Legislatura: 17Seduta di annuncio: 711 del 06/12/2016
Primo firmatario: TOFALO ANGELO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 01/12/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 01/12/2016 FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 01/12/2016 GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 01/12/2016 SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 01/12/2016 RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 01/12/2016 BASILIO TATIANA MOVIMENTO 5 STELLE 01/12/2016 SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 01/12/2016 DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 01/12/2016 CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 01/12/2016 BERNINI PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 01/12/2016 SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 01/12/2016 DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 01/12/2016
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Ministero destinatario:
- MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
- MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 01/12/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 19/01/2017 Resoconto GIRO MARIO ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI) INTERVENTO PARLAMENTARE 19/01/2017 Resoconto CICCHITTO FABRIZIO AREA POPOLARE-NCD-CENTRISTI PER L'ITALIA REPLICA 19/01/2017 Resoconto TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE
MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 06/12/2016
DISCUSSIONE IL 19/01/2017
SVOLTO IL 19/01/2017
CONCLUSO IL 19/01/2017
TOFALO, MANLIO DI STEFANO, FRUSONE, GRANDE, SCAGLIUSI, RIZZO, BASILIO, SPADONI, DI BATTISTA, CORDA, PAOLO BERNINI, SIBILIA e DEL GROSSO. —
Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa
. — Per sapere – premesso che:
il quotidiano La Verità del 27 novembre 2016 ha pubblicato un'intervista a Mohammed Khalifa Al Ghwell, presidente del governo di salvezza nazionale libico. Nell'intervista sono riportate affermazioni molto delicate in merito ai contatti dello stesso Al Ghwell con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale italiano in merito al contenimento dei flussi migratori e sui potenziali rischi a cui sarebbe sottoposto il contingente militare italiano della operazione «Ippocrate»;
nell'intervista l'esponente libico afferma, inoltre: «L'immigrazione clandestina non rientra tra le priorità del governo Renzi. Noi abbiamo dato delle indicazioni al vostro esecutivo ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta di collaborazione. Abbiamo avuto contatti con i governi italiano e francese e gli abbiamo spiegato come affrontare il problema per porre fine all'immigrazione clandestina verso l'Europa, creando occasioni di sviluppo nel sud della Libia che vadano a beneficio di questi migranti, che si potrebbero stabilizzare nel sud del nostro Paese se venissero impiantate fabbriche o create altre opportunità di lavoro»;
Khalifa Al Ghwell afferma anche di essere andato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale dove «abbiamo incontrato dei funzionari italiani, ma non abbiamo avuto a loro collaborazione. L'immigrazione clandestina non è una priorità»;
nel corso dell'incontro la delegazione guidata da Khalifa Al Ghwell avrebbe richiesto finanziamenti «la metà di quelli che avete dato a Gheddafi» che avrebbero consentito di tenere l'Italia «a riparo da questi flussi migratori clandestini... Con questi soldi noi avremmo costruito le infrastrutture necessarie e avremmo garantito una vita dignitosa alla povera gente africana che passa dalla Libia e arriva da Ciad, Niger, Mali e Sudan in cerca di una vita migliore. Perché sia chiaro non ci sono libici tra i clandestini perché i libici non sono desiderosi di migrare in Europa»;
Khalifa Al Ghwell parla negativamente del rapporto tra il Governo italiano e quello di al Sarraj criticando l'accordo che «ha portato a Misurata circa 300 militari armati fino ai denti con la scusa d'intervenire per la questione sanitaria e difendere l'ospedale mobile». «Ma si tratta di una grande menzogna – prosegue Khalifa Al Ghwell – e il popolo di Misurata non è affatto soddisfatto dell'operazione. I vostri militari se ne devono andare via immediatamente. Qui sono indesiderati. Loro credono di aver portato la pace, invece hanno portato problemi a questa città»;
Khalifa Al Ghwell afferma, infine, di aver ripreso possesso dei Ministeri a Tripoli abbandonati in seguito all'arrivo in città di Al Sarraj a bordo di una fregata inglese;
proprio l'arrivo di Al Serraj avrebbe destabilizzato la Libia e in particolare Tripoli, tanto che si erano diffusi gli episodi di criminalità e di rapimento delle persone –:
se trovi conferma che l'incontro con i libici di cui parla Khalifa Al Ghwell sia effettivamente avvenuto e, in caso di risposta affermativa, quali esiti abbia prodotto e perché si sia rifiutato il piano proposto alle autorità italiane per affrontare i flussi clandestini d'immigrazione;
quali orientamenti il Governo intenda esprimere in relazione all'intervista del presidente Khalifa Al Ghwell e se non reputi che dalla stessa emergano problematicità sulla permanenza a Misurata del contingente militare italiano e in particolare circa l'incolumità fisica dei militari italiani;
