ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/12315

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 859 del 27/09/2017
Firmatari
Primo firmatario: AMATO MARIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 27/09/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO 27/09/2017


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 27/09/2017
Stato iter:
28/09/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 28/09/2017
Resoconto AMATO MARIA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 28/09/2017
Resoconto FARAONE DAVIDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 28/09/2017
Resoconto AMATO MARIA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 28/09/2017

SVOLTO IL 28/09/2017

CONCLUSO IL 28/09/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-12315
presentato da
AMATO Maria
testo di
Mercoledì 27 settembre 2017, seduta n. 859

   AMATO e LENZI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica) è rivolto a tutti i cittadini residenti nell'ambito territoriale di appartenenza di un presidio sanitario e ha la funzione di garantire la continuità assistenziale del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta nelle ore in cui questo servizio non è garantito, quindi in orari considerati d'urgenza, ovvero dalle ore 20,00 alle ore 8,00 di tutti i giorni e dalle ore 10,00 del giorno prefestivo alle 8,00 del giorno successivo a quello festivo;

   si tratta di professionisti che operano sempre in prima linea, spesso in strutture inadeguate e in condizioni disagiate, come dimostrano le continue aggressioni di cui sono vittime, non ultima quella di questi giorni a danno di una dottoressa nel catanese;

   i continui episodi di cronaca riportano drammaticamente l'attenzione sulla sicurezza delle sedi di continuità assistenziale e ancora di più sui rischi di un'attività troppo a lungo trascurata e sulla necessità che questa sia sottratta all'isolamento strutturale e funzionale in cui versa e venga pienamente integrata nelle cure primarie;

   proprio in virtù della funzione che svolge il medico di continuità assistenziale nonché del suo orario di lavoro, alcune regioni, tra cui Abruzzo, Basilicata e Molise, hanno previsto per i medici di continuità assistenziale un compenso aggiuntivo legato ai rischi e alla tipologia dell'incarico all'interno dell'accordo integrativo regionale;

   secondo la procura della Corte dei Conti, questi accordi sarebbero in contrasto con l'accordo collettivo nazionale nel quale si parla di «onorario omnicomprensivo orario»;

   in seguito a tale decisione le singole regioni coinvolte non solo hanno deliberato la sospensione degli accordi integrativi regionali relativi ai medici di continuità assistenziale, ma hanno prospettato anche la necessità della restituzione delle somme fino ad ora percepite –:

   quali iniziative urgenti, nell'ambito delle sue competenze e nel rispetto di quelle regionali in materia sanitaria, la ministra interrogata intenda adottare non solo per garantire una maggiore sicurezza e una maggiore integrazione all'interno delle singole strutture sanitarie dei medici di continuità assistenziale ma anche per scongiurare che garanzie economiche previste dagli accordi di lavoro vengano meno in virtù di particolari mansioni svolte.
(5-12315)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 28 settembre 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-12315

