ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/09996

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 704 del 09/11/2016
Firmatari
Primo firmatario: D'INCA' FEDERICO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 09/11/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 09/11/2016
RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE 09/11/2016
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 09/11/2016
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 09/11/2016


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 09/11/2016
Stato iter:
23/03/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
DICHIARAZIONE GOVERNO 09/03/2017
Resoconto CASERO LUIGI ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
RISPOSTA GOVERNO 23/03/2017
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 23/03/2017
Resoconto VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 09/11/2016

ATTO MODIFICATO IL 06/12/2016

DISCUSSIONE IL 09/03/2017

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 09/03/2017

DISCUSSIONE IL 23/03/2017

SVOLTO IL 23/03/2017

CONCLUSO IL 23/03/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-09996
presentato da
D'INCÀ Federico
testo presentato
Mercoledì 9 novembre 2016
modificato
Martedì 6 dicembre 2016, seduta n. 711

   D'INCÀ, PESCO, RUOCCO, VILLAROSA e ALBERTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   da fonti stampa si apprende che Veneto Banca, il 13 gennaio 2015, delibera l'acquisto di un portafoglio di 1.200 prestiti ipotecari vitalizi (PIV) della banca JP Morgan per un valore di circa 205 milioni di euro. La tipologia di prestito risulta essere poco diffusa e particolarmente rischiosa ed un'operazione del genere posta in essere da un istituto di credito in difficoltà desta qualche perplessità;
   successivamente a detta operazione finanziaria la banca JP Morgan provvede all'acquisto di 900 mila azioni di Veneto Banca appartenenti a determinati soci per un valore di 39,50 euro (pari ad un valore complessivo di 35,55 milioni di euro). Pochi mesi dopo il valore delle azioni di Veneto Banca viene rideterminato al ribasso per un valore di 7,30 euro ad azione fino ad una tendenziale valutazione pari a zero in seguito all'infruttuoso tentativo di quotazione in borsa;
   da un report pubblicato dalla Banca centrale europea si evince che l'operazione di acquisto di 205 milioni euro di prestiti ipotecari vitalizi non sia stata corredata da adeguate valutazioni del rischio e sembrerebbe essere priva di specifiche motivazioni. L'operazione ha influito altresì negativamente per 5 punti base sul Cet1. Infine, così come si apprende dal report, l'operazione sembrerebbe esser stata posta in essere «(...) senza il coinvolgimento della funzione di compliance». L'operazione nel suo complesso ha implicato anche il pagamento di consulenze pari all'1 per cento del valore nominale dell'operazione alla centrale attività finanziarie e 450 mila euro ad Eidos Partners;
   a dicembre 2015 si è assistito ai primi effetti negativi dell'operazione; infatti, al fine di coprire il mancato recupero di somme relative ai prestiti ipotecari vitalizi acquistati, è stato effettuato un accantonamento di 4,5 milioni di euro;
   da fonti stampa si apprende che l'assemblea degli azionisti di Veneto Banca abbia deliberato un'azione di responsabilità nei confronti dei membri del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale in carica fino al 26 aprile 2014 per i danni relativi alla diminuzione del patrimonio dovuti ad eventuali condotte e decisioni illecite; per i circa 88 mila soci di Veneto Banca che sono stati danneggiati dalla svalutazione quasi totale delle azioni – il cui valore in soli due anni è passato da 39,50 euro a 1,10 euro – potrebbe essere esperibile una conciliazione la quale, però, non dovrebbe esser superiore al 20 per cento del valore delle medesime azioni;
   sarebbe opportuno verificare se le eventuali condotte e decisioni illecite siano connesse ad un eventuale mancato esercizio dei compiti di vigilanza da parte della Banca d'Italia e siano da ricondurre a gravi mancanze dello stesso governatore –:
   se risulti al Governo quali siano gli azionisti di Veneto Banca le cui azioni siano state acquistate, in modo diretto o indiretto, da JP Morgan;
   ove i danni subiti dagli azionisti di Veneto Banca dovessero essere connessi a un eventuale mancato corretto esercizio dei compiti di vigilanza da parte della Banca d'Italia, se non si intendano avviare le procedure per la revoca del governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, ai sensi del comma 8 dell'articolo 19 della legge n. 262 del 2005. (5-09996)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 23 marzo 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-09996

