ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/10029

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 708 del 23/11/2016
Firmatari
Primo firmatario: BRIGNONE BEATRICE
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 17/11/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 17/11/2016
MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 17/11/2016
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 17/11/2016
PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 17/11/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 17/11/2016
Stato iter:
02/02/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/02/2017
Resoconto FARAONE DAVIDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 02/02/2017
Resoconto BRIGNONE BEATRICE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 23/11/2016

DISCUSSIONE IL 02/02/2017

SVOLTO IL 02/02/2017

CONCLUSO IL 02/02/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-10029
presentato da
BRIGNONE Beatrice
testo di
Mercoledì 23 novembre 2016, seduta n. 708

   BRIGNONE, CIVATI, ANDREA MAESTRI, MATARRELLI e PASTORINO. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   grazie alle normative comunitarie in vigore dal 2006, in Europa è vietato l'uso di antibiotici per favorire la crescita di animali da reddito e da compagnia;
   la circolare del Ministero della salute del 2013, con la quale si sollecitavano le regioni ad applicare la normativa in materia di prevenzione veterinaria e sicurezza alimentare relativa all'uso e somministrazione degli antibiotici, è stata disattesa;
   è notizia di questi giorni apparsa su giornali on-line, che in Italia, negli allevamenti di animali destinati al consumo umano, si usa più del doppio di antibiotici della media europea;
   l'elevato dosaggio somministrato non è solo un rischio per gli animali ma anche per l'essere umano, poiché una delle cause della resistenza agli antibiotici è l'abuso anche negli animali;
   nonostante gli allarmi dell'Agenzia europea per i medicinali e dell'Organizzazione mondiale della sanità, ben poco si è fatto nel nostro Paese per evitare eccessi che causano la resistenza dei batteri agli antibiotici;
   il 71 per cento degli antibiotici venduti in Italia è usato negli allevamenti e come riporta un documento dell'associazione Ciwf, il nostro Paese resta il terzo più grande utilizzatore nell'Unione europea (dopo Spagna e Cipro) e il nostro consumo è ben al di sopra della media dei Paesi membri;
   la Cifw dichiara inoltre che è necessario «agire in fretta e in modo efficace contro un'emergenza che potrebbe provocare fra pochi anni più morti del cancro e che già causa 7000 morti ogni anno nel nostro Paese»;
   occorre quindi pensare a una riduzione dell'uso degli antibiotici in zootecnia, – come ad esempio ha fatto già dal 2009 l'Olanda, nonostante sia uno dei maggiori produttori di carne al mondo – al fine di preservare la salute umana. Gli allevatori hanno rispettato le indicazioni del Governo di ridurre della metà l'uso degli antibiotici, ma molti hanno dichiarato che nonostante i cambiamenti degli standard imposti siano stati costosi, non ci sono state perdite di guadagno;
   i dati dell'Ema mostrano che circa il 94 per cento degli antibiotici utilizzati in Italia servono per i trattamenti di massa somministrati nei mangimi o nell'acqua e che tali trattamenti sono resi necessari da diversi fattori, tra i quali le scarse condizioni di benessere con cui vengono tenuti gli animali negli allevamenti;
   per ottenere dati affidabili sull'uso di antibiotici in relazione agli animali da reddito, occorrerebbe pertanto monitorare ogni singolo allevamento, estendendo l'uso della ricetta elettronica, come già hanno messo in atto, in via sperimentale, l'Abruzzo e la Lombardia –:
   se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
   se non ritenga di dover assumere iniziative per dare immediata e piena attuazione alle direttive comunitarie in materia di uso e somministrazione di antibiotici e alla circolare del 27 febbraio 2013 dell'allora Ministro della salute citata in premessa;
   se non ritenga di doversi adoperare per attuare con urgenza misure efficaci per monitorare e ridurre i consumi di antibiotici negli allevamenti, al fine di anteporre la salute dei cittadini agli interessi della zootecnia intensiva, mediante un sistema che consenta il monitoraggio dell'uso e della somministrazione degli antibiotici negli allevamenti di animali destinati all'alimentazione umana;
   se non ritenga di dover valutare l'assunzione di iniziative atte alla sperimentazione, su tutto il territorio nazionale, della ricetta elettronica;
   se non ritenga urgente – al fine di preservare la salute umana e fronteggiare l'emergenza crescente di malati di cancro dovuto al consumo di carne – assumere iniziative volte ad accelerare la definizione del piano per la riduzione degli antibiotici, annunciato dal sottosegretario per la salute Vito De Filippo per il 2017, che non si limiti a generiche linee guida ma preveda obblighi precisi. (5-10029)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 2 febbraio 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-10029

  Con riferimento all'interrogazione in esame – che affronta, peraltro, una tematica analoga a quelle delle mozioni approvate di recente in Aula – preliminarmente occorre precisare che la fitta rete di controlli ufficiali in materia di distribuzione e impiego dei medicinali veterinari, ad opera sia dei Servizi Veterinari Locali che del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, ha come obiettivo quello di garantire:
   1) tracciabilità (controllo sull'intera filiera distributiva);
   2) uso corretto.

