ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/11850

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 833 del 13/07/2017
Firmatari
Primo firmatario: VILLAROSA ALESSIO MATTIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 13/07/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 13/07/2017
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 13/07/2017
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 13/07/2017
RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE 13/07/2017
FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 13/07/2017
PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE 13/07/2017


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 13/07/2017
Stato iter:
20/07/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/07/2017
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 20/07/2017
Resoconto VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 13/07/2017

DISCUSSIONE IL 20/07/2017

SVOLTO IL 20/07/2017

CONCLUSO IL 20/07/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-11850
presentato da
VILLAROSA Alessio Mattia
testo di
Giovedì 13 luglio 2017, seduta n. 833

   VILLAROSA, SIBILIA, PESCO, ALBERTI, RUOCCO, FICO e PISANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   nell'articolo pubblicato su wallstreetitalia.com in data 2 febbraio 2017 si apprendono le notizie rassicuranti del Direttore generale di UniCredit, dottor Gianni Papa, e del direttore finanziario di UniCredit, dottor Mirko Bianchi, i quali tranquillizzano i risparmiatori, attraverso le dichiarazioni fornite in risposta alle domande esposte in sede di audizione presso la Camera dei deputati in merito alla preoccupante questione dei bond subordinati, precisando che l'istituto che rappresentano fin dal dicembre 2015 ha provveduto ad informare la propria clientela dell'entrata in vigore, in Italia, delle procedure di burden sharing e bail-in, e che, conseguentemente, UniCredit non ha più venduto questo tipo di prodotto finanziario alla clientela retail;
   in seguito alle segnalazioni pervenute agli interroganti risulta che quanto dichiarato dai due esponenti di UniCredit sia effettivamente vero, ma esiste un fondato dubbio che tali prodotti siano stati sostituiti da altri strumenti finanziari che rientrerebbero nel capitale di rischio delle banche e quindi anche nelle eventuali procedure di burden sharing e bail-in;
   dal 2015 non sono stati più emessi bond subordinati, in quanto sostituiti da strumenti finanziari ancora più complicati rientranti nel capitale di rischio della banca e quindi nelle regole del burden sharing e del bail-in;
   trattasi prevalentemente dei cosiddetti «certificate», utilizzati già da tempo da Banca Intesa, mentre Unicredit ne ha avviato una consistente campagna di sottoscrizione anche sul canale retail tra fine 2015 e 2016 (in particolar modo, si fa riferimento ai certificates « Express», con possibilità di estinzione anticipata, e «Protetto» dove è prevista teoricamente la protezione del capitale ma solo se non fallisce l'istituto di credito in questione) –:
   se sia a conoscenza del valore complessivo dell'incremento delle sottoscrizioni di certificate da parte di Unicredit e degli altri istituti di credito italiani, se sia a conoscenza del livello di informazioni destinate alla clientela retail in merito ai richiamati, complicatissimi e rischiosi, strumenti finanziari e se reputi sufficienti tali informazioni, anche in relazione alla rilevante circostanza che tali «prodotti» potrebbero (se non lo siano già) finire nel portafoglio dei piccoli risparmiatori e cittadini italiani. (5-11850)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 20 luglio 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-11850