  Con l'interrogazione in Commissione n. 5-09996 l'Onorevole D'Incà ed altri, nel fare riferimento all'operazione datata 13 gennaio 2015 di acquisto da parte di Veneto Banca (VB) di Prestiti Ipotecari Vitalizi (PIV) della banca J.P. Morgan e il successivo acquisto da parte di quest'ultima di azioni Veneto Banca, chiedono di sapere se «risulti al Governo quali siano gli azionisti di Veneto Banca le cui azioni siano state acquistate, in modo diretto o indiretto, da JP Morgan» e, «ove i danni subiti dagli azionisti di Veneto Banca dovessero essere connessi a un eventuale mancato corretto esercizio dei compiti di vigilanza da parte della Banca d'Italia, se non si intendano avviare le procedure per la revoca del governatore della Banca d'Italia».
  Al riguardo, la Banca d'Italia, sentita in proposito, ha fatto presente che l'operazione di acquisto dei Prestiti Ipotecari Vitalizi (PIV) da parte di Veneto Banca prevedeva che, a fronte della cessione dei PIV, J.P. Morgan acquistasse azioni Veneto Banca appartenenti a soci. Maggiori dettagli sull'operazione sono contenuti nel prospetto informativo che Veneto Banca ha pubblicato sul proprio sito in relazione all'offerta pubblica di azioni ordinarie in occasione del recente aumento di capitale sottoscritto dal Fondo Atlante. Nel prospetto sono altresì contenuti alcuni riferimenti ai rilievi sollevati dalle Autorità di Vigilanza in occasione delle verifiche ispettive condotte nel corso del 2015. Non risulta invece noto l'elenco dei soggetti che hanno beneficiato dell'acquisto delle azioni da parte di J.P. Morgan.
  Sentita, nel merito anche la CONSOB, si rappresenta che, in occasione all'operazione di aumento di capitale di Veneto Banca conclusosi il 30.6.2016, la Banca, nell'ambito dell'istruttoria di approvazione del Prospetto in questione, ha fornito una descrizione dell'operazione di acquisto da J.P. Morgan di un portafoglio di Prestiti Ipotecari Vitalizi, cui si fa riferimento nell'interrogazione in oggetto.
  La Consob stessa, in data 12 gennaio 2015, ha avviato accertamenti ispettivi su Veneto Banca, ai sensi dell'articolo 10, comma 1, del TUF.
  In data 27 aprile 2015 ha notificato un'integrazione della verifica ispettiva, al fine di accertare il processo di definizione della proposta di aggiornamento del valore delle proprie azioni ed il processo decisionale sotteso all'accordo di cessione dei crediti concluso con J.P. Morgan Chase Bank, N.A. avente ad oggetto un portafoglio di Prestiti Ipotecari Vitalizi («PIV»).
  In data 18 dicembre 2015 è stata chiusa l'integrazione alla verifica aperta il 27 aprile 2015 afferente il processo di definizione della proposta di aggiornamento del valore delle proprie azioni ed il processo decisionale sotteso all'accordo di cessione dei crediti concluso con J.P. Morgan.
  L'accertamento ispettivo avviato il 12 gennaio 2015 si è invece concluso in data 25 febbraio 2016.
  Agli esiti dei predetti accertamenti ispettivi, la Consob ha notificato l'avvio di cinque procedimenti sanzionatori.
  Nello specifico, per quanto attiene all'operazione posta in essere con J.P. Morgan, dagli accertamenti ispettivi concernenti l'operazione di acquisizione del Portafoglio di Prestiti Ipotecari Vitalizi da J.P. Morgan da parte di Veneto Banca posta in essere in data 11 febbraio 2015, sono emerse violazioni della disciplina in materia di comunicazioni al pubblico. L'Autorità di Vigilanza ha ritenuto che la conclusione di tale operazione avrebbe dovuto essere resa nota senza indugio al pubblico, mediante diffusione di un comunicato stampa, con le modalità previste dall'articolo 109 del Regolamento Emittenti, in virtù de (i) «il controvalore dell'operazione, ovvero Euro 205,5 milioni, che in base a quanto definito nell'allegato 1 del Regolamento delle Operazioni di Maggior Rilievo in vigore dal 14/7/2014, rientrava tra tali operazioni e, in particolare, negli interventi di «Acquisizione di Crediti» aventi importo superiore a Euro 100 milioni»; e (ii) «l'impatto di tale operazione sui propri ratios patrimoniali». Peraltro, la Consob ha altresì rilevato che: «con riferimento alla rappresentazione di tale operazione è stata fornita nei resoconti contabili di tale società, cioè nella relazione finanziaria semestrale consolidata al 30/6/2015 la stessa, per quanto abbia fornito al pubblico – seppur non tempestivamente – talune informazioni sull'operazione in parola, è risultata comunque incompleta, in quanto non sono stati ivi indicati alcuni aspetti rilevanti dell'operazione».
  Sempre con riferimento all'operazione in questione, nel paragrafo relativo ai Rischi connessi ad assunzioni e metodologie di valutazione degli attivi del Gruppo (cosiddetto impairment test e/o valutazioni al fair value), l'Emittente ha, inoltre, fornito informazioni sulla determinazione del « fair value» del portafoglio crediti che si basa su metodi di computo finanziario, che, per la sua complessità richiede l'applicazione di metodi probabilistici. In particolare, i principali fattori di rischio individuabili riguardano:
   1. il valore dell'immobile, la cui valutazione – sebbene già decurtata di idoneo scarto perizia – potrebbe variare nel tempo e quindi la Banca potrebbe potenzialmente disporre di un bene con minor valore rispetto a quello stimato;
   2. la durata del contratto, basato sulle aspettative di sopravvivenza stimate mediante tavole demografiche ISTAT che potrebbero risultare diverse rispetto a quando il contratto effettivamente si concluderà;
   3. il livello delle grandezze finanziarie utilizzate per la determinazione dei flussi di cassa quali:
    i) il livello dei tassi di attualizzazione;
    ii) i tempi di incasso della posizione;
    iii) la stima del riscatto anticipato;
    iv) i costi operativi legati alla gestione del portafoglio, che potrebbero risultare nel tempo diverse rispetto a quelle utilizzate in fase di previsione».