se il Governo non intenda assumere iniziative per rivedere l'asse costruito intorno a Al Serraj, visto che lo stesso sta perdendo ogni residuo prestigio e che rischia di rappresentare un oggettivo ostacolo al percorso di riconciliazione nazionale della Libia. (5-10088)
Vorrei innanzitutto mettere in chiaro che Khalifa al-Ghweil è il sedicente Primo Ministro del cosiddetto «Governo di Salvezza Nazionale». Un'entità che non ha mai rappresentato un interlocutore ufficiale per la Comunità Internazionale, né prima, né tantomeno dopo la firma dell'Accordo Politico libico di Skhirat del 17 dicembre 2015. Questo accordo, come noto, ha dato vita al Consiglio Presidenziale libico, riconosciuto dalla Comunità Internazionale quale unica autorità esecutiva legittima del Paese, ed è alla base della risoluzione ONU n. 2259, adottata all'unanimità il 23 dicembre 2015. Questa risoluzione – e credo ciò vada sottolineato – non solo incoraggia i Paesi Membri a sostenere le istituzioni legittime, ma chiede anche di cessare ogni forma di contatto o sostegno a presunte istituzioni libiche al di fuori dell'Accordo Politico. Proprio ieri il Ministro Alfano, ricevendo alla Farnesina l'Inviato Speciale ONU per la Libia, Martin Kobler, ha confermato al suo interlocutore il pieno supporto del Governo italiano alle Istituzioni legittime libiche. Ha altresì affermato che la riapertura della nostra Ambasciata a Tripoli è un forte segnale di vicinanza al popolo libico e del nostro sostegno al Consiglio presidenziale e all'accordo politico e ci darà la possibilità di riavviare velocemente diverse iniziative bilaterali e faciliterà inoltre la comunità internazionale nel dialogo con le autorità legittime.
A questo processo politico mediato dalle Nazioni Unite si oppone Khalifa al-Ghweil, che per questo è soggetto dal 1o aprile 2016 a sanzioni da parte dell'Unione Europea. Nei giorni scorsi il nome di Ghweil è stato tra l'altro associato a un presunto «fallito golpe» a Tripoli. A tal proposito, sembrerebbe essersi trattato in realtà di una operazione mediatica, attraverso l'occupazione di alcuni edifici in disuso utilizzati in passato come Ministeri, da cui i sodali di Ghweil sono stati espulsi da forze leali al Consiglio Presidenziale. La situazione, che continueremo a monitorare da vicino grazie alla presenza della nostra Ambasciata, è tornata alla normalità.
Fatte queste doverose precisazioni, come ha ricordato recentemente il Ministro Alfano nel corso della sua audizione programmatica, non vediamo alternative all'accordo del 2015. Dobbiamo incoraggiare le diverse parti libiche al dialogo. Certo, le difficoltà per stabilizzare il Paese restano, mentre cresce il rischio di una cristallizzazione della divisione tra Est e Ovest. A livello politico e diplomatico, insieme ai principali partner, continueremo a incoraggiare tutte le parti libiche al negoziato. L'accordo lo devono trovare i libici, noi non possiamo sostituirci a loro. Anche perché il nostro approccio in Libia non sarà mai egemonico, ma – al contrario – diretto a facilitare il dialogo e l'avvicinamento tra le diverse componenti del quadro politico. Come ha sottolineato più volte il Ministro Alfano, siamo stati noi i primi a dire che un ruolo per Haftar era indispensabile.
Vorrei inoltre che non vi fossero dubbi sul fatto che il Governo italiano persegue con determinazione l'obiettivo di realizzare e consolidare un partenariato con l'Esecutivo libico in materia di gestione dei flussi di migranti e contrasto all'immigrazione clandestina. Un partenariato che non potrà che basarsi sul dialogo con gli interlocutori legittimi del Consiglio Presidenziale libico e del Governo di Accordo Nazionale.
Quanto alle affermazioni di Ghweil in merito all'Operazione «Ippocrate» e al personale italiano, dispiegato in Libia esclusivamente a fini umanitari, ricordo che sono le Autorità libiche che hanno formalmente richiesto il sostegno dei nostri medici ai libici feriti nelle operazioni contro Daesh a Sirte. Le stesse Autorità non mancano di esprimere in ogni occasione il massimo apprezzamento per il nostro sostegno umanitario, e così anche la popolazione locale. Anche perché, come ha ricordato il Ministro Alfano, noi non consideriamo il popolo dell'ovest diverso da quello dell'est. Per questo abbiamo offerto di inviare dei medicinali e aiuti umanitari ai popoli che vivono nell'est. Per quanto riguarda la sicurezza riguardante il contingente militare italiano, come ha avuto modo di dire ieri la Ministro Pinotti rispondendo a un question time in Aula Camera, le recenti vicende non hanno coinvolto in alcuno modo il personale italiano operante in Libia, che sta operando senza alcuna difficoltà. Vi sono ovviamente dei piani di contingenza predisposti a tutela del nostro personale in Libia, i cui dettagli tecnici sono, per loro natura, altamente riservati e non è possibile divulgarne i contenuti.
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):migrazione illegale
funzionario europeo
personale militare