  Tali attività rivestono un ruolo fondamentale per assicurare lo stato di salute e il benessere degli animali, tutelare la sanità pubblica, assicurando il rispetto dei tempi di attesa per garantire che gli alimenti derivanti dagli animali trattati non contengano residui chimici oltre i limiti massimi consentiti dalle normative nazionali e/o comunitarie, e contrastare lo sviluppo della resistenza antimicrobica.
  Benché quest'ultima rappresenti un fenomeno naturale biologico, causato da mutazioni genetiche a cui vanno incontro i batteri, la pressione selettiva esercitata sulla popolazione microbica da un uso eccessivo e/o abuso degli agenti antimicrobici, sia in medicina umana che veterinaria, gioca un ruolo importante nel suo sviluppo e diffusione.
  Allo stato attuale, comunque, non sembra fattibile una zootecnia moderna che escluda completamente l'uso di qualsiasi antimicrobico per trattamenti veterinari, mentre un buono stato di salute degli animali e un uso razionale e responsabile degli antimicrobici contribuirebbero a prevenire la diffusione della resistenza agli antimicrobici (Risoluzione del Parlamento europeo del 12 maggio 2011 sulla resistenza agli antibiotici).
  E proprio in tale direzione che sono orientate le attività del Ministero della Salute, intraprese ormai dal 2012, nell'ambito di una strategia nazionale volta alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della resistenza agli antimicrobici, che è posta tra i punti principali all'ordine del giorno dell'Agenda politica.
  L'applicazione dei principi e/o requisiti previsti nel Manuale di biosicurezza e uso corretto e razionale degli antibiotici in zootecnia, nelle Linee guida per la predisposizione, effettuazione e gestione dei controlli sulla distribuzione e l'impiego dei medicinali veterinari e nelle nuove Linee guida per la corretta gestione degli allevamenti di animali da reddito, al fine di ridurre le prescrizioni di antimicrobici e prevenire il rischio di antibiotico-resistenza (in fase di perfezionamento in seno alla Sezione per la Farmacosorveglianza del Comitato tecnico per la Nutrizione e la Sanità Animale), contribuiscono, infatti, a prevenire e/o ridurre l'introduzione, lo sviluppo e la diffusione di malattie animali, massimizzando il numero di animali sani e riducendo, quindi, al minimo la necessità dell'uso degli agenti antimicrobici.
  Tuttavia, alla luce dei risultati provenienti dal progetto ESVAC (European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption), che vedono l'Italia tra i Paesi con i più alti volumi di vendita di antimicrobici, risulta quanto mai necessaria la completa digitalizzazione della gestione dei medicinali veterinari (dalla distribuzione alla prescrizione da parte del veterinario fino alla somministrazione agli animali), attraverso l'introduzione della ricetta veterinaria elettronica. Ciò al fine di ottenere un quadro preciso del reale consumo degli antimicrobici, dettagliato anche per filiere produttive e categorie animali, migliorando, in tal modo, l'efficacia dei controlli ufficiali e l'appropriatezza delle misure adottate, garantendo un livello sempre più elevato di tutela della salute umana.
  Un siffatto processo di digitalizzazione è in atto dal 2013 con la sperimentazione «Tracciabilità del farmaco veterinario», che traccia le movimentazioni delle confezioni dei medicinali veterinari dal produttore al destinatario finale (allevatore, ambulatorio veterinario). Nel 2015, poi, dopo una preliminare fase di test necessaria per la validazione e «messa a punto» del sistema informativo e del processo operativo e organizzativo, è ufficialmente partita la sperimentazione «Ricetta elettronica». Ad oggi, la ricetta elettronica è già in uso in 2 Regioni ed è prossima all'avvio in una terza. Da settembre è, inoltre, partita una fase di formazione che ha visto coinvolti oltre 100 professionisti (liberi professionisti e dipendenti pubblici) di altre 10 Regioni/P.A. Numerose, infatti, sono state le richieste di Regioni e P.A. di entrare a far parte di quella che oggi non può più considerarsi solo una semplice sperimentazione, ma una concreta e imprescindibile fase di semplificazione tecnologica.
  La «ricetta elettronica» è risultata promossa a pieni voti: la ricetta elettronica risulta «positiva, inevitabile, necessaria ed urgente anche per rafforzare l'esclusiva titolarità del medico veterinario alla prescrizione e alla gestione del medicinale veterinario», a seguito di una consultazione promossa dalla Società Italiana Veterinari per Animali da Reddito.
  Tale strumento, inoltre, consente anche la riduzione degli adempimenti a carico delle imprese, in linea con gli obiettivi dell'Agenda per la Semplificazione 2015-2017.
  La presenza di una norma cogente circa l'obbligatorietà della ricetta elettronica ne accelererebbe la diffusione e, di conseguenza, una sua applicazione certa su tutto il territorio nazionale e se ne è avviato l'iter, in via di perfezionamento.
  In riferimento al Piano per la riduzione degli antibiotici, esso è in fase di predisposizione da parte di un Gruppo di lavoro multi-disciplinare sull'antimicrobico-resistenza, basato sull'approccio «One Health» ed in accordo con gli obiettivi strategici del WHO-Global Action Plan.
  Il Piano si propone di fornire un indirizzo coordinato e sostenibile per contrastare il fenomeno dell'AMR a livello nazionale, regionale e locale, individuando obiettivi, azioni da intraprendere e indicatori di processo ed esito per il monitoraggio.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

antibiotico

alimentazione umana

consumo alimentare