  Ringrazio gli Onorevoli interroganti per aver affrontato un tema, quello della violenza a danno del personale sanitario, da sempre molto caro al Ministero della salute, offrendomi così l'opportunità di riferire anche in questa sede delle diverse iniziative intraprese e portate a compimento al fine di scongiurare il verificarsi di episodi, come quello tristemente accaduto alla dottoressa catanese, che minano fortemente la sicurezza dei medici e, più in generale, della donna.
  In primo luogo, voglio ricordare che il tema della violenza sulla donna è stato affrontato anche sotto il profilo normativo oramai su diversi fronti: basti pensare al decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11 che ha introdotto il reato di «atti persecutori» (comunemente noto come stalking) ed ha riconosciuto, in capo alle Autorità di pubblica sicurezza, ampi poteri preventivi efficaci, garantendo così maggiore tutela alle vittime di tali molestie. Ricordo, ancora, più di recente, il decreto-legge 14 agosto 2013 n. 93 che ha introdotto misure per la prevenzione della violenza di genere, per la protezione delle vittime ed ha previsto pene più severe per i colpevoli.
  È indubbio, tuttavia, che fenomeni di violenza si registrano purtroppo anche nel settore sanitario: ciò ha portato ad un coinvolgimento di diverse istituzioni politiche e del lavoro, nazionali ed internazionali, che hanno realizzato specifici documenti e raccomandazioni.
  In tale direzione si è mosso anche il Ministero della salute che ha affrontato tale problematica includendo, in primis, l'evento «Atti di violenza a danno degli operatori sanitari» nel protocollo di monitoraggio degli eventi sentinella. Inoltre, nella consapevolezza che gli atti di violenza ai danni degli operatori sanitari richiedono l'analisi delle condizioni di lavoro e dei rischi correlati nonché l'adozione di tutte le possibili misure preventive, nel novembre 2007, è stata adottata e divulgata dal Ministero stesso la Raccomandazione n. 8 recante «Raccomandazione per prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari».
  A fronte di ciò, lo stesso Ministero della salute, consapevole che l'organizzazione sanitaria competa alle singole strutture sanitarie locali (che, in tal senso, devono identificare i fattori di rischio per la sicurezza del personale ed elaborare un programma di prevenzione della violenza) ha trasmesso, il 31 marzo u.s., a tutte le Regioni e Province Autonome una nota con la quale è stato richiamato l'impegno delle Regioni medesime ad implementare la predetta raccomandazione, curandone l'effettiva ricaduta a tutela della sicurezza e della qualità assistenziale; contestualmente è stato rammentato che tale attività rientra nell'ambito della verifica dei LEA, nonché nelle azioni di monitoraggio delle raccomandazioni per la sicurezza.
  Con riferimento, invece, al rapporto di lavoro dei professionisti convenzionati con il Servizio sanitario nazionale nell'ambito del quale rientrano i medici di continuità assistenziale, ritengo doveroso evidenziare che questo è disciplinato da apposite convenzioni di durata triennale ed in particolare dall'Accordo collettivo nazionale 23 marzo 2005, integrato con l'Accordo Collettivo Nazionale del 29 luglio 2009, che regola i rapporti con i medici di medicina generale.
  Attualmente si sta procedendo al rinnovo di tale Accordo ai sensi del decreto-legge n. 158 del 2012 che ha delineato il nuovo assetto organizzativo del territorio, prevedendo l'istituzione del ruolo unico per la medicina generale, nell'ambito del quale confluiranno sia i medici a rapporto fiduciario (MMG) che i medici di continuità assistenziale.
  Si è inoltre proceduto alla definizione dell'Atto di indirizzo per la medicina convenzionata stabilendo «l'introduzione del ruolo unico dei medici di cure primarie con il superamento dell'attuale distinzione tra i medici di assistenza primaria e medici di continuità assistenziale per cui nella nuova articolazione territoriale il medico di cure primarie potrà svolgere sia attività professionale di tipo fiduciario che su base oraria».
  Per quanto concerne, invece, il profilo economico, pure sollevato dagli onorevoli interroganti, faccio presente che è in fase di valutazione la possibilità di avviare un approfondimento con le regioni al fine di individuare, anche alla luce dei rilievi mossi dalla Corte dei conti, le soluzioni più idonee compatibili con l'ordinamento vigente.
  Con riferimento, poi, al tema della sicurezza – giustamente sollevato anche in relazione al recente, increscioso episodio di violenza verificatosi a Catania – mi preme rappresentare che il Ministero della salute, in questo come in altri simili casi, ha immediatamente avviato verifiche ispettive sul livello di sicurezza dei professionisti sanitari presso i presidi di tutto il territorio nazionale a partire dal presidio ove si è verificato l'episodio di violenza.
  Alla luce di quanto esposto, ritengo di poter rassicurare gli onorevoli interroganti che il Ministero della salute, all'esito delle ispezioni avviate, valuterà l'opportunità di adottare, nell'ambito delle proprie competenze, misure volte a prevenire il verificarsi di qualsiasi episodio di violenza garantendo, in tal modo, la salute dei lavoratori - specie se trattasi di donne, categoria, questa, maggiormente a rischio - ma anche la qualità e la sicurezza dei servizi e delle cure erogate.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

contratto collettivo

professione sanitaria

medico