzato ed affinché nei confronti dello stesso siano attivati tutti gli strumenti resi disponibili dall'ordinamento vigente per l'esecuzione della condanna irrogata.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

accordo bilaterale

omicidio

estradizione