  L'interrogazione in esame concerne l'emissione di strumenti finanziari, cosiddetti certificate, da parte di Unicredit e l'informativa resa nel merito alla clientela retail da parte degli intermediari.
  Al riguardo la Banca d'Italia, sentita in proposito, ha fatto presente, in via preliminare, che i certificates sono obbligazioni indicizzate, il cui valore dipende in parte dall'andamento di un titolo o di un parametro sottostante.
  Dette obbligazioni non sono assimilabili ad obbligazioni subordinate e non rientrano nel patrimonio di vigilanza delle banche. Alcune tipologie di certificates prevedono la garanzia del rimborso del capitale.
  L'Istituto ha inoltre osservato che i certificates, emessi dal gruppo UniCredit, rappresentano, comunque, una quota contenuta della provvista. Sulla base delle evidenze di bilancio, la raccolta complessiva del gruppo Unicredit, esclusi i debiti verso banche, ammontava a fine 2016 a 638,7 miliardi, di questi 1,6 miliardi erano rappresentati da certificates, in buona parte emessi nell'anno.
  Per quanto attiene poi specificamente agli ulteriori aspetti richiamati dagli onorevoli interroganti, relativamente alle verifiche in materia di adeguatezza dei prospetti informativi, relativi ai citati strumenti finanziari, unitamente ai controlli relativi alla trasparenza e alla correttezza dei comportamenti, si precisa che la Consob, con Comunicazione 0097996 del 22 dicembre 2014, ha richiesto agli intermediari, in caso di distribuzione di tali prodotti, di introdurre presidi e meccanismi rafforzati, al fine di innalzare fattivamente la tutela della clientela.
  In particolare, è stata rappresentata la necessità di prevedere metodi e sistemi avanzati nella mappatura dei prodotti e nella profilatura della clientela, misure per il contenimento del rischio di concentrazione, solide metodologie in punto di determinazione dei prezzi sul mercato primario e secondario, un'informativa puntuale e dettagliata in ordine alla rappresentazione del rischio di credito, del rischio di mercato e del rischio di liquidità e di ogni altra tipologia di rischio rilevante per lo specifico investimento.
  Inoltre, la Consob ha ritenuto di ricomprendere i certificates non quotati e a capitale non garantito tra gli strumenti considerati normalmente non adatti alla clientela al dettaglio, invitando gli intermediari a non consigliarli né distribuirli alla clientela retail.
  Anche ad esito della citata Comunicazione Consob, i dati a disposizione evidenziano che i certificates, a differenza delle obbligazioni bancarie, risultano spesso quotati in trading venues; la maggior parte dei certificates presenti sul mercato offrono – a talune condizioni – forme di protezione, quantomeno parziale, del capitale investito.
  I certificates presenti sul mercato sono strumenti assoggettabili alle misure di risoluzione introdotte dalla «BRRD», aventi rango equiparabile agli strumenti di debito senior nell'ambito della gerarchia dei creditori bancari introdotta dai cosiddetti Decreti BRRD (decreti legislativi nn. 180 e 181 del 16 novembre 2015).
  Con specifico riguardo alle tipologie di certificates segnalati nell'interrogazione, nella documentazione d'offerta predisposta da Unicredit SpA e da Unicredit Bank AG, approvata dalla Consob, risulta inserito, inter alia:
   uno specifico avviso – in copertina ovvero nel paragrafo denominato «Avvertenze per l'investitore» – sulla elevata rischiosità del prodotto, il cui apprezzamento da parte dell'investitore è ostacolato dalla sua complessità. Sul punto, viene evidenziato che, in generale, l'investimento nei certificates non è adatto alla generalità degli investitori, anche alla luce della citata Comunicazione 0097996 del 22 dicembre 2014. Pertanto, prima di effettuare una qualsiasi operazione avente ad oggetto certificates, l'intermediario deve verificare se l'investimento è appropriato per l'investitore e, nel contesto della prestazione di un servizio di consulenza o di gestione di portafogli, dovrà valutare se è adeguato per il medesimo, avendo riguardo – in aggiunta alla valutazione dei profili di esperienza – alla sua situazione finanziaria e agli obiettivi di investimento;
   uno specifico fattore di rischio inerente al bail-in. In particolare, si evidenzia che con l'applicazione del bail-in, i portatori di certificates si ritroverebbero esposti al rischio di veder ridotto, azzerato o convertito in capitale il proprio investimento. Inoltre le autorità di risoluzione competenti avrebbero il potere di cancellare i certificati e modificare la scadenza, l'importo degli interessi pagabili o la data a partire dalla quale tali interessi diventano pagabili, anche sospendendo il pagamento per un periodo transitorio. Lo strumento del bail-in potrà essere applicato sia individualmente che in combinazione con gli altri strumenti di risoluzione previsti dalla disciplina che, a loro volta, potranno comportare una novazione soggettiva del rapporto giuridico tra emittente e il portatore, con conseguente possibile rimodulazione del rischio di credito per il sottoscrittore;
   ulteriore informativa sul bail-in nell'ambito della descrizione dei diritti connessi ai ridetti strumenti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

clientela

banca

strumento finanziario