ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/10597

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 742 del 15/02/2017
Firmatari
Primo firmatario: PAGLIA GIOVANNI
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 15/02/2017


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 15/02/2017
Stato iter:
16/02/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 16/02/2017
Resoconto PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 16/02/2017
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 16/02/2017
Resoconto PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 16/02/2017

SVOLTO IL 16/02/2017

CONCLUSO IL 16/02/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-10597
presentato da
PAGLIA Giovanni
testo di
Mercoledì 15 febbraio 2017, seduta n. 742

   PAGLIA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   sul numero del 12 febbraio 2017 il settimanale L'Espresso rivela che i titoli derivati gravanti sui bilanci di Stato ed enti locali hanno avuto nel solo quinquennio dal 2011 al 2015 un impatto negativo sui conti pubblici di 23,5 miliardi di euro, tra interessi netti pagati alle banche e altri oneri connessi; secondo gli ultimi conteggi disponibili gli stessi strumenti tuttora presenti nel portafoglio del Tesoro accusano perdite potenziali per ulteriori 36 miliardi di euro: una zavorra tale che, qualora dovesse materializzarsi, metterebbe a rischio la tenuta dei conti pubblici;
   l'articolo riporta inoltre che all'inizio dell'anno 2012 l'allora Governo Monti dovette versare oltre 3,1 miliardi di euro a Morgan Stanley che, troppo esposta nei confronti del debito pubblico italiano, fece appello ad una clausola che le consentiva di chiudere anzitempo il contratto Isda Master Agreement sottoscritto nel 1994 con il Tesoro facendosi restituire l'intero valore di mercato della posizione; riguardo a questa condizione lo stesso articolo fa nascere il dubbio che alla direzione del Tesoro non tutti fossero a conoscenza della clausola;
   il medesimo articolo sciorina dati ed informazioni che, a giudizio dell'interrogante, dimostrano quanto la «bomba» derivati abbia avuto un ruolo non secondario nella genesi dell'attuale voragine presente nei conti pubblici italiani e nonostante lo stesso Ministro dell'economia e delle finanze più volte interrogato in merito alle condizioni dei suddetti contratti, abbia opposto ai parlamentari, in nome della sicurezza finanziaria del Paese, clausole di riservatezza, posto che la divulgazione delle stesse avrebbe avuto riflessi pregiudizievoli capaci di determinare uno svantaggio competitivo dell'Italia rispetto alle banche ed agli altri Stati che ricorrono ai derivati, in realtà la clausola di riservatezza presente nel master agreement del 1994 stabilirebbe che i contenuti possano essere resi pubblici dal Tesoro se a chiederli sono alcune istituzioni, in particolare a corte o un «corpo legislativo» –:
   se risulti che la direzione generale del tesoro ignorasse l'esistenza della clausola di risoluzione anticipata del contratto con Morgan Stanley e che il medesimo contratto prevedesse un'esplicita clausola di trasparenza nei confronti di un «corpo legislativo» e quali siano le procedure che assicurano la riservatezza di documenti sensibili posto che gli stessi, precedentemente negati ai membri del Parlamento, paiono essere nella disponibilità della stampa. (5-10597)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 16 febbraio 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-10597

  Si deve premettere che la cifra di 23,5 miliardi, richiamata dall'interrogante sulla scorta dell'articolo di stampa, assomma componenti non omogenee. Infatti, i flussi netti finanziari del quinquennio 2011-2015 sono risultati di 15,6 miliardi, mentre i 7,9 miliardi sono dati da allineamenti contabili del debito derivanti da riclassificazioni statistiche (Eurostat). Per rappresentare il quadro in termini relativi, il flusso finanziario netto di 15,6 miliardi si può confrontare con il totale della spesa per interessi nei cinque anni di 404,5 miliardi (circa 3,9 per cento) e l'incremento di debito di 7,9 miliardi con l'incremento totale di 321,2 miliardi (circa 2,5 per cento), sempre con riferimento allo stesso aggregato delle amministrazioni pubbliche. Si osserva, ulteriormente, che le spese per interessi da derivati, così come i potenziali impatti sul debito, sono inserite in tutti i documenti di programmazione finanziaria e nel Bilancio dello Stato. Non appare quindi congruo parlare di rischi di «voragine» nei conti pubblici.
  Con riguardo alle specifiche richieste, come già affermato in varie occasioni, tra il 2011 ed il 2012 furono chiusi buona parte dei contratti derivati in essere con la Morgan Stanley, evitando l'esercizio della clausola di estinzione anticipata e quindi il termine anticipato di tutti i contratti. La clausola di chiusura anticipata esisteva dal 1995 e, sebbene le soglie per attivarla fossero state superate da molti anni, non si è mai prospettata una tale eventualità.
  Si ricorda che l'obiettivo della clausola era quello di neutralizzare il rischio di credito della Repubblica Italiana, rischiosità percepita in maniera rilevante solo negli ultimi anni.
  Con riferimento alla disclosure relativa ai contratti, come ricordato dall'interrogante, la mancata pubblicazione degli stessi è stata motivata sulla base dei riflessi pregiudizievoli in termini di svantaggio competitivo, senza far riferimento a clausole di riservatezza presenti nei contratti stessi che inibissero tale diffusione.
  Non è mai stato posto in dubbio che i contratti derivati debbano essere forniti, ove richiesti, alla magistratura, come ad esempio è stato per quelli relativi alla Morgan Stanley in occasione dell'indagine svolta e conclusa con l'archiviazione.
  Pur non trattandosi di contratti «secretati», si ritiene tuttavia di dover ribadire il carattere di «riservatezza» dei contratti stessi.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

risoluzione di contratto

bilancio dello Stato

contratto