  Nel Prospetto Informativo si rappresenta, inoltre, che l'operazione in questione, come riportato anche dagli On.li Interroganti, ha formato oggetto di taluni rilievi emersi dall'ispezione svolta sull'Emittente dalla Banca Centrale Europea, nel periodo 4 maggio 2015 – 23 ottobre 2015.
  Si precisa che nel Prospetto nella sezione «Fatti recenti della storia dell'Emittente», la Banca ha, tra l'altro, fornito una elencazione dei rilievi effettuati dalla BCE nel corso della propria ispezione.
  Più in dettaglio, la BCE ha rilevato che il Consiglio di Amministrazione (CdA) non solo ha omesso di valutare se le rilevanti carenze attribuite nel corso dell'ispezione della Banca d'Italia del 2013 all'ex Amministratore delegato e poi ex Direttore Generale del Gruppo, potessero influire sulla sua capacità di svolgere le funzioni di Direttore Generale (DG), ma ha anche prospettato l'estensione del suo contratto fino ad aprile 2018, sebbene tale proposta sia stata successivamente revocata solo per «rispettare l'orientamento espresso dall'Autorità di vigilanza». In aggiunta, l'attività del CdA è stata influenzata dalle valutazioni dell'ex Direttore Generale soprattutto riguardo alla fissazione del prezzo delle azioni per l'aumento di capitale del 2014. Di fatto, il CdA non ha definito la strategia per far fronte all'aumento degli ordini di vendita provenienti dagli azionisti, limitandosi ad approvare, in assenza di un'apposita politica interna, alcune operazioni mirate a consentire la vendita di azioni di Veneto Banca (VB). In particolare:
   1) in data 13/5/2014 il CdA ha approvato il riacquisto di azioni proprie di VB per un importo fino a 100 milioni di Euro, senza alcuna valutazione in merito alla conformità di tale operazione con il Regolamento (UE) n. 575/2013 (regolamento sui requisiti patrimoniali, Capital Requirement Regulation, CRR);
   2) nel novembre 2014 alcuni degli acquirenti di azioni di Banca Intermobiliare (BIM) sono stati obbligati ad acquistare dalla banca o da altri azionisti 316.456 azioni di Veneto Banca, pari a 12,5 milioni di Euro;
   3) in data 10/2/2015 il Consiglio ha approvato l'acquisizione di un pacchetto di prestiti vitalizi ipotecari da JP Morgan, che a sua volta si è impegnata a sottoscrivere 900.000 azioni di VB».

  La BCE ha inoltre rilevato che «Contrariamente a quanto previsto dal proprio regolamento interno su prodotti innovativi, la Funzione Compliance non ha valutato i rischi derivanti da alcune operazioni rilevanti. Talvolta, inoltre, la valutazione dei rischi di conformità rivenienti da alcune operazioni non è stata soddisfacente. Ci si riferisce, in particolare, a quanto segue: 1) la Funzione Compliance non ha svolto analisi dei rischi né in relazione al riacquisto di azioni proprie per un valore di 99 milioni di Euro nel 2014, né all'acquisizione di un pacchetto di “prestiti vitalizi ipotecari” JP Morgan».
  Infine, con riferimento al quesito relativo alla possibile revoca del mandato del Governatore, si fa presente che lo Statuto del Sistema europeo delle banche centrali (SEBC), allegato al Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE), disciplina la revoca di un Governatore di una banca centrale nazionale membro del Statuto del Sistema europeo delle banche centrali (SEBC) stabilendo la procedura e i casi nei quali essa può essere adottata a garanzia dell'indipendenza della BCE e delle banche centrali nazionali prevista dall'articolo 130 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE). In particolare l'articolo 14.2 del SEBC prevede «Un governatore può essere sollevato dall'incarico solo se non soddisfa più alle condizioni richieste per l'espletamento delle sue funzioni o si è reso colpevole di gravi mancanze. Una decisione in questo senso può essere portata dinanzi alla Corte di giustizia dal governatore interessato o dal consiglio direttivo, per violazione del trattato o di qualsiasi regola di diritto relativa all'applicazione del medesimo. Tali ricorsi devono essere proposti nel termine di due mesi, secondo i casi, dalla pubblicazione della decisione, dalla sua notificazione al ricorrente ovvero, in mancanza, dal giorno in cui il ricorrente ne ha avuto conoscenza».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

assunzione di prestito

banca

sicurezza e sorveglianza